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Delle monete e dell'istituzione delle zecche d'Italia. Tomo I

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i6 dell'Origine, e Commercio<br />

i^ata dell' induftria in que' Patrizj nell' aggravare la Plebe particolarmente<br />

dopo la Legge Valerla^ che aveva fatto il Popolo fuperiore<br />

ai Senato ^ né che la parte maggiore <strong>delle</strong> prime fedizioni<br />

nata non (ìa da quefta forgente : ma comunque ciò fulTe , noftro<br />

folo fcopo è d'olTervare, come i Romani per lo fpazio di cinque<br />

interi Secoli, e fi può anche dire fino alla diilruzioa di Cartagine,<br />

talmente lontani da qualunque forta di commercio con le ftraniere<br />

Nazioni fi roantenelTero, che internamente niun ufo di <strong>monete</strong><br />

d'oro, e d'argento abbian fatto . Q.uefta è la ragione , per<br />

cui in Roma ninna forta d' arte per moltifiìmo tempo fu nota ,<br />

di niun' altra cofa facendo profefìTion i Romani , che di milizia ,<br />

e di agricoltura . OfT'ervammo negli Spartani lo fteffo coftume :<br />

ma ficcome queftidi <strong>monete</strong> di ferro fervironfi per ragion di equilìbrio,<br />

e per forza di legge, così i Romani al rame o bronzo foltanto<br />

appigliandofi , per ragion di moderazione , e di temperanza<br />

, alio lleffo fine pervennero . Dello fteilò parere è Polibio '.<br />

§.<br />

IX,<br />

Dell' EduiLiBRio della Repubblica degli Ebrei,<br />

E loro Monete.<br />

La necefiìtà dì dividerfi da tutto il rimanente del Mondo per<br />

formar equilibrio nella propria Nazione , e per renderla arbitra<br />

di se fteffa nell'ufo<br />

particolarmente dal<br />

<strong>delle</strong> <strong>monete</strong>, e nella moderazion di<br />

Sommo de' Legislatori porti in vifta,<br />

elTe , fu<br />

allorché<br />

pensò alla felicità degli Ebrei. Mirabile certamente è il fiftcma,<br />

con cui lì<br />

derazione.<br />

ordinò quella Repubblica , e degno è di qualche<br />

Si proibì dunque per primo ogni commercio, ed<br />

pon-<br />

ogni<br />

alleanza con le Genti ftraniere ^<br />

: indi fi decretò , che la terra<br />

tutta tra il Mare Mediterraneo, c'I Giordano (qualche porzione<br />

ancora al di là comprefa) in dodici parti eguali fi dividere; cioè<br />

in nove e mezza di qua dal Giordano, e in due e mezza la terra<br />

porta al di là^ ed indi a forte fortero ert'-atte dette porzioni per<br />

le Tribù, <strong>delle</strong> quali ognuna doveva, fecondo le famiglie che comprendeva,<br />

far altrettante porzioni eguali. 3. E così veramente fu<br />

fatto * . Qjiefta perfetta divifion di terreno rendeva uguali in fa-<br />

coltà tutte le famiglie degl'Ifraeliti ; la qual uguaglianza non poteva<br />

mancare nel totale allontanamento da tutte le altre Nazioni.<br />

Pure non tutti gli uomini , avendo la fterta induftria per mante-<br />

nerli<br />

I Lib. VI. 2 Deuteronom. cap. XXIII. verf. ^. e altrove ne' Levitici ^ ene'<br />

Numeri, 3 Numeri cap. XXXIV. 4 Jofue cap. XIL

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