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XIV Convegno del Gruppo di Studio di Dialisi Peritoneale Modena, 7 – 9 febbraio 2008<br />

Risultati: I pz considerati sono risultati 24 (Maschi: 14 pz; DM: 12 pz; età media 66,6 ± 10,7 anni;<br />

GFR medio di <strong>in</strong>izio dialisi: 6,6 ± 2,2 ml/m<strong>in</strong>/1,73 mq) con un follow up pre e post dialitico<br />

rispettivamente di 17,2 ± 7,5 e 15,8 ± 7,4 mesi/pz. Le misure del GFR considerate sono risultate<br />

252 (10,5 ± 4,3/pz) <strong>nel</strong> periodo predialitico e 237 (9,9 ± 4,6/pz) dopo l’<strong>in</strong>izio della CAPD. Con <strong>il</strong><br />

trattamento dialitico <strong>in</strong> 20 pz si registrava un rallentamento della perdita di FRR. In particolare <strong>il</strong><br />

decremento medio del GFR dopo l’<strong>in</strong>izio della CAPD nei 24 pz considerati è risultato<br />

rispettivamente di -0,431 ± 0,393 e di -0,149 ± 0,213 ml/m<strong>in</strong>/mese, valori significativamente<br />

differenti (p < 0,002).<br />

Conclusioni: Pur nei limiti di uno studio retrospettivo con pochi pz i risultati mostrano come l’<strong>in</strong>izio<br />

della CAPD si associ ad un rallentamento della perdita di FRR. Le implicazioni sulla scelta della<br />

metodica e su quando <strong>in</strong>iziare la dialisi giustificano secondo noi lo sforzo di affrontare tale<br />

problema con uno studio adeguato che ne chiarisca anche le eventuali ragioni.<br />

PROTOCOLLO DI SORVEGLIANZA SULL’INSORGENZA DELLA SCLEROSI PERITONEALE<br />

(EPS) NEI PZ IN DIALISI PERITONEALE (DP)<br />

R. Corciulo, R. Russo, V. Pepe, F. P. Schena<br />

Divisione di Nefrologia e Dialisi, Policl<strong>in</strong>ico, Bari<br />

Introduzione: La sclerosi <strong>in</strong>capsulante del peritoneo (EPS) è una complicanza della DP che può<br />

portare ad occlusione <strong>in</strong>test<strong>in</strong>ale spesso associata alla formazione di ascite. L’<strong>in</strong>cidenza varia tra lo<br />

0.7 - 0.9% con <strong>in</strong>cidenze del 40% per pazienti (pz) con età dialitica superiore ai 60 mesi ed è<br />

caratterizzata da elevata mortalità.<br />

Scopo del lavoro: Applicare un protocollo di sorveglianza per <strong>in</strong>dividuare, <strong>in</strong> pazienti <strong>in</strong> DP, segni<br />

ecografici e/o radiologici precoci ed evocativi di danno del peritoneo per sospendere “per tempo” la<br />

DP ed evitare l’evoluzione <strong>in</strong> EPS.<br />

Materiali e metodi<br />

Sono state studiate due popolazioni di pz avviati alla DP nei periodi 1.1.1991 - 31.12.1999 e<br />

1.1.2000 - 31.12.2006 per un totale di 269 pz. Nel primo periodo venivano studiati i pz (n.127) solo<br />

<strong>in</strong> presenza di sub occlusione <strong>in</strong>test<strong>in</strong>ale (SI) durante la DP o dopo <strong>il</strong> trasferimento all’HD. Nel<br />

secondo periodo si applicava un protocollo di sorveglianza su tutti i pz <strong>in</strong> DP con età dialitica > 36<br />

mesi, su quelli con età dialitica m<strong>in</strong>ore ma con un numero di peritoniti > 4 episodi o con SI (n.193).<br />

Il protocollo prevedeva l’esecuzione di esami quali l’Rx diretta dell’addome (RA) l’ecografia (EC) e<br />

la TAC addom<strong>in</strong>ale all’<strong>in</strong>izio dello studio e la ripetizione delle <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i ogni 12 mesi.<br />

Risultati: L’<strong>in</strong>cidenza di EPS <strong>nel</strong> primo periodo è stata del 2,36% ed i tre pz con EPS sono deceduti<br />

dopo la sospensione della DP. L’<strong>in</strong>cidenza di EPS <strong>nel</strong> periodo di sorveglianza è stata dell’1,03%. I<br />

due pz con quadri radiologici di EPS, ma cl<strong>in</strong>icamente s<strong>il</strong>enti, sono deceduti nonostante la terapia<br />

farmacologica attuata. La RA ha evidenziato calcificazioni <strong>nel</strong> 7,5% e reperti normali <strong>nel</strong> 92,5%;<br />

l’EC ha evidenziato ispessimento del peritoneo > 5 mm <strong>nel</strong> 10% dei pz mentre <strong>nel</strong> restante 90% i<br />

reperti erano normali. I segni radiologici r<strong>il</strong>evati alla TAC sono stati: ispessimento del mesentere<br />

(31,2%), ispessimento del peritoneo parietale (21,2%), affastellamento delle anse del tenue<br />

(16,3%), ispessimento della parete <strong>in</strong>test<strong>in</strong>ale (10%), calcificazioni (7,5%), raccolte saccate<br />

endoaddom<strong>in</strong>ali (7,5%). Nel 31,2% dei pz la TAC era normale. In 10 pz con ispessimento del<br />

mesentere, del peritoneo parietale ed <strong>in</strong>iziale affastellamento delle anse <strong>in</strong>test<strong>in</strong>ali, si è sospesa<br />

“per tempo” la DP pur <strong>in</strong> assenza di s<strong>in</strong>tomi cl<strong>in</strong>ici. L’<strong>in</strong>troduzione precoce di una terapia<br />

farmacologica causale ha dato risultati a distanza evidenti e positivi (nessun exitus nei pz <strong>in</strong> cui si<br />

è effettuato l’<strong>in</strong>tervento).<br />

Conclusioni: La riduzione dell’<strong>in</strong>cidenza dell’EPS è stata significativa e ciò conferma che lo studio<br />

dei segni radiologici precoci ha dato risultati <strong>in</strong>coraggianti sulla prevenzione di tale complicanza.<br />

L’esecuzione periodica di una TAC addom<strong>in</strong>ale, secondo i criteri adottati <strong>nel</strong> protocollo, è uno<br />

strumento ut<strong>il</strong>e ed <strong>il</strong> più sensib<strong>il</strong>e per la diagnosi precoce <strong>nel</strong> paziente con fibrosi peritoneale. La<br />

TAC, seppur dai costi non contenuti, è un’<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e attendib<strong>il</strong>e, non <strong>in</strong>vasiva, fac<strong>il</strong>mente ripetib<strong>il</strong>e, a<br />

basso rischio radiologico e capace di sostituire <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i più complesse e cruente come la biopsia<br />

peritoneale proposta da qualche AA. per la diagnosi di EPS. Il ricorso alla TAC, qualora esteso<br />

come rout<strong>in</strong>e a casistiche più numerose, dovrà essere rivalutato criticamente <strong>in</strong> relazione alla<br />

periodicità dei controlli per ottimizzare le risorse economiche ed umane disponib<strong>il</strong>i.<br />

UTILITÀ DEL PEPTIDE NATRIURETICO B (BNP) NEL FOLLOW-UP DEI PAZIENTI IN DIALISI<br />

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