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Anatomia Patologica II<br />

Prof. Bussani. Gli esami sono ogni settimana, 4 sessioni al mese da 4 persone alla settimana. L’esame consta<br />

di due parti:<br />

• “pratica” ⇒ figlia della parte autoptica delle lezioni. Si fa qualche giorno prima mettendosi d’accordo<br />

con la prof. Bussani.<br />

• orale ⇒ si basa sulle lezioni in aula.<br />

Apparato Genitale Maschile<br />

<br />

Cenni di Anatomia normale<br />

I testicoli sono organi pari, dal peso di 20-30g annessi inclusi. Testicolo ed epididimo sono posti l’uno<br />

davanti all’altro, separati dal seno dell’epididimo. L’ilo (vasi A/V/L + nervi + condottini efferenti) è in<br />

rapporto con l’epididimo per tutta la sua lunghezza.<br />

Il rivestimento del testicolo è costituito da numerose tonache:<br />

1. vaginale propria: originante dal peritoneo, durante lo sviluppo va obliterandosi e perde quindi i<br />

rapporti con la cavità addominale. Si costituisce di:<br />

a. epiorchio (foglietto viscerale): che sarebbe quello a contatto con la tonaca albuginea<br />

b. periorchio (foglietto parietale): tonaca vaginale comune<br />

c. mesorchio: ricordiamo che un meso è un’obliterazione tra il foglietto viscerale e la sua<br />

riflessione in parietale attraverso la quale passano dei vasi. Come tale in questo<br />

caso è quella porzione che circonda l’epididimo.<br />

2. spermatica interna: prolungamento della fascia trasversalis<br />

3. cremasterica: l’aponeurosi del m. obliquo interno<br />

4. spermatica esterna: aponeurosi dell’obliquo esterno<br />

Il parenchima è suddiviso dai setti della tonaca albuginea (tessuto fibroso denso); all’interno delle logge<br />

troviamo immersi in un tessuto interstiziale (⇒Leydig) i tubuli seminiferi (1-4), che convogliano nei<br />

condottini contorti ed attraverso i tubuli retti si portano alla rete testis.<br />

• cellule interstiziali del Leydig: si trovano nello spazio interstiziale delle logge, importanti per la<br />

secrezione di testosterone, regolata dall’alto (LH ed FSH) e che<br />

raggiunge attraverso i vari strati l’epitelio germinativo.<br />

• lamina propria: ± spessa, media il contatto con il tessuto interstiziale. P.es è in grado di far passare il<br />

testosterone. Costituita sia da fibre collagene che elastiche, superficialmente anche<br />

fibrocelle muscolari lisce.<br />

• cellule di sostegno del Sertoli: come suggerisce il nome fanno da sostegno, infatti vanno dalla LB al<br />

lume tubulare, mediano importanti funzioni, tra cui:<br />

o funzione ormonale: grazie alla produzione di ABP (Androgen Binding Protein), che lega il<br />

testosterone e lo trasporta verso la rete testis.<br />

o barriera emato testicolare: grazie a tight junctions che si trovano ad una certa distanza dalla<br />

lamina basale; la presenza di questo dispositivo determina il<br />

santuario immunologico ed in più regola finemente la<br />

composizione del fluido tubulare (ioni, metaboliti…); La barriera<br />

divide l’epitelio germinativo in due porzioni:<br />

compartimento basale<br />

spermatogoni (mitosi): vengono mantenute per tutta la vita<br />

compartimento adluminale<br />

spermatociti I / II ordine<br />

spermatidi<br />

spermatozoi<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 1


3. parotite epidemica: l’orchite è una complicazione che si ha nel 15-2O% delle forme post-puberali;<br />

In genere 1 settimana dopo le parotidi, molto raramente isolatamente al testicolo.<br />

4. TBC: praticamente sempre parte dall’epididimo, come diffusione da un processo prostatitico e<br />

vescicolitico. Dà i classici tubercolomi caseosi.<br />

5. Sifilide: va un po’ controtendenza e parte in genere prima nel testicolo e poi eventualmente per<br />

diffusione all’epididimo. Tende ad essere quindi isolata (senza epididimite);<br />

Due quadri possibili:<br />

gomma tipica<br />

infiltrazione edematosa generica con infiltrati perivascolari<br />

<br />

Torsione testicolare<br />

(disturbi vascolari)<br />

È un quadro che determina un infarto venoso (in genere le arterie a parete spessa restano pervie).<br />

neonatale: anche nella vita intra uterina; non si associa ad alterazioni anatomiche predisponenti.<br />

dell’adulto: in genere per un’anomalia a batacchio di campana, che dà iper mobilità. Può insorgere<br />

anche dal nulla (nel sonno). Va eseguita l’orchidopessia entro 6 ore per avere buone<br />

probabilità di evitare quadri di infertilità:<br />

o congestione<br />

o stravaso diffuso di sangue (interstizio epididimo – testicolare)<br />

o infarto emorragico dell’intero testicolo ⇒ aspetto ingrandito, soffice: una sacca di tessuto<br />

necrotico emorragico<br />

<br />

Iperplasia Prostatica Benigna nodulare (IPB)<br />

Patologia enormemente diffusa:<br />

• 3O% di pzz. > 5O anni con sintomi urinari<br />

• evidenza istologica: c.a il 2O% a 4Oanni e del 9O% a 7Oanni<br />

• evidenza clinica di aumento di volume nel 5O% di questi<br />

⇒ meno di ¼ dei pzz. che presentano istologicamente un’IPB hanno dei sintomi.<br />

patogenesi<br />

Si tratta della stimolazione del DHT, metabolita del testosterone prodotto nella prostata che agisce a livello…<br />

- autocrino ⇒ sulle cellule interstiziali<br />

- paracrino ⇒ per diffusione sulle cellule epiteliali<br />

..l’azione dello stesso è aumentata eventualmente dagli estrogeni. Questo ruolo è confermato dall’assenza di<br />

patologia negli individui castrati e dal fatto che inibitori della 5α-reduttasi (l’enzima che produce il DHT)<br />

sono in certi casi efficaci nel mediare una riduzione di volume.<br />

morfologia<br />

È un quadro a dipartenza dalla zona centrale di transizione, si tratta di una proliferazione..<br />

stromale: la prima componente a iperplasizzarsi<br />

noduli epiteliali<br />

…questo spiega il pattern nodulare ben visibile anche macroscopicamente al taglio della prostata; Inoltre il<br />

tessuto prostatico compresso crea una pseudo capsula, un piano di clivaggio ideale dal punto di vista<br />

chirurgico.<br />

Le alterazioni anatomopatologiche conseguenti all’iperplasia prostatica sono a carico del sistema urinario, in<br />

particolare in questi pzz. si ha un problema di svuotamento completo dell’urina, parzialmente arginabile<br />

tramite α1 inhs tesi ad antagonizzare l’azione della muscolatura liscia prostatica, o altrimenti ci sono tutta<br />

una gamma di soluzioni invasive tra le quali la già citata TURP. Queste alterazioni sono:<br />

prostata di 60-100g (20g normalmente)<br />

diverticoli urinari<br />

trabecolatura vescicale<br />

ipertrofia del detrusore<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 3


Microscopicamente si notano:<br />

• iperplasia / dilatazione ghiandolare: si presenta come l’aggregazione di ghiandole circondate da<br />

un duplice strato delimitato dalla membrana basale che a<br />

volte può assumere un aspetto papillare.<br />

interno cilindrico<br />

esterno cuboide / piatto<br />

• proliferazione fibromuscolare<br />

ogni nodulo ha un diverso rapporto quantitativo tra la componente fibroepiteliale o fibromuscolare.<br />

<br />

Infertilità maschile<br />

È una situazione importante di disagio, non era un tempo un problema, oggi sta succedendo qualcosa, per cui<br />

per un numero sempre maggiore di coppie è molto difficile avere figli. Potrebbe dipendere statisticamente<br />

dall’invecchiamento della popolazione.<br />

Si pensa che il 15-2O% dei matrimoni sia infertile:<br />

- 3O% problema maschile<br />

- 3O% problema femminile<br />

- 4O% entrambi<br />

Un tempo si faceva la conta spermatocitaria, che però è operatore dipendente, inoltre il maschio nel corso<br />

della stessa giornata ha variabilità molto grandi.<br />

- anamnesi (anche lavorativa) ⇒ parte internistica a cura dell’urologo, dove vanno valutati infiniti<br />

fattori limitanti rispetto la produzione di spermatozoi<br />

- inibina-B sierica: marker endocrino di spermatogenesi che sembra essere molto sensibile. Sono<br />

ormoni proteici presenti in entrambi i sessi:<br />

o cell .granulose ovariche nella femmina<br />

o Sertoli nel maschio<br />

Può essere un indice da valutare in ottica di biopsia testicolare.<br />

- TESE: TEsticular Sperm Extractor, utile nelle metodiche di inseminazione; la conta si fa al ml.<br />

o normo zoospermia ⇒ 20+ mln a eiaculato<br />

o oligo zoospermia ⇒ 5,1 – 19,9 mln<br />

o asteno oligozoospermia severa ⇒ 0,1 - 5mln<br />

o a-zoospermia ⇒ no spermatozoi<br />

- FNAC: alcuni citologi la ritengono una valida alternativa alla biopsia<br />

- biopsia: l’FNA è incompleto come esame, checché i citologi ne pensino; La biopsia è il gold standard,<br />

è negli anni ’40 che si è cominciato con le biopsie testicolari, e i primi casi furono per<br />

motivi tumorali. Attualmente è terapeutico (inseminazione) e diagnostico.<br />

Ci potranno essere diverse risposte:<br />

• patologia ostruttiva o meno<br />

• testicolo producente o meno<br />

..dalla biopsia si ottengono il più delle volte realtà e gravità della situazione infertile.<br />

Biopsia<br />

È dagli anni ’4O-’6O che si sfrutta la biopsia per l’infertilità, anche se è solo recentemente che si è arrivati a<br />

determinati tipi di analisi. Il gold standard per una biopsia didimaria sono:<br />

gestione dello specimen da parte di urologo (raro) e patologo. Si tratta di un campione (meglio due) di<br />

c.a 3mm di spessore.<br />

o fissazione in Bouin max per 24h. La formalina non va bene: provoca una coattazione delle<br />

cellule tubulari<br />

o incubazione a 37°, con disidratazione particolare<br />

o PAS (magnificale membrane) ed Azan Mallory sono importanti<br />

serve metodo<br />

analisi schematica degli elementi costitutivi<br />

referto chiaro<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 4


Patologia neoplastica del testicolo<br />

<br />

IGCNU<br />

(Intratubular Germ Cells Neoplasia, Unclassified)<br />

Displasie gravi rilevate per caso in seguito a biopsie per altri motivi: ci sono spermatogoni ma anche elementi<br />

che se simili presentano atipie pericolose..<br />

- nuclei grandi, dimetrici, dismorfici…<br />

- citoplasmi espansi..<br />

Sono considerate lesioni premaligne immunofenotipicamente simili al seminoma, che secondo una teoria<br />

recentemente accreditata è precursore di altre cellule germinali; in altre parole si pensa che moltissime<br />

neoplasie abbiano una origine comune:<br />

tumori misti: oggi se ne vedono proprio tanti (anche il 70%), il 1O-2O% dei seminomi ha elementi<br />

non della linea della seminomatosa, ma sinciziotrofoblastici, con aree di<br />

trasformazione in<br />

o CA embrionale<br />

o CA del sacco vitellino (yolk Sac Tumor)<br />

quantità di DNA: è maggiore nel seminoma che in altre cellule ⇒ forse vengono persi anti oncogeni<br />

man mano che si prosegue. Come dire che il seminoma non è end-stage, ma può<br />

sviluppare altre linee.<br />

variazioni alleliche simili che le cellule siano seminomatose o meno<br />

aspetto<br />

È quello di tubuli frammisti a cellule con pattern pagetoide (cioè sparse) rispetto la parete del tubulo, e che<br />

invadono anche lo spazio peri tubulare. Il tubulo può arrivare ad obliterarsi.<br />

Il passaggio IGCN neoplasia avviene quando c’è una variazione tale che queste cellule possano<br />

espandersi all’esterno di microambiente tubulare. L’immunofenotipo è ≈ seminoma.<br />

Srigley et al, 1988<br />

Al centro del problema le cellule germinali: è stato documentato che dalla cellula non tumorale endo<br />

tubulare può realizzarsi:<br />

- teratoma pediatrico<br />

- yolk pediatrico (YST)<br />

- Seminoma spermatocitico (SS)<br />

- cisti dermoide: cheratinica, semplice<br />

..invece, attraverso la trasformazione displastica (IGCNU) si può avere un seminoma, che può diventare<br />

direttamente...<br />

- YST: la caratteristica forte è l’AFP, anche di fronte all’aspetto di un seminoma o di un CA embrionale<br />

se presente fa si che la neoplasia si comporti clinico biologicamente come uno YST.<br />

- CA embrionale (EC): può diventare un embrionale puro ( teratoma), se è presenta tanta AFP deve<br />

emergere il sospetto che si stia trasformando in un YST.<br />

- teratoma<br />

- corioCA: arricchendosi di cellule sinciziotrofoblastiche<br />

<br />

Tipi cellulari delle neoplasie testicolari<br />

1. pediatrici ⇒ tendono ad essere più puri<br />

2. geminali post puberali<br />

3. seminoma classico (la maggior parte di questi tumori) e spermatocitico (prognosi peggiore)<br />

4. corioCA ⇒ è l’evoluzione estrema del seminoma, post arricchimento dei sincizio trofoblasti e<br />

trasformato in CA embrionale, che poi si evolve ulteriormente. Ha particolare tropismo<br />

vasale.<br />

5. cisti dermoide (teratoma)<br />

L’incidenza di queste neoplasie è particolarmente elevata nei criptorchidi (10% delle neoplasie), l’etnia<br />

africana è protettiva; screening non c’è, biopsie didimarie si possono vedere per individui con infertilità.<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 7


Teratoma<br />

È diverso in base al pz:<br />

bambini deriva da cellule staminali benigne, è secondo solo allo yolk<br />

donne è anche benigno<br />

maschio post pubere maligno: infatti deriva da un IGCNU, ed è documentato e dimostrato come<br />

negli adulti possa metastatizzare. La suddivisione in maturo, non maturo,<br />

monodermico è un gergo che non va usato perché non è indicativo<br />

prognosticamente. Nell’adulto si possono avere metastasi:<br />

o da teratoma maturo (che sarebbe benigno) nel polmone<br />

o non teratomatose ⇒ se deriva infatti da IGCNU ed è un’evoluzione chimerica, allora il<br />

teratoma adulto è la maturazione di altre fasi intermedie neoplastiche,<br />

che sono quelle che danno metastasi:<br />

CA squamosi<br />

adenoCA mucinosi<br />

sarcomi<br />

…è ridicolo quindi parlare di “teratoma maturo” o “immaturo” (teratocarcinoma), perché deriva da una<br />

forma meno differenziata che contestualmente dà queste altre forme maligne. È più corretto dire “teratoma<br />

con componente maligna secondaria”<br />

È una mistura di tutto e di più, vi si trova qualsiasi tessuto. Tante più zone necrotico - emorragiche ci sono,<br />

tanto più è possibile la presenza di elementi immaturi.<br />

L’immunoistochimica è meno essenziale che in altri casi: è più che altro importante fare DD con forme<br />

assolutamente benigne:<br />

- cisti dermoide<br />

- cisti epidermoide<br />

..in ogni caso va escisso tutto il testicolo, per evitare rischi stupidi.<br />

Coriocarcinoma<br />

Metastasi ematiche a qualunque organo, cervello compreso. Neoplasia tipica anche della donna, dove si<br />

associa a gravidanza / mole idatidee.<br />

- HCG sierica come immunofenotipo<br />

- sindromi cliniche<br />

o tireotossicosi<br />

o ginecomastia<br />

…ha un comportamento strano: può scomparire dalla sede d’origine e lasciare le metastasi. Facile da riconoscere:<br />

- cellule trofoblastiche: in aggregati / cordoni, poligonali e chiare<br />

- cellule sinciziotrofoblastiche: multinucleate eosinofili, possibilmente presenti in soggetti con<br />

seminomi o altri tumori, qui presenti con tasso assolutamente più<br />

elevato. Sono quelle positive per la HCG.<br />

- abbinato a zonule emorragiche<br />

- cellularità grossolana<br />

- HCG++<br />

- possibilità di risposta a marcatori di linee diverse<br />

..può derivare da un CA embrionale. Qualsiasi neoplasia con risposta all’HCG<br />

tumori misti<br />

Le combinazioni più comuni sono:<br />

teratoma + CA embrionario ± Yolk (senza yolk si parla di teratocarcinoma)<br />

seminoma + CA embrionario<br />

Yolk + CA embrionario: embrioma diffuso<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 10


È cattiva ? Ni… ha un basso indice mitotico, nel 1O% si ha evoluzione maligna. Normalmente i tumori<br />

hanno “l’energia del pz.”, nei giovani sono molto più aggressivi che nei vecchi: in questo caso invece è<br />

peggiore nell’anziano.<br />

Non esistono parametri patognomonici di Leydig “maligno”, al limite ci sono risk factors…<br />

- dimensioni<br />

- indice mitotico<br />

- mitosi atipiche<br />

- emboli neoplastici endovasali<br />

- atipie nucleari<br />

- infiltrazioni neoplastica di tessuti zonali<br />

Tumori a cellule del Sertoli<br />

Sono tumori in cui esistono forme talmente calcifiche che all’esame non si riescono a tagliare, e tocca<br />

decalcificare. Forme:<br />

NOS (usual type)<br />

o Dimensioni variabili<br />

o media età<br />

o clinica: ginecomastia e/o impotenza: spesso femminilizzante<br />

Sclerosante<br />

calcificante a grandi cellule: tende ad associasi al complesso di Carney: coesistenza di…<br />

o mixomi cardiaci o cutanei ⇒ va fatto ECO cardio<br />

o fibroadenomi mammari: più frequente tumore intra lobulare benigno della mammella<br />

o noduli corticali pigmentati al surrene con s. di Cushing<br />

o adenomi GH produttori (acromegalia)<br />

da Peutz Jegher: tipicamente con rilascio di ormoni femminilizzanti; ricordiamo che la P.Jegher è<br />

una patologia a trasmissione autosomica dominante, che si caratterizza per macule<br />

melanocitiche su mucose e dita e polipi amartomatosi a livello GI.<br />

…rimane una cellula alta, grande e molto citoplasmatica.<br />

- cellule dall’aspetto maligno, dovuto ad una naturale grande dimensione delle cellule e del nucleo<br />

- immunoistochimica: tende ad essere meno densamente positiva che nel Leydig<br />

o α inibina + (30-90%)<br />

o vimentina quasi sempre<br />

o s100+ tipico del Leydig<br />

o markers neuroendocrini<br />

- pattern solido, solita possibilità di evoluzioni istologiche aberranti<br />

Come prima, non dati assoluti, evoluzione maligna nel 10% c.a.; Una volta tolto un didimo, se non c’è nessun<br />

aspetto maligno si può fare solo un follow up lasciando il secondo didimo in sede, man mano se i parametri<br />

peggiorano si può decidere di fare un follow up più stretto o si può scegliere la bilateralità.<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 12


Neoplasie del Pene<br />

Sono un problema perché è un organo enormemente vascolarizzato, molto drenato sia dal lato venoso che<br />

linfatico, che precludono spesso la sopravvivenza.<br />

Le malattie del pene spaziano nelle solite branche..<br />

a. anomalie congenite: di pertinenza più che altro clinica<br />

b. infezioni<br />

c. displasie<br />

d. neoplasie<br />

- benigne<br />

- precancerose<br />

- maligne epiteliali<br />

- maligne mesenchimali<br />

- tumori melanocitari<br />

- tumori ematopoietici<br />

- metastasi<br />

<br />

Displasie<br />

condilomi acuminati: è benigno inizialmente, come ben si sa va trattato<br />

per evitare la ben conosciuta evoluzione<br />

carcinomatosa. LA diagnosi è istologica; legato<br />

agli HPV 16, 11; ambisessuale ed a trasmissione<br />

venerea. (1)<br />

papilloma irsutoide ⇒ non HPV correlato, senza coilocitosi (2)<br />

cisti ⇒ rare, ma presenti<br />

balanite ⇒ infiammazione di origine batterica (persistenza di smegma)<br />

può dare cheratosi che può far pensare a forme maligne, si<br />

risolve con la biopsia.<br />

balanoposite ⇒ se l’infiammazione coinvolge anche il prepuzio<br />

xantoma verruciforme<br />

la circoncisione è protettiva riguardo il CA del pene, in quanto riduce<br />

l’accumulo di smegma e migliora l’igiene, portando ad un minore accumulo di<br />

sostanze oncogene (vd. dopo)<br />

Mare magnum…<br />

- tumori glomico<br />

- fibroistiocitoma<br />

- tumore a cellule granulose<br />

- miointimoma<br />

- papilloma<br />

<br />

Neoplasie Benigne<br />

- emangioma<br />

- neuro fibroma<br />

- scwannoma<br />

- leiomioma<br />

- lesioni neviche melanocitarie ⇒ entro 0,75mm, oltre 1,5mm la prognosi è infausta.<br />

…ma quelli maggiormente interessanti sono i precancerosi:<br />

• eritroplasia di Queyrat ⇒ 10% evolve; difficile da rimuovere nella forma più sviluppata. Glande /<br />

prepuzio; molle e rossastro<br />

• Malattia di Bowen ⇒ 5-10% evolve; asta; età più giovane; scabra e rigida<br />

• Papulosi Bowenoide ⇒ ha un gran brutto aspetto, ma è benigno<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 14


Eritroplasia di Queyrat<br />

Le placche sono morbide, non desquamanti e ovviamente rosse.<br />

Rara una storia di infiammazioni, è quasi asintomatico, il che è<br />

preoccupante. Istologicamente si ha<br />

alterazioni a tutto spessore<br />

o mitosi<br />

o figure atipiche (è già un CA)<br />

correlabile con famosi HPV<br />

Bowen<br />

Riguarda di più l’asta, la placca è più grezza e grossolana ≈ psoriasi, ma con dimensioni molto superiori;<br />

Va ad interessare ampie zone inguinali.<br />

coinvolge le unità pilo sebacee<br />

associato a neoplasie in altri distretti ⇒ vanno quindi valutati altri distretti<br />

grande displasia<br />

Papulosi Bowenoide<br />

Pzz. più giovani; il decorso della lesione è indolente e può regredire. Istologicamente è molto simile ad un<br />

CA squamoso in situ, non si sa come ma regredisce<br />

Presenta orto cheratosi: normale differenziazione man mano che si arriva alla superficie; nella paracheratosi<br />

questo non avviene<br />

<br />

Carcinomi maligni<br />

I sottotipi hanno un significato diretto sull’evoluzione biologica dei tumori stessi:<br />

pzz. più vecchi (70-80 anni)<br />

pseudoiperplastico non verruciforme ⇒ si ha tessuto reso esofitico dal tumore che infiltra. Da<br />

non sottovalutare, spesso linkato col lichen<br />

scleroatrofico.<br />

verrucoso (non Hpv) ⇒ prognosi abbastanza buona finché le lesioni sono iniziali<br />

pzz. più giovani (45-55 anni) sono HPV correlati !!<br />

basalioide sempre HPV, è una lesione che ha un gran brutto aspetto: ulcerato e infiltrante<br />

rispetto i tessuti circostanti.<br />

Warty ⇒ prognosi decisamente migliore. È quella più in assoluto associata ad HPV, con manifesta<br />

coilocitosi, asse vascolare importante (non comune negli altri), margini ancora regolari e<br />

dall’aspetto espansivo ( importante !)<br />

papillare ⇒ prognosi discreta<br />

sarcomatoide<br />

spindle cell type<br />

misto<br />

adenosquamoso<br />

a cellule chiare<br />

a basalioide<br />

malattia di Paget<br />

melanoma<br />

mesenchimali ⇒ Kaposi, angiosarcomi, leiomiosarcoma, rabdo…linfomi..<br />

il kaposi p.es può emergere con aspetti papulosi a livello p.es della mano, dall’aspetto<br />

assolutamente non maligno. ⇒ neocrescite a qualsiasi livello andrebbero sempre valutati.<br />

ematopoietici<br />

metastasi<br />

linfomi ⇒ somigliano ad un evento gangrenoso, l’esordio è dal giorno alla notte con ingrossamento<br />

importante, dolore, e necessità di escissione chirurgica.<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 15


..sono rari da noi (10%). I soggetti a rischio sono:<br />

• scarso livello socio economico / scarsa igiene ⇒ mycobacterium smegmatis produce steroli con<br />

potenzialità carcino genetiche. Infatti i circoncisi 1 hanno tassi decisamente inferiori.<br />

• traumi<br />

• flogosi: dalla balanite alla balanoposite…<br />

• condilomi<br />

• lichen scleroatrofico (correlato del VIN differenziato)<br />

• partner con CA cervicale HPV correlato<br />

• fumo<br />

• immunodepressione<br />

Clinica<br />

Dalle ulcerazioni alle forme vegetanti (e macro vegetanti) alle forme “composte”… spesso si vedono quadri<br />

incredibili perché i pz. non vanno a farsi vedere.<br />

Il glande è il più colpito (48%) o il prepuzio (≈ 20%). Si individuano solo due entità cliniche (papillare o<br />

piatto).<br />

Istologia<br />

1) CA verrucoso / : sembra originale dal solco coronale (tra glande e collo del pene) e poi si<br />

espande verso il glande.<br />

• non HPV correlato ma lichen scleroatrifco – linked<br />

• poche atipie e mitosi<br />

• no metastasi (magari recidive)<br />

• ben differenziato<br />

• pattern espansivo: presenta grandi valve che di profondono nello stroma.<br />

.. neoplasia tutto sommato benigna, sempre che lo si prenda in fase iniziale.<br />

2) Warty: sono maschi che hanno avuto condilomi (o hanno avuto ragazze con condilomi).<br />

• 45% HPV correlato<br />

• frequente coilocitosi<br />

• quadro atipico strutturale<br />

• infiltrazione corpi spongiosi e cavernosi<br />

• vasi a livello delle papille: a volte come aree otticamente vuote<br />

• zone focali endofitiche<br />

3) CA Papillomatoso NOS <br />

• no coilocitosi<br />

• rare metastasi linfonodali<br />

• irregolare e infiltrativo<br />

• molto ben differenziato ⇒ comportamento biologico un po’ bastardo, spesso forme<br />

complesse e atipiche<br />

4) Sarcomatoide raro ma molto aggressivo; È uno squamoso poco differenziato:<br />

• cellule fusate, molto diverse da quelle epiteliali. Tendono a confondere riguardo l’origine<br />

del carcinoma;<br />

• markers epiteliali chiarificano che il tumore è un carcinoma nonostante l’aspetto<br />

sarcomatoide.<br />

1<br />

dall’atro lato si perde un’entità anatomica d’ostacolo per un eventuale tumore: qualora insorga in un circonciso il tumore<br />

infiltra direttamente.<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 16


Parametri Prognostici<br />

• grading ⇒ lo score per gli squamosi andrebbe da 1 a 4, che però sarebbe a zone, semplificando alla fine<br />

il tutto si ottengono<br />

High grade<br />

Low grade<br />

• localizzazione: prepuziali p.es tendono ad essere superficiali<br />

solco<br />

prepuzio<br />

glande ⇒ lo spessore del tessuto da attraversare per metastatizzare è minore<br />

• dimensione: in genere i tumori più sono grandi peggio vanno. Qui non è proprio così:<br />

estremi: molto piccolo / mostruoso: vanno meglio (CA verrucosi)<br />

2-4 cm: metastasi molto frequenti<br />

• pattern di crescita<br />

• sottotipo istologico:<br />

verrucoso <br />

warty / condilomatose <br />

basalioidi o sarcomatoidi <br />

• spessore: come al solito è un qualcosa di difficilmente ponderabile<br />

• invasività<br />

• margini di resezione: si intendono:<br />

uretra + cute dell’asta<br />

invasione corpi cavernosi<br />

• Score ⇒ nasce dalla somma del grado istologico con il grado dell’invasione: p.es un CA squamoso di<br />

grado 2 + l’invasione dei corpi spongiosi va a 4 ⇒ rischio intermedio<br />

• diffusione metastatica: quasi sempre per via linfatica nonostante l’imponente drenaggio venoso.<br />

C’è un problema di prevenzione: siccome vengono quasi sempre invasi, li si<br />

toglie subito ? Questo è dubbio perché sembra che comunque poi si hanno<br />

metastasi sistemiche.<br />

58% dei tumori con linfadenopatia inguinale, molti non hanno metastasi<br />

molti non palpabili con metastasi<br />

carcinosi endolinfatica: in genere presente, non lascia scampo<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 17


Il CA Prostatico<br />

Il CA della prostata è un problema molto discusso a livello mondiale: in primis relativamente all’uso del PSA<br />

come forma di screening.<br />

Il maschio con CA della prostata che si sottopone alla radicalizzazione della prostata può diventare<br />

impotente. Un tempo (anni ‘8O) si diagnosticava tardi e si operavano praticamente solo carcinomi prostatici o<br />

ostruzioni prostatiche.<br />

Da 2O casi all’anno si è arrivati a 5OO: le autopsie di <strong>morti</strong> per CA prostatico metastatizzato erano tante:<br />

questi dati giustificano l’utilizzo del PSA, tassello di una catena diagnostica eventualmente risolutiva, che può<br />

portare alla radicalizzazione prostatica: fino ad oggi questa semplice valutazione emato chimica consente di<br />

slatentizzare eventuali tumori prostatici.<br />

Il carcinoma prostatico è una patologia estremamente frequente:<br />

• secondo al CA polmonare<br />

• precede il colon retto come causa di morte per cancro.<br />

• 1 uomo su 6 nella vita<br />

• incidenza ∝ età<br />

• anglosassoni / americani ⇒ grossissima predisposizione<br />

<br />

Diagnosi<br />

Risk Factors<br />

Vengono fatti studi immensi relativi a tutte le neoplasie presenti in natura:<br />

• Dieta: i soliti grassi saturi, è legato anche all’obesità e la scarsa attività fisica<br />

• fumo<br />

• età > 5O si parla dell’8O% degli 8Oenni che presentano un CA prostatico<br />

• familiarità: rischio doppio in presenza di padre con malattia ed ancora di più col fratello o con casi<br />

multipli in famiglia.<br />

attenzione aumentata a partire dai 40 anni invece che dai 50<br />

• genetica: si sono individuati numerosi geni predisponenti:<br />

BRCA-1/2<br />

HPC-1<br />

• PSA ↑ che è normalmente secreto, si parla di valore oltre la norma:<br />

0-4 ng/ml <br />

< 10 ng lieve aumento<br />

< 20 ng aumento moderato<br />

> 20 ng aumento significativo ⇒ comunque bassa specificità:<br />

• testosterone: molto importante la interazione tra testosterone ed attività prostatica; si è incriminato<br />

prima un eccesso di testosterone, poi di IGF-1 (che poi è in effetti conseguente):<br />

sicuramente il testosterone aumenta la quota muscolare, compresa quella prostatica, per<br />

quanto nella stimolazione cronica poi aumenti anche quella epiteliale.<br />

• vit. D ↓ o eccessiva assunzione di calcio (OS)<br />

• IBD<br />

• Poco selenio e zinco<br />

• Fattori tossici<br />

• Attività lavorative<br />

PSA<br />

Non ogni movimento PSA indica una neoplasia della prostata: ogni processo che alteri la normale<br />

architettura prostatica porta a modifiche importanti sia dello stroma che del microcircolo:<br />

- prostatiti: anche a 200ng<br />

- infarti<br />

- iperplasie<br />

- agobiopsie<br />

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..inoltre il PSA è prodotto tipicamente da tumori ben differenziati, più sono anaplastici meno PSA<br />

secerneranno ! Tendenzialmente un certo valore di PSA si correla ad una certa massa prostatica abbastanza<br />

definita; è un valore che correla con<br />

stadio clinico<br />

Volume della neoplasia<br />

Grado istologico<br />

Estensione extraprostatica<br />

..il tutto va poi rapportato a:<br />

età<br />

volumetria prostatica<br />

rapporto PSA libero / legata a proteine ⇒ se basso ⇒ tumore<br />

esami di sospetto<br />

A questo punto si studia più da vicino, ci sono varie metodiche:<br />

DRE o Digital Rectal Exam: la prostata tramite valutazione trans rettale sicuramente aiuta a capire la<br />

struttura, coglierne la dimensionalità eccetera. Per l’urologo esperto dovrebbe essere possibile<br />

identificare queste cose.<br />

RNM con bobina trans rettale: non si fa di routine<br />

TRUS: transrectal ultrasound; si tratta di una ecografia trans rettale, molto utile<br />

TC: pertinenza di alcuni pzz in cui vi sono dubbi avanzati sulla presenza della neoplasia<br />

Trimprob®: esame senza alcuna invasività; pz. ortostatico, si usa una sonda orientata in data<br />

angolazione, si colpisce la prostata con un’onda elettromagnetica, interfacciata con il<br />

tessuto prostatico ci possono essere interferenze che vengono disturbate dal tessuto<br />

tumorale (pare a 200MhZ). provato anche sulla mammella.<br />

SonoVue®: un contrasto per ecodoppler (esafluoruro di zolfo) che dovrebbe rendere più nitida<br />

l’immagine. Per la prostata specificatamente non regala immagini significativamente<br />

più nitide<br />

PHI (prostate health index): affina la specificità dal PSA considerando la porzione libera ed il proPSA,<br />

più specifici per il CA prostatico: 3 volte che la sola PSA. Utile soprattutto con alti valori di PSA.<br />

PCA3: sarebbe un gene per una porzione non trascrivente di RNA over espresso nel CA prostatico che è<br />

un buon indice di probabilità che può indicare anche il grado di aggressività: utile in<br />

situazioni in cui una biopsia dubbia venga suggertia da DRE + TRUS positivi: viene misurato<br />

nell’urina (prima porzione dopo massaggio prostatico) e potrebbe essere in qualche modo utile.<br />

Agobiopsia prostatica<br />

Su indicazioni di DRE, TRUS o quant’altro; si entra in una fase successiva, una fase diagnostica; Questa fase è<br />

fondamentale per la diagnosi. Sono biopsie relativamente sicure, ECO guidate, se ne fanno in genere 8-12,<br />

fino a 25 dirette anche a specifiche aree. Una serie di accorgimenti prevedono una facile gestione dello<br />

specimen che viene subito fissato (carotine contorte di 12-14mm di tessuto)<br />

Il risultato della biopsia prostatica determina quale sarà l’approccio successivo;<br />

Negatività assoluta: né tumore né displasia<br />

ASAP (atypical small acinar proliferation): si vede una alterazione, ma non è inquadrabile, non è<br />

chiaro cosa sia<br />

PIN: equivalente di CIN e VIN, alias prostate intraepithelial neoplasia<br />

adenoCA, che può essere a sua volta classificato in<br />

o latente: in genere viene scoperto solo all’autopsia (campioni istologici) in assenza di<br />

evidenza clinica dello stesso. Molto importante è sicuramente la differenza tra<br />

incidenza autoptica e clinica.<br />

o Incidentale: CA prostatico diagnosticato su specimen ottenuto da una TURP (Transurethral<br />

Resection –of the- Prostate), una procedura per liberare il flusso urinario in prostate<br />

iper volumetriche nonostante il tumore sia più frequente nelle zone periferiche.<br />

Nb: è piuttosto comune rilevare accanto ad un CA uroteliale / vescicale ad alto grado un<br />

tumore prostatico (50% dei casi), che nell’80% dei casi è clinicamente insignificante<br />

ancora. Per questo l’intervento è di cisto prostatectomia (in seguito a CA vescicali)<br />

o Occulta: diagnosi tramite una metastasi, p.es il pz. anziano che fa un’osteosintesi e mandano<br />

un frammento osseo e si trova una metastasi di un carcinoma prostatico.<br />

o Clinica: identificata clinicamente ed analizzata dopo prostatectomia<br />

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macroscopia<br />

S/S macroscopici purtroppo non ce ne sono, prima che sia troppo tardi; Come localizzazione nel parenchima si<br />

riconoscono aree tipiche di sviluppo:<br />

o zona periferica (7O%): area normalmente caratterizzata da acini semplici rotondeggianti e<br />

stroma lasso connettivo vascolare<br />

o Zona centrale: più piccola, sacrificata in una manovra di TURP<br />

o Zona di transizione tra le due più piccola, si riduce con l’età<br />

Il tessuto neoplastico si presta bene alla palpazione perché in genere posteriore e periferico, inoltre ha una<br />

consistenza duro-granulosa. Al contrario alla vista non risalta particolarmente, spesso ricoperto da<br />

secrezioni e comunque non clamoroso.<br />

microscopia<br />

Normalmente nella prostata ci sono:<br />

- cell. secretorie da cuboidali a colonnari: producono<br />

PSA PAP e mucina acida<br />

- cell. basali: sono un importante ostacolo alle cellule<br />

neoplastiche, appoggiate alla LB. Sono un<br />

segno istologico di displasia quando<br />

vengono superate.<br />

- cell. neuro endocrine: poche, regolatorie<br />

.. si hanno diversi gradi di evoluzione:<br />

b. iperplasia adenomatosa atipica: comincia con alcuni<br />

acini nella zona di transizione che vanno in semplice<br />

iperplasia, a volte con disorganizzazione delle cellule<br />

basali.<br />

c. PIN 1-3: prostate intraepithelial neoplasia, è la classica lesione in situ: non superla la MB<br />

(⇒ limitata al dotto / all’acino), però è a tutti gli effetti displastica con un indice di conversione in<br />

patologia aggressiva dipendente dal grado. Spesso ricopre aree più ampie di quelle che poi vanno<br />

effettivamente trasformandosi. Si hanno:<br />

• progressiva dismetria in altezza<br />

• nuclei delocalizzati, scuri e grossi<br />

• nucleoli grossi<br />

Nb: evolutività nel 14-40% (PIN-1) o 27-100% (PIN-2,3): ancora dati non solidi<br />

d. AdenoCA prostatico: spesso non si vede bene per niente macroscopicamente; La prostata va<br />

sezionata in senso antero posteriore marcando ogni margine, definendo la posizione in modo preciso<br />

per poi dare all’urologo dei riferimenti. Il tumore ha le caratteristiche del PIN avanzato<br />

• colorazione scura<br />

• nuclei grandi e nucleoli prominenti<br />

• assenza dello strato basale di cellule<br />

È un tumore che può assumere diversi pattern:<br />

acinare: la forma più classica, quella cui ci si riferisce dicendo semplicemente AdenoCA<br />

duttale<br />

linfoepitelioma like<br />

a cellule basali<br />

sarcomatoide<br />

uroteliale: sono cellule normalmente presenti nella prostata, che possono degenerare<br />

squamoso / adeno squamoso<br />

indifferenziato / a piccole cellule<br />

Da un punto di vista del comportamento biologico è molto importante il neurotropismo: una volta superata<br />

la capsula in genere una radicalizzazione nerve sparing è da dimenticare.<br />

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Grading<br />

grado di Gleason<br />

Non c’è solo il TNM in questo contesto nella realtà clinica; Nasce come una stadiazione semplice (1-5) e oggi<br />

si usa il grado di Gleason combinato: considera maggiormente l’istologia e la citologia del TNM, molto<br />

importante nel contesto di una neoplasia che presenta molti pattern citologici diversi:<br />

Gleason pattern 1: molto ben differenziata, simula la struttura acinare di base<br />

Gleason pattern 2: atipie, pattern impacchettato<br />

Gleason pattern 3: pattern deformato e compresso, maggiori atipie<br />

Gleason pattern 4: si perde la struttura tipica in modo completo<br />

o cordoncini<br />

o obliterazione degli acini<br />

Gleason pattern 5: difficile distinguere l’origine adenocarcinoma tosa: sono cordoni / masse di cellule<br />

immerse in uno stroma ± cellulato<br />

..il grading combinato nasce dall’esigenza di valutare prostate con diversi pattern in diverse aree: si parla di<br />

grado primario e secondario: si sommano i due grade più diffusi e si ottiene uno score combinato dato<br />

dalla semplice somma. Bisogna sempre e comunque valutare lo scomposto.<br />

Nb: prognosticamente peggiore un grading primario alto.<br />

TNM<br />

Si hanno una stadiazione clinica ed una patologica ovviamente, solo che nella patologica non esiste T1, che è<br />

solo clinica:<br />

parametro T<br />

o TX, 0<br />

o cT1: tumore invisibile (né imaging né palpazione)<br />

cT1a ⇒ tumore incidentale su < 5% dello specimen<br />

cT1b ⇒ con > 5%<br />

cT1c ⇒ diagnosi ago bioptica sulla base di un elevato PSA<br />

o T2: confinato nella prostata, che l’indagine sia clinica o patologica non cambia<br />

T2a ⇒ unilaterale, ≤ di mezzo lobo<br />

T2b ⇒ unilaterale > mezzo lobo<br />

T2c ⇒ bilaterale<br />

o T3: si va a livello extra prostatico (cioè extracapsulare)<br />

T3a ⇒ basta un’invasione microscopica (pT3a) del collo della vescica<br />

T3b ⇒ invasione delle vescicole seminali<br />

o T4: invasione di qualsiasi altra struttura che le vescicole seminali<br />

parametro N: è molto semplice, solo p / c - NX, 0, 1. Alias si o no, punto.<br />

parametro M<br />

o M1a ⇒ linfonodi non regionali<br />

o M1b ⇒ ossa<br />

o M1c ⇒ altre sedi ± sede ossea<br />

Nb: i linfonodi coinvolti sono i pelvici, ipogastrici, otturatori, iliaci int/ext, sacrali. Sono tutti inclusi nello<br />

spazio pelvico p.d.<br />

<br />

Terapia<br />

Intervento (dal corso di urologia clinica)<br />

È laparoscopico nel 5O% dei casi: richiede di usare un robot (ed un navigatore), ed è più dispendioso come<br />

tempo: la via di accesso retro pubica tutt’ora utilizzata anche a Ts si ha:<br />

- accesso pelvico ampio<br />

- linfadenectomia contestuale<br />

- minor rischio di lesioni del retto<br />

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..è importante non toccare il peritoneo, cosa che si perde nell’endoscopia (dove però non c’è morbidità<br />

associata). Alcune equipe eseguono la via di accesso perineale, ma da questa parte non si può fare la<br />

linfadenectomia, per cui non è indicata.<br />

viene tolta tutta la prostata compresa l’uretra prostatica. Ci si ritrova quindi un moncone prostatico che<br />

va suturato sulla vescica con la sutura di Santorini.<br />

La chirurgia è ± nerve sparing: entro un T2 è ancora possibile salvare i nervi erigendi (S2-4, para-s), che<br />

decorrono lateralmente alla prostata, se invece il tumore ha superato la capsula (T3) non c’è niente da fare: è<br />

altamente neurotropico e lasciare i nervi in sede è troppo rischioso.<br />

Nb: il plesso del Santorini sanguina fastidiosamente se reciso, può essere anche mortale, perché reciso si<br />

ritira dietro l’osso pubico e può essere difficile da beccare.<br />

Nb2: l’intervento provoca eiaculazione retrograda, cosa di cui il pz. va informato: non si ha più fuoriuscita di<br />

sperma all’eiaculazione, se il pz. magari è 50enne con moglie più giovane e può voler cercare un figlio si<br />

consiglia di conservare lo sperma in una banca del seme.<br />

Alternative all’intervento (dal corso di urologia clinica)<br />

Si hanno tre livelli/step:<br />

I. RT: ha la stessa riuscita dell’intervento a cielo aperto. Si può fare:<br />

a. RT esterna<br />

b. brachiterapia<br />

..può essere un’ottima alternativa, come sempre si monitora il PSA, che deve abbassarsi;<br />

molte complicazioni: ematuria, disturbi GI, tenesmo, cistiti, incontinenza..<br />

perdo la possibilità di rifare RT come sterilizzazione di un eventuale campo operatorio futuro<br />

II. terapia ormonale: infatti il tumore prostatico è ormone-sensibile: per bloccare la malattia si può<br />

deprivare del testosterone:<br />

a. castrazione chirurgica: varie problematiche, anche se veniva tolto solo l’epididimo<br />

b. castrazione chimica (analoghi dell’LH-RH): molto pubblicizzata dalle case<br />

farmaceutiche, minor impatti psicologico ma molto maggiore impatto economico.<br />

III. chemio: viene considerata l’ultima spiaggia, di solito è un qualcosa che viene seguito assieme agli<br />

oncologi, e si divide nelle solite possibilità: neoadiuvante, adiuvante o concomitante.<br />

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Vasi Ematici<br />

<br />

Cenni d’anatomia normale<br />

arterie<br />

Sono genericamente più spesse delle vene, ovviamente. Sono costituite da strati variamente rappresentati a<br />

seconda del calibro: c’è da dire che<br />

Si riconoscono vari strati:<br />

• vaso più piccolo, parete meno spessa<br />

• rapporto spessore parietale / lume in crescita nonostante tutto nei vasi piccoli<br />

intima: monostrato (endotelio) con piccole componenti di connettivo sub epiteliale<br />

lamina elastica interna: presenta porosità importanti perché gli strati più interni della parete si<br />

nutrano a partire dal sangue che scorre nel vaso.<br />

media: contiene cellule muscolari lisce<br />

lamina elastica esterna: alcuni la considerano parte della media<br />

avventizia: connettivale, contiene nervi e vasa vasorum.<br />

..a seconda del diametro si riconoscono arterie di varie dimensioni,<br />

• arterie elastiche: aorta & diramazioni maggiori; La media è costituita da strati<br />

compatti di fibre elastiche intervallati da zone di<br />

muscolatura liscia.<br />

• arterie muscolari: quelle di medio calibro, la tonaca media è praticamente<br />

quasi unicamente muscolare, le componenti elastiche sono<br />

limitate alle lamine elastiche int / ext.<br />

• piccole arterie (


Aneurismi<br />

Dilatazione patologica circoscritta alla parete di un vaso sanguino o del cuore, che potrà essere sacculare o<br />

fusiforme. Al contrario lo pseudo aneurisma è una breccia della parete che permette al lume vascolare che<br />

determina la formazione di un ematoma in comunicazione con il lume del vaso.<br />

Sono di vario tipo:<br />

- aterosclerotici: il processo arteriosclerotico va a colpire la tonaca media del vaso, determinandone un<br />

assottigliamento importante che poi predispone alla dilatazione del segmento.<br />

Le sedi più frequenti sono:<br />

o aorta addominale<br />

o iliache comuni<br />

o arco aortico<br />

o aorta toracica discendente<br />

- infettivi<br />

o sifilitici<br />

o micotici: il termine descrive l’aspetto morfologico fungiforme della lesione che si può rilevare<br />

a livello di parete del vaso, più che il tipo di eziologia infettiva (cioè non sono<br />

funghi, ma può essere qualsiasi batterio); possono originare in vario modo<br />

embolo settico, tipico da endocardite infettiva (inteso ai vasa vasorum)<br />

estensione di un processo suppurativo locale<br />

infezione diretta della parete vascolare: p.es per la batteriemia che si può avere in<br />

corso di salmonellosi<br />

- infartuali (ventricolo sx)<br />

- genetici: la predisposizione è al di fuori di quella per l’ipertensione o altre comorbidità favorenti, che<br />

comunque possono andare ad aggravare l’incidenza in pzz. maggiormente predisposti a<br />

risentirne<br />

o struttura o disposizione del collagene<br />

o rimodellamento del collagene: in particolare squilibri tra MMP (metalloproteasi) e TIMP<br />

(Tissue inhibitor of Metallo-Proteinases), dove eloquenti studi con topi<br />

knock out hanno confermato l’ipotesi.<br />

aneurismi dell’Aorta addominale<br />

Sono causate primariamente dall’arteriosclerosi, in questa sede si hanno spesso ulcere ateromatose ricoperte<br />

da trombi murali a rischio di embolizzazioni periferiche. In genere si localizzano<br />

• distalmente alle arterie renali<br />

• prossimalmente alla biforcazione delle iliache<br />

…è importante indicare il punto in cui si sono sviluppati.<br />

aorta normale aorta aneurismatica (15o%)<br />

ascendente ⇒ 3oo 45o mm<br />

toracica ⇒ 25o 375 mm<br />

addominale ⇒ 18o-2oo 285 mm c.a<br />

fistole con l’intestino ⇒ emissione di sangue non digerito<br />

embolizzazione: a causa del trombo parietale fungiforme spesso presente<br />

fistole aorto cavale ⇒ quadro d’infarto / scompenso cardiaco. Inoltre ci può essere diffusione di trombi di<br />

derivazione della placca . Ci sono anche l’aorto renale…<br />

emorragia interna ⇒ l’incidenza di rottura per ∅ 5,5 cm impenna (20-40%) ⇒ intervento chirurgico. Con ∅>7cm<br />

rischio 75%. La dilatazione prosegue normalmente a ritmi di 0,2-05 cm / anno se va<br />

bene. La rottura è favorita da:<br />

- ipertensione & fumo<br />

- insufficienza respiratoria cronica<br />

- morfologia<br />

- cortisonici (⊕ degradazione proteica)<br />

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aneurismi luetici<br />

Ormai il trattamento della sifilide ha ridotto importantemente questa evenienza, ma l’aneurisma è una<br />

importante complicazione della stessa.<br />

aortite sifilitica<br />

• endoarterite<br />

obliterante dei vasa<br />

vasorum<br />

• infiltrato di<br />

plasmacellule e linfociti<br />

Quindi i rilievi anatomopatologici importanti nel contesto di un aneurisma luetico sono:<br />

• perdita dei componenti della tonaca media e fibrosi<br />

• aspetto a corteccia d’albero conseguente alla retrazione cicatriziale<br />

• ± dilatazione dell’anulus aortico con conseguente insufficienza aortica e conseguente cor<br />

bovinum (ovvero ipertrofico da sovraccarico)<br />

Aneurismi intra cranici<br />

Determinano infarto cerebrale intracranico o emorragie alla rottura<br />

sacciforme e bacca (congenito) ⇒ circolo anteriore, nei punti di snodo; sono rilevabili<br />

in genere nel 2% c.a delle autopsie (imm.)<br />

• 4O% comunicante anteriore<br />

• 34% suddivisioni della MCA<br />

• 2O% Willis, al livello dell’origine della carotide interna<br />

aterosclerotico fusiforme ⇒ arteria basilare di solito<br />

micotico, traumatico, dissecante ⇒ circolo anteriore<br />

… la patogenesi vede fattori aggravanti come il fumo e l’HPT, mentre i<br />

fattori predisponenti sono:<br />

malattia renale policistica autosomica dominante: è una<br />

malattia che dà un’aspettativa di vita di ridotta a 40-50 anni,<br />

dove si ha anche cardiopatia ischemica ed altri problemi.<br />

L’alterazione di PKD1-2 determina un’alterazione<br />

dell’adesione cellula-cellula e cellula-MEC.<br />

s. vascolare tipo IV di Ehler Danlos<br />

neurofibromatosi I (di von Recklinghausen): con macchie<br />

cutanee color caffè, neuro fibromi che possono colpire vari<br />

nervi e possibili problemi dello sviluppo.<br />

Marfan<br />

distruzione tonaca media<br />

• distruzione ff. elastiche<br />

e muscolari<br />

• perdita di elasticità<br />

• sfiancamento<br />

• fibrosi<br />

…in genere la tonaca media è assente nella parete dell’aneurisma, mentre l’avventizia è in continuità con<br />

quella del vaso d’origine; A livello intima lesi notano placche, calcificazioni o trombi che possono anche<br />

otturare tutto il lume.<br />

<br />

Dissezione aortica<br />

(ematoma dissecante)<br />

Siccome non si associa a grandi dilatazioni del vaso non viene più chiamato aneurisma dissecante, in ogni caso<br />

rappresenta lo slaminamento delle strutture lamellari della tonaca media dell’aorta (muscolari ed elastiche)<br />

che porta alla formazione di un canale pieno di sangue:<br />

• maschi 4O-6O enni con storia di HPT ( > 9O%)<br />

• complicanza dell’incanulazione di una arteria<br />

• soggetti affetti da Marfan<br />

• durante / in seguito a gravidanza (raro)<br />

aorta a corteccia<br />

d'albero<br />

• contrazione delle<br />

cicatrici<br />

• aterosclerosi della<br />

radice aortica (insolita<br />

altrimenti)<br />

• ±insuff aortica<br />

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Può avere varie morfologie, estendendosi in senso prossimale o distale. Raramente si può formare una<br />

dissezione cronica: ovvero il sangue scorre nello slaminamento e tramite una seconda breccia rientra in aorta,<br />

in cronico il vaso va endotelizzandosi.<br />

Eziologia e patogenesi<br />

Tuttora sconosciute: un rilievo frequente in questa condizione è la degenerazione<br />

della tonaca media, impropriamente definita spesso necrosi cistica della media, che<br />

è scorretto per due ragioni:<br />

- non ci sono cisti, ma solo spazi lacunari dove è assente il normale tessuto<br />

elastico che poi vengono obliterati da matrice extracellulare.<br />

- non c’è necrosi<br />

.. è un processo aflogistico che si accompagna frequentemente a Marfan; nonostante<br />

la stretta associazione la degenerazione della media non è né sufficiente né necessaria per dare un ematoma<br />

dissecante, e tuttora è una malattia considerata ad<br />

eziologia ignota.<br />

Classificazione<br />

Non c’è una sola classificazione<br />

deBakey: divide tra doppia dissezione prossimo-distale e<br />

isolatamente distale<br />

Stanford: più in base al rischio: se c’è componente<br />

prossimale (più temibile) è A, altrimenti se è<br />

solo distale è B<br />

Clinica ed evoluzione<br />

Attualmente si riesce a salvare c.a il 65-75% dei pzz. con<br />

dissezione aortica, in genere il pz. va ad exitus per diverse<br />

complicazioni possibili:<br />

1) rottura in una cavità<br />

a. pericardica<br />

b. pleurica<br />

c. peritoneale<br />

2) dissezione retrograda con distruzione dell’apparto valvolare aortico<br />

a. tamponamento cardiaco<br />

b. insufficienza aortica acuta (edema polmonare acuto & shock cardiaco)<br />

c. IMA: per estensione della dissezione alle coronarie<br />

d. estensione della dissezione ai grandi vasi del collo<br />

3) dissezione verso i vasi distali: può coinvolgere vasi<br />

a. iliaci<br />

b. renali<br />

c. mesenterici<br />

Dà un dolore acuto che va in DD con l’IMA:<br />

• comparsa improvvisa non correlata a sforzo fisico<br />

• non manovre allevianti, non risposta ai nitrati<br />

• ischemia a valle dell’aorta: perdita dei polsi significativa<br />

• dolore distribuito anche verso il basso, proiettato sempre più in basso man<br />

mano che si sviluppa<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 26


Aterosclerosi<br />

Con il termine generico di “arteriosclerosi" si intende l’inspessimento dei vasi e la perdita di elasticità<br />

delle pareti arteriose. Poi all’interno di questo quadro se ne individueranno tre varianti:<br />

- “ATERO” sclerosi: quella di cui si parla in questo paragrafo, dal greco “poltiglia”<br />

- sclerosi calcifica della media (Monckerberg)<br />

- “ARTERIOLO” sclerosi (jalina e iperplastica).<br />

Patogenesi: ipotesi della reazione al danno<br />

La teoria attualmente in auge per spiegare questo processo è l’ipotesi della reazione al danno:<br />

danno endoteliale: nell’uomo la lesione inizia su endotelio strutturalmente indenne, quindi si pensa<br />

che alla base vi siano alterazioni anatomo funzionali che portano a<br />

trombogenicità, adesività, ed alterazione della permeabilità<br />

o fumo di sigaretta<br />

o omocisteina<br />

o virus & altri agenti infettivi: Chlamydia, CMV ed altri sono stati presi in<br />

considerazione, in teorie che vedrebbero le placche come neoplasie<br />

benigne scatenate da alterazioni indotte da infezioni come queste.<br />

o TNF: geni pro – ateromi<br />

o alterazioni emodinamiche: infatti le placche tendono a concentrarsi nelle famose aree<br />

ad alta turbolenza.<br />

o ipercolesterolemia: determina accumulo di LDL in sede di danno<br />

disfunzione endoteliale e flogosi cronica<br />

o VCAM-1: proteina adesiva espressa dall’endotelio che determina chemiotassi verso<br />

- monociti ⇒ migrano all’intima dove si trasformano in macrofagi tissutali<br />

fagocitando tramite recettori scavenger (e non LDL-R) i depositi di<br />

LDL diventando cellule schiumose<br />

- linfociti T<br />

o IL-1, TNF (macrofagici) ⇒ ⊕ chemiotassi leucocitaria<br />

o MCP-1 (monocyte chemiotactic protein-1) ⇒ auto stimolazione dei macrofagi sempre<br />

o PDGF, TGF-β ed altri sono implicati nella migrazione delle fibrocelle muscolari lisce<br />

a livello intimale, dove producono GAG e collagene (stria ⇒ ateroma)<br />

mantenimento dell’infiammazione sostenuto da<br />

- lipoproteine ossidate: sono fondamentali nel generare flogosi<br />

- cross talk tra cellule infiammatorie: macrofagi, linfociti.. determina l’attivazione del<br />

SI sia cellulare che umorale.<br />

evoluzione<br />

Ci sono diversi stadi che portano alla formazione della famosa placca ateromatosa:<br />

1. macchia lipidica: sostanzialmente accumuli di macrofagi schiumosi (che hanno fagocitato lipidi)<br />

2. stria lipidica: accumuli di lipidi intracellulari che si è provato poter evolvere in placche, anche se<br />

non tutte lo faranno. Sono già presenti in bambini di 10 anni e anche in sedi dove di<br />

norma non si sviluppano poi placche ateromatose.<br />

3. lesione intermedia: piccola componente di lipidi extracellulari nel contesto di una stria lipidica.<br />

4. ateromi: delle strie lipidiche che presentano degli interi accumuli extracellulari<br />

5. fibroateromi: classiche lesioni focali della tonaca intima rilevate rispetto la superficie endoteliale<br />

centro poltaceo: deposito di colesterolo, di per sé reversibile<br />

capsula fibrosa: delimita il centro poltaceo rispetto al lume, è una componente irreversibile<br />

dovuta alla migrazione e proliferazione delle cellule della tonaca media 2 .<br />

6. lesioni complicate: con difetti di superficie, ematomi-emorragie o trombi<br />

2<br />

si ha infatti una migrazione e proliferazione delle cellule muscolari lisce della tonaca media grazie al PDGF; esistono<br />

due fenotipi di fibrocelle muscolari lisce (1) contrattile: quando le cellule sono adiacenti le une alle altre<br />

(2) secretorio: tipico di cellule isolate, fenotipicamente dei fibroblasti, che differentemente da quelli tipicamente<br />

tissutali conterranno anche residui di actina.<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 27


Risk Factors<br />

Sono stati individuati sulla base di studi molto solidi ormai, e individuano con sicurezza almeno sei elementi:<br />

1- iperlipidemia ⇒ da solo il colesterolo elevato è in grado di determinare la formazione di placche<br />

2- ipertensione ⇒ si parla di RR = 5 per valori > 169 / 95 mmHg<br />

3- diabete mellito ⇒ induce altri fattori di rischio, ma dà un RR = 2 a pari condizioni<br />

4- iperomocisteinemia ⇒ è un’associazione statistica non ben spiegata<br />

5- fumo ⇒ aumenta la mortalità per arteriosclerosi per un RR = 2 a pari condizioni<br />

6- Lp(a) ⇒ è una lipoproteina modificata (LDL + Apo-B100 legata all’Apo-A) che determina un<br />

innalzamento del rischio a parità dei livelli di HDL e LDL.<br />

Macroscopia<br />

All’apertura del cadavere in genere si nota prima di tutto se l’aorta è comprimibile, si prova ad appallottolare<br />

in una mano: chiaro che un’aorta calcifica non si adatterà ad un tale trattamento.<br />

All’apertura si noterà (se presente) il tipo di aortosclerosi:<br />

calcifica: ricca di placche e calcificazioni, chiaramente non potrà essere piegata<br />

produttiva: cioè ricca di lesioni ateromatose e fibroateromatose<br />

atrofica: con parete ectasica, assottigliata, eventualmente con placche fibrose<br />

… le caratteristiche di queste lesioni:<br />

a) sede<br />

aorta addominale<br />

coronarie<br />

poplitee<br />

poligono del Willis & carotidi interne<br />

osti delle diramazioni: renali, mesenteriche<br />

b) aspetto:<br />

stria lipidica ⇒ è una macchia giallastra anche di più cm poco / nulla rilevata con un contorno<br />

netto ed una superfici liscia e continua.<br />

placca fibroadiposa ⇒ ispessimento circoscritto di colorito bianco perlaceo o lievemente<br />

giallognolo di varie dimensioni possibili (qualche mm – cm), dura, in cui<br />

si distinguono il centro poltaceo ed il cappuccio.<br />

lesione complicata ⇒ per ulcerazioni, trombosi, emorragie all’interno della placca oppure una<br />

dilatazione aneurismatica della stessa.<br />

microscopia<br />

L’aspetto istologico è molto importante, vari tipi di placche vedono gli stessi costituenti strutturali in diverse<br />

porzioni; la classica placca si compone di:<br />

a) cappuccio fibroso: cellule muscolari lisce + connettivo ± denso<br />

b) spalla della lesione: alias l’area al di sotto e lateralmente al cappuccio, dove troviamo:<br />

• macrofagi<br />

• cellule muscolari lisce (CML)<br />

• linfociti T<br />

c) centro necrotico profondo: massa disorganizzata di<br />

• lipidi: colesterolo ed esteri del colesterolo<br />

• detriti cellulari<br />

• cellule schiumose: grossi elementi carichi di lipidi che sono o macrofagi o CML (che<br />

ugualmente possono infarcirsi)<br />

• fibrina<br />

• trombi variamente organizzati<br />

• altre proteine plasmatiche<br />

d) neovascolarizzazione<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 28


Arteriolosclerosi<br />

ialina<br />

Pzz. over 50 con HPT e diabete; come suggerisce il nome si ha un ispessimento della parete media (cellule<br />

muscolari lisce) con produzione di MEC in risposta a<br />

- stress emodinamico<br />

- stress metabolico diabetico<br />

- infiltrazione delle componenti plasmatiche a quel livello<br />

..è la tipica lesione della nefrosclerosi benigna, le arterie hanno un aspetto jalino appunto (omogeneo,<br />

rosato), che non dà altri problemi a parte il restringimento delle stesse.<br />

iperplastica<br />

Quella dell’HPT maligna: è una quadro quindi acuto, in questo caso invece dell’aspetto jalino avremo una<br />

morfologia a bulbo di cipolla, con<br />

- strati concentrici di fibrocelle muscolari lisce<br />

- membrana basale ispessita e duplicata<br />

- deposito di tessuto fibrinoide<br />

- arteriolite necrotizzante: necrosi acuta del vaso, più che altro un fenomeno renale<br />

<br />

Arteriosclerosi calcifica della media di Monkeberg<br />

In questo caso a livello di tonaca media si hanno vere e proprie calcificazioni; è un processo non ben<br />

conosciuto né da un punto di vista patogenetico né clinico.<br />

Il suo sviluppo avrebbe a che fare con alterazioni ossificante delle CML che includerebbero fattori NF-κβ e<br />

TNF.<br />

È più comune in pzz. con diabete, lupus, ipervitaminosi D, flogosi croniche, etc…<br />

<br />

Vasculopatia diabetica<br />

macroangiopatia<br />

È assolutamente sovrascrivibile a qualsiasi angiopatia aterosclerotica e / o arteriosclerosi jalina di qualsiasi<br />

altro individuo, solo che è puntuale e ben più precoce: la prima causa di morte nel diabetico è proprio<br />

l’infarto miocardico da aterosclerosi delle coronarie.<br />

microangiopatia<br />

Non è diversa da quella riscontrabile in molti anziani, ma sicuramente è davvero molto più estesa e precoce,<br />

e si rileva soprattutto a livello di:<br />

• cute<br />

• muscolo scheletrico<br />

• retina<br />

• glomeruli<br />

• midollare renale<br />

… si hanno strati concentrici di materiali jalino che vanno ad ispessire la MB alterando (aumentando) la<br />

permeabilità alle normali proteine plasmatiche.<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 29


Vasculiti<br />

Quadri clinici diversi di patologie infiammatorie a carico delle pareti dei vasi arteriosi o arterovenosi, con<br />

espressioni di danni istomorfologici diversi, capaci di indurre<br />

marcati aspetti di<br />

• flogosi sistemica<br />

• danni in più organi ed apparati<br />

…ed aventi come caratteristiche comuni la presenza di<br />

documentabili segni di danno immuno mediato a carico<br />

delle pareti dei vasi interessati e rilievo in sede ematica di<br />

reattività autoimmune verso<br />

• Ag citoplasmatici dei leucociti PMN (ANCA)<br />

• Ag endoteliali<br />

• immunocomplessi (reazioni di III tipo)<br />

PAN: poliarterite<br />

nodosa<br />

tipo III (IC)<br />

- HBV<br />

- p-ANCA<br />

arterite giganto<br />

cellulare (di Horton)<br />

tipo IV<br />

- CD3-8<br />

- CD68 attive<br />

arterite di Takayasu<br />

(malattia senza polso)<br />

tipo IV<br />

malattia di<br />

Kawasaki<br />

tipo II<br />

- AECA<br />

vasculite<br />

leucocitoclasica o<br />

poliangiolite<br />

microscopica<br />

tipo II<br />

- p-ANCA<br />

<br />

Sistematica<br />

arterie muscolari<br />

piccole e medie<br />

visceri ± polmoni<br />

ramificazioni<br />

a. temporale<br />

a. vertebrale<br />

a. oftalmica<br />

aorta<br />

arco aortico e sue<br />

principali<br />

diramazioni<br />

aa. polmonari<br />

(50% dei casi)<br />

coronarie, renali<br />

(rare)<br />

1 infiammazione trans murale della parete<br />

2 infiltrati infiammatori (acuto)<br />

3 necrosi fibrinoide<br />

4 obliterazione trombotica<br />

5 ispessimento fibroso (cronico)<br />

noduli duri restringenti il lume ± trombosi<br />

membrana elastica interna: infiltrato di<br />

cellule giganti multinucleate (forma 1)<br />

⇒ frammentazione della stessa<br />

guarigione con ispessimento cicatriziale<br />

(cordoncini fibrosi)<br />

2 forme:<br />

1. granulomatosa: 1 /2 interno della media +<br />

membrana elastica interna<br />

2. aspecifica: no cell giganti no granulomi,<br />

pan arterite aspecifica<br />

infiltrato mononucleato avventiziale<br />

(intorno ai vasa vasorum)<br />

infiltrato infiammatorio della tonaca media<br />

DD istologica con Horton non facilissima: si<br />

basa sull’età: infatti si possono avere<br />

- lesioni granulomatose con cell giganti<br />

- necrosi centrale<br />

.. guarigione con fibrosi dell’intima<br />

coronarie = PAN nelle arterie colpite solo con:<br />

- meno evidente necrosi fibrinoide<br />

- aneurismi / IMA più frequenti<br />

(la terapia ha ridotto molto l’incidenza però)<br />

arteriole<br />

capillari<br />

venule<br />

biopsia cutanea diagnostica<br />

simile alla PAN ma su vasi più<br />

piccoli: non infarti macroscopici<br />

poche Ig alla fluorescenza (pauci<br />

immune)<br />

diverse lesioni a<br />

diversi stadi di attività<br />

negli stessi vasi anche<br />

può dare IMA<br />

importanti<br />

rara < 50 anni<br />

sintomi oculari !!<br />

(amaurosis fugax è<br />

emergenza medica)<br />

diagnosi bioptica,<br />

sensibilità limitata.<br />

⇒ cortisonici<br />

(mediata da cellule T..)<br />

donne < 40<br />

S/S oculari & perdita<br />

dei polsi (arti superiori)<br />

stenosi / occlusione<br />

degli osti (IMA!!)<br />

cedimento dell’anulus<br />

aortico (⇒ insuff.)<br />

bambini (80% < 4 aa)<br />

associata a sindrome<br />

linfonodale muco<br />

cutanea (vd. nota)<br />

≠PAN: lesioni sincrone<br />

porpora palpabile<br />

emottisi<br />

artralgia, mialgia<br />

proteinuria, ematuria<br />

cervello & rene critici se presi !!<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 30


granulomatosi di<br />

Wegener<br />

tipo II<br />

- c-ANCA<br />

tromboangiolite<br />

obliterante<br />

(Buerger)<br />

capillari<br />

venule & arteriole<br />

arterie<br />

…di polmone &<br />

VAS soprattutto<br />

arterie piccole e<br />

medie<br />

- tibiali<br />

- radiali<br />

- vene / nervi<br />

vicini.<br />

granulomi con necrosi a carta geografica<br />

circondati da linfociti, plasmacellule e<br />

cellule giganti che possono fondersi e<br />

cavitare (⇒ DD con TBC)<br />

vasculite necrotizzante o granulomatosa<br />

circondata da proliferazione fibroblastica<br />

lesioni renali (vd. dopo)<br />

componenti acute & croniche<br />

segmentale<br />

sindrome linfonodale muco cutanea<br />

Si associa a Kawasaki, è autolimitante:<br />

• febbre<br />

• eritemi:<br />

- congiuntivale / orale<br />

- palmo plantare<br />

• edema di mani / piedi<br />

• rash & desquamazione cutanee<br />

• linfoadenopatia cervicale<br />

granulomatosi di Wegener<br />

Può esprimersi in vari modi:<br />

parete ⇒ trombo ⇒ organizzazione o<br />

ricanalizzazione<br />

microascessi granulomatosi (nel trombo)<br />

con PMN al centro<br />

estensione del processo a vene & nervi<br />

adiacenti (raro di solito nelle vasculiti)<br />

maschi 40-50enni<br />

oltre alle lesioni<br />

specifiche (vd. sotto)<br />

- eruzioni cutanee<br />

- dolore muscolare<br />

- artrite<br />

- mono/poli-nevriti<br />

forti fumatori<br />

(era maschile ora si sta<br />

equilibrando dunque)<br />

esordio < 40anni<br />

ulcere e gangrene<br />

franche<br />

dolore intenso<br />

forma classica (triade)<br />

o granulomi necrotizzanti acuti delle VAS + orecchio e/o polmone<br />

- sinusite infiammatoria<br />

- lesioni ulcerative delle VAS<br />

- lesioni confluenti nel polmone con aspetti TBC simili con problemi di DD perché<br />

tendono anche a cavitarsi dando coinvolgimenti massivi<br />

o vasculite necrotizzante granulomatosa ⇒ l’aspetto più rilevante, visto il capitolo,<br />

principalmente sono vasi delle VAS o del polmone<br />

o glomerulonefriti necrotizzanti rara all’esordio, nell’8O% dei casi durante il decorso:<br />

utilizzando Ab anti fibrinogeno (info sulla fibrosi) si nota un<br />

quadro di semilune (proliferazione reattiva) che soffoca il<br />

glomerulo, associata a trombosi di anse glomerulari.<br />

- microematuria<br />

- proteinuria (O,5-1g/24h)<br />

- IR progressiva nei casi con lesioni diffuse<br />

Wegener limitata: al tratto respiratorio<br />

diffusa: colpisce in genere<br />

o cute<br />

o occhio<br />

o cuore (raro) ⇒ quadro ≈ PAN con in più l’interessamento respiratorio<br />

vasculiti associate ad altre malattie<br />

Si tratta di vasculiti tipicamente PAN simili associate ad altre patologie immunologiche quali:<br />

AR: tipicamente in pzz. cronici, può dare aortiti manifeste<br />

LES: DD dalla vasculite aPL perché nella seconda invece di un trattamento anti infiammatorio la<br />

priorità và ad un trattamento contro l’ipercoagulabilità.<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 31


Schönlein Henoch: bambini e giovani adulti, straordinariamente simile come decorso e patogenesi<br />

alla nefropatia ad IgA (s. di Berger), tanto che alcuni pensano che la nefropatia<br />

IgA sia una forma mono sintomatica di Henoch Schönlein.<br />

È una forma di reazione III (immunocomplessi).<br />

1) porpora (“palpabile”)<br />

2) artrite<br />

80% dei casi<br />

3) dolore addominale<br />

4) GNRP: c.a il 5%, pzz. in genere pediatrici ⇒ IR terminale. Questa possibilità di<br />

sviluppo è la differenza fondamentale con la s. di Berger o nefropatia da<br />

IgA, che invece ha un certo tipo di sviluppo più lento.<br />

<br />

Arteriti Infettive<br />

• batteri<br />

- polmoniti contemporanee<br />

- in vicinanza agli ascessi tubercolari<br />

- meningiti: nei vasi cerebrali superficiali. Situazione pericolosa: si rischia un infarto<br />

per ostruzione del vaso colpito con estensione dell’infezione a livello di<br />

parenchima cerebrale (ascesso)<br />

- endocarditi: embolizzazioni settiche<br />

- per setticemia<br />

• miceti:<br />

- aspergillus in particolare<br />

- mucormicosi (rinocerebrale)<br />

…chiaramente sono situazioni che precedono gli aneurismi micotici e che possono coincidere a fenomeni<br />

trombo - infartuali.<br />

<br />

Raynaud<br />

Di per sé è una iper reattività vasomotoria a freddo ed emozioni che vede il colorito delle dita passare diverse<br />

fasi (bianco – blu – rosso).<br />

non alterazioni strutturali precocemente<br />

ispessimento dell’intima (tardivo)<br />

atrofia: di cute, sottocute e muscoli (tardivo)<br />

Si distinguono due forme:<br />

1. primaria: benigna, è genetica e riguarda ragazzi di 14anni c.a<br />

2. secondaria: prodromica o contemporanea a malattie immunitarie. Può essere la prima<br />

manifestazione di queste, quindi è importante in pzz. > 30 anni monitorare eventuali<br />

sviluppi:<br />

a. sclerodermia<br />

b. LES<br />

c. morbo di Buerger<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 32


Patologia veno-linfatica<br />

<br />

Vene varicose<br />

Tipiche degli arti soprattutto inferiori: riguarda il 15-20% della popolazione, soprattutto:<br />

- over 5O<br />

- donne (gravidanze, post-menopausa)<br />

- obesi<br />

- predisposti geneticamente: hanno uno sviluppo precoce del problema<br />

macroscopia<br />

• dilatate e allungate<br />

• tortuose<br />

• assottigliamento e fibrosi nelle zone di massima dilatazione<br />

• trombosi endoluminale (spesso)<br />

• valvole: ispessite, cuspidi arrotolate e accorciate<br />

microscopia<br />

• variazioni di spessore parietale<br />

• ipertrofia compensatoria delle cellule muscolari liscia<br />

• fibrosi intimale in certi frangenti<br />

• flebosclerosi: calcificazioni sparse della tonaca media<br />

• degenerazione del tessuto elastico<br />

clinica<br />

edema malleolare<br />

dolore<br />

reticoli venosi abnormi<br />

bruciore lungo la safena (sul lato interno della coscia)<br />

crampi notturni: soprattutto nelle giornate in cui il paziente è stato di più in piedi: più ristagno, più<br />

accumulo di metaboliti acidi.<br />

pigmentazione cutanea: i reticoli appaiono bluastri, perché li sangue desaturato è scuro. Inoltre si<br />

può assumere una pigmentazione brunastra dovuta al deposito di pigmento<br />

emosiderinico, derivato dalla trasformazione della Hb che perfonde dal vaso<br />

statico.<br />

varico flebite: ovvero una trombosi venosa superficiale: la vena diventa rossa, calda, estremamente<br />

dolente, dura (c’è trombo, non sangue all’interno).<br />

rottura delle varici: soprattutto nella parte più distale (collo/dorso piede), a causa della superficialità<br />

della vena, con conseguente emorragia importante. Siccome è un’emorragia a<br />

bassa pressione, basta far alzare la gamba al paziente. Un laccio a monte<br />

accentua l’emorragia.<br />

ulcera varicosa e lesioni trofiche: l’ulcera localizza elettivamente nella regione malleolare interna,<br />

è caratterizzata da una perdita di sostanza di cute e sottocute che<br />

non tende a guarire.<br />

E’ dovuta tipicamente all’ipertensione venosa, che provoca<br />

sofferenza ischemica tissutale e quindi la perdita di sostanza.<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 33


Tromboflebiti e Flebotrombosi<br />

Si tratta dell’ostruzione trombotica di una vena cui consegue la sua infiammazione. Ci sono una serie di<br />

condizioni predisponenti:<br />

a. ic<br />

b. obesità & gravidanza<br />

c. neoplasie (colon, polmone, pancreas) ⇒ tromboflebiti migranti (segno di Trousseau)<br />

d. sindromi congenite (genetica)<br />

e. periodo post operatorio<br />

f. immobilizzazione<br />

g. allettamento prolungato<br />

…le sedi sono:<br />

arto inferiore (9O%)<br />

forme migranti<br />

plesso peri prostatico / vene pelviche (donna)<br />

vene craniche / seni durali ⇒ complicazione di processi infettivi batterici (mastoiditi p.es)<br />

v. porta ⇒ facilitata da eventi infettivi (peritoniti, appendiciti, salpingiti, ascessi pelvici…)<br />

clinica<br />

Sono situazioni che tendono ad essere inizialmente asintomatiche soprattutto se a riposo (pz. allettato p.es),<br />

poi man mano si avranno:<br />

- ± manifestazioni locali: edema distale, cianosi bruna, dilatazione, tensione,<br />

arrossamento, rigonfiamento, dolore…<br />

- embolie polmonari !! l’evenienza peggiore<br />

- phlegmasia alba dolens: arto inferiore dolente e pallido per blocco veno-linfatico<br />

tipico in donna partorente o gravida.<br />

<br />

Linfangiti e linfedema<br />

Sono quadri acuti tipicamente secondari a infezioni che diffondono lungo i linfatici a partire da soluzioni di<br />

continuo e che infiammano tutto il vaso linfatico determinando la comparsa di:<br />

• strie sottocutanee arrossate e dolenti<br />

• linfoadenopatia regionale flogistica acuta<br />

• ± batteriemia e setticemia<br />

• ± linfedema ostruttivo, che va in DD con importanti condizioni:<br />

- tumori maligni<br />

- interventi chirurgici<br />

- RT<br />

- filariasi<br />

• complicazioni: principalmente per rottura di un linfatico in una cavità, tipicamente da blocco<br />

linfatico secondario ad un tumore infiltrante<br />

- ascite chilosa<br />

- chilotorace<br />

- chilo pericardio<br />

…esistono anche forme primitive non ben conosciute, spesso femminili, a volte congenite addirittura.<br />

Microscopia<br />

I linfatici colpiti sono dilatati e contengono un essudato acuto con neutrofili & istiociti che solitamente<br />

diffondono attraverso la parete nel tessuto peri linfatico, determinando nei casi più gravi<br />

• celluliti<br />

• ascessi focali<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 34


Patologia Tumorale dei Vasi<br />

Si tratta di neoplasie ad origine endoteliale che riguardano principalmente i vasi parenchimali e dei tessuti<br />

molli, molto raramente colpiranno grossi vasi (aorta o cava), laddove spesso poi si riconoscono essere magari<br />

sarcomi.<br />

Di tutte le varie lesioni (emangiomi, linfangiomi, ectasie, angiomatosi… ), quelli anche solo parzialmente<br />

maligni non sono molti:<br />

- sarcoma di Kaposi (intermedio)<br />

- emangio endotelioma (intermedio)<br />

- angiosarcoma (maligno)<br />

- emangiopericitoma (maligno)<br />

<br />

Tumori benigni<br />

emangioma e linfangioma<br />

Vanno in DD con gli amartomi, cosa spesso non troppo facile. La forma capillare è tipica dei bambini e<br />

tende ad andare autonomamente in regressione (variante a fragola) per scomparire di solito entro i 7 anni.<br />

• pochi mm – più cm<br />

• rilevati sulla superficie<br />

• endotelio intatto<br />

• capillari impacchettati dalle pareti sottili, separati da scarso stroma<br />

• lumi ± trombizzati o organizzati<br />

• emosiderina e calcificazioni in seguito a rotture successive<br />

Nb: i linfangiomi sono distinguibili solo sulla base dell’assenza dei globuli rossi, come tali somigliano a<br />

vesciche ripiene di liquido; tendenzialmente inoltre si verificano a livello di<br />

- testa & collo<br />

- ascella<br />

tumore glomico (glomangioma)<br />

I corpi glomici sono anastomosi arterovenose specializzate coinvolte nella<br />

termoregolazione. Dalle cellule muscolari lisce di queste strutture origina<br />

un tumore benigno ma molto doloroso.<br />

Come si vede dall’immagine tende a localizzarsi sotto le unghie, alle<br />

estremità delle dita. Va semplicemente rimosso.<br />

Appaiono come noduli solidi rosso-bluastri, che possono sembrare piccole<br />

emorragie sub ungueali recenti.<br />

• canali vascolari ramificati<br />

• aggregati / nidi e masse di cellule glomiche specializzate<br />

attorno ai vasi<br />

• aspetto delle cellule tipo CML<br />

<br />

ectasie vascolari<br />

Più che tumori benigni sono esuberanze tipicamente congenite che non danno molte preoccupazioni dal lato<br />

neoplastico.<br />

nevo flammeo: paragonabile alla comune voglia, detta in inglese Stork bite (morso di<br />

cicogna), tende a regredire spontaneamente in breve.<br />

o vasi del derma dilatati<br />

o voglie di vino porto: una forma particolare che cresce col bambino e non<br />

regredisce, divenendo anti estetica. Un’ulteriore problema è l’eventuale<br />

associazione con ritardo mentale ed epilessia nella s. di Sturge-Weber, dove<br />

si hanno anche masse angiomatose venose nelle leptomeningi.<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 35


telangectasia aracniforme (ragno arterioso): nella sua forma più tipica è una rete di arterie<br />

sottocutanee pulsatili e dilatate a raggiera che impallidiscono<br />

alla pressione.<br />

o faccia, collo & torace superiore<br />

o cirrotici<br />

o donne gravide<br />

telangectasia emorragica ereditaria (s. di Osler-Weber-Rendu): dominante, sia vene che<br />

capillari dilatati. Possono raramente rompersi dando<br />

emorragie locali.<br />

o cute<br />

o mucose: tutte, GI, urinaria, respiratoria….<br />

<br />

Sarcoma di Kaposi<br />

(malignità intermedia)<br />

È un tumore ad eziologia virale, dipenderebbe primariamente dal KSHV (kaposi sarcoma –associated –<br />

herpesvirus), che è un congenere dell’EBV: è stato provato che il virus è necessario e sufficiente allo<br />

scatenamento della patologia.<br />

L’immunodepressione (HIV, trapianto o vecchiaia – correlata) è un cofattore importante.<br />

Classificazione<br />

1. classica: europea. Non è altrettanto comune negli USA. Sono lesioni cutanee a placca / nodulo<br />

localizzate su arti superiori e inferiori che tendono a confluire<br />

a. pop. mediterranee<br />

b. ebrei Ashkenazi<br />

c. omosessuali: sembra che siano più a rischio, non è legato ad HIV<br />

2. linfadenopatica / africana: ha caratteristiche endemiche (così come la diffusione del KSHV), può<br />

essere molto aggressiva, localizzata ma anche sistemica. In alcuni paesi<br />

tocca il 50% della popolazione.<br />

3. associata all’immunodepressione: inteso come trapianto; tende ad essere aggressivo e<br />

l’interessamento viscerale può essere fatale.<br />

4. AIDS associata: molto comune prima della HAART (30% c.a dei malati), ora l’incidenza è < 1%<br />

Morfologia<br />

Si hanno 3 fasi successive (almeno nella forma classica):<br />

• piedi / arti inferiori<br />

• vasi dilatati<br />

• infiltrato (PMN,macrofagi<br />

plasmacellule)<br />

• simile al tessuto di<br />

granulazione<br />

papule<br />

• larghe e violacee<br />

• vasi dermici dilatati<br />

• cellule fusate delimitano e<br />

circondano i vasi<br />

• occasionali mitosi<br />

• RBC, macrofagi<br />

emosiderinici & co. sparsi<br />

placche<br />

rilevate<br />

• CELL FUSATE MULTISTRATO<br />

PROLIFERANTI<br />

• dermiche e sottocutanee<br />

• piccoli vasi sparsi<br />

• spz. tipo fessure infarcite di<br />

RBC e detriti ialini<br />

• emorragie / emosiderina<br />

• mitosi frequenti<br />

noduli<br />

…la fase nodulare spesso è accompagnata da lesioni linfoadenopatiche tipiche della forma africana.<br />

in genere l’exeresi sia della lesione primitiva che delle recidive è la forma di terapia migliore, ci sono<br />

applicazione anche di RT e di chemio ma per casi in cui è svantaggioso / impossibile operare.<br />

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Angiosarcoma<br />

Sono neoplasie endoteliali francamente maligne, laddove una manifestazione intermedia tra l’emangioma e<br />

l’angiosarcoma sarebbe l’emangioendotelioma<br />

emangioma ⇔ emangioendotelioma ⇔ angiosarcoma<br />

Sono neoplasie molto eterogenee con vari gradi di anaplasia, un tempo erano molto comuni a livello epatico<br />

per via di determinanti cancerogeni con cui si entrava in contatto:<br />

- PVC monomero<br />

- Thorotrast<br />

..altre situazioni a rischio comprendono linfatici dilatati:<br />

- mastectomie per CA della mammella<br />

- linfedema cronico<br />

…oppure semplicemente per radiazioni o materiali esogeni introdotti nell’organismo.<br />

morfologia<br />

Possono essere difficili da riconoscere per l’alta anaplasia,<br />

anche se in genere all’interno della lesione si riconoscono<br />

accanto ad elementi fortemente anaplastici anche foci di<br />

tessuto ± ben differenziato (canali vascolari).<br />

• esordio: noduli rossi multipli demarcati e<br />

asintomatici<br />

• poi masse larghe e carnose, spesso con foci<br />

necrotico emorragici.<br />

… istologicamente l’inferno di cellule dal mediamente differenziato all’anaplastico. Spesso l’unico modo di<br />

riconoscerle è usare i markers:<br />

- CD31<br />

- CD34<br />

- VWF<br />

<br />

Emangiopericitoma<br />

Come suggerisce il termine si pensa sia una neoplasia ad origine dai periciti, anche se non è provato:<br />

• soffice spugnoso<br />

• ramificazioni vascolari a corna di cervo<br />

• pareti sottili<br />

• masse retro peritoneali / lombari a lenta crescita<br />

• 1/3 maligni<br />

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…sappiamo che l’asse maggiore è inclinato come la linea tra spalla dx ed ipocondrio sx, la base si sviluppa<br />

su un piano perpendicolare ovviamente, rivolta verso l’alto.<br />

atrii<br />

Il setto interatriale è un elemento particolare: la finestra ovale può essere anche solo funzionalmente chiusa,<br />

grazie ala plica semilunare, che in ragione del forte gradiente DX / Sx determinano una chiusura ermetica<br />

anche in mancanza di saldatura con la parete.<br />

Hanno pareti piuttosto sottili: 1mm in media<br />

destro<br />

o trabecole !!<br />

o tricuspide<br />

o cresta terminale: circonda l’ostio cavale<br />

o sbocco del seno coronario e sua valvola<br />

(di Tebesio)<br />

o valvola della cava inferiore (Eustachio) 3<br />

o tendine di Todaro: cordoncino tra le due<br />

valvole (Tebesio e Eustachio), repere per il<br />

nodo SA.<br />

sinistro<br />

o parete ant. in rapporto con l’aorta<br />

o sbocco delle vv. polmonari<br />

apparato valvolare atrioventricolare<br />

Si tratta di un tutt’uno: una struttura fibrosa complessa ed in continuità come comprende la lamina fibrosa<br />

che fa da intelaiatura profonda alla base cardiaca e dalla quale si sviluppano le lamine delle valvole, in<br />

continuità loro volta con le corde tendinee che dai muscoli papillari s’inseriscono ai margini liberi dei lembi<br />

valvolari.<br />

Da un punto di vista strutturale, un lembo valvolare è composto da:<br />

endocardio atriale: che costituisce la superficie assiale della valvola<br />

strato spongioso: sottile strato di connettivo fibroso lasso,<br />

lamina fibrosa: derivata dall’anello fibroso dell’orifizio e che si continua con le componenti fibrose<br />

della corda tendinea che vi si inserisce<br />

endocardio ventricolare: superficie parietale della valvola<br />

valvole arteriose (semilunari)<br />

Sono quelle a nido di rondine, e sono più semplici strutturalmente: solo endocardio / endotelio che ricoprono<br />

i lembi originanti dall’anulus fibroso; I lembi si compongono di:<br />

..importanti strutturalmente…<br />

- margine aderente / libero<br />

- faccia superiore / inferiore<br />

o linea di chiusura ≠ margine libero<br />

o lunula: è la striscia di tessuto tra queste due<br />

linee, che invece di essere ispessita<br />

dall’inserimento dei mm. papillari si<br />

presenta assottigliata<br />

o noduli: nel punto mediano della linea di<br />

chiusura, assicurano la perfetta ermeticità<br />

Nb: il prolasso in questo caso è evitato semplicemente dalla<br />

robustezza dello scheletro fibroso;<br />

Nb: gli orifizi aortico e polmonare hanno entrambi una<br />

circonferenza di c.a 7cm.<br />

3<br />

indirizzava il sangue ossigenato al forame ovale nella circolazione prenatale<br />

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ventricoli<br />

Hanno parete molto più spessa, e presentano nella superficie interna le trabecole:<br />

• di 1° ordine ⇒ sostanzialmente dei ventri muscolari rilevati aderenti alla superficie<br />

• di 2° ordine ⇒ aderenti alla superficie ventricolare agli estremi, centralmente come dei ponti<br />

• di 3° ordine ⇒ sono i mm. papillari<br />

destro<br />

o spessore ≈ 3mm<br />

o semiluna (sez. trasversale) che abbraccia VS<br />

o cono arterioso polmonare: p.te liscia<br />

o trabecola setto marginale: o fascio moderatore<br />

di L. da vinci, separa la p.te di afflusso da quella<br />

di efflusso. È di II ordine.<br />

o tricuspide: il lembo mediale (più piccolo) è detto<br />

anche settale, poi ci sono l’ant e post. ai quali<br />

vanno le code tendinee dei …<br />

o m. papillare ANTERIORE<br />

- estremità inf trabecola setto marginale<br />

- porzione apicale del ventricolo<br />

- aiuta a dividere porzioni afflusso / efflusso<br />

⇒ cuspidi anteriore / posteriore<br />

o m. papillare MEDIALE (settale)<br />

- parete settale<br />

- spesso multiplo<br />

⇒ cuspide mediale<br />

o m. papillare POSTERIORE<br />

- setto postero inferiore<br />

⇒ cupidi posteriore / mediale<br />

coronarie<br />

A causa dell’assenza di<br />

anastomosi di un diametro<br />

sufficiente a stabilire completi<br />

circoli collaterali, le coronarie<br />

sono considerate arterie<br />

funzionalmente terminali.<br />

È importante ricordare come la<br />

sinistra si esaurisca in 1cm<br />

senza collaterali, ma solo<br />

rilasciando due rami terminali:<br />

• circonflessa<br />

• interventricolare anteriore<br />

Nel 90% dei casi si ha<br />

dominanza destra (come in<br />

immagine), nel caso di<br />

dominanza sinistra (10%) si<br />

avrà una destra che si esaurisce<br />

prima di raggiungere il crux<br />

cordis ed una sinistra che fornirà<br />

l’interventricolare discendente<br />

posteriore;<br />

sinistro<br />

o spessore ≈ 1 cm<br />

o superficie liscia: non netta demarcazione<br />

tra porzione di afflusso ed efflusso<br />

o semilune Dx/Sx = coronariche, perché ci<br />

sono i seni aortici (di Valsalva)<br />

o m. papillare ANTERIORE<br />

o m. papillare POSTERIORE<br />

Nb: nel sinistro entrambi i papillari mandano<br />

corde tendinee a entrambi i lembi, anche se<br />

solo il lembo anteriore vede inserzioni<br />

tendinee a livello della faccia parietale.<br />

Anastomosi tra rami delle<br />

coronarie DX e SX sono pochi: le arterie conali (infundibolare a DX e ramo superiore a SX) e il circolo di<br />

Kugel formato da un ramo atriale SX che si ricongiunge con un’arteria atriale DX.<br />

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È da notare come nonostante in effetti la coronaria destra sia<br />

fondamentale, la gran parte del ventricolo sinistro sia in effetti<br />

di dominio della coronaria sinistra, così come i 2/3 anteriori del<br />

setto.<br />

Nb: il papillare posteriore è normalmente di pertinenza della sola<br />

discendente anteriore (coronaria DX)<br />

Le variazioni anatomiche sono sempre dietro l’angolo ovviamente.<br />

Struttura del cuore<br />

I classici tre strati:<br />

1. epicardio: è il foglietto viscerale della sierosa<br />

circoscrivente il sacco pericardico, prosegue a livello<br />

della base con i vasi maggiori per un certo tratto.<br />

a. strato sotto epicardico: sottile strato connettivo<br />

direttamente in connessione con le componenti<br />

fibrose del miocardio.<br />

b. lamina propria: sottile, ricca di ff. elastiche<br />

c. mesotelio<br />

d. liquido pericardico<br />

2. miocardio: è la componente più spessa ovviamente<br />

comune (di lavoro): classica struttura del muscolo striato caratterizzata da cellule fusate, che in<br />

questo caso compongono una rete di fibre interconnesse<br />

• dischi intercalari: connettono le fibre, grazie alle GAP junctions sono alla base del<br />

sincizio funzionale rappresentato dai cardiomiociti<br />

• ff. elastiche: la componente più importante dal punto di vista connettivale<br />

• cardiociti mio endocrini: alias i cardiomiociti atriali, che a differenza dei ventricolari<br />

secernono ANF, come tali hanno un Golgi più sviluppato.<br />

specifico (pacemaker): costituisce ovviamente il sistema di conduzione. Tre citotipi:<br />

• nodali: più piccole dei cardiomiociti di lavoro, i mio filamenti sono pochi e disordinati<br />

• di transizione: via di mezzo tra nodali e di lavoro<br />

• purkinje: fondamentali per la trasmissione rapida, nelle branche del fascio AV che<br />

sono in posizione sottoendocardica. Sono comunque presenti mio<br />

filamenti, ma le cellule appaiono chiare per il glicogeno contenuto.<br />

3. endocardio: membrana biancastra che riveste perfettamente le cavità cardiache;<br />

a. strato sottoendocardico: connettivo, si prosegue nelle componenti elastiche del miocardio,<br />

assente nei mm. papillari è fondamentale perché contiene<br />

• vasi sanguini<br />

• rami nervosi<br />

• ramificazioni terminali delle purkinje<br />

b. lamina propria: priva di vasi, si prosegue in modo mal definito nello strato sottoendocardico<br />

• ff. elastiche<br />

• fascetti di miofibrille<br />

c. endotelio: in continuità con quello dei grossi vasi, forma delle specifiche pieghettature in<br />

corrispondenza delle valvole (lembi).<br />

Pericardio<br />

Contiene normalmente 15-50ml di ultra filtrato, non di più. Le modalità di riflessione del foglietto parietale<br />

in quello viscerale sono rese complicate dalla presenza dei vasi maggiori. Importante l’entità del seno<br />

trasverso del pericardio, che separa le grosse arterie dalla parete anteriore dell’atrio.<br />

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… l’ipertrofia può essere di due tipi:<br />

concentrica: da sovraccarico pressorio, si caratterizza per un ispessimento dato da una<br />

deposizione delle fibre in senso parallelo, all’asse maggiore, e quindi si<br />

ha ispessimento netto della parete<br />

eccentrica: da sovraccarico volumetrico, in questo caso la parete può<br />

ispessirsi come rimanere invariata o assottigliarsi, perché il<br />

cuore si dilata<br />

± proporzionalmente.<br />

…queste forme di ipertrofia, al contrario del cuore d’atleta vedono:<br />

capillari diradati: nel contesto di un’aumentata richiesta<br />

metabolica<br />

isoforme proteiche: riguardo le fibre contrattili, spesso meno<br />

funzionali di quelle canoniche<br />

morfologia<br />

I rilievi di un’icc sono per lo più extra-cardiovascolari, si tratta degli effetti periferici del deficit centrale.<br />

cuore: si parla più di un’alterazione sinistra; in linea generale sono cuori grossi e pesanti<br />

o IMA pregressi: cicatrici come dire, spesso anche solo fibrosi superficiali<br />

o malformazioni valvolari<br />

o VS ipertrofico & dilatato: a meno che la causa non sia proprio lì (stenosi mitraliche p.es);<br />

o dilatazioni secondarie dell’atrio Sx ⇒ fibrillazioni ⇒ trombi auricolari<br />

o aterosclerosi stenosante: la maggior parte dei casi l’eziologia, come visto, è una CAD<br />

o trombi murali<br />

o miocitolisi (vacuolizzazione subendocardica): un tipico segno di ischemia che si trova anche in<br />

acuto nelle aree circostanti la necrosi nell’IMA (vd. dopo)<br />

polmoni: si ha aumento pressorio delle vene polmonari ovviamente, con congestione polmonare &<br />

edema ⇒ polmoni pesanti. In sequenza si ha:<br />

o trasudato perivascolare / interstiziale (setti interlobulari) ⇒ strie di Kerley (RX)<br />

o allargamento dei setti interalveolari (su base edematosa)<br />

o liquido in alveoli<br />

o macrofagi emosiderinici a causa di proteine leganti ferro nell’edema e dei RBC che regolarmente<br />

si portano a questo livello: si parla di cellule dello scompenso<br />

cardiaco (siderofagi) che sono un segno indiretto di avvenuti edemi.<br />

reni:<br />

o deficit sinistro: la ridotta perfusione attiva il RAAS, che ritiene sale & liquidi che vanno a<br />

riversarsi nell’edema polmonare incipiente; Inizialmente è controbilanciata<br />

dall’ANP.<br />

o deficit destro: la congestione è più marcata, maggior ritenzione idrica e iperazotemia<br />

cervello: sia nel deficit destro che sinistro avanzati, non cambia:<br />

o encefalopatia ipossica: nei casi molto avanzati (VS), con irritabilità, perdita di concentrazione e<br />

agitazione, fino agli estremi di stupore e coma.<br />

fegato e sistema portale: si parla di deficit destro, che il più spesso dà epatomegalie congestizia, con:<br />

o fegato a noce moscata: tardivamente<br />

o necrosi centro lobulare associata a congestione sinusoidale<br />

o sclerosi cardiaca / cirrosi: con processi di lunga data, come effetto dello scompenso anterogrado.<br />

o splenomegalia congestizia: l’ipertensione portale si riflette anche sulla milza, che presenterà<br />

- dilatazione sinusoidale<br />

- 300-500g (vs. normali 150g max)<br />

spzz. pleurici e pericardici: accumulo di liquido, è un quadro che vede componenti di disfunzione destra<br />

tessuti sottocutanei: sempre nello scompenso destro, per l’anasarca che caratterizza il quadro.<br />

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Cardiopatie Ischemiche<br />

Sono per il 9O% dovute a CAD (coronary hearth disease), cioè un’ostruzione aterosclerotica delle coronarie.<br />

Nel complesso si riassumono clinicamente in:<br />

• icc: i sintomi si hanno per ostruzioni > 75%, se si hanno a riposo si è superato il 90%.<br />

• IMA<br />

• angina pectoris<br />

• alcune forme di morte cardiaca improvvisa (MCI)<br />

…queste situazioni (a parte l’icc) hanno tutte in comune un’alterazione acuta di un ateroma, che nei 2/3 dei<br />

casi è precedentemente completamente asintomatico, occupando < 50% del lume in media.<br />

- rottura / fissurazione ⇒ ed esposizione di superfici pro trombogene<br />

- emorragia nell’ateroma ⇒ e suo improvviso aumento di volume<br />

Le cause alla base di questa alterazione improvvisa posso essere molte:<br />

placche vulnerabili: cioè con abbondante componente lipemica e ridotta componente fibrosa<br />

stimolazione adrenergica: difatti gli IMA si concentrano normalmente tra le 6AM e le 12AM, che è il<br />

periodo dopo il risveglio quando la pressione si alza dopo il riposo, anche<br />

su drive adrenergico.<br />

vasocostrizione: chiaramente precipita il quadro, anche aumentando lo stress sulla spalla<br />

dell’ateroma, che è una regione particolarmente sensibile agli stress emodinamici e<br />

spesso debole strutturalmente. Possono indurre una costrizione critica:<br />

• agonisti adrenergici<br />

• piastrine attivate<br />

• endotelina ↑ / NO ↓ in seguito a variazioni del pattern di espressione genica endoteliale indotte<br />

dalla placca ateromatosa<br />

• mediatori delle cellule infiammatorie perivascolari<br />

<br />

Infarto Miocardico<br />

All’ostruzione di una coronaria si ha la perdita del metabolismo aerobio nell’arco di pochi secondi, con una<br />

perdita di forza contrattile nel giro di 60 secondi.<br />

Le alterazioni rimangono reversibili entro 30 minuti, quindi inizia il processo di necrosi mista ad apoptosi<br />

delle cellule miocardiche (flusso < 10% del normale). La necrosi avanza come un fronte d’onda,<br />

approfondendosi man mano anche in spessore, finché a 6-12h si ha infarto trans murale di tutta l’area.<br />

La velocità di progressione dipende da:<br />

- circoli collaterali: quindi ischemia di lungo decorso precedente all’episodio che<br />

abbia stimolato la neo angiogenesi<br />

- sede / grado di ostruzione<br />

- durata dell’ostruzione<br />

- presenza di spasmo<br />

- altri fattori<br />

.. il rischio maggiore è nei maschi > 40 e nelle donne post menopausa: le donne fertili sono protette, per<br />

quanto la terapia ormonale non riesce a prolungare questa protezione.<br />

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Alterazioni e timing<br />

Riconoscere un’area infartuale nelle prime fasi può non essere così facile. Il tipo di alterazioni rilevabili<br />

dipendono da quanto il pz. sopravvive all’evento;<br />

0 - 30 min: alterazioni reversibili (microscopia elettronica )<br />

o rilassamento fibre<br />

o perdita di glicogeno<br />

o rigonfiamento mitocondriale<br />

< 12h: difficilmente sono infarti riconoscibili, anche se la necrosi coagulativa è già avvenuta<br />

o MO (microscopia ottica): a volte sono già visibili segni di necrosi<br />

o ME (microscopia elettronica): rottura del sarcolemma / densità anomala dei mitocondri<br />

12-24h: in questo caso si sfrutta la deplezione di deidrogenasi dall’area necrotica con la colorazione<br />

con CTT (cloruro trifeniltetrazolio) che diventa rosso mattone solo nel miocardio sano.<br />

o MO: si cominciano ad avere ipereosinofilia, picnosi (imm.)<br />

bande di contrazione (imm.) ai margini, che<br />

verosimilmente sono l’effetto delle fibre vive su<br />

quelle colpite, che tendono ad essere raggrinzite con<br />

un pattern ondulato.<br />

miocitolisi: segno di ischemia perifericamente<br />

all’infarto, si hanno vacuoli di liquido all’interno delle<br />

cellule.<br />

3-7 giorni: si inizia ad avere nella sede infartuale l’area giallo-bruna<br />

rammollita tipica<br />

o MO: la morte cellulare induce infiammazione che richiama<br />

cellule spazzine quali i macrofagi, deputati a rimuovere le cellule morte.<br />

7-10gg: massima estensione dell’area giallo – bruna<br />

o MO: si comincia ad avere tessuto di granulazione che sostituisce le aree ripulite dai<br />

macrofagi; il processo parte ai margini della lesione in senso centripeto, perché le<br />

cellule ovviamente raggiungono prima le aree vicine alle zone ancora irrorate.<br />

10-14gg: bordi dell’infarto depressi e rosso-grigiastri<br />

o MO: neovasi, deposizione di collagene e tessuto di granulazione molto ben sviluppato<br />

2-8 settimane: progressione della cicatrice grigio-biancastra più stabilizzata ed evoluta in periferia<br />

o MO: graduale riduzione delle cellularità ed aumento delle fibre collagene<br />

> 2 mesi: cicatrice stabilizzata indistinguibile temporalmente da una molto precedente.<br />

Complicazioni (prof. Sinagra)<br />

…di che evento effettivamente muore un pz. con IMA?<br />

1) deficit di pompa per estesa cicatrice<br />

dipende da quanto tessuto miocardico è compreso nel deficit. Spesso situazioni di ischemia cronica<br />

finisco per dare maggior importanza ad una coronaria che sostiene anche molti circoli di compenso,<br />

chiusa questa, si perde la vitalità non solo dell’area nativa di irrorazione, ma anche di quelle “neo<br />

adottate”, e l’infarto può essere ben più grande di quello che farebbe pensare il semplice vaso ostruito.<br />

2) arresto cardiaco (fibrillazione) o aritmie<br />

Senza cardioversione (arresto) muori. Nell’arresto ipo/iper cinetico ci può essere scoordinazione<br />

totale o acinesia. Importanza del BLS.<br />

3) Rottura di strutture cardiache<br />

Tardiva (24-48h ore dopo). In molti di questi casi si tratta appunto di dissociazione<br />

elettromeccanica: la componente meccanica fallisce, anche se gli stimoli elettrici sono normali. P.es<br />

nel tamponamento il cuore è stimolato, si contrae, ma non c’è flusso.<br />

a. muscolo papillare: in un infarto posteriore p.es ⇒ edema polmonare acuto<br />

b. setto interventricolare: shunt sinistro destro e insufficienza del ventricolo destro che<br />

esaurisce in fretta la sua capacità di contrarsi ⇒ I-II derivazioni<br />

c. parete libera: genera asistolia, si ha emopericardio e tamponamento che porta alla morte;<br />

La sede più comune è la parete laterale a livello medio ventricolare.<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 45


Nb: è raro, ma la rottura di parete libera può venir contenuta dal pericardio adeso alle zone circostanti, che<br />

determina uno pseudo aneurisma o falso aneurisma, che nel 50% dei casi c.a invece di rompersi<br />

trombizza.<br />

complicanze non mortali<br />

4) pericardite: fibrinosa o fibrino emorragica; è una reazione all’infiammazione indotta dall’infarto<br />

che segue 2-3 giorni all’evento acuto.<br />

5) espansione dell’infarto: più che l’ampliarsi dell’area di necrosi di intende lo stiramento del tessuto<br />

6) trombosi murale: abbastanza tipica, consegue alla stasi dell’area infartuata associata al danno<br />

endocardico; chiaramente è un evento associata ad elevata morbidità per<br />

l’embolizzazione che consegue.<br />

È più comune anche perché basta un infarto sub endocardico per ledere<br />

l’endocardio e dare trombosi.<br />

7) aneurisma ventricolare: vero, si tratta di un’espansione della parete ventricolare, spesso<br />

conseguente ad espansione dell’infarto.<br />

<br />

Morte cardiaca improvvisa (MCI)<br />

Si intende la morte improvvisa per cause cardiache (in genere entro 1h) di pzz. asintomatici senza particolari<br />

risk factors. Spesso può essere la prima (ed unica evidentemente) manifestazione di una cardiopatia<br />

ischemica.<br />

cause<br />

Si dividono in due grandi gruppi:<br />

1. ad origine aterosclerotica (80-90% delle MCI): in genere si trovano stenosi > 75% nell’80-90% di<br />

questi soggetti, e spesso anche cicatrici di infarti pregressi (40%).<br />

2. non aterosclerotiche: in genere sono soggetti più giovani:<br />

a. malformazioni strutturali o coronariche; Ricordiamo la ARVD nei giovani atleti p.es<br />

b. stenosi aortica<br />

c. prolasso mitralico<br />

d. miocarditi<br />

e. cardiomiopatie: ipertrofica o dilatativa in genere<br />

f. PHT<br />

g. aritmie / alterazioni della conduzione: ereditarie o acquisite, come p.se la s. del QT lungo,<br />

che predispone a torsione di punta (e quindi fibrillazione ventricolare) e che è a<br />

trasmissione autosomica dominante.<br />

h. ipertrofia isolata: da cause sconosciute. L’aumento di massa cardiaca infatti è un risk factor<br />

indipendente di MCI.<br />

<br />

Cardiopatia Ipertensiva (CIp)<br />

È la risposta cardiaca all’aumentato carico di lavoro derivante dall’HPT sistemica. Si definisce come<br />

un’ipertrofia VS (ventricolare sinistra)<br />

• concentrica (tipicamente)<br />

• in pz. con storia o evidenza di HPT sistemica (bastano 140 / 90 mmHg per un lungo periodo)<br />

• in assenza di altre patologie CV che possano averla causata<br />

morfologia<br />

Si ha un ispessimento sconsiderato delle pareti ventricolari (>2cm) per un peso > 500g, che sfocia col tempo<br />

in una insufficienza diastolica. A livello microscopico si ha:<br />

- aumento del diametro trasverso dei miociti (difficile da apprezzare al MO)<br />

- pleomorfismo cellulare<br />

- fibrosi interstiziale<br />

- alterazioni metabolico – biochimiche tipiche dell’icc<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 46


clinica<br />

È un pz. spesso anche asintomatico, nel quale se viene trattata in tempo utile la condizione ipertensiva si può<br />

avere una regressione.<br />

La diagnosi può essere anche fortuita:<br />

ECG di controllo<br />

ECOcardio<br />

.. oppure basarsi su sintomi insorti:<br />

FA: dovuta al sovraccarico che si riflette sull’atrio, che si dilata e fibrilla<br />

cardiopatia ischemica / icc<br />

insufficienza renale<br />

ictus<br />

<br />

Cor Polmonare<br />

(cardiopatia ipertensiva polmonare)<br />

Condizione in cui si ha ipertrofia e dilatazione ventricolare destra secondarie ad una patologia del circolo o<br />

del parenchima polmonare, che escludono:<br />

• cardiopatie congenite<br />

• PHT secondaria ad uno scompenso del VS<br />

Nb: in acuto (e.g. embolia polmonare massiva) si ha dilatazione acuta ed insufficienza, è nella forma lenta e<br />

cronica che si sviluppa cardiopatia ipertensiva destra.<br />

eziologia (fisiopatologia medica)<br />

1. vasocostrizione ipossica<br />

a. BPCO<br />

b. bronchite cronica<br />

a. Fibrosi cistica<br />

} 50% dei casi } anche patologie parenchimali<br />

b. Ipoventilazione cronica<br />

c. Alta quota<br />

2. occlusione /stenosi del letto vascolare<br />

a. tromboembolie ricorrenti<br />

b. PHT idiopatica<br />

c. …<br />

3. patologia parenchimale<br />

a. bronchiectasie<br />

b. …<br />

morfologia<br />

Ovviamente si parla della forma cronica: nella acuta si ha semplicemente dilatazione<br />

• VD (ventricolo destro) di forma ovoidale<br />

• spessore parietale↑ che può raggiungere quello del VS<br />

a. fasi precoci: ispessimento dei fasci del cono di efflusso<br />

• compressione secondaria del VS<br />

• insufficienza tricuspidalica con ispessimento fibroso dei lembi vascolari<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 47


Cardiopatie congenite<br />

Sono problemi essenzialmente riguardanti le settimane III - VIII, spesso si tratta di anomalie incompatibili con<br />

la vita intra uterina, l’incidenza dei nati vivi con malformazioni è dell’1% c.a, più alta nei prematuri e<br />

spesso l’intervento correttivo risolve il quadro, anche se il cuore che si ottiene a volte non è perfettamente<br />

normale e può tardivamente andare incontro (anche dopo anni asintomatici) ad:<br />

fattori predisponenti<br />

• aritmie<br />

• ischemia<br />

• disfunzione<br />

familiarità: è il fattore in assoluto più importante, soprattutto nelle parentele di primo grado<br />

trisomia 21<br />

rosolia congenita<br />

teratogeni<br />

… come sempre la genesi rimane in ultima analisi multifattoriale.<br />

caratteristiche cliniche<br />

Le situazioni cliniche compatibili con un nato vivo possono dare essenzialmente tre sindromi, che possono<br />

evolvere l’una nell’altra (shunt) o essere contemporanee (atresia + shunt).<br />

1) shunt DX SX (tetralogia di Fallot, trasposizione delle grandi arterie…) come tale provoca una<br />

deossigenazione del sangue nella circolazione sistemica, con conseguenti segni a lungo<br />

termine..<br />

a. ippocratismo digitale<br />

b. policitemia<br />

c. embolie paradosse<br />

2) shunt SX DX (DIA, DIV, pervietà del dotto arterioso…): dà problemi più grossi, in quanto determina<br />

un aumento della pressione del circolo polmonare:<br />

vasocostrizione tonica (⇒ ipertrofia della media)<br />

lesioni intimali ostruttive irreversibili: tardivamente<br />

inversione dello shunt in quanto le pressioni polmonari raggiungono quelle sistemiche<br />

cardiopatia congenita cianogena tardiva: il quadro terminale, il pz. va ad exitus.<br />

3) atresia: è una ostruzione completa.<br />

<br />

Morfogenesi del cuore<br />

Si hanno diverse fasi, a partire da cordoni di cellule mesenchimali angioblastiche; È piuttosto complesso,<br />

immagini dell’Anastasi (edi-ermes, Trattato di Anatomia Umana IV ed. 2006, G.Anastasi, C.Balboni):<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 48


la prima fase vede l’unione in un elemento centrale di diversi vasi primitivi (20-28°gg), fig. a<br />

• tubo endocardico dai due tubi endocardici separati<br />

• seno venoso dalle vene ombelicali<br />

• tronco arterioso dalle due aorte dorsali<br />

prima flessione e ripiegatura: si formano strozzature fondamentali, che danno origine ad atrio e<br />

ventricolo primitivi (fig. b)<br />

• tra atrio e ventricolo è detta canale auricolare<br />

• tra bulbo e ventricolo, detto canale di Haller<br />

cuscinetti: si formano internamente alle strozzature nella cavità, e si ricollegano ai setti in via di<br />

sviluppo, separando (nel caso del canale auricolare) gli osti A/V destri e sinistri e fornendo<br />

poi più avanti le valvole cardiache A/V<br />

setti: hanno uno sviluppo diverso per quello atriale e ventricolare:<br />

• ventricolare (fig. f): si forma a partire da due elementi:<br />

- cresta bulbo ventricolare: in discesa dal bulbo verso il ventricolo<br />

- setto interventricolare secondario: si porta cranialmente per poi unirsi ai cuscinetti che<br />

sviluppandosi hanno diviso gli osti AV destro e sinistro.<br />

Nb: al posto del forame interventricolare si forma la p.te membranosa del setto interventricolare.<br />

• bulbare: come si diceva prende parte alla formazione del setto ventricolare con la porzione<br />

caudale, ma cranialmente la sua funzione è di separare aorta e tronco polmonare<br />

• atriale: è più complessa forse: si hanno due fori che permettono la comunicazione interatriale che<br />

poi si chiudono in sequenza;<br />

- setto primario ⇒ lascia inizialmente una comunicazione, il foro primitivo, a livello del<br />

pavimento, poi sviluppandosi ulteriormente lo richiude.<br />

- foro secondario ⇒ origina dalla mancata completezza del setto primario, ma a livello del tetto<br />

- setto secondario ⇒ si sviluppa come una lamina altra rispetto al setto primario, parallelamente a<br />

destra. Ha una crescita lenta, così che arriva ad una vera completezza<br />

praticamente nel momento della nascita<br />

… al momento del parto, si sviluppa d’improvviso l’importante gradiente pressorio tra cuore<br />

destro e sinistro, che forza l’accollamento dei due setti (primario e secondario) determinando<br />

la chiusura del forame di Botallo.<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 49


… lo studio della morfogenesi cardiaca si è avvalsa di importanti modelli animali, che hanno consentito un<br />

dettagliata mappatura dei vari geni responsabili delle più importanti fasi di sviluppo del cuore, per cui si sono<br />

riusciti ad associare determinati geni / fattori di trascrizione ad altrettante alterazioni (p.es il fattore di<br />

trascrizione NKX2.5 per i DIA isolati).<br />

L’interpretazione di questi dati è molto complicata perché una stessa alterazione può determinare certi fenotipi<br />

anche diversi, quindi l’analisi anatomopatologica spesso non riesce a correlare certi quadri con una stessa<br />

mutazione senza passare per un ragionamento morfogenetico.<br />

Le situazioni sono cinque:<br />

<br />

Shunt sinistro - destro<br />

1. DIA: Lo shunt è sempre SX-DX ovviamente: di solito sono deficit isolati, se si associano p.es a<br />

tetralogia di Fallot sono emodinamicamente secondari rispetto all’altra malformazione.<br />

Spesso asintomatica fino ai 3O in alcuni casi provoca immediata icc (si ha 4 volte il flusso<br />

polmonare).<br />

ostium secundum (9O%): a livello della finestra ovale ovviamente<br />

ostium primum: associate ad una fissurazione della mitrale<br />

difetti del seno venoso: nei dintorni dell’ostio della vena cava, spesso associate a<br />

connessioni patologiche cava – vv. polmonari DX.<br />

Nb: cardiopatia congenita cianogena tardiva (per la PHT conseguente) in < 1O% dei soggetti<br />

2. DIV: dà sempre shunt SX-DX per via del gradiente pressorio; Isolati solo nel 30%, normalmente<br />

associati ad altre malformazioni (⇒ prognosi!!). I casi sono due: o il difetto è abbastanza<br />

piccolo da essere asintomatico e si affida la situazione ad una probabile richiusura spontanea,<br />

oppure bisogna operare entro l’anno per evitare gli effetti irreversibili della PHT.<br />

DIV membranoso: della regione membranacea del setto, la cosa più frequente e<br />

che dà di solito le maggiori aperture.<br />

DIV infundibolare: al di sotto della valvola polmonare<br />

DIV del setto muscolare: più spesso multipli (setto a gruviera), piccoli, insignificanti<br />

emodinamicamente, vanno ad occludersi autonomamente.<br />

Nb: è la malformazione più comune<br />

3. DSAV: difetto del Setto A/V completo; dipende da un mancato congiungimento dei cuscinetti<br />

endocardici superiore e inferiore, per cui le 4 camere comunicano liberamente attraverso una<br />

soluzione di continuità centrale. Circa i 2/3 dei pzz. sono Down.<br />

4. PDA: persistenza del dotto arterioso di Botallo: porta ad un passaggio dall’aorta al tronco polmonare.<br />

È più spesso isolato (90%), con dimensioni variabili del dotto (per lunghezza e diametro):<br />

dotto ristretto: asintomatico, non altera lo sviluppo, può dare un rumore a<br />

locomotiva (continuo, aspro).<br />

PHT: la solita via finale comune ⇒ va richiuso entro l’anno<br />

doppia lama: è salvifico p.es nell’atresia aortica, dove permette al bambino di<br />

sopravvivere fino all’intervento.<br />

<br />

Shunt destro – sinistro<br />

1. cardiopatia congenita cianogena tardiva:<br />

cioè lo shunt opposto nel quale la pressione del<br />

circolo polmonare ormai è tale da invertire lo<br />

shunt.<br />

2. tetralogia di Fallot: è la malformazione con<br />

shunt DX-SX più comune. I 4 caratteri<br />

fondamentali sono riassunti in figura <br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 50


Per il resto si hanno rilievi anatomopatologici ± associati quali:<br />

cuore a scarpetta per l’ipertrofia VD<br />

atresia tronco polmonare: cioè mancata pervietà, se il bambino sopravvive è per via di:<br />

i. PDA<br />

ii. dilatazione dei vasi bronchiali<br />

DIA può associarsi<br />

± insufficienza valvolare aortica<br />

arco aortico destro posto<br />

3. trasposizione delle grandi arterie: questo problema origina nella formazione dei setti truncale ed<br />

aorto polmonare. Il pz. con questa malformazione sopravvive<br />

solo in presenza di un adeguato shunt e con un certo grado di<br />

cianosi.<br />

inversione dell’origine ventricolare di aorta e tronco<br />

polmonare<br />

normali connessioni tra atri e ventricoli<br />

rapporti (spaziali) tra aorta e tronco polmonare<br />

invertiti: il tronco polmonare si trova antero posto rispetto<br />

l’aorta.<br />

compatibile con la vita a condizione che vi sia uno shunt<br />

sufficiente:<br />

i. PDA (65% dei nati con TDA)<br />

ii. DIV (35% dei nati con TDA)<br />

se è presente solo un piccolo difetto che tende alla<br />

chiusura è necessario un intervento con palloncino<br />

per creare un DIA, oppure si esegue un intervento riparativo.<br />

Aspetto anatomopatologico: si ha l’inversione delle caratteristiche del cuore<br />

i. VD ipertrofico in quanto sostiene la circolazione sistemica<br />

ii. VS atrofico in quanto si trova a sorreggere semplicemente la circolazione polmonare<br />

4. atresia tricuspidale: in genere la sopravvivenza è in termine di settimane / mesi dalla nascita, con una<br />

cianosi congenita molto importante.<br />

ipoplasia VD<br />

difetti dei setti: fondamentali per assicurare un passaggio del sangue oltre l’atresia<br />

i. DIA / forame ovale pervio: poi, quando si chiude, caput.<br />

ii. DIV: permette al VS di comunicare con l’arteria che origina dal VD ipoplastico<br />

<br />

Anomalie congenite ostruttive<br />

1. coartazione aortica: si tratta di uno strozzamento dell’aorta che ha a che fare con il dotto arterioso;<br />

infatti se ne distinguono due forme:<br />

infantile: con PDA ed ipoplasia dell’aorta; In base all’entità avremo<br />

i. bambini cianotici: richiedono un intervento precocissimo<br />

ii. forma asintomatica: sono bambini che possono protrarre la condizione fino all’età<br />

adulta, nei quali si avranno tipicamente:<br />

• ipertensione agli atri superiori<br />

• ipotensione iposfigmia agli arti inferiori, claudicatio, senso di freddo<br />

adulta: proprio in corrispondenza del legamento arterioso (ex dotto arterioso)<br />

… l’entità della clinica dipende interamente da fattori quali:<br />

i. grado di stenosi (50%, di più…)<br />

ii. associata stenosi valvolare aortica (spesso presente)<br />

iii. associata valvola aortica bicuspide<br />

iv. altre malformazioni: DIA, DIV, aneurismi a bacca (Willis), etc…<br />

..particolare negli adulti un fenomeno di circolo collaterale che sfrutta aa. intercostali<br />

e mammarie interne che diventano dilatate e danno lievi erosioni costali<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 51


2. stenosi o atresia Polmonare: chiaramente le forme più lievi di stenosi tendono alla asintomaticità e<br />

sono compatibili con una lunga vita, poi ci sono le situazioni più<br />

significative:<br />

dilatazioni post stenotiche della polmonare dovute ai vortici che si formano<br />

coesistenza di stenosi sottopolmonare (come nella tetralogia di Fallot): evita che il tronco<br />

polmonare sia sottoposto all’elevata pressione<br />

sviluppata dal ventricolo destro ipertrofico, e si può<br />

avere anche atrofia della polmonare.<br />

atresia completa: non c’è comunicazione tra VD e polmoni, il flusso ematico sfrutta un DIA e<br />

una PDA<br />

3. stenosi o atresia aortica: se si ha una lieve stenosi congenita in genere è ben tollerata, si tratta con<br />

una profilassi antibiotica ed evitando sforzi intensi, comunque il rischio di<br />

morte improvvisa si profila sempre.<br />

stenosi: congenita è una malformazione isolata nell’80% dei casi, si distinguono di tre tipi:<br />

i. valvolare: cupole ipoplastiche o ispessite o nodulari / displastiche;<br />

Se è grave si sovrappone come andamento all’atresia<br />

ii. subaortica: causata da un ispessimento del tessuto fibroso endocardico denso.<br />

iii. sopravalvolare: displasia ereditaria dell’aorta, con parete dell’aorta ascendente<br />

molto ispessita e restringimento luminale.<br />

s. di Williams: patologia dello sviluppo che vi si può correlare e che interessa<br />

tutto il sistema arterioso. È dovuta a mutazioni dell’elastina.<br />

atresia: così come la stenosi aortica valvolare congenita grave, in genere porta a morte entro<br />

una settimana: si ha la s. del cuore sinistro ipoplastico:<br />

i. iposviluppo VS / aortico<br />

ii. fibroelastosi endocardica a porcellana: simile alla cardiomiopatia restrittiva<br />

iii. dotto è fondamentale per permettere il passaggio del sangue in aorta e coronarie, al<br />

collasso si ha la morte del neonato.<br />

<br />

Malposizioni cardiache<br />

Qualsiasi posizione del cuore diversa dalla levocardia nel situs solitus, laddove un cuore levocardico in un<br />

contesto di situs inversus è paradossalmente anch’essa una mal posizione.<br />

destrocardia: il cuore risulta riflesso su un asse verticale rispetto al normale. Se associato a situs<br />

inversus non è considerabile come malposto.<br />

destro posizione: il cuore è spostato a destra, ma la configurazione delle camere è quella normale.<br />

Spesso si associa a DIA.<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 52


Le valvole sono sempre sotto stress per via di:<br />

<br />

Malattie Valvolari ed Endocardiche<br />

- numero di cicli cardiaci<br />

- deformazione tissutale subita ad ogni ciclo<br />

- gradiente pressorio sopportato<br />

… il danno cumulativo si esprime come deposizione di calcio in primis, che non si associa al danno di tipo<br />

aterosclerotico (no deposizione lipidica no proliferazione cellulare).<br />

È un fenomeno parafisiologico:<br />

<br />

Stenosi valvolare aortica calcifica<br />

• 8O-9O anni in media (valvola sana)<br />

• 6O-7O anni se valvola bicuspide congenita: in questo caso una cuspide è più estesa dell’altra, nel<br />

punto di mancata separazione c’è un rafe che è la<br />

sede prima di calcificazione.<br />

… < 1O% ormai derivano da patologia reumatica. (imm)<br />

Finché asintomatica si parla di sclerosi valvolare aortica, quindi la stenosi determina<br />

un deficit quantificabile<br />

morfologia<br />

margine libero sano<br />

calcificazioni a livello degli snodi con masserelle calcifiche aggettanti nei seni di valsalva.<br />

commessure libere: nella forma congenita o reumatica invece si fondono<br />

fibrosi e ispessimento dei lembi<br />

<br />

Calcificazione dell’anulus mitralico<br />

Avviene più spesso nelle donne over 6O<br />

• noduli calcifici duri di 2-5mm<br />

• anulus fibroso<br />

• spesso non compromette la funzionalità, ma in caso:<br />

- può provocare reflusso interferendo con la contrazione<br />

- induzione di aritmie: può approfondirsi tanto da disturbare il fascio A/V<br />

- substrato per (1) trombosi ⇒ rischio di embolizzazione (2) endocarditi infettive<br />

<br />

Prolasso mitrale (degenerazione mixomatosa)<br />

Una delle più comuni forme di malattia valvolare rilevata anatomopatologicamente.<br />

lembi: prolassano come palloncini nell’atrio sinistro durante la sistole<br />

• molli (floppy) - gommosi<br />

• slargati<br />

• ridondanti<br />

anulus allargato: raro nelle altre patologie della mitralica<br />

corde tendinee allungate / rotte<br />

assottigliamento dello strato fibroso: da cui dipende l’integrità strutturale dei lembi<br />

deposizione mixedematosa compensatoria con aumento di spessore della spongiosa<br />

NON fusione delle commessure: proprio della cardiopatia reumatica<br />

ispessimenti reattivi dovuti all’attrito:<br />

• nei punti di sfregamento dei lembi<br />

• dell’endocardio dove le corde tendinee battono o dove sfregano i lembi collassati (anche atrio)<br />

trombi si possono formare sulla superficie atriale dei lembi, soprattutto nei recessi ⇒ embolie !!<br />

calcificazioni alla base del lembo mitralico posteriore, di nuovo predisponenti per endocarditi<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 53


Febbre e cardiopatia reumatica<br />

Ci si riferisce alla malattia infiammatoria acuta che può seguire ad una faringite da strepto-A e che è in grado<br />

di determinare alterazioni valvolari fibrosanti con ripercussioni croniche:<br />

- febbre reumatica acuta (FR)<br />

- cardiopatia reumatica cronica (CRC)<br />

Segue di alcune settimane alla manifestazione prima, ed è più comune e severa nei contesti socioeconomici<br />

svantaggiati.<br />

Clinica e Patogenesi<br />

Si tratta di una iper reattività probabilmente alla proteina M degli strepto β emolitici –A, ma tuttora non si è<br />

certi e la patogenesi rimane ufficialmente ignota; Le manifestazioni sono di:<br />

- poliartriti migranti<br />

- carditi acute ⇒ si possono avere sfregamenti, rumori deboli, tachiaritmia e aritmie<br />

- noduli sottocutanei<br />

- eritema marginato cutaneo<br />

.. dopo il primo attacco l’organismo è maggiormente predisposto ad ulteriori attacchi.<br />

morfologia<br />

I rilievi anatomopatologici sono molto indicativi, per cui sono entità ben conosciute<br />

febbre reumatica<br />

• corpi di Aschoff: lesioni cardiache infiammatorie caratterizzate da:<br />

- focolai di collageno eosinofilo rigonfio<br />

- linfociti (T principalmente)<br />

- plasmacellule<br />

- cellule a bruco (di Anitschkow): che sono dei macrofagi rigonfi con una particolare<br />

disposizione della cromatina nel nucleo i nastri sottili e ondulati, da<br />

cui il nome. Anche in versione gigante multi nucleata.<br />

- diffusione: si parla di pan cardite in quanto le cellule si rilevano a tutti i livelli del<br />

cuore: miocardio, endocardio, pericardio…<br />

• pericardite “a pane e burro”: con essudato fibrinoso o siero-fibrinoso, che va a restitutio.<br />

• foci di necrosi fibrinoide su cuspidi e corde tendinee<br />

• vegetazioni verrucose che insorgono a livello dei foci necrotici: probabilmente la deposizione<br />

fibrinosa a livello di erosioni flogistiche<br />

• placche di McCallum: indurimenti sub endocardici reattivi al reflusso a livello atriale SX<br />

cardiopatia reumatica cronica: rappresenta il 99% dei casi di stenosi mitralica<br />

• c.pi di Aschoff fibrotizzati: raramente rilevabili<br />

• ispessimento dei lembi<br />

- fibrosi<br />

- neovascolarizzazione<br />

• fusione delle commessure: cui spesso si è accennato<br />

• accorciamento / ispessimento / fibrosi delle corde tendinee<br />

• ± interessamento di un’altra valvola (p.es l’aortica)<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 54


vegetazioni non infettive<br />

Si tratta di pzz. debilitati con tendenza all’ipercoagulabilità (cancro p.es), e difatti era nota come<br />

endocardite marantica.<br />

Si tratta di formazioni:<br />

• non deostruenti<br />

• di materiale trombotico ⇒ rischio di embolizzazione !<br />

• sul margine libero<br />

… associata a CID.<br />

Endocardite verrucosa (da LES)<br />

Si tratta di un quadro spesso difficile da distinguere rispetto all’endocardite non infettiva classica:<br />

• più diffusa: non solo a livello dei lembi, ma anche sulle corde tendinee, l’endocardio murale..<br />

• multiple, piccole, granulari<br />

• foci di necrosi fibrinoide intorno<br />

• esiti cicatriziali cronici simili a quelli rilevabili in un’endocardite reumatica cronica<br />

<br />

Malattia cardiaca da carcinoide<br />

Nella s. da carcinoide (crampi, nausea, flushing, diarrea..) si ha anche il coinvolgimento del cuore destro<br />

(endocardio e valvole):<br />

• ispessimento intimale fibroso (endocardio parietale e valvolare): assenti ff. elastiche<br />

• tessuti sottostanti intatti<br />

..il fatto che le lesioni siano destre dipende dal complesso di enzimi dell’endotelio polmonare che tende ad<br />

inattivare la serotonina prima che abbia effetto sul cuore sinistro.<br />

<br />

Complicanze delle valvole artificiali<br />

Dipende dal tipo di valvola, diciamo che in media entro 10 anni una valvola<br />

sostituita tende a dare problemi:<br />

valvola meccanica<br />

• trombo embolie: fondamentale la terapia anti trombotica a lungo<br />

termine.<br />

• endocarditi infettive: ai margini della protesi, si possono avere<br />

infatti ascessi ad anello<br />

- stafilo commensali<br />

- strepto<br />

- funghi<br />

valvola porcina<br />

• deterioramento tissutale: col tempo si logora<br />

entrambe<br />

• emolisi: per l’elevata resistenza meccanica al flusso<br />

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Malattie del Miocardio<br />

<br />

Cardiomiopatie<br />

Le cardiomiopatie sono storicamente patologie del miocardio ad eziologia sconosciuta, anche se attualmente<br />

alcune patogenesi si stanno chiarificando, per cui si parla a volte di cardiomiopatie secondarie.<br />

cardiomiopatia dilatativa (90%) - DCM<br />

cardiomiopatia ipertrofica - CMPI<br />

cardiomiopatia restrittiva - CMPR<br />

displasia aritmogena del ventricolo destro – ARVD (arrhythmogenic right ventricular dysplasia)<br />

Predisposizione Genetica<br />

Dipende molto a seconda dei vari gruppi, spesso si ha una pesante determinazione genetica<br />

cardiomiopatia ipertrofica: 5O%; penetranza discretamente completa, autosomica dominante:<br />

quindi si tratta del 5O% di probabilità di avere la mutazione che può o<br />

meno provocare la malattia (penetranza incompleta). Geni individuati in<br />

quest’ambito sono vari, i più importanti trascrivono per:<br />

o catena pesante della β miosina<br />

o miosina binding protein C<br />

cardiomiopatia dilatativa: 25-35% di determinazione, è un’alterazione citoscheletrica<br />

displasia aritmogena: 4O% di determinazione<br />

… in generale è però un ambito molto ambiguo, perché spesso si tratta di eredità poligeniche, con penetranze<br />

incomplete, con una grossa parte di multifattorialità, per cui non è facile.<br />

Cardiomiopatie<br />

DCM<br />

CMPI<br />

CMPR<br />

ipotesi eziologiche /<br />

patogenetiche<br />

miocarditi<br />

(coxsackie B spesso)<br />

alcol /tossici: ma<br />

potrebbe essere da<br />

deficit di Tiamina<br />

peripartum (madre)<br />

genetica (25-35%)<br />

completamente<br />

genetica<br />

alterazioni<br />

sarcomeriche<br />

(invece nella DCM<br />

sono citoscheletriche)<br />

amiloidosi: causa la<br />

morte spesso<br />

emocromatosi<br />

RT mediastinica<br />

infiltrazione<br />

neoplastica:<br />

carcinoide p.es<br />

macroscopia microscopia clinica<br />

- peso 2-3x<br />

- flaccido e dilatato<br />

- spessore variabile<br />

(> = < del normale)<br />

- trombi murali<br />

- no CAD che giustifichi la<br />

clinica<br />

- cuore iper contratto<br />

- ipertrofico senza dilatazione<br />

- setto 3 volte la parete libera:<br />

- cuore a banana<br />

…dovuti all’effetto Venturi:<br />

- lembo ANT mitrale ispessito<br />

- placche / ispessimenti<br />

endocardici murali (canale di<br />

efflusso VS)<br />

- cuore normo dimensionato e<br />

lievemente dilatato<br />

- atri spesso dilatati<br />

- miocardio di<br />

consistenza<br />

aumentata<br />

- ipertrofia o<br />

assottigliamento cell<br />

muscolari<br />

- fibrosi interstiziale e<br />

endocardica<br />

- cicatrici sub<br />

endocardiche<br />

- ipertrofia miocitaria<br />

spiccata (40µm vs 15µm<br />

più normali)<br />

- disorganizzazione di<br />

fasci di miociti /miofibre<br />

- fibrosi interstiziale<br />

la biopsia spesso<br />

conduce ad una<br />

particolare forma II<br />

- fibrosi interstiziale<br />

reflusso funzionale<br />

(per la dilatazione)<br />

tricuspidale/<br />

mitralico<br />

ECG tipico<br />

scompenso<br />

deficit diastolico<br />

ECG tipico<br />

scompenso con<br />

dispnea da sforzo e<br />

angina frequenti<br />

sincopi (effetto<br />

venturi!)<br />

rischio di FA<br />

morte improvvisa<br />

deficit diastolico,<br />

sistole conservata<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 57


ARVD<br />

raramente familiare<br />

(dominante,<br />

penetranza<br />

incompleta)<br />

chr 14 in causa ?<br />

patogenesi<br />

sconosciuta<br />

- trans illuminabilità<br />

(assottigliamento) della<br />

parete del VD<br />

- uguale dimensione VD-VS<br />

- ipercheratosi palmo plantare<br />

(s. di Naxos 4 )<br />

reperti in genere a<br />

discapito del ventricolo<br />

destro:<br />

- perdita di miociti<br />

- infiltrazione adiposa<br />

- fibrosi interstiziale<br />

morte improvvisa<br />

del giovane atleta<br />

scompenso destro<br />

aritmie (tachicardia<br />

ventricolare)<br />

CMPR obliterative<br />

Si definisce obliterativa una cardiomiopatia restrittiva con fibrosi endocardica / sub endocardica, che si<br />

sviluppa più frequentemente in questi casi:<br />

fibrosi endomiocardica: diffusa principalmente in Africa (bambini e giovani adulti), interessa<br />

endocardio e sub-endocardio e procede dagli apici fino a interessare gli<br />

osti A/V<br />

o trombi murali<br />

edomiocardite di Loeffer: simile, ma non limitata ai tropici. Si ha comunque una fibrosi simile, con:<br />

o trombi murali<br />

o leucemia eosinofila sovrapposta ⇒ con eosinofilia di vari organi e interessamento mortale<br />

o patogenesi eosinofila ? si pensa che la proteina basica degli eosinofili possa essere chiamata<br />

in causa nel danno miocardico, dove creerebbe piccole aree di<br />

necrosi che poi andrebbero incontro a fibrosi e trombizzazione.<br />

<br />

Miocarditi<br />

L’origine sembrerebbe essere principalmente infettiva:<br />

virus: non si sa se sia un danno diretto o indiretto immunitario come nell’epatite<br />

o coxsackievirus A, B<br />

o CMV<br />

o HIV: è possibile sia un attacco diretto del virus che un’infezione opportunistica sovrapposta.<br />

o altri…<br />

morfologia<br />

batteri<br />

o corynebacterium diphtaeriae: a causa della tossina (quindi li vaccino protegge)<br />

o borrelia burgdorferi: nel 5% dei casi<br />

altre infezioni<br />

o trypanosoma cruzi: provoca la malattia di Chagas, endemica in sud America, sviluppa<br />

cardiopatia nell’8O% dei soggetti infetti, la maggior parte<br />

cause non infettive<br />

o febbre reumatica<br />

o reazione a farmaci: anti ipertensivi, diuretici e antibiotici in primis<br />

o connettiviti: LES & polimiosite in primis<br />

o sarcoidosi cardiaca<br />

o cuore trapiantato (rigetto)<br />

macroscopica<br />

o ± dilatato ± ipertrofico<br />

o ventricoli flaccidi<br />

o aspetto variegato: aree pallide e piccoli focolai emorragici<br />

o ± presenza di trombi murali in atri o ventricoli<br />

4<br />

disordine correlato alla ARVD con difetti nella γ-catenina, importante per la continuità desmosomi – citoscheletro.<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 58


microscopica<br />

o infiltrato infiammatorio (linfociti / monociti) interstiziale durante la fase acuta<br />

o necrosi focale dei miociti vicini agli infiltrati<br />

o distribuzione a foci: biopsia non sempre diagnostica quindi<br />

o ± fibrosi alla risoluzione della fase acuta<br />

o eosinofili nelle forme da iper sensibilità<br />

o miocardite a cellule giganti: una variante prognosticamente negativa con cell. multinucleate<br />

o Chagas: si nota il parassita all’interno delle fibre muscolari<br />

Clinica<br />

Si va dall’estremo della morte cardiaca improvvisa a quello della totale asintomaticità, la via di mezzo più<br />

comune prevede:<br />

- dispnea<br />

- astenia<br />

- palpitazioni<br />

- fastidio precordiale<br />

- febbre<br />

<br />

Malattia del Pericardio<br />

Raramente si ha patologia pericardica isolata, più spesso si accompagna o a cardiopatie o a patologie<br />

sistemiche; Nel sacco pericardico sono normalmente presenti 30-50ml, la sintomaticità di un aumento del<br />

contenuto liquido dipende dalla velocità con cui si accumula:<br />

- 500ml lentamente: possono anche essere asintomatici, si ha solo ingrandimento<br />

dell’ombra cardiaca<br />

- 200-300ml acuti e già si può avere tamponamento cardiaco<br />

.. il liquido che si accumula può avere diverse caratteristiche:<br />

emopericardio<br />

pericardite purulenta<br />

idropericardio<br />

chilo pericardio<br />

etc…<br />

eziologia<br />

infettiva<br />

o virus<br />

o batteri piogeni<br />

o TBC *<br />

o funghi<br />

immunitaria<br />

o febbre reumatica *<br />

o LES<br />

o sclerodermia<br />

o post-cardiotomia<br />

<br />

Pericardite Acuta<br />

o post IMA * (s. di Dressler): per<br />

cross reattività, si può avere anche<br />

in seguito a CCHIR<br />

o farmaci<br />

miscellanea<br />

o IMA<br />

o uremia *<br />

o post CCHIR<br />

o neoplasie *<br />

o traumi *<br />

o RT<br />

* forme che possono dare emopericardio, la causa più comune comunque è quella neoplastica.<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 59


Morfologia<br />

macroscopica microscopica<br />

sierosa 50-200cc di liquido ad elevato peso<br />

specifico, ricco di proteine<br />

fibrinosa superficie secca con fine corrugamento<br />

granuloso<br />

liquido (siero fibrinosa) ancora più<br />

denso, opalescente giallastro<br />

purulenta<br />

( costrittiva!!)<br />

400-500ml di liquido cremoso –<br />

purulento<br />

sierose arrossate, granulose<br />

reazione infiammatoria epi / peri – cardica<br />

scarsa cellularità: PMN, macrofagi e linfociti<br />

linfociti nel grasso epipericardico (cronica)<br />

se siero-fibrinosa si rilevano nel liquido<br />

- fibrina<br />

- leucociti<br />

- RBC<br />

reazione infiammatoria acuta<br />

batteri in sacco pericardico<br />

…la ematica e la caseosa (TBC) sono due varianti della fibrinosa, dove nella caseosa poi c’è il rischio di<br />

evoluzione in una forma costrittiva fibrocalcifica altamente invalidante.<br />

<br />

Forma cronica o Guarita<br />

Si hanno spesso esiti aderenziali nel processo di guarigione, ma il più delle volte sono di entità modesta e non<br />

danno problemi clinici (si rilevano semplicemente all’autopsia).<br />

mediastino pericardite adesiva:<br />

o eziologia<br />

- post – pericardite purulenta / sierosa<br />

- post RT<br />

- post intervento<br />

o sacco (sierosa parietale) obliterato alle strutture mediastiniche circostanti<br />

o retrazione sistolica della gabbia toracica ⇒ ipertrofia e dilatazione cardiaca<br />

pericardite costrittiva: la limitazione all’attività contrattile è ulteriormente aumentata dalla<br />

formazione di uno strato di materiale fibroso di 0,5-1cm, che in casi<br />

estremi può diventare come un calco calcifico (concretio cordis).<br />

o NON ipertrofia e dilatazione a causa dello spazio limitato in cui è inscritto il cuore<br />

o pericardiectomia unica terapia<br />

<br />

tumori cardiaci<br />

<br />

Cuore e tumori<br />

I tumori maligni del cuore sono per lo più metastasi (5% dei tumori maligni),<br />

mentre i tumori primitivi nel 9O% sono benigni.<br />

Mixoma cardiaco<br />

Neoplasia benigna più spesso a carico dell’atrio e più spesso dell’atrio<br />

sinistro.<br />

• singoli<br />

• 1-10cm<br />

• sessili o peduncolati<br />

• aspetto variabile:<br />

- duri globosi con screziature emorragiche<br />

- molli traslucidi e papillari<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 60


• HSV-1 ⇒ orale<br />

Testa & Collo<br />

<br />

Cavità orale<br />

<br />

HSV<br />

• HSV-2 ⇒ genitale, ma sta aumentando anche l’incidenza orale per la modificazione delle<br />

abitudini sessuali.<br />

Le manifestazioni sono di:<br />

gengivo stomatite erpetica acuta: si ha prevalentemente negli adulti, mentre i bambini di 2-4 anni<br />

(età di picco di diffusione dell’infezione) sono spesso asintomatici<br />

al primo contatto. È diffusa a tutta la cavità orale.<br />

stomatite erpetica ricorrente: compare anche a distanza dalla sede di inoculo, in aree associate allo<br />

stesso ganglio sotto forma di gruppi di vescicole (1-3mm); Sono<br />

lesioni completamente guarite nell’arco di 7-10gg.<br />

o labbra (herpes labialis)<br />

o orifizi nasali<br />

o mucosa orale<br />

o gengive / palato duro<br />

morfologia<br />

In clinica si può fare il test di Tzanck, alias l’esame del liquido contenuto<br />

sul fondo di un’ulcera (applicabile per varie patologie, CMV, VZV, pemfigo<br />

volgare...), per il resto si osservano:<br />

• vescicole (pochi mm – bolle) che si trasformano in ulcere<br />

quando si scoperchiano, quindi dolenti ed<br />

arrossate ai margini.<br />

• liquido: contenuto nelle bolle, sieroso limpido<br />

• microscopio<br />

- acantolisi: edema intracellulare<br />

- inclusioni virali<br />

- cellule giganti: dette di Tzanck, sono quelle che si ricercano nel test (imm.↑)<br />

<br />

Mughetto<br />

La Candida Albicans fa parte della normale flora del cavo orale in >50%<br />

della popolazione, e può diventare patologico in seguito a:<br />

- immunodepressione<br />

- squilibrio con le altre componenti microbiche<br />

(antibiotico)<br />

- il tipo di ceppo<br />

..la manifestazione macroscopica può assumere varie forme:<br />

iperplastica<br />

eritematosa<br />

pseudo membranosa, alias il mughetto: la membrana che si<br />

viene a formare assume un aspetto caratteristico irregolare,<br />

grigio-biancastro, ed è composta da<br />

o un tappeto di microrganismi<br />

o essudato fibrino - suppurativo<br />

o base infiammatoria eritematosa sottostante allo strato superficiale facilmente distaccabile<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 62


Sono tra le più varie:<br />

<br />

Manifestazioni orali di patologie sistemiche<br />

• scarlattina ⇒ lingua a lampone e poi a fragola (con materiale<br />

biancastro come tappeto)<br />

• morbillo ⇒ macchie di Köplik nell’area attorno al dotto di Stenone<br />

• Difterite ⇒ pseudomembrana di colore bianco sporco a livello<br />

tonsillare e retro faringea<br />

• leucemia monocitica ⇒ ingrossamento gengivale con periodontite<br />

+ infiltrato diffuso<br />

• Peutz Jegher ⇒ pigmentazione melanotica interna<br />

• Rendu – Osler – Weber ⇒ teleangectasie sparse alla nascita sotto<br />

alla cute o a livello di superfici mucose.<br />

leucoplachia villosa<br />

È spesso l’epifenomeno di una immunodepressione che riguarda anche l’8O% pz. HIV+, mentre un 2O%<br />

presenta immunodepressioni da altra causa, comunque si differenzia dalla comune leucoplachia per i<br />

marcati segni della componente virale infettiva (coilociti, sierologia, risposta alla terapia antivirale…)<br />

Da un punto di vista macroscopico:<br />

• macroscopia<br />

- chiazze bianche confluenti<br />

- ispessimento cappelluto, ipercheratosico<br />

- margine laterale della lingua<br />

• microscopia<br />

- ipercheratosi<br />

- acantosi con cellule balloniformi (ispessimento<br />

dello strato spinoso dell’epitelio)<br />

- ± coilocitosi da HPV: si riscontra però di più<br />

l’EBV<br />

- candidiasi sovrapposta: tipica<br />

<br />

Glossiti<br />

È usata a volte in generale per intendere lingua rossa, come in alcuni stati carenziali, oltre che come<br />

infiammazione isotopatologicamente intesa.<br />

• atrofia delle papille<br />

• assottigliamento della mucosa<br />

• ± ulcerazioni: possono insorgere col tempo negli stati atrofici<br />

.. possono insorgere secondariamente a molte cause:<br />

- carie<br />

- ustioni da chimici (inalati o ingeriti)<br />

- deficit: B12 (anemia perniciosa), niacina, riboflavina, piridossina…<br />

- s. di Plummer Vinson: anemia sideropenica + glossite + disfagia esofagea<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 63


Lesioni Benigne<br />

Ulcere aftose<br />

Eziologia ignota, ne soffre c.a il 40% della popolazione; Sembra ci sia una base familiare, ed è più comune<br />

negli individui giovani.<br />

• poco profonde<br />

• iperemiche, circondate da un eritema<br />

• sottile essudato<br />

• infiltrato mononucleato inizialmente, con PMN quando tende ad sovra infettarsi<br />

• classificazione<br />

- minor 4-5mm<br />

- major > 10mm<br />

- erpetiformi (1-3mm, multiple) ⇒ non tendono a dare cicatrizzazione<br />

va in generale fatta l’anamnesi (che non sia una cosa nuova)<br />

Le DD importanti sono:<br />

Crohn<br />

Behçet<br />

HIV<br />

avitaminosi<br />

discrasie ematologiche, neutropenia…<br />

cancro: la DD è piuttosto importante:<br />

o dolore: l’afta è dolente, mentre il cancro, a meno che non coinvolga il nervo alveolare, no<br />

o dimensioni <br />

o plurifocalità <br />

o fondo fibrinoso pulito <br />

Papillomi<br />

Si tratta fondamentalmente di papillomi squamosi (SCP, squamous cell papilloma) e papillomi accuminati<br />

(PA), che sono lesioni abbastanza simili ad un occhio inesperto;<br />

I SCP sono le lesioni papillari più frequenti in assoluto, macroscopicamente sono:<br />

- peduncolati<br />

- isolati, preferenzialmente al palato o al bordo<br />

linguale; lesioni multiple e sessili devono far<br />

pensare nel bambino ad una verruca volgare.<br />

- bianca o rosa<br />

- con le tipiche estroflessioni digitiformi<br />

- < 1 cm<br />

- HPV 6, 11 i più frequenti, ma l’infettività non è alta e<br />

non sempre se ne ha evidenza.<br />

…mentre i PA si differenziano per:<br />

- sede: labbro o palato morbido<br />

- > dimensioni<br />

- lesioni nodulari multiple, aspetto a cavolfiore<br />

- HPV anche 16 e 18 oltre il 6 e 11 (origine sessuale)<br />

Morfologicamente, come ci si aspetta si notano per il SCP:<br />

- protrusioni papillomatose di tessuto fibroso<br />

- ricoperte da un epitelio cheratinizzato o<br />

paracheratinizzato (ispessito)<br />

- rari coilociti nella metà superficiale dello spessore<br />

- atipie nei pzz. AIDS, dove si hanno anche recidive<br />

DD verruca volgare: numerosi coilociti nello<br />

strato granuloso<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 64


..mentre il PA ha un’istologia tipica, con<br />

- abbondanti coilociti<br />

- profondi cunei di tessuto cheratinizzato che s’introflettono<br />

Le recidive sono comuni in pzz. con SCP e AIDS oppure nei PA, mentre gli SCP in genere si rimuovono senza<br />

dare problemi.<br />

<br />

Lesioni pre maligne 5<br />

Spesso l’esame clinico è più importante dell’istologia se si vuole fare una diagnosi veramente precoce.<br />

La displasia orale è già un tumore che non ha ancora invaso, in quanto le cellule displasiche sono esattamente<br />

le stesse nel cancro, quando viste alla citologia.<br />

La mutazione da cellule normali a cancro avviene in 3-2O passaggi, e può volerci da settimane a mesi ad<br />

anni, non è dato sapere quando evolverà, e l’involuzione (grazie alle cellule T) è molto rara, tanto che se<br />

regredisce probabilmente la diagnosi era scorretta in partenza.<br />

Leucoplachia<br />

È definita dalla WHO come una lesione ad eziologia ignota che si caratterizza per una placca / chiazza non<br />

distaccabile col grattamento. >75% delle leucoplachie è secondaria, ed è dovuto a stress meccanico, e sono<br />

non a rischio, in nessun modo, e sono identificabili all’istologia specificatamente (epitelio ipercheratosico<br />

acantosico). La % che dà malignità (16% dei casi) è dovuto a<br />

a. errori di scelta di sede da biopsiare<br />

b. mancato follow up: deve insospettire se…<br />

i. diventa nodulare<br />

ii. aumenta<br />

iii. cambia morfologia<br />

… in generale ci sono poi elementi che ci portano a pensare ad una forma maligna:<br />

c. displasie istologiche ma non citologiche. Più si ha displasia più aumenteranno gli infiltrati<br />

d. strutture papillomatose: insospettiscono, ma non ci sono markers significativi al momento<br />

attuale per dargli un significato definitivo, anche se ci siamo quasi.<br />

e. demarcazioni nette: è molto importante, perché è improbabile che sia funzionale,<br />

sicuramente c’è alla base una mutazione. Profonde pieghe anche sono un<br />

brutto segno.<br />

f. ipercheratosi + atrofia: epitelio più sottile, è un segno davvero brutto. Lo è anche l’ipertrofia<br />

(acantosi è comune), ma l’ipotrofia è ignorata quanto sospetta.<br />

… ci sono dei casi di lesioni bianche di cui si conosce l’eziologia (tecnicamente non è leucoplachia):<br />

o candidosi: tipico di forti fumatori. Terapia locale mirata può risolvere velocemente il quadro.<br />

o verrucosa: si associa a displasia, soprattutto in età avanzata e nel sesso femminile si associa<br />

alla PVL: leucoplachia progressiva verrucosa; può avere un aspetto banale, ma<br />

è progressivo e si trasforma nel 7O-8O% in CA verrucosi.<br />

eritroplachia<br />

Meno frequente della leucoplachia, il rischio di sviluppo carcinomatoso<br />

è del 47%, quindi è anche più pericolosa. La valutazione bioptica della<br />

displasia è molto soggettiva di patologo in patologo.<br />

• mai lesioni bilaterali e tipicamente su lingua, palato, ventre,<br />

pavimento..<br />

• brillante, vellutata<br />

• depressa o livellata rispetto la mucosa circostante<br />

.. di fronte alla eritroplachia sicuramente è da fare la biopsia eliminando<br />

contemporaneamente i risk factors (potrebbe andare in regressione).<br />

Nb: in foto: area eritro – leucoplasica (da Pathology of the head and neck, Cardesa Slootweg, Springer<br />

Berlin, 2006)<br />

5<br />

contributo della dr.ssa S.B.Woo– V congresso di medicina e patologia oro maxillo faciale<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 65


È in assoluto aumento.<br />

<br />

CA squamocellulare del Cavo Orale<br />

• 13,8 su 1OO mila ⇒ 2 - 3 casi al mese a Ts; ⇒ letalità 5O%<br />

• 4% di tutti i tumori maligni<br />

…il FVG è la regione più colpita; in quanto a localizzazione, tutte le sottosedi orali possono ammalarsi<br />

⇒ va tutto esaminato sempre a prescindere.<br />

I fattori di rischio colpiscono tutte le cellule orali, le prime ad essere influenzate da questi processi sono le<br />

cellule dello strato basale, con una classica progressione mod. Volgestein.<br />

TNM<br />

- fumo (≥ 20sigratte/die) & superalcolici, ma anche abuso di colluttori contenenti alcol p.es<br />

- traumatismi cronici: protesi e patologie dentarie<br />

- cibi troppo caldi: il the o mate nei paesi orientali p.es<br />

- tabacco da masticare, betel: che provoca fibrosi sottomucosa e poi CA (asia). Il Betel consiste in<br />

foglie contenenti alcaloidi muscarinici che provocano iper salivazione.<br />

- HPV (16) ⇒ orofaringe soprattutto; maschi 4O-6O enni. Sesso femminile si rileva un picco in età<br />

scolare (13anni) forse per la correlazione col sesso.<br />

parametro T<br />

o 2cm-4cm sono i cutoff (T1-3)<br />

o T4a<br />

osso corticale<br />

n. alveolare inferiore<br />

palato duro<br />

cute del viso (guancia / naso)<br />

muscoli linguari estrinseci<br />

o T4b ⇒ non operabilità<br />

spazio masticatorio<br />

lamine pterigoidee<br />

fossa temporale / base del cranio<br />

carotide interna<br />

parametro N<br />

o il 3O-6O% danno metastasi latero cervicali<br />

o CNO ⇒ negativo clinicamente<br />

o CNO-pN+ ⇒ risulta da svuotamenti<br />

linfonodali elettivi o profilattici 6 ,<br />

indicati con > 15% del rischio di<br />

micrometastasi, che non danno<br />

tumefazione (occulte).<br />

o N1: ≤ 3cm, singolo<br />

o N2: 3-6cm, indipendentemente dal numero o<br />

dalla bilateralità<br />

o N3: tumefazioni nell’insieme > 6cm (bulky)<br />

parametro M<br />

o polmone 11% per via ematica<br />

…esistono screening con coloranti vitali, citologico salivare ed isolamento HPV, ma non hanno grosso<br />

significato clinico pratico.<br />

Concetto di Field<br />

Le recidive dei tumori soprattutto del cavo orale (in generale delle VAS) si aggirano sul 5O%, questo a causa<br />

del field, un campo all’interno delle quali le alterazioni non sono morfologicamente ma geneticamente<br />

rilevabili: quindi non solo non si vedono clinicamente ma nemmeno anatomopatologicamente, se non con<br />

tecniche non utilizzabili di routine.<br />

In termini pratici la radicalità ha come limite la morfologia microscopica: non si possono avere indicazioni<br />

oltre, e questo porta ad un tasso di recidiva del 5O% per questi tumori.<br />

La definizione di field è traballante: si sono trovate anche lesioni a 6-7cm con caratteristiche simili:<br />

- persistenza o recidiva locale: nello stesso identico punto del tumore primitivo asportato, legato ad<br />

una mancata radicalità chirurgica<br />

- secondo tumore: tumore metacrono nella stesse sede, che nulla ha in comune col primo tumore<br />

(anche geneticamente ha mutazioni molto diverse).<br />

- recidiva (non locale) o tumore ad origine dallo stesso field: insorge all’interno del field ma<br />

leggermente diverso immuno istologicamente dal primo.<br />

6<br />

lo svuotamento per N≥1 è considerato terapeutico<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 66


1<br />

Nb: Il narrow-band imaging (NBI) attraverso filtri luminosi evidenzia con<br />

buona sensibilità aree alterate attorno alla neoplasia primitiva<br />

(o anche lesioni precancerose): si tratta di filtri con la stessa lunghezza<br />

d’onda (λ) dell’Hb.<br />

evidenzia la neoangiogenesi dei tessuti, tipicamente molto pronunciata in<br />

questi tumori. Questi filtri si possono collegare a normali endoscopi, come<br />

guida alla biopsia. In particolare con questa tecnica si notano:<br />

capillari superficiali ⇒ marroni<br />

vene della sottomucosa ⇒ cyan<br />

14 N. Gale · N. Zidar<br />

..nell’immagine (http://www.drrahmatorlummc.com/) l’aspetto di una lesione<br />

displastica laringea vista con luce normale ed in NBI.<br />

morfologia<br />

Hanno la capacità di variare anche molto tra diversi gradi: molto (a) medio (b) e poco (c) differenziati<br />

(immagine 7 )<br />

a b c<br />

..nonostante Fig. 1.13. ciò a Well-di il grading erentiated ha squamous un significato cell carcinoma. relativamente b Mod- povero quando si tratta di prognosi, laddove sono<br />

erately di erentiated squamous cell carcinoma. c Poorly di eren-<br />

considerati (anche come approccio terapeutico) più indicativi:<br />

tiated squamous cell carcinoma<br />

• thickness > 4mm<br />

oropharynx, • stato larynx di and N hypopharynx. Less frequent- edge, polypoid exophytic and papillary lesions, as well<br />

ly, it arises • in sede the del nasopharynx, T: critiche nasal sono cavities base lingua, and pa- retro as endophytic (oro) faringe infiltrative e seni piriformi lesions. The surface of the turanasal<br />

sinuses. The predilection sites in the oral cavmour is frequently ulcerated.<br />

..da un ity punto are the di lateral vista prettamente tongue and floor morfologico of the mouth. si osservano… In Microscopically, SCCs are characterised by an inva-<br />

the oropharynx, the most commonly involved sites are sive growth and evidence of squamous differentiation.<br />

grading: l’anaplasia rispetto un normale epitelio cheratinizzato:<br />

the base of the tongue and the tonsils. In the larynx, Invasive growth is manifested by interruption of the<br />

there are geographic o differences ben differenziati: in the topographic contengono basement numerose membrane cellule differenziate and the growth simi-squamose, of islands, cords, a<br />

distribution, the glottis being the most frequent volte loca- raccolte or attorno single (dyscohesive) ad isole di tessuto tumour cells tumorale. in the Sono subepitheli- frequenti<br />

tion in some countries, and the supraglottis i ponti in others intercellulari al stroma; large tumours may invade deeper structures,<br />

[20, 117]. o medi: si ha maggior pleomorfismo i.e. muscle, nucleare, cartilage con and alcune bone. Perineural mitosi e meno invasion and<br />

invasion of lymphatic and blood vessels may be pres-<br />

cheratinizzazione<br />

ent and are reliable proof of invasive cancer. Squamous<br />

1.3.2.1 Aetiology o poco differenziati: molte cellule differentiation simil basalioidi, is demonstrated si hanno by mitosi intercellular anormali, bridges può<br />

comunque esserci and/or della keratinisation, cheratinizzazione, with keratin pearl ma molta formation. meno<br />

Smoking and alcohol abuse are the greatest risk factors Immunohistochemically, SCCs express epithelial<br />

pattern di espansione<br />

for the development of SCCs of the head and neck. Much markers, such as cytokeratins and epithelial membrane<br />

attention has been paid o to espansivo the possible ⇒ role isole of viral tumorali in- con antigen margini (EMA). ben The definiti patterns of expression of cytokerafection,<br />

particularly the o Epstein-Barr infiltrativo virus ⇒ pattern (EBV), pagetoide, and tin subtypes maggiormente are related associato to the degree a prognosi of SCC differentia- negativa<br />

the human papillomavirus (HPV), in the pathogenesis tion and to the degree of keratinisation [229].<br />

of the head reazione and neck stromale carcinoma. desmoplastica: la sua entità The è pattern inversamente of cytokeratin proporzionale expression al in grado low-grade di<br />

The EBV is aetiopathogenetically strongly related infiltrazione to SCCs is linfocitica similar to that stromale, observed ed in è non-neoplastic minore nelle forme squa-<br />

nasopharyngeal carcinomas [265], and to rare cases poco of differenziate. mous epithelium, Si caratterizza and is characterised per: by medium and<br />

lymphoepithelial carcinoma of the salivary glands [153, high molecular weight cytokeratins, and the lack of ex-<br />

o proliferazione mio fibroblastica<br />

160]. HPV has been aetiologically linked to SCCs of the pression of the low molecular weight cytokeratins. High-<br />

tonsil [97, 214]. Apart o from eccessivo tonsillar SCC deposito and nasopha- di matrice grade extracellulare<br />

SCCs tend to lose the expression of medium and<br />

ryngeal SCC, it appears o that neovascolarizzazione<br />

EBV and HPV play little, if high molecular weight cytokeratins and express low mo-<br />

any, role in the pathogenesis of SCCs in other locations lecular weight cytokeratins [229].<br />

in the head and neck [93, 153, 227, 392].<br />

Of the various cytokeratin subtypes, cytokeratins 8,<br />

18 and 19, recognised by the antibody CAM5.2, could<br />

be used as an indicator of malignant transformation.<br />

1.3.2.2 Pathologic Features<br />

In a study by Mallofré et al., 40% of SCCs were positive<br />

for CAM5.2, but it was never positive in non-neoplas-<br />

7<br />

da Pathology The macroscopic of the head appearance and neck, of Cardesa invasive Slootweg, SCCs is vari- Springer tic Berlin, squamous 2006. epithelium [229]. In poorly differentiated<br />

Giuseppe able, Marini: and includes Anatomia flat lesions Patologica with a parte well-defined, II (aa. 2012-2013); raised SCCs, prof. expression Bussani e of Robbins vimentin may appear [367]. 67


Vie aeree superiori<br />

<br />

Naso, seni e rinofaringe<br />

Sono sedi dove è raro che si sviluppino tumori, più che altro comunque sono epiteliali e mesenchimali;<br />

lesioni infiammatorie<br />

a) rinite: si divide in infettiva ed allergica, può essere acuta, cronica (>12 settimane) o recidivante, in<br />

genere è dovuta a virus (adeno, rino, echo), più dura più c’è il rischio di una sovrapposizione<br />

batterica, tipica della rinosinusite (estensione ai seni):<br />

• batteri acuti: sono l’infernal trio delle VAS: moraxella, emophilus e pneumococco, cui si<br />

aggiungono occasionalmente aureus e β emolitico<br />

• batteri cronici: si passa ad stafilo, strepto, pseudomonas ed eventualmente infezioni<br />

fungine che si possono sovrapporre.<br />

…la distinzione si basa sulla clinica fondamentalmente, da un punto di vista morfologico:<br />

aspetto della mucosa:<br />

- ispessita, rossa, edematosa (infettive ed allergiche acute)<br />

- grigiastra (allergiche croniche)<br />

- essudato muco purulento / suppurativo (acute sovra infettate)<br />

- desquamazione ed ulcerazione (croniche)<br />

infiltrato infiammatorio<br />

- eosinofilo (allergiche)<br />

- misto con linfociti neutrofili e plasmacellule (croniche)<br />

b) sinusite: è il più spesso una rinosinusite derivante da una primitiva rinite semplice; La caratteristica<br />

più peculiare è quella di determinare prima un mucocele che poi s’infetta dando luogo ad un<br />

essudato purulento che ristagna nel seno ostruito. La reazione infiammatoria che si sviluppa<br />

è assolutamente aspecifica.<br />

c) poliposi nasale: Una forma particolare di sinusite cronica è quella polipoide. Sono formazioni<br />

translucide gelatinose dalle dimensioni variabili (da pochi mm fino ad occupare la<br />

totalità delle fosse nasali).<br />

• 2% della popolazione<br />

• tutte le età<br />

• indipendente dal sesso<br />

Non hanno origini allergiche, sebbene si siano trovate correlazioni tra atopia e<br />

presenza di polipi. Il primum movens sono Ag (smog, fumo..), Batteri, Virus… che<br />

provocano il rilascio di mediatori come l’IL-1 che attiva la flogosi che con una cascata<br />

molecolare porta a chemiotassi, in particolare di:<br />

mastcellule<br />

neutrofili<br />

eosinofili ⇒ danno vita a polipi recidivanti<br />

..tra le patologie che provocano direttamente la formazione di polipi:<br />

• alterazioni anatomiche che provochino contatto tra pareti del naso, sono predisponenti<br />

• fibrosi cistica (FC)<br />

• s. di Young ⇒ sinusiti e bronchiectasie e infertilità, a patogenesi simile alla FC (CFTR)<br />

• s. KARTAGENER: o discinesia ciliare<br />

• ASA syndrome: c’è una carenza di COX-1 che dà intolleranza ai FANS, che inducono un<br />

eccesso di LT e quindi asma da aspirina e poliposi massiva plurirecidivante per la<br />

sregolazione di mediatori infiammatori; Può avere eziologia farmacologica ma non<br />

solo (conservanti, coloranti..)<br />

Morfologicamente sono protrusioni focali di mucosa lunghe 3-4cm, composte da<br />

- mucosa edematosa con stroma lasso<br />

- ghiandole mucose iperplastiche<br />

- infiltrato infiammatorio: sparso, con occasionali aggregati linfocitici<br />

- infezione e ulcerazione se cronici<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 68


tumori<br />

1. angiofibroma rinofaringeo: altamente vascolarizzato ovviamente. Più che altro è una seccatura<br />

chirurgica per via dei profusi sanguinamenti, ma di per sé non ha<br />

potenziali evolutivi. Giovani maschi.<br />

2. Papillomi invertiti: nonostante vi siano altri citotipi (cilindrici & settali, i secondi sono i più<br />

frequenti in assoluto), quelli invertiti sono di gran lunga i più importanti perché<br />

localmente invasivi:<br />

• invasione dell’orbita<br />

• invasione della base cranio<br />

• evoluzione in CA franco (10-15%): immagine (b)<br />

• recidive: 75% dei casi se viene rimosso solo il<br />

papilloma, sono richieste:<br />

- rinotomia laterale<br />

- maxillectomia mediale<br />

Nb: il rischio degenerativo non è tanto legato alle recidive,<br />

quanto a foci di maggior degenerazione in seno alla<br />

lesione di per sé.<br />

..come si intuisce insorge più frequentemente sulle pareti<br />

o nei seni che sul setto, si distinguono dai normali polipi<br />

nasali per via dell’istologia (immagine (a) di un<br />

papilloma invertito)<br />

invaginazioni, cripte<br />

epitelio squamoso non cheratinizzato<br />

superficiale alternato con epitelio respiratorio<br />

microcisti e pseudo dotti ripieni di mucina<br />

masse di cellule solo apparentemente<br />

discontinue alla base:<br />

- membrana basale intatta<br />

- effettiva continuità della mucosa superficiale<br />

3. Plasmocitomi isolati: possono essere scambiati per polipi:<br />

• da stazioni linfatiche nasali o sinusali<br />

• da 1 a più cm<br />

• aspetto polipoide, ricoperti di mucosa sana<br />

• tumore maligno plasmocellulare istologicamente<br />

• evoluzione rara<br />

4. Neuroblastomi olfattori: sono rari tumori maligni che vanno in DD con gli altri tumori a piccole<br />

cellule, e come tali anch’essi sono molto aggressivi (RT + chir + chemio ⇒<br />

45-50% a 5 anni).<br />

Hanno origine neuroendocrina, come ribadito da:<br />

• S-100 +<br />

• cromogranina +<br />

…metastatizzano brutalmente ed insorgono a livello delle pareti laterali del naso.<br />

5. carcinomi nasofaringei: come tutti gli altri carcinomi, quello che cambia un po’ sono i risk factor / la<br />

patogenesi:<br />

• associato ad EBV soprattutto in:<br />

- bambini africani<br />

- adulti del Sud est Asiatico<br />

• tipologie<br />

- cheratinizzato<br />

- non cheratinizzato<br />

- indifferenziati con abbondante infiltrato linfocitico, non neoplastico<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 69


Laringe<br />

È un distretto che va incontro a patologie tumorali e spessissimo infiammatorie generiche, ci sono una serie<br />

di quadri tipici:<br />

1. laringite: vede banalmente segni di flogosi delle strutture cordali e circostanti; può dipendere da:<br />

• fumo<br />

• forme virali<br />

• Haemophilus influenzae: in questo caso può dare una epiglottite, che è un quadro di emergenza<br />

medica, perché spesso va tracheotomizzato (non intubabile)<br />

2. pseudo crup: detta anche laringite ipoglottica è tipicamente pediatrica: simile alla difterite, provoca<br />

dispnea inspiratoria (notturna) acuta, con stridor; tipicamente preoccupa non poco i<br />

genitori; La cosa più immediata è di far respirare aria caldo-umida (bagno, doccia..)<br />

3. noduli reattivi: anche detti polipi; sono calli che si formano sul margine libero delle corde vere<br />

tipicamente tra 1 /3 medio e anteriore. Il tentativo che si fa inizialmente è di igiene<br />

vocale: mettere a riposo le strutture parlando poco ed a bassa voce.<br />

• nodulo del cantante: per convenzione sono lesioni bilaterali, al contrario dei polipi sporadici<br />

• piccole dimensioni (pochi mm)<br />

• istologia<br />

- ep. squamoso ± ipercheratosico o displastico<br />

- connettivo mixoide lasso al centro<br />

- ± ulcerazioni: al contatto reciproco tra noduli<br />

- NON evoluzione: non danno carcinomi, al limite non regrediscono e vanno asportati<br />

4. ipertrofia delle corde false: tipica da over utilizzo di corde false<br />

5. leucoplachia: le corde vocali hanno un epitelio pavimentoso (unico epitelio laringeo che non sia<br />

cilindrico respiratorio), come tali possono sviluppare leucoplachia<br />

6. Papillomi: i papillomi laringei squamosi sono neoplasie benigne ma che tendono a recidivare:<br />

appaiono come escrescenze soffici a livello delle corde vocali vere (come dei lamponi),<br />

tendono ad essere singoli negli adulti (viceversa multipli nei bambini).<br />

HPV 6, 11.<br />

7. CA laringeo: si osservano una serie di step fino alla forma invasiva; spessissimo, a meno di non essere<br />

arrivati al CA franco, la sospensione del fumo vede una importante regressione.<br />

L’HPV è rilevato nel 5% c.a.<br />

• iperplasia: ispessimenti focali senza grosse potenzialità evolutive<br />

• iperplasia atipica<br />

• displasia: lieve o grave;<br />

• CA ± in situ: si tratta di forme squamocellulari, come è ovvio aspettarsi; Inizialmente si<br />

hanno placche perlacee della mucosa che poi degenerano e finiscono per<br />

ulcerarsi. L’aspetto finale è fungiforme.<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 70


Orecchio<br />

<br />

Otiti<br />

(riadattato dagli appunti di Otorinolaringoiatria)<br />

• media o esterna: non esiste l’otite interna<br />

• acuta o cronica: cutoff ai 6 mesi<br />

• purulente, sierose, mucose o emorragiche<br />

Esterna<br />

Solitamente batterica (ma anche micotica); si tendono a prendere in ospedale (fonendoscopi) o in piscina /<br />

mare. Infatti il cloro non basta per i batteri eziologici quali:<br />

- P. Aeruginosa<br />

- S. Aureus<br />

Si caratterizza per una diagnosi clinica, che esclude una otite media acuta:<br />

otodinia<br />

dolore / dolorabilità: a causa dell’annessa pericondrite può essere esacerbato dalla compressione<br />

del trago o dallo stiramento del padiglione<br />

otorrea: fuoriuscita di materiale liquido dal meato esterno, non patognomonico e solo in fase florida<br />

edema del condotto uditivo (otoscopia): è patognomonico e fa diagnosi, anche non altri segni<br />

otoscopici in genere; ci può essere talmente tanto rigonfiamento da…<br />

non permettere la visualizzazione del timpano<br />

rendere dolorosa l’introduzione dell’otoscopio<br />

Otite Media acuta (


sintomi<br />

- otodinia pulsante<br />

- sordità<br />

- otorrea: puntuale perforazione timpanica<br />

otoscopia: la membrana timpanica potrà essere eritematosa,<br />

gonfia o retratta e anche perforata, come si<br />

accennava.. in genere prima si nota l’estrusione e in<br />

un momento successivo la membrana sgonfia, una<br />

volta drenato il pus..<br />

otite media cronica (> 6 mesi)<br />

Molto spesso determina un’erosione della catena degli ossicini.<br />

assenza di dolore<br />

± otorrea (fetida se da colesteatoma per anaerobi e necrosi ossea)<br />

otoscopia negativa per flogosi, ma con evidenza di segni di<br />

alterazione…<br />

o timpano atelettasico, retratto e/o calcifico<br />

o perforazioni dai margini calcifico-sclerotici (aflogistici)<br />

A seconda della presenza o meno di otorrea si definiscono asciutte o bagnate.<br />

semplice (bagnata): si caratterizza per una perforazione timpanica<br />

persistente ad origine suppurativa; normalmente col<br />

risolversi della flogosi la perforazione risolve<br />

spontaneamente (otite acuta), invece se la flogosi è persistente si ha il mantenimento<br />

cronico della perforazione, che fa da sfogo ai prodotti dell’infiammazione, con quindi…<br />

o ipoacusia trasmissiva tra 10-50dB, in funzione all’entità della perforazione (minima - totale).<br />

o ingresso di acqua (piscina, bagni…) con contaminazione dell’orecchio medio / mastoide, con<br />

un auto mantenimento di un processo già di per sé cronico.<br />

o otorrea (sierosa, mucosa, purulenta, ematica..), che di per sé testimonia la suppurazione<br />

attiva in atto e quindi il processo in evoluzione (per quanto lenta, magari)<br />

Non perforata (asciutta): produrrà comunque ipoacusia trasmissiva, causata dalla timpano<br />

sclerosi, ma non ci sarà otorrea, perché il timpano è integro.<br />

Atelettasica (asciutta): è un’altra forma non perforata ⇒ l’unico sintomo è l’ipoacusia<br />

trasmissiva, come in tutte le forme asciutte.<br />

avvicinamento della parete mediale del timpano al promontorio (impronta della chiocciola<br />

sulla parete mediale della cassa timpanica)<br />

atrofia timpanica<br />

Colesteatomatosa: nel caso in cui la perforazione drenante il pus sia periferica rispetto al timpano<br />

si può avere la formazione di una cisti epidermoide secernente enzimi<br />

osteolitici, in grado di erodere l’osso e i tessuti circostanti.<br />

Patogenesi: ancora non si sa con precisione, si pensa dipenda dall’accumulo in una tasca di<br />

retrazione (invaginazione) della membrana timpanica di cellule epiteliali<br />

desquamate, tali da non riuscire ad essere più drenate. La perforazione non è<br />

sempre necessaria, ma se presente, l’ipotesi è che siano proprio quelle marginali,<br />

del bordo, a rischio, e non le paracentrali. Dalla sede d’insorgenza si può<br />

espandere in ogni direzione.<br />

Nb: esiste anche una rara forma congenita che deriva da una piccola malformazione<br />

embrionale, si sviluppa comunque nell’adulto ed a timpano intatto.<br />

Aspetto<br />

- strati epidermici concentrici cheratinizzati<br />

- core costituito da cellule epiteliali desquamate in disfacimento<br />

- colore bluastro / madreperlaceo (tipico delle cellule desquamate)<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 72


Collo<br />

<br />

Cisti<br />

del dotto Tireo Glosso<br />

Sono cisti che scaturiscono in seno alla migrazione della tiroide dalla base lingua alla sua sede matura<br />

definitiva.<br />

benigne: segnalati casi di morte improvvisa in neonati per cisti localizzate in base lingua. Sempre<br />

nei neonati possono generare in quelle sedi problemi di alimentazione. Nell’adulto<br />

possono dare S/S di disturbo più che altro (dolore, disfagia…).<br />

0,5 – 4 cm<br />

morfologia: in genere si rilevano in posizione centrale<br />

o contenuto: in genere mucoide, ma anche purulento in caso di infezioni: infatti si possono<br />

associare a fistole, e quindi sono passibili di infezioni<br />

o epitelio che riveste la superficie:<br />

- colonnare / stratificato cuboide con ciglia: la cosa più comune (50-60% dei casi)<br />

o noduli linfoidi: nello spessore parietale, non troppo frequenti (15-20%)<br />

o tessuto tiroideo: può essere difficile da differenziare, una colorazione con immuno<br />

perossidasi può aiutare; È importante in caso di residui non migrati di<br />

tiroide controllare che vi sia altro tessuto tiroideo attivo (scintigrafia) prima<br />

di rimuovere tutto il dotto chirurgicamente (operazione di Sistrunk)<br />

o ghiandole mucose: in più della metà dei casi sono rilevate<br />

linfo epiteliali (branchiale)<br />

Sono residui dello sviluppo, degli archi branchiali, oppure sono inclusioni di ghiandole salivari all’interno<br />

dei linfonodi del collo che si determinano durante lo sviluppo.<br />

Sono più rare delle cisti del dotto tireo glosso (metà dei casi).<br />

benigne: raramente si ingrandiscono o sono sede di neoplasie maligne<br />

margine anteriore dello sternocleidomastoideo, 2-5 cm ∅<br />

morfologia: sono ovviamente ricoperte di cute, si identificano:<br />

o parete fibrosa<br />

o infiltrato linfoide o addirittura tessuto<br />

linfoide con follicoli reattivi<br />

o epitelio che può essere:<br />

- squamoso<br />

- colonnare pseudo stratificato<br />

o contenuto della cisti può essere diverso:<br />

- liquido chiaro: acquoso o mucinoso<br />

- detriti cellulari granulari desquamati<br />

Sebbene sia un’agevole diagnosi che si fa attorno ai 20 anni,<br />

nel caso finisca all’attenzione del clinico attorno ai 50 anni è<br />

veramente importante la DD con linfonodi tumorali.<br />

266 M. A Luna · K. Pineda-Daboin<br />

Fig. 9.2. Branchial cle cyst. Wall lined with strati ed squamous<br />

epithelium<br />

chial cleft cysts constitute approximately 75–80% of all<br />

branchial anomalies, and fistulae and sinuses together<br />

account for 15–20% of all such malformations [1]. In<br />

some series, external fistulae, sinuses and skin tags are<br />

9 more common than cysts [57].<br />

Of all branchial anomalies, 92–99% are associated<br />

with the second branchial clefts apparatus, probably be-<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani cause it e is Robbins deeper and longer than the others [8]. Use<br />

74<br />

of<br />

the name “branchial cyst” without further qualification<br />

generally refers to a cyst of second branchial origin. Cysts<br />

are three times more common than sinuses and fistulae<br />

ithelium<br />

fied tran<br />

Fistul<br />

or in ear<br />

when pre<br />

der of th<br />

its midd<br />

follows t<br />

sal nerve<br />

arteries a<br />

Thym<br />

carcinom<br />

erations<br />

lining di<br />

carcinom<br />

Comp<br />

la is indi<br />

remnant<br />

was only<br />

infection<br />

21.2% in<br />

gical rem<br />

Anom<br />

for only<br />

Clinic [8<br />

16% fistu<br />

females<br />

nuses an


Paraganglioma<br />

Si tratta di tumori intermedi, derivanti da un sistema di cellule neuroendocrine anatomicamente disperso<br />

(paragangli), abbiamo:<br />

para gangli paravertebrali (cromaffini): producono NE e sono associati al SNA-S prevalentemente<br />

catena aorto polmonare (mai cromaffini): non producono quindi NE, sono principalmente sensori: di<br />

tensione, di O2, di CO2…<br />

o para aortici, come due elementi di c.a 1 cm che vanno in atrofia nell’adulto.<br />

o carotidei: sono le cellule dei glomi<br />

o giugulo timpanici<br />

o ganglio nodoso del n. vago<br />

o agglomerati sparsi: cavità orale, naso, rinofaringe, laringe, orbita…<br />

Per il 6O-7O% sono glomici, originanti da quelle cellule carotidee, vanno in DD con un linfonodo maligno per<br />

via dell’assenza di flogosi nel loro sviluppo.<br />

• rara evoluzione maligna<br />

• metastasi solo nel 10% delle varianti maligne<br />

• più comune in soggetti che vivono ad alta quota<br />

• femmine sono più soggette<br />

• 50anni l’età media della diagnosi<br />

• associati a paralisi dei nn cranici<br />

Indipendentemente dalla sede tutti i paragangliomi hanno una istologia comune:<br />

nidi di cellule poligonali (detti di Zell-Ballen)<br />

circondati da cellule allungate sostentacolari<br />

scarso polimorfismo, rare mitosi<br />

cellule argentofile<br />

markers:<br />

cromogranina A<br />

enolasi neurono specifica<br />

sinaptofisina<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 75


Ghiandole salivari<br />

<br />

Xerostomia<br />

Si segnala solamente la presentazione tipica che si ha in Sjögren, con<br />

- mucosa asciutta<br />

- fissurazioni / ulcerazioni<br />

- ingrossamento infiammatorio delle ghiandole<br />

<br />

Scialo adeniti<br />

Possono avere varie origini:<br />

- traumatica<br />

- virale o batterica<br />

- autoimmune<br />

mucocele e ranula<br />

Tecnicamente uno stravaso di secrezione a livello di stroma connettivale circostante. Di solito è per lesione<br />

traumatica di un dotto a livello del labbro inferiore (giovani o anziani di solito)<br />

o tumefazioni fluttuanti<br />

o blu traslucido<br />

o dimensioni variabili, soprattutto ai pasti<br />

o superficie disidratata, secca<br />

o cavità pseudo cistica<br />

rivestita da tessuto di granulazione infiammatorio / connettivo fibroso<br />

contente muco e infiltrati infiammatori<br />

Nb: la ranula è un mucocele specifico per il danneggiamento del dotto della sottolinguale.<br />

sialolitiasi<br />

Avviene in genere in seguito a stasi della saliva:<br />

..il quadro è di<br />

- residui di cibo che ostruiscono<br />

- edema attorno all’orifizio<br />

- eziologia ignota<br />

infiammazione interstiziale<br />

stafilo o piogeni ± associati a<br />

necrosi suppurativa franca<br />

formazione di ascessi<br />

ingrossamento delle ghiandole<br />

a volte fuoriuscita di pus dall’ostio<br />

<br />

Neoplasie Benigne<br />

È l’unico organo testa-collo più frequentemente benigno che maligno; Sono comunque un problema,<br />

perché possono crescere anche fino a volumi importanti, per cui vanno rimossi anche in fase inizialissima,<br />

prima che diventi meno pratico l’intervento, che sappiamo essere delicato, gravato da possibili lesioni del VII<br />

nervo, per cui mai banale.<br />

adenoma pleomorfo (misto): può spesso recidivare (5%)<br />

cistoADENOlinfoma (tumore di Warthin)<br />

papillomi duttali<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 76


adenoma pleomorfo<br />

6O% dei tumori parotidei, meno comuni nelle sottomandibolari, rari nelle salivari minori. Come suggerisce il<br />

nome è istologicamente eterogeneo:<br />

citotipi<br />

cellule duttali (epiteliali) ⇒ a volte possono essere presenti<br />

come poche isole sparse<br />

mioepiteliali (mesenchimali)<br />

sfondo mesenchimale mixoide<br />

istologia varia<br />

dotti: anche ben sviluppati con cellule cuboidi<br />

acini<br />

tralci o lamine<br />

6 cm ∅ al massimo di solito<br />

capsulati più spesso, a volte la capsula può essere incompleta e dare<br />

adito ad espansioni maggiormente infiltrative<br />

(estroflessioni digitiformi)<br />

evoluzione: la probabilità aumenta col passare del tempo, e si ha in quel caso un CA ex adenoma<br />

pleomorfo o tumore misto maligno.<br />

tumore di Warthin (cistoadenoma papillare linfomatoso)<br />

Maschi fumatori (RR = 8) 40-50 enni, a livello di parotide.<br />

rotondo – ovale, 2-5cm ∅<br />

superficie<br />

grigio-pallida<br />

punteggiata di piccoli spazi cistici o fissurati<br />

secrezione mucino sierosa all’interno<br />

istologia<br />

stroma linfoide denso di base<br />

± centri germinativi al suo interno<br />

doppio strato cellulare neoplastico che può mandare proiezioni<br />

polipoidi nello spazio centrale.<br />

- palizzata superficiale oncocitica 8<br />

- strato di cellule cuboidi / poligonali<br />

<br />

Neoplasie Maligne<br />

CA muco epidermoide (± maligno): descritto in dettaglio nell’apposito paragrafo<br />

tumore a cellule aciniche: parotidei, hanno diversi gradi di anaplasia, che correla col<br />

potenziale maligno del singolo caso, rare le metastasi (1O-15%)<br />

Cellule grandi e vacuolate spesso (basso rapporto N/C)<br />

adeno / adenoido cistico: al 50% nelle ghh. salivari minori; lesioni piccole, infiltrati,<br />

grigio-rosse; 50% metastatizza, tendono a dare invasione<br />

perineurale, quindi una malignità pronunciata. Materiale jalino<br />

tra le cellule.<br />

Cellule piccole e con alto rapporto N/C.<br />

squamo<br />

indifferenziati<br />

8<br />

per oncocita s’intende una cellula con forte granularità conferita dai numerosi mitocondri<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 77


muco epidermoide<br />

Acapsulati, il che già ci mette in allarme. È un tumore che può essere sia benigno che maligno, con margini<br />

di sopravvivenza a 5 anni molto diversi: 90% vs 30% della forma a basso grado<br />

8 cm ∅ max<br />

margini infiltranti<br />

al taglio: chiari, cisti con materiale mucoso<br />

citologicamente: molto eterogeneo<br />

cell squamose<br />

cell mucose<br />

intermedie<br />

istologicamente: variamente organizzati<br />

cordoni<br />

lamine<br />

spzz. cistici grigio-biancastri<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 78


Sistema Endocrino<br />

Si intende sotto questo comune gruppo l’ipofisi, la tiroide, le parotidi, il pancreas endocrino, le surrenali e<br />

la ghiandola pineale (epifisi).<br />

<br />

Ipofisi<br />

È una ghiandola a forma di fagiolo (1cm ∅ x 0,5g) che aumenta<br />

durante la gravidanza. Si trova a livello della sella turcica dello<br />

sfenoide in base cranio (in immagine sopra il seno sfenoidale).<br />

Il controllo ipotalamico sull’ipofisi avviene grazie ai sinusoidi di<br />

una sorta di sistema portale che si instaura a quel livello. I<br />

sinusoidi passano attraverso il peduncolo ipofisario, che riveste<br />

un’importanza notevole: attraverso questa passano releasing<br />

factors e ormoni ipotalamici:<br />

- adenoipofisi o ipofisi anteriore (80% della massa): dove i sinusoidi portano i RH; si individuano<br />

istologicamente 5 citotipi:<br />

CELLUE ACIDOFILE<br />

o somatotrope: secernono GH, sono c.a il 50% della massa.<br />

o lattotrope o mammotrope: secernono PRL ovviamente, che è inibita a livello ipotalamico dalla<br />

dopamina (caso un po’ particolare)<br />

CELLULE BASOFILE<br />

o corticotropi: producono POMC (⇐ CRH) che dà poi ACTH, MSH, endorfine e lipotropina.<br />

o tireotrope: TSH (⇐ TRH)<br />

o gonadotrope: FSH / LH (⇐ GnRH)<br />

- neuroipofisi o ipofisi posteriore: a differenza dell’anteriore non vede un sistema portale ma ha una<br />

circolazione a sé con un’arteria afferente ed una vena efferente.<br />

o pituiciti: cellule gliali modificate<br />

o processi assonali: i corpi cellulari di questi assoni sono a livello si<br />

nucleo sopraottico (SON) ⇒ vasopressina (ADH)<br />

Classificazione<br />

nucleo paraventricolare (PVN) ⇒ ossitocina<br />

<br />

Adenomi<br />

(iperpitituarismo)<br />

ormoni prodotti<br />

- silenti o non producenti (3O-4O%): si contano anche quelli producenti gonadotropine: non<br />

hanno nessun significato clinico. I silenti includono i non producenti,<br />

ma sono un gruppo più vasto: si parla di<br />

non secernente dopo l’immunoistochimica.<br />

- prolattinomi (3O-4O%)<br />

- ACTH: cushing<br />

- GH (8-10%) acromegalia<br />

- TSH: ipertiroidismo secondario. < 1%<br />

citotipi / immunoistochimica: vedi sopra i citotipi dell’adenoipofisi. Chiaramente ci sarà una<br />

correlazione tra ormone prodotto e citotipo (funzionanti). Ci sono<br />

alcune forme particolari:<br />

- mammosomatotropi: sono misti, secernono GH e PRL<br />

- ormononegativi<br />

- altri a secrezione mista<br />

dimensioni: un semplice cutoff di 1cm per parlare di micro / macro adenomi<br />

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epidemiologia<br />

Gli adenomi sono la situazione più frequente quando si parla di iperpititarismo:<br />

- 25% delle autopsie di routine, alla RNM c.a il 20% delle ipofisi normali presenta<br />

microadenomi silenti<br />

- 10% dei tumori intra cranici<br />

- 30-50 anni picco di incidenza<br />

- 3% abbinate a MAN-1 assieme a<br />

» tumori enteropancreatici (insulinomi, PP producenti, gastrinomi, silenti..)<br />

» tumori corticosurrenali<br />

» carcinoidi (cellule enterocromaffini in intestino, bronchi o timo)<br />

patogenesi<br />

Le cellule in genere sono monoclonali, comprese quelle multi ormone secernenti, questo suggerisce un’unica<br />

origine staminale, dove un difetto porta ad una cellula con differenzazione ibrida.<br />

Da un punto di vista di biologia molecolare si hanno 3 tipi di alterazioni tipiche:<br />

- subunità GSα: sarebbe la subunità della proteina G stimolante legata ad un GDP che mantiene<br />

la GS inattiva, la Gsα inoltre ha attività GTPasica intrinseca, così che lo<br />

stimolo attivante (GDP ⇒ GTP) sia momentaneo per l’istantanea riconversione<br />

in GDP ⇒ GDP. Negli adenoma l’attività GTPasica è compromessa ⇒ GS<br />

sempre attiva<br />

- MEN-1: sindrome autosomica dominante a penetranza incompleta; sono mutazioni<br />

specifiche della sindrome che negli adenomi sporadici non si vedono.<br />

- RAS / c-MYC: mutazioni tipiche delle forme avanzate / aggressive, sono noti oncogeni.<br />

Morfologia<br />

Macroscopicamente sono lesioni molli e ben circoscritte che di solito non evadono dalla sella turcica; quando<br />

invece si estrinsecano oltre questi limiti ossei configurandosi come adenomi invasivi:<br />

espansione nella regione sopra sellare: comprimono il chiasma ottico o anche altri nn cranici<br />

erosione: possono attaccare<br />

- la sella<br />

- i processi clinoidei anteriori<br />

- seni sfenoidali / cavernosi<br />

infiltrazione: il 30% c.a non presenta capsula ed è in grado di infiltrare…<br />

- osso adiacente<br />

- dura madre<br />

- (encefalo)<br />

NON metastasi<br />

..nelle lesioni di dimensioni maggiori si osservano focolai necro-emorragici.<br />

Istologicamente non è possibile dedurre le capacità ormono-sintetiche di una neoplasia, in ogni caso le<br />

caratteristiche chiave per differenziare la neoplasia dal tessuto sano sono le prime due:<br />

1. monomorfismo: cellule poligonali che in base al citotipo possono essere acidofile, basofile o cromofobe<br />

2. trama reticolinica poco rappresentata: sarebbe la MEC, che essendo meno significativa che nel tessuto<br />

normale determina la consistenza molle macroscopicamente<br />

3. basso indice mitotico<br />

4. nidi / cordoni: cellule raggruppate dunque<br />

Dd dell’iperpitituarismo<br />

È vero che l’adenoma è la situazione più frequente, ma si va comunque in DD tra:<br />

iperplasia<br />

CA dell’adenoipofisi<br />

secrezione di ormoni di altra origine (tumori extra-ipofisari)<br />

altre malattie dell’ipofisi<br />

farmaci: p.es quelli che interferiscono con la dopamina (PRL)<br />

..in letteratura ce ne sonno altri, ma clinicamente non si vedono mai.<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 80


prolattinoma<br />

È l’adenoma secernete più comune: in questo caso l’iter clinico rientra (nella donna fertile) nella DD di una<br />

amenorrea secondaria (gravidanza in primis), raramente invece in seguito a galattorrea. Praticamente quello<br />

che si fa è di dosare la PRL (tra 100-500 negli adenomi, correla abbastanza bene con le dimensioni) e il<br />

TSH (per valutare la salute dell’ipotalamo).<br />

cellule debolmente cromofobe ± eosinofile: l’eosinofilia in particolare può essere variabile,<br />

identificando prolattinomi a granuli…<br />

- sparsi quando si hanno cellule debolmente eosinofile<br />

- densi quando sono più intensamente colorati<br />

PRL all’immunoistochimica nei granuli secretori<br />

c.pi psammomatosi: calcificazioni distrofiche, possono arrivare ad occupare l’intera massa tumorale<br />

Nb: sono adenomi particolari: rispondono all’up-regulation della dopamina (inibitoria rispetto al rilascio), per<br />

cui in certi casi non si opera ma si tratta farmacologicamente (cabergolina); È sempre da scongiurare la<br />

possibilità di una iper PRL secondaria:<br />

gravidanza / estrogeni<br />

farmaci<br />

produzione di dopamina↓ inclusa la situazione parafisiologica dello stress (dove si<br />

avrà PRL < 100 normalmente)<br />

interruzione meccanica del peduncolo ipofisario (sezione / compressione)<br />

IR o ipotiroidismo<br />

adenomi somatotropi (GH secernenti)<br />

Il secondo adenoma secernente per frequenza, determinato da alterazioni della GSα; Sono tumori che in<br />

genere raggiungono grosse dimensioni a causa della clinica sfumata nel tempo che contraddistingue<br />

l’ipersecrezione di GH, il quale agisce stimolando la secrezione di IGF-1 (insulin like – grow factor):<br />

o gigantismo nei bambini prima dello scatto puberale, dove gli ormoni sessuali determinano<br />

l’ossificazione delle metafisi dove si trova la cartilagine<br />

d’accrescimento: in questo contesto l’IGF-1 provoca<br />

eccessivo accrescimento delle ossa lunghe<br />

o acromegalia negli adulti, dove le alterazioni più evidenti sono:<br />

proliferazione ossea: a carico di splancnocranio (dove spesso si osserva prognatismo),<br />

mani e piedi<br />

aumento di volume di visceri: tiroide, cuore, fegato<br />

iperostosi vertebrale / iliaca<br />

la diagnosi clinica si esegue su test dinamici di soppressione, si sfrutta la sensibilità del GH alla glicemia:<br />

attraverso li carico orale di glucosio, quindi.<br />

Da un punto di vista istologico si hanno cellule acidofile contraddistinguibili in due citotipi (= prolattinomi):<br />

a granuli densi: uniformemente acidofile quindi, con reattività perinucleare importante alla<br />

citocheratina.<br />

adenomi mammosomatotropi rientrano in questo gruppo, si caratterizzano per<br />

l’immunoistochimica positiva anche alla PRL.<br />

a granuli sparsi: reattività al GH debole e focale, non sono uniformi ma polimorfiche<br />

Adenomi a cellule corticotrope<br />

Sono appunto cellule basofile (granuli densi) o cromofobe (granuli sparsi), a causa di carboidrati presenti<br />

nella POMC sono cellule PAS+.<br />

Per il resto è clinica, ricordiamo:<br />

sindrome Vs malattia di Cushing: la prima è genericamente da secrezione di cortisolo, la seconda è<br />

un’ipersecrezione di ACTH da parte di un adenoma.<br />

s. di Nelson: ipertrofia (⇒ effetto massa) dell’adenoipofisi dopo rimozione dei surreni<br />

iperpigmentazione cutanea: che caratterizza la s. di Cushing, in quanto l’MSH stimola i melanociti<br />

diagnosi con test di soppressione al desametasone<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 81


Adenomi rari<br />

Parliamo dell’1-2 % dell’incidenza ciascuno, quindi sono veramente molto rari;<br />

mammosomatotropi: già accennato, è un somatotropo a granuli densi che si presenta positivo anche<br />

per la PRL all’immunoistochimica;<br />

adenomi non secernenti: sono c.a il 25% delle neoplasie ipofisarie; Si dividono in<br />

o realmente non secernenti: sono più rari di quel che si pensa<br />

o gonadotropi silenti: è la eventualità più frequente.<br />

altri pluri ormonali: in genere sono più aggressivi<br />

gonadotropi: come accennato sono clinicamente silenti, tipicamente cromofobi o basofili;<br />

Generalmente in adulti di mezza età, possono paradossalmente arrivare a<br />

compromettere la secrezione di ormoni sessuali determinando…<br />

o testosterone ↓ quindi in seguito al calo dell’LH negli uomini si ha ridotta libido e forza fisica<br />

o amenorrea nelle donne in pre menopausa<br />

CA ipofisario: è veramente raro, per avere una diagnosi bisogna attestare la presenza di metastasi<br />

(ossee, linfonodali ed epatiche più frequentemente).<br />

<br />

Ipopitituarismo<br />

Per arrivarci attraverso un danno al parenchima ipofisario si deve avere minimo il 75% della ghiandola<br />

coinvolta. Le cause possono essere molteplici:<br />

1- tumori / lesioni espansive: son varie possibilità: in generale qualunque neoplasia possa arrivare a<br />

comprimere in sede turcica<br />

a. adenomi<br />

b. tumori secondari<br />

c. cisti della tasca di Rathke<br />

d. etc…<br />

2- Chir / RT in sede: p.es trattando un adenoma ipofisario<br />

3- apoplessia ipofisaria: emorragia improvvisa nell’ipofisi di solito nell’ambito di un adenoma. Nei casi<br />

peggiori ha una presentazione clinica piuttosto violenta:<br />

a. cefalea lancinante<br />

b. diplopia (compressione sugli oculomotori)<br />

c. collasso CV fino alla morte<br />

4- necrosi ischemica dell’ipofisi: si può avere in più situazioni<br />

a. s. di Sheehan: la forma più comune, dipende da un iposviluppo delle vene in uscita<br />

dall’adenoipofisi che provocano una sofferenza ischemica venosa cui si sommi<br />

un’ipovolemia per complicazioni del parto anche banali<br />

b. CID<br />

c. ipertensione endocranica<br />

d. lesioni traumatiche / shock di qualunque tipo<br />

5- sindrome della sella vuota: cioè assenza di tessuto ipofisario<br />

a. primitiva: per difetti del diaframma sellare che permettono al tessuto cerebrale di erniare<br />

all’interno comprimendo la ghiandola.<br />

b. secondario: in genere riferito a masse deformanti in sella, come complicazione<br />

6- anomalie genetiche: rare<br />

7- tumori: non intesi in quanto masse espansive, ma in quanto coinvolgenti sedi importanti per la<br />

funzionalità dell’ipofisi e determinanti distruzione / sostituzione di quei tessuti:<br />

a. metastasi di altri tumori a livello adenoipofisario<br />

b. craniofaringiomi: possono coinvolgere l’ipotalamo<br />

8- malattie infiammatorie / infezioni: sarcoidosi, meningite tubercolare p.es<br />

…l’effetto dipende dall’età e dalle cellule colpite; Si va dal nanismo ipofisario (bambini) all’amenorrea /<br />

infertilità (donne), riduzione del testosterone, ipotiroidismo, iposurrenalismo, ridotta funzionalità dei<br />

melanociti…<br />

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Sindromi dell’ipofisi posteriore<br />

diabete insipido<br />

Le cause organiche alla base del diabete insipido che si valutano con RNM in pzz. che abbia passato il test<br />

dell’assetamento (poliuria anche senza bere per ore:<br />

a) traumi cranici<br />

b) neoplasie<br />

c) malattie infiammatorie / interventi dell’ipotalamo / ipofisi<br />

Nb: va distinto il diabete insipido p.d. di origine centrale da quello nefrogenico che dipende da danni del<br />

tubulo renale, la DD è banale: si somministra ADH.<br />

SIADH (sindrome da inappropriata secrezione di ADH)<br />

Determina un’eccessiva ritenzione idrica e quindi iponatriemia, che come conseguenza più importante ha<br />

l’edema cerebrale;<br />

a) ADH ectopico (microcitomi polmonari in primis)<br />

b) malattie polmonari non neoplastiche<br />

c) lesioni di ipotalamo / ipofisi posteriore<br />

<br />

Corticale del Surrene<br />

È una doppia ghiandola, pesa c.a 4g ma può aumentare (agonie prolungate) o diminuire (stress acuto con<br />

riduzione della componente grassa); Si divide istologicamente in:<br />

corticale ⇒ ormoni steroidei<br />

- glomerulosa ⇒ aldosterone, regolato tramite il sistema RAAS (⇒ studiarlo bene), per cui esula<br />

parzialmente dal controllo dell’asse ipofisi-surrene, non ne dipende<br />

- fascicolata & reticolare ⇒ cortisolo & androgeni, non ci sono sub-specializzazioni<br />

midollare ⇒ monoammine, difatti le cellule sono cromaffini.<br />

<br />

S. di Cushing<br />

È dovuta ad un eccesso o direttamente di cortisolo o di ACTH, la cosa più comune comunque è quella<br />

iatrogena da farmaci, ma considerando solo i casi da secrezione endogena:<br />

a. morbo di Cushing (70-80%): neoplasie ipotalamo / ipofisarie con secrezione di ACTH<br />

• donne (5:1) 30-40 enni<br />

• patogenesi:<br />

- microadenomi<br />

- tumori ipotalamici CRH produttori<br />

⇒ iperplasia sparsa delle cellule corticotrope<br />

• determina iperplasia nodulare surrenalica secondaria (ACTH)<br />

• ipercortisolimo ovviamente<br />

b. secrezione surrenalica di cortisolo (10-20%) detta anche s. di Cushing surrenalica o ACTH<br />

indipendente: si diagnostica solo dimostrando<br />

l’ipercortisolemia affiancata ad un livello di ACTH ridotto.<br />

• adenomi<br />

• CA surrenalici:<br />

- più frequenti nei bambini, pari frequenza con gli adenomi negli adulti<br />

- ipercortisolismo più marcato<br />

- se monolaterale l’altra ghiandola è ipotrofica (ACTH↓↓)<br />

• iperplasia nodulare surrenalica primitiva: rara, se ne distinguono due forme:<br />

- MACROnodulare (>3mm) ⇒ adulti<br />

- MICROnodulare (< 3mm) ⇒ bambini: s. primitiva surrenalica nodulare pigmentata<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 83


c. ACTH da neoplasie non ipofisarie (10%): in questo caso i surreni non fanno in tempo a diventare<br />

iperplastici, insorge prima il declino clinico del pz.<br />

• CA polmonare a piccole cellule<br />

• neoplasie neuroendocrine CRH producenti<br />

• carcinoidi<br />

• CA midollare della tiroide<br />

morfologia<br />

Le lesioni principali sono per i surreni:<br />

IPOFISI<br />

o degenerazione ialina di Crooke: si passa da un cyt. granuloso / basofilo delle cellule ACTH<br />

secernenti a delle cellule omogenee lievemente basofile a<br />

causa dell’accumulo dei filamenti di cheratina<br />

SURRENI: come abbiamo visto le condizioni possono essere molteplici<br />

o atrofia corticale: sarà bilaterale se si ha un’origine esogena di ormone: le zone fascicolata e<br />

reticolare non sono più stimolate dall’ACTH;<br />

o iperplasia diffusa (6O-7O%): fino a 25-4Og di peso (4g normale).<br />

ipertrofia ed iperplasia delle cellule ricche di lipidi<br />

• corteccia gialla<br />

• diffusamente ispessita<br />

poca nodularità: se di un certo grado deve far pensare ad una forma nodulare<br />

o iperplasia nodulare: si è già parlato della distinzione macro / micro; in genere è secondaria ad<br />

elevato ACTH; si notano questi noduli sparsi e si arriva a 3O-5Og.<br />

cellule chiare ricche di lipidi<br />

cellule dense povere di lipidi<br />

• pleomorfe<br />

• occasionalmente binucleate<br />

o neoplasie primitive surrenaliche cortisolo secernenti: macroscopicamente non si distinguono<br />

da qualsiasi altra neoplasia surrenalica.<br />

adenomi: sono gialli, c.a 3Og di peso<br />

• citologicamente simili alle zone normali<br />

• capsulati<br />

CA: hanno tutte le displasie del caso, sono grossi: anche 2OO-3OOg<br />

• non capsulati<br />

• corteccia circostante e controlaterale atrofiche<br />

Clinica<br />

La s. di cushing è trattata nelle mediche, in breve i punti salienti:<br />

- obesità centrale / facies lunare<br />

- debolezza / affaticabilità<br />

- cute sottile / fragile, lenta cicatrizzazione<br />

- irsutismo<br />

- ipertensione<br />

diagnosi con il cortisolo urinario, la prova di soppressione al desametasone.<br />

- intolleranza al glucosio / diabete<br />

- osteoporosi<br />

- alterazioni neuropsichiatriche<br />

- alterazioni mestruali<br />

- strie cutanee ai fianchi<br />

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Iperaldosteronismo primitivo<br />

Si tratta di un gruppo di sindromi rare che determinano la ritenzione di sodio ed ipopokaliemia ovviamente<br />

(ipertensione ipokaliemica). In realtà nella pratica clinica l’Na dipende da talmente tanti meccanismi di<br />

regolazione che è difficile trovarlo turbato, mentre ci sono l’ipertensione e l’ipokaliemia.<br />

Sono tre essenzialmente le condizioni primitive:<br />

1. sindrome di Conn<br />

alias un adenoma secernente (8O% dei casi), raramente è un CA:<br />

piccole: ∅ < 2cm ⇒ non determinano un ingrossamento visibile della ghiandola !<br />

a sinistra: più spesso che a destra<br />

donne, più spesso che uomini<br />

giallo al taglio: contiene infatti lipidi: somigliano più alle cellule della zona fascicolata<br />

che a quelle glomerulari, che producono nativamente l’aldosterone.<br />

polimorfismo ma NON anaplasia<br />

corpi spironolattonici: chiamati così perché si presentano in pzz. trattati con<br />

spironolattone, sono inclusioni citoplasmatiche eosinofile.<br />

NON atrofia surrene normale: in quanto non sopprimono l’ACTH<br />

2. iperplasia surrenale nodulare primitiva<br />

determina iperaldosteronismo idiopatico, difatti non si conosce la causa; è bilaterale.<br />

iperplasia lieve focale e diffusa<br />

cellule simil glomerulose: a differenza che nell’adenoma dove sembrano fascicolate<br />

a forma di cuneo: l’iperplasia s’intende; si dirama dalla periferia verso il centro<br />

3. iperaldosteronismo glucocorticoido – sensibile<br />

familiare e genetico, dovuto alla formazione di un chr chimerico che porta a produzione di<br />

steroidi ibridi, aldosterone e cortisolo;<br />

Sensibile all’ACTH e quindi sopprimibile con desametasone.<br />

forme secondarie<br />

dipende da un’iperattivazione del RAAS:<br />

o ridotta perfusione renale<br />

o ipovolemia / edemi<br />

o gravidanza: c’è un aumento dei substrati plasmatici della renina stimolato dagli estrogeni<br />

<br />

Virilismo Surrenalico e CAH<br />

Virilizzazione o femminizzazione possono essere secondari a patologie primitive gonadiche o sur renaliche:<br />

- corioCA (tumore delle cellule germinali) ⇒ sviluppo sessuale precoce sia che sia del testicolo che<br />

dell’ovaio.<br />

- androblastomi dell’ovaio (cordoni sessuali) ⇒ da cellule del Sertoli / Leydig , non tutte le forme<br />

sono virilizzanti<br />

- gonadoblastomi dell’ovaio (cordoni sessuali) ⇒ possono essere fenotipi femminili o maschili con<br />

gonadi femminili secondarie e testicoli ritenuti.<br />

- tumore a cellule del Leydig del testicolo ⇒ può dare ginecomastia<br />

... a differenza che in questi tumori gonadici, nel caso della corticale surrenale la secrezione è regolata<br />

dall’ACTH, quindi l’ipersecrezione di ormoni sessuali può avvenire<br />

• primariamente<br />

• secondariamente in Cushing (da ACTH quindi)<br />

1- neoplasie surrenaliche virilizzanti:<br />

a. adenomi: raro<br />

b. CA surrenalici androgeno secernenti: in genere in sindromi miste, con anche componenti<br />

ipersurrenaliche.<br />

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Insufficienza Surrenalica<br />

In generale perché sia clinicamente visibile deve vedere la distruzione del 90% del parenchima; È di tre tipi:<br />

1) crisi surrenale (acuta)<br />

a. stress acuti in surrene senza riserva funzionale, dove sarebbe richiesto un surplus: p.es nelle<br />

terapie cortisoniche o nell’insufficienza<br />

surrenalica cronica.<br />

b. emorragie surrenaliche: partono dalla midollare<br />

neonati con parti complicati che vedano traumi e ipossia, cui si aggiunge un deficit<br />

di protrombina, normale nei primi giorni.<br />

pzz. con turbe della coagulazione<br />

s. di Waterhouse Friderichsen: se non si riconosce e tratta subito si ha morte nel<br />

giro di ore o giorni. Caratterizzata da:<br />

- infezione: meningococco, pseudomonas, haemophilus, stafilo…<br />

- ipotensione rapidamente progressiva<br />

- CID & porpora diffusa (cutanea in particolare)<br />

- iposurrenalismo acuto con infarcimento emorragico del surrene<br />

2) malattia di Addison: la forma primitiva cronica di insufficienza surrenalica; più spesso è una<br />

malattia delle femmine bianche:<br />

a. adrenalite autoimmune: 6O-7O% dei casi nei paesi sviluppati; In genere non è isolata, e si<br />

parla di APS-1 ed APS-2 (autoimmune polyendocrine syndrome).<br />

ghh. irregolarmente raggrinzite<br />

fibrosi della ghiandola: si notano poche cellule corticali disperse nel connettivo<br />

± infiltrazione linfoide che può raggiungere la midollare (che è normale).<br />

b. TBC: sta riemergendo anche nelle città sviluppate con gli immigrati<br />

struttura istologica sconvolta dal reazione infiammatoria granulomatosa<br />

c. AIDS: per via delle infezioni opportuniste associate<br />

d. metastasi: tardivamente, in seguito a distruzione di almeno il 90% della corteccia.<br />

e. cause rare: che vanno dall’AHC (adrenal hyperplasia congenital) all’adrenoleucodistrofia…<br />

3) insufficienza surrenalica II: intesa come qualunque patologia ipotalamico ipofisaria che possa ridurre<br />

l’ACTH e dare iposurrenalismo.<br />

a. differenze cliniche:<br />

non iperpigmentazione dell’Addison I: si riduce anche l’MSH<br />

Aldosterone normale: che non è controllato dall’ipofisi ma dal RAAS<br />

pan ipopitituarismo: l’ipocorticosurrenalismo si inscrive in un quadro più ampio<br />

b. aspetto<br />

midollare intatta<br />

corticale ipotrofica sottilissima<br />

colore giallo mantenuto per un residuo di lipidi<br />

<br />

Neoplasie Corticosurrenaliche<br />

Mentre gli adenomi funzionanti sono più spesso associati a Cushing, altre forme funzionanti (p.es virilizzanti)<br />

sono più spesso carcinomi.<br />

adenomi<br />

Spesso si parla più che altro di noduli iperplastici a meno che non vi siano segni clinico – biochimici di<br />

iperfunzione. Si è già parlato dell’adenoma da s. di Conn (iperaldosteronismo I), in generale comunque si ha:<br />

• massa nodulare: max. 2,5 cm ∅<br />

• corticale sana di normale spessore (non funzionanti)<br />

• gialli / giallo-brunastri al taglio (lipidi all’interno)<br />

• citologicamente quasi normali: lievi atipie (atipia endocrina).<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 87


carcinomi<br />

Sono rari, non hanno un’età precisa d’insorgenza. Sono più frequentemente funzionanti degli adenomi e più<br />

frequentemente hanno correlati clinici della loro presenza. Possono essere associati a sindromi genetiche.<br />

• anche grosse dimensioni (> 20cm): chiaramente la ghiandola scompare<br />

• raramente ≈ adenomi macroscopicamente: piccole e ben delimitate<br />

• variegati con aree necrotico-emorragico-cistiche<br />

• invasività: soprattutto verso vena surrenalica / cava inferiore / linfatici. Questa caratteristica può<br />

farci fare DD tra mts broncogene e tumore primitivo anaplastico.<br />

• citologicamente imprevedibili: da cellule ≈ adenomatose a forme aberranti giganti a forme<br />

completamente anaplastiche (DD con mts a distanza)<br />

• mts ossee rare, mentre sono comuni:<br />

- mts ai linfonodi regionali e periaortici<br />

- mts ematiche<br />

…prognosi a 2 anni.<br />

<br />

schema riassuntivo<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 88


Tiroide<br />

Come si sa è una ghiandola di 15-25g (adulto) composta da:<br />

due lobi laterali (DX / SX)<br />

istmo<br />

± lobo piramidale aggiuntivo<br />

…è suddivisa da setti in lobuli contenenti 20-40 follicoli ciascuno, questi sono composti da due citotipi:<br />

- cellule follicolari producenti T4 (⇒ tireoglobulina)<br />

- cellule parafollicolari o cellule C producenti calcitonina<br />

L’ormone prodotto inizialmente è il T4, quello metabolicamente attivo si ottiene per deiodazione periferica<br />

ed è il T3, che di per sé può quindi essere influenzato come concentrazione da vari fattori tra cui i cortisonici<br />

(lo diminuiscono), che infatti si usano nella tireotossicosi.<br />

Appena prodotto, il T4 viene immagazzinato nella colloide come una proteina continua: la tireoglobulina, alla<br />

necessità, tramite un meccanismo GS dipendente ne avviene la lisi e il rilascio come T4.<br />

<br />

Iper / Ipotiroidismo<br />

Nb: inutile dirlo, va distinto dalla tireotossicosi, alias elevati T3-T4 ± endogeni, mentre l’ipertiroidismo è<br />

un’iperfunzione della ghiandola.<br />

Il quadro più tipico è quello dell’iper tiroidismo, mentre quello dell’ipotiroideo è più sfumato e richiede un<br />

maggior appoggio al laboratorio.<br />

Anatomia patologica<br />

Le alterazioni vere si hanno nell’ipertiroidismo adulto e nel cretinismo endemico, mentre l’ipotiroidismo<br />

adulto non dà grosse alterazioni, ma più che altro clinica.<br />

IPERTIROIDISMO<br />

1. miopatia tiroidea: si ha debolezza con ipotrofia della muscolatura prossimale<br />

• degenerazione grassa<br />

• infiltrati linfocitari focali<br />

2. osteoporosi: eccessivo riassorbimento osseo<br />

3. alterazioni cardiache: si hanno<br />

• slatentizzazione di icc: miocitolisi subendocardica, cellule dello scompenso nei polmoni…<br />

• cardiomegalia<br />

• cardiomiopatia dilatativa tireotossica<br />

• alterazioni istologiche<br />

- infiltrati linfocitici ed eosinofili<br />

- fibrosi / degenerazione adiposa<br />

- ipertrofia & iperplasia<br />

- numero & dimensioni dei mitocondri ↑<br />

4. steatosi ed epatomegalia: dovute ad una alterazione metabolica.<br />

IPOTIROIDISMO<br />

1. edemi: a livello cutaneo ma anche degli organi e di alcune mucose (p.es nelle corde vocali, difatti<br />

provoca un abbassamento del tono), è dovuto ad un accumulo di sostanze della matrice<br />

• GAG<br />

• acido jaluronico<br />

2. cretinismo endemico: dalla mancanza di iodio nei primi anni di sviluppo a partire dal lattante; Si ha<br />

• iposviluppo del SNC ⇒ ritardo mentale<br />

• alterazioni muscolo scheletriche:<br />

- bassa statura<br />

- lingua ingrossata protrudente<br />

- tratti facciali grossolani<br />

• ernia ombelicale<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 89


Clinica<br />

ipertiroideo ipotiroideo<br />

cute calda, iperidrosi, intolleranza al caldo secca, asciutta e pallida ci può essere<br />

mixedema<br />

intestino possibile diarrea cronica, comunque<br />

aumento dell’alvo<br />

riflessi<br />

stipsi o comunque riduzione<br />

dell’alvo<br />

aumentati (ipereccitabilità muscolare) diminuiti e difficilmente evocabili<br />

comportamento / psiche - tachilaudico: parla un botto<br />

- tachipsidico: pensa tanto e velocemente<br />

- tachiprassico: fa molte cose e si agita<br />

metabolismo<br />

aumentato: i cali ponderali non sono molto<br />

significativi perché aumenta anche la<br />

fame. Si parla di un 15% in più<br />

apparato CV<br />

Il cuore va incontro ad iperstimolazione<br />

simpatica, si ha quindi:<br />

PD↑ da cui le palpitazioni<br />

- gittata ↑<br />

- resistenze ↓<br />

ipervolemia: si ha iperaldosteronismo<br />

secondario (⊕ RAAS)<br />

occhi<br />

tachicardia, aritmie, FA…<br />

- esoftalmo solo in Graves<br />

- retrazione palpebrale<br />

- fissità dello sguardo<br />

colesterolo aumenta<br />

Patogenesi<br />

È brutto ma è un po’ un elenco…<br />

ipertiroidismo I<br />

- iperplasia tossica diffusa (Graves)<br />

- Gozzo multinodulare iperfunzionante (tossico)<br />

- adenoma iperfunzionante (tossico)<br />

- CA tiroideo iperfunzionante<br />

- ipertiroidismo iodio – indotto<br />

- tireotossicosi neonatale da Graves materna<br />

- tiroiditi subacute (fasi iniziali)<br />

forme II<br />

- adenoma TSH producente<br />

rallentato nel linguaggio, nelle<br />

funzioni intellettive, apatia e<br />

torpore mentale, depressione<br />

diminuito: si associa a ridotto<br />

appetito e quindi solo lieve aumento<br />

di peso, mai cachessia.<br />

ipotensione diastolica<br />

gittata↓ con anche bradicardia<br />

anemia normocitica: contribuisce al<br />

pallore, dovuto alla riduzione di EPO,<br />

stimolata dagli ormoni tiroidei.<br />

ipotiroidismo<br />

- iatrogeno: chir o RT di tumori<br />

- autoimmune (associato a gozzo): Hashimoto<br />

- farmaci<br />

- difetti del metabolismo tiroideo (raro)<br />

- sindrome da resistenza agli ormoni tiroidei<br />

(autosomico dominante: sono i recettori)<br />

- agenesia / ipoplasia<br />

forme II-III<br />

- deficit di TSH (II)<br />

- deficit di TRH (III)<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 90


Tiroiditi<br />

Secondo un concetto che tenta di unificare tutte le sindromi tiroidee autoimmuni (malattia di Graves,<br />

oftalmopatia, tiroidite di Hashimoto..), le manifestazioni cliniche di queste sindromi deriverebbero dalla<br />

coesistenza di classi distinte di autoanticorpi:<br />

- stimolanti la funzione: TSI = malattia di Graves<br />

- pro accrescimento: TGI (Thyroid Growth Stimulating Immunoglobulin), sempre Graves<br />

- citotossici: darà ipotiroidismo alla lunga, possibile tireotossicosi in una prima fase;<br />

Sono p.es Ab anti tireoglobulina, anti recettore TSH, anti perossidasi tiroidea…<br />

» ad origine multifattoriale: Hashimoto p.es, con concordanza 40-60% (monozigoti)<br />

» cross reaction virali: nella tiroidite subacuta<br />

- bloccanti i recettori del TSH: tiroiditi atrofiche o in Graves, dove accanto all’ipertiroidismo si<br />

hanno a volte singoli episodi di ipotiroidismo<br />

Secondo questa ipotesi, le sindromi tiroidee autoimmuni rappresenterebbero uno spettro continuo in cui le<br />

singole manifestazioni possono comparire nello stesso paziente contemporaneamente o in epoche<br />

successive.<br />

Nb: il tessuto tiroideo al taglio, appare normalmente gommosa e rosso brunastra<br />

Hashimoto<br />

⇒ ipotiroidismo<br />

(max causa), non<br />

dolente.<br />

femminile (15:1)<br />

subacuta<br />

granulomatosa<br />

(dolorosa)<br />

meno comune di<br />

Hashimoto<br />

femmine (5:1)<br />

30-50 anni<br />

subacuta<br />

linfocitaria<br />

⇒ lieve<br />

ipertiroidismo<br />

Clinica<br />

eziologia/patogenesi macroscopia microscopio<br />

genetica: 30-60%<br />

sensibilizzazione delle CD4+<br />

con reazione:<br />

- TCD8 + ⇒ apoptosi<br />

- IFNγ ⇒ chemiotassi<br />

- auto Ab ⇒ ADCC<br />

infezione virale con<br />

danneggiamento / esposizione<br />

(sensibilizzazione) ai CD4 + .<br />

non si auto mantiene<br />

(non autoimmune p.d.)<br />

patogenesi sconosciuta, forse<br />

autoimmune ma non ci sono<br />

evidenze per processi virali.<br />

tipica delle donne post<br />

partum, peggiora con le<br />

gravidanze successive<br />

• volume↑ diffuso, a volte<br />

focale (DD tumori)<br />

• capsula integra: anche la<br />

fibrosi non si estende<br />

oltre, non ci sono<br />

aderenze<br />

• al taglio<br />

- pallida<br />

- grigio brunastra<br />

- consistente<br />

- finemente granulare<br />

• volume↑ ± bilaterale<br />

• capsula normale<br />

• al taglio:<br />

- duro elastica<br />

- giallastra<br />

- aree ben distinte<br />

• gozzo lieve simmetrico<br />

• infiltrato flogistico mononucleato<br />

- piccoli linfociti<br />

- plasmacellule<br />

- centri germinativi<br />

• follicoli atrofici<br />

• cellule di Hürthle:epiteliali eosinofile<br />

granulate che rivestono i follicoli<br />

atrofici (metaplasia)<br />

• connettivo fibroso aumentato: ci<br />

sono varianti fibrose con atrofia e<br />

fibrosi simil-cheloidea<br />

stadio iniziale (infiammazione attiva)<br />

• follicoli sostituiti da microascessi<br />

(neutrofili prevalenti)<br />

fase tardiva<br />

• aggregati attorno agli ex-follicoli :<br />

- linfociti, plasmacellule<br />

- istiociti<br />

• cell. giganti multinucleate<br />

• infiltrazione linfocitaria<br />

• centri germinativi<br />

• distruzione parenchimatosa focale<br />

• follicoli collassati<br />

• NO metaplasia di Hürthle<br />

Hashimoto: spesso è tardiva e prima che il pz. si faccia ipotiroideo è morto per altre cause: sono<br />

tipicamente individui eutiroidei con TSH ↑ ma T4 / T3 normali (il compenso del TSH è<br />

efficace).<br />

subacuta:<br />

o cortisone & βblock (fase ipertiroidea): non tapazone perché aggraverebbe poi l’ipotiroidismo<br />

o eutirox nella fase ipotiroidea prolungata.<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 91


Basedow Graves<br />

È una patologia femminile (7:1), causa più comune di ipertiroidismo, colpisce c.a l’1,5-2% delle donne, e<br />

si caratterizza per una triade:<br />

1. IPERTIROIDISMO<br />

2. OFTALMOPATIA<br />

3. DERMOPATIA<br />

…le basi sono multifattoriali come sempre (HLA identificati), e la patogenesi è autoimmune umorale, ma<br />

non è implicato un solo Ab, se ne hanno di diversi in circolo:<br />

- TSI ⇒ thyroid stimulating Ig, mima il TSH legandosi ai suoi recettori ed attivando il rilascio di T4<br />

- TGI ⇒ thyroid growth-stimulating Ig, che sempre stimolando il recettore del TSH determina la<br />

proliferazione del tessuto tiroideo.<br />

- TBII ⇒ TSH binding inhibitor Ig, che hanno l’effetto opposto, e rispondono agli episodi di<br />

ipotiroidismo che si notano talvolta in questi pzz.<br />

morfologia<br />

Come si diceva sono tre le componenti, e anche l’occhio presenta un quadro interessante alla base<br />

dell’esoftalmo rilevabile clinicamente.<br />

occhio: l’esoftalmo dipende da quello che avviene nei tessuti sul fondo dell’orbita, in particolare<br />

sembrerebbe che i fibroblasti pre-adipocitari dell’orbita presentino TSH recettori<br />

- infiltrato infiammatorio notevole, soprattutto T cells<br />

- edema infiammatorio anche dei muscoli oculari<br />

- accumulo di componenti della MEC: soprattutto GAG e acido jaluronico<br />

- infiltrazione grassa: aumentato numero di adipociti<br />

dermopatia: caratteri simili, con ispessimento cutaneo dovuto ad accumulo di elementi della MEC,<br />

edema ed infiltrato linfocitario che ne determina un ispessimento.<br />

tiroide: la ghiandola appare in genere liscia e soffice, a capsula intatta, ingrandita, può raggiungere<br />

e superare gli 8Og (15-25g normale), carnosa al taglio.<br />

- ipercellularità: cellule alte e più affollate del normale (patologia non trattata)<br />

- pseudo papille nella colloide: (pseudo inventato da me) a causa dell’iperplasia nei follicoli, sono<br />

prive di asse fibrovascolare (DD con CA papillare).<br />

- infiltrati interstiziali di tipo linfoide<br />

» T, B cells<br />

» centri germinativi<br />

Nb: i farmaci modificano l’istologia della tiroide, p.es si accentua l’iperplasia in farmaci che aumentino il<br />

TSH, oppure coi farmaci anti tiroidei si ha<br />

• regressione dell’epitelio<br />

• accumulo di colloide<br />

…facendo una biopsia, perché sia informativa serve un’anamnesi farmacologica e i valori di laboratorio.<br />

<br />

Gozzo<br />

Si parla di gozzo diffuso e multinodulare: il secondo è di solito la cronicizzazione del primo. Trattasi della<br />

reazione alla scarsità di iodio, che determina una situazione con:<br />

- TSH ↑↑che serve per compensare<br />

- ipertrofia tiroidea (gozzo): in risposta al TSH elevato, ciò aumenta la funzionalità<br />

- eutiroidismo: il più delle volte il compenso del TSH basta<br />

… il gozzo semplice si definisce endemico quando tocca >10% della popolazione, ovviamente dipende da<br />

ambienti con scarsità di iodio. Esiste anche un gozzo sporadico (raro) a patogenesi un po’ oscura:<br />

- sostanze che interferiscano col metabolismo degli ormoni tiroidei<br />

- difetti enzimatici ereditari<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 92


morfologia<br />

Come si accennava il gozzo semplice a forza di andare in iperplasia e regredire (magari quando lo iodio<br />

diventa disponibile e cala il TSH) o semplicemente per la lunga durata della stimolazione vedono l’affiorare di:<br />

- cellule follicolari alterate: magari più responsive agli stimoli di crescita, spiccano tra le altre e<br />

danno luogo alla formazione di un nodulo<br />

- noduli autonomi: è un’evenienza, in un contesto cronico, che qualche nodulo tenda ad iper<br />

funzionare autonomizzandosi: se isolato risponde alla definizione di sindrome<br />

di Plummer.<br />

- rotture / emorragie: dovute alla disomogeneità dell’ipertrofia, che crea delle tensioni<br />

strutturali che possono sfociare nel collasso strutturale locale con<br />

emorragia appunto. Poi queste lesioni guariscono con ± fibrosi e<br />

calcificazione: questo ulteriore irrigidimento autoalimenta questo<br />

processo;<br />

gozzo semplice<br />

100-150g<br />

cell. colonnari assiepate<br />

pseudo papille (≈ graves)<br />

follicoli distesi irregolarmente<br />

gozzo colloide: in seguito a<br />

regressione dell'epitelio (iodio<br />

disponibile)<br />

<br />

Neoplasie benigne della Tiroide<br />

(riadattato e integrato da Fisiopatologia chirurgica, prof. Ginnaneschi)<br />

Come sempre le neoplasie possono originare da tutte le cellule della tiroide:<br />

- follicolari<br />

- parafollicolari (C) ⇒ carcinomi midollari<br />

- linfociti ⇒ linfomi tiroidei<br />

- cellule connettivali<br />

- mts secondarie ad altro tumore altrove<br />

Come al solito le neoplasie si possono suddividere tra..<br />

1. benigne ⇒ adenomi follicolari etc.. molto frequenti (vs forme maligne: rare).<br />

a. macro /normo /micro - follicolari<br />

b. trabecolari<br />

c. hürte cell variant<br />

2. maligne: 1% di tutti i CA; aumenta parecchio in aree contaminate da iodio radioattivo: p.es a<br />

Chernobyl RR=3, soprattutto per i bambini (CA papillifero)<br />

a. più spesso ben differenziati ⇒ bassa mortalità<br />

b. bassa incidenza 10 (4 /1OO mila)<br />

c. tipologie<br />

CA follicolari (..e varianti)<br />

anaplastici indifferenziati: prognosticamente tra i peggiori in assoluto<br />

da cellule C: rari, danno origine al CA midollare della tiroide (sporadico/familiare)<br />

altre neoplasie (linfomi, sarcomi, metastasi, altro…)<br />

10<br />

sia negli USA che in Europa o in Italia<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 93<br />

multinodulare<br />

>2000g<br />

ipertrofia irregolarmente<br />

distribuita<br />

noduli irregolari<br />

quantità variabile di colloide,<br />

bruna e gelatinosa<br />

noduli vecchi: emorragici,<br />

fibrosi e/o calcifici, con<br />

evoluzioni cistiche


Adenomi<br />

5-10% degli adulti, è sottostimata: per lo più asintomatici, emergono tipicamente per ECO del collo eseguite<br />

spesso per altri motivi; Il rischio di CA è basso in questo contesto, il carcinoma non è l’evoluzione naturale<br />

costante dell’adenoma. Tuttavia la diagnosi di certezza è esclusivamente istologica, per cui va fatta sul<br />

campione chirurgico una volta che sia stato comunque rimosso il nodulo.<br />

- ipo funzionante<br />

- normo funzionante<br />

- iper funzionante ⇒ adenoma tossico: quadro di ipertirodismo; in questo caso sfugge dal controllo<br />

dell’asse ipotalamico ipofisario 11 : nonostante il TSH quasi azzerato c’è comunque<br />

più secrezione di quella che risulterebbe dall’intera ghiandola sana.<br />

Da un punto di vista morfologico abbiamo:<br />

• 3cm medi: ma può superare i 1O ed essere molto più piccolo…<br />

• lesioni ≈ noduli vecchi del multinodulare: con fibrosi, calcificazione, emorragia, cisti…<br />

• varianti: alcune forme riscontrabili occasionalmente:<br />

o adenoma a cellule di Hürthle: quando le cellule sono marcatamente eosinofile, stesso<br />

comportamento.<br />

o ad anello con castone<br />

o a cellule chiare<br />

caratteristiche che fanno DD con il gozzo multinodulare:<br />

• lesione solitaria: emerge dalla superficie di taglio nettamente<br />

• compressione del tessuto circostante sano<br />

• capsula ben formata: è assolutamente fondamentale: la sua integrità in presenza di atipie<br />

marcate fa DD tra un CA follicolare e l’adenoma follicolare.<br />

• follicoli ben demarcati: sono uniformi, nettamente distinguibili dal parenchima non<br />

neoplastico, cosa non vera assolutamente per il gozzo multinodulare.<br />

caratteristiche non comuni che devono far allarmare<br />

• alto indice mitotico ⇒ controllare la capsula per DD con CA follicolare, se non si trova nulla<br />

viene classificato come adenoma follicolare atipico, che vede<br />

sempre una integrità capsulare (!!!!!) e si può accompagnare anche a:<br />

o elevata cellularità<br />

o pleomorfismo nucleare<br />

• papille ⇒ DD con il CA papillare ovviamente<br />

Cisti<br />

Non sono neoplasie, ma è l’1/3 dei noduli; si definisco tali per…<br />

- aspetto eco<br />

- ago aspirato: si rileva liquido all’interno.<br />

Di questo bisognerà fare la citologia ovviamente, spesso scarsamente dirimente tra patologia benigna o<br />

maligna; in ogni caso va fatto<br />

Una volta punta la cisti…<br />

• recidiva (spesso) ⇒ va escissa, assieme al lobo su cui si trova<br />

• non recidiva ⇒ ok.<br />

levotiroxina (⇒ TSH↓↓): si può ottenere una riduzione dei noduli anche del 30%; durante il trattamento<br />

(durata max 6-12 mesi) il pz. va controllato con ECO, se non si riduce, si va alla chirurgia.<br />

11<br />

ne sono esenti in tutto il sistema endocrino solamente pancreas, cellule C e paratiroidi.<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 94


CA della tiroide<br />

< 1% di tutte le neoplasie maligne, ma la più frequente degli endocrini. È un tumore globalmente a<br />

malignità relativamente bassa, che si associa ad una buona prognosi.<br />

Incidenza di 9 /1OO mila, aumentando con l’età fino a 5O anni (≈ incidenza della pancreatite acuta)<br />

È un carcinoma particolare…<br />

- 2O - 45 anni: prognosi ottima (>8O% a 5 anni), più frequentemente femminile in questa fascia<br />

- sotto / sopra: prognosi infausta, sia per i giovani che per i vecchi.<br />

Il sesso femminile è più colpito (come per tutta la patologia tiroidea), ma i maschi hanno prognosi peggiore<br />

Eziopatogenesi<br />

1. fattore genetico:<br />

a. proto oncogeni: nel 3-5% si associa ad altri tumori<br />

CA midollare, si tratta di un gene dominante ad alta penetranza<br />

b. associato a FAP: morte per CA del colon spesso prima dei 40 anni.<br />

RR = 1OO per CA papillifero, che in genere è silente, quindi è una cosa che<br />

va indagata nei FAP<br />

c. forme familiari: da alterazioni del Chr10<br />

CA papillifero<br />

2. ruolo ormonale: da cui la differenza uomo/donna: le donne in età fertile sono infatti più colpite, e il<br />

rischio è maggiore in<br />

a. pluripare<br />

b. che abbiano allattato di recente<br />

c. con l’avanzare dell’età<br />

3. Risk Factors: Si analizzano i rischi relativi per varie patologie associate alla tiroide<br />

a. nodulo (singolo): 27X<br />

b. gozzo: 8X<br />

c. ipertiroidismo: 4-6X<br />

6,4X dei Graves<br />

4,4X dei gozzi tossici uni nodulari 12<br />

3,9X dei gozzi tossici multi nodulari<br />

d. tiroidite: 2,8X<br />

e. ipotiroidismo: 1,5X ⇒ rischio linfoma in Hashimoto, soprattutto<br />

4. Radiazioni ionizzanti: soprattutto se l’esposizione è infantile –adolescenziale (rischio età – dose<br />

correlato) Per lo iodio spesso la contaminazione avviene attraverso il latte<br />

(erba mucca), i funghi, le verdure..<br />

CA papilliferi: che sono infatti più comuni nei bambini<br />

Istotipi<br />

Non si sono modificati nel tempo più di tanto; i primi tre sono più ben differenziati ed a prognosi migliore.<br />

b. papillifero<br />

c. follicolare prognosi migliore<br />

d. hürthle<br />

e. midollare<br />

f. indifferenziato / anaplastico ⇒ è quello a prognosi peggiore<br />

12<br />

nel plummer il ca risiede in un nodulo satellite freddo contiguo<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 95


CA papillifero (PTC)<br />

È l’85-90% dei carcinomi della tiroide, riconoscibile istologicamente per determinate caratteristiche<br />

• nuclei a vetro smerigliato: è la caratteristica più importante, in quanto a volte la struttura<br />

papillare è assente, mentre questa caratteristica è costante.<br />

- cromatina dispersa<br />

- aspetto otticamente chiaro / vuoto<br />

- pseudo inclusioni: in sezione istologica queste aree vuote (o quasi) creano degli artefatti<br />

per cui sembrano esserci delle inclusioni anche di grosse dimensioni<br />

• corpi psammomatosi: calcifici, sono piuttosto tipici, assieme ai nuclei smerigliati aiutano nelle<br />

diagnosi difficili.<br />

• struttura papillare: sono diverse da quelle del gozzo semplice o multinodulare:<br />

- complesse: eventualmente pluristratificate o con atipie e pleomorfismo nelle cellule<br />

epiteliali, che però nella norma sono abbastanza ben differenziate.<br />

- asse fibrovascolare di sostegno<br />

• metastasi linfatiche: 1/3 dei casi con metastasi linfonodale, sono inusuali le mts ematiche<br />

• varianti: è il motivo per cui i nuclei a vetro smerigliato e i c.pi psammomatosi sono così importanti<br />

a. capsulata: ha prognosi eccellente, chiaramente in quanto tale ha scarsissime potenzialità<br />

infiltrative e metastatizzanti.<br />

b. follicolare: solo i c.pi psammomatosi e i nuclei smerigliati tradiscono queste forme<br />

c. a cellule alte: come dice il nome sono cellule almeno 2 volte più alte che larghe, più comune nei<br />

vecchi, presenta alterazioni genetiche che lo rendono più aggressivo.<br />

d. sclerosante diffuso: comune nei bambini, si presenta come un gozzo più che un nodulo…<br />

stridore al taglio<br />

struttura papillare prevalentemente<br />

simula Hashimoto: fibrosi + infiltrati<br />

morule squamose: aree con nidi di cellule squamose<br />

e. trabecolari ialinizzati: recentemente riconosciuto come CA papillare per via della genetica.<br />

Ha struttura organoide:<br />

nidi e trabecole tumorali allungate<br />

stroma fibrovascolare<br />

aspetto simile ad un paraganglioma<br />

..la prognosi è ottima (> 75% a 5 anni nella fascia d’età media), dipende sempre dalle solite caratteristiche<br />

(invasività, dimensioni, mts, integrità della capsula…).<br />

CA follicolare (FTC)<br />

Si parla più spesso di “lesioni follicolari”, più frequenti in donne di mezza età, includono:<br />

adenoma ⇒ minimamente invasivo, ma che può avere già alterazioni del RAS. Si è detto come<br />

l’adenoma non abbia una naturale evoluzione in CA, però questa comune mutazione<br />

del RAS e l’alta incidenza in zone con deplezione di iodio insospettiscono.<br />

carcinoma ⇒ invasivo (gelato…)<br />

..spesso è impossibile distinguerli anatomopatologicamente, sia alla biopsia che all’esame estemporaneo.<br />

In questo caso l’anatomopatologo restituisce riposte vaghe (lesione follicolare appunto).<br />

• nodulo singolo: da cui la difficile DD con una lesione adenomatosa benigna<br />

• al taglio: grigio-rosa, se presente molta colloide sarà lievemente traslucido;<br />

• diversi gradi di anaplasia<br />

a. struttura quasi normale<br />

b. forme invece anaplastiche, con cordoni o lamine<br />

c. a cellule chiare di Hürthle<br />

Da un punto di vista prognostico hanno un’importanza fondamentale:<br />

analisi scrupolosa della capsula: l’unico modo per definire un CA come minimamente invasivo<br />

invasione vascolare: questo tumore non è linfotropo. Non hanno significato i vasi intra tumorali<br />

CA largamente invasivi: sono quelli con una struttura altamente anaplastica<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 96


Ca indifferenziato anaplastico (ATC)<br />

Tipicamente della donna anziana, più frequente nella donna. La classificazione istologica è difficile: c’è di<br />

solito una distruzione del tessuto normale.<br />

Il pz. tipico è una donna anziana, che può avere storia di gozzo multinodulare (si vedono ancora, p.es in<br />

Austria, Carnia…). La donna nota un improvviso aumento notevole di volume.<br />

Con tecniche immunoistochimiche si è evidenziato come la maggioranza degli ATC a piccole cellule siano<br />

• linfomi: si sospetta questa diagnosi quando il pz. arriva vivo a 5-6 mesi dalla diagnosi<br />

• CA midollari<br />

• FTC poco differenziati<br />

Il riscontro frequente (3O%) di coesistenti foci di CA differenziati (PTC o FTC) evidenzia la possibilità che la<br />

genesi sia quella di una evoluzione da forme meno maligne, appunto.<br />

Si caratterizza per…<br />

1. grande accrescimento: indice mitotico↑<br />

2. metastasi probabili (a distanza o linfonodali)<br />

3. letalità ≈ 100%<br />

4. istologia molto varia, può assumere molti aspetti, o avere dei residui citologici del tumore<br />

differenziato dal quale deriva per de-differenziazione<br />

- cellule giganti<br />

- cellule fusiformi<br />

- miste<br />

- piccole: simili a quelle dei tumori a piccole cellule<br />

Nb: è importante evitare biopsie: si facilita la diffusione del tumore, anche per questo esami come TC ed MRI<br />

sono importanti.<br />

CA midollare (MTC)<br />

È una forma un po’ particolare, rappresenta il 3-15% dei CA tiroidei<br />

• dalle cellule C: come tale è neuroendocrino; queste cellule…<br />

a. < 0,1% della massa tiroidea<br />

b. producono calcitonina, ma il tumore può produrre anche 5HT, ACTH, CEA, VIP…<br />

c. identificazione immunoistochimica; all’e&o comunque sono più larghe delle cellule<br />

follicolari, ed hanno anche altre caratteristiche tipiche.<br />

• sporadico o familiare (20%)<br />

a. sindromi da neoplasia endocrina multipla: MEN-2 (sia a che b)<br />

b. forma familiare del CA midollare<br />

• origine posteriore: difficilmente palpabile, può sfuggire facilmente all’ECO: generalmente laddove<br />

il ricorrente passa sotto il legamento di berry, multifocale e bilaterale.<br />

• nodulo isolato di consistenza dura e dolente<br />

• linfoadenopatia cervicale, è molto linfofilo, nel 90% di quelli palpabili si hanno già metastasi<br />

• grigio nerastro all’interno<br />

• istologia: i caratteri che possono risaltare sono:<br />

a. cellule spindle (come forma)<br />

b. nidi, trabecole o follicoli<br />

c. a piccole cellule anaplastiche<br />

d. depositi di amiloide: rappresentano la calcitonina di troppo, che si deposita nelle zone amorfe<br />

e. iperplasia multicentrica delle cellule C (soprattutto patologie non sporadiche)<br />

La terapia è tipica: una tiroidectomia con resezione linfonodale, se l’intervento è incompleto si accede a<br />

terapie adiuvanti (chemio, radio…). In genere entro poche ore si normalizza la calcitonina.<br />

Follow up con CT e CEA: sopravvivenza a 10 anni del 90% se non metastasi.<br />

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Paratiroidi<br />

Le paratiroidi sono generalmente 4, spesso con localizzazioni atipiche, la scintigrafia (dopo l’ECO) è il miglior<br />

esame per localizzarle. Il PTH è il principale regolatore del Ca, ed esiste un rapporto inverso tra i due…<br />

• IRC ⇒ ipocalcemia ⇒ iper PTH II<br />

• tumori osteolitici ⇒ ipercalcemia ⇒ ipo PTH II<br />

La struttura normale vede due citotipi fondamentalmente:<br />

cellule principali<br />

o colorazione chiara o scura a seconda della quantità di glicogeno<br />

o poligonali con nucleo rotondo centrale<br />

o granuli secretori contenenti PTH<br />

cellule ossifile<br />

o più grandi, raggruppate in clusters<br />

o acidofile: non granuli secretori ma ricche di glicogeno<br />

o ricche di mitocondri<br />

.. l’organizzazione generale varia con l’età: inizialmente è densa, con cordoni e stroma ben organizzato,<br />

mentre già a 25 anni c.a il 3O% è adiposo; Funzionalmente è svincolata dal controllo ipofisario, il suo<br />

funzionamento è influenzato semplicemente dal calcio, sul quale metabolismo agisce in modo triplice:<br />

1. ⊕ osteoclasti (azione diretta) ⇒ rilascio di Ca dal tessuto osseo<br />

2. ⊕ riassorbimento Ca renale<br />

3. attivazione vit.D<br />

..per effetto cronico del PTH c’è una vera e propria attivazione del turnover osseo, anche della componente<br />

anabolica (osteoblasti).<br />

<br />

Iper PTH primitivo<br />

- primario: per alterazioni intrinseche della ghiandola<br />

- secondario: per IRC, laddove il trattamento dell’IR porta a risoluzione<br />

- terziario: è un secondario inveterato, dove si ha autonomizzazione della ghiandola, stressata dall’IRC<br />

di vecchia data.<br />

Può essere dovuto a:<br />

1. adenoma (85-9O%): più spesso è un nodulo solitario sporadico, ma in c.a il 2O% è familiare:<br />

a. MEN-1: si caratterizza per manifestazioni in 2-3 ghiandole dovute alla disfunzione di un<br />

oncosoppressore. Le neoplasie tipiche sono (oltre le paratiroidee)<br />

- neoplasie enteropancreatiche: VIPomi, insulinomi, gastrinomi…<br />

- adenoipofisi<br />

- corticali surrenali<br />

- carcinoidi: sono nell’intestino anteriore, alias bronchi, timo, tenue<br />

b. MEN-2: racchiude due forme, la A e la B, con diverse mutazioni ed una clinica poco diversa;<br />

- CA midollare tiroideo 2A ⇒ iper PTH I<br />

- feocromocitoma<br />

2B ⇒ ganglioneuromatosi diffusa e habitus marfanoide<br />

- manifestazioni specifiche:<br />

c. ipercalcemia ipocalciurica familiare: dovuta a deficit dei recettori del Ca<br />

2. iperplasia primitiva<br />

3. carcinoma: sono < 5% dei casi, raro.<br />

…la maggior parte di questi quadri è monoclonale, a dire che si tratta effettivamente di una neoplasia. In<br />

alcuni casi l’eziologia risulta genetica (familiare):<br />

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CARCINOMA<br />

• sia manifesto che di difficile DD<br />

• una sola ghiandola<br />

• anche > 10g<br />

• trabecole o noduli capsulati<br />

• INVASIONE & MTS UNICI CRITERI<br />

AFFIDABILI DI DIAGNOSI<br />

• 1/3 recidivano 1/3 mts<br />

Sintomi e Segni<br />

Sempre più rari: ormai con le analisi di routine (Ca, fosfati) si individuano i pzz. prima dello sviluppo della<br />

fase sintomatica per i 2/3 (dati USA), si parla di sintomi quali..<br />

• debolezza muscolare (7O%)<br />

• Artromialgie (5O%)<br />

• Stipsi (3O%)<br />

• Nefrolitiasi<br />

• Poliuria<br />

• alterazioni psichiche (17%)<br />

• ulcera peptica: chiaramente, dal momento che l’ipercalcemia porta ad ipersecrezione acida<br />

..i sintomi sono piuttosto aspecifici, quindi tipicamente la diagnosi non è tempestiva con la semplice clinica.<br />

• laboratorio / indagini strumentali<br />

- iper PTH + ipercalcemia (8,7-1O,2 il Ca 2+ normale)<br />

- calciuria: DD con l’ipocalciuria ipercalcemica familiare<br />

- densometria ossea: su cresta iliaca e spina dorsale, permette di pesare il grado della<br />

malattia magari in pzz. complessi in cui ciò non sia scontato.<br />

- altri ormoni: verificare che non sia una MEN 1 o 2A.<br />

Complicanze<br />

Una prima suddivisione vedeva tumori con due comportamenti tipici distinti:<br />

a. sviluppo rapido, malattia ossea franca<br />

b. sviluppo lento, malattia renale; massa tumorale maggiore…<br />

In ogni caso si parla di complicanze…<br />

ADENOMA<br />

• solitari ± ectopici<br />

• 0,5-5g<br />

• capsula, circoscritto<br />

• cellule principali uniformi<br />

± disposizione follicolare<br />

• nidi ossifili, a volte prevalenti<br />

(adenomi ossifii)<br />

• possibili lievi atipie<br />

(atipia endocrina)<br />

IPERPLASIA PRIMITIVA<br />

• ± tutte le ghiandole<br />

• max 1g tot. ghiandole<br />

• iperplasia cell. pricipali<br />

(diffuso o multinodulare)<br />

• variante a cellule chiare<br />

• isolotti ossifili<br />

1) Renali: sono le più gravi dell’iper PTH..<br />

• pollachiuria<br />

• nicturia<br />

• polidipsia<br />

• nefrolitiasi (3O%): quello principe; siamo sul 5-1O% dei pzz. nefrolitiaci con iper PTH<br />

..le alterazioni lievi sono normalmente funzionali, mentre quelle gravi tendono a rimanere<br />

anche dopo la rimozione delle paratiroidi.<br />

C’è una certa associazione iper PTH – ipertensione, che sembra essere legata all’IR, anche se<br />

poi con la paratiroidectomia si ha un miglioramento nell’ipertensione (5O% c.a) senza un<br />

corrispondente miglioramento della situazione renale.<br />

2) Ossee: mentre un tempo erano quasi le manifestazioni principali ora si attestano solo sul 5-10%<br />

dei pzz. (difatti non sono elencate tra i sintomi più comuni).<br />

• osteoporosi: il depauperamento sottoperiosteo è maggiormente evidente a livello di<br />

ossa della mano (falangi distali) e del cranio<br />

• osteite fibrosa cistica<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 99


Iper PTH secondario<br />

La prima causa è l’insufficienza renale, che agisce su due fronti:<br />

fosfati ↑ per via di una ridotta escrezione<br />

calcio ↓ per via di una ridotta sintesi di vitamina D e dell’effetto dei fosfati<br />

si ha una ghiandola iperplastica che si accompagna a livello sistemico a<br />

- alterazioni ossee<br />

- calcificazioni metastatiche (vasi, valvole.. )<br />

È di gran lunga molto meno comune:<br />

<br />

Ipo PTH<br />

1. chirurgico: rimozione accidentale o dovuta di tutte le ghiandole; può avvenire nell’ambito di una<br />

tiroidectomia o in uno svuotamento del collo scambiandole per linfonodi.<br />

2. assenza congenita: rara sindrome genetica<br />

3. ipo PTH familiare: è l’APS-1 di cui si è già parlato nel contesto del surrene come causa di Addison<br />

(adrenalite autoimmune che determina insufficienza corticale primitiva).<br />

Clinicamente si presenta spesso associata a candidosi.<br />

4. idiopatico: probabilmente autoimmune, si ha atrofia delle ghiandole. Sono rilevati spesso auto Ab<br />

contro i recettori del calcio (CASR).<br />

clinica<br />

irritabilità neuromuscolare / tetania: a causa dell’ipocalcemia che si instaura<br />

o parestesie<br />

o convulsioni / laringospasmo<br />

o s. di Chvostek: spasmo dei mm. mimici percuotendo sullo sfiocca mento del VII<br />

o s. di Trousseau: spasmo carpale comprimendo il manicotto dello sfigmomanometro<br />

stato mentale alterato: instabilità emotiva, depressione, fino ad allucinazioni<br />

cataratta<br />

QT allungato<br />

<br />

Neoplasie del pancreas endocrino<br />

Quelle endocrine sono molto più rare di quelle del pancreas esocrino (


Altre<br />

lipoma: produce VIP<br />

o diagnosi:<br />

livelli di ormone > 250µg /24h<br />

o sintomi<br />

diarrea acquosa, chiaramente accompagnata da..<br />

ipokaliemia<br />

ipocloridria<br />

o localizzazione duodenale<br />

o 50% maligni<br />

o raramente nelle MEN-1<br />

glucagonoma<br />

o cellule α del pancreas<br />

o sintomi<br />

malnutrizione & calo di peso<br />

rush cutaneo: eritema necrolitico migrante (imm)<br />

diabete<br />

o diagnosi<br />

dosaggio di glucagone > 200 pg /mL<br />

o 7O% maligno<br />

somatostatinoma: indovina cosa produce.<br />

o sintomi<br />

calcolosi biliare<br />

steatorrea & diabete: inibisce infatti la secrezione esocrina del pancreas<br />

perdita di peso (insulina↓)<br />

o diagnosi: sempre la stessa… aumentati livelli sierici di ormone<br />

o sede<br />

50% pancreas<br />

50% duodeno<br />

o 7O% maligno<br />

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Cute<br />

epidermide, composta da 4-5 sub strati…<br />

o corneo: la protezione più esterna; è formato dai cheratinociti <strong>morti</strong>, ormai assimilabili a<br />

pacchetti di proteine di tipo fibroso (involucrina e loricrina, principalmente)<br />

o lucido: può non esserci, ed è molto sottile<br />

o granuloso: così detto perché le cellule qui presentano granuli di cheratoialina<br />

o spinoso: troviamo cheratinosomi, diretti agli strati superiori (materiale lipidico), e anche<br />

melanina, che qui viene prodotta<br />

o basale o germinativo: troviamo cellule staminali adulte, atte a generare nuovi elementi<br />

derma: formato da connettivo, ha principalmente funzione di assorbimento di insulti meccanici, e<br />

difatti qui vanno a localizzarsi i meccanocettori (nelle papille).<br />

ipoderma : principalmente formato da tessuto adiposo<br />

In questa struttura di base s’inseriscono elementi molto<br />

importanti:<br />

• Cellule di Langerhans : essendo APC (Antigen<br />

Presenting Cells) sono assolutamente<br />

fondamentali nell’allertare il SI al primo segno di<br />

invasione da parte di elementi esterni.<br />

• bulbi piliferi: sono importanti perché<br />

contengono le staminali in grado di rigenerare la<br />

cute circostante<br />

• ghiandole sudoripare<br />

• melanociti<br />

<br />

Definizioni dei termini<br />

lesioni primarie<br />

Nascono così come sono dalla cute sana:<br />

1) macule: tecnicamente fino a 5-10mm, sono suddivisibili secondo due serie di criteri:<br />

2) chiazze macule > 5-10mm (l’importante è capirsi)<br />

3) pomfi: lesione rilevata transitoria e pruriginosa, con aspetto variabile dal bianco all’eritematoso;<br />

4) papule: lesione rilevata con apice cupoliforme o piano, ∅ ≤ 5mm; Non è transitoria, si tratta di un<br />

ispessimento di diversi strati;<br />

5) nodulo: proprio del derma profondo, interessa quindi il derma in tutta la sua estensione, ma non<br />

l’ipoderma, nel qual caso si parla di dermo-ipodermite.<br />

6) panniculite: sono reazioni infiammatorie che colpiscono il grasso sottocutaneo; si va ancora più nel<br />

profondo, le lesioni sono più grandi (eritema nodosum o contusiforme p.es, che<br />

somiglia ad una contusione ed è un esempio importante).<br />

7) vescicole: lesione a contenuto liquido, < 5mm . Sono diverse dalle bolle, cui differiscono per modo di<br />

formazione e di divisione; se ne riconoscono di due tipi:<br />

a. Reticolari: formantisi per spongiosi: l’eczema comincia a produrre liquido, che forza<br />

i cheratinociti: a partire da un edema si forza l’inclusione tra queste cellule.<br />

b. Parenchimatose: alcuni cheratinociti si gonfiano, si riempiono, e si ha la vescicola.<br />

Come nell’herpes (simplex / zoster)<br />

8) bolle: “vescicole” > 5mm. Un esempio è il pemfigo, che per il fenomeno di Nicolski se premuta la<br />

lesione si espande.<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 102


Lesioni Secondarie<br />

1) Croste: conglomerati di siero, sangue e detriti cellulari; derivano da vescicole, bolle, pustole o ferite<br />

2) Abrasioni / erosioni: riguardano l’epidermide al di sopra della membrana basale. Ergo, si ha<br />

restetutio ad integrum, al massimo con un macchia più chiara. Mentre<br />

soluzioni di continuo più fonde daranno guarigione con cicatrice.<br />

Hanno fondamentalmente le stesse derivazioni delle croste, compresi<br />

grattamento e traumi superficiali.<br />

3) Ulcere: vanno più a fondo, sono una perdita di tessuto sottobasale. Hanno natura Infettiva,<br />

Vascolare o Neoplastica.<br />

4) Piaga: simile all’ulcera, per predite di sostanza strette e profonda. Ha maggiori probabilità di<br />

guarigione. Sono dolorose e si localizzano in sede palmo-plantare ed a livello delle pieghe<br />

5) Ragadi: perdite di sostanza strette e profonde, tipicamente in sede palmo plantare, alle pieghe e nelle<br />

areole (tipicamente anali, p.es)<br />

6) Cicatrici: processi di riparazione collagenica in risposta alle perdite di sostanza sottobasali,<br />

presentano varianti patologiche quali:<br />

a. Cicatrice ipertrofica: in genere in persone predeterminate. Dipende anche dalle zone, nel<br />

volte p.es è più difficile. Sono più comuni in schiena e zona presternale.<br />

b. Cheloide: questa formazione dipende anche dalla razza, p.es i neri tendono ad avere cicatrici<br />

più voluminose.<br />

Lesioni primitivo secondarie<br />

Possono essere sia primitive, quindi nascere come tali, che essere secondarie ad una lesione primaria:<br />

1) pustola: raccolta di liquido infetta (ripiena quindi di pus)<br />

I. ⇒ acne, psoriasi.. contengono numerosi granulociti fin dall’inizio.<br />

II. ⇒ vescicola, poi infettata<br />

2) squama: agglomerato di lamelle cornee, dipendentemente dalle dimensioni:<br />

a. pitirisiache: piccole<br />

b. furfuracee: medie<br />

c. lamellari: grandi<br />

termini microscopici<br />

• ipercheratosi: ispessimento corneo, in genere con alterazioni della cheratina<br />

• PARAcheratosi: ipercheratosi con ritenzione dei nuclei fin nello strato corneo, nomale nelle mucose<br />

• DIScheratosi: cheratinizzazione precoce in strati profondi<br />

• ipergranulosi: iperplasia dello strato granuloso, spesso per grattamento<br />

• papillomatosi: rilevatezza della superficie dovuta ad un ipersviluppo delle papille<br />

• acantolisi: perdita di coesione tra i cheratinociti per alterazione dei legami intercellulari<br />

• spongiosi: edema intracellulare intra epidermico<br />

• edema idropico (ballonizzazione): spesso per virosi, edema cellulare degli strati alti<br />

• esocitosi: infiltrato epidermico di cellule immunitarie ed ematiche<br />

• erosione: discontinuità della cute con perdita incompleta dell’epidermide<br />

• ulcerazione: discontinuità della cute con perdita epidermica e spesso con soluzioni di continuo fino al<br />

grasso sottocutaneo<br />

• vacuolizzazione: vacuoli all’interno delle cellule<br />

• lentigginosi: quadro di proliferazione dei melanociti tra le cellule basali<br />

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patologia neoplastica<br />

<br />

Nevi melanocitici e Melanoma<br />

La dizione “melanocitico” è importante per sottolineare l’origine di questa neoplasie benigna (congenita o<br />

acquisita), in quanto il termine generico nevo è inteso a qualsiasi lesione congenita della cute (anche una<br />

voglia p.es).<br />

morfologia<br />

Normalmente i melanociti si rilevano in nidi (aggregati) a livello della giunzione dermo epidermica assieme<br />

alle cellule di Langerhans, che però non concorrono alla formazione dei nevi.<br />

Sono lesioni ancora benigne: difatti queste cellule vanno incontro a maturazione, che ha un senso opposto a<br />

quello dell’epidermide e che fondamentale nella DD con il cancro:<br />

NEVO GIUNZIONALE E<br />

COMPOSTO<br />

• nidi epidermici<br />

(giunzionale)<br />

• nidi e cordoni dermici<br />

(composto)<br />

• ancora maturazione<br />

• benigni<br />

screening<br />

Le caratteristiche da tenere sempre d’occhio sono il famoso ABCDE<br />

A. simmetria<br />

B. ordi ⇒ meglio se regolari, anche se magari non per forza circolari. L’importante è che non<br />

devono essere sfilacciati.<br />

C. olore ⇒ il colore nero intenso oppure variegato anche con aree acromatiche è particolarmente<br />

preoccupante<br />

D. imensioni ⇒ soprattutto le modificazioni, di solito sono lesioni > 10mm<br />

E. voluzione ⇒ più grandi ⇒ più melanociti ⇒ più possibilità di evolvere<br />

varie forme di nevi nevocellulari<br />

NEVO DISPLASTICO<br />

• > 5mm<br />

• bordi irregolari e<br />

pigmentazione variabile<br />

• nidi giganti / fusi<br />

• atipie nucleari<br />

• rimpiazzo dello strato<br />

basale con singole<br />

cellule neviche<br />

MELANOMA<br />

• precoce (crescita radiale)<br />

• tardivo (crescita verticale)<br />

• > 10mm (di solito)<br />

• A B C D E<br />

nevo blu: spesso confuso con melanoma, c’è infiltrazione del derma non a nidi, associata a fibrosi<br />

⇒ DD con melanoma<br />

nevo di Spitz: con crescita follicolare, presenta cellule grandi, tondeggianti, con citoplasma<br />

rosa/blu e cellule fusiformi.<br />

⇒ DD con emangioma<br />

nevo alone: identico al nevo acquisito, presenta un infiltrato linfocitario circostante dovuto ad una<br />

reazione immunitaria.<br />

<br />

Melanoma<br />

Risk factors<br />

1) Fototoipi I-II secondo Fitz Patrick (albini e caucasici che tendono a scottarsi)<br />

2) scottature solari, soprattutto nell’adolescenza, soprattutto se reiterate<br />

3) casi di melanoma in famiglia: sindrome del nevo displastico, dove si hanno numerosi nei piuttosto<br />

grossi e dalla costituzione irregolare. Esistono mutazioni genetiche, la<br />

più comune è quella del gene CDKN2-A, che impedisce normalmente la<br />

divisione cellulare. Il danno al DNA deriverebbe proprio dai raggi UV.<br />

4) presenza di nei, soprattutto se ve ne sono molti displastici, o molti comuni (per semplice matematica)<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 104


morfologia<br />

È importante dividere le due fasi radiale e verticale: la prima perdura anche a lungo, impiega diverso tempo<br />

prima di diventare invasivo:<br />

crescita radiale: in questa fase il melanoma è superficiale, per un tempo prolungato si espande<br />

orizzontalmente lungo i confini dermo epidermici<br />

o pattern diversi:<br />

- lentigo maligna<br />

- superficial spreading<br />

- lentigginosi acrale<br />

o non in grado di metastatizzare<br />

o superficie relativamente piana della lesione (macroscopicamente)<br />

crescita verticale: quando avviene questa evoluzione si hanno importanti cambiamenti; la natura e<br />

l’estensione della crescita verticale determinano il comportamento biologico del<br />

melanoma maligno.<br />

o nodulo: clinicamente si ha la comparsa di una componente nettamente rilevata<br />

o cloni metastatizzanti: la probabilità di questo evento è correlata a<br />

- semplice thickness: è il parametro che definisce il T della stadiazione AJCC, e<br />

correla in modo importante con la sopravvivenza a 1O anni:<br />

96% fino a 0,5mm<br />

89% fino a 1mm<br />

80% fino a 2mm<br />

65% fino a 3mm<br />

54-57% oltre i 3mm<br />

- ulcerazioni: un’altra caratteristiche che influenza il punteggio T (per ogni grado<br />

la presenza di ulcerazione definisce la lesione come b (T1b, T2b etc…)<br />

- indice mitotico: ovviamente meglio se basso <br />

- entità dell’infiltrato immunitario: meglio se abbondante <br />

o cellule più atipiche: più grandi, ampi nuclei irregolari, cromatina addensata e<br />

nucleoli prominenti<br />

…oltre a quelli già citati sono prognosticamente importanti anche il sesso e la localizzazione del melanoma<br />

(tronco / estremità).<br />

<br />

Cheratoacantoma<br />

È una lesione che può simulare un CA squamocellulare, in quanto<br />

insorge in individui >50 anni su cute foto esposta e si presenta<br />

clinicamente come una lesione rilevata cupoliforme di colore roseo con<br />

una depressione centrale.<br />

Predilige la cute del viso e del palmo delle mani.<br />

morfologia<br />

Alcuni sostengono che sia una forma di CA squamocellulare che<br />

regredisce grazie alla reazione dei tessuti circostanti, che ne limitano la<br />

crescita e in ultima analisi grazie all’infiltrato infiammatorio lo fanno<br />

regredire, appunto. Si caratterizza per:<br />

cratere centrale cheratinizzato, che appare depresso rispetto il tessuto circostante<br />

cellule epiteliali proliferanti ai margini del cratere che ne compongono i margini rialzati<br />

o citoplasma eosinofilo a vetro smerigliato<br />

o assenza di uno strato granuloso: si ha brusca cheratinizzazione determinata<br />

dall’infiltrazione da parte delle cellule delle ff. elastiche e<br />

collagene che poi rimangono inglobate.<br />

reazione stromale: intensa, si realizza come fibrosi ed infiltrato infiammatorio importante<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 105


CA squamoso<br />

I risk factors più importanti comprendono l’esposizione solare e i cancerogeni chimici (tra i quali sostanze<br />

industriali, tabacco, betel…).<br />

In genere sono diagnosticati ancora piccoli e raramente arrivano a dare mts per fortuna; si distingue tra la fase<br />

superficiale (in situ) e quella profonda (invasiva):<br />

CA in situ: è una placca a margini netti rossa e squamosa superficialmente.<br />

o limitata alla MB ovviamente<br />

CA invasivo: assume un aspetto nodulare<br />

o ipercheratosi<br />

o ulcerazioni<br />

o leucoplachia (lesioni mucose)<br />

o atipia nucleare a tutti i livelli: importante, sono ingranditi e chiari, caratterizza la lesione a<br />

tutto spessore<br />

o ± focolai necro emorragici<br />

o anaplasia variabile<br />

istologia quasi normale, con cellule poligonali squamose in lobuli ordinati e con aree<br />

cheratinizzate<br />

discheratosi: cheratinizzazione precoce in strati profondi<br />

eventualmente cellule talmente anaplastiche da richiedere l’immunoistochimica per<br />

capirne l’origine.<br />

<br />

CA basocellulare<br />

Ha gli stessi risk factor del CA squamoso, ma l’aspetto e il comportamento variano; comunque in genere sono<br />

tumori che vengono presi abbastanza precocemente senza dare così spesso mts o diffusione sistemica.<br />

C’è anche un’eziologia genetica nella sindrome del nevo basocellulare dove si hanno diversi di questi CA<br />

nelle fasi iniziali della vita associate a numerosa altre alterazioni ad altri organi<br />

papule traslucide con capillari sub epidermici prominenti e dilatati<br />

± melanina: possono somigliare ad un melanoma tanto da dover fare DD<br />

ulcus rodens: caratteristica tendenza (raramente manifestata per fortuna) ad andare in profondità, si<br />

realizza in < 5% dei casi, nel 90% è nodulare, ed appare appunto come una papula<br />

traslucida.<br />

istologia: sono cellule che somigliano a quelle dello strato basale della cute, possono cresceere<br />

secondo due pattern distinti in particolare:<br />

o crescita multifocale: origine dall’epidermide con estensione laterale (cm 2 )<br />

o crescita nodulare: origine dermica profonda<br />

corde e isole cellulari ± basofile con nuclei ipercromatici<br />

matrice mucinosa<br />

fibroblasti e linfociti sparsi<br />

stroma retratto attorno ai nidi: in questo pattern lo stroma attorno al nodulo è<br />

importante per la DD in quanto fornisce spzz. otticamente vuoti<br />

cellule radialmente a palizzata circondano il nodulo<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 106


Tumori Vascolari dermici<br />

Tutti i vari tumori vascolari si possono realizzare ovviamente anche a livello del derma o della cute:<br />

emangiomi capillari: benigni, sono assolutamente i più frequenti a livello cutaneo, devono essere<br />

ben differenziati da:<br />

o iperplasia vascolare dermica<br />

o proliferazioni reattive: come i granulomi piogenici<br />

o proliferazioni vascolari multifocali non regolate<br />

o angiosarcomi<br />

nevo flammeo / vino porto: può essere localmente invasivo<br />

Kaposi: già trattato<br />

emangioma sclerosante<br />

<br />

Micosi fungoide / s. di Sézary<br />

(linfoma cutaneo a cellule T)<br />

Fa parte dei tumori delle cellule migrate a livello cutaneo; Sono due manifestazioni di neoplasie di Tcells<br />

CD4 + che interessano preferenzialmente la cute:<br />

morfologia<br />

1. micosi: localizzata alla cute, può rimanere locale ed isolata anche per<br />

anni; ci sono tre fasi:<br />

a. premicotica: macule rosso brunastre squamose<br />

b. placche: desquamanti, vanno in DD con psoriasi e noduli<br />

funogoidi (immagine)<br />

c. tumorale: placche eritematose rialzate indurite e delineate in<br />

modo irregolare; da questa fase in poi si ha un<br />

coinvolgimento..<br />

- leucemico<br />

- linfonodale<br />

- midollare<br />

2. s. di Sézary o eritrodermia esfoliativa generalizzata: si ha con la<br />

presenza di T maligne nel sangue (immagine)<br />

In sostanza le cellule di Sézary si rilevano a livello di:<br />

L’elemento più caratteristico sono le<br />

cellule di Sézary, alias linfociti T con una<br />

membrana nucleare caratteristicamente<br />

ripiegata e cerebriforme, che poi in<br />

realtà nelle lesioni avanzate (noduli) va<br />

persa, in quanto aumenta il livello di<br />

anaplasia;<br />

• placche (epidermotropismo)<br />

• infiltrati a banda nel derma superficiale<br />

• microascessi di Pautrier: una forma di invasione dell’epidermide sotto forma di piccoli aggregati<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 107


Dermatosi infiammatorie croniche<br />

<br />

Psoriasi<br />

È una dermatite eritemato squamosa sempre pustolosa (anche se micro), che dà spesso lesioni simmetriche,<br />

tondeggianti e ben definite;<br />

Si localizza preferenzialmente a livello di:<br />

- pieghe di gomiti e ginocchia<br />

- cuoio cappelluto<br />

- area lombosacrale<br />

- regione interglutea<br />

- glande<br />

- aree prima traumatizzate (segno di Koebner)<br />

..epidemiologicamente è una patologia prettamente caucasica (american europea) che si attesta attorno al<br />

2% della popolazione, sconosciuta tra indiani del nord America ed eschimesi.<br />

eziopatogenesi<br />

È immunologicamente mediata: dipende dai linfociti T infiltrati nel derma: si ha un meccanismo<br />

immunologico che aumenta il turnover dei cheratinociti (di tutti gli strati), che dà una paracheratosi<br />

(cellule cornee nucleate), che nella psoriasi si definisce vera: cioè si ha l’assenza dello strato granuloso.<br />

La malattia ha decorso variabile, cronico recidivante, e si può manifestare con diverse modalità:<br />

Tipo 1: elevata familiarità, esordio < 4O anni, evoluzione in forma generalizzata (più grave)<br />

Tipo 2: familiarità modesta, esordio >6O anni, decorso benigno ⇒ HLA - CwO6O2<br />

..inoltre sono riconosciuti come fattori scatenanti dosi eccessive di UV (una moderata esposizione al sole<br />

allevia la patologia), stress, alcol, alcuni farmaci…<br />

Sembra a questo punto importantissimo il ruolo del TNF (dimostrato in terapia dall’efficacia degli anti-TNF)<br />

che fa parte di una cascata di citochine scatenata dalla reazione prima dei TCD4 + e poi TCD8 + .<br />

morfologia<br />

Le lesioni sono piuttosto caratteristiche:<br />

aumentata velocità del turnover cellulare (37 ore vs 450)<br />

acantosi (ispessimento epidermico) con aumento del numero di mitosi<br />

paracheratosi vera: con annullamento dello stato granuloso, piuttosto caratteristico<br />

allungamento regolare delle papille dermiche: molto tipico è l’assottigliamento pronunciato<br />

dell’epidermide a livello dell’apice delle papille<br />

neoangiogenesi: da cui il segno di Auspitz: un micro sanguinamento diffuso alla rimozione<br />

delle placche, molto caratteristico.<br />

ascessi di MUNRO: pustole sterili<br />

(paracheratosi) che si<br />

risolvono col cortisone<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 108


Lichen<br />

È una patologia autolimitate nel giro di 2 anni (lascia le aree colpite più chiare del normale), non evolve in<br />

senso neoplastico a parte che a livello mucoso dove sono stati descritti dei casi.<br />

Si tratta di papule appiattite:<br />

• lesioni multiple di solito simmetriche<br />

• ± confluenza in placche<br />

• strie di Wickham all’interno (formazioni lineari o puntiformi biancastre)<br />

= aree di ipergranulosi<br />

• localizzazioni tipiche:<br />

o polsi<br />

o gomiti<br />

o glande<br />

o cavo orale (mucosa): nel 7O%<br />

o aree prima traumatizzate (fenomeno di Koebner = psoriasi)<br />

..l’eziologia è ignota, probabilmente una reazione autoimmune mediata da Ag<br />

rilasciati a livello degli strati basali, come si può evincere dall’infiltrato di<br />

linfociti presente e dall’ipertrofia delle cellule di Langerhans.<br />

morfologia<br />

infiltrato denso e continuo di linfociti a livello della giunzione dermo<br />

epidermica<br />

o cheratinociti basali necrotici e con tendenza alla squamatizzazione<br />

o giunzione dermo epidermica a dente di sega<br />

corpi colloidi o di Civatte: cellule necrotiche anucleate incorporate nel derma papillare flogistico, che<br />

sono in realtà visibili anche in altre forme di dermatiti croniche.<br />

iperplasia o atrofia epidermica<br />

o ipergranulosi (ispessimento dello strato granuloso)<br />

o ipercheratosi (dello strato corneo)<br />

<br />

LES<br />

Malattia infiammatoria multi sistemica ad etiologia sconosciuta,<br />

caratterizzata da estremo polimorfismo clinico e da presenza di differenti<br />

autoanticorpi, alcuni dei quali capaci di causare danno diretto citotossico<br />

altri invece partecipanti alla formazione di immunocomplessi.<br />

⇒ è la connettivite autoimmune sistemica per eccellenza, di tipo Ab mediato. I suoi effetti potenzialmente<br />

sono a livello sistemico, multi organico, potendo dare sintomi e ripercussioni a tutti i livelli.<br />

E’ una patologia poco diffusa, più presente nelle femmine. Spesso non si hanno condizioni cliniche<br />

specifiche e chiare, inizialmente: si parla di connettiviti indifferenziate, che magari possono aver avuto<br />

pleuriti, artriti, o comunque sintomi generalizzati o clinicamente abortivi, cioè che hanno evidenze di reattività<br />

autoimmune, infiammazione, ma non ancora ben definita.<br />

Epidemiologicamente nel LES si ha<br />

• prevalenza = 1O-4O / 1OO mila<br />

• incidenza = 2-8 / 1OO mila<br />

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Questi dati sono piuttosto precisi, in quanto per ricevere le cure adeguate queste persone sono esenti da ticket<br />

nel servizio sanitario, cosa che richiede una certificazione dello stato di malattia.<br />

- uomo ⇒ sviluppo tipicamente o infantile o tardo<br />

- donna ⇒ in ragione probabilmente di regimi ormonali diversi: 1O - 3O anni<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 109


Patogenesi del LES<br />

Geni di Suscettibilità: molteplici, usualmente. La componente genetica è valutata al 25% (gemelli)<br />

Fattori Scatenanti: ambientali probabilmente, è quello il trigger<br />

Ridotta clearance di<br />

immunocomplessi<br />

Corpi Apoptotici: ovviamente pesa in seguito a danni tissutali ed all’infiammazione. Quello<br />

che succede quindi è la persistenza di elementi che potenzialmente<br />

potrebbero dare fenomeni di sensibilizzazione, soprattutto di elementi<br />

nucleari; questo stimolo antigenico persiste dà il tempo al SI di<br />

sviluppare una risposta<br />

⇒ risposta immune abnorme (profilo TH2 alias umorale)<br />

• linfociti B o T iperattivati<br />

• non adeguati meccanismi regolatori: fattori del complemento (C3…) o altri meccanismi<br />

• Perdita di tolleranza immunologica<br />

Clinica<br />

La cute è colpita nell’8O% dei casi, quindi è più o meno una costante; A prescindere dalla singola lesione una<br />

caratteristica comune è la fotosensibilità, che determina (soprattutto d’estate) reazioni violente, anche nel<br />

giro di 1O minuti, invece che di ore come nelle persone normali.<br />

1. Rash malare: non è solo eritema, è una forma dermatitica<br />

vera e propria, che si approfonda negli<br />

strati cutanei e provoca tumefazione.<br />

Tipicamente nel lupus viene sempre<br />

risparmiato il solco naso genieno (a lato<br />

dalla pinna nasale). Non sono lesioni che<br />

lascino cicatrizzazioni<br />

2. lesioni a coccarda: tipiche di zone fotoesposte: che diventano col<br />

tempo più aggressive, durature e profonde.<br />

• area centrale che va rischiarandosi<br />

• periferica più segnata<br />

3. LED (lupus discoide): è una forma limitata alla cute, istologicamente<br />

si rilevano alterazioni solo nelle zone lese. Si tratta di<br />

una patologia leggermente diversa, cronica, che vede<br />

lesioni..<br />

• molto in profondità: fino anche a distretti sotto<br />

dermici, ipocutanei, che<br />

portano a lesioni veramente<br />

importanti<br />

• cicatrizzazioni con conseguenti ripercussioni<br />

deturpanti: soprattutto se sono a<br />

livello di naso o di zigomi…<br />

4. Lupus Prufundus: si ha un aspetto cellulitico a livello della<br />

cute, con lesioni piuttosto profonde.<br />

5. Alopecia: il paziente perde i capelli in aree circoscritte a causa dell’eritema, che porta alla sclerosi<br />

irreversibile dei bulbi piliferi. È riferibile a tutti gli annessi cutanei.<br />

6. Lesioni Mucositiche: si tratta di afte, con lesioni crateriformi molto dolorose, e di lunga e difficile<br />

risoluzione (tramite antibiotici e cortisone).<br />

7. Manifestazioni ischemiche cutanee: p.es si può avere annerimento (necrosi) a livello ungueale o peri<br />

ungueale, si parla tipicamente di escara: sono danni di tipo<br />

microtrombotico, ischemico. Si possono avere ulcere cutanee in esisti di<br />

trombosi venose recidivanti.<br />

8. Livaedo Reticularis: cute di tipo “marmoreo”, con disegni simili alle nervature del marmo. Sono danni<br />

infiammatori sul versante vascolare.<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 110


morfologia<br />

La biopsia spesso è necessaria per confermare l’origine di certe lesioni, magari precoci:<br />

infiltrato: importante, in diverse sedi:<br />

giunzione dermo epidermica o dermato follicolare<br />

periannessiale: p.es attorno ai bulbi piliferi che risultano atrofici<br />

grasso sottocutaneo: in questo caso di parla di lupus profondus<br />

vacuolizzazione a livello degli strati basali<br />

epidermide assottigliata o atrofica con<br />

perdita delle papille<br />

ipercheratosi<br />

ispessimento PAS+ della MB<br />

lupus band test: è un esame a fluorescenza che usa Ab anti Ig, si individueranno gli IC che nelle<br />

forme di LES classico saranno<br />

diffuse anche alle aree non<br />

direttamente lesionate, nel LED<br />

(discoide) saranno solo delle<br />

lesioni.<br />

<br />

Infezioni<br />

<br />

Verruche volgari<br />

Com’è ovvio sono lesioni determinate da diversi tipi di HPV, e le diverse lesioni sono associate ad HPV<br />

diversi; in particolare sono importanti quelli genitali (16, 18) perché danno luogo a carcinomi. Per quanto<br />

riguarda la cute le lesioni sono benigne e regrediscono spontaneamente in 6mesi – 2anni;<br />

Si localizzano prevalentemente a livello di:<br />

- dorso delle mani<br />

- zona periungueale<br />

- pianta dei piedi<br />

Ci sono diversi tipi di verruche a livello clinico:<br />

volgare<br />

papule bianco - grigiastre<br />

± rilevate in genere


Mollusco contagioso<br />

È un poxvirus della stessa famiglia del vaiolo, probabilmente è il virus dimensionalmente<br />

più grande in natura (>3OO nm), si può prendere anche in piscina, è piuttosto contagioso.<br />

Si hanno clinicamente lesioni multiple, che prediligono:<br />

- tronco<br />

- aree anogenitali<br />

..si presentano come papule rosee ..<br />

• dure<br />

• pruriginose<br />

• < 1 cm con rare forme giganti che possono toccare i 2cm<br />

• ombelicate: dal centro ombelicato può essere rilasciato un materiale simil caseoso<br />

che analizzato con colorazione Giemsa è in genere diagnostico<br />

Non c’è terapia medica, solo rimozione chirurgica; all’analisi istologica si nota:<br />

iperplasia verrucosa a forma di coppa<br />

corpo del mollusco: patognomonico, è un’inclusione cyt ellissoidale omogenea contenente virioni<br />

che appare in E&E diverso a seconda dell’area in cui lo si osserva:<br />

strato granuloso: contesto blu-porpora, appare eosinofilo<br />

strato corneo: contesto rosso, appaiono con un alone rosso-blu pallido<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 112


Sistema Muscolo Scheletrico<br />

L’istologia e anatomia del tessuto maturo è importante quanto il suo processo di sviluppo, regolato da delicate<br />

fasi preordinate.<br />

Il sistema scheletrico è formato da 206 ossa che in condizioni normali vanno incontro a mineralizzazione<br />

mediata dalla formazione di cristalli di idrossiapatite (prima si parla di osteoidi), il tutto è orchestrato da una<br />

serie di citochine che controllano l’attività della componente cellulare (BMP, FGF, PDGF, TGF-β):<br />

• osteoblasti: generano dalle cellule osteoprogenitrici che si trovano ravvicinate alle superfici<br />

ossee, durano c.a 3 mesi e depongono nuovo tessuto osseo.<br />

• osteociti: sono le cellule in assoluto più abbondanti dell’osso, contenute in cripte rigide<br />

all’interno del tessuto comunicano tra loro tramite prolungamenti citoplasmatici che<br />

percorrono i canali ossei interposti.<br />

• osteoclasti: come si sa generano dalle cellule ematopoietiche mielo monocitiche su<br />

stimolazione di citochine:<br />

o IL-1 o 6, RANK (famiglia TNF), che contattano il RANK-L, dando il via alla genesi<br />

dell’osteoclasta<br />

o osteoprotegerina: azione inversa, è un falso recettore per il RANK e impedisce la<br />

formazione degli osteoclasti.<br />

… durano c.a due settimane, formando uno spazio extracellulare serrato<br />

comparabile ad un lisosoma secondario che comincia a solubilizzare i cristalli<br />

dell’osso formando una lacuna (di Howship).<br />

• proteine dell’osso: comprendono il collagene-1, che costituisce il 90% della componente<br />

organica. Può dare origine a due matrici (che poi ossificano):<br />

o reticolare: della primissima ossificazione del neonato o del processo normale di<br />

guarigione di una frattura; è una struttura ossea che ha pari resistenza in<br />

ogni direzione, quindi ottima in un primo momento. Esclusi neonato o<br />

fratture, è sempre patologica.<br />

o lamellare: la forma definitiva di calcificazione, più resistente lungo determinate linee<br />

di tensione. Esistono 4 diversi tipi di osso lamellare.<br />

ossificazione<br />

Ne esistono di due tipi fondamentalmente:<br />

encondrale: quella della cartilagine delle ossa lunghe: si ha un’ossificazione che inizia a livello del<br />

periostio, centralmente nella diafisi dell’osso, ed a livello delle epifisi, così che si forma<br />

la fisi cartilaginea, fondamentale per l’accrescimento.<br />

intramembranosa: p.es delle scapole e della scatola cranica: si ha direttamente ossificazione della<br />

superficie a partire da una matrice fibrosa di origine mesenchimale. È una forma di<br />

crescita per apposizione.<br />

<br />

Patologia dello sviluppo (congenita o acquisita)<br />

Si parla in generale di<br />

- disostosi quando c’è un’alterazione morfogenetica (dei geni così detti Homebox), e sono relativi alla<br />

migrazione delle cellule mesenchimali<br />

- displasie: quando ci sono alterazioni del metabolismo osseo che determinano una patologia di tutte le<br />

ossa (in generale del tessuto).<br />

<br />

Osteogenesi imperfecta<br />

(malattia delle ossa di vetro)<br />

Ci sono 4 tipi di osteogenesi imperfecta, più o meno gravi. Si ha in comune un deficit di collagene I: in<br />

pratica quantità troppo scarse di osso con<br />

- assottigliamento della corticale<br />

- rarefazione delle trabecole (una forma di osteoporosi diciamo)<br />

- focolai di osso reticolare ipercellulare (in alcune forme particolari)<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 113


..le tipologie fenotipiche sono anche molto diverse: dal tipo I con morte perinatale e fratture multiple già in<br />

utero, al tipo II con durata di vita normale ma un numero esagerato di fratture durante la pubertà. Inoltre<br />

si hanno:<br />

• sclere blu per trasparenza della coroide a partire da una sclera troppo sottile<br />

• perdita dell’udito: per un deficit misto NRS e TR dovuto a difetti ossei<br />

dell’orecchio medio e interno del tutto paragonabili a quelli<br />

dell’otosclerosi<br />

• imperfezioni dentarie: piccoli, mal formati, blu giallastri per deficit di dentina.<br />

<br />

Osteopetrosi<br />

(malattia delle ossa di marmo)<br />

In questo caso si ha un deficit di riassorbimento osseo, si ha un deficit di funzione degli osteoclasti, che<br />

portano a mancato turnover e rimodellamento osseo:<br />

varietà autosomiche dominanti (I e II): sono benigne o quasi, nel senso che non provocano mortalità<br />

perinatale, ma semplici fratture ricorrenti che portano alla<br />

diagnosi tramite l’RX:<br />

deformità a fiasco delle diafisi: che sono rigonfiate a bulbo<br />

difetti dei nn cranici e anemia lievi<br />

da deficit di anidrasi carbonica II: l’AC serve per acidificare e formare la zona di riassorbimento<br />

(lacune): senza AC questo non è possibile e gli osteoclasti non<br />

possono solubilizzare i cristalli.<br />

varietà maligna infantile: è autosomica recessiva, mortale in epoca perinatale, con<br />

fratture<br />

anemia & infezioni ricorrenti ⇒ a causa del deficit emopoietico nonostante l’emopoiesi<br />

extramidollare caratteristica (splenomegalia !)<br />

idrocefalo<br />

problemi ai nn cranici (pzz. sopravvissuti)<br />

morfologia<br />

Rilievi tipici e in genere ben visibili:<br />

o canale midollare assente, sostituita dalla persistenza di spongiosa primaria<br />

o deformità a fiasco: con rigonfiamento ad ampolla delle estremità<br />

o osso reticolare che persiste, in quanto non viene rimodellato<br />

o n° di osteoclasti ± conservato: dipendentemente dalla variante, ma spesso può essere<br />

conservato.<br />

terapia<br />

Siccome gli osteoclasti derivano da cellule ematopoietiche mielo monocitiche, trapianti di midollo si sono<br />

rivelati in certi casi utili a indurre rimodellamento osseo.<br />

<br />

Acondrodisplasia<br />

È una mutazione dell’FGFR-3 (fibroblast GF receptor) che determina una gain of<br />

function;<br />

3)<br />

spesso<br />

facies<br />

è<br />

acondroplasica:<br />

sporadica, ma<br />

dei<br />

se è<br />

soggetti<br />

familiare<br />

che<br />

si<br />

presentano<br />

presenta<br />

questo<br />

con un<br />

tipo<br />

pattern<br />

di nanismo<br />

dominante; Fenotipicamente si presenta con:<br />

(eng. Achondroplasia); è determinata da un difetto di<br />

arti corti: per il deficit di ossificazione sviluppo condrocitario encondrale: durante a livello la crescita, di cartilagine infatti, di le<br />

ossa della base cranica subiscono un rallentamento<br />

accrescimento con ossa lunghe accorciate e ispessite, in<br />

nello sviluppo, mentre le ossa della volta cranica si<br />

particolare nel segmento prossimale.<br />

accrescono normalmente<br />

tronco normale<br />

- manifesta disarmonia strutturale<br />

facies acondroplastica: con faccia grande, bozze frontali, naso a sella;<br />

- fronte convessa e sporgente<br />

nella pseudo acondrodisplasia la faccia è<br />

- naso infossato, piccolo e tozzo.<br />

normale.<br />

lordosi lombare esagerata<br />

! alterazioni della cute e del sottocutaneo<br />

1) facies ippocratica: rientra anche in questa classificazione perché caratterizzata anche da<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins<br />

- disidratazione<br />

114<br />

- deplezione di grasso<br />

2) facies nefritica: si ha appunto nella sindrome nefrosica, caratterizzata da proteinuria, in particolare


Osteoporosi<br />

Patologia da aumentata porosità ossea con perdita di massa ossea che può essere:<br />

localizzata: p.es da immobilizzazione di un arto: la tensione sui tendini è uno stimolo chiave per il<br />

trofismo del tessuto osseo, da cui anche l’effetto protettivo dell’attività fisica.<br />

diffusa: come malattia metabolica dell’osso<br />

post menopausale: per il deficit estrogenico nei 3O-4O anni dopo la menopausa con un ritmo<br />

del 2-9% all’anno si può arrivare a perdere il 35-4O% della massa con<br />

fratture patologiche i c.a il 50% delle donne. Si parla di osteoporosi ad<br />

elevato turnover, in quanto si realizza un’iperattività osteclastica<br />

scompensata da una risposta blastica non sufficiente.<br />

da inadeguato apporto di Ca 2+ : tipico delle ragazze, che a differenza dei maschi tendono ad<br />

avere una dieta povera di calcio proprio nel periodo di<br />

rapido accrescimento che porta ad un calo del picco di<br />

massa ossea tipico dei giovani adulti.<br />

senile: è fisiologico perdere c.a lo O,7% annuo, si para di individui extra 4O enni.<br />

Si nota infatti un ridotto potenziale replicativo e biosintetico degli osteoblasti a partire<br />

da questa età. È quindi una forma classificata come a basso turnover.<br />

iatrogena: da farmaci, in primis i glucocorticoidi, da cui la necessità di co-trattare questi pzz.<br />

con difosfonati nelle terapie croniche.<br />

morfologia (forme diffuse)<br />

Tende ad essere colpito tutto lo scheletro, ma certi segmenti di più:<br />

- elevate aree di superficie (osteoporosi post menopausale): come la p.te spongiosa dei<br />

corpi vertebrali<br />

- trabecole: che si assottigliano fino a scomparire, riversando i carichi meccanici su<br />

quelle residue, che cedono dando luogo a fratture.<br />

… caratteri tipici della forma senile:<br />

- corticale assottigliata: per il riassorbimento endostale e sottoperiosteo.<br />

- sistemi Haversiani dilatati: fino al punto, nei casi più gravi, di avere un osso<br />

corticale assimilabile a quello spongioso<br />

clinica<br />

Per una diagnosi precoce (cioè prima dell’evidenza all’RX con il 35-40% della massa persa) si esegue con<br />

densitometria ossea o TC quantitativa, questo perché sono comuni<br />

… nell’ottica di evitare questo la terapia è su più fronti:<br />

- attività fisica<br />

- Ca 2+ e vit. D<br />

- estrogeni<br />

- difosfonati e PTH<br />

<br />

malattia di Paget<br />

(osteite deformante)<br />

• fratture: soprattutto di colonna lombare, bacino, collo femorale<br />

• complicanze delle fratture: come embolia polmonare o polmonite<br />

Si tratta di una patologia che si pensa abbia origini infettivo - infiammatorie come inizialmente postulato dal<br />

suo scopritore nel 1876, si caratterizza per la presenza di tre fasi successive:<br />

1. osteolitica: insorge tipicamente in piena età adulta<br />

2. mista clastica – blastica: con predominio blastico, con quindi deposizione ossea ed aumento<br />

della massa, che però ha caratteri anarchici e disordinati, così che il<br />

nuovo osso è architetturalmente inefficiente.<br />

3. di esaurimento osteosclerotico dove si ha un “ristagno” di attività.<br />

Colpisce prevalentemente la popolazione bianca anglofona (ENG, USA, NZ…) e i francesi; un’ipotesi con<br />

evidenze non ancora definitive è quella di un’infezione lenta da paramyxovirus (≈ leucoencefalite<br />

sclerosante subacuta) che determina elevati livelli di IL-6 che agisce come il M-CSF.<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 115


morfologia<br />

Si sviluppa come un processo focale con variazioni notevoli a seconda delle diverse sedi:<br />

osteoclasti giganti: con anche 50-100 nuclei contro i 10-12 normali, determinano la presenza di<br />

numerosissime lacune di riassorbimento<br />

osteoblasti prominenti (fase II): ricoprono l’osso a discapito dei clasti. Depositano …<br />

osso lamellare a mosaico: si ha produzione di osso ad unità lamellari coerenti intrinsecamente ma<br />

orientate casualmente tra loro. La deposizione può anche essere<br />

inizialmente reticolare poi rimodellata.<br />

midollo adiacente alla superficie formante osso formato da connettivo lasso molto vascolarizzato e<br />

ricco di cellule osteoprogenitrici, che poi a termine del processo si riconverte in midollo<br />

normale.<br />

shunt arterovenoso: si può avere una tale vascolarizzazione a livello dei segmenti iperattivi da dare<br />

surriscaldamento locale e in generale uno shunt A/V significativo (con icc o<br />

slatentizzazione di una stessa).<br />

tumori benigni: sono di riscontro relativamente comune:<br />

tumore giganto cellulare<br />

granuloma riparativo<br />

masse extraossee di emopoiesi<br />

sarcomi: nello O,7-O,9% dei casi, è la complicanza peggiore, con frequenza maggiore nelle forme<br />

poliostotiche gravi.<br />

Clinica<br />

… il risultato è un osso più ampio ma con trabecole grossolane e corticale fragili e porose:<br />

dolore: per le microfratture e la compressione nervosa derivante dalla fase blastica<br />

platibasia: invaginazione della base del cranio per l’indebolimento dell’osso<br />

leontiasi ossea: a livello del cranio significa un tale iper accrescimento da rendere la testa pesante<br />

da sostenere peri il pz. stesso.<br />

artrosi secondaria: per la deformazione sotto carico anche di segmenti fondamentali come il<br />

collo omerale.<br />

fratture a barretta di gesso o da schiacciamento (vertebre): rischio di lesioni mieliche<br />

icc per gli shunt<br />

.. in generale comunque la maggior parte dei pzz. sono subclinici con diagnosi casuale tramite RX eseguite per<br />

altri motivi.<br />

<br />

Rachitismo ed Osteomalacia<br />

Come si sa il rachitismo è dei bambini e l’osteomalacia è degli adulti, comunque si ha un deficit di Ca e/o di<br />

vit.D che colpisce lo sviluppo o il turnover osseo;<br />

La patogenesi può essere comunque eterogenea: p.es l’acidosi cronica può essere predisponente, oppure la<br />

terapia cronica con bifosfonati.<br />

rachitismo (rickets): si ha un’alterazione dei tre normali strati della cartilagine di accrescimento<br />

(zona di riserva, proliferativa, ipertrofica) con un’espansione della zona<br />

ipertrofica.<br />

osteomalacia: la carenza (spesso per problemi renali) di calcio porta a una matrice demineralizzata e<br />

biomeccanicamente inferiore, che determina una diffusa tendenza alle fratture<br />

patologiche ed all’inarcamento delle strutture sottoposte a carichi importanti.<br />

miopatia prossimale: è una caratteristica comune alle due condizioni, dovuta all’ipocalcemia;<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 116


Infezioni & Osteomieliti<br />

eziologia e patogenesi<br />

L’infezione può arrivare per via ematica, di contiguità (infezioni superficiali che si approfondiscono) oppure<br />

per inoculazione nelle fratture esposte o nei traumi penetranti:<br />

patogeni comuni<br />

o s. Aureus / epidermidis (8O-9O%)<br />

o emophilus influenzae, β emolitico ⇒ pediatriche<br />

o pneumococco<br />

o E.Coli, Pseudomonas, Klebsiella ⇒ con IVU<br />

o Salmonella ⇒ pzz. con anemia falciforme, non si sa perché<br />

infezione specifiche o granulomatose<br />

o luetiche<br />

o tubercolari<br />

impianto batterico<br />

(sinusoidi metafisari)<br />

• iperemia<br />

• edema<br />

• P intra ossea↑<br />

dolore<br />

<br />

Osteomielite piogena<br />

Una delle sedi predilette sono tibia e femore in zona meta epifisaria<br />

(più vascolarizzata e più fertile), si verifica sempre meno<br />

grazie anche alle migliori condizioni igieniche: qualche<br />

decina d’anni fa si manifestava molto più frequentemente,<br />

soprattutto l’acuta ematogena del bambino, che era sistemica<br />

e colpiva sia ossa lunghe che corte: si aveva un’importante<br />

SIRS<br />

Morfologia<br />

Come si accennava nello schema l’osso va incontro ad un<br />

processo dinamico con necrosi, interessamento del periostio con formazione dell’ascesso.<br />

Con il cronicizzarsi del quadro si ha un infiltrato infiammatorio cronico che rilascia citochine tali da<br />

indurre riassorbimento osteoclastico, cui consegue una reazione opposta con deposito reattivo di osso nella<br />

periferia, lamellare o reticolare.<br />

Ci sono due forme particolari:<br />

PUS<br />

• P intra ossea↑<br />

• rallentamento circolo<br />

sanguigno<br />

• necrosi (prime 48h)<br />

ascesso di Brodie: piccolo ascesso intraosseo che interessa la corticale<br />

osteomielite sclerosante di Garré: nella mandibola con abbondate tessuto osseo neoformato<br />

<br />

TBC<br />

evoluzione<br />

tramite fistoloso<br />

con le parti molli<br />

sepsi<br />

artrite settica per<br />

contiguità (bambini)<br />

sarcofago<br />

ascesso<br />

sottoperiostale<br />

• ± idrarto reattivo<br />

(articolazioni vicine)<br />

• essudato<br />

infiammatorio<br />

• sequestro osseo<br />

Si parla dell’1-3% dei pzz. con una qualsiasi infezione tubercolare che hanno un coinvolgimento osseo.<br />

Genera di solito per diffusione diretta (polmone ⇒ costola) o linfatica, per cui si ha un foco isolato, che può<br />

essere multiplo nell’AIDS. Tende ad essere distruttiva e farmaco resistente.<br />

rachide (Pott): diffonde anche attraverso i dischi e nei grandi spazi della cavità midollare dando<br />

numerosi ascessi nelle parti moli.<br />

ginocchia / anche<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 117


Fratture<br />

(da ortopedia)<br />

Emorragia e dolore generano dal periostio e dai vasi muscolari; nella sede del danno si forma l’ematoma<br />

di frattura, che rapidamente coagula e determina la necrosi delle cellule alle estremità;<br />

Si individuano in questo contesto due fasi successive, prima quella del callo morbido & duro:<br />

callo morbido (1-20gg)<br />

Sono consigliati movimenti microscopici dei monconi, che stimolano ulteriormente la guarigione, comunque<br />

l’assenza di elementi rigidi previene da conseguenti danni degli osteociti.<br />

a. componente periostale<br />

3gg: collagene dalle<br />

cellule periostali<br />

10gg: periostio<br />

ispessito sulla frattura,<br />

cellule ≈ osteoblasti<br />

15gg: cartilagine in<br />

corso di ossificazione<br />

encondrale + neo osso<br />

con osteoblasti & co. a<br />

distanza da frattura<br />

20gg: trabecole di osso<br />

osteoide in sede di<br />

frattura, circondato<br />

ovunque da tessuto<br />

fibroso<br />

b. componente midollare superficiale (più vicina ai margini della frattura) o intermedio<br />

3gg: coaguli di fibrina<br />

& cellule ematiche<br />

10gg: % RBC↓<br />

⇒ coagulo + compatto<br />

c. componente midollare profonda o endostale<br />

3gg: cellule staminali<br />

mesenchimali<br />

10gg: matrice extracell<br />

con sostanza amorfa,<br />

collagene e neovasi<br />

15gg: timida presenza<br />

di condrociti<br />

15gg: in più trabecole<br />

ossee circondate da<br />

osteoblasti<br />

20gg: cartilagine con<br />

qualche calcificazione<br />

20gg: più trabecole<br />

che in superficie, aree<br />

cartilaginee<br />

callo duro (3-4 mesi)<br />

Sono proibiti movimenti anche microscopici durante la calcificazione: schiaccerebbero gli osteociti tra le<br />

neofibre in formazione.<br />

La formazione del callo osseo inizia a distanza dalla frattura conquistando man mano terreno fino a interessare<br />

la frattura stessa.<br />

a. osso spongioso: è quello che si forma inizialmente<br />

b. rimodellamento: è determinato dal carico sul neo osso continuo; le aree non sottoposte a<br />

carico tendono a regredire, così se la guarigione è stata con un callo<br />

generoso viene man mano riassorbito<br />

c. osso compatto: risultato finale.<br />

Ci sono solo due segni di certezza di una frattura:<br />

- CREPITAZIONE<br />

- PERDITA DI MOBILITÀ<br />

<br />

Clinica<br />

(da ortopedia)<br />

..gli altri sono tutti segni / sintomi sussidiari, che possono anche non esserci…<br />

- dolore<br />

- ecchimosi<br />

- tumefazione<br />

complicanze generali<br />

- atteggiamento della parte interessata<br />

- functio lesa<br />

- deformità<br />

• shock emorragico<br />

• embolia adiposa<br />

• TVP: entro le prime settimane da interventi soprattutto degli arti inferiori che richiedano lunghe<br />

immobilizzazioni e sospensioni dal carico. Si dà una terapia anticoagulante.<br />

• tetano<br />

• gangrena gassosa<br />

• piaghe da decubito: si parla sempre di pzz. allettati<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 118


complicanze locali<br />

• esposizione<br />

• frattura – lussazione<br />

• lesioni nervose: o nervi periferici o midollari nelle fratture vertebrali<br />

• lesioni vascolari<br />

o lacerazione: si forma un importante ematoma ovviamente<br />

o compressione<br />

o spasmo<br />

o trombosi: con tutti i segni del caso (pallore, perdita di polsi periferici..)<br />

• s. compartimentale: sindrome ischemica dei muscoli contenuti in un compartimento fasciale, alla cui<br />

base c’è un ciclo autoalimentate di ematoma, edema, aumento pressorio e<br />

ristagno veno-linfatico, si ha in fase avanzata fibrosi muscolare con retrazione.<br />

o dolore<br />

o edema<br />

o cianosi<br />

o ipoestesia / anestesia<br />

o paresi muscolare<br />

..diagnosi con misurazione della pressione intra<br />

compartimentale e trattamento progressivamente<br />

più aggressivo con<br />

a. drenaggio dell’ematoma & ossigenazione<br />

b. fasciotomia se dopo 8h la situazione non<br />

migliora<br />

• lesioni viscerali: p.es vescica o pleure<br />

• infezioni<br />

• ritardo di consolidazione<br />

• pseudoartrosi: monconi distanti che non combaciano, con tessuti<br />

molli frapposti.<br />

• necrosi epifisaria: un grosso problema p.es nei bambini, dove questo compromette la normale crescita<br />

dell’osso in un secondo momento.<br />

<br />

Tumori e lesioni simil tumorali<br />

I pochi tumori maligni che possono originare dall’osso è più probabile che siano nell’anziano, mentre la<br />

stragrande maggioranza dei tumori (benigni) avviene nel giovane (oltre 10:1); Quei pochi osteosarcomi dei<br />

giovani sono in genere localizzati nelle ossa lunghe, in particolare a livello di metafisi del ginocchio, che è<br />

una delle sedi di maggior accrescimento scheletrico.<br />

Clinicamente si manifestano con dolore o fratture patologiche, più raramente come masse a lento<br />

accrescimento.<br />

<br />

Osteoma<br />

Sono masse rotonde o ovali che possono originare dalla superficie<br />

- sottoperiostale<br />

- endostale<br />

…devono andare in DD con il tessuto osseo prodotto come reazione ad emangiomi, traumi, infezioni.<br />

Si possono presentare come multipli nella s. di Gardner, ma in genere danno unicamente problemi<br />

meccanici:<br />

- compressione dell’occhio / cervello<br />

- intralcio in cavità orale<br />

- problemi estetici<br />

..questo in quanto comunque non si convertono mai in osteosarcomi.<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 119


Osteosarcoma<br />

È un tumore mesenchimale maligno producente osso (20% dei tumori maligni dell’osso) con distribuzione<br />

bimodale:<br />

- 75% prima dei 20anni<br />

o retino blastoma: predispone 1000 volte di più nel corso della vita rispetto i controlli, per via<br />

delle alterazioni del gene RB.<br />

- restante parte negli anziani con risk factors<br />

o pregressa RT<br />

o paget<br />

o infarti ossei<br />

Sono suddivisi in base a:<br />

osso d’origine: preferenzialmente si localizzano in sedi di grande accrescimento osseo come<br />

o ginocchio: quello delle metafisi delle ossa lunghe è di gran lunga il tipo più frequente.<br />

o spalla<br />

o splancnocranio<br />

grado di differenziazione<br />

multicentricità<br />

eziologia<br />

o primario: senza alterazioni sottostanti significative<br />

o secondario a RT infarto o paget<br />

varianti istologiche:<br />

o osteo / condro / fibro - blastico<br />

o teleangectasico<br />

o a piccole / grandi - cellule<br />

morfologia<br />

- invasività: abbastanza notevole:<br />

o corticale, che viene distrutta ed è invaso il<br />

periostio, il quale dà luogo ad una<br />

reazione stromale andando in<br />

ossificazione e determina un segno<br />

radiologico noto come triangolo di<br />

Codmann, che è proprio il guscio<br />

osseo che si forma per reazione.<br />

o vasi: con una % molto alta, anche del 5O-6O%,<br />

alla diagnosi ci sono mts polmonari nel<br />

20% c.a, tra i decessi è spesso colonizzato<br />

anche il cervello.<br />

o canale midollare: sostituiscono tutto il midollo<br />

sano<br />

o articolazioni raramente invase<br />

- masse: si sviluppano nelle parti molli e sono irregolari di color grigio-biancastre<br />

Figure 8–20 The various types of periosteal reaction. Types A and B are<br />

benign in appearance, and may be described as (A) thick and (B) undulating.<br />

Types C through E are more aggressive and more likely malignant<br />

and may be described as (C) laminated or “onion skin,” (D) perpendicu-<br />

o aree emorragiche<br />

o degenerazione cistica<br />

- cellule tumorali<br />

o giganti<br />

o alto indice mitico<br />

o formano osso<br />

- osso tumorale: ha architettura irregolare<br />

o reticolare e/o lamellare e/o trabecolare<br />

o altre matrici in quantità variabile: fibrose o cartilaginee<br />

- cartilagine: quando significativamente presente definisce l’osteosarcoma condroblastico<br />

Figure 8–21 This 9-year-old girl presented with leg pain. A lateral radiograph<br />

of the knee demonstrates a sclerotic lesion in the distal femur with<br />

poorly defined borders that exhibits aggressive periosteal reaction, including<br />

a Codman’s triangle. This represented an osteogenic osteosarcoma.<br />

Gunderman, Essent<br />

All rights reserved. Usage subject<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 120


Condroma<br />

Ovviamente produce cartilagine, le ipotesi eziopatogenetiche sono due:<br />

1. sregolazione di residui della cartilagine di coniugazione<br />

2. alterazioni genetiche delle cellule staminali mesenchimali: in questo contesto ci sono due esempi<br />

ben conosciuti:<br />

a. malattia di Ollier: encondromi multipli<br />

b. sindrome di Maffucci: quando l’encodromatosi si associa a emangiomi multipli<br />

morfologia<br />

Macroscopicamente si distingue tra<br />

- encondromi: che si sviluppano all’interno dell’osso<br />

- condromi sottoperiostali o iuxtacorticali<br />

..per resto:<br />

• noduli piccoli siamo sui 3cm<br />

• grigio-bluastri traslucidi<br />

• citologia benigna: può esserci qualche atipia in Ollier o Maffucci<br />

<br />

Condrosarcoma<br />

Non ha grandi evidenze di lesioni predisponenti (condromi o malattie..), ha un’incidenza che è c.a la metà di<br />

quella di un osteosarcoma e tende a localizzarsi in settori centrali dello scheletro; si divide in:<br />

- tipico: è una massa traslucida e trasparente, formata da due componenti ± rappresentate:<br />

o ialina<br />

o mixoide: quand’è prevalente la neoplasia è viscosa e gelatinosa e tende a fuoriuscire dalla<br />

superficie di taglio.<br />

- a cellule chiare: tipico dei giovani, è unico: tende ad insorgere a livello delle estremità di ossa<br />

lunghe; si hanno (oltre alle grandi cellule chiare, ovviamente):<br />

o cellule giganti osteoclastiche<br />

o osso reattivo intra lesionale (⇒ DD con osteosarcoma !)<br />

- de differenziato: quando in una forma tipicamente di basso grado c’è una componente che assume<br />

un aspetto genericamente mesenchimale che può essere paragonato a quello di certi<br />

osteosarcomi o fibrosarcomi o altri tumori mesenchimali maligni.<br />

- mesenchimale: due componenti<br />

o isole di cartilagine ialina ben differenziata<br />

o circondate da strati di piccole cellule rotonde che possono simulare un sarcoma di Ewing<br />

(vd. dopo)<br />

morfologia (aspetti comuni)<br />

Si ha un aspetto ± mixoide o ialino, come accennato, quindi sono tipiche:<br />

• calcificazioni a chiazze<br />

• aspetto cistico: per via di parti che tendono ad andare in necrosi<br />

• invasività locale: attraverso la corticale erosa sporge e invade i circostanti tessuti molli, inoltre va a<br />

riempire i canali midollari obliterando lo spazio tra le trabecole.<br />

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Sarcoma di Ewing / Neuroectodermico primitivo<br />

Questi due sono la stessa cosa: tumori primitivi a piccole cellule dell’osso e parti molli. Posero non poche<br />

difficoltà diagnostiche a causa della somiglianza con linfomi o CA a piccole cellule.<br />

Ewing e il neuro ectodermico primitivo si è recentemente stabilito essere comunque la stessa neoplasia ma più<br />

o meno differenziata a seconda (Ewing è più anaplastico).<br />

bambini bianchi: l’80% sotto i 20anni, picco tra 10-15 anni. I neri sono molto meno colpiti<br />

origine dal midollo<br />

tumefazione per invasione di corticale e periostio e quindi delle parti molli.<br />

rosette di Homer-Wright: alias cellule a raggiera attorno ad uno spazio centrale fibrillare,<br />

indicativo di una origine neurale.<br />

scarso stroma, nonostante la presenza di setti fibrosi<br />

± necrosi: può essere prominente<br />

poche mitosi: ce ne si aspetterebbe ben di più dato l’aspetto del tumore<br />

<br />

Osteoclastoma<br />

(tumore a cellule giganti)<br />

Neoplasia benigna localmente aggressiva:<br />

- grande massa color rosso-bruno che può scavare nella corticale fino ad emergere come una<br />

tumefazione delineata da un sottile guscio di neo osso. Spesso al<br />

ginocchio, da cui i frequenti S/S artrosici.<br />

- degenerazione cistica frequente<br />

- sincizio: le membrane si distinguono a mala pena, spesso si hanno cellule con >100 nuclei<br />

- mitosi (cell. mononucleate) frequenti: sono le cellule che compongono primariamente il tumore<br />

- DD tramite i nuclei: ci sono diverse neoplasie a grandi cellule che possono essere confuse, ma in<br />

questo caso i nuclei sono uguali a quelli delle cellule stromali. Aspetto<br />

discriminante.<br />

- caratteristiche secondarie:<br />

o necrosi ed emorragia<br />

o emosiderina<br />

o osso reattivo<br />

- mts 4% e trasformazione maligna in un sarcoma ancora meno frequente <br />

- recidive 40-60% dopo curettage <br />

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Patologia Articolare<br />

Le articolazioni più colpite da fenomeni patologici sono quelle fornite di sinovia e spazio articolare<br />

(contrapposte alle sinartrosi, semi-fisse e prive del complesso delle sinovia).<br />

Ricordiamo che l’innervazione, la vascolarizzazione, l’epitelio di superficie sono tutti elementi propri della<br />

membrana sinoviale, assenti a livello della superficie (cartilaginea) articolare, la quale si presenta:<br />

- spessa 2-4 mm a seconda<br />

- non vascolarizzata e/o drenata<br />

- non innervata<br />

- composta di<br />

o collagene tipo2<br />

o acqua<br />

o proteoglicani<br />

o condrociti: in grado di generare matrice, spesso in modo non sufficiente di fronte a<br />

determinati processi patologici<br />

…tutto questo sistema è immerso nella sinovia, alias un liquido prodotto dalle cellule cuboidi della membrana<br />

sinoviale costituito da un ultra filtrato plasmatico che si genera anche grazie alla comunicazione diretta col<br />

plasma che si deve all’assenza di MB.<br />

<br />

Osteoartrosi<br />

È un processo degenerativo ma non a patogenesi infiammatoria (sebbene infiammazione reattiva ci sia),<br />

origina dalla cartilagine ed a partire da articolazioni sotto stress meccanico: mentre nell’artrite le prime<br />

colpite sono le interfalangee, qui saranno p.es le ginocchia.<br />

Classificazione<br />

primaria: considerato difetto intrinseco del tessuto cartilagineo<br />

femminile<br />

over 65<br />

fattori intrinseci predisponenti<br />

interfalangee, ginocchio (rima articolare↓), colonna, anca, alluce, trapezio metacarpica<br />

secondaria:<br />

o traumi ⇒ fratture che interrompono le articolazioni<br />

o dismetabolismo (gotta)<br />

o endocrinopatie (tiroide, ipofisi)<br />

o flogosi articolari (AR, artriti settiche)<br />

o neuropatie periferiche (tabe, siringomielia)<br />

o malattie ematologiche (emofilia)<br />

Patogenesi<br />

Si sviluppa in seguito al fallimento dei meccanismi protettivi dell’articolazione, che comprendono<br />

- lubrificante: lubricina, una glicoproteina mucinosa rilasciata dal panno sinoviale<br />

- elementi di contenimento dell’articolazione, come muscoli, tendini, capsula…<br />

- apparato sensorio: i meccanocettori presenti nell’articolazione coordinano l’azione dei muscoli<br />

andando ad alleviare gli impatti e riducendo lo stress sulla cartilagine.<br />

⇒ neuropatie periferiche, rottura di legamenti, traumi.. sono tutti predisponenti all’OA, e l’invecchiamento in<br />

generale provoca un’insufficienza di tutti questi meccanismi.<br />

Fondamentale nella patogenesi è lo sbilancio del turnover che si viene a generare, e che coinvolge..<br />

collagene tipo 2<br />

aggrecano (GAG con acido jaluronico)<br />

.. fondamentali per la resistenza alla compressione (compressive stiffness) e l’elasticità.<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 123


Il loro turnover è normalmente finemente regolato, ma nell’artrosi si va incontro a sbilanci che riguardano:<br />

a. attività degli enzimi degradanti (collagenasi, aggrecanasi) a tutta la matrice, soprattutto agli<br />

strati superficiali, mentre normalmente è limitata alle aree<br />

peri condrocitiche.<br />

b. IL-1, TNFα NO, PGE2… tutti pro-degradazione 13 , sono sovra espressi. L’IL-1 in particolare è<br />

dimostrato anche bloccare la condrogenesi.<br />

aggrecano↓ ⇒ rottura equilibrio molecole positive / negative 14 (esposizione cariche negative) ⇒ edema<br />

cartilagineo ⇒ allontanamento tra loro dei proteoglicani ⇒ perdita di elasticità & suscettibilità al danno.<br />

morfologia<br />

proliferazione dei condrociti: nelle prime fasi<br />

alterazione della composizione<br />

proteoglicani ↓<br />

acqua ↑<br />

conseguenti alterazioni:<br />

fibrillazione (verticale e orizzontale)<br />

fissurazioni<br />

deterioramento degli strati superficiali ⇒ la superficie appare più granulare e soffice della norma<br />

esposizione dell’osso sub condrale in seguito al distaccamento della cartilagine, da cui:<br />

aspetto eburneo dovuto all’attrito<br />

rinforzo / sclerosi dell’osso spongioso sottostante<br />

cisti fibrose: in seguito all’effetto valvola che intrappola il liquido sinoviale entro fessure e spazi vuoti<br />

determinati da micro fratture.<br />

osteofiti a fungo sui margini della superficie articolare<br />

sinovia che può presentare lievi alterazioni con cellule della flogosi cronica<br />

<br />

Artrite Reumatoide<br />

E’ una sinovite proliferativa cronica irreversibile: si può contenere la flogosi fino a quasi la scomparsa del<br />

sintomo, ma la situazione infiammatoria permane; Si tratta di una risposta di IV tipo quindi (citotossica),<br />

che viene combattuta con Ig umane contro TNFα, IL-1,6.<br />

Colpisce c.a l’1% della popolazione.<br />

Criteri diagnostici<br />

Sono se si vuole piuttosto vecchi, in quanto alcune cose non si vedono più (reperti Rx, noduli…), in quanto si<br />

cerca di prendere la malattia all’esordio. Per esempio la dolorabilità è sintomo di flogosi 15 , ma non è citata.<br />

1) rigidità mattutina di almeno 1 ora<br />

2) tumefazione / versamento di almeno 3 articolazioni. Si tratta di formazioni mollicce, contenenti<br />

liquido di origine infiammatoria (essudato), che potrà essere analizzato.<br />

3) noduli reumatoidi: presenti soprattutto al di fuori della lesione, come noduli a livello tendineo.<br />

Sono fibrosi, nascono a causa della formazione di nidi di flogosi, che provocano<br />

l’accumulo di materiale amorfo, fino a creare noduli anche grandi nel tempo,<br />

con connessa functio lesa. Però questo aspetto è venuto quasi meno.<br />

4) artrite della mano: almeno 1 sede a livello di polso, MCF, IFP. Queste definizioni precise delle sedi<br />

sono importanti perché l’artrite piuttosto che altre malattie tende a colpire proprio<br />

queste porzioni della mano piuttosto che altre.<br />

5) artrite simmetrica: anche non per forza a livello delle mani, è un aspetto che risulta molto<br />

importante nella diagnosi.<br />

6) fattore reumatoide sierico<br />

7) alterazioni radiologiche: osteoporosi / erosioni, ma sono rilievi davvero tardivi<br />

13<br />

la condrogenesi è favorita da fattori quali TGFβ e insulin-like GF type-1.<br />

14<br />

assicura la compattezza del tessuto e quindi la sua resistenza elastica alla compressione<br />

15<br />

squeeeze test: stringere la mano con forza al paziente per verificare dolorabilità.<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 124


Morfologia<br />

a. Articolazioni<br />

- sinovia edematosa (ingrossata) grossolanamente, con<br />

• villi ipertrofici in superficie<br />

• infiltrati infiammatori di cellule B e cellule T CD4 +<br />

- emosiderina, che testimonia l’aumento di vascolarizzazione tramite vasodilatazione<br />

ed angiogenesi<br />

- fibrina sia a coprire porzioni di sinovia sia libera galleggiante nello spazio sinoviale<br />

- neutrofili nel liquido sinoviale e sulla superficie ma generalmente non nel liquido<br />

- infiltrazioni del liquido sinoviale in seguito all’attività osteoclastica dell’osso sottostante<br />

con formazione di cisti e osteoporosi<br />

- panno: massa di sinovia e relativo stroma con cellule infiammatorie, tessuto di<br />

granulazione e fibroblasti, che cresce sulla superficie articolare causando erosione e<br />

infine la formazione di ponti tra le ossa determinando anchilosi prima fibrosa e poi<br />

ossea.<br />

b. Cute: si parla soprattutto di noduli reumatoidi, lesioni cutanee comuni nell’AR, che compaiono in<br />

c.a il 25% dei pzz;<br />

- sedi: si formano a livello di.. .<br />

• cute in regioni sottoposte a carico: cute ulnare, gomiti, occipite…<br />

• altre più rare: polmoni, milza, pericardio, miocardio, valvole…<br />

- macroscopicamente rotondi/ ovali, duri, fissi, a livello del tessuto sottocutaneo<br />

- microscopicamente:<br />

• necrosi fibrinoide centrale<br />

• orletto di istiociti epitelioidi prominente<br />

• linfociti / plasmacellule numerosi<br />

c. Vasi sanguigni: nelle forme severe con noduli e erosione ci può essere una catastrofica<br />

complicazione vasculitica: sono colpiti vasi medio-piccoli ad esclusione del rene,<br />

che si conserva integro. Nei vasi colpiti invece si ha un’endoarterite obliterante<br />

- neuropatia periferica<br />

- ulcere e gangrene<br />

Evoluzione della malattia<br />

Il profilo di mortalità dipende strettamente da…<br />

• n° di articolazioni interessate<br />

• stato flogistico sistemico<br />

Rispetto quello di una patologia ischemica coronarica non è molto diverso: la prognosi non è troppo infausta,<br />

ma bisogna cercare di contenere l’infiammazione, che in questo tipo di patologia è alla base della<br />

sintomatologia che ci sarà.<br />

Bisogna essere tempestivi: la maggior parte dei danni e dello sviluppo della malattia si attua nei primi<br />

5-6 anni ed a 15 anni dalle prime manifestazioni il danno articolare è fondamentalmente irreversibile, e<br />

la deformazione è molto forte e molto importante.<br />

Inoltre nei primi 5-6 anni gli indicatori di flogosi salgono, e man mano che passa il tempo si spegne il<br />

problema puramente infiammatorio (propriamente trattato) per lasciare posto al danno funzionale.<br />

Nb: col tempo infiammazione e danno funzionale si dissociano<br />

⇒ se VES & PCR si abbassano dopo 15 anni, non è affatto detto che la situazione sia migliorata.<br />

Oggi grazie alla terapia immuno modulante questa diversione si vede sempre più precocemente: i farmaci<br />

sono capaci di far scendere il profilo flogistico, ma non sempre questo si accompagna ad un adeguato calo<br />

della malattia residua. Migliorano quindi le condizioni di vita ma non i distretti osteoarticolari.<br />

Stanno entrando in campo delle procedure di imaging e visualizzazione diagnostica più importanti, non solo<br />

l’RX standard, dove poter valutare la situazione può essere di una certa importanza ecografia /eco doppler<br />

oppure la RM ⇒ un po’ come l’eco, ma strutturalmente scomoda.<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 125


Forme Tardive (5)<br />

Sono forme che non si vedono più molto spesso, si manifestano dopo 1O-15 anni di AR. 2O-3O anni fa le<br />

alterazioni strutturali irreversibili della malattia erano molto più diffuse.<br />

L'intervento chirurgico è raro in questi soggetti per la terapia immunosoppressiva accompagnata da un<br />

aspetto infiammatorio locale: la chirurgia non ha soluzioni da proporre. Le protesi ossee sono ad oggi<br />

fallimentari, fanno eccezione le protesi di ginocchio ed anca, che possono essere efficaci.<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 126


Spondiloartriti sieronegative<br />

(prof. Fischetti, da fisiopatologia medica)<br />

Sono accomunate dalla negatività al FR; avvengono spesso in soggetti HLA-B27⊕ o associatamente ad<br />

un’infezione scatenate. Probabilmente è una risposta delle cellule T ad Ag non meglio identificati.<br />

Spondilite Anchilosante<br />

Il danno sarà determinato con molteplici modalità:<br />

flogosi, con alterazione della fascia che prende contatto con l’osso dove si innescano meccanismi<br />

flogistici non dissimili da quelli dell’AR<br />

microerosione della struttura tendinea<br />

reazione del periostio: calcificazione ⇒ entesopatie osteanti: nelle entesi si depositano appunto<br />

sali minerali e calcio.<br />

Da un punto di vista anatomico, le alterazioni tipiche sono dette sindesmofiti.<br />

entesofiti (enthesophyte): escrescenza ossea a livello dei un’entesi: p.es nel<br />

legamento anteriore longitudinale (rachide), c’è nel 5% dei casi.<br />

osteofita (osteophyte): escrescenza ossea non a livello di entesi ma di articolazione,<br />

tipicamente da sovra attrito, è alla base del<br />

dolore di molti soggetti con mal di schiena<br />

(c.a il 95%).<br />

La DD sarà tra la forma infiammatoria primitiva o secondaria al problema<br />

meccanico. I sintomi sono diversi chiaramente, ma il 95% dei pazienti ha problemi meccanici.<br />

Il problema è la valutazione all’esordio, che porta ad un ritardo diagnostico della SPA da 3 a 7 anni.<br />

Il soggetto tipico è<br />

- maschio (3:1)<br />

- giovane (20-30 anni esordio)<br />

- HLA B27⊕ incide per c.a 1/3 nello sviluppo della malattia.<br />

Il destino di questi pzz. è di vedere la formazione di ponti tra vertebre<br />

che porta ad una colonna a canna di bambù, rigida, dove le vertere<br />

sono fuse e il soggetto è costretto ad una curvatura particolare: si<br />

parla di sindesmofiti (syndesmophyte, imm.), dove si ha un danno<br />

progressivo che vede una ossificazione endocondrale, con prima una<br />

fusione vertebra-anello fibroso e quindi la formazione dei ponti ossei.<br />

La patologia può dare dolore anche a causa della compressione di strutture contigue (ricordiamo che si tratta<br />

del rachide) ed ha origine unicamente infiammatoria (non autoimmune), a livello caudale:<br />

sincondrosi sacroiliaca: è la zona primaria in cui si trova la flogosi, si ha quindi dolori a livello<br />

a) gluteo a sciatica mozza, cioè al di sopra dei 2 / 3 del femore<br />

b) lombare posteriore<br />

c) alternante, mono/bi laterale: può interessare un momento entrambi gli arti o meno<br />

Da un punto di vista radiologico la differenziale si gioca su elementi quali…<br />

- alterazione della rima articolare<br />

- sfumatura dei profili articolari<br />

- osteolisi subcondrali iliache<br />

- sclerosi<br />

- anchilosi<br />

regioni cervicali: interessate in un secondo momento; si possono creare anche problemi ventilatori<br />

connessi ad alterazioni delle entesi condro sternali.<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 127


Sono descritti tradizionalmente 5 pattern di manifestazione, mentre recentemente si tendono a considerare<br />

solo i 3 in grassetto.<br />

artrite dell’articolazione interfalangea distale<br />

oligo artrite asimmetrica<br />

poliartrite simmetrica ≈ AR<br />

coinvolgimento assiale (spondilite) ⇒ tipicamente cervicale<br />

artrite mutilante: rara e molto aggressiva<br />

Aspetti caratteristici che fanno anche DD con l’AR ed altre forme di artriti sono..<br />

• coinvolgimento ungueale: interessa il 90% dei pzz.<br />

• anchilosi delle piccole articolazioni<br />

• accorciamento delle dita (dita a telescopio). Ricordiamo la SSC dove si ha acro-osteolisi.<br />

• coinvolgimento delle articolazioni interfalangee distali<br />

• erosioni marginali con proliferazioni ossee adiacenti<br />

<br />

Artriti Infettive (Ai)<br />

(prof. Fischetti, fisiopatologia medica)<br />

purulenta<br />

Si hanno patogeni nell’articolazione, vivi e presenti durante la sintomatologia, non come nelle reattive.<br />

Il momento diagnostico è chiaramente l’artrocentesi:<br />

18O cellule /µL (PMN), normale<br />

1OO mila cellule /µL (90% neutrofili) ⇒ infezione batterica<br />

..sostanzialmente tra le forme batteriche sono più importanti quelle:<br />

gonococcica soprattutto nella donna sessualmente attiva o in generale è tra le più frequenti<br />

da Haemophilus nei bambini<br />

da s.Aureus nei ragazzi / adulti<br />

da salmonella nei soggetti con anemia falciforme (particolarmente proni a questa infezione)<br />

Il germe può arrivare in qualsiasi modo:<br />

- via ematogena da sepsi<br />

- direttamente con traumi<br />

- per contiguità nel bambino in seguito a osteomielite epifisaria<br />

…quindi c’è l’adesione alla cartilagine ⇒ ⊕ condrociti e macrofagi ⇒ danno<br />

..inoltre si forma un panno simile all’AR, che può formare trombi nei vasi sinoviali, con un quadro quindi<br />

infiammatorio.<br />

Gonococcica<br />

È l’unica che si vede a prescindere da condizioni predisponenti (individuo sano): la localizzazione più<br />

frequente è il ginocchio e rappresenta il 70% + delle artriti infettive (


Virale<br />

Il danno può avvenire direttamente (virus citopatico) oppure con la mediazione del complemento (sottintesa la<br />

forma reattiva per il riconoscimento di neo Ag).<br />

• rosolia: riguarda le donne:<br />

50% artralgie persistenti<br />

< 10% vera artrite entro 3 gg dall’eruzione cutanea<br />

• parotite: è un paramyxovirus, entro 2 settimane dall’infezione si possono<br />

sviluppare due quadri:<br />

artrite mono articolare<br />

poliartrite migrante (risoluzione spontanea)<br />

• parvovirus B19: sarebbe la V malattia. La componente articolare è in realtà una<br />

forma reattiva, trattandosi di immunocomplessi che si<br />

depositano.<br />

10% dei bambini<br />

50% delle donne<br />

• HBV: prima delle manifestazioni acute, patogenesi da immunocomplessi<br />

artriti simmetriche: polsi, mani, gomiti e caviglie<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 130


Artrite acuta da microcristalli<br />

(Crystal Associated Arthropathies)<br />

Diciamo che si tratta di situazioni diverse, che vedono il deposito possibilmente di diversi tipi di cristalli:<br />

• pirofosfato di Ca diidrato (CPPD) ⇒ pseudogotta<br />

• mono sodio urato (MSU)<br />

• idrossiapatite di calcio (apatite)<br />

• ossalato di Ca (CaOx)<br />

…ognuno con le sue caratteristiche. Tutti questi cristalli possono essere tipicamente distinti all’osservazione<br />

microscopica, con l’ausilio della luce polarizzata.<br />

CPPD<br />

Spesso (meno spesso delle forme da urati), può creare problemi molto somiglianti a quelle della crisi di gotta<br />

acuta 16 , tanto da essere stata rinominata pseudogotta.<br />

La situazione può tipicamente cronicizzare, gli episodi acuti sono di tipo pseudo gottoso, proprio per la<br />

difficile DD, che si farà su base di<br />

• artrocentesi ⇒ prelievo di liquido, nel quale si possono notare i cristalli o i livelli di acido urico<br />

alterati (nella gotta)<br />

• condrocalcinosi ⇒ in virtù del deposito cronico di cristalli si ha il conglomerarsi di calcio sul<br />

versante intra articolare, in particolare sulle cartilagini, creando opacità<br />

puntiformi o lineari (menisco, ATM…).<br />

• articolazioni coinvolte: sono caratteristiche, e possono fare DD con l’AR o la gotta:<br />

o polso (wrist)<br />

o gomito (elbow)<br />

o spalla (shoulder)<br />

o caviglia (ankle joints)<br />

Questa patologia va diagnosticata perché mette in luce altre situazioni, come l’emocromatosi: soggetti con<br />

alterata produzione e deposito di CPPD spesso hanno il metabolismo Ca-fosforo e del ferro piuttosto<br />

sregolato.<br />

Negli individui anziani (>65-70 anni) può essere parafisiologico, laddove l’articolazione è andata incontro<br />

ad invecchiamento, e come tale presenta un ambiente biochimico diverso che può favorire la nucleazione di<br />

questo tipo di cristalli. In pzz. giovani (< 50anni) invece deve appunto far pensare ad altro tipo di problemi<br />

metabolico endocrini.<br />

Un attacco acuto di artrite da CPPD può essere dovuto a traumi o brusche diminuzioni dei livelli sierici di<br />

Ca p.es in seguito ad interventi.<br />

Apatite (non fatto dal prof.)<br />

Si tratta fondamentalmente di micro calcificazioni metastatiche, indotte da fattori quali<br />

- flogosi tissutale<br />

- ipercalcemia / iper PTH<br />

- IRC: dovuta all’iperfosfatemia<br />

- cause ignote<br />

..la differenza p.es con la CPPD si rileva su diversi fronti; il tutto è dovuto alla lentezza ed alla periarticolarità<br />

del deposito.<br />

• spesso indolente (leucociti < 2000 /µL)<br />

• interessamenti periarticolari (tendini, borse, capsule..)<br />

• instabilità e deformità delle articolazioni<br />

• sedi: ginocchia, spalle, dita e anche….<br />

..diagnosi definitiva unicamente mezzo identificazione dei cristalli con la microscopia elettronica.<br />

16<br />

sono dei dolori e un’impotenza funzionale classici, ad esordio molto rapido.<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 131


Gotta ed Artriti acute da microcristalli<br />

(Crystal Associated Arthropathies)<br />

Per quanto riguarda la gotta è una malattia metabolica correlata ad aumenti dell’acido urico, con un quadro<br />

clinico tipicamente reumatico nel quale si possono dimostrare cristalli di urato monosodico a livello di<br />

• neutrofili: nel citoplasma di quelli infiltrati nell’articolazione<br />

• tofi, elementi che si formano cronicamente derivanti da depositi di urati circondati da una<br />

componente reattiva; sia su tessuti molli che a livello di cartilagine o legamenti…<br />

Iperuricemia<br />

La gotta dipende dal fatto che l’uomo, i primati e il cane dalmata sono gli unici organismi che arrestano il<br />

ciclo di smaltimento delle purine con l’acido urico invece che con l’allantoina, che è enormemente più<br />

solubile e meno tossica.<br />

L’iper uricemia quindi (> 7mg /dL) può dipendere da aumentata produzione e/o ridotta secrezione<br />

dell’acido urico; In linea generale come detto gli urati derivano dal metabolismo delle purine…<br />

• esogene: alimentari<br />

• endogene: derivanti dal turnover fisiologico delle cellule<br />

pool di 1000-1200mg complessivi, di cui c.a il 60-70% (700mg c.a) subisce un turnover quotidiano:<br />

- urine: 70-75%<br />

- feci: in particolare in questa sede ci sono batteri in grado di formare allantoina a partire dagli urati.<br />

Questa componente di eliminazione può essere molto aumentata se diviene insufficiente la via<br />

renale.<br />

Classificazione eziologica<br />

• PRIMARIA: da deficit enzimatici<br />

• SECONDARIA<br />

o proteine + etanolo: le prime aumentano la produzione, il secondo inibisce lo smaltimento<br />

o turnover nucleotidico ↑ in seguito allo stimolo dell’attività midollare di qualunque tipo..<br />

neoplasie ematologiche (mielo-linfo proliferative)<br />

policitemie<br />

anemie emolitiche<br />

o patologie genetiche di raro riscontro: glicogenosi p.es, dove si ha un puro aumento di prod.<br />

(appena vista anche come causa di ipercolesterolemia)<br />

o cause renali: quando si vede che aumenta l'acido urico, sempre andare a valutare la funzione<br />

renale, si tratta del primo aspetto funzionale da valutare. Ricordiamo come<br />

l’a. urico è ultra filtrato nel glomerulo, riassorbito e ri-secreto.<br />

IRC / IRA<br />

acidificazione delle urine: acidosi lattica, chetoacidosi diabetica, a. acetil salicilico…<br />

qualsiasi condizione acidifichi il tubulo va in competizione<br />

con l’eliminazione di urati, che vengono meno ri-secreti<br />

GFR↓: se si riduce il filtrato si riduce anche la quota iniziale di urati poi<br />

eventualmente riassorbita e ri-secreta durante il percorso nel tubulo.<br />

terapia diuretica cronica: sembrerebbe soprattutto influenzare la secrezione<br />

eziologia sconosciuta: meccanismi non ben definiti, ma ad azione renale riguardano<br />

(1) ipertensione arteriosa (2) iper-PTH (3) farmaci:<br />

ciclosporina, salicilati, …<br />

o Trapianto d’organo:<br />

turnover cellulare↑<br />

alterazioni cellulari<br />

alterazioni dello smaltimento<br />

o Sindrome Metabolica: è più che altro un’associazione, abbastanza frequente però da farla<br />

rientrare nei canoni diagnostici;<br />

l’iperuricemia può determinare conseguenze patologiche a carico di (1) interstizio renale (2) vie urinarie<br />

in seguito alla formazione di calcoli (3) articolazioni, dando la gotta.<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 132


patogenesi<br />

1. deposizione di cristalli: dipende da…<br />

• iper uricemia: sia come durata della stessa che come livelli plasmatici<br />

• proteoglicani: aumentano la solubilità dell’acido urico; Un acellerato ricambio<br />

connettivale può portare ad una loro alterazione con conseguente sovra<br />

saturazione di urati e loro precipitazione.<br />

• bassa t°: generalmente le articolazioni sono più fredde dei 37°c centrali<br />

• traumi articolari<br />

• invecchiamento<br />

2. ⊕ fattore Hageman (effetto dei cristalli) ⇒ ⊕ callicreina<br />

• permeabilità vascolare ↑<br />

• richiamo di leucociti<br />

3. fattori pro infiammatori ⇒ attivazione del complemento in loco<br />

4. leucotrieni: si è dimostrato che i cristalli di urati non solo ne stimolano la formaione ma inibiscono lo<br />

smaltimento biologico degli stessi.<br />

..forse il ruolo più importante è svolto dai leucociti, i quali fagocitano i cristalli:<br />

espansione della ripsota infiammatoria: nel fagocitare i leucociti rilasciano<br />

o fattori chemiotattici<br />

o citochine infiammatorie: PG in particolare<br />

rottura dei lisosomi ⇒ rilascio degli enzimi contentui nell’ambiente extracellulare<br />

o proteinasi acide proteoglicani<br />

o collagenasi cartilagine<br />

o proteina cationica e ROS degranulazione basofila<br />

…l’attacco va auto risolvendosi poi per un insieme di fattori, tra cui ..<br />

- aspetti positivi della flogosi:<br />

o temperatura: aumenta la soglia di solubilità degli urati<br />

o aumentato flusso sanguigno: lavaggio dei cristalli<br />

- mieloperossidasi: ha un certo ruolo nello smaltimento dei cristalli<br />

- naturale auto contenimento dell’infiammazione (cortisolo↑)<br />

Morfologia<br />

A livello microscopico si hanno diversi quadri:<br />

1- artrite gottosa acuta: è caratterizzata da<br />

a. fitto infiltrato di tipo neutrofilo che si realizza a livello di membrana e liquido sinoviale.<br />

b. cristalli: che si rilevano come già accennato a livello di citoplasma dei neutrofili<br />

• lunghi e sottili: aghiformi<br />

• negativi alla luce polarizzata<br />

c. sinovia congesta: contiene anche singole cellule infiammatorie sparse<br />

2- artrite gottosa cronica: si possono avere quadri piuttosto debilitanti; dipende dalle crisi acute ripetute<br />

a. urati che ricoprono importantemente le superfici articolari con depositi visibili<br />

b. iperplasia sinovia: che risulta fibrotica ed ispessita<br />

c. panno: che distrugge la cartilagine, fino ad erodere l’osso juxta articolare, fino alla …<br />

d. anchilosi fibrosa --> ossea che ovviamente finisce per compromettere la funzionalità<br />

3- tofi: sono patognomonici per la gotta, le localizzazioni sono trattate nella parte clinica;<br />

a. grandi agglomerati di cristalli<br />

b. reazione infiammatoria all’intorno, sostenuta da<br />

• macrofagi e linfociti<br />

• cellule giganti da corpo estraneo che inglobano ± i cristalli<br />

c. contenuto di aspetto caseoso può essere rilasciato all’esterno in seguito ad ulcerazione<br />

4- nefropatia gottosa: può essere alla base dell’iperuricemia, con sali variamente depositati (anche come<br />

tofi) ed eventualmente anche calcoli a base di urati che possono dare pielonefriti.<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 133


quadri clinici<br />

Si hanno:<br />

• iperuricemia asintomatica<br />

• attacco acuto intermittente: dura 2-3 giorni massimo, può non corrispondere ad un picco<br />

uremico;<br />

o flogosi delle articolazioni del primo dito del piede<br />

o anche 5-6 volte, risolvendosi spesso con anti infiammatori<br />

o fasi intercritiche asintomatiche<br />

o le crisi reiterate diventano sempre più ostinate fino a diventare non reversibili, persistenti..<br />

• gotta cronica tofacea: quando la patologia si prolunga nel tempo aumenta la possibilità che i cristalli<br />

vadano a depositarsi in determinate zone, con la formazione (in 3 - 40 anni)<br />

dei tofi, che possono occasionalmente ulcerarsi sulla cute provocando il<br />

rilascio di materiale ed eventualmente una infezione. Le localizzazioni<br />

tendono ad essere piuttosto specifiche:<br />

• cartilagini<br />

• osso epifisario<br />

• strutture periarticolari<br />

• reni<br />

• elice ed anti elice (orecchio)<br />

• olecrano<br />

• borsa patellare<br />

• tendini<br />

• cute: dita, palme e piante dei piedi<br />

• cuore & aorta<br />

…tendono a spingere l’articolazione anche fuori sede e creare delle vere e<br />

proprie espansioni che sono delle bolle radiologicamente visibili;<br />

• artrite cronica gottosa, che diventa una patologia a lunga durata di tipo artritico<br />

- dattiliti<br />

- asimmetrie<br />

- guarigione molto difficile: sono lesioni non rimarginabili di fatto: si toglie la<br />

tumefazione, ma la cute non rimargina mai, il fondo non si sistema, toccare<br />

queste lesioni è una disgrazia.<br />

CPPD: pseudogotta<br />

Ci sono altre forme di artropatie da cristalli, si tratta di situazioni diverse, che vedono il deposito possibilmente<br />

di diversi tipi di cristalli:<br />

• pirofosfato di Ca diidrato (CPPD) ⇒ pseudogotta<br />

• idrossiapatite di calcio (apatite)<br />

• ossalato di Ca (CaOx)<br />

…ognuno con le sue caratteristiche. Tutti questi cristalli possono essere tipicamente distinti all’osservazione<br />

microscopica, con l’ausilio della luce polarizzata. Per quando riguarda il pirofosfato di diidrato spesso<br />

(meno spesso delle forme da urati), può creare problemi molto somiglianti a quelle della crisi di gotta acuta,<br />

tanto da essere stata rinominata pseudogotta. È una patologia di:<br />

individui anziani (>65-70 anni): può essere parafisiologico, laddove l’articolazione è andata incontro<br />

ad invecchiamento, e come tale presenta un ambiente biochimico diverso che può<br />

favorire la nucleazione di questo tipo di cristalli<br />

pzz. giovani (< 50anni): deve far pensare ad altro tipo di problemi metabolici (emocromatosi p.es) o<br />

a traumi, brusche diminuzioni dei livelli sierici di Ca p.es in seguito ad interventi.<br />

Morfologicamente si hanno:<br />

• cristalli: possono liberarsi in articolazione suscitando infiammazione e chemiotassi (IL-8) a partire da<br />

accumuli iniziali a livello di<br />

o matrice articolare<br />

o menischi<br />

o dischi intervertebrali<br />

… ci possono essere accumuli che appaiono geometrici, friabili, color gesso, debolmente<br />

birifrangenti.<br />

• neutrofili: richiamati dalla reazione sono alla base del danno (enzimi, ROS… )<br />

• flogosi cronica: si instaura a partire dall’iniziale danno acuto, si rilevano macrofagi e fibrosi.<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 134


Tumori e Lesioni Simil tumorali<br />

I tumori franchi di queste aree / tessuti sono poco frequenti.<br />

gangli (cisti) sinoviali<br />

piccola (max 1,5cm) cisti<br />

legata ad un tendine o a una<br />

guaina<br />

benigne <br />

sinoviti villi nodulari:<br />

- SNVP: forma pigmentata<br />

- TGC: tumore a cellule<br />

giganti (guaine tendinee)<br />

benigne , le rare forme<br />

maligne invadono l’osso<br />

nodulo solido, fluttuante,<br />

traslucido ≈ pisello.<br />

color giallo bruno arancio:<br />

SNVP: una o più<br />

articolazioni, lesioni estese<br />

della sinovia con pliche, a<br />

diffusione sub sinoviale.<br />

TGC: nodulo isolato di una<br />

guaina tendinea ≈ noce<br />

± peduncolata alla sinovia<br />

degenerazione cistico mixoide<br />

del connettivo: difatti è priva di<br />

un vero rivestimento epiteliale<br />

liquido ≈ sinoviale all’interno<br />

entrambi: depositi di emo<br />

siderina, macrofagi schiumosi<br />

e cell. giganti mononucleate,<br />

oltre che zone di sclerosi.<br />

SNVP: villi iperplastici & noduli<br />

TGC: le cellule crescono in un<br />

aggregato solido isolato<br />

<br />

Tumori delle parti molli e lesioni simil tumorali<br />

SNVP: monoartriti (80%)<br />

con flogosi e blocchi fino<br />

all’anchilosi (ginocchio)<br />

± massa palpabile<br />

TGC: massa indolore a<br />

lento accrescimento<br />

(polso / dita)<br />

Proliferazioni mesenchimali che insorgono in tessuti extra scheletrici non epiteliali del corpo esclusi:<br />

- visceri<br />

- meningi<br />

- sistema linforeticolare<br />

.. l’eziologia è ignota per lo più a parte rari casi associati a RT, ustioni chimiche o traumi, e i casi genetici:<br />

- neurofibromatosi I<br />

- Gardner<br />

- Li Fraumeni (sarcomi)<br />

- Osler Weber Reddu (teleangectasie)<br />

… sono il terzo tumore nei bambini (15% dell’incidenza totale), e per definire una prognosi accurata è<br />

indispensabile uno studio approfondito:<br />

istologia: che comprende anche l’aspetto citologico, sia per l’aspetto che per l’immunoistochimica<br />

che la citogenetica.<br />

grading (I-III) e staging<br />

localizzazione<br />

tessuto adiposo<br />

lipoma convenzionale<br />

l’escissione è curativa è il<br />

tumore benigno più frequente<br />

liposarcoma<br />

sarcoma tra i più frequenti;<br />

mts dalle forme a cellule<br />

rotonde e mixoidi più<br />

frequentemente.<br />

recidive se mal asportati<br />

dimensioni /sede variabili:<br />

- piccolo, tex. sottocutaneo<br />

dei segmenti prossimali<br />

degli arti (frequente)<br />

- grande, intramuscolare<br />

(raro)<br />

in profondità nei tessuti<br />

(segmenti prox. arti) o nel<br />

retroperitoneo<br />

notevoli dimensioni: noti<br />

per questo<br />

capsulato (da adipociti maturi)<br />

adipociti maturi non pleomorfi<br />

varianti istologiche: in genere<br />

qualche lipoblasto che ce ne fa<br />

riconoscere l’origine c’è.<br />

- differenziati: l’unica con tutte<br />

cellule ben riconoscibili<br />

- mixoidi<br />

- a cellule rotonde<br />

- pleomorfi<br />

molli e indolenti (a<br />

parte l’angiolipoma)<br />

40-70 enni<br />

indolente soprattutto la<br />

variante ben<br />

differenziata;<br />

Nb: i lipoblasti sono cellule simili alle cellule adipose neonatali, con vacuoli citoplasmatici contenenti lipidi<br />

che donano un aspetto festonato al nucleo.<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 135


tessuto fibroso<br />

Le prime due sono proliferazioni reattive pseudo sarcomatose ± manifestatamente secondarie che possono<br />

essere allarmanti per la rapida crescita e per l’aspetto istologico che richiama un sarcoma.<br />

fasciite nodulare<br />

(proliferazione reattiva)<br />

non recidiva dopo<br />

l’escissione<br />

miosite ossificante<br />

(proliferazione reattiva)<br />

dei giovani adulti atletici o<br />

degli adolescenti<br />

escissione è curativa<br />

Nb: DD con osteosarcoma<br />

extrascheletrico: istologica 17<br />

fibromatosi<br />

recidive: mts devono far<br />

pensare a diagnosi errata<br />

( sarcoma)<br />

fibrosarcoma<br />

prognosi povera:<br />

- 5O% recidiva<br />

- 25% mts<br />

avambraccio volare o<br />

tronco;<br />

derma profondo / sottocute<br />

∅ diversi cm, nodulare,<br />

margini poco definiti<br />

muscolatura prossimale arti<br />

∅ 3-6cm normalmente<br />

centro molle corticale dura<br />

e irregolare<br />

superficiali: dupuytren. variante<br />

palmare, fibromatosi peniena<br />

profondi: muscolari<br />

o extra addominali<br />

(spalla tronco coscia)<br />

o parietali addominali (gravide)<br />

o intra addominali<br />

(mesentere, pelvi in Gardner)<br />

∅ 10-15cm, grigio chiaro<br />

molto cellulata: fibroblasti rigonfi<br />

immaturi<br />

- in corti fascicoli<br />

- intrecciati<br />

pleomorfe, nucleoli evidenti<br />

indice mitotico elevato<br />

stroma mixoide: linfociti e stravasi<br />

emorragici<br />

≈ fasciite nodulare (prime fasi), poi<br />

in 3 settimane:<br />

- centro: fibroblasti<br />

- zona intermedia: osteoblasti<br />

& trabecole di osso reticolare<br />

- periferia: trabecole di osso<br />

spongioso<br />

… metaplasia ossea a lungo termine<br />

di tutti gli strati<br />

Soprattutto i superficiali<br />

sembrano essere<br />

miofibroblasti<br />

infiltrano localmente<br />

(invaginazione della cute del<br />

Dupuytren!)<br />

non capsulato infiltrante: può sembrare capsulato, ma è ingannevole<br />

aree nero emorragiche ed anaplasia di diverso grado:<br />

- simile alla fibromatosi<br />

- a spina di pesce<br />

- ad alta anaplasia strutturalmente altamente disorganizzata<br />

massa solitaria ±<br />

dolente insorta in<br />

qualche settimana..<br />

post traumatica ><br />

50%<br />

la lesione si fa da<br />

edematosa e dolente a<br />

solido-dura ben<br />

demarcata indolente<br />

gommosi e mal<br />

definiti<br />

± dolorosi<br />

± anti estetici<br />

Nb: spesso si rivelano in realtà fibromatosi aggressive o altre forme, facile confondersi con<br />

queste lesioni sia in un senso che nell’altro.<br />

tessuto fibro-istiocitario<br />

Avevano dato adito a confusione per l’origine del tessuto: si pensava inizialmente che fossero macrofagi<br />

attivati (istiociti) neoplastici, ma gli studi hanno restituito una maggior somiglianza fenotipica con i<br />

fibroblasti;<br />

istiocitoma fibroso<br />

benigno (dermatofibroma)<br />

rimozione ⇒ o.k. <br />

istiocitoma fibroso<br />

maligno<br />

recidive e mts (40%)<br />

derma (⇒<br />

dermatofibroma) e<br />

sottocute<br />

piccolo: 1cm max di solito<br />

- muscolatura estremità<br />

- prossimali<br />

- retroperitoneo<br />

- cute: fibroxantomi atipici<br />

cellule fusiformi a disposizione<br />

storiforme;<br />

- margini infiltranti<br />

- cellule schiumose<br />

- depositi emosiderinici<br />

- cell. giganti multinucleate<br />

- iperplasia epidermide sovrastante<br />

variante storiforme pleomorfica<br />

la più comune<br />

con cell. multinucleate mostruose<br />

fenotipo fibroblastico maligno<br />

(non istiocitico)<br />

indolore<br />

lento a crescere<br />

isolato<br />

mobile<br />

anche grande (10-15cm)<br />

grigio biancastro<br />

indolente !<br />

17<br />

è essenziale notare la presenza delle 3 zone, e il fatto che perifericamente non si hanno cellule anaplastiche. Inoltre la<br />

citologia in questo caso è benigna.<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 136


tumori del muscolo<br />

Soprattutto per quanto riguarda lo scheletrico tendono a essere tutte maligne, tanto che il rabdomioma non<br />

verrà trattato. Per il rabdomiosarcoma è stata molto approfondita la citogenetica, individuando frequenti<br />

traslocazioni: ed in particolare<br />

PAX3 (Chr 2) FKHR (Chr 13)<br />

… considerando la proteina PAX è importante per la differenziazione del m. scheletrico si è pensato che si<br />

tratti fondamentalmente di un’alterata differenziazione per una proteina chimerica PAX3-FKHR.<br />

rabdomiosarcoma<br />

il più comune tumore<br />

delle parti molli < 20 anni.<br />

- capo & collo<br />

- genito urinario<br />

… meno frequente nel<br />

muscolo scheletrico degli<br />

arti.<br />

bambini<br />

adulti<br />

leiomioma<br />

semplice rimozione<br />

difficile radicalità nella<br />

forma multipla pilare<br />

leiomiosarcoma<br />

retro peritoneali<br />

cutanei<br />

… altri<br />

sarcoma sinoviale<br />

origine tuttora incerta<br />

nonostante il nome!<br />

11-30% a 10 anni<br />

varianti:<br />

- embrionale (botrioide / fusiforme): quello a prognosi migliore<br />

bambine < 5 anni<br />

organi cavi mucosi<br />

agglomerato polipoide ≈ uva (botrioide)<br />

seni paranasali, orbita, orecchio medio, faringe…<br />

ma anche prostata o regione paratesticolare<br />

istologia:<br />

o epitelio di rivestimento normale<br />

o stroma mixoide ± abbondante a seconda<br />

o strato cambiale: dove il tumore incontra una mucosa produce uno strato<br />

ipercellulato caratteristico<br />

- alveolare: tipico della prima adolescenza, prognosticamente il peggiore<br />

setti fibrosi ⇒ dividono le cellule in aggregati che poi vanno cavitandosi all’interno<br />

⇒ come alveoli<br />

cellule adese ai setti (periferia) e non coese centralmente; Sono povere di cyt.<br />

- pleomorfa: degli adulti, raro, prognosi non buona.<br />

cellule grandi, multinucleate, mostruose;<br />

≈ istiocitoma maligno<br />

..tutti hanno rabdomioblasti:<br />

- cyt eosinofilo granulato<br />

- con filamenti spessi o sottili<br />

- rotondi o allungati ( a girino)<br />

utero: neoplasia più frequente<br />

della donna<br />

pilari: dei muscoli erettori<br />

piliferi: multipli e dolorosi,<br />

spesso in aree genitali<br />

- strie visibili al MO (25% c.a)<br />

cellule fusiformi organizzate in<br />

fascicoli intrecciati tra loro<br />

atipia / mitosi minime<br />

= leiomioma, e in più…<br />

cute<br />

nuclei a sigaro<br />

profondità degli arti<br />

microfilamenti con c.pi densi e<br />

vescicole picnotiche<br />

retroperitoneo<br />

varianti:<br />

- a stroma mixoide<br />

- a cellule epitelioidi<br />

Nb: immunoistochimica positiva per actina, vimentina, desmina.<br />

< 10% intra articolare<br />

non raro (IV sarcoma)<br />

vicinanza delle grandi<br />

articolazioni (60% arti inf).<br />

duplice linea differenziativa:<br />

- epitelioide: cellule cuboidali<br />

o cilindriche in strutture<br />

pseudo ghiandolari o cordoni<br />

- fusiforme: fascicoli cellulati<br />

circondanti le epitelioidi<br />

rari i tumori monofasici<br />

1-2 cm ∅ in genere<br />

S/S addominali<br />

d’ingombro (effetto<br />

massa)<br />

esordio: massa profonda<br />

da lungo tempo (anni).<br />

RX: a volte sono visibili<br />

concrezioni calcifiche<br />

Nb: immunoistochimica fondamentale nelle forme monofasiche (DD con fibrosarcomi o<br />

tumori delle guaine nervose) cheratina ed Ag epiteliali, unico sarcoma così !<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 137


Patologie Miopatiche<br />

Riferendosi al lavoro svolto in Neurologia ricordiamo che le miopatie si possono così suddividere:<br />

genetiche<br />

o congenite<br />

o metaboliche<br />

o distrofie muscolari<br />

o miotonie<br />

o paralisi periodiche<br />

acquisite<br />

o tossiche<br />

o infiammatorie<br />

o endocrine<br />

o miastenia gravis & sindromi miasteniformi<br />

Prima di scendere nei dettagli delle singole patologie teniamo presente delle risposte base del muscolo a vari<br />

insulti:<br />

atrofia da denervazione: il quadro può dipendere da una neuronopatia (del soma) o da<br />

un’assonopatia (dell’assone) che vede una così dette degenerazione<br />

walleriana dell’assone a valle del danno:<br />

o metabolizzazione della mielina (cell. di Schwann) ⇒ ovoidi mielinici nel citoplasma<br />

o atrofia ⇒ riguarda le proteine (actina e miosina), per cui diminuisce<br />

il volume ma le cellule rimangono vitali<br />

fibre residue angolate (appaiono triangolari)<br />

fibre a bersaglio: la disorganizzazione dà luogo ad una zona<br />

tondeggiante al centro della fibra (imm.)<br />

re innervazione: la ricrescita periferica avviene lungo la guida delle cellule di<br />

Schwann rimaste, alla velocità di 1mm al giorno, la cosa più comune<br />

comunque è la gemmazione da parte di unità motorie vicine che estendono la<br />

loro competenza alle fibre denervate.<br />

o raggruppamento per tipo: ogni unità motoria fornisce segnali tali da<br />

determinare il tipo di unità motoria, e<br />

quando cambia l’innervazione, le fibre assumeranno la medesima<br />

tipologia dell’unità motoria che le ha inglobate.<br />

necrosi segmentaria: distruzione di una porzione di miocita<br />

o mio fagocitosi: i macrofagi invadono l’area necrotica e<br />

ripuliscono (immagine)<br />

o fibrosi e degenerazione adiposa<br />

vacuolizzazione: in seguito ad alterazioni delle proteine strutturali o degli<br />

organelli. Determina in genere accumuli intra<br />

citoplasmatici<br />

rigenerazione: quando il muscolo è ricostituito a partire dalle cellule<br />

satellite, quelle sostitutive nuove si presentano in genere<br />

con nuclei grandi e centralizzati con nucleoli ben<br />

evidenti.<br />

ipertrofia: le singole grandi fibre per il fenomeno dello splitting possono<br />

dividersi, vedendo così in sezione di taglio una membrana<br />

cellulare che attraversa trasversalmente la fibra<br />

dividendola (immagine)<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 138


Distrofie Muscolari<br />

Le distrofie muscolari sono gruppi di miopatie genetiche in cui il danno è legato ad alterazioni primitive della<br />

membrana delle miofibrille con necrosi e progressiva riduzione del loro numero. Istopatologicamente la<br />

prima osservazione fattibile è<br />

- nuclei centralizzati<br />

- puzzle di aree atrofico necrotiche e parzialmente conservate, aree di rigenerazione e quindi generale<br />

variabilità dimensionale delle fibre<br />

- ipotrofia fibre sofferenti<br />

- pseudoipertrofia compensatoria del connettivo endomisiale con componenti adipose (Duchenne p.es)<br />

- parametri classificativi topografici:<br />

o cingolo scapolare / pelvico + muscoli della gamba: Duchenne e Becher (X-linked)<br />

o cingolo scapolare / pelvico unicamente: forme autonomiche recessive<br />

o cingolo scapolare + faccia e omero: forme autosomiche dominanti<br />

x-linked recessive<br />

2/3 familiari 1/3 sporadiche<br />

maschi affetti, femmine portatrici 18<br />

delezione della distrofina, una proteina localizzata nel sarcolemma e facente legame tra actina<br />

& matrice extracellulare con funzioni di supporto strutturale della<br />

membrana, e si rileva…<br />

o nel soggetto normale: alla periferia<br />

o Duchenne: proteina assente<br />

o Becker: ridotta e mal funzionante<br />

pseudoipertrofia agli arti inferiori<br />

tardivamente sostituzione quasi totale del muscolo con materiale fibro adiposo<br />

differenze Duchenne – Becker<br />

o esordio: in Duchenne c’è un bambino che non sta al passo con gli altri, mentre<br />

Becker si hanno i primi segni a 20-25 anni<br />

o prognosi: Becker non diminuisce l’aspettativa di vita, mentre Duchenne ha un<br />

exitus medio verso i 40 anni con paralisi respiratoria e grave disabilità<br />

o ritardo mentale: in Duchenne e non in Becker<br />

autosomiche<br />

Le più importanti sono le distrofie dei cingoli; queste forme sono dovute ad alterazioni di varie proteine, e<br />

tendono a colpire specifici gruppi:<br />

- cingoli scapolare / pelvico ⇒ ci sono forme che colpiscono entrambi e forme che partono da uno solo,<br />

in generale a lungo termine tutte li colpiscono entrambi<br />

- forme fruste: limitate ai pettorali o ai quadricipiti<br />

- carrozzella solo nel 10% c.a dei casi<br />

- esordio entro i 30 anni<br />

<br />

Miotonia<br />

Incapacità di rilasciare prontamente il muscolo dopo una contrazione protratta dovuta ad anomalie di<br />

eccitazione della membrana muscolare. Battendo sull’eminenza tenar il pz. tende a chiudere la mano, ma<br />

anche a livello di altri riflessi<br />

migliora col caldo<br />

diminuisce man mano che il pz. ripete il movimento<br />

Eziopatogenesi<br />

È una patologia mediata dalla ripetizione di triplette CTG, per cui si assiste anche al fenomeno<br />

dell’anticipazione; la mutazione interessa la DMPK, alias dystrophia myotonica – protein kinase.<br />

18<br />

hanno piccoli disturbi di forza, alterazioni EMG .. ma quasi nulla<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 139


Morfologia<br />

incremento dei nuclei centralizzati<br />

fibre ad anello: banda citoplasmatica subsarcolemmale<br />

che separa contingenti di fibre centrali<br />

orientate longitudinalmente e<br />

periferiche orientate in modo<br />

circonferenziale;<br />

massa sarcoplasmatica: si tratta di una massa irregolare<br />

di fibre che può circondare gli<br />

anelli e che si colora<br />

diversamente a seconda della tecnica (in E&E è blu)<br />

fusi muscolari colpiti: è una caratteristica importante, perché tipica solo della miotonia: si osserva<br />

o splitting<br />

o necrosi & rigenerazione<br />

Clinica (Steinert)<br />

Dipende dalla forma di cui stiamo parlando, p.es la distrofia di Steinert:<br />

alterazioni morfologiche facciali: provocano la così detta faccia<br />

accettata (hatched face)<br />

precoce interessamento muscolatura ventilatoria<br />

tardiva sedia a rotelle: con esordio a 5O si deambula fino alla vecchiaia<br />

malattia multisistemica<br />

a. cataratta / alopecia frontale<br />

b. disturbi endocrini: atrofia testicolare p.es<br />

c. alterazioni cardiache<br />

d. SNC: disturbi cognitivi ed altre alterazioni neurologiche<br />

Altre Miopatie<br />

da accumulo lipidico deficit di trasporto della<br />

carnitina<br />

METABOLICHE<br />

CONGENITE<br />

MIOPATIE INFIAMMATORIE<br />

mitocondriali<br />

(oftalmopatie<br />

mitocondriali)<br />

dermatomiosite<br />

polimiosite<br />

mutazioni sia del DNA<br />

mitocondriale che<br />

nucleare<br />

i capillari all’origine di<br />

una necrosi miocitaria<br />

ischemica con Ab e<br />

complemento<br />

danno miocitario e cellulo<br />

mediato (CD8 + &<br />

macrofagi)<br />

miosite a c.pi inclusi patogenesi incerta,<br />

≈ polimiosite ma con TAU<br />

iperfosforilata e βamiloide<br />

⇒ invecchiamento ?<br />

⇒ errori di ripiegamento?<br />

lipidi inclusi nei miociti,<br />

soprattutto nelle fibre di tipo 1<br />

(toniche ricche di mioglobina)<br />

aggregati anomali di mitocondri<br />

…con inclusioni multi lamellari<br />

(aspetto ultra microscopico)<br />

fibre rosse raggiate: distorsione<br />

del contorno delle miofibrille che<br />

appaiono così in sezione<br />

infiltrati: capillari & perimisiali<br />

atrofia perifascicolare: di fibre<br />

alla periferia (ipoperfusione??)<br />

n° capillari intramuscolari ↓↓<br />

ff. necrotiche & rigenerative<br />

cellule infiammatorie endomisiali<br />

Vs fibre anche sane<br />

NO danno vascolare NO atrofia<br />

perifascicolare<br />

ff. necrotiche / rigenerative<br />

all’interno dei miociti vacuoli:<br />

- con orletto periferico<br />

- con granuli basofili periferici<br />

depositi di amiloide (rosso<br />

congo)<br />

βamiloide / TAU (M.E.)<br />

infiltrato ≈ polimiosite<br />

spesso oftalmoplegia<br />

esterna<br />

debolezza<br />

cardiomiopatia<br />

ss. neurologici<br />

età infantile adulta<br />

Rush eliotropo<br />

edema: a mantellina e<br />

periorbitale<br />

over 18enni<br />

no manifestazioni<br />

cutanee<br />

over 50enni<br />

NON mialgie NON<br />

dermatopatie ipostenia<br />

prossimale (arti inf.) e<br />

distale (arti sup.)<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 140


MIOPATIE TOSSICHE<br />

GIUNZIONE NEUROMUSCOLARE<br />

tireotossica atrofia delle fibre<br />

n° nuclei centralizzati ↑<br />

da etanolo<br />

da farmaci<br />

miastenia gravis<br />

miastenia di Lambert<br />

& Eaton<br />

aggregati di glicogeno e mucopolisaccaridi<br />

dimensione variabile delle fibre: necrosi & rigenerazione<br />

infiltrazione adiposa: casi gravissimi<br />

- rabdomiolisi acuta<br />

- emoglobinuria ± IRA<br />

- ± sovrapposizione a neuropatia alcolica<br />

- rigonfiamento miocitario<br />

- necrosi / mio fagocitosi / rigenerazione<br />

miopatia da steroidi fibre bimodali: tipo1 normali<br />

tipo 2 atrofiche<br />

antimalarici (clorochina<br />

ed OH-clorochina)<br />

Ab contro il recettore<br />

dell’ACh (ACh-R)<br />

⇒ n° ACh-R ↓<br />

debolezza prossimale<br />

oftalmoplegia<br />

paralisi periodica<br />

(associata a ipoK)<br />

debolezza prossimale<br />

EMG diagnostica<br />

dolore ± generale<br />

± segni di denervazione<br />

debolezza prossimale<br />

atrofia (ff. bianche)<br />

miopatia vacuolare (fino al 50% dei miociti): di 2 tipi<br />

- autofagici: con detriti membranosi<br />

- con c.pi curvilinei e strutture membranose chiaro / scure<br />

biopsie non dirimenti.<br />

atrofia da disuso (fibre rosse)<br />

membrana post sinaptica:<br />

- semplificata<br />

- con IC alla fluorescenza<br />

cross reaction da un microcitoma polmonare (6O% dei casi)<br />

ma anche in assenza di neoplasie.<br />

è ridotto il numero di vescicole rilasciato, per cui<br />

stimolazioni ripetute riescono infine ad eccitare (EMG)<br />

65% iperplasia timica<br />

15% timoma<br />

- affaticabilità prox,<br />

NON debolezza<br />

- ptosi & diplopia<br />

- disfagia / disfonia<br />

- deficit ventilatorio<br />

DD miastenia gravis<br />

con EMG (risposta solo<br />

dopo stimolazioni<br />

ripetute) e la mancata<br />

risposta ai farmaci<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 141


Comprende diversi tipi cellulari:<br />

Sistema nervoso<br />

Neuroni: variano morfologicamente molto di regione in regione, spesso si hanno<br />

o Golgi / RER ben evidenti<br />

o specializzazioni sinaptiche<br />

o positività a markers:<br />

proteina dei neuro filamenti<br />

enolasi neurono – specifica<br />

sinaptofisina<br />

Astrociti: è una cellula gliale dai numerosi processi citoplasmatici ben visibili con impregnazione<br />

argentica, sono fondamentali per diverse funzioni;<br />

o suddivisione<br />

protoplasmatici ⇒ sostanza grigia<br />

fibrosi ⇒ entrambe (grigia & bianca)<br />

o tamponi metabolici detossificanti<br />

o BBB: avvolgono i capillari assicurando un filtro per le macromolecole in transito dal sangue<br />

all’encefalo.<br />

o isolanti elettrici<br />

o riparazione di danni: danno un contributo molto più sostanziale dei fibroblasti, che invece<br />

intervengono solo in certe situazioni.<br />

Oligodendrociti: hanno la funzione di mielinizzare tutta la struttura dei neuroni del SNC, difatti sono<br />

il bersaglio delle patologie demielinizzanti.<br />

o nuclei ≈ linfociti (piccoli & tondi) disposti a filiera<br />

cellule Ependimali: tappezzano il sistema ventricolare<br />

Microglia: cellule mesodermiche che agiscono come un sistema macrofagico nel contesto del SNC.<br />

Reazione neuronale al danno<br />

danno acuto (neurone rosso): in seguito ad ipossia / ischemia acuta, si notano:<br />

o 12-24h dall’insulto irreversibile<br />

o piccoli vacuoli nel corpo cellulare: un segno molto precoce, anche già a 4h<br />

o contrazione del corpo cellulare<br />

o picnosi, scomparsa del nucleo e della sostanza di Nissl<br />

danno subacuto / cronico (degenerazione): si caratterizza per:<br />

o perdita cellulare di natura apoptotica (difficilmente rilevabile)<br />

o gliosi reattiva<br />

reazione assonale: in seguito al danneggiamento di questa<br />

struttura:<br />

o nucleo ingrandito / rotondeggiante / lateralizzato<br />

o nucleoli allargati<br />

o cromatolisi centrale: dispersione della sostanza di Nissl<br />

alterazioni subcellulari di altra natura<br />

o inclusi neuronali (senescenza): lipidi, carboidrati, proteine…<br />

o vacuolizzazione ⇒ Creutzfeldt Jakob<br />

o grovigli assonali ⇒ Alzheimer<br />

o c.pi di Cowdry ⇒ nell’encefalite erpetica (HSV)<br />

o c.pi negri ⇒ rabdovirus<br />

o c.pi di Lewi ⇒ Parkinson<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 142


Reazione gliale al danno<br />

astrociti<br />

o gliosi: si realizza come ipertrofia e iperplasia, una reazione di primaria importanza che si<br />

realizza praticamente sempre a prescindere dall’eziologia del danno<br />

allargamento & vescicolazione dei nuclei (norm. 10µm)<br />

nucleoli prominenti<br />

astrociti GEMISTROciti ⇒ processi ramificati verso l’esterno, a partire da un<br />

citoplasma espanso rosa pallido<br />

o rigonfiamento: per riduzione dell’ATP in seguito a danni ipossici,<br />

tossici o ipoglicemici<br />

o astrocita di tipo II di Alzheimer: soprattutto nell’iperammonemia<br />

prolungata:<br />

gocce lipidiche<br />

nucleo allargato<br />

membrana nucleare & nucleolo ben evidenti<br />

o corpora amilacea: sono elementi rotondeggianti…<br />

basofili<br />

PAS+<br />

contenenti HSP & GAG<br />

oligodendrociti: raramente danno una forte<br />

reazione;<br />

o inclusioni virali<br />

o malattie demielinizzanti<br />

o leucodistrofie<br />

cellule ependimali: non reagiscono in modo particolarmente caratteristico, al limite..<br />

o perdita di copertura epiteliale: in seguito a stress sui ventricoli<br />

o proliferazione subependimale ⇒ irregolarità superficiali (granulazione ependimale)<br />

o inclusioni: soprattutto il CMV colpirebbe questi elementi<br />

microglia: svolgono nel SNC la funzione di macrofagi (che nei casi peggiori sono rilevabili, di<br />

origine ematica); Queste cellule rispondono al danno con:<br />

o proliferazione<br />

o allungamento dei nuclei<br />

o noduli microgliali: cioè si raggruppano in piccoli foci di tessuto necrotico<br />

o necrofagia: si assembrano attorno a neuroni <strong>morti</strong>.<br />

<br />

Edema cerebrale<br />

Può essere ± generalizzato come regola di base, quindi si distinguono situazioni poi sempre frammiste:<br />

• edema vasogenico ⇒ alterata permeabilità e liquido in interstizio (tra le cellule), dove i linfatici nel<br />

SNC sono molto poco rappresentati e quindi non compensano.<br />

• edema citotossico ⇒ danno alla membrana cellulare<br />

… in ogni caso si parla di ipertensione endocranica per l’ICP > 200mlH2O (supino), e può originare anche<br />

qua da una situazione ± generalizzata (massa singola o turbamento della circolazione del liquor).<br />

Il rischio è quello di erniazione del tessuto cerebrale con conseguenti danni che possono venire a crearsi:<br />

ernia subfalcina ⇒ si ha il cingolo che si sposta sotto la falce<br />

o ACA (anterior cerebral artery): rischia di essere danneggiata<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 143


ernia transtentoriale (uncinata): si ha il lobo temporale contro il margine libero del tentorio cerebelli. Si<br />

rischia che vadano danneggiati:<br />

o III nervo ⇒ midriasi e oftalmoplegia<br />

o PCA<br />

o peduncolo cerebrale ⇒ emiparesi<br />

o lesioni emorragiche del mesencefalo / del ponte<br />

ernia tonsillare: tonsille cerebrali attraverso il forame magno<br />

o compressione del tronco ⇒ possibile compromissione del centro del respiro<br />

idrocefalo<br />

Chiaramente un eccesso di CSF (cerebral spinal fluid):<br />

- ridotto drenaggio: la maggior parte dei casi, per ostacolo fisico<br />

- aumentata produzione: p.es da tumori corioidei, ma sono rari<br />

…le situazioni che si possono avere sono tre:<br />

1. idrocefalo ± comunicante: cioè ci può essere una compartimentalizzazione dell’eccesso di liquor<br />

(p.es masse in III ventricolo)<br />

2. ingrossamento del cranio: in caso avvenga prima della saldatura delle ossa del cranio<br />

3. idrocefalo ex vacuo: dilatazione del sistema ventricolare per eccesso di CSF a scapito del<br />

parenchima cerebrale (perdita di parenchima)<br />

Le meningiti si dividono in:<br />

• acute o croniche<br />

• infettive<br />

o batteriche (piogeniche, tubercolari…)<br />

o asettiche (virali)<br />

• chimiche<br />

• carcinomatosi meningee<br />

• linfomatosi meningee<br />

18-50 anni<br />

>50 anni<br />

non età correlati<br />

<br />

Infezioni<br />

<br />

Meningite acuta<br />

Nisseria Menigitidis <br />

Streptococcus Pneumoniae <br />

Deficit di C-5,8<br />

Otite media, Sinusite 19 , liquorrea,<br />

asplenia*, alcoolismo<br />

Listeria Monocytogenes 20 Immunodeficienza, diabete II<br />

S. Pneumoniae vd. sopra<br />

Enterobacteriacee interventi neurochirurgici. Rare<br />

nelle infezioni comunitarie.<br />

Staphylococcus Aureus interventi neurochirurgici,<br />

derivazioni ventricolo-peritoneali,<br />

endocarditi, ascessi… di nuovo<br />

raramente comunitarie<br />

19<br />

Otiti e Sinusiti trascurate, per contiguità possono portare questo organismo a raggiungere le meningi e lo spazio sub<br />

aracnoideo.<br />

20<br />

tipica zoonosi, si contrae vivendo in promiscuità con animali; Sono gram⊕, acapsulati, pleomorfi, con tipica<br />

disposizione a V o a palizzata. Danno caratteristiche colture ad ombrello, mobili, si spostano “a capriole”. Pericolose<br />

soprattutto in gravidanza per il bambino (meningite del neonato, granulomatosi infantisettica…)<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 144


fisiopatologia (piogeniche)<br />

adesione all'epitelio<br />

nasofaringeo<br />

• Meningococco<br />

• Pneumococco<br />

Ci sono due elementi chiave:<br />

attraversamento<br />

epitelio colonnare<br />

• vacuoli<br />

• creazione di<br />

spazi tra le tight<br />

junctions<br />

• infezioni ematogene<br />

In alcuni casi si ha il passaggio diretto dal sangue all’epitelio dei plessi corioidei, e quindi nel<br />

liquido cerebrospinale.<br />

• infiammazione batteri / citochine - indotta<br />

Sostanzialmente non basta utilizzare un antibiotico efficace per risolvere la situazione: una specie<br />

di reazione di Jarish-Herxheimer: la lisi dei batteri e la diffusione dei loro prodotti provoca una<br />

esacerbazione dei processi infiammatori e di alterazione del SNC.<br />

edema vasogenico: IL-1 e il TNFα aumentano la permeabilità della BBB<br />

danno cellulare: è dovuto ad..<br />

a. AA eccitatori<br />

b. specie reattive di ossigeno e azoto<br />

c. altri mediatori<br />

idrocefalo: di tipo ostruttivo, per via dell’essudato sub aracnoideo che va ad<br />

intasare i seni della dura.<br />

episodi ischemici: dovuti sia all’essudato sub aracnoideo, sia alla vasculite dei<br />

vasi cerebrali dovuti all’infiltrazione neutrofila.<br />

ICP↑ ⇒ coma: l’assommarsi di tutti gli elementi provoca un brusco rialzo della pressione intracranica<br />

(ICP), portando eventualmente il pz. in coma.<br />

Caratteristiche del liquor<br />

La rachicentesi o puntura lombare va eseguita su tutti i pazienti con sospetto di meningite. Va individuato lo<br />

spazio interspinoso (L4-L5), si superano i legamenti interspinosi, e dallo spazio sub aracnoideo si estrae il<br />

liquido.<br />

Nb: mai sopra L4-5 per evitare di ledere il midollo (in questa sede si trova infatti la cauda equina).<br />

Nb2: TAC per escludere eventuali cause di ipertensione del liquor dovute a masse (p.es tumorali), dove una<br />

puntura in queste condizioni potrebbe portare ad un incuneamento del tronco<br />

encefalico, con lesioni gravi dei centri vitali. Si può evitare in pzz:<br />

• immunocompetenti<br />

• senza segni di ICP↑<br />

• senza recenti traumi cranici<br />

… per quanto riguarda le caratteristiche del liquor:<br />

a. pressione cui esce il liquor normalmente: dipende dal decubito (+ o - 20<br />

cmH2O)<br />

- seduto ⇒ 35-40 cmH2O<br />

- laterale ⇒ 15-20 cmH2O<br />

(c.a il 20% avrà P > 40cmH2O)<br />

b. aspetto: limpido, incolore, trasparente…<br />

c. proteinorrachia: [proteine]LIQUOR: aumentata durante la flogosi,<br />

normalmente 20-30mg/dl.<br />

d. glicorrachia: [glucosio]LIQUOR: diminuisce in caso di batteri (lo<br />

usano), normalmente è il 60-70% di quella<br />

ematica (controllare la glicemia: le variazioni del<br />

livello ematico richiedono c.a 20min per avere<br />

effetto)<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 145<br />

Vasi<br />

• plessi corioidei<br />

• attraversamento<br />

dell'epitelio del<br />

plesso<br />

CSF<br />

• mancanza di<br />

complemento<br />

• basso titolo IgG


e. elementi cellulari:<br />

- molto pochi normalmente < 5 /µL<br />

⇒ liquor limpido<br />

Esame del Liquor<br />

• virus: pleiocitosi linfocitica: frequenti in età pediatrica, di buona prognosi; in<br />

genere non viene identificato nello specifico il microorganismo.<br />

• Alcuni batteri possono dare comunque meningiti a liquor limpido. Permangono le<br />

altre caratteristiche del liquor (glicorrachia↑ protidorrachia↑), ma si<br />

ha un calo della cellularità<br />

1. brucelle<br />

2. leptospire<br />

3. salmonelle<br />

4. tr.pallidum<br />

5. listeria<br />

6. altri microrganismi: criptococcus, parassiti<br />

• M. Tubercolosis, che dà la forma più importante. Eventualmente dà luogo al liquor<br />

smerigliato: lasciandolo riposare si potrà osservare la formazione<br />

del reticolo di Mya<br />

- tanti elementi cellulari ⇒ meningiti batteriche purulente. Prognosi negativa.. si tratta<br />

per lo più di pneumococco e meningococco. Il profilo è sempre lo<br />

stesso, con glicorrachia in diminuzione ed aumento di cellule e<br />

proteine.<br />

( immagine di colorazione Gram con Nisseria M.)<br />

liquor torbido<br />

• esame diretto dopo colorazione Gram ⇒ sensibilità 100%, spec.60-90%<br />

• esame indiretto (latex) ⇒ sens. variabile in base alla specie (67-95%)<br />

• coltura ⇒ sensibilità100%<br />

liquor limpido: se virale il più spesso non si individua il patogeno (non serve)<br />

• Mycobacterium Tubercolosis: esame diretto, colturale e PCR<br />

• PCR per virus<br />

• esame indiretto per virus (sierologica: la più sfruttata)<br />

⇒ comunque per identificare eventuali protozoi o funghi si eseguono prove d’isolamento<br />

⇒ alla prova colturale s’affiancano sempre considerazioni emocromocitometriche per eventuali leucocitosi<br />

⇒ alla coltura del liquor va affiancata ovviamente un’emocoltura<br />

Morfologia<br />

Ricordiamo come la possibilità di osservare batteri in colorazione Gram sia subordinata al non trattamento<br />

della meningite.<br />

Lo pneumococco va<br />

segnalato in particolare<br />

per la forma adesiva che<br />

determina, a causa<br />

dell’essudato gelatinoso<br />

contenente imporatnti<br />

quantità di polisaccaride<br />

capsulare.<br />

macro<br />

vasi leptomeningei congesti<br />

essudato:<br />

- basale (Haemophilus)<br />

- seno sagittale / convessità<br />

(pneumococco)<br />

ventricolite: forme fulminanti<br />

micro<br />

neutrofili sub aracnoidei<br />

encefalite focale (PMN<br />

attraverso i vasi venosi) nelle<br />

fulminanti<br />

fibrosi leptomeningea (esito)<br />

aracnoidite cronica adesiva<br />

(pneumococco)<br />

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Meningite acuta asettica (virale)<br />

Meningiti a liquor limpido.. più frequenti, autolimitanti, e in genere in soggetti giovani…<br />

- Echovirus<br />

- Coxackievirus<br />

- Virus della Parotite<br />

- altri… p.es polio<br />

..da un punto di vista anatomopatologico c’è poco o niente: un minimo di edema cerebrale e una lievissima<br />

infiltrazione PMN.<br />

<br />

Infezioni suppurative focali acute<br />

ascesso cerebrale<br />

In linea generale mentre i virus danno encefaliti, i batteri tendono a dare una fase transitoria di cerebrite che<br />

poi esita immediatamente in un ascesso localizzato. I risk factors più importanti sono:<br />

Le regioni più colpite sono:<br />

lobo frontale<br />

parietale<br />

cervelletto<br />

..è composto come segue:<br />

• foci adiacenti<br />

• sepsi<br />

• endocardite batterica acuta<br />

• sepsi polmonare cronica<br />

- necrosi colliquativa centrale<br />

- capsula collagenica: derivante dai fibroblasti perivasali<br />

- edema circostante<br />

- gliosi reattiva, con astrociti gemistrociti<br />

empiema subdurale<br />

Una volta drenato chirurgicamente non lascia reliquati se non un lieve ispessimento della dura. Di solito è per<br />

contiguità da:<br />

- fosse paranasali<br />

- ossa craniche<br />

…può dare problemi per:<br />

effetto massa<br />

trombosi delle vene a ponte che passano in quella sede<br />

… a parte questo non ci sono grossi rischi e il pz. in genere guarisce senza reliquati.<br />

<br />

Meningoencefalite cronica batterica<br />

TBC<br />

C.a il 3 /4 dei casi è di extracomunitari, e sono più frequenti in giovani e bambini. E’ un bambino che non ha<br />

flogosi, ma piuttosto tubercolomi: cioè dei granulomi a livello cerebrale. Infatti l’infezione NON avviene<br />

come per il pneumococco p.es attraverso il sangue e poi nelle meningi:<br />

PRIMA INFEZIONE<br />

• passaggio ematico<br />

• diffusione miliare nel<br />

parenchima encefalico<br />

• formazione di<br />

tubercolomi<br />

RISCHIO DI MENINGITE<br />

• evoluzione caseosa<br />

• superficialità delle<br />

lesioni<br />

• sviluppo di capsula<br />

fibrosa<br />

MENINGITE<br />

• svuotamento del<br />

tubercolo nello spazio<br />

sub aracnoideo:<br />

- Ag del Mycobatterio<br />

- Bacilli vivi<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 147


È piuttosto subdola, e manifesta come ovvio dalla patogenesi inizialmente la clinica di una encefalite (essendo<br />

in fondo una forma di encefalite subacuta con possibile evoluzione in meningite acuta):<br />

- febbricola e astenia<br />

- lieve cefalea<br />

- alterazioni dell’umore e del carattere<br />

- interessamento dei nervi cranici: tipico è il pz. con paralisi del faciale monolaterale<br />

.. a livello morfologico avremo:<br />

essudato gelatinoso / fibrinoso: alla base del coinvolgimento dei nn. cranici, in genere infatti<br />

interessa preferenzialmente la base dell’encefalo sfociando in ultima<br />

analisi in una aracnoidite adesiva<br />

meningo encefalite diffusa: si osservano infatti noduli bianchi diffusi a tutte le leptomeningi,<br />

diffondendosi attraverso il liquor e coinvolgendo anche i plessi<br />

corioidei.<br />

endoarterite obliterante: con infiltrati infiammatori a tutto spessore delle pareti.<br />

tubercolomi<br />

batterioscopia: con colorazioni alcol-acido resistive…<br />

A livello fisiopatologico troveremo<br />

• linfo monocitosi: e non neutrofilia come con gli altri batteri<br />

• liquor limpido, associato, differentemente che nei virus a…<br />

• glicorrachia↓: si trova meno glucosio<br />

• proteinorrachia ↑<br />

• reticolo di Mya: lasciando sedimentare qualche ora il liquor appare un disegno tipicamente<br />

smerigliato così definito.<br />

PCR per la diagnosi definitiva, la si preferisce alla coltura (8O% sens.)<br />

Sifilide terziaria<br />

Si hanno diversi quadri di neuro sifilide…<br />

1. meningo vascolare<br />

a. sedi<br />

- base cranica e le convessità<br />

- meningi midollari<br />

b. endoarterite obliterante<br />

c. reazione infiammatoria perivascolare<br />

d. ± gomme<br />

2. paretica: si manifesta con una perdita di funzioni progressiva ed insidiosa che porta infine ad una<br />

demenza con paralisi generale.<br />

a. danno parenchimale: a livello di lobo frontale e in generale di isocortex, da cui:<br />

- gliosi reattiva<br />

- proliferazione microgliale: cellule a bastoncello<br />

- depositi marziali nei pressi del neuropilo<br />

b. ± idrocefalo<br />

c. batterioscopia: spesso positiva anche in sezione<br />

3. tabe dorsale: si ha una compromissione delle radici sensitive, da cui un’alterata propriocezione<br />

(atassia) che si somma ad una perdita di sensibilità (lesioni cutanee ed articolari 21 ),<br />

da cui un’ipo / a - riflessia profonda e dei caratteristici dolori fulminanti; si ha:<br />

a. perdita di assoni e di mielina (midollo dorsale) ⇒ pallore e atrofia delle colonne dorsali<br />

b. NON microrganismi dimostrabili nelle lesioni<br />

21<br />

si parla di articolazioni di Charcot<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 148


Encefaliti Virali<br />

In linea generale un virus che dia un’encefalite determina certi tipi di alterazioni, che possono comprendere:<br />

• infiltrati mononucleati<br />

• gliosi, a volte con formazione di noduli<br />

• neuronofagia: di elementi necrotici<br />

• corpi inclusi: spesso sono particelle virali<br />

• malformazioni congenite: se presi nella vita intra uterina<br />

arthropod borne<br />

encephalitis<br />

(tra cui TBE)<br />

HSV-1<br />

Hsv-2<br />

SEDI MORFOLOGIA TIPICA CLINICA<br />

sia sostanza bianca che grigia: - neuronofagia<br />

alta morbosità e letalità<br />

• corticale<br />

- vasculite necrotizzante<br />

• gangli della base<br />

- infiltrati linfocitari<br />

interessamento diffuso<br />

generalizzata<br />

HZV (zoster) sia glia che neuroni demielinizzazione<br />

necrosi<br />

corpi inclusi<br />

CMV<br />

zone sotto ependimali<br />

encefalite subacuta<br />

encefalite necrotizzante<br />

polio<br />

(picoRNAvirus)<br />

paraventricolare<br />

è selettiva per le corna<br />

anteriori.<br />

± estensione alle posteriori<br />

rabbia pavimento del IV ventricolo,<br />

bulbo, gangli della base,<br />

AIDS<br />

midollo, radici dorsali.<br />

• sostanza bianca<br />

sottocorticale<br />

• diencefalo<br />

• tronco cerebrale<br />

- necrosi<br />

bambini e adolescenti, solo il 10% con<br />

- emorragia<br />

previa infezione; evoluzione lenta.<br />

- inclusioni di Cowdry 50% dei neonati da parti vaginali in<br />

madre infetta;<br />

pzz. con AIDS.<br />

inclusioni da CMV in cellule<br />

ingrandite<br />

infiltrati: mononucleati a<br />

manicotto (perivascolari)<br />

neuronofagia<br />

danno cronico: perdita di<br />

neuroni e gliosi associate.<br />

degenerazione neuronale<br />

flogosi<br />

c.pi di Negri: patognomonici<br />

meningite asettica (1-2 sett.)<br />

- meningite linfocitaria<br />

- perdita focale di mielina<br />

meningoencefalite subacuta<br />

- dilatazione ventricolare e approfondimento<br />

dei solchi con corticale di spessore normale<br />

- noduli microgliali con cell. giganti<br />

multinucleate<br />

- gliosi reattiva<br />

- macrofagi schiumosi<br />

- HIV nella microglia (biologia molecolare)<br />

AIDS infantile<br />

- microcefalia<br />

- calcificazioni: (1) grandi vasi (2) gangli<br />

della base (3) sostanza bianca profonda<br />

- noduli microgliali = AIDS adulto<br />

… ci sono quindi due situazioni dove si ha una demielinizzazione cronica:<br />

nevralgia post erpetica (10%)<br />

encefalite acuta (AIDS)<br />

immunodepressi.<br />

radicoloneurite per interessamento<br />

di midollo e radici spinali<br />

posteriori.<br />

Al di fuori del midollo si ha una<br />

importante atrofia muscolare e<br />

paralisi flaccida da denervazione.<br />

± miocardite sovrapposta<br />

± morte per arresto respiratorio<br />

clinica ben nota.<br />

AIDS dementia complex:<br />

ritardo mentale<br />

perdita di memoria<br />

atassia<br />

incontinenza<br />

crisi convulsive<br />

atrofia diffusa al<br />

neuroimaging<br />

AIDS infantile<br />

ritardo mentale<br />

ritardo nello sviluppo<br />

motorio<br />

spasticità degli arti<br />

JC virus e la leucoencefalopatia multifocale progressiva: sono colpiti gli oligodendrociti<br />

• aree irregolari di distruzione della sostanza bianca<br />

• demielinizzazione sottocorticale<br />

morbillivirus e la panencefalite sclerosante subacuta: sempre degenerazione mielica, con:<br />

• gliosi reattiva<br />

• grovigli neurofibrillari<br />

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Si hanno tendenzialmente tre tipi di manifestazione:<br />

<br />

forme micotiche<br />

1- vasculitica: da aspergillus o occasionalmente da candida. Danno in genere trombosi ed infarto, che<br />

ovviamente sarà settico e vedrà un ottimo terreno di coltura per il micete.<br />

2- meningitica cronica: tipica da criptococco, subdola e fatale, spesso nell’AIDS, mortale in<br />

1-2settimane.<br />

a. elevata proteinorrachia<br />

b. (fungo ?) scopia: tramite colorazioni di inchiostro d’india.<br />

c. idrocefalo per ostruzione dei forami (di L&M) da parte di tessuto di granulazione reattivo<br />

d. cisti parenchimali a livello del territorio di distribuzione delle aa. lenticolo striate<br />

e. aggregati perivascolari di microrganismi<br />

3- da invasione parenchimale: sotto forma di granuloma o di ascesso; spesso coesiste con la meningite.<br />

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Malattie Cerebrovascolari<br />

Definizioni prettamente cliniche<br />

ictus o stroke: è un evento di natura cerebro vascolare improvviso ed inaspettato che determina la<br />

comparsa di un deficit neurologico focale (caratterizzato da disturbi motori, della<br />

sensibilità, compromissione del linguaggio, disturbi dell’equilibrio…) causato da una<br />

lesione cerebrale focale legata ed una occlusione o rottura di vasi sanguigni<br />

cerebrali (quindi non è un termine anatomopatologico).<br />

TIA: (Transitory Ischemic Attak) dura < 24h, spesso è di c.a 1 ora<br />

RIND: (Reversable Ischemic Neurologic Deficit): restetutio ad integrum entro 3 settimane<br />

Substrato Anatomico<br />

Ricordiamo come il tronco basilare genera dalle arterie vertebrali, che<br />

generano dalla succlavia e non dalla carotide (da cui il furto della succlavia).<br />

Il circolo del Willis genera dal tronco basilare..<br />

• a. cerebrale posteriore: irrora la corteccia visiva (polo occipitale) e<br />

gran parte della superficie infero mesiale,<br />

oltre che il cervelletto ed il tronco<br />

encefalico. È il circolo meno interessato<br />

(15% c.a).<br />

• a. cerebrale anteriore: va a irrorare gran parte della superficie<br />

mesiale<br />

• a. cerebrale media: quella più spesso coinvolta<br />

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meccanismi di compenso e fisiopatologia del danno<br />

- circoli<br />

o Willis<br />

o carotide esterna – a. oftalmica: riesce a bypassare alcune ostruzioni della carotide interna<br />

- compenso emodinamico e metabolico:<br />

o vasodilatazione: compensa la riduzione della pressione di perfusione<br />

o aumento dell’estrazione d’O2 ciò consente nonostante il calo del flusso di mantenere il<br />

metabolismo cerebrale costante (area di penombra<br />

ischemica 22 ). In questi casi si ha una paralisi cellulare<br />

(ATP↓ ⇒ Na/K ↓↓ ⇒ interruzione dell’attività fisiologica)<br />

o riduzione del metabolismo: cui consegue poi la morte cellulare<br />

…queste fasi sono ben valutabili nell’infarto ischemico alla RNM, e scandiscono il grado di successo<br />

all’esecuzione della trombolisi.<br />

Nella patogenesi del danno va ben considerato il glutammato: durante l’ischemia viene rilasciato in massicce<br />

dosi, questa stimolazione di AA eccitatori può dare una disfunzione del calcio che porta ad apoptosi<br />

cellulare.<br />

<br />

Ischemia cerebrale globale<br />

Da basso flusso, ipotensione etc… il danno colpirà le cellule in base alla loro sensibilità a questo tipo di<br />

insulto, ed anche tra neuroni (che sono i più sensibili) si parla di vulnerabilità selettiva, perché alcune aree<br />

sono più sensibili di altre:<br />

• ippocampo nel settore CA1 (di Sommer)<br />

• purkinje<br />

• neocortex (neuroni piramidali)<br />

• zone di confine: dove quella più a rischio è a cavallo tra la ACA e la MCA<br />

Il danno peggiore a lungo termine è il così detto cervello respiratorio, composto di tessuto disgregato e<br />

rammollito, che non si fissa bene in formalina e si colora male.<br />

morfologia<br />

cambiamenti precoci<br />

Eziopatogenesi<br />

• neuroni rossi<br />

• alterazioni simili in<br />

oligodendrociti e<br />

astrociti<br />

cambiamenti<br />

subacuti (24h+)<br />

• necrosi<br />

• macrofagi<br />

• proliferazione<br />

vascolare<br />

• gliosi reattiva<br />

<br />

Infarto da ostruzione locale del flusso ematico<br />

riparazione<br />

(2settimane +)<br />

• rimozione tessuto necrotico<br />

• perdita della normale<br />

orgranizzazione (necrosi<br />

pseudolaminare)<br />

embolia: spesso l’embolo non è rilevabile all’esame autoptico, probabilmente per il fenomeno di<br />

disgregazione cui va incontro. In genere dà infarti emorragici (rossi).<br />

o origine cardiaca:<br />

IMA, FA ⇒ trombi parietali<br />

malattia valvolare<br />

o tromboembolia arteriosa: spesso placche carotidee che si rompono<br />

o embolismo paradosso: nei bambini con malformazioni cardiache, in genere è tumorale,<br />

grassa o gassosa (aria).<br />

22<br />

area in cui vi è una riduzione del flusso, laddove però i meccanismi di compenso mantengono le cellule vitali<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 152


o embolizzazione a pioggia: in seguito ad una frattura, la sintomatologia è più generalizzata,<br />

in genere si rilevano lesioni emorragiche diffuse.<br />

trombosi: in genere dà infarti non emorragici (pallidi, bianchi)<br />

o arteriosclerosi, ovviamente. La prima causa.<br />

o arteriti e vasculiti da TBC, sifilide o infezioni opportunistiche<br />

o poliarterite nodosa<br />

o angiolite primitiva del SNC<br />

o malattie ematologiche con ipercoagulabilità<br />

o droghe<br />

o CADASIL: cerebral austosomal dominant aretriopathy (with) Subcortical Infarcts (and)<br />

Leukoencephalopahty. Rara, ereditaria, dipende dal gene notch3, si hanno ictus<br />

ricorrenti<br />

o angiopatia amiloidea cerebrale (AMC): è sempre l’Aβ 40 peptide dell’Alzheimer che si<br />

somma ad altre situazione predisponenti:<br />

AMC olandese: congiunzione col genotipo apoE<br />

AMC islandese: disturbo della cistatina C<br />

morfologia dell’infarto non emorragico<br />

macro - • pallido<br />

• molle<br />

• tumefatto<br />

• giunzione<br />

grigio bianca<br />

micro • neuroni rossi<br />

• edema<br />

• perdita delle<br />

caratteristiche<br />

tintoriali<br />

confusa<br />

picco della<br />

migrazione dei<br />

neutrofili<br />

primi fagociti:<br />

- monociti < sangue<br />

- microgliali<br />

• gelatinoso<br />

• friabile<br />

• giunzione<br />

ancora peggio<br />

primi astrociti<br />

reattivi<br />

… si consolidano i<br />

fagociti<br />

.. poi a distanza di parecchi mesi si ha un ritorno istologico ad una situazione di quiete:<br />

liquefazione, rimane una cavità:<br />

- con liquido<br />

- tessuto grigio scuro che si<br />

estende con la graduale<br />

rimozione del tessuto necrotico<br />

• fagociti sono le cellule prevalenti<br />

• astrociti reattivi ai margini:<br />

o volume ↑<br />

o mitosi<br />

o rete di estensioni<br />

protoplasmatiche<br />

- ipertrofia (nucleare & cellulare) regredisce<br />

- agglomerati nella cavità necrotica:<br />

o fibre gliali<br />

o capillari neoformati<br />

o fibre perivascolari di tessuto connettivo<br />

- strato gliotico interposto tra corteccia e meningi<br />

- macrofagi: possono permanere anche anni, contenendo i residui dei prodotti del catabolismo<br />

mielinico dei residui fagocitati.<br />

Altri tipi di infarto<br />

Si parla di forme:<br />

12h 48h 10gg 2 sett 3 sett<br />

emorragiche: sovrapponibile, si aggiunger però lo stravaso ematico e il suo riassorbimento<br />

incomplete: solo le cellule più sensibili sono necrotiche: la glia resiste.<br />

midollari: raro.<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 153


intraparenchimale<br />

<br />

Emorragia intracranica<br />

• 60 anni il picco<br />

• ipertensione la prima causa delle forme gangliari (più frequenti): la malattia cronica si associa a<br />

o arteriosclerosi<br />

o microaneurismi di Charcot Bouchard (vasi < 300µm ∅), spesso ai gangli della base<br />

• angiopatia amiloide cerebrale: una delle cause delle forme lobari<br />

• classificazione<br />

o gangliare ⇒ talamo, gangli della base.. (50-60% tot.)<br />

o lobari<br />

si ha un’area di compressione che circonda lo stravaso coagulato di sangue, che va incontro ad una serie<br />

di reazioni anossico gliali; il quadro, molto più circoscritto, è paragonabile ad un infarto emorragico.<br />

Subaracnoidea<br />

È un’emorragia tra la pia madre (a contatto con l’encefalo) e l’aracnoide. Si tratta del 5% delle emorragie<br />

cerebrali, la maggior parte sono stroke emorragici, cioè emorragie intra parenchimali.<br />

o rottura aneurismatica: 85% sono più frequentemente sintomatologici con l’età, laddove<br />

l’ateromatosi va affliggendo la parete.<br />

• comunicante anteriore 4O%: si accumula a livello della falce..<br />

• carotide interna 3O%<br />

• MCA 2O%<br />

• circolo posteriore 1O%<br />

o rottura di malformazione<br />

o rottura traumatica<br />

o importante emorragia intra parenchimale che sfonda (lacero contusione p.es)<br />

Morfologicamente questi aneurismi a bacca si presentano:<br />

- di 2-3mm ∅<br />

- lucidi, rosso vivo, con parete traslucida<br />

- ± colorazione marrone dei tessuti circostanti (pregressa emorragia)<br />

- assenza di tonaca muscolare nella parete dell’aneurisma<br />

- rottura all’apice<br />

clinica:<br />

• emicrania trafittiva nucale: in genere riferita (anche da pzz. emicranici) come mai provata prima. Dovuta a<br />

strutture innervate dal V nervo cranico<br />

• segni di HPT endocranica: sintomo cardine è il rigor nucalis, che però non appare subito ! inizialmente è<br />

appena accennato, quindi bisogna fare delicatamente per avvertire bene eventuali contratture (Nb:<br />

Brudzinski)<br />

• crisi epilettica: per il sangue che si “spalma” sopra la corteccia<br />

• alterazioni dello stato di coscienza<br />

Nb: diagnosi con TC e/o puntura lombare<br />

malformazioni vascolari<br />

4 gruppi principali:<br />

1. arterovenose: presentano shunt e formano una rete aggrovigliata, spesso con alterazioni della<br />

parete come frammentazione della lamina elastica o ialinizzazione della media.<br />

2. emangiomi cavernosi: p.ti caudali (cervelletto, ponte..), prive di tessuto nervoso (DD telengectasie)<br />

3. teleangectasie capillari: nel ponte<br />

4. angiomi venosi: anche genetici.<br />

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Malattia Ipertensiva Cerebrovascolare<br />

Le conseguenze dell’HPT cronica a livello cerebrale sono:<br />

a. emorragie massive da aneurismi: appena visti<br />

b. infarti lacunari: cioè formanti lacune, piccoli infarti cavitati (< 15mm), più spesso a livello<br />

di aa. lenticolo striate o ponte, da ialinosi delle piccole arterie.<br />

c. emorragie a fessura: di vasi penetranti di piccolo calibro, degli infarti lacunari ma lunghi e<br />

stretti, che lasciano come reliquati delle aree brunastre fissuriformi.<br />

d. encefalopatia ipertensiva: entità clinico patologica caratterizzata da:<br />

sintomi: di HPT endocranica<br />

rilievi: può rilevarsi erniazione sotto tentoriale o tonsillare<br />

b. demenza vascolare: può dipendere da<br />

- Biswanger: è una leucoencefalopatia arteriosclerotica sottocorticale dovuta a<br />

degenerazione ipossica cronica delle arterie penetranti della<br />

sostanza bianca, si manifesta come<br />

a. quadro diffuso<br />

b. lentamente progressivo, contro i pattern a gradini più classico della<br />

demenza vascolare multi infartuale<br />

c. leucoaraiosi all’imaging, alias una rarefazione della sostanza<br />

bianca periventricolare.<br />

- multi infartuale: con 2+ TIA o ictus all’anamnesi, tipica progressione<br />

a gradini<br />

- da infarti strategici: p.es su talamo, caudato o giro angolare<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 155


Patologia Neoplastica del SNC<br />

• 10% di tutte le neoplasie (2O/1OO mila)<br />

• 6° posto nell’adulto (70% sovra tentoriali)<br />

• 2° posto nel bambino (70% posteriori)<br />

• 20% spinali<br />

• 4% della mortalità<br />

• 20% a 5 anni in media <br />

La prognosi è pessima non tanto per la malignità istologica delle lesioni (tante sono benigne) quanto per<br />

caratteristiche peculiari delle neoplasie nel SNC:<br />

- alta invasività locale (poca resistenza all’espansione)<br />

- diffusione locale rapida a dispetto di una istologia benigna (nonostante il basso indice di<br />

metastatizzazione al di fuori del SNC per il resto)<br />

- resezione comunque accompagnata da ingente morbidità<br />

- effetto massa da solo può dare esiti fatali<br />

<br />

Gliomi<br />

nome & dati macroscopia microscopia clinica<br />

astrocitomi<br />

fibrillari e<br />

glioblastoma<br />

8O% dei<br />

primitivi negli<br />

adulti<br />

8-10 mesi medi,<br />

1O% oltre 2aa. <br />

astrocitoma<br />

pilocitico<br />

+ benigno <br />

bambini/giovani<br />

xanto<br />

astrocitoma<br />

polimorfo<br />

bambini<br />

oligodendro<br />

glioma<br />

adulti (40-50aa)<br />

5-10 aa di<br />

sopravvivenza<br />

superficie di taglio<br />

molle gelatinosa<br />

degenerazione cistica<br />

± emorragica<br />

neovasi (RNM!!)<br />

aspetto variabile:<br />

-duro bianco<br />

-molle giallo<br />

(necrosi)<br />

più nuclei ± pleomorfi a seconda del grading<br />

processi cellulari GFAP+ ⇒ aspetto fibrillare<br />

cellule tumorali anche a distanza<br />

• gemistrocitico:<br />

tanti processi tozzi<br />

cyt eosinofilo<br />

• glioblastoma (IV): si hanno<br />

necrosi a pseudo palizzata: le aree<br />

circondate da cellule neoplastiche<br />

proliferazione vascolare endoteliale fino<br />

a ciuffi e poi c.pi glomeruloidi (sferici)<br />

gliomatosi: cellule infiltrate diffuse<br />

aspetto ± ben delimitato, ma l’infiltrazione c’è sempre<br />

sedi preferite:<br />

- cervelletto<br />

- pareti III ventricolo<br />

- nn. ottici<br />

cistico frequentemente,<br />

con nodulo murale<br />

sulla parete della stessa<br />

spesso ben delimitato<br />

superficiale a livello<br />

di lobo temporale<br />

emisferi, sostanza<br />

bianca<br />

lesioni microscopiche<br />

o anche massive<br />

cellule bipolari<br />

processi a capello GFAP+<br />

c.pi eosinofili granulari<br />

n° vasi ↑<br />

(necrosi & mitosi)<br />

ristretto margine infiltrante <br />

astrocitomi lipidizzati con forme bizzarre<br />

può essere anaplastico, DD da astrocitoma III-IV:<br />

- depositi di reticolina abbondanti<br />

- infiltrati cronici<br />

- no necrosi no mitosi<br />

lamine cellulari<br />

capillari anastomizzati (struttura delicata)<br />

± infiltrazione corteccia<br />

forma anaplastica: WHO III contro il grado II dei<br />

differenziati, in cui possono esserci noduli focali:<br />

- densità cellulare ↑<br />

- anaplasia / mitosi / necrosi ↑<br />

- DD con neurocitoma con immunoistochimica<br />

- convulsioni<br />

- cefalea<br />

- deficit focali<br />

grading 23 (I-IV) buon<br />

fattore prognostico, ma<br />

anaplasizzano col tempo<br />

si dividono in:<br />

primari (p53) ⇒ rapida<br />

progressione, anziani<br />

secondari (EGFR↑):<br />

giovani dopo forma a<br />

basso grado<br />

valutati WHO I<br />

resezione chirurgica<br />

buona a livello di<br />

cervelletto<br />

recidive come cisti +<br />

che come masse solide<br />

storia di epilessia<br />

WHO II: infatti si ha c.a<br />

l’80% a 5 anni.<br />

S/S neurologici per anni<br />

(con convulsioni)<br />

Chr 1p 19q spesso<br />

coinvolti, se unici<br />

⇒ migliore prognosi<br />

23<br />

proposto dall’OMS in quarti: in particolare la forma anaplastica ha grado III, mentre il glioblastoma IV (peggio).<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 156


Ependimomi<br />

tutte le età<br />

5aa<br />

sopravvivenza<br />

media<br />

sono ben demarcati<br />

(più degli astrocitomi)<br />

adulti: canale midollare<br />

- resezione spesso OK!<br />

bambini: IV ventricolo<br />

- resezione rischiosa !<br />

• strutture pseudo ghiandolari<br />

≈ canale embrionale<br />

processi GFAP+ nel lume<br />

• pseudo rosette perivascolari: con interposti<br />

processi GFAP+ lunghi e delicati<br />

• forme mixo papillari:<br />

mixo: GAG e polisaccaridi acidi<br />

papillari: cell cuboidi + asse fibrovascolare<br />

differenziati WHO II e<br />

anaplastici WHO III<br />

fondamentale radicalità<br />

nelle mixo papillari<br />

(prognosi buona)<br />

idrocefalo ostruttivo<br />

disseminazione tramite<br />

liquor quasi costante<br />

GFAP = glial fibrillary acidic protein, è una proteina tipica dei filamenti intermedi espressa in astrociti e<br />

cellule ependimali nel SNC.<br />

<br />

Tumori Neuronali<br />

a cellule gangliari<br />

e ganglio gliomi<br />

componenti gliali<br />

(+ rapida<br />

progressione)<br />

tumore<br />

disembrioplastico<br />

neuro epiteliale<br />

lenta crescita<br />

neuroblastomi<br />

neuronali<br />

bambini, rari<br />

medullo<br />

blastoma<br />

bambini<br />

diffusione<br />

tramite CSF<br />

75% a 5aa<br />

linfoma<br />

encefalico<br />

primitivo<br />

2% degli extra<br />

nodali<br />

AIDS o over 60.<br />

diffusione<br />

localizzazioni:<br />

- pavimento III ventr.<br />

- ipotalamo<br />

- lobo temporale: più<br />

spesso i gangliomi<br />

± componenti cistiche<br />

calcificazioni focali<br />

lobo temporale<br />

assottigliamento osseo<br />

in corrispondenza<br />

gangliocitoma: solo cellule neuronali:<br />

come aggregati separati da stroma acellulare<br />

ganglio glioma: un misto, in genere la<br />

componente gliale anaplasizza <br />

± cellule displastiche binucleate<br />

cell. gangliari: immunoistochimica + per<br />

neuro filamenti,<br />

sinaptofisine<br />

tipo papillare glioneurale: primo strato<br />

sull’asse è gliale, poi i neuronali sono<br />

più compatti.<br />

elementi glioneurali specifici:<br />

- cellule rotondeggianti neuronali<br />

- in noduli mucosi al centro<br />

- non segni di differenziazione gliale, a<br />

meno che in lesioni complesse<br />

- displasia istologica ma non citologica<br />

emisferi piccole cellule indifferenziate<br />

linea mediana del<br />

cervelletto (bambini)<br />

[laterali (adulti)]<br />

ben circoscritto<br />

grigiastro<br />

friabile<br />

fino alle meningi<br />

lesioni multiple tutto<br />

spessore:<br />

- bianca & grigia<br />

- strutture profonde<br />

± area di necrosi<br />

centrale<br />

rosette di Homer Wright<br />

<br />

Altri Tumori cerebrali<br />

alta cellularità, anaplastica<br />

rapporto N/C ↑ nuclei allungati /semilunari<br />

mitosi, Ki-67⊕<br />

markers misti:<br />

- GFAP<br />

- granuli neurosecretori<br />

- rosette di Homer Wright (pro-neuronali)<br />

var. desmoplastica: forte risposta stromale,<br />

depositi di reticolina,assenti nelle “isole<br />

pallide”<br />

cordoni<br />

trans corticali con sfocio e diffusione sub<br />

aracnoidea ⇒ metastasi a goccia (SNC)<br />

accumulo cellulare attorno ai vasi<br />

aspetto a cerchio: cellule separate da<br />

materiale argentofilo, piuttosto caratteristico<br />

diffusi infarti microscopici nel linfoma<br />

angiotropico<br />

convulsioni (curativa<br />

l’exeresi chirurgica)<br />

WHO I, II, IV<br />

(anaplastici)<br />

crisi epilettiche<br />

l’exeresi chirurgica<br />

spesso funziona <br />

aggressivi <br />

idrocefalo ostruttivo<br />

fortunatamente è molto<br />

sensibile alla RT<br />

EBV spesso rilevato<br />

nelle cellule B<br />

trasformate<br />

in genere è un linfoma<br />

ad alto grado<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 157


meningioma<br />

adulti<br />

meningioma<br />

anaplastico<br />

dura madre: adesi<br />

ventricoli: dalle cellule<br />

stromali aracnoidee dei<br />

plessi corioidei<br />

tondeggianti<br />

possono infiltrate il<br />

cervello (raro negli<br />

altri meningiomi), il<br />

che dà alti rischi di<br />

recidiva locale.<br />

massa incapsulata da tessuto fibroso<br />

variante a placche: liminalmente sulla dura<br />

⇒ iper reazioni ostotiche<br />

varianti istologiche: sono 6 note:<br />

1. sinciziale: cell compatte membrane<br />

invisibili<br />

2. fibroblastica: cell allungate tanto collagene<br />

3. transizionale: sinciziale + fibroblastico<br />

4. psammomatoso: calcificazione nidi<br />

sinciziali<br />

5. secretoria: goccioline citoplasmatiche PAS+<br />

6. micro cistica: lassa, spugnosa<br />

mitosi ⇒ meningioma atipico > 4+ /10 campi<br />

20 mitosi /10 campi<br />

aspetto sarcomatoso maligno, con prove<br />

istologiche dell’origine meningoteliale<br />

varianti:<br />

• papillare<br />

• raboide: lamine contenenti fil. intermedi<br />

comprime i nervi<br />

lento accrescimento,<br />

può avere crescita<br />

rapida in gravidanza<br />

(recettori per il<br />

progesterone)<br />

WHO I il classico<br />

WHO II l’atipico<br />

WHO III l’anaplastico<br />

mutazioni dell’NF2<br />

± associato a<br />

neurofibromatosi tipo 2<br />

WHO III: altamente<br />

aggressivo<br />

<br />

Tumori secondari<br />

Le metastasi vanno dal 25 al 5O% dei tumori intracranici, rappresentando c.a l’80% della metastatizzazione,<br />

le sedi del tumore primario più frequenti sono:<br />

1) polmone<br />

2) mammella<br />

3) cute<br />

4) rene<br />

5) tratto GI<br />

.. sono masse che frequentemente possono interessare anche le meningi e che possono dare la prima<br />

sintomatologia associata al tumore primario.<br />

• nettamente demarcate: macro e microscopicamente, melanoma a parte.<br />

• spesso localizzate alla giunzione grigio / bianca<br />

• edema & gliosi circostante<br />

• disseminazione meningea: è un problema che coinvolge anche le radici nervose intradurali, più spesso<br />

associato a metastasi:<br />

del polmone<br />

della mammella<br />

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Malattie Degenerative<br />

<br />

Alzheimer<br />

(morfologia e prospettive biomolecolari della ricerca)<br />

Descritta nel 1906 su una pz. di 56 anni da Alois Alzheimer (1864-1915), che correlava alterazioni<br />

anatomopatologiche del SNC con il quadro clinico ormai classico di AD. Anche l’udinese Perusini nello stesso<br />

periodo la descrisse, e fino agli anni ’7O era conosciuta come Alzheimer – Perusini.<br />

Su 200bilioni neuroni ci sono c.a 10'000 tipi di neuroni diversi, ognuno dei quali è connesso con almeno 5000<br />

neuroni diversi. La glia è fondamentale nel complesso, ed è 50 volte più numerosa dei neuroni.<br />

La demenza in questo contesto è una malattia della vecchiaia: consta della perdita della memoria e di altre<br />

funzioni superiori (2 o più) limitanti la quotidianità;<br />

• 5O% delle demenze sono per Alzheimer<br />

• lungo sviluppo pre clinico<br />

• esordio medio > 75 arrivando al 45% degli over 95<br />

Eziologia<br />

Numerosi centri di ricerca danno peso a diversi fattori…<br />

- geni: associazioni con fattori legati a<br />

o attivazione immunitaria intra neuronale<br />

o gestione in/out di sostanze a livello neuronale<br />

o altre….<br />

- virus: sembrano esserci dei nessi<br />

o forme di herpes centrali<br />

- infettiva: ci sono molti parallelismi con la Creutzfeldt: ci potrebbe essere qualcosa di<br />

trasmissibile: il cervello di topi iniettati con neuroni malati cominciano a sovraprodurre<br />

placche<br />

Patogenesi<br />

Nasce dall’incongruo deposito di una proteina anomala figlia di proteine normalmente presenti (molto simile<br />

alla Creutzfeldt Jakob). Avviene quindi una rielaborazione da parte degli enzimi secretasi β e γ, e si ha:<br />

• Proteina APP normale: funzione incerta, ha un unico domino trans membrana<br />

• proteina A-β ⇒ non è ancora patologica, comunque forma qualche accumulo<br />

• proteina A-β pieghettata ⇒ avvengono due cose:<br />

placche neuritiche mature che danneggiano il parenchima<br />

fosforilazione di TAU con formazione di grovigli neuro fibrillari; servirebbe a stabilizzare i<br />

microtubuli, che ovviamente sono fondamentali nel metabolismo<br />

neuronale.<br />

Si pensa che ci vogliano 20 anni dalla formazione dei primissimi depositi. Alla manifestazione clinica si è già<br />

in quadro molto avanzato.<br />

Trieste ha una collaborazione col gruppo Montalcini, che studia le sinapsi neuronali di soggetti affetti: questo<br />

infatti è il primissimo momento della patologia. In questi studi è emersa l’abbondanza importante di proteina<br />

TAU proprio a livello sinaptico, e sembra proprio connessa con la disfunzione tramite due meccanismi:<br />

- alterazioni sinaptiche<br />

- alterazioni mitocondriali (neuronali): questo potrebbe aprire una porta per delle terapie.<br />

o della distribuzione<br />

o della funzionalità<br />

.. da cui la produzione di farmaci anti ossidanti ed inibitori enzimatici per evitare la formazione delle<br />

proteine patognomoniche: tra queste sui topi si è notato che l’iniezione di proteine pre-prioniche (cioè le<br />

forme sane) è in qualche modo protettivo, ovvero va ad ostacolare lo sviluppo.<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 159


Diagnosi<br />

• in vita<br />

clinica: si ha una degenerazione esponenziale, con perdita della coscienza di sé.<br />

neuroimaging: TAC e RNM possono mostrare atrofia del tratto intermedio del lobo<br />

temporale (comunque non patognomonico), la PET indica un deficit<br />

vascolare parietale dell’encefalo. Il meglio è associare una SPECT alla TAC.<br />

Le zone più colpite sono<br />

- lobi temporali e parietale<br />

- corteccia entorinale<br />

- amigdala e ippocampo<br />

• al decesso<br />

Morfologia<br />

quadro clinico<br />

aspetti macroscopici: l’atrofia è generalizzata e importante:<br />

- scissure allargate<br />

- ventricoli enormi<br />

- riduzione di massa bianca > 2O%<br />

aspetti istologici “specifici”, o se non altro indicativi<br />

- placche senili: di due tipi, come dimensioni 20-200µm ∅<br />

o tipo A (diffuse preamiloidotiche) ⇒ meno maligne, del momento antecedente<br />

l’amiloidosi; sono evidenziabili con colorazioni argentiche: a differenza delle<br />

placche mature non vedono ancora reazioni<br />

neuritiche circostanti: neuroni ancora non<br />

soffrono della presenza di placche. È comunque<br />

solo questione di tempo.<br />

o tipo B (neuritiche o mature) ⇒ l’amiloide rappresenta<br />

il core centrale, attorno si ha reazione della<br />

glia, con una scomparsa a tappeto di neuriti,<br />

dendriti, circostantemente agli accumuli: la<br />

reazione gliale finisce per accentuare il danno,<br />

così come gli aspetti auto immunitari e<br />

flogistici scatenati dal peptide A-β<br />

- alterazioni del neuropilo e neruofibrillari: sia intracellulari che<br />

extracellulari<br />

o grovigli neuro fibrillari: accumuli citoplasmatici di filamenti non più strutturalmente utili<br />

(proteina TAU e MAP-2 p.es); Questo disloca il contenuto<br />

intracellulare, provocandone la necrosi. Sono insolubili, e dopo la<br />

necrosi del neurone resta solo l’accumulo di quegli elementi.<br />

Ben evidenziabili con impregnazione argentica, non sono<br />

patognomonici di Alzheimer.<br />

o neuriti (protuberanze neuronali) distrofici<br />

o strie di neuropilo: grave attenuazione o perdita dello stesso.<br />

- placche dendritiche<br />

- degenerazione granulo vacuolare: piccoli vacuoli con grani argentaffini, non patognomonici,<br />

comuni anche nella vecchiaia non patologica.<br />

- c.pi di Hirano: sono filiere di actina rilevabili come filamenti granulosi a livello ippocampale<br />

abbastanza specifici per Alzheimer.<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 160


Creutzfeldt Jakob<br />

(contributi dagli appunti di Neurologia – prof. Pizzolato)<br />

La famosa malattia da prioni (proteinaceus + infectious) determinata dall’isoforma conformazionale a<br />

β foglietto della proteina prionica cellulare normale (PrP C ) che determina un deterioramento cognitivo<br />

associato a sintomi piramidali ed extrapiramidali con esito invariabilmente fatale. Anatomopatologicamente<br />

si ha degenerazione spongiforme (vacuoli) a livello citoplasmatico dei neuroni del SNC.<br />

patogenesi<br />

deriva da una normale proteina di membrana: cioè la proteina prionica sensibile alle proteasi: quindi si<br />

altera: PrPres: è resistente a:<br />

proteasi<br />

gluteraldeide 50%<br />

ebollizione<br />

cesio (settimane)<br />

pH molto acidi<br />

È comunque presente non solo nell’encefalo ma a livello sistemico. Quando si trasforma nella forma infettiva<br />

si iperestende e si disgrega. Oltre a non sapere perché essa vari l’aspetto stereometrico, non sappiamo<br />

nemmeno come induce le corrispettive proteine sane a mutare.<br />

ipotesi microbiologica: col tempo si è cominciato ad ipotizzare che ci fossero ulteriori fattori in gioco: in<br />

particolare i prioni normali si visto come possano essere bersagli per alcuni<br />

patogeni…<br />

• tetracicline protettive per lo scrapie: trattando i topi in particolare<br />

• spiroplasma: l’ipotesi genera da osservazioni quali:<br />

inclusi di spiroplasma nell’encefalo di <strong>morti</strong> di Creutzfeldt, nei topi affetti, e nel cervello di<br />

pzz. affetti da qualche sottotipo della patologia.<br />

ipotesi d’ingresso: una modalità possibile è stata individuata<br />

- legame con la proteina proteica normale<br />

- internalizzazione in un microsoma<br />

- diffusione intra circolatoria dello spiroplasma<br />

- facile vita nei tessuti ricchi di lipidi (50% dell’encefalo è mielina…)<br />

spiegazione della vacuolizzazione: lo spiroplasma si porta dietro anche proteine di vario tipo che<br />

le provocherebbero.<br />

il Creutzfeldt senza una situazione infiammatoria di base, non ha modo di procedere<br />

Clinica e classificazione<br />

• sporadica (sMCJ) ⇒ 85%; le alterazioni sono prevalentemente della corteccia<br />

esordio<br />

• 40% deficit cognitivi<br />

• 20% sintomi psichiatrici<br />

• 20% sintomi cerebellari<br />

• 20% clinica eterogenea<br />

fenotipi clinici<br />

• variante cognitiva<br />

• classica mioclonica<br />

• variante Heidenhain<br />

(disturbi visivi isolati)<br />

• iMCJ (iatrogena) ⇒ Si trasmette con modalità simili anche il Kuru (scoperto tra cannibali della Papua<br />

Nuova Guinea, che mangiavano il cervello dei <strong>morti</strong>).<br />

trapianti: di dura madre, cornea…<br />

GH cadaverico per curare il nanismo, usato soprattutto in Francia negli anni ‘80<br />

interventi neurochirurgici (vd. dopo la resistenza dei prioni)<br />

• VMCJ (variante) ⇒ malattia della mucca pazza. L’associazione è stata fatta per la latenza<br />

(incubazione) dal picco nella malattia delle mucche.<br />

giovani: era la cosa più evidente, malati di età inferiore<br />

1 anno di malattia: contro i 10-30 anni di sviluppo della classica<br />

quadro tardivo uguale alla sMCJ<br />

quadro terminale<br />

• demenza franca<br />

• atassia, mioclono<br />

• mutismo acinetico<br />

• exitus (100%)<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 161


• malattie prioniche genetiche ⇒ 10% c.a<br />

MCJ familiare: esordio giovanile ma durata più lunga<br />

Gerstmann Straussler: placche amiloidi multicentriche, a seconda del punto di mutazione<br />

dei codoni (molto vari) ci sono quadri clinici diversi<br />

- una forma assimilabile all’Alzheimer<br />

- interessamento molto esteso<br />

Insonnia familiare fatale: diagnosticata in Italia, caratterizzata da una grandissima<br />

disautonomia (alterazione SNA); La malattia è tragica<br />

- insonnia persistente<br />

- allucinazioni & disturbi motori<br />

- esordio a 4O-5O anni<br />

- trasmissibilità del 4O-5O% ai figli<br />

- localizzazione talamica delle alterazioni prioniche<br />

Diagnosi<br />

In questo momento nessuna diagnosi in vivo di certezza è possibile, clinicamente si ha:<br />

1. demenza + 2+ di tre sintomi:<br />

a. mioclono<br />

b. sintomi piramidali o extrapiramidali<br />

c. disturbi visivo / cerebellari<br />

2. una prova strumentale<br />

a. EEG tipico: punte lente trifasiche pseudo periodiche<br />

b. liquor positivo per la proteina 14-3-3<br />

c. RNM in DWI (diffusion weight imaging): atrofia corticale, che sembra sbocconcellata. Tipica<br />

la conformazione a bastone di Hockey per l’iperintensità al pulvinar e al talamo<br />

dorso lat.<br />

al decesso scattano delle misure importanti di prudenza e sicurezza: Sono autopsie scomode, che non molti<br />

centri fanno, e comunque non volentieri. Si ha un’alterazione subacuta o cronica, con componenti anche<br />

motorie importanti,<br />

non utilizzo di acqua, copertura di 2 m intorno alla salma<br />

copertura del banco<br />

la strumentazione usata va eliminata: il craniotomo va super-protetto, e la lama che andrà buttata,<br />

viene protetta dalla dispersione delle particelle di osso<br />

lo specimen viene così distribuito:<br />

o inviato a Verona diviso in porzioni anatomiche<br />

o mezzo encefalo viene congelato<br />

l’OH di sodio va preparato in caso di micro esposizione: cosa impensabile…<br />

se possibile si cerca di fare solo il cranio<br />

..all’autopsia si nota:<br />

- atrofia cerebrale: solo in casi che abbiano avuto il tempo di evolvere parecchio<br />

- istologia: è quella che fa diagnosi<br />

o spongiosi: vacuolizzazione del neuropilo cerebrale<br />

isolata il più spesso<br />

coalescente – cistica: può coinvolgere ampie aree di parenchima<br />

o perdita neuronale: si possono cercare dei residui<br />

o gliosi: si nota molta glia, che va a riempire il nulla che si crea.<br />

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morfologia<br />

pallore (macroscopico) di<br />

o SNr<br />

o locus coeruleus<br />

= perdita di neuroni pigmentati catecolaminergici<br />

corpi di Lewy: aggregati di α-sinucleina (Chr4), che avrebbe<br />

funzioni di trasporto vescicolare del<br />

neurotrasmettitore, prima tappa fondamentale<br />

che impedisce la corretta trasmissione.<br />

È una caratteristica presente anche in alcuni<br />

parkinsonismi secondari.<br />

o classici ⇒ nucleo ed alone, nei nuclei della base<br />

principalmente<br />

o corticali ⇒ meno definitivi come contorni, e localizzati in<br />

modo più diffuso<br />

Forme ad eziologia nota<br />

Tra questi si contano rari casi genetici: con trasmissione diretta.<br />

Il Parkinson giovanile p.es, in particolare è associato a specifici locus:<br />

LRRK-2 ⇒ uguale al Parkinson sporadico; è c.a il 10% dei casi<br />

PARK-2 = Parkina ⇒ legato a Parkinson giovanile, che è sì giovanile, ma è<br />

sintomatologicamente più benigno. La Parkina è una<br />

ubiquitina ligasi dell’α sinucleina…<br />

PARK-1 ⇒ α sinucleina, iper espressa che va in accumulo.<br />

… poi ci sono i super noti casi di tossicità esogena:<br />

MPTP: fu prodotto da studenti che sintetizzavano in laboratorio sostanze d’abuso:<br />

scaldando troppo i vials ottennero una sostanza non voluta che si concentrava nei siti<br />

di reuptake della dopamina, quindi nell’ambiente acido della cellula si trasformava in<br />

un radicale libero, provocando morte cellulare.<br />

paraquat: in Canada si è individuato che questo composto, utilizzato in agricoltura<br />

produceva il Parkinson.<br />

rotenone<br />

Clinica<br />

È arcinota, ricordiamo alcuni sintomi meno comuni da ricordare:<br />

stipsi<br />

ipotensione ortostatica<br />

RBD: REM sleep behavior disorder, alias il mantenimento del tono muscolare e la mancata paralisi<br />

durante le fasi REM (se ne accorge violentemente il bed partener)<br />

s. delle gambe senza riposo<br />

instabilità posturale: perdita del riflesso di raddrizzamento<br />

Parkinson pLus +<br />

Sono una serie di patologie simili con evoluzione più rapida, scarsamente responsivi al L-DOPA in quanto<br />

coinvolgono i neuroni post sinaptici, ci sono varie forme tra cui:<br />

• atrofia multisistemica: può interessare altri sistemi oltre al SEPOC, p.es nella Shy Drager colpisce il<br />

SNA oppure nella atrofia olivo ponto-cerebellare dà un quadro cerebellare<br />

• paralisi sopranucleare progressiva: con blocco dello sguardo coniugato verticale, si hanno forti<br />

disturbi comportamentali e accumuli di TAU.<br />

• degenerazione cortico basale: TAU patia che aggiunge alla rigidità parkinsoniana una tipica aprassia<br />

monolaterale (mano aliena)<br />

• malattia a corpi di Lewy diffusi: una Parkinson dove la demenza compaia prima o entro l’anno<br />

rispetto il deficit motorio. Si caratterizza per la triade (1) fluttuazioni<br />

cognitive (2) allucinazioni che non spaventano, normali per il pz.<br />

(3) demenza con deficit visuo spaziali (test dell’orologio).<br />

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Malattia di Huntigton<br />

Come si sa è una patologia da espansione di triplette CAG nel gene della Huntingtina (proteina<br />

probabilmente coinvolta nel ricambio proteico fondamentale per la vita) che avviene durante la<br />

spermatogenesi: la patologia è infatti a trasmissione autosomica dominante caratterizzata da<br />

• disturbi del movimento ⇒ prima coreici, distonici, poi verso un parkinsonismo<br />

• demenza ⇒ più violenta nelle forme giovanili<br />

• anticipazione ⇒ molto più spiccata se a trasmetterla è il padre, appunto;<br />

.. in genere dall’esordio ha un decorso di 15 anni prima dell’exitus.<br />

morfologia<br />

atrofia: in generale, di un cervello che appare più piccolo, pronunciato il deficit di:<br />

o caudato: il più colpito<br />

o putamen<br />

o globo pallido ⇒ dilatazione del I-III ventricolo<br />

Nb: ricordiamo che il putamen e il caudato formano il corpo neo striato, che presenta al suo<br />

interno i neuroni di proiezione che danno origine alla via diretta e indiretta.<br />

perdita di neuroni striatali: del caudato in particolare, soprattutto GABAergici che sono di medie<br />

dimensioni.<br />

gliosi fibrillare eccessiva: rispetto a quella di una comune perdita neuronale<br />

<br />

Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA)<br />

Il nome si riferisce al rilievo autoptico di indurimento dei cordoni antero laterali del midollo, associato<br />

all’atrofia muscolare caratteristica: sono pzz. che perdono in completa lucidità l’uso degli arti, l’eloquio e la<br />

capacità di alimentarsi. Porta a morte entro 5 anni (molto raramente oltre).<br />

Eziopatogenesi<br />

Assolutamente vaga: c’è stata una grossa speranza riguardo l’individuazione della causa.<br />

mutazioni della SOD (superossido dismutasi): per alcune forme familiari: è un enzima scavenger<br />

(annulla i ROS) ⇒ patologia legata a formazione di ROS ? in particolare<br />

sembrerebbe che la tossicità sia mediata dai mitocondri<br />

tossine neuro eccitatorie: reperibili in natura, fondamentalmente amminoacidi tossici, che provocano<br />

elevati livelli di Ca 2+ intracellulari portando ad una cascata culminante<br />

nell’apoptosi. Si hanno avuti casi di bioaccumulo e di bioincremento…<br />

o Canada: pesci che si nutrivano di alghe tossiche<br />

o Nuova Guinea: consumo di radici / di certe specie di pipistrelli<br />

autoimmunità: per l’associazione con tumori e la presenza di Ab anti gangliosidi<br />

associazione con lo sport: particolarmente frequente tra i calciatori e a volte gli sportivi: perché ?<br />

o traumatismi cranici ? (pallonate frequenti)<br />

o erbicidi nei campi da calcio<br />

o associazione col doping ?<br />

morfologia<br />

radici anteriori sottili<br />

o perdita neuronale<br />

o gliosi reattiva<br />

o perdita delle fibre mieliniche delle radici anteriori, da cui la colorazione pallida tipica<br />

atrofia di aree del SNC: con le stesse caratteristiche;<br />

o giro precentrale nei casi gravi: appare atrofico<br />

o nucleo motorio trigeminale<br />

o nucleo dell’ipoglosso e ambiguo<br />

c.pi di Bunina (neuroni rimanenti): inclusioni cyt. PAS+ residui di vacuoli autofagici<br />

atrofia muscolare neurogena dei distretti innervati dalle corna colpite<br />

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clinica<br />

Si hanno S/S legati a degenerazione di primo e secondo motoneurone, in più segni di denervazione di nn.<br />

cranici. Si individuano diverse forme:<br />

• comune (m. di Lou Gehrig) ⇒ con esordio spinale: sia arto superiore che inferiore, monolaterale<br />

• paralisi bulbare progressiva (25% c.a) ⇒ con esordio bulbare ovviamente, progressione più<br />

rapida, prognosi più infausta<br />

• pseudo - polineuropatica (25% c.a) ⇒ esordio agli arti inferiori solamente (raro)<br />

<br />

Condizioni legate all’alcol<br />

È considerata una malattia tossica, i danni possono essere dovuti a carenze dietetiche tipiche degli alcolisti,<br />

oppure all’effetto diretto dell’etanolo…<br />

1. encefalopatia di Wernike Korsakoff: è una carenza di tiamina piuttosto tipica degli alcolisti:<br />

a. clinica<br />

- sintomi psicotici improvvisi<br />

- oftalmoplegia<br />

- s. di Korsakoff: in parte irreversibile, con amnesia e confabulazione<br />

b. morfologia<br />

- focolai necro emorragici a livello…<br />

di c.pi mammillari<br />

paraventricolare<br />

- disfunzione capillare: prima s’ingrossano e poi si rompono, dando le emorragie<br />

- infiltrato macrofagico ⇒ porta col tempo a<br />

depositi emosiderinici<br />

spzz. cistici<br />

2. disfunzione cerebellare alcolica (1% degli alcolisti)<br />

- atrofia<br />

- perdita di cellule granulari (verme anteriore)<br />

- perdita di Purkinje + gliosi nei casi gravi<br />

3. encefalopatia epatica: si instaura man mano che il fegato viene ad essere disfunzionale, nel caso<br />

dell’alcol quindi gradualmente; È dovuto ad una serie di fattori tra cui un<br />

disturbo della trasmissione nervosa dovuto all’ammoniemia che porta di per<br />

sé ad edema cerebrale; di solito è reversibile:<br />

- astrociti di tipo II di Alzheimer sparsi<br />

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Malattie Demielinizzanti<br />

<br />

Sclerosi Multipla<br />

È una malattia demielinizzante “infiammatoria” definita nel 1868<br />

(cicatrici cerebrali e perdita di sostanza bianche) che porta alla<br />

formazione di placche.<br />

Altra faccenda di cui si sa poco e poco si riesce ad influirvi. È multifattoriale, come dire.. eziologia ignota,<br />

con qualche ipotesi non dimostrata e dati sparsi raccolti;<br />

Bisogna tenere presente che gli oligodendrociti mielinizzano 1-20 assoni ciascuno, di per sé la mielina è il<br />

70% del peso secco cerebrale.<br />

inquadramento<br />

- DE mielinizzazione: perdita di mielina<br />

o primaria ⇒ si altera la guaina ma l’assone sottostante è integro, come nella leucoencefalite<br />

acuta disseminata ed emorragica.<br />

o secondaria ⇒ mielina perduta per l’assone malato sottostante, come nell’ischemia cerebrale<br />

- DIS mielinizzazione: mielina anomala<br />

• femmine (2:1)<br />

• familiarità: i parenti stretti hanno un rischio maggiore. Molto pesante è il discorso geografico: sono i<br />

paesi ricchi.<br />

• autoimmune ? infettiva ? nu se sa.. ci sono varie ipotesi..<br />

Ab anti morbillo<br />

diffusioni (a volte) epidemiche… ma senza evidenze di titoli anti virali o sequenze<br />

genomiche anti virali<br />

no link con l’HIV (era stato ipotizzato)<br />

forme secondarie da parvovirus, ma sono un’entità diversa, a parte<br />

cross reaction coi virus ? … mah…<br />

autoimmune ? smentita<br />

malattia immune aspecifica, che comunque genera infiammazione reale del<br />

parenchima cerebrale<br />

• decorso: variabile: da chi muore in pochi anni, a chi ha pochissimi sintomi, a chi ne ha molti… Tipico è<br />

l’andamento a spikes, che poi rientrano in parte, ma lasciano man mano una situazione<br />

peggiore rispetto la partenza.<br />

recidivante remittente: il più tipico, con aggravamenti improvvisi che poi rientrano ma non del<br />

tutto, e stabilità intercritica; poi più tardivamente evolve in una..<br />

secondaria progressiva: peggioramento continuo anche nelle fasi intercritiche, lento e<br />

progressivo<br />

primaria progressiva: assolutamente rapida fin dall’inizio ma senza spikes<br />

progressiva recidivante: la peggiore, decorso molto rapido<br />

• clinica: è un declino assimilabile a quello di un anziano, che si può seguire con un punteggio dato dalla<br />

EDSS (expanded disability status scale), lo stadio di EDSS 3 è spesso a lungo stabile ().<br />

Patogenesi<br />

Si è certi che vi sia inizialmente infiammazione, con macrofagi e linfociti (T e B) che andranno ad aggredire<br />

la mielina e l’assone provocando demielinizzazione: fin dalle prime fasi si ha:<br />

- danno assonale (neuro degenerazione): dimostrato fin dalle prime fasi, dove inizialmente può essere<br />

reversibile, col tempo non più.<br />

- demielinizzazione<br />

- componente riparativa: si ha remielinizzazione, plasticità neuronale, col tamponamento di elementi<br />

neuronali persi.<br />

è necessario un intervento terapeutico immediato, anche per le maggiori possibilità di recuperare nelle fasi<br />

iniziali. Questo può riportare ad un pz. sano, con riserva neuronale ridotta.<br />

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Il danno quindi si articola attraverso diversi momenti:<br />

1. presentazione dell’Ag: è la prima tappa, ed è secondaria a lesioni infiammatorie (probabilmente<br />

legate ad eventi infettivi) che danneggino la BBB, producendo questa<br />

interazione con le cellule immunitarie dei linfonodi di pertinenza.<br />

2. attivazione linfociti encefalitogenici: CD4+ nelle prime fasi con un successivo shift CD8+. Si tratta di<br />

linfociti in grado di riconoscere proteine mieliniche.<br />

3. passaggio in circolo dei linfociti reattivi<br />

4. attivazione endoteliale: proteine di adesione ↑ terapeuticamente disgregate e solubilizzate<br />

dall’IFN-β ⇒ placche attive ↓↓ (RNM)<br />

5. adesione: dovuta all’interazione VCAM – integrina α4 ( NATALIZUMAB)<br />

6. diapedesi ed attivazione microgliale: non si conosce bene l’interdipendenza di questi eventi,<br />

comunque è importante il fatto che la microglia:<br />

a. presenta l’Ag localmente<br />

b. produce citochine infiammatorie ⇒ ambiente favorevole alla patologia<br />

7. cascata infiammatoria e formazione della lesione: si auto mantiene, infatti danneggia ulteriormente<br />

la BBB e provoca chemiotassi ed amplificazione<br />

8. demielinizzazione / danno assonale: non si sa bene da cosa dipenda ancora, ipotesi poco supportate:<br />

a. flusso inward di Ca 2+ / collasso mitocondriale<br />

b. tossicità eccitatoria da glutammato<br />

9. risoluzione e cicatrizzazione astro gliale<br />

Nb: si comincia a pensare che l’elemento patogenetico centrale riguardi alterazioni dell’immunoregolazione:<br />

questo in relazione allo studio di determinati fattori in pzz. con SM:<br />

• linfociti Treg: producono grandi quantità di IL-10, TGFβ… a seconda del sottotipo<br />

• linfociti NK-CD56 BRIGHT di nuovo sembrerebbero avere un ruolo regolatorio<br />

• deficit di apoptosi: p.es mediato dall’osteopontina, una proteina carente nella SM,<br />

cosa che indurrebbe la sopravvivenza anomala di linfociti<br />

reattivi.<br />

Zamboni<br />

Neurochirurgo che ammalatasi la moglie ha cominciato a studi incentrati<br />

sul ferro che si depositava nel cervello. Quello che ha notato è stato in<br />

tutti i pz. un ritorno venoso incongruo del collo.<br />

Ha provato un approccio disostruttivo verso i vasi del collo, che ha<br />

effetti sorprendenti, tanto da<br />

annullare gli spike<br />

migliorare significativamente la sintomatologia<br />

… si tratta di CCSVI: Chronic Cerebro Spinal Venous Insufficiency.<br />

Alias ci sono pzz. che scaricano sangue di quel po’ troppo lento, da cui si<br />

scatena anche un’ipotesi eziopatogenetica:<br />

ingorgo venoso<br />

diapedesi RBC nel parenchima<br />

o vasculiti<br />

o ferro in eccesso nell’encefalo<br />

danni da ferro: ⊕ linfociti T<br />

SM<br />

.. il trattamento con angioplastica restituisce un miglioramento assoluto nel 70% dei casi che per anche 3-4<br />

anni dal trattamento. Alcuni pzz. sono veramente guariti.. Le alternative sono farmacologiche<br />

immunosoppressive…<br />

Nel 2010 l’ECTRIMS (european committee –for the- treatement –and- research<br />

in Mutiple Sclerosis) ha concluso che la CCSVI è una conseguenza e non una<br />

causa di SM, sulla base dello studio di Zivandinov compiuto su 500 pzz.<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 168


Diagnosi<br />

La diagnosi clinica è complicata e dipende dall’applicazione di criteri (i più aggiornati quelli di Mc Donald<br />

rivisti da Polman nel 2005) che cercano la disseminazione nel tempo e nello spazio (lesioni sparse)<br />

attraverso una strumentistica varia:<br />

• clinica: segni e sintomi possono darci entrambi i criteri volendo; può essere potenziata dall’esecuzione<br />

di potenziali evocati (PE)<br />

• RNM: fondamentale, in genere si guarda in T2, dove l’aspetto di diverse lesioni può darci anche criteri<br />

temporali fornendo elementi per la disseminazione temporale. La spaziale viene da sé per il tipo<br />

di esame.<br />

• analisi del liquor: si cercano bande oligoclonali di IgG, soprattutto nelle forme primarie progressive,<br />

che perdono un po’ gli altri criteri, e vengono aiutate da questo tipo di rilevazioni,<br />

come diagnosi.<br />

morfologia (diagnosi autoptica)<br />

Siccome è una patologia della sostanza bianca, la superficie ad una osservazione macroscopica è normale, a<br />

parte che in certi punti (midollo, ponte…) dove si hanno fasci mielinici superficiali.<br />

placche (macroscopia): zone ipocromiche di dimensioni<br />

molto variabili (da microscopiche a massive) che<br />

originano nella sostanza bianca e possono anche<br />

invadere la grigia:<br />

- giovani: poco demarcate, edematose soprattutto<br />

- zone periventricolari: particolarmente colpite<br />

- solide rispetto alla sostanza bianca<br />

- leggermente depresse<br />

dilatazione ventricolare<br />

.. da un punto di vista microscopico si possono avere:<br />

Terapia<br />

• placche attive: più giovani, vedono un processo in corso:<br />

o infiltrati (immunologici) intorno alla placca, spesso come<br />

manicotti peri vasali<br />

o depositi di ferro peri-vasali connessi con gli infiltrati e la permeabilità vasale<br />

o oligodendrociti ridotti di numero a fronte di una densità neuronale tutto sommato ancora<br />

normale, con conservazione degli assoni:<br />

o neuroni intocchi, sebbene demielinizzati…<br />

• placche inattive: sono più vecchie, a processo ormai stabilizzato:<br />

o oligodendrociti drasticamente ridotti<br />

o gliosi, reazione astrocitica<br />

o assoni deficitarii: sia di numero che in quanto a mielinizzazione: c’è perdita neuronale<br />

• placche ombra: si pensa sia una parziale risposta rigenerativa degli oligodendrociti rispetto la mielina,<br />

anche se ovviamente non è in grado come risposta di evitare la patologia.<br />

o assoni con DISmielinizzazione: cioè o assottigliata o ispessita<br />

o confine della lesione molto sfumato<br />

steroidi<br />

cefalosporine<br />

albuterolo: fa bene per il broncospasmo, ma pare avere azione sui linfociti T<br />

natalizumab<br />

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Varianti della sclerosi multipla<br />

Vanno escluse nella diagnosi di SM che prevede come criterio anche la no better explanation:<br />

Neuromielite Ottica (NMO) o malattia di Devic<br />

Era considerata una variante di SM, finché non si è arrivati ad una definizione tutta sua; Si tratta di una<br />

patologia quasi prevalentemente femminile (9:1) in presenza di patologie autoimmuni (LES, Sjögren).<br />

La sua diagnosi passa per la soddisfazione dei seguenti criteri:<br />

neurite ottica: generalmente grave, nel 40% perdita completa del visus.<br />

mielite trasversa acuta: una mielite che interessa trasversalmente il midollo dando una<br />

sintomatologia mista (disautonomica, motoria e sensitiva) a diversi livelli<br />

2 criteri di supporto tra RNM con positività midollare e negatività per SM e auto Ab anti AQP<br />

..anatomopatologicamente si distingue dalla SM per la caratteristica natura necrotizzante della<br />

mielopatia, oltre che per tutte le altre caratteristiche appena elencate.<br />

ADEM: encefalomielite acuta disseminata<br />

Sintomi tutti contemporanei<br />

a. clinica<br />

- infezione virale aspecifica antecedente nel 60%<br />

- bambini e giovani<br />

- acuta monofasica (95%) ma talora ricorrente<br />

- disturbi dello stato di coscienza con crisi epilettiche<br />

- meningismo<br />

- letalità 20%, mentre il resto ha in genere una restetutio ad integrum<br />

b. morfologia<br />

- grigio in sede perivascolare nella sostanza bianca<br />

- demielinizzazione con risparmio degli assoni<br />

- PMN prima e macrofagi poi, comunque carichi di lipidi<br />

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Malformazioni e Malattie dello Sviluppo<br />

È un ambito ancora misterioso, con eziologie e patogenesi ignote, data l’alta incidenza (1-2% dei nati) sono<br />

stati svolti una serie di studi che ci hanno fatto individuare però diversi fattori genetici e/o ambientali<br />

associati a determinate patologie.<br />

<br />

morfogenesi normale<br />

Alla base del SNC e del SNP c’è ovviamente la ripiegatura dell’ectoderma nel<br />

formare:<br />

- tubo neurale: origina dalle cellule neuroectodermiche, che grazie<br />

alla neurulazione formano: la placca neurale (un<br />

ispessimento), che vede l’approfondirsi della doccia<br />

neurale, al punto che questa si richiude su se stessa<br />

formando appunto il tubo.<br />

- creste neurali: dopo la formazione del tubo rimangono questi due<br />

cordoni ai due lati che vanno in contro a metameria<br />

e sviluppano i gangli spinali e sensitivi.<br />

- cellule sensoriali primarie: che originano da cellule migrate<br />

dall’abbozzo del nevrasse<br />

- vescicole encefaliche: nella porzione anteriore della placca vanno<br />

formandosi inizialmente tre porzioni di<br />

maggior volume, che quando poi si forma il<br />

tubo originano le vescicole encefaliche<br />

primarie, che a loro volta si segmenteranno<br />

e ripiegheranno ulteriormente<br />

1. proencefalo: determina due vescicole secondarie<br />

o telencefalica<br />

o diencefalica<br />

2. mesencefalo<br />

3. rombencefalo: altre due vescicole secondarie<br />

o metencefalica che darà luogo a tutte le strutture pontine<br />

cervelletto e suoi peduncoli<br />

ponte<br />

IV ventricolo (p.te mediana)<br />

o mielencefalica: dai peduncoli cerebellari inferiori al midollo allungato<br />

… altrettanto importanti in questo contesto la comparsa di flessure, fondamentale per la successiva<br />

morfologia dell’encefalo, p.es<br />

Sono alterazioni di varia gravità:<br />

la flessura pontina che separerà il cervelletto dal resto<br />

la flessura cervicale<br />

la flessura telencefalica<br />

<br />

Difetti del tubo neurale<br />

• anencefalia<br />

• encefalocele: diverticolo nervoso malformato che si estende attraverso un<br />

difetto di cranio (immagine )<br />

• spina bifida: cioè una mancata chiusura del canale spinale: da lesione<br />

ossea asintomatica a importante malformazione con<br />

segmenti di midollo inservibili.<br />

• mielomeningocele ⇒ dà principalmente problemi di origine funzionale<br />

in base al segmento leso e di ordine infettivo<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 171


Anomalie dell’encefalo anteriore<br />

• polimicrogiria: come suggerisce il termine si hanno circonvoluzioni piccole, anormalmente numerose<br />

e irregolari. Probabilmente da danni tissutali in seno alla migrazione neuronale:<br />

difatti si ha una composizione anomala della sostanza grigia con componenti<br />

meningee intrappolate e fuse.<br />

• megaloencefalia<br />

• microencefalia: più comune della mega-, può essere dovuto a varie causa<br />

o HIV-1 con infezione durante la vita intrauterina<br />

o sindrome alcolica fetale<br />

o anomalie cromosomiche<br />

• lissencefalia (agiria): un encefalo liscio, ± associato a microencefalia e ad un difetto genico (LIS-1)<br />

• oloprosencefalia: mancata separazione dei due lobi lungo la linea mediana, può associarsi ad<br />

anomalie del volto compresa la ciclopia.<br />

o arincefalia: variante meno grave, con p.es agenesia dei nervi olfattori<br />

• agenesia del corpo calloso: può dare grave ritardo mentale così come lievi deficit rilevabili solo da<br />

test neuropsicologici;<br />

Sono tre quelle importanti:<br />

<br />

Anomalie dalla fossa cranica posteriore<br />

1. Arnlod Chiari I ⇒ tonsille cerebellari in posizione bassa che possono dare problemi di circolazione<br />

del CSF, si risolve con la neurochirurgia.<br />

2. Arnlod Chiari II ⇒ fossa cranica posteriore piccola, con una erniazione del verme (comunque mal<br />

formato) attraverso il forame magno.<br />

• ± stesse complicazione di Arnlod Chiari I<br />

• spostamento caudale del midollo<br />

• malformazione del tetto del IV ventricolo<br />

3. Dandy Walker ⇒ malformazione opposta alle altre due, con fossa dilatata:<br />

• agenesia del verme<br />

• IV ventricolo sporgente in una cisti<br />

• verme mancante o malformato<br />

• displasie dei nuclei del tronco encefalico<br />

Si parla di espansioni dello stesso, in particolare:<br />

<br />

Anomalie del canale midollare<br />

idromielia ⇒ espansione multi segmentale o confluente del canale centrale del midollo<br />

siringomielia ⇒ formazione di cavità a fessura nel midollo che si riempiono di liquor; ± associata a<br />

o altre malformazioni (come quella di Chiari)<br />

o tumori intraspinali<br />

o traumi perinatali<br />

siringobulbia ⇒ siringomielia estesa al midollo allungato<br />

… si associano ad alterazioni istologiche quali:<br />

- distruzione della sost. bianca<br />

- perdita neuronale<br />

- gliosi<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 172


Lesioni cerebrali perinatali<br />

Spesso sono difficili da distinguere dalle malformazioni perché manca la reattività gliale al danno tipica<br />

dell’adulto;<br />

paralisi cerebrale: non evolutiva, è un deficit motorio neurologico con spasticità e distonia, possono<br />

essere associati a emorragie e infarti<br />

ictus emorragico: ± localizzato, può avvenire in particolare a livello di:<br />

o cavità ventricolari ⇒ idrocefalo<br />

o sostanza bianca sovratentoriale periventricolare ⇒ leucomalacia periventricolare; si associa<br />

anche a mineralizzazione con la formazione di placche gialline e gessose<br />

o entrambe le sostanze grigia e bianca ⇒ si hanno importanti alterazioni tra cui cisti e<br />

displasia della mielina, con un certo appiattimento<br />

dei giri e circonvoluzioni.<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 173


Sistema nervoso Periferico<br />

<br />

S. di Guillain Barré<br />

(poliradicolonevrite acuta)<br />

Causate da uno stimolo antigenico che induca cross reaction per la mielina, attaccata da linfociti e macrofagi,<br />

che iniziano a strapparla dall’assone e fagocitarla<br />

L’esordio è infatti preceduto nella stragrande maggioranza di casi da:<br />

- infezioni virali intercorrenti<br />

o CMV, EBV<br />

o HIV<br />

- infezioni batteriche: 20%<br />

o Campylobacter Jejuni rilevato,<br />

o Mycoplasma Pneumoniae<br />

o Borrelia<br />

- vaccini<br />

- traumi, interventi chirurgici<br />

- linfomi, sarcoidosi…<br />

o coxsackie<br />

o influenza<br />

morfologia<br />

La gravità varia da caso a caso, ma è tendenzialmente concentrata a livello di<br />

• radici dei nervi spinali<br />

• nn. cranici<br />

• vicinanze di questi due<br />

.. si hanno infiltrati di linfociti e macrofagi che:<br />

- si portano a livello di oligodendrociti (soprattutto a livello dei nodi di Ranvier)<br />

- si fanno largo tra le lamelle mieliniche scollando guaina e assone<br />

- coi processi citoplasmatici inglobano i residui mielinici<br />

⇒ assoni demielinizzati, poi si ha processo di rimielinizzazione con la risoluzione del quadro.<br />

clinica<br />

C’è anche la forma cronica (CIPD: Chronic Inflammatory Demyelinating Polyneuropathy), le differenze sono,<br />

parlando di Barré:<br />

esordio acuto (vs subacuto, anche di mesi)<br />

disturbi simmetrici ascendenti: disestesie, astenia, etc.. che risalgono dai piedi (vs sparsi, a guanto)<br />

insufficienza ventilatoria: motivo per cui è necessario il ricovero<br />

disautonomia: con ipotensione ortostatica p.es<br />

Diagnosi<br />

Oltre alla clinica si sfruttano due esami ugualmente utili nella Barrè o nella CIDP:<br />

ENG: VdC↓<br />

rachicentesi: con dissociazione albumino citologica determinata dal trasudato di albumina nel liquor<br />

determinato dalla demielinizzazione delle radici nervose.<br />

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Tumori<br />

Schwannomi o neurinomi<br />

Il neurinoma o schwannoma è una neoplasia benigna di natura nervosa, che dall’esterno può apparire<br />

come un polipo (< ep. della mucosa), finché non si è certi della sua natura rimaniamo nella definizione di<br />

“formazione polipoide”.<br />

Sono tumori benigni, che possono interessare però anche il SNC, dal momento che all’uscita del nervo c’è una<br />

zona di transizione tra mielinizzazione oligodendrocitica e cell. di Schwann di diversi mm, anche all’interno<br />

della dura.<br />

Sono associati al gene NF-2, ed alla neurofibromatosi tipo 2, diversamente dallo “schwannoma maligno”,<br />

che non origina come malignizzazione di uno schwannoma ma bensì ex novo o da un neuro fibroma<br />

plessiforme ed è dovuto ad alterazioni di NF-1.<br />

- compressione e dislocazione del nervo tanto che all’interno della massa non si rileva la presenza<br />

dell’assone.<br />

- sedi tipiche: sono rappresentate da<br />

o angolo pontocerebellare (branca vestibolare dell’VIII)<br />

o grossi tronchi nervosi: mescolanza senso motoria<br />

- distaccabilità dal nervo, nonostante l’adesione allo stesso, grazie alla presenza di capsula<br />

- modificazioni degenerative:<br />

o pleomorfismo<br />

o xantomatosi<br />

o ialinizzazione vascolare.<br />

- due quadri principali di accrescimento:<br />

o Antoni A ⇒ più densamente cellulare, scarsa matrice;<br />

• corpi di Verocay: processi citoplasmatici di<br />

regioni acellulari di palizzamento cellulare;<br />

immagine <br />

o Antoni B ⇒ scarsamente cellularizzato;<br />

• microcisti<br />

• disposizioni lasse<br />

Neurofibroma<br />

Si distinguono due lesioni:<br />

neuro fibroma cutaneo o solitario (del nervo periferico): un problema estetico fondamentalmente,<br />

dove si hanno noduli in genere iper pigmentati in superficie<br />

o ben delimitato ma non capsulato<br />

o annessi non invasi ma interessati<br />

o collagenizzati<br />

neuro fibroma plessiforme: associato esclusivamente alla neurofibromatosi tipo 1 è un tumore<br />

difficile da rimuovere, specie quando coinvolge grossi tronchi nervosi,<br />

ma con importanti potenzialità di evoluzione maligna<br />

o multipli frequentemente<br />

o non è possibile separare la lesione dal nervo (contrariamente che nel neurinoma)<br />

o margini mal definiti con tendenza a infiltrare<br />

o fondo mixoide e poco cellulato<br />

o diversi citotipi:<br />

cell di Schwann, coi loro nuclei allungati<br />

fibroblasti multipolari, ci sono anche rari fasci di collagene nello stroma mixoide che<br />

danno l’aspetto a carota tagliuzzata.<br />

infiltrato infiammatorio<br />

assoni: importanti perché non presenti nel neurinoma<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 175


Occhio<br />

<br />

Anatomia<br />

bulbo oculare<br />

La tonaca fibrosa è l’involucro più esterno del globo oculare,<br />

avascolare, si suddivide in due porzioni, che si<br />

continuano l’una nell’altra, divise dal limbus,<br />

differiscono per struttura, curvatura e funzioni:<br />

- cornea ( 1 /6 ant): trasparente (mezzo diottrico).<br />

Anteriormente a contatto con<br />

l’ambiente esterno, posteriormente<br />

delimitante la camera anteriore, è<br />

priva di vasi, venendo alimentata<br />

dall’umor acqueo e dai vasi del<br />

limbus. In questa sede arriva il<br />

trigemino, quindi rilasciando<br />

terminazioni libere tra cellule<br />

corneali, fornendo le basi per il<br />

riflesso corneale.<br />

- sclera ( 5 /6 post): parte più interna, è di natura<br />

connettivale, molto resistente; prende le<br />

inserzioni dei muscoli estrinseci dell’occhio.<br />

Nb: a livello della giunzione sclero corneale si<br />

trova il sistema trabecolare<br />

sclerocorneale: importante nella<br />

regolazione della pressione endoculare, laddove<br />

si ha un circolo che dal corpo ciliare si porta alle vene episclerali.<br />

La tonaca vascolare, altrimenti detta uvea, è situata tra tonaca fibrosa e nervosa, ed è costituita da una<br />

membrana connettivale ricca di vasi, la cui funzione fondamentale è nutrire la retina. E’ formata da:<br />

- coroide ( 2 /3 post del bulbo): ha colorito brunastro, esternamente viene ad essere connessa con la<br />

sclera, internamente è invece a contatto con parete ottica della retina, posteriormente ha un<br />

foro che dà passaggio al nervo ottico. Può rigonfiarsi in caso di PCO2↑<br />

- corpo ciliare (p.te intermedia): è la continuazione della coroide (sono strutturalmente simili); Inizia a<br />

livello dell’ora serrata (p.te ant della retina), continuando fino al margine ciliare<br />

dell’iride. Si divide in due parti, caratterizzate da piccoli rilievi radiali:<br />

p.te ant ⇒ corona ciliare: vi si individua la zonula ciliare di Zinn, formata da filamenti<br />

che vanno a disporsi in vallecole, depressioni radiali che descrivono così dei<br />

rilievi detti processi ciliari<br />

p.te post⇒ orbicolo ciliare, con sottili pieghe radiali<br />

- iride (p.te ant), che definisce la pupilla: è la porzione più anteriore della tonaca vascolare. Divide le<br />

due camere anteriore e posteriore, come un diaframma; E’ di colore variabile, e presenta una<br />

serie di depressioni (cripte) e creste a decorso radiale. La sua faccia posteriore è appoggiata<br />

al cristallino, ed è di colore nero per l’abbondante pigmento.<br />

Vascolarizzazione<br />

Bisogna tenere presente che esiste una barriera emato retinica, formata da un monostrato endoteliale<br />

stagno (tight junctions).<br />

a. arteria retinica centrale ⇒ nutre le fibre (non i fotorecettori)<br />

b. coroide ⇒ fotorecettori; riceve dalle arterie ciliari posteriori, che sono diramazioni dell’arteria<br />

oftalmica che si sfioccano lungo il tratto che l’arteria decorre assieme al nervo ottico.<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 176


Anatomia esterna<br />

Ricordiamo alcuni elementi chiave:<br />

palpebre: proteggono l’occhio, sono formate da due pliche muscolo cutanee<br />

a. tarso: strato connettivale di sostegno presente profondamente alla palpebra<br />

b. canti (interno ed esterno): punti di congiunzione laterali<br />

piega semilunare: residuo vestigiale della terza palpebra (tuttora presente negli uccelli), presente nel<br />

canto interno.<br />

caruncola lacrimale: fa parte della mucosa congiuntivale e presenta abbondanti annessi (peli in<br />

particolare).<br />

canalicoli lacrimali: sboccano ai due angoli laterali della piega lacrimale<br />

Istologia<br />

Si hanno diverse componenti:<br />

cornea: è un mezzo diottrico importante ovviamente,<br />

con funzione refrattiva convergente (positivo).<br />

a. ep. corneale ⇒ il più superficiale,<br />

cubico/cilindrico pluristratificato. Ha un turnover<br />

molto rapido (c.a 1 settimana).<br />

b. membrana di Bowmann ⇒ collagene + elastina<br />

c. stroma<br />

d. membrana di Descemet ⇒ elastica<br />

e. endotelio corneale ⇒ monostrato di cellule<br />

prettamente esagonali. Mantiene un equilibrio tra la componente liquida corneale e l’umor<br />

acqueo a contatto con l’endotelio. Come tale è importantemente responsabile della<br />

trasparenza della cornea. Non sono cellule rinnovabili, al limite ci può essere un<br />

allargamento delle cellule già presenti: man mano che le cellule sono meno numerose e più<br />

grandi si ha un perdita di funzione con unì’opacizzazione della cornea.<br />

retina: è di derivazione diencefalica, come tale risponde alle lesioni con la gliosi. Si compone di<br />

diversi strati, partendo dall’interno (dalla superficie di contatto col vitreo)<br />

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Nevi & Melanomi Uveali<br />

C.a il 10% della popolazione caucasica presenta nevi uveali, l’eziologia del melanoma non è conosciuta in<br />

quanto il ruolo dei raggi UV in questa sede non ha molto credito.<br />

• mts solo ematiche: in questa sede non ci sono linfatici, quindi le uniche mts sono ematiche e<br />

vanno verso il fegato (tessuto specifiche).<br />

Unica eccezione: l’invasione della congiuntiva con i rispettivi linfatici.<br />

• letalità del 40% a 10 aa<br />

• clinica: si possono avere<br />

o distacchi retinici<br />

o glaucoma<br />

• RT la miglior via: l’exeresi del bulbo dà lo stesso margine di sicurezza. In compenso le mts di<br />

questo melanoma sono totalmente incurabili.<br />

morfologia<br />

La prognosi del tumore dipende dalla sua morfologia, in particolare bisogna considerare:<br />

- estensione laterale: differentemente dalla forma cutanea, qui conta più il diametro e<br />

poco conta la profondità<br />

- infiltrati immunologici anche qua è il contrario: sono prognosticamente sfavorevoli<br />

- mimetismo vasculogenico: è un fenomeno che si osserva anche nelle cute e in altri tumori totalmente<br />

diversi: cellule maligne formano complessi vascolari ricchi di laminina,<br />

circondati da cellule smaccatamente tumorali.<br />

- tipo di cellule: se ne individuano due in questi tumori:<br />

o epitelioidi sferiche e molto anaplastiche<br />

o fusate meno maligne e di miglior prognosi<br />

<br />

Cataratta Senile<br />

Qualsiasi opacità del cristallino è definibile tecnicamente come cataratta, a volte si tratta di piccole opacità<br />

che non disturbano il pz.; attualmente si intende per cataratta un’opacità che disturbi la visione:<br />

La forma senile è la più frequente (90% dei casi): insorge dopo i 50 anni, in presenza di fattori favorenti<br />

anche prima. Tutte le strutture che compongono il cristallino si possono opacizzare, da cui le varie tipologie;<br />

la più frequente è la corticale, che riguarda le fibre più esterne. Dipende da un’idratazione eccessiva di<br />

queste dovuto ad un dismetabolismo.<br />

Altre forme sono:<br />

secondarie: legate a fattori eziologici<br />

complicate<br />

congenite: O,4% alla nascita comprese quelle che non disturbano la visione. Può essere dovuto ad<br />

infezioni intrauterine, farmaci, patologie cromosomiche…<br />

Anatomia del cristallino<br />

1. capsula: lo avvolge e lo separa dallo spazio circostante<br />

2. epitelio: è un monostrato cellulare sotto la capsula anteriore. È germinativo, dà luogo alle fibre<br />

lenticolari, che si presentano embricate tra loro<br />

3. sostanza lenticolare<br />

a. nucleo ⇒ inizialmente è piccolo, poi si accumulano strati e si evolve…<br />

i. embrionale, fetale<br />

ii. infantile<br />

iii. adulto<br />

b. corteccia ⇒ si forma nel cristallino adulto<br />

..le fibre lenticolari si accumulano come gli strati di una cipolla, determinando uno spessore man mano<br />

maggiore negli anni. Questo può dar luogo a determinate patologie.<br />

Le fibre si uniscono prima con giunzioni a Y ai poli del cristallino, poi man mano in modo stellato.<br />

È avascolare e si nutre principalmente tramite l’umor acqueo.<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 178


Clinica<br />

Il sintomo principale è il calo visivo ovviamente, poi il tipo specifico di cataratta senile che si sviluppi<br />

determina sintomi ± specifici;<br />

La cataratta si distingue in:<br />

corticale: cioè della corteccia della sostanza lenticolare<br />

a. lieve ipermetropia: peggiora la presbiopia, alias la parafisiologica disfunzione dell’apparato<br />

accomodativo dell’anziano<br />

b. abbagliamento notturno<br />

sottocapsulare posteriore: si ha migrazione dell’epitelio posteriormente all’equatore del cristallino<br />

a. disturbi della visione tra i maggiori ⇒ si trova sul punto nodale, quello in cui convergono i<br />

raggi diretti alla retina;<br />

b. più frequente nei diabetici<br />

c. da cortisone<br />

nucleare: può avere coloriti diversi nel tempo, che riflette l’evoluzione della degenerazione delle<br />

fibre del cristallino. Si hanno cristallini molto duri…<br />

- grigi<br />

- giallastri<br />

- brunastri<br />

miopizzazione: dovuta all’aumento dell’indice di rifrazione del cristallino<br />

totale: le proteine lenticolari idrolizzano senza sostenere più il nucleo al centro del sacco, che<br />

finisce per cadere<br />

ipermatura (morgagnana): lì da molto tempo; si caratterizza per il travaso di proteine nella camera<br />

anteriore, determinando uveite facoanafilattica dovuta alla reazione<br />

immuno allergica alle proteine del cristallino fino a quel momento<br />

sequestrate all’interno della capsula.<br />

terapia<br />

L’indicazione alla chirurgia è basata sui sintomi. L’intervento è cambiato nel tempo: dalla rimozione totale<br />

del cristallino, attualmente si usa la fucoemulsificaizone: punte che vibrano in modo ultrasonico<br />

disgregando la massa di materiale.<br />

Le prime lenti venivano messe nella camera anteriore, poi si è cominciato a praticare l’estrazione<br />

extracapsulare, inserendo poi la lente all’interno della sacca rimasta. Ancora oggi si inserisce qui la lente.<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 179


Glaucoma<br />

(dagli appunti di Oftalmologia, revisionato)<br />

Si tratta di una neuropatia ottica lenta e progressiva usualmente associata ad aumento di pressione intra<br />

oculare; la struttura principalmente coinvolta è l’angolo irido corneale, dove si localizzano due strutture<br />

da cui dipende la quantità di liquido intraoculare e quindi la pressione:<br />

1. processi ciliari: grazie a pompe ATP-asiche mantengono<br />

gradienti osmotici in grado di produrre un<br />

ultra filtrato<br />

a. strato di cellule pigmentante<br />

b. “” “” NON pigmentate<br />

c. stroma<br />

2. trabecolato ⇒ composto di pori di 5µm, che si riduce fino<br />

al canale di Schlemm (∅2µm).<br />

Il canale circonda tutto il bulbo oculare, e<br />

drena in una serie di dotti collettori, fino<br />

ad arrivare al circolo venoso (in modo<br />

continuo).<br />

I pori vanno restringendosi man mano che<br />

ci si avvicina ai canali.<br />

a. collagene<br />

b. lamelle elastiche<br />

c. cellule endoteliali<br />

Nb: è la sede più frequente di alterazione<br />

patogenetica nel glaucoma (in genere ostruzione<br />

per deposito al livello di sostanza trabecolata).<br />

..la pressione intra oculare è determinata dal ritmo di<br />

produzione e assorbimento dell’umor acqueo, che ha un<br />

flusso che segue i gradienti pressori dei vari<br />

compartimenti.<br />

Valori di 10-20 mmHg sono normali, oltre si è patologici, per quanto ci possano essere dei pzz. con<br />

glaucoma a pressione normale (raro: con 13-15 p.es). Ci possono essere alcune variazioni:<br />

sesso: uomo ha fisiologicamente pressione più alta<br />

età: nell’anziano aumenta leggermente normalmente<br />

fluttuazioni circadiane: si alza la notte e verso mezzogiorno<br />

non ipotensioni notturne: come invece per la P sistemica in pz. in trattamento per la pressione.<br />

..in genere i glaucomi sono per P intra oculare > 23mmHg (picco della gaussiana).<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 180


primari<br />

a. bambini<br />

b. adulti<br />

- d’apertura d’angolo<br />

- da chiusura d’angolo<br />

<br />

Tipizzazione del Glaucoma<br />

secondari (monolaterali)<br />

a. blocco angolare<br />

b. blocco trabecolare<br />

c. ostruzione venosa<br />

d. farmaci: da cortisone, sia generale che collirio, non sempre la sospensione del cortisone dà<br />

remissione e può essere necessaria una terapia a vita<br />

e. da neo vascolarizzazione angolare: abbastanza diffuso<br />

f. post traumatico<br />

<br />

Glaucoma da chiusura d’angolo<br />

(adulti)<br />

È più frequente in Asia: per rigonfiamento del cristallino (qualunque eziologia) ⇒ dislocazione in avanti<br />

⇒ chiusura dell’angolo irido corneale: questo è diagnosticabile mediante l’utilizzo del gonoscopio.<br />

L’angolo si compone di strutture quali:<br />

- linea di Schwalbe ⇒ p.te più interna della cornea, termine della membrana di<br />

Descemet (tra endotelio e stroma) a ridosso dell’angolo<br />

- trabecolato (zona filtrante): che si suddivide nei due strati: uno pigmentato e uno no<br />

- sperone sclerale: porzione di sclera estrema, è l’apice dell’angolo<br />

- banda ciliare: p.te visibile del corpo ciliare<br />

Si hanno forme diverse:<br />

intermittente (pauci sintomatico): cronicamente si possono formare sinechie (aderenze) che<br />

pongono le basi per un attacco acuto…<br />

glaucoma acuto: data la sintomatologia spesso è un pz. che non si sa come<br />

inquadrare, e la diagnosi è parzialmente tardiva<br />

a. occhio ± rosso con congestione dei vasi episclerali intensa<br />

b. media midriasi fissa, che è ottima in altre DD con occhio<br />

arrossato, dove in genere si ha miosi<br />

c. dolenzia in occhio e altri distretti trigeminali<br />

d. sintomi vagali (vomito e bradicardia)<br />

e. iride torta: complica la terapia<br />

f. ± nervo ottico edematoso: può sviare verso patologie centrali<br />

g. opacità cristalline sottocapsulari: dovute alla sofferenza dell’epitelio stressato dall’elevato<br />

regime pressorio<br />

glaucoma cronico: può evolvere da attacchi ripetuti (anche di glaucoma intermittente).<br />

terapia<br />

d’urgenza: il problema spesso è fare diagnosi, una volta fatta si parte con la terapia topica, che è un<br />

protocollo internazionale:<br />

o pilocarpina: para-S mimetico che rompe la media midriasi aprendo l’angolo<br />

o timololo (β bloccante) ⇒ umor acqueo ↓<br />

o mannitolo 2g/Kg endovenoso ad infusione rapida, asciuga il vitreo<br />

Nb: anche l’alcool ha lo stesso effetto: giù grappa !! È una soluzione temporanea<br />

iridotomia laser: un foro a livello irideo che permette il deflusso dell’umor acqueo: un buco.<br />

Lontano dalla pupilla possibilmente… la procedura è rapida: due gocce di<br />

anestetico, due colpi di laser, cortisone topico e un paio di giorni di follow up.<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 181


Glaucoma malformativo<br />

Ereditario autosomico recessivo a penetranza variabile. Dà un quadro clinico molto caratteristico:<br />

l’interazione tra la pressione elevata del bulbo e la plasticità del bambino genera buftalmo, cioè:<br />

- megalocornea: anche del 2OO%<br />

- tutto l’occhio diventa prominente<br />

..si sviluppa già nel primo mese, gli unici segni sono<br />

fotofobia ⇒ bambino che si stropiccia o che affonda la faccia nel cuscino<br />

lacrimazione<br />

…porta nell’adulto non operato da bambino al cedimento corneale, con riempimento<br />

d’acqua ( ⇒ edema) fino a dare ulcerazioni e leucomi ⇒ cecità, anche derivata da danni secondari al n.<br />

ottico.<br />

goniotomia: apre l’angolo, forando la membrana di Barkan: un residuo mesodermico normalmente<br />

riassorbito che crea ostruzione al deflusso.<br />

<br />

Glaucoma ad angolo aperto<br />

Il più comune: correla con l’età, neri a rischio (4x), orientali protetti (non riscontrato):<br />

2% dei 4Oenni<br />

7% dei 7Oenni.<br />

Decorso cronico, dai 40-50 anni dura per il resto della vita; È progressivo e colpisce la testa del nervo<br />

ottico e le fibre retiniche in assenza di altre patologie oculari o anomalie congenite.<br />

Associata a queste alterazioni vi è la morte delle cellule ganglionari e una perdita<br />

progressiva del campo visivo. Il nervo ottico normale presenta:<br />

- escavazione chiara fisiologica, la sua ampiezza correla con il<br />

rischio, che impenna quando arriva a occupare<br />

metà del nervo (indice K-disc > 0.5)<br />

- fossetta<br />

- colore roseo<br />

patogenesi<br />

- teoria meccanica: il passaggio del nervo attraverso la struttura cribrosa della retina genera un<br />

danno da compressione in seguito all’ipertensione<br />

- teoria vasomotoria: occlusione dei vasa nervorum: se poi il pz. è anche ipoteso…<br />

…meccanico o vascolare che sia, c’è un danneggiamento del nervo ottico;<br />

altri fattori di rischio<br />

familiarità: è ereditaria, ma in forma multi genica, con<br />

penetranza variabile<br />

miopia: per la forma dell’occhio, che favorisce<br />

malattie CV: anche, parzialmente opinabile, dubbio.<br />

..questi sono importanti, anche perché per fare prevenzione si tratta di una terapia<br />

collirica a vita.<br />

Segni e sintomi<br />

- chiarore, sopratutto a livello temporale, fino allo scomparire delle fibre<br />

- escavazione: può essere normale, richiede una serie di analisi per conferma<br />

- visibilità della lamina cribrosa della retina<br />

…dopo anni e anni il nervo è pallido ed escavato: cecità<br />

- emorragie fiammate: sono frequenti nei glaucomi, dopo 2-3 giorni vengono riassorbite. Sono<br />

prognosticamente negative (progressione più rapida), difficili da vedere.<br />

Nb: anche il glaucoma ad angolo aperto può essere a pressione normale, per quanto raramente.. sono<br />

soggetti emicranici, spesso con s. di Raynaud (altri problemi di vascolarizzazione periferica), con un<br />

danno prettamente vasogenico.<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 182


terapia<br />

A differenza del glaucoma ad angolo chiuso dove la terapia è acuta, qua è cronica e va continuamente<br />

aggiustata sulla base dei valori pressori ottenuti; È però qualitativamente la stesa a parte per..<br />

prostaglandine e prostanoidi: tra i più importanti e i più utilizzati, tra i più costosi in ambito<br />

oculistico. Sono in grado di abbassare la pressione anche del 30%<br />

con un’unica goccia la sera.<br />

o melanociti ⇒ fanno crescere le ciglia<br />

o pro abortive: utilizzati nell’induzione al parto. Attenzione alle possibili gravidanze !<br />

… oppure si va sul definitivo con una terapia chirurgica, che forse visto il quadro cronico è la cosa<br />

migliore, inoltre i pz. glaucomatosi spesso sono anziani e si rischia di avere una bassa compliance (o<br />

aderenza terapeutica).<br />

per farla breve…<br />

ad angolo aperto<br />

più comune<br />

cronico<br />

chiusura d’angolo<br />

- intermittente<br />

- acuto<br />

- cronico<br />

meccanico<br />

vasomotorio<br />

(anche a P normale)<br />

da rigonfiamento del<br />

cristallino<br />

emorragie fiammate (rare<br />

da vedere)<br />

escavazione e chiarore<br />

nervo (oftalmoscopia)<br />

vasi congesti<br />

opacità cristalline<br />

sottocapsulari<br />

± nervo ottico edematoso<br />

Glaucoma neovascolare<br />

Può insorgere in due situazioni, comunque si ha iperproduzione di VEGF:<br />

occlusione venosa ⇒ lesioni a scoppio di mina attorno alla papilla. In genere dà un calo visivo e<br />

viene diagnosticato. In alcuni a c.a 30gg dà un difetto oculare retinico<br />

secondario ad ischemia ⇒ fattori di crescita endoteliali (= patogenesi nel diabete)<br />

⇒ neovasi, che vanno ad occupare l’angolo.<br />

diabete: dall’ischemia della retina, che provoca quindi il medesimo quadro<br />

<br />

Malattie Vascolari Retiniche<br />

<br />

retinopatia ipertensiva<br />

(? no se sa) risk factors:<br />

- miopia<br />

- familiarità<br />

- età<br />

- etnia afroamericana<br />

…<br />

- congenito<br />

- secondario (farmaci,<br />

neovascolarizzazione, blocchi angolari<br />

o trabecolari, post trauma e ostruttivo)<br />

C’è una stadiazione in 4 gradi, importante soprattutto in pzz. giovani, dove i danni sono più progressivi e<br />

difficili da monitorare.<br />

stadio I-II: anomalie arterovenose<br />

o segno di gunn: incroci arterovenosi patologici: i vasi arteriosi sembrano,<br />

all’incrocio (di per se normale), comprimere le vene che ne<br />

sono affette, dove si può avere trombosi ed emorragia<br />

o ombre vasali: parete talmente sclerotica che non si vede più il vaso<br />

normalmente rosso: si nota solo l’ombra, di color argenteo.<br />

stadio III: anomalie retiniche: il danno vasale dovuto all’angiopatia comporta la<br />

fuoriuscita di una componente ematica, sierosa o lipidica (emorragia o edema retinici) che<br />

può segnare la comparsa di essudati duri.<br />

stadio IV: edema della papilla. È uno stadio avanzato. I margini della stessa diventano confusi.<br />

ipertensione maligna: può dare diversi rilievi:<br />

o macchie di Elschnig: risultato di emorragie coroidali focali<br />

o stella maculare: alias una disposizione radiale di essudato a livello dello strato plessiforme<br />

esterno della regione maculare secondario al danno indotto dalla<br />

compromissione dei vasi.<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 183


morfologia<br />

Quello che si noterà sono:<br />

- essudati: secondari ai problemi vasali possono dare essudati anche tra retina ed epitelio pigmentato,<br />

il che a sua volta può portare allo scollamento di questi due strati ed al distacco retinico.<br />

- corpi citoidi (cotton whool spots): ovvero dall’aspetto di cellule, sono accumuli di mitocondri ed altri<br />

prodotti intracellulari a livello delle terminazioni assonali che attraversano le aree<br />

ischemiche. Si tratta di un deficit di trasporto assonale con conseguente accumulo.<br />

patogenesi<br />

In tutte queste patologie… ipertensiva, da occlusioni venose (RVO: retinal vein occlusion), da trombosi venose<br />

retiniche, etc, si ha:<br />

angiopatia<br />

• forme edematose<br />

• forme ischemiche<br />

VEGF<br />

.. difatti la terapia si basa sulla preventiva distruzione laser delle porzioni ischemiche di retina per bloccare<br />

la produzione di VEGF e l’iniezione locale di farmaci anti-VEGF palliativi.<br />

<br />

Retinopatia diabetica<br />

La retinopatia diabetica colpisce anche tra 40 e 50 anni, una fascia d’età normalmente meno bersagliata dalle<br />

occlusioni retiniche (che anche in realtà può avvenire in età più giovane, p.es nella policitemia) o dalla<br />

retinopatia ipertensiva in genere.<br />

Le lesioni sono di vario tipo e possono dare danni visivi importanti:<br />

neovasi (fragili)<br />

ed emovitreo<br />

• calo improvviso visus<br />

• mosche volanti<br />

emovitreo ⇒ fibrosi vitreale, è la prima causa di cecità nel diabetico; porta a…<br />

aderenze e trazioni sulla retina ⇒ distacco retinico trazionale<br />

edema papillare: seconda causa di cecità nel diabete; la fuoriuscita di liquido a livello della macula<br />

avviene quasi sistematicamente, ed è dovuto con maggior probabilità alla<br />

permeabilizzazione dei vasi dovuti alle modificazioni strutturali che subiscono, che<br />

determina una danno parafisiologico della barriera ematoretinica.<br />

glaucoma neovascolare: per neovasi formati a livello anteriore, che con la rottura provocano fibrosi<br />

ed alterazione dell’angolo.<br />

difficile da curare: l’anomalia anatomica è quasi irreversibile.<br />

Morfologia<br />

Si riconoscono tre tipi di quadri, con caratteristiche diverse:<br />

pre proliferante: nell’angiografia si nota molta ischemia retinica (allarme!) senza evidenza di<br />

proliferanti, anche se già possono vedersi emorragie e piccole occlusioni.<br />

o microangiopatia diabetica: assimilabile a quella sistemica<br />

- MB dei vasi ispessiti<br />

- microaneurismi<br />

o essudati emorragici<br />

o occlusioni microvascolari<br />

proliferativa: sempre dovuta alla produzione di VEGF da porzioni ischemiche di retina, che si<br />

generano per il quadro sopra descritto; difatti la terapia è la stessa della retinopatia<br />

ipertensiva.<br />

o membrana neovascolare: alias il fenomeno di neovascolarizzazione a partire da vasi<br />

pre esistenti con sfondamento della membrana limitante,<br />

elemento essenziale per poter parlare con proprietà di<br />

linguaggio di questa entità anatomopatologica.<br />

o distacco del vitreo: dovuto alla crescita della membrana neovascolare, che in genere<br />

viene danneggiata nel processo e dà luogo ad intenso<br />

sanguinamento.<br />

o distacco retinico trazionale: dovuto sempre alla stessa membrana neovascolare, che<br />

prima di distaccare la retina può anche deformarla.<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 184


Tumori retinici<br />

<br />

Retinoblastoma 24<br />

È il più frequente tumore primitivo intra oculare dell’infanzia; ha origine neuro epiteliale e nel 40% è<br />

geneticamente determinato (vd. patogenesi).<br />

La prognosi è influenzata da:<br />

- diffusione extra oculare<br />

o diffusione a cervello / midollo: è la tendenza più<br />

comune<br />

o rare mts polmonari<br />

- invasione del n. ottico (immagine)<br />

- invasione coroideale<br />

patogenesi<br />

In questo caso è fondamentale il gene RB, che controlla il passaggio<br />

da G1 a S: è normalmente legato all’E2f che è così inattivato, poi le cicline fosforilano l’RB e l’E2f è libero di<br />

stimolare la moltiplicazione cellulare.<br />

casi sporadici (60%) ⇒ richiedono due mutazioni successive a tutti e due i geni RB sui due chr, e<br />

difatti la patologia ha un esordio più tardivo in questi casi.<br />

ereditari (40%): probabilmente c’è un solo allele mutato, e basta una sola altra mutazione sia<br />

necessaria per lo sviluppo del cancro. E’ un classico caso di loss of heterozygosity.<br />

morfologia<br />

Questi tumori tendono a contenere entrambi elementi differenziati o meno, che comunque non sono correlati<br />

con la prognosi.<br />

nidi di cellule indifferenziate:<br />

o piccole e rotonde<br />

o con nucleo ipercromico<br />

cellule differenziate si dispongono in formazioni<br />

caratteristiche:<br />

o rosette di Flexner – Wintersteiner<br />

o fleurettes: ricordano una differenziazione foto<br />

recettoriale<br />

dipendenza dalla vascolarizzazione:<br />

o aree tumorali necrotiche lontane dai vasi<br />

⇒ zone di calcificazione distrofica<br />

o cellule tumorali vitali perivasali<br />

Approccio<br />

Il tentativo è quello di evitare di lesionare il n. ottico:<br />

- prima riduzione della massa (chemio)<br />

- poi laser o citopessia<br />

24<br />

immagini da http://www.mrcophth.com/pathology/retinoblastoma/retinoblastoma.html<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 185


Nosografia del Diabete<br />

Ci sono diverse malattie comprese sotto questa bandiera:<br />

• diabete I: distruzione β cellulare su base autoimmune, di tipo necrotico. C’è una variante nota come<br />

LADA (latent autoimmune diabetes -of- adult)<br />

• diabete II: deficit di secrezione di insulina, che porta nel tempo ad una insulino resistenza<br />

multifattoriale. Si ha apoptosi delle cellule β.<br />

• diabete gestazionale: lascia un aumentato rischio di diabete II nel tempo ma in genere scompare dopo<br />

la gestazione.<br />

• diabete monogenico: autosomico dominante. Sono una piccola quota dei diabetici, gli unici<br />

veramente genetici, di tipo autosomico dominante.<br />

• secondario: per pancreatiti, interventi…. oppure in seguito ad acromegalia, malattie endocrine<br />

(eccesso di cortisolo) o all’uso di farmaci cortisonici…<br />

tipo I<br />

La distruzione è delle sole cellule β, dovuta principalmente appunto a malattie autoimmunitarie, cui se ne<br />

possono associare altre come la celiachia (8%), la tiroidite autoimmune (30%), la vitiligine…<br />

1) età giovanile: tipicamente < 30anni, anche se p.es il diabete LADA appare in vecchiaia o comunque in<br />

età avanzata. I picchi di comparsa sono…<br />

2) incidenza di 6 /1OOmila a TS, cioè 1 su 10 diabetici nuovi<br />

3) Prono alla chetosi ⇒ sintomatico<br />

a. sintomi GI: nausea vomito…<br />

b. alitosi chetonica<br />

c. respiro di Kussmaul (imm.)<br />

4) deficit da distruzione β cellulare, si tratta di una necrosi, quindi con la presenza di citochine e<br />

infiammazione.<br />

5) associazione con certi HLA: pur non essendo genetica ma multifattoriale, risulta che il 50% dei pzz.<br />

presenta un’alterazione tipica DR 3-4 (braccio corto PT del chr. 6).<br />

6) insulite virale o autoimmune: si rileva spesso all’autopsia di bambini vittima di questa condizione<br />

La malattia compare nel momento in cui la prima βcellula è riconosciuta come non self. In una fase di<br />

progressione in cui le cellule β sono ancora > 80% e la glicemia ancora normale gli unici segni di malattia<br />

possono essere..<br />

• autoanticorpi circolanti contro..<br />

• luna di miele diabetica: una sindrome da cheto acidosi che si presenti in fasi acute di stress<br />

..solo quando si arriva ad una distruzione dell’8O%+ delle βcells si ha la carenza assoluta di insulina e<br />

quindi l’iperglicemia e i sintomi. Purtroppo la malattia nella fase progressiva non è arrestabile con<br />

immunosoppressori o altre modalità, per cui per ora si è senza armi.<br />

tipo 2<br />

La frequenza quindi s’inverte (escluso il LADA) con l’età: il I tipo è comune < 35 anni e viceversa, per quanto<br />

attualmente si cominciano a vedere bambini diabetici II a 8-10 anni (obesità infantile).<br />

• 9O% dei casi di diabete<br />

• 8O% dei casi asintomatici (cheto resistenza) ⇒ rende il tipo II molto cattivo, perché il danno da<br />

glucotossicità si può esplicare molto fortemente.<br />

• perdita del picco ⇒ cioè si perde riserva funzionale, tutte le volte che si hanno richieste che eccedono<br />

la norma (post pradiale, stress..) la massa ridotta di cellule β non risponde<br />

adeguatamente, anche se a digiuno normalmente la produzione basta per essere<br />

asintomatici.<br />

• sovrappeso – obesità condizioni sine qua non: un soggetto non giovane che sviluppi diabete va<br />

indagato per autoimmunità (IA-2A, GADA..)<br />

• familiarità: va prevenuto con sport e alimentazione corretta<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 187


I difetti genici che portano al diabete due sono una congiunzione di eventi quali<br />

- insulinoresistenza ⇒ praticamente tutti gli obesi hanno questa caratteristica<br />

- disfunzione / deficit βcellulare ⇒ è il punto assolutamente necessario: ci sono obesi con buoni geni e<br />

β cells robuste che vanno producendo quantità boviniche di<br />

insulina nel corso di tutta la vita.<br />

Lo stile di vita e la dieta possono<br />

portare ad una minore richiesta di<br />

insulina e evitare la malattia.<br />

Il diabete di tipo II si sviluppa man<br />

mano che la produzione di insulina si<br />

riduce, finché non si arriva alla quasi<br />

assenza di produzione insulinica e<br />

quindi la necessità di una terapia<br />

sostitutiva.<br />

Le β cellule muoiono normalmente<br />

per apoptosi e c’è una normale<br />

rigenerazione, ma quando<br />

l’equilibrio si perde si va incontro ad<br />

una riduzione della massa di cellule.<br />

Nei soggetti obesi anzi, inizialmente<br />

si ha un aumento del pool in seguito alla richiesta, e poi comincia la discesa. Nel tipo II non è tanto il calo di<br />

rigenerazione ma l’aumento dell’apoptosi che provoca la malattia, che è riconducibile ad alterazioni<br />

metaboliche della sindrome metabolica:<br />

- NEFA: acidi grassi non esterificati (FFA) che attuano un disaccoppiamento per cui ATP↓ (βcells) e<br />

questo provoca:<br />

o ridotto rilascio di insulina<br />

o ridotta funzione autocrina di stimolo alla sopravvivenza (via MAPK) ⇒ apoptosi<br />

- adipochine: prodotte da questi adipociti stressati riducono la sensibilità insulinica<br />

<br />

Complicanze acute<br />

chetoacidosi<br />

Si ha la produzione di corpi chetonici in seguito alle due alterazioni:<br />

- cortisolo ↓<br />

- glucagone ↑<br />

.. ciò può essere dovuto a:<br />

- omissione di insulina, volontaria o involontaria<br />

- diabete I non diagnosticato<br />

- stress importanti nel tipo II: nel corso di IMA, ictus, intossicazione da alcool, pancreatite, traumi<br />

gravi… altrimenti anche in ipoinsulinemia assoluta, non si arriva in<br />

genere comunque alla chetoacidosi.<br />

È fondamentale sapere che mentre si riduce / sparisce l’insulina, si ha contemporaneamente un elevarsi del<br />

glucagone, che crea un ambiente metabolico tale da indurre<br />

• gluconeogenesi: nonostante ciò occasionalmente il glucosio può essere solo lievemente aumentato<br />

• rilascio di acidi grassi liberi, che non vengono sfruttati inclusi nelle VLDL come normalmente, ma<br />

sono indirizzati in buona parte alla sintesi di corpi chetonici.<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 188


Clinica<br />

I corpi chetonici sono normalmente neutralizzati a livello di pH dal tampone bicarbonato, quando il pool di<br />

carbonati si esaurisce (2lt /24h) ⇒ disidratazione / ipotensione<br />

- dolore addominale ⇒ può simulare una pancreatite acuta, è dovuto all’infarcimento del circolo<br />

mesenterico che provoca ischemia, e può anche darla, la pancreatite.<br />

- fiato corto / polipnea: kussmaul ⇒ va a mobilitare grandi quantità di aria, un compenso.<br />

- nausea / vomito ⇒ sono spesso prevalenti<br />

- tachicardia (>90 BPM)<br />

- alito fruttato (dovuto all’acetone)<br />

- laboratorio<br />

o iperglicemia: anche a 300-400<br />

o glicosuria & chetonuria: diagnostico<br />

o acidosi: 6.8 – 7.3<br />

o caduta dei carbonati ( 5mmol)<br />

o iponatriemia: (135-145 mmol normale) per lo shift di acqua dal settore intracellulare a quello<br />

extracellulare: NON RICHIEDE FLUIDI<br />

o creatinina↑ la grave disidratazione dà IR prerenale<br />

o dislipidemia: lattescenza nel siero, si hanno alterazioni dei chilomicroni<br />

- complicazioni<br />

o edema cerebrale ⇒ soprattutto nei bambini, in seguito a situazioni precipitanti<br />

o letargia, coma<br />

<br />

Complicanze croniche del diabete (morfologia)<br />

pancreas<br />

È l’organo centrale della patogenesi, dove infatti il tipo I e il tipo II danno quadri diversi:<br />

tipo I<br />

n° & ∅ insule ↓<br />

insulite: infiltrati (leucociti) disomogenei<br />

dregranulazione (ME 25 ): che dà la deplezione<br />

dell’insulina<br />

tipo II<br />

amiloidosi delle insule (amilina), lievemente<br />

presente negli anziani normalmente. Nel diabete<br />

porta ad obliterazione, origina…<br />

o tra le cellule<br />

o nei capillari<br />

Nb: l’insulite è visibile anche in neonati di madri diabetiche (bambino sano), che hanno un numero superiore<br />

di isole; in questo caso si notano eosinofili e non linfociti.<br />

macroangiopatia diabetica<br />

Arteriosclerosi identica a quella dei non diabetici.<br />

microangiopatia diabetica<br />

Si ha un quadro di MB ispessita da accumuli ialini di collagene IV, e nonostante questo più permeabili alle<br />

proteine. Questo ispessimento è anche di tubuli renali e capsula di Bowman, oltre che a livello placentare;<br />

Le sedi preferite a livello vascolare invece sono:<br />

- cute & muscolo scheletrico<br />

- retina<br />

25 microscopio elettronico<br />

- glomeruli<br />

- midollare renale<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 189


nefropatia diabetica<br />

È la prima causa di IRC nel mondo, sua volta seconda causa di morte nei diabetici. Si hanno:<br />

- ispessimento della MB glomerulare<br />

- glomerulo sclerosi mesangiale: che è la stessa ialinizzazione dei vasi ma a livello dell’interstizio del<br />

mesangio, in genere sono diabetici da > 10 anni.<br />

- glomerulo sclerosi nodulare (15-30% dei<br />

diabetici cronici): si<br />

caratterizzano per<br />

le lesioni di<br />

Kimmelstiel –<br />

Wilson che sono<br />

o depositi nodulari di matrice laminare<br />

o PAS+<br />

o alla periferia del glomerulo<br />

complicanze oculari<br />

Rispettivo capitolo<br />

neuropatia diabetica<br />

idem.<br />

finito alle 1:39 del 19/07/2012.<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 190


Appunti ottenuti da:<br />

Note<br />

- lezioni della prof. Bussani<br />

- libro, il Robbins di patologia<br />

- internet: google books, e per le immagini<br />

- appunti di corsi precedenti: che spesso inquadrano le componenti cliniche meglio del Robbins:<br />

o neurologia (prof. Pizzolato)<br />

o oftalmologia (UCO di Ts)<br />

o otorinolaringoiatria (prof. Tirelli)<br />

o immunologia e reumatologia (prof. Fischetti)<br />

o malattie metaboliche (prof. Cattin)<br />

o malattie Infettive (prof. Luzzati)<br />

o patologia generale (prof. Dobrina)<br />

o cardiologia (prof. Sinagra)<br />

o endocrinologia (prof. Biolo)<br />

o ortopedia (da libri)<br />

- libro di anatomia (Anastasi), da cui ho tratto alcune immagini<br />

- piccole parti dall’anatomia patologica 2 di Giordano, Botox e Serghiei<br />

… per problemi o errori, per favore contattatemi a g.marini.ts@gmail.com, le immagini proposte sono coperte<br />

da copyright, tutti i diritti appartengono al loro proprietario e sono rappresentate a fini di studio. Perciò<br />

chiunque provi a utilizzare a scopi di lucro questi appunti se ne assume la responsabilità.<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 191


Sommario<br />

Anatomia Patologica II ........................................................................................................................1<br />

Apparato Genitale Maschile................................................................................................................1<br />

Cenni di Anatomia normale ..........................................................................................................................1<br />

Patologia non tumorale dell’apparato genitale maschile ............................................................................2<br />

Criptorchidismo (anomalia congenita)..........................................................................................................2<br />

Varicocele .....................................................................................................................................................2<br />

Orchiti ed epididimiti ....................................................................................................................................2<br />

Torsione testicolare (disturbi vascolari)........................................................................................................3<br />

Iperplasia Prostatica Benigna nodulare (IPB)................................................................................................3<br />

Infertilità maschile ........................................................................................................................................4<br />

Prostatiti ........................................................................................................................................................6<br />

Patologia neoplastica del testicolo..................................................................................................................7<br />

IGCNU (Intratubular Germ Cells Neoplasia, Unclassified)............................................................................7<br />

Tipi cellulari delle neoplasie testicolari ........................................................................................................7<br />

Tumori a cellule germinali ............................................................................................................................8<br />

Tumori stromali dei cordoni sessuali (funicolo spermatico)......................................................................11<br />

Linfoma del Testicolo .................................................................................................................................13<br />

Neoplasie del Pene .........................................................................................................................................14<br />

Displasie......................................................................................................................................................14<br />

Neoplasie Benigne ......................................................................................................................................14<br />

Carcinomi maligni.......................................................................................................................................15<br />

Il CA Prostatico..............................................................................................................................................18<br />

Diagnosi ......................................................................................................................................................18<br />

Grading........................................................................................................................................................21<br />

Terapia.........................................................................................................................................................21<br />

Vasi Ematici ........................................................................................................................................23<br />

Cenni d’anatomia normale ..........................................................................................................................23<br />

Patologia delle arterie ...................................................................................................................................23<br />

Fistola Artero venosa ..................................................................................................................................23<br />

Aneurismi....................................................................................................................................................24<br />

Dissezione aortica (ematoma dissecante)...................................................................................................25<br />

Aterosclerosi ...............................................................................................................................................27<br />

Arteriolosclerosi..........................................................................................................................................29<br />

Arteriosclerosi calcifica della media di Monkeberg ...................................................................................29<br />

Vasculopatia diabetica ................................................................................................................................29<br />

Vasculiti..........................................................................................................................................................30<br />

Sistematica ..................................................................................................................................................30<br />

Arteriti Infettive ..........................................................................................................................................32<br />

Raynaud.......................................................................................................................................................32<br />

Patologia veno-linfatica ................................................................................................................................33<br />

Vene varicose ..............................................................................................................................................33<br />

Tromboflebiti e Flebotrombosi ...................................................................................................................34<br />

Linfangiti e linfedema .................................................................................................................................34<br />

Patologia Tumorale dei Vasi ........................................................................................................................35<br />

Tumori benigni............................................................................................................................................35<br />

ectasie vascolari ..........................................................................................................................................35<br />

Sarcoma di Kaposi (malignità intermedia) .................................................................................................36<br />

Angiosarcoma .............................................................................................................................................37<br />

Emangiopericitoma .....................................................................................................................................37<br />

Cuore ...................................................................................................................................................38<br />

Richiami di Anatomia .................................................................................................................................38<br />

Patologia miocardica acquisita ....................................................................................................................42<br />

Insufficienza Cardiaca Congestizia o Scompenso ......................................................................................42<br />

Cardiopatie Ischemiche...............................................................................................................................44<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 192


Infarto Miocardico ......................................................................................................................................44<br />

Morte cardiaca improvvisa (MCI) ...............................................................................................................46<br />

Cardiopatia Ipertensiva (CIp)......................................................................................................................46<br />

Cor Polmonare (cardiopatia ipertensiva polmonare) .................................................................................47<br />

Cardiopatie congenite ...................................................................................................................................48<br />

Morfogenesi del cuore.................................................................................................................................48<br />

Shunt sinistro - destro..................................................................................................................................50<br />

Shunt destro – sinistro.................................................................................................................................50<br />

Anomalie congenite ostruttive ....................................................................................................................51<br />

Malposizioni cardiache ...............................................................................................................................52<br />

Malattie Valvolari ed Endocardiche............................................................................................................53<br />

Stenosi valvolare aortica calcifica...............................................................................................................53<br />

Calcificazione dell’anulus mitralico ...........................................................................................................53<br />

Prolasso mitrale (degenerazione mixomatosa)............................................................................................53<br />

Febbre e cardiopatia reumatica ...................................................................................................................54<br />

Endocarditi infettive....................................................................................................................................55<br />

vegetazioni non infettive .............................................................................................................................56<br />

Malattia cardiaca da carcinoide...................................................................................................................56<br />

Complicanze delle valvole artificiali ..........................................................................................................56<br />

Malattie del Miocardio .................................................................................................................................57<br />

Cardiomiopatie............................................................................................................................................57<br />

Miocarditi....................................................................................................................................................58<br />

Malattia del Pericardio.................................................................................................................................59<br />

Pericardite Acuta.........................................................................................................................................59<br />

Forma cronica o Guarita..............................................................................................................................60<br />

Cuore e tumori...............................................................................................................................................60<br />

tumori cardiaci ............................................................................................................................................60<br />

Effetti cardiaci di neoplasie extra cardiache ...............................................................................................61<br />

Testa & Collo ......................................................................................................................................62<br />

Cavità orale....................................................................................................................................................62<br />

HSV..............................................................................................................................................................62<br />

Mughetto .....................................................................................................................................................62<br />

Manifestazioni orali di patologie sistemiche...............................................................................................63<br />

Glossiti ........................................................................................................................................................63<br />

Lesioni Benigne ..........................................................................................................................................64<br />

Lesioni pre maligne.....................................................................................................................................65<br />

CA squamocellulare del Cavo Orale ...........................................................................................................66<br />

Vie aeree superiori ........................................................................................................................................68<br />

Naso, seni e rinofaringe...............................................................................................................................68<br />

Laringe ........................................................................................................................................................70<br />

Orecchio .........................................................................................................................................................71<br />

Otiti (riadattato dagli appunti di Otorinolaringoiatria)................................................................................71<br />

Otosclerosi (riadattato dagli appunti di Otorinolaringoiatria).....................................................................73<br />

Tumori.........................................................................................................................................................73<br />

Collo................................................................................................................................................................74<br />

Cisti .............................................................................................................................................................74<br />

Paraganglioma.............................................................................................................................................75<br />

Ghiandole salivari .........................................................................................................................................76<br />

Xerostomia ..................................................................................................................................................76<br />

Scialo adeniti...............................................................................................................................................76<br />

Neoplasie Benigne ......................................................................................................................................76<br />

Neoplasie Maligne ......................................................................................................................................77<br />

Sistema Endocrino..............................................................................................................................79<br />

Ipofisi..............................................................................................................................................................79<br />

Adenomi (iperpitituarismo).........................................................................................................................79<br />

Ipopitituarismo ............................................................................................................................................82<br />

Sindromi dell’ipofisi posteriore ..................................................................................................................83<br />

Corticale del Surrene ....................................................................................................................................83<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 193


S. di Cushing ...............................................................................................................................................83<br />

Iperaldosteronismo primitivo ......................................................................................................................85<br />

Virilismo Surrenalico e CAH.......................................................................................................................85<br />

Insufficienza Surrenalica.............................................................................................................................87<br />

Neoplasie Corticosurrenaliche ....................................................................................................................87<br />

schema riassuntivo ......................................................................................................................................88<br />

Tiroide ............................................................................................................................................................89<br />

Iper / Ipotiroidismo .....................................................................................................................................89<br />

Tiroiditi .......................................................................................................................................................91<br />

Basedow Graves..........................................................................................................................................92<br />

Gozzo ..........................................................................................................................................................92<br />

Neoplasie benigne della Tiroide..................................................................................................................93<br />

CA della tiroide............................................................................................................................................95<br />

Paratiroidi......................................................................................................................................................98<br />

Iper PTH primitivo .......................................................................................................................................98<br />

Iper PTH secondario ..................................................................................................................................100<br />

Ipo PTH......................................................................................................................................................100<br />

Neoplasie del pancreas endocrino..............................................................................................................100<br />

Insulinoma e gastrinoma ...........................................................................................................................100<br />

Altre...........................................................................................................................................................101<br />

Cute....................................................................................................................................................102<br />

Definizioni dei termini ..............................................................................................................................102<br />

patologia neoplastica...................................................................................................................................104<br />

Nevi melanocitici e Melanoma .................................................................................................................104<br />

Melanoma..................................................................................................................................................104<br />

Cheratoacantoma.......................................................................................................................................105<br />

CA squamoso.............................................................................................................................................106<br />

CA basocellulare........................................................................................................................................106<br />

Tumori Vascolari dermici .........................................................................................................................107<br />

Micosi fungoide / s. di Sézary (linfoma cutaneo a cellule T)....................................................................107<br />

Dermatosi infiammatorie croniche............................................................................................................108<br />

Psoriasi ......................................................................................................................................................108<br />

Lichen........................................................................................................................................................109<br />

LES.............................................................................................................................................................109<br />

Infezioni........................................................................................................................................................111<br />

Verruche volgari........................................................................................................................................111<br />

Mollusco contagioso .................................................................................................................................112<br />

Sistema Muscolo Scheletrico ...........................................................................................................113<br />

Patologia dello sviluppo (congenita o acquisita).......................................................................................113<br />

Osteogenesi imperfecta (malattia delle ossa di vetro)...............................................................................113<br />

Osteopetrosi (malattia delle ossa di marmo).............................................................................................114<br />

Acondrodisplasia.......................................................................................................................................114<br />

Osteoporosi ...............................................................................................................................................115<br />

malattia di Paget (osteite deformante).......................................................................................................115<br />

Rachitismo ed Osteomalacia .....................................................................................................................116<br />

Infezioni & Osteomieliti..............................................................................................................................117<br />

Osteomielite piogena.................................................................................................................................117<br />

TBC............................................................................................................................................................117<br />

Fratture ........................................................................................................................................................118<br />

Clinica .......................................................................................................................................................118<br />

Tumori e lesioni simil tumorali..................................................................................................................119<br />

Osteoma.....................................................................................................................................................119<br />

Osteosarcoma ............................................................................................................................................120<br />

Condroma..................................................................................................................................................121<br />

Condrosarcoma .........................................................................................................................................121<br />

Sarcoma di Ewing / Neuroectodermico primitivo ....................................................................................122<br />

Osteoclastoma (tumore a cellule giganti).................................................................................................122<br />

Patologia Articolare ....................................................................................................................................123<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 194


Osteoartrosi ...............................................................................................................................................123<br />

Artrite Reumatoide....................................................................................................................................124<br />

Spondiloartriti sieronegative (prof. Fischetti, da fisiopatologia medica)..................................................127<br />

Artriti Infettive (Ai) (prof. Fischetti, fisiopatologia medica)....................................................................129<br />

Artrite acuta da microcristalli (Crystal Associated Arthropathies)............................................................131<br />

Gotta ed Artriti acute da microcristalli (Crystal Associated Arthropathies)..............................................132<br />

Tumori e Lesioni Simil tumorali...............................................................................................................135<br />

Tumori delle parti molli e lesioni simil tumorali ......................................................................................135<br />

Patologie Miopatiche...................................................................................................................................138<br />

Distrofie Muscolari ...................................................................................................................................139<br />

Miotonia ....................................................................................................................................................139<br />

Sistema nervoso ................................................................................................................................142<br />

Edema cerebrale..........................................................................................................................................143<br />

Infezioni........................................................................................................................................................144<br />

Meningite acuta.........................................................................................................................................144<br />

Infezioni suppurative focali acute .............................................................................................................147<br />

Meningoencefalite cronica batterica .........................................................................................................147<br />

Encefaliti Virali.........................................................................................................................................149<br />

forme micotiche ........................................................................................................................................150<br />

Malattie Cerebrovascolari..........................................................................................................................151<br />

Ischemia cerebrale globale........................................................................................................................152<br />

Infarto da ostruzione locale del flusso ematico.........................................................................................152<br />

Emorragia intracranica ..............................................................................................................................154<br />

Malattia Ipertensiva Cerebrovascolare......................................................................................................155<br />

Patologia Neoplastica del SNC....................................................................................................................156<br />

Gliomi .......................................................................................................................................................156<br />

Tumori Neuronali......................................................................................................................................157<br />

Altri Tumori cerebrali ...............................................................................................................................157<br />

Tumori secondari ......................................................................................................................................158<br />

Malattie Degenerative.................................................................................................................................159<br />

Alzheimer (morfologia e prospettive biomolecolari della ricerca) ...........................................................159<br />

Creutzfeldt Jakob (contributi dagli appunti di Neurologia – prof. Pizzolato)...........................................161<br />

Malattia di Pick o DFT (demenza fronto temporale) ................................................................................163<br />

Morbo di Parkinson...................................................................................................................................163<br />

Malattia di Huntigton ................................................................................................................................165<br />

Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA) .........................................................................................................165<br />

Condizioni legate all’alcol ........................................................................................................................166<br />

Malattie Demielinizzanti.............................................................................................................................167<br />

Sclerosi Multipla .......................................................................................................................................167<br />

Varianti della sclerosi multipla .................................................................................................................170<br />

Malformazioni e Malattie dello Sviluppo..................................................................................................171<br />

morfogenesi normale.................................................................................................................................171<br />

Difetti del tubo neurale..............................................................................................................................171<br />

Anomalie dell’encefalo anteriore..............................................................................................................172<br />

Anomalie dalla fossa cranica posteriore ...................................................................................................172<br />

Anomalie del canale midollare..................................................................................................................172<br />

Lesioni cerebrali perinatali........................................................................................................................173<br />

Sistema nervoso Periferico .........................................................................................................................174<br />

S. di Guillain Barré (poliradicolonevrite acuta)........................................................................................174<br />

Tumori.......................................................................................................................................................175<br />

Occhio................................................................................................................................................176<br />

Anatomia ...................................................................................................................................................176<br />

Nevi & Melanomi Uveali..........................................................................................................................178<br />

Cataratta Senile .........................................................................................................................................178<br />

Glaucoma .....................................................................................................................................................180<br />

Tipizzazione del Glaucoma.......................................................................................................................181<br />

Glaucoma da chiusura d’angolo (adulti) ..................................................................................................181<br />

Glaucoma malformativo............................................................................................................................182<br />

Giuseppe Marini: Anatomia Patologica parte II (aa. 2012-2013); prof. Bussani e Robbins 195


Glaucoma ad angolo aperto.......................................................................................................................182<br />

Malattie Vascolari Retiniche......................................................................................................................183<br />

retinopatia ipertensiva ...............................................................................................................................183<br />

Retinopatia diabetica.................................................................................................................................184<br />

Tumori retinici ............................................................................................................................................185<br />

Retinoblastoma..........................................................................................................................................185<br />

Malattie dismetaboliche...................................................................................................................186<br />

Diabete mellito.............................................................................................................................................186<br />

Normale.....................................................................................................................................................186<br />

Clinica .......................................................................................................................................................186<br />

Complicanze acute ....................................................................................................................................188<br />

Complicanze croniche del diabete (morfologia) .......................................................................................189<br />

Note....................................................................................................................................................191<br />

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