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Delle monete e dell'istituzione delle zecche d'Italia. Tomo I

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i dell'Origine^ e Commercio<br />

libero all'acquifto di nuove fortune, e di copiofi tefori molti Cit-<br />

tadini privali fi refero tiranni della propria Patria ^ e molti altri<br />

abbandonando il proprio paefe , Padroni , e Monarchi di nuove<br />

Città facilmente divennero . Sino a' tempi di Efiodo (fcrive<br />

Plutarco nel principio della vita di Solone ) allorché le arti non<br />

mettevano differenza fra gli uomini^ il commercio, oltre il van-<br />

^taggio dei trafporto di molte cofe da Paefi barbari , conciliava<br />

/' amici'^^ia de i Re ; e moltiffìmi mercatanti fabbricatori furono di<br />

novelle Città , come fu quegli , che fabbricò Marfiglia , e così bene fu<br />

accolto da i Galli abitatori del Rodano . Per la quale cagione Talete<br />

^ Ippocrate^ Piatone^ Solone ^ e tanti altri fi diedero alla mercatura.<br />

Son noti gli erempi" de i Tiranni di Tebe , di Atene , di<br />

Siracufa^ e di tante altre Città, inalzati alla fuprema dignità dell'<br />

Impero per forza dell'oro. Quefio appunto temettero quelli, che<br />

per una Nazione libera diedero leggi ^ e per quefto timore ancora<br />

fi fé la legge in Atene ddV 0/iracifmo ^ a cui Temìfìocle ^ Mil-<br />

7:jade, e tanti altri ricchi , e potenti Cittadini andaron foggetti<br />

Fu anche fentimento di Ari/ìotile ( nella Repubblica ) che dalla<br />

troppa abbondanza fproporzionata <strong>delle</strong> ricchezze / Governi abbiano<br />

peggiorato in Tirannia ; perchè effendo altri opprejft da povertà^<br />

ed altri di ricchezj^ abbondanti ', cofa facilifiima è, che que-<br />

lli opprimendo quelli , fi rendano con la forza , e con il partito<br />

Padroni <strong>delle</strong> Città . Qiiefta fproporzion di] fortune fu da<br />

perchè oltre d'aver\; negli uomini dato<br />

Polibio detta peftifera ^ ,<br />

pafcolo alle pairioni.3, fu la prima cagione di tutte le guerre allo<br />

feri vere di Tibullo '^. Dovevafi adunque da principio far egua-<br />

le la condizione de' Cittadini per fare Santa , e Ctvil cofa 5<br />

così veramente in molti luoghi fi fece . Da<br />

quefti principi fofte-<br />

nuto Bartolammeo Cavalcanti afficurava ^ il Cardinal Santa Croce<br />

^ che fu poi Papa, eifere Ferrara quella Città, in cui facilmente<br />

jnftiruir fi potelfe un'eccellente Repubblica per la maggior parte<br />

de' cittadini , che non eccedono né in ricchexj?:e , ne in povertà ,<br />

talnìente che per la troppa abbondammo, di quelle .... fojjino poco<br />

atti ad ubbidire ^ neper la troppa povertà abbietti; ma efl'ervi al<br />

contrario quella mediocrità^ la quale è giudicata da i Savj accamo-<br />

1 Vedi Arift. Politic. Lib. IV.<br />

2 Lib. VI. Ibidem. 5 Propert. Lib. III. eie morte Pati.<br />

Tu vittis hominum crudeltà pabula prabes<br />

4 Idem Lib. I. Eleg. X. Divitis hoc vitium efl aurl , nec bella fuerunt<br />

Faginus afìabat cuna Scyphus ante dapes .<br />

5 -Plat. De Legumlatione . Dialog. III.<br />

6 Tre lettere fopra la riforma d'una Repubblica. 28. Ottobre i552.Stati!<br />

no appiedi del Trattato della Repubblica .<br />

.<br />

,<br />

.<br />

e

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