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4. Posizione degli operatori L'operatore si pone inizialmente alla destra del paziente, il primo aiuto a sinistra dell'operatore, il secondo aiuto a sinistra del paziente, la strumentista a destra dell’ operatore, a livello dell'arto inferiore destro del paziente. 5. Posizione dei trocars Dopo aver introdotto il primo trocar da 10 mm a livello ombelicale per l'ottica, si procede all'introduzione dei successivi sotto diretto controllo visivo: si procederà quindi all'individuazione di vasi epigastrici di destra ed all'introduzione del trocar da 12 mm lateralmente ad essi, al 1/3 laterale della linea spina iliaca anteriore superiore-ombelico. Viene posizionato successivamente il secondo trocar da 10 mm 8-10 cm. cranialmente al trocar da 19 mm Il terzo trocar da 10 mm. verrà posizionato il più lateralmente possibile in fianco sinistro del paziente all'altezza dell'ombelicale trasversa. L'utilità della estrema lateralizzazione di questo trocar verrà apprezzata allorché l'operatore si posizionerà tra le gambe del paziente per eseguire il tempo della mobilizzazione della flessura splenica: più laterale sarà la posizione del trocar più agevole sarà la presa della mano destra dell'operatore in questa fase. Infine si procede all'introduzione di un trocar da 5 mm a livello della linea mediana, subito caudalmente alprocesso xifoideo. Si consiglia di fissare saldamente alla parete addominale, possibilmente con un punto trasfisso, a tutto spessore, il trocar da 12 mm ed il trocar da 10 mm in fianco destro in quanto tendono a dislocarsi nel sottocute piuttosto facilmente nel corso dell'intervento, causando non solo fastidiose perdite di tempo ma anche il passaggio della C02 nel tessuto sottocutaneo stesso con conseguente aumento della "End-Ti-dal C02" e la comparsa di enfisema sottocutaneo. 6. Esplorazione addominale e stadiazione intraooeratoria Prima di iniziare qualsiasi manovra dovrà essere eseguita una meticolosa esplorazione della cavità peritoneale. Tutte le eventuali aderenze che impediscano la mobilizzazione del colon e delle anse del tenue dovranno essere lisate. Il passo successivo sarà quello, ne! caso si tratti di neoplasia maligna, di stadiare la lesione mediante l'ecografia intraoperatoria laparoscopica del fegato, il lavaggio intraoperatorio del cavo peritonea!e con l'invio del liquido per esame citologico estemporaneo e la localizzazione, se visibile, della neoformazione verificando l'eventuale sconfinamento verso organi circostanti e l'assenza di carcinosi peritoneale. Nella donna si potrà procedere alla sospensione dell'utero alla parete addominale mediante un agoretto infisso nella parete addominale, a livello sovrapubico, ricuperato con porta-aghi dall'interno del cavo addominale, passato attraverso il corpo uterino, nuovamente fatto fuoriuscire per trasfissione della parete addominale dall'interno e annodato all'esterno. 7. Esposizione del campo operatorio Si posiziona quindi il paziente in posizione di Trendelemburg spinto con rotazione laterale destra, in modo da far cadere per gravità la matassa intestinale verso il fianco e I'ipocondrio di destra. Con le pinze da presa atraumatiche introdotte attraverso i trocar inseriti in fianco ed in fossa iliaca destra I'operatore sposterà quindi I'omento cranialmente, in modo da scoprire il 42

colon trasverso, e le anse del tenue verso destra in modo che il campo operatorio sia perfettamente sgombro e I'esposizione costante. Una perfetta preparazione intestinale preoperatoria con intestino tenue completamente vuoto da rnateriale liquido e gassoso sarà di grande aiuto in questa fase, facilitandone notevolmente I'esecuzione. Una volta individuato il Treitz, questo viene afferrato dal primo aiuto con pinza da presa atraumatica iniserita nel trocar a livello del processo tifoideo e tenuto sollevato e un poco discosto verso destra. Il secondo aiuto afferrerà il meso del sigma a livello dell'incrocio con i vasi iliaci di sinistra e lo terrà teso caudalmente, sollevando così l'arteria mesenterica inferiore dalla sua origine a livello aortico. Queste manovre degli aiuti consentiranno all'operatore di agire con entrambe le mani libere dalla preoccupazione di mantenere I'esposizione e, in caso di emergenza, di poter disporre della massima libertà di movimento. 8. Individuazione del piano e sezioni vascolari L'operatore a questo punto provvede a staccare il Treitz da quelle aderenze lasse ed avascolari che lo tengono unito alla vena mesenterica inferiore. Successivamente viene aperto tutto il peritoneo, dal Treitz allo scavo pelvico, lungo il decorso dell’aorta ed a sinistra dei vasi iliaci di destra, procedendo poi con la dissezione medio-lateralmente, ricercando il piano tra la fascia di Toldt (anteriore) e la fascia di Gerota (pesteriore), immediatamente al disotto dei vasi mesenterici inferiori. Il piano esatto viene ricercato inizialmente e più facilmente posteriormente alla vena mesenterica inferiore, che viene sollevata per facilitare Ia dissezione posteriore. Eseguita questa manovra, il primo aiuto lascia cadere il Treitz e afferra con la sua pinza la vena mesenterica inferiore, ,mantenendola solleva. In questo modo tutte le strutture retroperitoneali, tra cui vasi gonadici, uretere, plesso nervoso parasimpatico, vengono lasciate posteriormente ed il meso del colon anteriormente. Procedendo su questo piano caudalmente, si incontra l'origine dell'arteria mesenterica inferiore, che viene isolata, legata secondo le preferenze individuali (legatura con lacci, uso di clip, uso di suturatrice meccanica vascolare) e sezionata. Questa è una manovra che si consiglia di eseguire indipendentemente dal tipo di patologia del colon che si affronta in laparoscopia, in quanto la dissezione risulta molto più agevole e si limita il numero di legature vascolari da eseguire. Successivamente I'operatore passa all'isolamento ed alla sezione della vena mesenterica inferiore. A questo punto il primo aiuto afferra il moncone distale della vena mesenterica inferiore ed il secondo aiuto il moncone distale dell'arteria mesenterica inferiore, mantenendo così la tenda che si viene a formare sollevata dal piano posteriore: questa tenda deve essere mantenuta sollevata e tesa verso la destra del paziente. L'operatore separa per via smussa la fascia di Gerota dalla fascia di Toldt da destra verso sinistra fino alla doccia parieto-colica sinistra ed alla flessura splenica. A questo punto è visibile in alto il margine inferiore del pancreas, e I'operatore passa anteriormente ad esso e da destra verso sinistra, sezionando la radice del mesocolon trasverso, il che faciliterà notevolmente il successivo abbassamento della flessura sinistra. Più caudalmente si seguirà il piano creato in precedenza rimanendo sempre strettamente a ridosso e posteriormente all'arteria mesenterica inferiore, sino a giungere in prossimità della parete addominale laterale sinistra, preparando la fase successiva del distacco colo-parietale. 9. Distacco colo-parietale Il peritoneo parietale viene sezionato lungo il margine laterale del colon a partire dal sigma prossimale per proseguire in direzione della flessura splenica incontrando il piano preparato 43

4. Posizione degli operatori<br />

L'operatore si pone inizialmente alla destra del paziente, il primo aiuto a sinistra<br />

dell'operatore, il secondo aiuto a sinistra del paziente, la strumentista a destra dell’ operatore,<br />

a livello dell'arto inferiore destro del paziente.<br />

5. Posizione dei trocars<br />

Dopo aver introdotto il primo trocar da 10 mm a livello ombelicale per l'ottica, si procede<br />

all'introduzione dei successivi sotto diretto controllo visivo: si procederà quindi<br />

all'individuazione di vasi epigastrici di destra ed all'introduzione del trocar da 12 mm<br />

lateralmente ad essi, al 1/3 laterale della linea spina iliaca anteriore superiore-ombelico.<br />

Viene posizionato successivamente il secondo trocar da 10 mm 8-10 cm. cranialmente al<br />

trocar da 19 mm Il terzo trocar da 10 mm. verrà posizionato il più lateralmente possibile in<br />

fianco sinistro del paziente all'altezza dell'ombelicale trasversa. L'utilità della estrema<br />

lateralizzazione di questo trocar verrà apprezzata allorché l'operatore si posizionerà tra le<br />

gambe del paziente per eseguire il tempo della mobilizzazione della flessura splenica: più<br />

laterale sarà la posizione del trocar più agevole sarà la presa della mano destra dell'operatore<br />

in questa fase. Infine si procede all'introduzione di un trocar da 5 mm a livello della linea<br />

mediana, subito caudalmente alprocesso xifoideo.<br />

Si consiglia di fissare saldamente alla parete addominale, possibilmente con un punto<br />

trasfisso, a tutto spessore, il trocar da 12 mm ed il trocar da 10 mm in fianco destro in quanto<br />

tendono a dislocarsi nel sottocute piuttosto facilmente nel corso dell'intervento, causando non<br />

solo fastidiose perdite di tempo ma anche il passaggio della C02 nel tessuto sottocutaneo<br />

stesso con conseguente aumento della "End-Ti-dal C02" e la comparsa di enfisema<br />

sottocutaneo.<br />

6. Esplorazione addominale e stadiazione intraooeratoria<br />

Prima di iniziare qualsiasi manovra dovrà essere eseguita una meticolosa esplorazione della<br />

cavità peritoneale. Tutte le eventuali aderenze che impediscano la mobilizzazione del <strong>colon</strong> e<br />

delle anse del tenue dovranno essere lisate. Il passo successivo sarà quello, ne! caso si tratti<br />

di neoplasia maligna, di stadiare la lesione mediante l'ecografia intraoperatoria laparoscopica<br />

del fegato, il lavaggio intraoperatorio del cavo peritonea!e con l'invio del liquido per esame<br />

citologico estemporaneo e la localizzazione, se visibile, della neoformazione verificando<br />

l'eventuale sconfinamento verso organi circostanti e l'assenza di carcinosi peritoneale. Nella<br />

donna si potrà procedere alla sospensione dell'utero alla parete addominale mediante un<br />

agoretto infisso nella parete addominale, a livello sovrapubico, ricuperato con porta-aghi<br />

dall'interno del cavo addominale, passato attraverso il corpo uterino, nuovamente fatto<br />

fuoriuscire per trasfissione della parete addominale dall'interno e annodato all'esterno.<br />

7. Esposizione del campo operatorio<br />

Si posiziona quindi il paziente in posizione di Trendelemburg spinto con rotazione laterale<br />

destra, in modo da far cadere per gravità la matassa intestinale verso il fianco e I'ipocondrio<br />

di destra. Con le pinze da presa atraumatiche introdotte attraverso i trocar inseriti in fianco ed<br />

in fossa iliaca destra I'operatore sposterà quindi I'omento cranialmente, in modo da scoprire il<br />

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