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Per affrontare le problematiche anestesiologiche della chirurgia laparoscopica del grosso<br />
intestino è opportuno distinguere tra<br />
Tipo e gestione dell’anestesia<br />
Problemi emodinamici<br />
Problemi respiratori<br />
1. Tipo e gestione dell’anestesia<br />
L’approccio anestesiologico della chirurgia laparoscopica del grosso intestino può<br />
comprendere la convenzionale anestesia generale bilanciata (con vapore anestetico,<br />
oppiaceo ev e miorilassante non-depolarizzate), o una anestesia endovenosa (con<br />
propofol, remifentanil e miorilassante non-depolarizzate), o una blended anesthesia (con<br />
somministrazione combinata di anestestetico locale mediante cateterino peridurale<br />
toracico). In tutti i casi il supplemento di protossido d’azoto trova la generale<br />
controindicazione rappresentata da tutte le chirurgie a rischio di embolia gassosa.<br />
Il paziente viene intubato per via oro-tracheale, e sono opportune le incannulazioni di<br />
un’arteria e di una vena centrale, che verrà utilizzata anche nel postoperatorio per le<br />
infusioni e la nutrizione parenterale. E’ opportuno predisporre il riscaldamento dei fluidi<br />
infusi, così come un dispositivo per il riscaldamento diretto del paziente.<br />
Il monitoraggio intraoperatorio comprende l’ECG, la pulsossimetria, la pressione arteriosa<br />
cruenta, l’analisi del gas inspirati ed espirati (CO2, O2 e vapore anestetico, se utilizzato) e<br />
la temperatura interna. Per le problematiche che verranno sviluppate oltre, è<br />
raccomandabile un monitoraggio avanzato della ventilazione.<br />
L’analgesia postoperatoria può essere garantita con morfina e un FANS per via ev, con<br />
protocolli di somministrazione più o meno sofisticata, dall’opzione minima dell’elastomero<br />
a velocità fissa, a quella della pompa meccanica a velocità modificabile, fino alla PCA.<br />
Alternativamente, quando si sia predisposto un cateterino peridurale toracico, un’ottima<br />
analgesia può essere ottenuta mediante somministrazione peridurale continua di<br />
anestetico locale e morfina.<br />
2. Problemi emodinamici<br />
L’aumento della pressione addominale legato al pneumoperitoneo, e i conseguenti<br />
aumenti di pressione pleurica e pericardica, peggiorano i problemi di interferenza<br />
emodinamica normalmente associati alla ventilazione meccanica passiva a pressione<br />
positiva in anestesia generale.<br />
La compromissione emodinamica è quantitativamente correlata sia alla pressione<br />
addominale sia alle pressioni sviluppate dalla ventilazione meccanica, e pertanto sarà<br />
particolarmente dipendente dal livello di pressione positiva di fine espirazione (PEEP)<br />
applicato dalla ventilazione.<br />
Il problema si estrinseca particolarmente sul cuore destro, che viene portato in una<br />
condizione ipodiastolica dalla compressione estrinseca determinata dall’aumento della<br />
pressione pericardica. Da un vista figurato, possiamo immaginarci un cuore letteralmente<br />
preso tra due fuochi, con la pressione di ventilazione che lo schiaccia da una parte, e<br />
quella del pneumoperitoneo che lo schiaccia dall’altra.<br />
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