TRAIL RUNNING WEBZINE - The North Face® Lavaredo Ultra Trail

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31.05.2013 Views

TRAIL RUNNING WEBZINE Trail Autogestiti PRATO-BOCCADIRIO e FULL MOON CAMIGNADA TRAIL materiali SCARPE : LAFUMA SKYRACE personaggi NORBERTO SALMASO N° 6 - SETTEMBRE 2008 SPIRITOTRAIL cronache CAMIGNADA TRAIL DEL BANGHER ECOMARATONA DELLA VAL D’ARDA CROMAGNON allenamento PROGRAMMARE LA STAGIONE ULTRA attualità SE GLI ORGANIZZATORI SI ORGANIZZASSERO Vox Forum IL CASO SHERPA AL CRO 2008 interviste EMANUELA BRIZIO VS ROBERTA PERON concorso FOTO DEL MESE anteprima gare ECOMARATONA DEL CHIANTI TRAIL DEL MONTE CASTO calendario LE GARE DA SETTEMBRE A DICEMBRE

<strong>TRAIL</strong> <strong>RUNNING</strong> <strong>WEBZINE</strong><br />

<strong>Trail</strong> Autogestiti<br />

PRATO-BOCCADIRIO<br />

e FULL MOON CAMIGNADA <strong>TRAIL</strong><br />

materiali<br />

SCARPE : LAFUMA SKYRACE<br />

personaggi<br />

NORBERTO SALMASO<br />

N° 6 - SETTEMBRE 2008 SPIRITO<strong>TRAIL</strong><br />

cronache<br />

CAMIGNADA<br />

<strong>TRAIL</strong> DEL BANGHER<br />

ECOMARATONA DELLA VAL D’ARDA<br />

CROMAGNON<br />

allenamento<br />

PROGRAMMARE LA STAGIONE ULTRA<br />

attualità<br />

SE GLI ORGANIZZATORI SI ORGANIZZASSERO<br />

Vox Forum<br />

IL CASO SHERPA AL CRO 2008<br />

interviste<br />

EMANUELA BRIZIO<br />

VS ROBERTA PERON<br />

concorso<br />

FOTO DEL MESE<br />

anteprima gare<br />

ECOMARATONA DEL CHIANTI<br />

<strong>TRAIL</strong> DEL MONTE CASTO<br />

calendario<br />

LE GARE DA SETTEMBRE A DICEMBRE


FOTO di COPERTINA:<br />

“Un sentiero è sempre avventura, emozioni,<br />

esplorazione”.<br />

© archivio Salmaso<br />

REDAZIONE<br />

Simone Brogioni, Matteo Grassi, Gualtiero Linetti,<br />

Stefano Michelet, Cristina Murgia, Maurizio Scilla,<br />

Leonardo Soresi, Francesco Zanchetta.<br />

Hanno collaborato:<br />

Norberto Salmaso, Simone Bragazza, Alessio Parauda,<br />

Daniela Banfi, Maurizio Cenci.<br />

I vostri contributi saranno molto graditi.<br />

Scriveteci a: redazione@spiritotrail.it<br />

Anch’io aderisco<br />

alla campagna<br />

IO NON GETTO<br />

I MIEI RIFIUTI<br />

Emanuela Brizio<br />

Anno 2002, mese di maggio. Ero in Francia<br />

a correre il mio primo trail a tappe,<br />

l’<strong>Ultra</strong>marathon du Saleve (90 km in 3<br />

tappe), gara che permetteva di vedere<br />

praticamente per intero il Mont<br />

Saleve con i suoi pascoli, le sue pareti<br />

di calcare e nello stesso tempo ammirare<br />

i monti Giura di fronte, Ginevra e<br />

il suo lago.<br />

Il “Signore degli anelli”, Dawa Sherpa<br />

vinse tutte e tre le tappe, io riuscii a<br />

strappare un secondo posto davanti<br />

a Jean Probst e Eric Dentella; tre giorni<br />

vissuti insieme avevano cementato una bella amicizia, in particolare<br />

con Eric e suo figlio, così ero tornato a casa più ricco, non per i premi<br />

ma per gli amici conosciuti e l’esperienza vissuta.<br />

L’anno seguente il “Saleve” non si corse per problemi burocratici; più<br />

avanti giunse una telefonata che mi lasciò di sasso: era Guillaume<br />

che mi comunicava che suo padre Eric era morto d’infarto mentre<br />

saliva in auto.<br />

Faccio un salto in avanti, maggio 2004: ritorno al Saleve, anche viaggiando<br />

non posso pensare che Eric non ci sia. Al momento del via<br />

sono molto emozionato, penso alle sensazioni piacevoli che ti trasmette<br />

la corsa, ai ricordi profondi che ti lascia e che Eric non potrà<br />

più provare o anche il semplice fatto di sentire il sole che ti scalda il<br />

viso.<br />

Sembra superfluo dire che Dawa vince anche quell’edizione, io alla<br />

prima tappa non vedo una freccia, mi perdo, ritrovo il percorso e al<br />

primo ristoro mi ritrovo in testa; ammetto immediatamente l’errore e<br />

proseguo almeno come allenamento.<br />

La terza e ultima tappa è valida anche come prova singola, quindi<br />

posso giocarmi le mie carte. Parto abbastanza deciso per riscattare<br />

i giorni precedenti, dopo qualche km siamo soli, Dawa che fa il ritmo<br />

ed io; dopo qualche km Dawa si gira e mi dice “Mau, lassù Eric ci sta<br />

guardando, sono sicuro che sarebbe felice di vederci arrivare mano<br />

nella mano al traguardo e così faremo”. Un groppo in gola mi blocca<br />

quasi il respiro per un momento, raddoppio le forze e salgo a tutta,<br />

scolliniamo insieme, ogni tanto guardo in alto quasi aspettando una<br />

conferma da Eric; ci aspetta la discesa, Dawa per fortuna non scende<br />

“a tutta”. Gli ultimi chilometri sono i più belli della mia vita di trailer,<br />

insieme agli ultimi metri del <strong>Trail</strong> des Frahans 2006, dove tagliando il<br />

traguardo vittorioso ho abbracciato Annie, moglie di Dawa e ho dedicato<br />

al fratello di Dawa, morto l’anno prima, la vittoria. Taglio il traguardo<br />

trattenendo le lacrime, abbracciato al mio amico nepalese, i<br />

nostri sguardi rivolti in alto sicuri di avere l’approvazione di Eric!<br />

Ho voluto condividere con tutti voi questo episodio che mi ha toccato<br />

nel profondo perché credo sia illuminante per capire quello che<br />

è lo spirito che accompagna il trailer. In tutti questi anni per me non<br />

è mai diminuita l’emozione nel vedere, dopo ore di fatica, gli arrivi<br />

mano nella mano, l’abbraccio subito dopo il traguardo, qualche volta<br />

le lacrime: forse perché è in questi attimi che magicamente si può<br />

cogliere lo spirito trail?<br />

Maurizio Scilla<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 1


ATTUALITA’...<br />

ANCHE QUESTO<br />

È <strong>TRAIL</strong><br />

testo di leonardo >leosorry< soresi<br />

L’ultra-trail è una disciplina nata<br />

da poco che non ha ancora<br />

identificato con precisione i propri<br />

confini e che deve ancora dotarsi di<br />

una struttura, che è invece tipica degli<br />

sport più maturi.<br />

Ad oggi in Italia non si è fatto molto, se<br />

non nulla, per stilare un regolamento<br />

comune, stabilire un calendario<br />

condiviso, definire un modello<br />

organizzativo unitario. In apparenza<br />

non si tratta che di una serie di questioni<br />

burocratiche quanto mai lontane dal<br />

mondo delle montagne e dei sentieri.<br />

In realtà io sono convinto che siano<br />

elementi fondamentali per lo sviluppo<br />

di questo sport. Pensate solo al fatto<br />

che attualmente non<br />

esiste neppure una<br />

terminologia univoca<br />

per definire le gare:<br />

non sarebbe un<br />

problema molto grave<br />

se l’UTMB non avesse<br />

richiesto la registrazione<br />

del marchio “<strong>Ultra</strong>trail”<br />

pretendendo<br />

ora di negarlo a<br />

quelle competizioni<br />

che reputa non in<br />

linea con la propria<br />

filosofia. Diventa quindi<br />

urgente definire una<br />

“via italiana” all’ultra<br />

trail, condivisa ed<br />

appoggiata da tutti,<br />

dagli organizzatori alla Federazione.<br />

Così ora abbiamo i Gran Raid (oltre<br />

al Cro-Magnon, anche la bella novità<br />

del Gran Raid delle Prealpi Trevigiane),<br />

i Gran <strong>Trail</strong> (il Valdigne e il Rensen), gli<br />

<strong>Ultra</strong> <strong>Trail</strong> (<strong>Lavaredo</strong> e Gran Sasso),<br />

le Vie (Via dei Lupi e 105 Abbots<br />

Way): insomma, tutta una serie di<br />

denominazioni diverse che si riferiscono<br />

a gare dalle caratteristiche analoghe.<br />

Ma quello di trovare un vocabolario<br />

e un linguaggio comune non è che<br />

la piattaforma per poter crescere.<br />

L’ultra-trail sta infatti ancora cercando<br />

di ottenere un riconoscimento a livello<br />

di Federazione Italiana di Atletica<br />

Leggera (FIDAL). Se ricordate, su<br />

Spirito <strong>Trail</strong> n. 3 avevamo parlato delle<br />

“...trovare un<br />

vocabolario<br />

e un<br />

linguaggio<br />

comune<br />

non è che la<br />

piattaforma<br />

per poter<br />

crescere.”<br />

forti polemiche che aveva suscitato in<br />

primavera una lettera nella quale un<br />

responsabile della Fidal sconsigliava la<br />

partecipazione al Cro-magnon e agli<br />

<strong>Ultra</strong> <strong>Trail</strong> più in generale, minacciando<br />

per di più sanzioni nei confronti degli<br />

atleti che vi prendevano parte, in<br />

quanto non si trattava di una gara<br />

riconosciuta dalla Federazione. Oggi<br />

le cose sembrano essere leggermente<br />

cambiate, anche per effetto del<br />

lavoro svolto dalla IUTA (Italian <strong>Ultra</strong> &<br />

<strong>Trail</strong> Association) che con il convegno<br />

tecnico del 5 settembre a Luco dei<br />

Marsi ha portato l’attenzione della<br />

Federazione su questo nuovo mondo<br />

della corsa in natura.<br />

Anche “ai piani alti” ci<br />

si sta accorgendo che,<br />

al momento, è proprio<br />

l’<strong>Ultra</strong>trail a fare da<br />

traino all’intero settore<br />

delle ultramaratone,<br />

con un gran numero<br />

di atleti che vi si<br />

cimentano pur non<br />

avendo mai corso<br />

nelle ultramaratone<br />

più tradizionali. C’è<br />

da costruire da zero<br />

una cultura relativa<br />

al mondo del trail e<br />

dell’ultra trail: basti<br />

pensare che fino ad<br />

oggi la Federazione<br />

arriva al massimo a<br />

regolamentare la “corsa in montagna<br />

di lunga distanza”, che però va da un<br />

minimo di 18 km ad un massimo di 36,<br />

cioè molto lontano da ciò che è un<br />

ultra-trail. E, come ha dimostrato la<br />

lettera “incriminata” nel caso del CRO,<br />

all’interno della Fidal c’è un’anima, o<br />

comunque un gruppo di persone, che<br />

ancora pensano che la nostra sia una<br />

disciplina estrema, in cui si gioca con<br />

la morte e che poco ha a che vedere<br />

con l’atletica e lo sport più in generale.<br />

Un problema simile per la verità lo<br />

hanno dovuto affrontare anche i nostri<br />

cugini francesi, dove i Grandi Raid<br />

(Cro-Magnon, Mercantour, Réunion)<br />

un tempo erano regolamentati<br />

dalla FFMA (Federazione Francese di<br />

Montagna e Alpinismo): solo dopo<br />

il grande successo dell’UTMB anche<br />

gli ultra trail sono stati “inglobati”<br />

dalla FFA (Federazione Francese di<br />

Atletica). Inoltre, proprio in questi<br />

anni si sta cominciando a pensare<br />

di dare una certa uniformità a livello<br />

europeo, con l’assegnazione da parte<br />

della IAU (International Association<br />

of <strong>Ultra</strong>runners) alla Merrel Skyrace di<br />

Serre Chevalier del primo Campionato<br />

Europeo di trail. A questo punto è<br />

evidente che lo sviluppo dell’ultratrail<br />

in Italia dipenderà molto dalla<br />

capacità della Fidal di fare un “triplo<br />

salto mortale”, per avvicinarsi ai<br />

principi del trail che sono del tutto<br />

sconosciuti nelle altre discipline<br />

dell’atletica. Non ci si può però<br />

aspettare che la regolamentazione<br />

venga fatta dall’alto da chi non ha<br />

mai avuto esperienza diretta di un trail.<br />

Fino ad oggi le gare italiane di ultratrail<br />

sono nate sull’onda della passione di<br />

qualche trailer, che affascinato dalle<br />

esperienze vissute nelle gare francesi,<br />

ha pensato di far conoscere ad altri<br />

trailer la propria zona e i propri terreni<br />

di allenamento. Così, senza molti<br />

sponsor privati e con pressoché nulle<br />

contribuzioni pubbliche, sono nati i 10<br />

ultratrail che ad oggi caratterizzano<br />

la realtà italiana. Fra di essi non<br />

esistono molti contatti, se non del tutto<br />

sporadici e occasionali: crediamo sia<br />

giunto il momento che gli organizzatori<br />

di trail inizino a collaborare per<br />

dare un’identità comune a questo<br />

sport, presentandosi come un fronte<br />

compatto e uniforme, capace di<br />

orientare le scelte che verranno<br />

compiute in sede federale.<br />

Noi di Spirito <strong>Trail</strong> abbiamo perciò<br />

deciso di aprire sul forum un<br />

argomento di discussione, incentrato<br />

su questo problema, al quale<br />

inviteremo formalmente a partecipare<br />

gli organizzatori degli ultratrail italiani.<br />

La discussione dovrebbe portare ad<br />

un confronto sulle diverse correnti di<br />

pensiero ad oggi presenti in Italia,<br />

che culminerà con un incontro, i cui<br />

dettagli sono ancora a definire, al<br />

termine della stagione di trail 2008. ▼<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 2


ANTEPRIMA<br />

SPECIALE<br />

Testo di Maurizio >maudellevette< Scilla<br />

L’ultimo week end di agosto, attorno<br />

a “Sua Maestà” il Monte Bianco,<br />

migliaia di trailer hanno preso parte<br />

all’avvenimento più importante in<br />

campo mondiale nell’ambito del trail<br />

running.<br />

La prima gara a partire, venerdì 29 alle<br />

11, è stata la Courmayeur Champex<br />

Chamonix (CCC), 98 km e 5600 metri<br />

di dislivello positivo. Nella prima parte<br />

della gara il francese Renaud Rouanet<br />

ha imposto il suo ritmo; una prova<br />

coraggiosa la sua nei confronti del più<br />

titolato Guillaume Le Normand, che lo<br />

seguiva in seconda posizione. L’italiano<br />

Lorenzo Trincheri si è mantenuto al<br />

terzo posto per un lungo tratto, per poi<br />

abbandonare a causa di problemi fisici.<br />

All’altezza del rifugio Bonatti il favorito Le<br />

Normand (secondo quest’anno alla<br />

Marathon de Chamonix) ha raggiunto<br />

Rouanet. I due transalpini hanno<br />

proseguito insieme fino a Champex<br />

Lac, dove Le Normand h a preso<br />

definitivamente il comando. Rouanet<br />

è riuscito a mantenere la seconda<br />

posizione davanti all’inglese Alun Powell,<br />

guida alpina.<br />

In campo femminile, la britannica Lucy<br />

Colquhoun è sempre stata al comando<br />

e ha tagliato il traguardo dopo 14 ore<br />

e 30’ di gara. Vittoria facile per lei: la<br />

seconda, Maud Giraud, è giunta infatti<br />

dopo più di due ore. Ha completato il<br />

podio Fiona Maxwell.<br />

Al via della prova “regina”, l’<strong>Ultra</strong>-<strong>Trail</strong><br />

du Mont Blanc (UTMB), con i suoi 166<br />

km e 9400 metri di dislivello positivo,<br />

erano presenti tutti coloro che erano<br />

saliti sul podio negli anni precedenti:<br />

Olmo, Sherpa, Jaquerod, Delebarre,<br />

Csaba, Lukas, Mermoud, Gaylord,<br />

senza dimenticare Scott Jurek, il più<br />

forte trailer americano, in Francia da un<br />

mese per poter preparare al meglio la<br />

gara; infine, il giovane catalano Kilian<br />

Jornet, vent’anni, vincitore della “Pierra<br />

Menta”, classica di scialpinismo, e di<br />

numerose skyrace in Europa.<br />

Jornet ha iniziato a fare sul serio nel<br />

tratto Contamines-La Balme, dove<br />

ha guadagnato ben 5 minuti sul<br />

nepalese Dawa Sherpa (vincitore nel<br />

2003). Da quel momento lo spagnolo<br />

non ha avuto più rivali; a Courmayeur<br />

è transitato con un vantaggio di 18’<br />

che è man mano aumentato, fino a<br />

raggiungere l’ora in quel di Chamonix,<br />

dove si è presentato al traguardo nella<br />

piazza della chiesa dopo 20h56’59”.<br />

Un’ora dopo il nepalese Dawa Sherpa<br />

ha attraversato le vie di Chamonix con<br />

il suo consueto sorriso, sventolando la<br />

bandiera del suo paese; terzo, autore<br />

di una prova maiuscola, il francese<br />

Julien Chorier, vincitore della CCC<br />

l’anno scorso. A seguire il giapponese<br />

Kaburaki, autore di una prova tutta in<br />

recupero e visibilmente emozionato;<br />

quinto lo spagnolo Romon. Al sesto<br />

posto si è piazzato, dopo 23h57’, il<br />

francese Antoine Guillon (secondo al<br />

Cromagnon quest’anno), che è riuscito<br />

a seguire in modo molto preciso i tempi<br />

di passaggio che si era prefissato: aveva<br />

infatti previsto una partenza tranquilla<br />

per fare poi una gara tutta in recupero.<br />

Dietro di lui lo svizzero Girard, l’ungherese<br />

Csaba, il tedesco Calmbach e, a<br />

chiudere i primi dieci, il nostro Massimo<br />

Tagliaferri. L’atleta lombardo è stato<br />

autore di una grandissima prova che ha<br />

confermato il suo valore dopo la vittoria<br />

al Grand <strong>Trail</strong> Valdigne e il quarto posto<br />

al Cromagnon.<br />

In campo femminile la britannica<br />

Elizabeth Hawker ha surclassato tutte le<br />

avversarie: la campionessa del mondo<br />

della 100 km ha terminato la sua prova<br />

in 25h19’41”, tempo inferiore a quello<br />

impiegato da Nikki Kimball con un<br />

percorso più lungo e con più dislivello.<br />

La francese Karine Herry, autrice di<br />

un’incredibile tripletta nel 2006 (UTMB,<br />

Diagonale des Fous, Templiers), ha<br />

accusato un momento di difficoltà<br />

ad Arnouva, poi pian piano è riuscita<br />

a ripartire e a conquistare il secondo<br />

posto, davanti all’altra transalpina Cathy<br />

Dubois, trailer da un solo anno e sul<br />

podio alla sua prima partecipazione.<br />

Da sottolineare la prova del<br />

sessantanovenne svizzero Werner<br />

Schweizer, al traguardo dopo 34h05’,<br />

già nei primi dieci in edizioni precedenti.<br />

A Werner nel 2007 è stato diagnosticato<br />

un cancro, ma dopo un’operazione e<br />

la chemioterapia, la sua volontà di ferro<br />

l’ha portato ben presto a ricominciare a<br />

muoversi e riuscire già a finire l’edizione<br />

2007 di questa massacrante corsa,<br />

cosa che ha fatto muovere i media per<br />

portarlo come esempio per chi deve<br />

affrontare malattie così debilitanti. ▼<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 3


BISOGNA SAPER<br />

VINCERE!<br />

Testo di Maurizio >maudellevette< Scilla<br />

L’ultimo week end di agosto<br />

Chamonix si trova al centro del<br />

mondo delle corse in natura,<br />

infatti l’<strong>Ultra</strong> <strong>Trail</strong> du Mont Blanc<br />

si può ritenere un vero e proprio<br />

campionato mondiale della<br />

specialità, con la partecipazione<br />

di un plateau di atleti eccezionali,<br />

basta dare un’occhiata alla<br />

classifica che vede nelle prime<br />

dieci posizioni rappresentate ben 8<br />

nazioni.<br />

Ma veniamo al punto, mi piacerebbe<br />

in questa pagina gioire per la vittoria<br />

del catalano Kilian Jornet, vent’anni,<br />

un ragazzo imbattibile, vincitore della<br />

“Pierra Menta”, la più importante<br />

gara di scialpinismo, vincitore degli<br />

skygames e di numerose altre gare,<br />

ma la sua grande impresa lascia<br />

molti dubbi a livello morale.<br />

Già alla partenza si è capito che<br />

avrebbe giocato con i limiti del<br />

regolamento attuale, una cintura a<br />

banana in vita, con un contenitore<br />

per un litro d’acqua arrotolato,<br />

pantaloncini e canotta, un k-way<br />

super leggero, telo di sopravvivenza,<br />

il tutto al limite del regolamento,<br />

fregandosene altamente dei rischi<br />

che si possono correre in montagna.<br />

D’altra parte questa ossessione al<br />

minimalismo è ben conosciuta nello<br />

scialpinismo!<br />

Lungo il percorso è stato penalizzato<br />

di 15’ perché è stato accompagnato<br />

lungo la salita che porta alla Tete<br />

aux Vents, cosa che il regolamento<br />

vieta, ma non finisce qui. Dai<br />

ristori è ripartito quasi sempre con<br />

pochissima acqua (200/300 ml),<br />

ma diverse volte è stato sorpreso<br />

a esser rifornito lungo il tracciato<br />

dai suoi amici catalani lontano dai<br />

punti di ristoro previsti, e a qualche<br />

chilometro da Courmayeur gli è<br />

stata data assistenza con cambio<br />

dei vestiti. Sfortunatamente non<br />

ci sono immagini che possano<br />

documentare quanto detto, quindi<br />

il catalano ha vinto regolarmente.<br />

Di certo questa non è l’etica vicina<br />

al mondo del trail, gli organizzatori<br />

dell’UTMB hanno già dichiarato<br />

che correranno ai ripari per il<br />

prossimo anno, modificando il<br />

regolamento per quanto riguarda il<br />

materiale obbligatorio, perché non<br />

vogliono assolutamente che questa<br />

esasperazione prenda piede, visto<br />

che non corrisponde allo spirito<br />

dell’avvenimento.<br />

Un vero peccato l’atteggiamento<br />

dell’atleta catalano, perché<br />

Sul prossimo numero di Spirito <strong>Trail</strong><br />

troverete un ricchissimo speciale<br />

dedicato all’UTMB e alla CCC,<br />

con racconti,commenti e foto!<br />

avrebbe vinto ugualmente l’UTMB<br />

anche comportandosi come un vero<br />

trailer, vista la sua impressionante<br />

superiorità: in nessun ristoro l’ho<br />

visto in difficoltà, anzi sempre fresco<br />

e rilassato, la sua agilità di corsa<br />

è rimasta tale anche nella parte<br />

finale del tracciato, tant’é che ha<br />

attaccato la salita finale che parte<br />

dal Col des Montets correndo.<br />

C’è un episodio che merita essere<br />

citato: al ristoro di Arnouva in val<br />

Ferret, Dawa Sherpa è passato al<br />

secondo posto; quando è giunto<br />

all’interno della zona ristoro è stato<br />

accolto con un grande applauso<br />

dai volontari francesi, i quali hanno<br />

chiesto di poter fare una foto con<br />

lui. Dawa come al solito non ha<br />

detto no, anzi non ha fatto una<br />

piega quando gli è stato chiesto di<br />

rifare la foto: la sua è stata una vera<br />

corsa zen!<br />

Spero a questo punto di poter<br />

applaudire caldamente il prossimo<br />

vincitore dell’UTMB e mi auguro che<br />

questo trend non prenda piede<br />

nel nostro mondo, al momento in<br />

grande crescita, ma che non può<br />

allontanarsi dalla convivialità, la<br />

solidarietà, l’etica, l’amore per la<br />

montagna! ▼<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 4


CRONACHE...<br />

<strong>Trail</strong> Autogestito<br />

P rato-B occadirio<br />

[ PARODIA DI UN VERO TA]<br />

QUESTA MANIFESTAZIONE NON È SOL-<br />

TANTO UNA SPLENDIDA ESCURSIONE,<br />

MA È ANCHE ALTRO: È UN CAMMI-<br />

NARE INSIEME, UNO STARE IN COMU-<br />

NIONE CON GLI UOMINI, LA NATURA<br />

E PER CHI CI CREDE ANCHE CON<br />

DIO; È UN MODO PER DIRE “GRAZIE<br />

DI ESSERE AL MONDO”.<br />

E PERCHÉ NON FARCI ANCHE UN<br />

T.A.?<br />

testo di Alessio >kappadocio< Parauda<br />

Foto @ Gerardo >Jack< Langone<br />

Chissà cosa avrà pensato<br />

Piero quando, dall’alto<br />

in questa notte di pallida<br />

luna, avrà visto che lungo il sentiero,<br />

oltre a circa 40 camminatori<br />

che onoravano la sua iniziativa,<br />

c’erano 6 torce che, ben distanti,<br />

cercavano di recuperare il distacco<br />

CORRENDO. Perché in fondo<br />

l’idea era proprio quella: organizzare<br />

un <strong>Trail</strong> Autogestito nella<br />

stessa notte in cui partivano i camminatori,<br />

dando loro 2 ore di vantaggio<br />

per poi arrivare tutti insieme<br />

al Santuario di Bocca di Rio.<br />

C’ero io (il kappadocio), c’era il<br />

..TUTTO È INIZIATO NEL 1992, DA<br />

UN’IDEA DI PIERO GUCCI E DA AL-<br />

LORA, TUTTI GLI ANNI, CON QUA-<br />

LUNQUE TEMPO ATMOSFERICO,<br />

L’ULTIMO VENERDI DI LUGLIO, PIERO<br />

HA GUIDATO, FINO ALLO SCORSO<br />

ANNO QUANDO CI HA AHIMÈ LA-<br />

SCIATO, CHIUNQUE SI SIA PRESEN-<br />

TATO ALLA PARTENZA LUNGO LE 12<br />

ORE DI CAMMINO CHE PORTANO<br />

DA PRATO AL SANTUARIO DI BOC-<br />

CA DI RIO.<br />

Vannucci che credo buona parte<br />

degli spirito trail conosceranno, c’era<br />

Federico che in qualità di autoctono<br />

avrebbe dovuto conoscere la strada<br />

(condizionale d’obbligo), c’era Jack<br />

la cui allegria è stato un ottimo pretesto<br />

per vivere un piacevole pomeriggio<br />

oltre a una stupenda traversata<br />

notturna, c’era UomoPatagonico<br />

che conosco da un po’ ormai e che<br />

mi ha fatto un gran piacere ospitare<br />

sui miei monti, e infine c’era una simpatica<br />

signora di nome Carla.<br />

Mentre noi eravamo tutti bardati<br />

manco si partisse per la Luna, la<br />

Carla era spettacolare, podista oc-<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 5


casionale con quello zainetto domenicale<br />

in cui aveva messo un bel<br />

thermos di caffè per la notte qualora<br />

ci prendesse un colpo di sonno (sì,<br />

avete letto bene). Avreste dovuto<br />

vederla quando ha parcheggiato<br />

la macchina e ha visto che “gente”<br />

era ferma ai blocchi di partenza. A<br />

ripensarci oggi avrei dovuto vietarle<br />

in quel momento di venire con noi<br />

perché correre di notte, per quanto<br />

tranquilla si possa prendere, non è<br />

un’esperienza facile. Ci vuole un minimo<br />

di preparazione mentale e la<br />

concentrazione deve essere sempre<br />

molto elevata, tant’è che anche i<br />

più esperti possono cadere in errore.<br />

Ma non me la sono sentita!<br />

Finalmente è giunta l’ora di partire,<br />

sono le 23.05 (ritardo accademico)<br />

e il gruppo procede sul breve tratto<br />

di asfalto che porta alla salita del<br />

Monte Maggiore. Forse abbiamo un<br />

po’ esagerato perché la partenza è<br />

stata veramente troppo arzilla, tanto<br />

che Jack è rimasto indietro in preda<br />

ai litigi tra succo gastrico e stomaco<br />

(a cena aveva ben pensato di man-<br />

giare nel seguente ordine: patatine<br />

fritte rubate al sottoscritto, acqua,<br />

una bella pizza alta con pomodoro,<br />

birra, un gustoso dolce al mascarpone<br />

per stare leggeri e poco prima del<br />

caffè e mezz’ora prima della partenza<br />

un bel piatto di spaghetti al pomodoro<br />

e peperoncino piccante).<br />

La salita comincia e già ci sono i primi<br />

distacchi: dopo 4 km eravamo solo<br />

io e Marco a guardarci nelle palle<br />

delle torce. Ma in breve ci riuniamo<br />

e, con passo tapascionico, arriviamo<br />

in breve al primo punto di “controllo”<br />

(Valibona) ed essendo praticamente<br />

tutti insieme (incredibile) decidiamo<br />

di ripartire subito. Prendiamo il<br />

sentiero n° 20 e passiamo per quello<br />

che a primavera era un tratto dalla<br />

bellezza incantevole, ora invece<br />

è una striscia di terreno coperto da<br />

cardi, delle simpatiche piantine pungenti<br />

che non ti lasciano in pace e ti<br />

ricordano quanto sia doloroso avere<br />

piccoli aghi che ti si conficcano<br />

ritmicamente nelle caviglie. Ma andiamo<br />

avanti e, dopo esserci distratti<br />

per un attimo (simpatico modo per<br />

dire che ci eravamo infrascati fuori<br />

dal sentiero) raggiungiamo Foce ai<br />

Cerri. Da qui, io e Marco raggiungiamo<br />

il Monte Maggiore (880 m di dislivello<br />

in 8,8 km) mentre gli altri si sono<br />

persi nel bosco.<br />

Dopo urla notturne di richiamo che<br />

risuonavano come eco dal monte<br />

verso la città che lentamente si<br />

addormentava (o sperava di farlo<br />

usando tappi per le orecchie) ci siamo<br />

finalmente ricongiunti sulla vetta<br />

del Monte Maggiore a godere del<br />

panorama e fare qualche foto. Il<br />

silenzio e l’insolita assenza di vento<br />

hanno reso spettacolare l’immagine<br />

che si apriva davanti ai nostri occhi<br />

con le luci della città che giungevano<br />

a noi come mondi distanti, come<br />

realtà metropolitane di inquinamento<br />

e frenesia ormai catalogate<br />

come un incubo lontano.. iniziava il<br />

vero silenzio, l’oscurità intaccata da<br />

un pallido quarto di luna che ci ha<br />

seguito ed osservato lungo tutto il<br />

tragitto. E così ci siamo buttati di corsa<br />

attraversando continui saliscendi,<br />

sbagliando strada su indicazione di<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 6


Federico (che strano vero?), incontrando<br />

animali selvatici, cavalli e un<br />

gregge di pecore comandato da<br />

due noiosissimi cani.<br />

Da qui arriviamo in poco tempo a<br />

Montecuccoli, ma il gruppo che<br />

accompagna la rappresentante<br />

del gentil sesso ancora non si vede.<br />

Dopo un po’ arrivano e, fatta una<br />

buona sosta sorseggiando l’acqua<br />

che gentilmente i camminatori ci<br />

avevano lasciato, si riparte, ma a<br />

questo punto arriva la doccia fredda:<br />

Carla è presente fisicamente ma<br />

ormai ci ha abbandonato mentalmente<br />

e non riesce più a correre. Ci<br />

facciamo forza ma ci attendono i 10<br />

km più lunghi della notte. Non perché<br />

siano particolarmente impegnativi<br />

per i dislivelli, ma perché si sta procedendo<br />

ad una velocità che era<br />

identica a quella dei camminatori e<br />

penso che ormai non li raggiungeremo<br />

più. Marco e Federico a questo<br />

punto spariscono e non li vedremo<br />

più se non all’arrivo. Quel passo è<br />

troppo lento per tutti noi ma dentro<br />

di me sento che lasciare lì da sola in<br />

mezzo al bosco Carla sarebbe una<br />

vigliaccata. A pensarla come me ci<br />

sono ancora Jack e UomoPatagonico<br />

con il loro spirito e la volontà di<br />

rimanere uniti fino alla fine del giro.<br />

Bella davvero la loro dimostrazione,<br />

degna di un vero TA.<br />

Ahimè, il nostro ritardo sui camminatori<br />

non ci ha consentito di fermarci<br />

in punti particolari dove poter raccontare<br />

a Jack e Patagonico la storia<br />

che c’era in quei luoghi. Non ho<br />

potuto raccontare loro della casa<br />

della Dogana dove avveniva il pagamento<br />

del dazio tra le terre di Prato<br />

e quelle del Mugello, come non<br />

ho potuto raccontare la storia della<br />

fattoria Le Soda. Poco male però<br />

perché il percorso sta piacendo e<br />

credo proprio ci saranno altre occasioni<br />

in futuro.<br />

Finalmente arriviamo al passo della<br />

Crocetta, su strada asfaltata, dove<br />

Carla ci abbandona per aspettare<br />

l’arrivo della figlia per riprenderla:<br />

alla fine ha rinunciato! Lasciamo<br />

Carla per avviarci con grande slancio<br />

verso l’ultima impegnativa salita<br />

che ci porterà in vetta al Tavianella,<br />

non possiamo perdere la scommessa<br />

fatta a noi stessi: i camminatori<br />

vanno raggiunti. Durante la salita<br />

si intravede un bel cielo: sta albeggiando<br />

e vi assicuro che attraversare<br />

quel bosco a quell’ora ha un sapore<br />

particolare, un’emozione unica. La<br />

nostre folle rincorsa però ci premia e<br />

arriviamo finalmente a ricongiungerci<br />

con i camminatori (siamo a 3 km<br />

dall’arrivo).<br />

Mamma mia che sudata, è stata<br />

un’impresa raggiungerli e il piacere<br />

di fermarsi un attimo per parlare<br />

con loro, per sapere che emozioni<br />

hanno vissuto nel loro pellegrinaggio<br />

notturno, riesce per un po’ a farmi dimenticare<br />

che dovrei correre ancora<br />

per qualche km. Però alla fine torno<br />

in me e ricordandomi che Jack<br />

mi aveva da poco superato al grido<br />

di “tu tiene e cuorna”, decido di salutare<br />

i camminatori e ripartire verso<br />

l’arrivo.<br />

La discesa finale è stata abbastanza<br />

stressante per il mio povero ginocchio<br />

ormai andato, ma il premio finale è<br />

stato più che soddisfacente: sono a<br />

Bocca di Rio, un santuario dalla storia<br />

bellissima, immerso nel verde e<br />

nel silenzio della montagna vicino a<br />

una sorgente di acqua freschissima<br />

e buonissima al cospetto di un terzo<br />

tempo fantastico: schiacciata con i<br />

ciccioli, schiacciata normale, scrostata<br />

e pastiera napoletana. Il tutto<br />

condito con acqua, bevande gassate<br />

di vario colore e un buon vino.<br />

Ormai il TA è concluso ma porterò<br />

per sempre con me il ricordo di questi<br />

volti, delle difficoltà incontrate, del<br />

piacere di condividere questi momenti<br />

e questi sentieri con persone<br />

che probabilmente non sarebbero<br />

mai venute a fare un giro in questi<br />

luoghi. Grazie a Carla, Federico,<br />

Marco, UomoPatagonico e Jack ma<br />

grazie anche a Piero che mi ha tenuto<br />

compagnia con il suo ricordo in<br />

questa lunga e stupenda notte! u<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 7


Foto @ Carlo Lemonato<br />

CRONACHE...<br />

FULL<br />

CAMIGNADA trail...<br />

Testo di Maurizio >Gattone< Cenci<br />

SE MI CHIEDESSERO COS'ERA LA<br />

...cosa potrei rispondere?...<br />

Partenza dal lago di Misurina, la sera<br />

del 16 agosto 2008 alle 22.<br />

E' stata una corsa dove, abbandonate<br />

le luci della città, ci siamo lasciati<br />

guidare dai raggi del sole riflessi<br />

dalla luna piena, dove la terra ha<br />

provato a nasconderla per rendercela<br />

più romantica con un'eclissi velata<br />

da nuvole ballerine. Una corsa<br />

dove hai lasciato il rumore della città<br />

per il silenzio, assordante, del nulla. E<br />

M O ON<br />

una corsa dove l’oscurità della notte<br />

ti ha reso possibile vedere le sagome<br />

imponenti delle vette avvolte in lenzuoli<br />

bianchi come a coprirle per non<br />

far prendere loro freddo. Dove passo<br />

dopo passo scorgi in lontananza le<br />

luci di paesini addormentati mentre<br />

da lassù ti accontenti di una misera<br />

luce appesa alla fronte per vegliare<br />

su di loro. E una corsa dove immerso<br />

nello spettacolo che la natura ci<br />

ha messo a disposizione, ho potuto<br />

annusare i profumi intensi rilasciati<br />

dalla notte, accarezzato massi che<br />

sono lì da secoli con la paura di svegliarli,<br />

guardare da lassù valli dove<br />

le nuvole basse sotto di te sembrano<br />

vasche piene di soffice panna. E<br />

mentre scendi in esse ti accarezzano<br />

e ti avvolgono fino a farti scomparire<br />

in un nuovo mondo... fantasilandia...<br />

Qui, accompagnato dagli scricchiolii<br />

dei rametti sotto i tuoi passi, dal rotolare<br />

dei sassi che scivolano al tuo<br />

passaggio, dal sussurrare dei ruscelli<br />

che scorrono ma non vedi, dai campanacci<br />

delle mucche che stavano<br />

riposando immersi in questo mondo<br />

nascosto dalla notte, come folletti<br />

un po’ troppo cresciuti, che sicuramente<br />

si saranno chiesti: "ma questi<br />

chi sono?", ti avvii verso l’ultimo tratto<br />

in un sentiero che costeggia un fiume<br />

sempre vivo e fresco che scorre<br />

a fianco a te, anche se più veloce,<br />

perché tu ormai sei stanco dopo 7<br />

ore di corsa, camminate, pause, nella<br />

notte attraverso scenari incantevoli:<br />

le Tre Cime di <strong>Lavaredo</strong>, i Piani<br />

di Cengia, la Val Girarba, i sei rifugi...<br />

Raggiungi il punto d’arrivo (il lago di<br />

Auronzo) con un passo non proprio<br />

spedito; qui ti giri, guardi dietro te e<br />

pensi: "che spettacolo, peccato sia<br />

finito". E' bastato quello sguardo perché<br />

la fatica svanisse, miracolo della<br />

natura.<br />

Ecco cosa risponderei, e guardandolo<br />

negli occhi gli direi: la prossima<br />

volta vieni anche tu, e mi ringrazierai<br />

di averti fatto conoscere un'esperienza<br />

indimenticabile per i tuoi ricordi<br />

futuri. u<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 8


CRONACHE...<br />

Testo di Francesco >Checo< Zanchetta<br />

Foto © www.camignada.it<br />

fascino antico<br />

La mia prima Camignada risale<br />

al 1991, e da allora nell'organizzazione<br />

e nel percorso non è<br />

cambiato nulla di sostanziale; andava<br />

bene allora e va benissimo anche<br />

oggi.<br />

Ai ristori, con l'avvento dell'elettronica,<br />

il vecchio sale da cucina (sì sì, un<br />

tempo contro i crampi trovavi il sale<br />

da cucina...) ha lasciato il posto agli<br />

esotici ---ene, ---is, ---ade, ma lo spirito<br />

originario, quello per fortuna non<br />

è cambiato.<br />

A dire il vero, quello che è cambiato<br />

di più forse sono proprio i concorrenti.<br />

A parte il numero, c'è più gente nuova,<br />

che viene dalla strada e qualcuno<br />

dalla strada si è anche portato<br />

delle pessime abitudini.<br />

E' quello che ho pensato ancor prima<br />

del rifugio Auronzo, quando ho<br />

cominciato a raccogliere i primi<br />

scarti di gel, barrette e ammennicoli<br />

vari. I primi pensieri sono stati: "Ma<br />

che razza di gente viene a correre<br />

quassù, che dopo mezz'ora ha già<br />

bisogno di maltodestrine? Se l'an-<br />

dazzo continua così proporrò al CAI<br />

di chiuderla, questa corsa, se è così<br />

che si tratta la montagna."<br />

Poi ho incontrato delle stelle alpine,<br />

e pensieri meno cattivi hanno preso<br />

il sopravvento. Il "Gotico Bellunese"<br />

delle cattedrali dolomitiche ha fatto<br />

il resto, e fra guglie e gargouille<br />

mi sono finalmente calato in quella<br />

fiaba da vivere e da correre che è la<br />

Camignada.<br />

Il sole pieno e l'aria fresca ci hanno<br />

regalato anche quest'anno il clima<br />

ideale per correre. A tratti, nelle di-<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 9


scese intermedie, quando il fondo di<br />

solide rocce rassicurava il mio tendine<br />

che di solido non ha più niente,<br />

ho anche riassaporato il piacere<br />

della discesa: l'ebbrezza del volo tra<br />

una roccia e l'altra, la purezza di sentirmi<br />

aria nell'aria, delfino tra le onde,<br />

rondine fra le nuvole... E salite da<br />

mordere e conquistare, con incedere<br />

testardo e sicuro fra innumerevoli<br />

gocce di colorata rugiada. Quanti<br />

fiori quest'anno sui sentieri, tanto delicati<br />

che i petali fremevano anche<br />

all'aria immobile, tanto leggeri che<br />

anche le possenti cime si sono ancora<br />

di più snellite e sollevate, in punta<br />

di piedi, per reggere il confronto e<br />

non sfigurare.<br />

Sapevo che la Val Giralba quest'anno<br />

l'avrei sofferta. Gambe non a posto<br />

e scarpe malandrine mi hanno<br />

costretto ad una sosta fuori programma,<br />

un minuto per rifiatare e ripartire<br />

con uno spirito diverso, obiettivo: arrivare<br />

in condizioni decenti.<br />

I sei chilometri finali di strada statale<br />

sotto il sole sono solo un incubo<br />

lontano, che ripesco dalla memoria<br />

quando mi sembra che sia ancora<br />

troppo lunga, per consolarmi. Nella<br />

pista ciclabile ci sono addirittura delle<br />

zone ombreggiate: troppo lusso!<br />

E' cambiato il percorso ma gli appuntamenti<br />

sono rimasti: il signore<br />

che mette sul banchetto acqua e<br />

menta, il rinfrescarsi a tutte le fontane<br />

possibili per arrivare bene, per godere<br />

fino in fondo dei piaceri della<br />

montagna e di questa meravigliosa<br />

giornata.<br />

E poi tanti amici e tanta allegria.<br />

Ciao a tutti, e a tutti grazie! u<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 10


CRONACHE...<br />

IL <strong>TRAIL</strong><br />

BANGHER<br />

del<br />

Viaggiare per<br />

correre o<br />

correre<br />

per viaggiare<br />

Testo di Daniela Banfi<br />

Foto © Archivio Maurizio Scilla<br />

SIAMO SEMPRE DI CORSA, CERCHIA-<br />

MO DI FARE TUTTO CELERMENTE, DA<br />

SEMPRE LA GIORNATA È COMPOSTA<br />

DI VENTIQUATTRO ORE.<br />

MA PARE CHE QUESTO TEMPO, IN<br />

QUESTO MILLENNIO E IN PARTE IN<br />

QUELLO APPENA TRASCORSO, NON<br />

SIA PIÙ SUFFICIENTE PER METTERE IN<br />

FILA TUTTE LE COSE CHE SI DEVONO E<br />

VOGLIONO FARE.<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 11


Il "tutto, presto e subito" ci toglie il<br />

gusto di assaporare il contorno<br />

di un’esperienza che non è solo<br />

arrivare nel più breve tempo possibile,<br />

fare un giro su se stessi e tornare<br />

da dove si è partiti, per poter<br />

dire “c’ero”, “ho visto”, non solo con<br />

un’occhiata passeggera, effimera,<br />

ma anche con tutti gli altri sensi.<br />

L’infinità di colori, suoni, profumi,<br />

immagini sono il completamento<br />

dell’attimo che fugge, il cui ricordo<br />

non sapremo mai quando riaffiorerà<br />

e sotto quale aspetto e in quale<br />

momento, né tantomeno se sarà veritiero<br />

o falsato dalla memoria. Vale<br />

però sempre la pena soffermarsi anche<br />

sulle piccolezze.<br />

Così capita che, per andare dove<br />

devi andare, trovi un’uscita autostradale<br />

chiusa e sei costretto ad una<br />

deviazione.<br />

Domenica 27 luglio c’è il “Bangher”,<br />

corsa in montagna alla quale non<br />

voglio mancare quest’anno.<br />

Si parte da Piedicavallo, ultimo paesino<br />

della Val Cervo, qui la strada<br />

asfaltata finisce contro la montagna,<br />

oltre si va a piedi.<br />

Ho partecipato alla prima edizione<br />

nel 2006 con un percorso simile, ma<br />

con invertito il senso di marcia.<br />

Per questa occasione sono previste<br />

due partenze, la classica di gruppo<br />

alle 8.30 e un’altra più defilata, quasi<br />

silente, alle 7.00, per chi preferisce la<br />

frescura delle prime ore del mattino<br />

e sa che impiegherà un po’ più di<br />

tempo rispetto alla maggioranza.<br />

Io sono fra questi ultimi, un po’ adoro<br />

la quiete delle ore mattinali, la pace,<br />

la natura che si risveglia, gli animali<br />

che puoi incontrare, che in altri<br />

momenti se ne starebbero nascosti<br />

ad osservare noi bipedi variopinti e<br />

chiassosi; e poi metto in conto d’impiegare<br />

circa 1h-1h15’ in più rispetto<br />

al 2006, per cui arriverei veramente<br />

tardi.<br />

La sveglia suona, mentre un’ambulanza<br />

passa con le sirene spiegate è<br />

ancora notte, smette d’improvviso, e<br />

nel silenzio di una cittadina svuotata<br />

dall’incombere delle ferie ogni più<br />

piccolo rumore risuona come fosse<br />

accanto a te.<br />

Mi alzo, assonnata finisco di prepa-<br />

rare lo zaino, riempio il camel bag,<br />

mi vesto e in meno di mezz’ora sono<br />

pronta.<br />

I miei passi, seppur lievi, riecheggiano<br />

nella quiete notturna, quando non<br />

vuoi fare rumore ti capita di tutto, è<br />

sempre così, ti scivola qualcosa dalle<br />

mani che rimbalza sul pavimento<br />

e, nel tentativo di prenderlo al volo<br />

per evitare il tonfo, sbatti una porta<br />

o contro qualcos’altro, apri piano la<br />

porta che conduce ai garage, ma<br />

il basculante del box cigola più del<br />

solito e le portiere sembrano tuoni,<br />

quando le chiudi, anche se sei accorta<br />

nell’accostarle.<br />

Finalmente sono per strada, attraverso<br />

il centro del mio paese, non<br />

c’è nessuno in giro, dell’ambulanza<br />

neanche l’ombra.<br />

Accendo la radio, arrivo all‘entrata<br />

dell’autostrada, è ancora buio,<br />

prendo il biglietto e via per questa<br />

nuova avventura.<br />

Amo viaggiare quando ancora il<br />

sole non è ancora sorto. La musica si<br />

fonde con il rumore del motore, delle<br />

gomme che scivolano sull’asfalto<br />

appena rifatto, sembrano solleticar-<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE 12-


lo, si miscela con i pensieri, le poche<br />

luci che sopraggiungono, è perdersi<br />

in qualcosa di lontano e solamente<br />

tuo.<br />

In men che non si dica eccomi a Balocco,<br />

la mia uscita.<br />

Che strano nome per un paese, balocco<br />

è sinonimo di giocattolo, termine<br />

in disuso, anzi quasi antico, porta<br />

di rimando ai giochi di una volta,<br />

fatti di legno o con materiale ricicla-<br />

to, ovvero oggetti<br />

non più idonei per<br />

essere utilizzati per<br />

il loro vero scopo<br />

ed adattati, soldatini<br />

di stagno,<br />

di cartapesta,<br />

bambole di pezza,<br />

i tappi delle bottiglie.<br />

Nel mio caso Balocco<br />

è un paese,<br />

che se non fosse<br />

per la chiusura<br />

dell’uscita autostradale<br />

di Carisio<br />

non avrei mai<br />

nemmeno sfiorato.<br />

Pago al casellante<br />

il dovuto e dopo<br />

una piccola incertezza<br />

sulla direzione<br />

da seguire,<br />

attraverso il centro<br />

del piccolo borgo<br />

dormiente; anche<br />

l’alto campanile a<br />

pianta quadrata<br />

è silenzioso, al suo<br />

fianco la Chiesa<br />

Parrocchiale di<br />

San Michele Arcangelo,<br />

guarda<br />

caso anche patrono<br />

di Piedicavallo,<br />

e sull’altro lato<br />

della piazza un<br />

castello del XV secolo,<br />

che sorpresa,<br />

260 anime, quattro<br />

case, un piccolo<br />

gioiello. Scoprirò<br />

tutto dopo il mio<br />

veloce passaggio,<br />

anche che il torrente<br />

Cervo lambisce<br />

il paese, lo<br />

stesso torrente che<br />

nasce dal lago<br />

della Vecchia e<br />

che taglia in due<br />

la Valle di Adorno,<br />

torrente che senza<br />

volere risalirò<br />

per raggiungere la<br />

mia prima meta, per l’appunto Piedicavallo.<br />

Tutte piccole coincidenze<br />

legate da un filo invisibile.<br />

Attraverso la campagna, la strada,<br />

un lungo biscione serpeggia tra borghi<br />

e campi coltivati, pare essere in<br />

un altro mondo, dove vige la legge<br />

che le case non devono avere più di<br />

due piani e distare le une dalle altre<br />

almeno il doppio della loro superfi-<br />

cie.<br />

Torno alla realtà, quando arrivata a<br />

Cossato imbocco la superstrada che<br />

in un battibaleno mi porterà a Biella.<br />

Sbuco a pochi chilometri dalla strada<br />

provinciale 100, quella che sale e<br />

costeggia il torrente.<br />

Man mano che si prosegue la valle si<br />

restringe, diviene sempre più selvaggia.<br />

Incontro un pastore con una mucca<br />

e il suo cane, spero in cuor mio di<br />

non incappare nel resto della mandria,<br />

occuperebbe tutta la strada e<br />

rischierei di arrivare tardi.<br />

Per mia fortuna le mucche si stanno<br />

riposando in un triangolo di prato a<br />

lato della via, coricate sull’erba mi<br />

guardano con aria sorniona, impassibili<br />

continuando a ruminare.<br />

Sono le 6.30 e spengo il motore<br />

dell’auto, sono arrivata.<br />

Recupero il camel bag dal bagagliaio,<br />

sono pronta, intorno a me facce<br />

nuove, saranno i miei compagni<br />

di gara.<br />

Saluto Mau e Beppe, già pronti ad<br />

elargire numeri da apporre al petto,<br />

saremo circa 13/14 a partire alle<br />

7.00, una breve spiegazione e arriva<br />

anche Luciano, il campanile rintocca<br />

le ore, il suono prodotto dal batacchio<br />

contro i bordi interni delle<br />

campane sarà il nostro starter.<br />

Sono con Luc, si corricchia, quattro<br />

chiacchiere, è da tanto che non ci<br />

vediamo, riconosco il percorso, era il<br />

tratto finale nel 2006.<br />

Lui si ferma a sistemare qualcosa, io<br />

proseguo, mi ritrovo sola, qualcuno è<br />

già scomparso davanti a me e qualcun<br />

altro mi segue, sono nel mezzo e<br />

mi sento tranquilla.<br />

Corro, ma appena la salita si fa irta,<br />

cammino di buon passo. Alla Biella-<br />

Monte Camino ho commesso l’errore<br />

di partire troppo forte, per poi<br />

pagare dazio, so che questo percorso<br />

è impegnativo e devo cercare di<br />

gestirmi al meglio.<br />

La salita mi piace e passo dopo passo,<br />

prima nel bosco poi all’aperto,<br />

arrivo alla bocchetta del Croso, ci<br />

sono delle persone ad attenderci, un<br />

signore mi chiede quanti siamo partiti<br />

prima, gli rispondo e poi mi dice<br />

che a breve partiranno gli altri, gli<br />

chiedo l'ora, sono le 8.20.<br />

Scollino, che panorama...<br />

Ora devo scendere ed arrivare al<br />

torrente giù in basso, i ricordi affiorano<br />

alla mente, il sentiero è stato<br />

sfalciato egregiamente, una piccola<br />

giungla lillipuziana, l’umidità della<br />

notte rende sdrucciolevole il terreno,<br />

scivolo un paio di volte e senza voler-<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 13


lo tiro il freno.<br />

Mi arrabbio, perché so che se non<br />

imparo a scendere come si deve,<br />

tutta la mia fatica in salita si perde in<br />

un soffio di vento, infatti vengo raggiunta<br />

da chi dietro arrancava.<br />

Ogni tanto alzo lo sguardo dal terreno<br />

per guardarmi un po’ attorno,<br />

sento un mulo ragliare, ma appena<br />

lo faccio il piede va per suo conto,<br />

comunque arrivo al ponticello di<br />

legno sul torrente Sorba al di là del<br />

quale c’è il primo ristoro, un bicchiere<br />

d’acqua, un sorriso e via di nuovo.<br />

Questa volta in compagnia di Walter,<br />

barba folta e grigia e 68 anni<br />

portati egregiamente.<br />

Il sentiero scende armoniosamente,<br />

ci scambiamo qualche impressione,<br />

poi ad un certo punto il dubbio, sarà<br />

giusta la strada, torniamo indietro ed<br />

incontriamo Luciano che ci rassicura,<br />

aveva appena visto un bollino arancio,<br />

basta un nonnulla per distrarsi e<br />

sbagliare.<br />

Arriviamo all’Alpe Dosso dove alcune<br />

persone ci indicano il sentiero<br />

che sale sulla sinistra.<br />

Luciano dice che ora sono mille metri<br />

“secchi” di salita.<br />

Tanto bello quanto duro questo tratto,<br />

in breve ci perdiamo di vista.<br />

Il sentiero sale, ripidamente zigzaga<br />

nel bosco, incomincia a fare caldo,<br />

un nugolo di mosche mi ronza attorno,<br />

sembrano aumentare ad ogni<br />

passo, qualcuna cerca d’infilarsi<br />

nell’orecchio sinistro, il camminamento<br />

è stato ripulito dall’erba alta<br />

e dai cespugli infestanti, sembra il<br />

viottolo del giardino di casa, che bel<br />

lavoro hanno fatto per noi, grazie.<br />

Voltando lo sguardo a sinistra vedo<br />

la bocchetta del Croso, la sommità<br />

pare un varco erboso, là in cima si<br />

scorgono delle figure, piccoli omini<br />

scuri, quasi delle ombre, come fossero<br />

ritagliati e sagomati con un cartoncino<br />

nero, si muovono: non sono<br />

frutto della mia immaginazione.<br />

Arrivo al secondo ristoro all’Alpe<br />

dell’Artorto, circa 1900 m, vengo<br />

accolta calorosamente dalle persone<br />

presenti, soprattutto da colui<br />

che pare essere il padrone di casa,<br />

un signore magro che indossa dei<br />

calzoncini di jeans corti, petto nudo,<br />

una carnagione tinta dai raggi del<br />

sole, un leggero velo di pelle d’oca,<br />

mi esorta a prendere da mangiare,<br />

da bere, afferro dell’uvetta passa<br />

che abbonda in un contenitore, mi<br />

dice che è l’ideale, entra subito in<br />

circolo, acini marroni che fluttuano<br />

nel sangue insieme a globuli rossi e<br />

bianchi, è gentile, gli chiedo la stra-<br />

da e spostandomi con un braccio<br />

verso destra me la indica, saluto e<br />

riparto.<br />

La salita non è ancora terminata,<br />

però qui è molto bello, un tizio del<br />

soccorso alpino è in mezzo all’erba,<br />

non tanto distante dal ristoro, la sua<br />

radio gracchia parole distorte, mi<br />

dice che il primo uomo è appena<br />

più in basso.<br />

Il sentiero è appena visibile, ho come<br />

l’impressione che questi luoghi non<br />

siano poi così frequentati.<br />

Prima di arrivare alla Bocchetta del<br />

Prato il primo uomo mi raggiunge, lo<br />

saluto, lo incito, ma lui è troppo concentrato,<br />

impegnato per barattare il<br />

mio incoraggiamento anche con un<br />

solo cenno, passo, bacchetta, passo,<br />

sale e in un attimo sparisce.<br />

Alla Bocchetta del Prato ci si affaccia<br />

ad una finestra spettacolare, un<br />

balcone che sovrasta, in basso, un<br />

pratone verde muschio.<br />

Durante la discesa vengo raggiunta<br />

da altri ragazzi, appena percepisco<br />

il rumore dei passi alle mie spalle mi<br />

fermo e li lascio passare, è incredibile<br />

come corrano sul sentiero, appoggiano<br />

solo lievemente il piede<br />

sui sassi per poi in un attimo essere<br />

su quello successivo e in un baleno<br />

scompaiono anche loro.<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 14


Il pianoro da attraversare è incredibilmente<br />

morbido, come uno spesso<br />

strato di moquette sotto la quale<br />

deve esserci dell’acqua, qua e là<br />

spuntano pietre .<br />

Decido di approfittare del tratto pianeggiante<br />

per mangiare qualcosa,<br />

mi sento un po’ stanca.<br />

A passo veloce mastico una barretta<br />

dal sapore indefinito, la divoro,<br />

come se fossi a digiuno da tempo,<br />

è strano come in questo genere di<br />

gare ti ritrovi svuotato, anche se non<br />

sempre avverti il senso di fame, appena<br />

metti qualcosa in bocca la<br />

trangugi senza ritegno.<br />

Guadato il torrentello si risale nuovamente,<br />

questa volta deve essere<br />

l’ultima, quasi in cima si vede un<br />

nevaio, mi passa la prima donna, mi<br />

sorride, quando la saluto, complicità<br />

femminile.<br />

Finalmente sono al Colle di Loo, 2450<br />

m, gli uomini del soccorso alpino<br />

sono tutti imbacuccati, tira aria e<br />

loro sono fermi, mentre io scaldata<br />

dal movimento non mi rendo conto<br />

della temperatura e per di più il<br />

sole se n'è andato, il cielo è coperto,<br />

spero che l’atteso temporale pomeridiano<br />

decida di abbattersi altrove<br />

e non sui nostri passi.<br />

Anche in questo luogo la vista è eccezionale,<br />

non so, non mi sembra<br />

neanche di essere sulla terra, sarà<br />

quell’alternanza di rocce, tonalità di<br />

grigio, di verde, cime appuntite, spazio<br />

aperto che dà l’impressione di essere<br />

in uno di quei vecchi telefilm di<br />

fantascienza degli anni ’70: “Spazio<br />

1999 Odissea nello spazio”quando la<br />

luna staccatasi dall’orbita terrestre<br />

iniziò a vagare nello spazio immenso.<br />

I ricordi riaffiorano freschi nella mente,<br />

mi pare addirittura di provare le<br />

medesime sensazioni del 2006, bizzarri<br />

giochi della mente, un miscuglio<br />

di stanchezza e reminescenza che<br />

mi proiettano nel passato, una sorte<br />

di macchina del tempo invisibile.<br />

Questa è la sensazione che mi accompagna<br />

per tutto quel tratto fatto<br />

di brevi saliscendi che si alternano a<br />

zone sassose, pietraie a sentiero.<br />

Il Colle della Mologna Grande, le<br />

nubi sempre più basse, il passaggio<br />

è stretto appena un varco, in quel<br />

minuscolo spazio mi affaccio come<br />

se fossi su un grattacielo, una lieve<br />

vertigine, un ondeggiamento, mi<br />

dico sottovoce: “adesso viene il bello”,<br />

1300 metri di dislivello in discesa<br />

in neanche 7 km.<br />

Al rifugio Rivetti c’è un tifo da stadio,<br />

ora il sentiero è parecchio frequentato,<br />

c’è chi lentamente sale e chi<br />

velocemente scende, spesso mi<br />

devo fermare e lasciare il passo.<br />

Le nuvole basse impediscono la visuale<br />

a valle, non riesco a capire<br />

dove sono e quanto manca, sono<br />

stanca e non ne posso più di scendere,<br />

incespico e mi arrabbio.<br />

Il frastuono delle pale di un elicottero<br />

mi inganna, penso di essere quasi<br />

arrivata, poi invece riappare il sole e<br />

mi rendo conto che la strada è ancora<br />

lunga.<br />

Corro sul bordo della mulattiera, un<br />

po’ scoraggiata, ad un certo punto,<br />

quando sono nel bosco e in basso<br />

passa un torrente, sento un grido arrivare<br />

dall’altro lato: “brava!”, mi volto<br />

ma non vedo nessuno, e penso che<br />

effettivamente lo sono a prescindere<br />

dalla prestazione, me lo hanno detto<br />

in tanti in quest’ultima ora che incomincio<br />

a crederci veramente, anche<br />

se loro non sanno che io sono partita<br />

un’ora e mezza prima degli altri.<br />

Tra un sasso, una scivolata e tanti<br />

pensieri buoni e cattivi arrivo alle prime<br />

case, dove auguro il buon appetito<br />

ad una coppia che sta pranzando<br />

e anche loro di rimando per<br />

quando sarò arrivata.<br />

Piedicavallo, posso finalmente lasciarmi<br />

andare in scioltezza corro, un<br />

po’ l’inclinazione in discesa mi aiuta,<br />

un po’ il sentire il traguardo vicino, un<br />

po’ le persone, la falcata si amplia,<br />

l’avampiede spinge via quel che rimane<br />

del percorso, sotto il gonfiabile<br />

c’è Mau con il microfono e Beppe<br />

con la macchina fotografica, l’uno<br />

chiama tutti gli arrivati per nome,<br />

l’altro li fotografa.<br />

E’ fatta, sono arrivata in 6h18’, meno<br />

del previsto.<br />

Sono contenta della scelta dell’orario<br />

di partenza, se all’inizio ero sola poi<br />

ho potuto vedere e correre insieme<br />

agli altri, ho potuto assistere all’arrivo<br />

di molti, incitare gli ultimi metri di<br />

Stefania, di Luciano e, così potermi<br />

godere un po’ anche la festa.<br />

Grazie e un BRAVI a lettere cubitali<br />

va agli organizzatori, Maurizio e Beppe<br />

che amano i trail e le loro montagne<br />

e lo dimostrano senza alcun<br />

dubbio.<br />

Grazie a chi ci ha assistito lungo tutto<br />

il percorso, pazientemente con il sorriso,<br />

a chi si è dato da fare per ripulire<br />

i sentieri e renderli sicuri.<br />

Un ultimo pensiero per quel ragazzo<br />

disteso sulla barella, che possa rimettersi<br />

al più presto per tornare di<br />

nuovo a correre su e giù per i monti,<br />

giungendo sulle vette più alte per<br />

avere l’impressione di toccare il cielo<br />

con un dito.<br />

In macchina mentre percorro a ritroso<br />

il viaggio dell’andata ripenso<br />

alle parole lette in un libro:<br />

“Camminare (correre aggiungo<br />

io) ha a che fare con il benessere<br />

e la salute. Ma non solo. Quando<br />

si va a piedi si è deposta ogni corazza.<br />

Il contatto con le pieghe<br />

e la rugosità della terra è diretto.<br />

Non c’è più alcuna parete d’aereo,<br />

treno, pullman, nave a fare<br />

da intercapedine con la realtà.<br />

Quando si va piedi si è a contatto<br />

diretto con la natura ed è più facile<br />

sentirsi ridotti alla dimensione<br />

che ci spetta. A quella di un uomo<br />

e non quella di un titano.<br />

Così la natura quando abbiamo<br />

lasciato la corazza dei mezzi di trasporto<br />

e accettato di essere quello<br />

che siamo si lascia avvicinare<br />

fino quasi a svelare il suo aspetto<br />

più segretamente ed insopportabilmente<br />

fragile.”<br />

Da “Senza Volo” di Federico<br />

Pace<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 15


CRONACHE...<br />

Ecomaratona della<br />

Testo di Simone >Simone76< Bragazza<br />

Foto © Organizzazione<br />

Alla vigilia di Ferragosto mi trovo<br />

con Armando e Helyos a San<br />

Michele di Morfasso. Mi sarebbe<br />

piaciuto poter essere utile alla buona<br />

riuscita della corsa, tengo moltissimo<br />

a questa gara e anche se non faccio<br />

parte dell’organizzazione amo questi<br />

monti e vorrei che i partecipanti tornassero<br />

a casa con la soddisfazione di<br />

aver conosciuto un angolo di Appennino<br />

inaspettato, che giro in lungo e<br />

in largo da quando avevo 12 anni. Tra<br />

questi boschi ho imparato ad apprezzare<br />

la natura, capire quanto è bella e<br />

Val d’Arda<br />

quanto va preservata, trovo intrigante<br />

quella caratteristica “selvaggia” unica<br />

di queste cime; i miei nonni e i miei<br />

genitori sono nati qui, e qui io torno<br />

quando voglio ricaricarmi.<br />

Un tempo, raccontano i vecchi, questi<br />

boschi erano un groviglio di sentieri,<br />

grandi e piccoli; potevi raggiungere<br />

qualsiasi frazione, anche la più piccola,<br />

sempre per la strada più breve. Ora<br />

non è più così, sopravvivono solo le<br />

tracce principali, e spesso non grazie<br />

all’uomo ma agli animali che ancora<br />

tengono vive queste zone; non aspet-<br />

tatevi autostrade quindi, i sentieri sono<br />

irti e ad ogni primavera si chiudono in<br />

un trionfo di rovi che prima o poi qualcuno<br />

riapre a colpi di machete, vero<br />

Helyos?<br />

Qui ho passato indimenticabili momenti<br />

con mio padre quando entrambi,<br />

appassionati di moto da Trial, passavamo<br />

giornate intere su e giù per<br />

questi sentieri. Che paradosso: dal trial<br />

al trail, buffo vero? Un tempo erano i<br />

centimetri cubici che mi facevano salire<br />

in vetta, ora sono le mie gambe,<br />

ma le vette sono rimaste le stesse.<br />

> Dietro al penultimo<<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 16


Torniamo al presente, propongo a<br />

Helyos e Armando di fare io da "scopa",<br />

non ho velleità agonistiche, in<br />

realtà non le ho mai avute, però ho<br />

sempre cercato di fare meglio della<br />

volta precedente; è almeno un mese<br />

che non mi alleno come si deve e<br />

non sono nemmeno sicuro di riuscire<br />

a finirla se la affronto seriamente,<br />

però non voglio mancare, non se ne<br />

parla nemmeno, questa non me la<br />

perdo; decido quindi di farla ma nelle<br />

retrovie, assieme a quelli che vanno<br />

piano, molto piano.<br />

Alle 8.30 si parte e da subito mi<br />

godo questo singolare approccio,<br />

rimango a debita distanza dall’ultimo,<br />

anzi, dal penultimo. Non è male<br />

come punto di vista, dopo pochi km<br />

si fa gruppo, siamo in 5, ho l’onore<br />

di accompagnare pluri-ultramaratoneti,<br />

le mie orecchie ascoltano storie<br />

di 24 ore, 48 ore, Cagliari-Sassari<br />

non stop, 34 maratone in 34 giorni,<br />

insomma un tripudio di km e fatica,<br />

ne rimango affascinato e ancor di<br />

più rimango affascinato dal modo<br />

col quale narrano di averli percorsi,<br />

lentamente, quasi camminando ma<br />

senza mollare mai, senza spegnersi<br />

mai. E questo sarà lo Spirito di questa<br />

giornata: procedere piano e godermi<br />

il paesaggio.<br />

I primi 25 km non li conosco e mi<br />

guardo in giro, quello che vedo è<br />

bello, la giornata è splendida, bravi<br />

ragazzi: ottima scelta di percorso. Si<br />

arriva a Santa Franca, un sacco di<br />

gente alle prese col barbecue, io e<br />

i miei compagni di viaggio veniamo<br />

tentati ma non appena scolliniamo<br />

il pensiero sparisce perché comincia<br />

la parte migliore del percorso: un<br />

sottobosco corribile, un susseguirsi<br />

di dolci saliscendi, per me questo è<br />

il sentiero perfetto; ritroveremo qualcosa<br />

di simile verso il 35° km tra Monte<br />

Lama e il passo Pellizzone.<br />

Arriva la prima vera asperità: il monte<br />

Menegosa, 1356 m, la "Cima Coppi"<br />

della giornata. La vista dalla vetta<br />

è favolosa e i miei soci ne rimangono<br />

rapiti. Un po’ mi gongolo nella loro<br />

meraviglia, è proprio la reazione che<br />

speravo, stupore per cotanta bellezza.<br />

La meraviglia dura poco, davanti a<br />

loro un'impegnativa discesa su un<br />

ghiaione che personalmente non<br />

trovo così difficile; certo, bisogna essere<br />

accorti, ma sicuramente non è<br />

pericolosa, non ci sono tratti esposti,<br />

si rischia solo di scivolare e posare il<br />

fondoschiena a terra. Il passaggio sul<br />

crinale successivo è da favola, si corre<br />

a cavallo tra 2 valli, forse il punto<br />

più bello dell’intero percorso.<br />

Da questo momento in poi gioco in<br />

casa, conosco bene questi sentieri:<br />

Menegosa, Lama, Groppo di Gora e<br />

Pellizzone sono stati il mio primo terreno<br />

di allenamento.<br />

Subito dopo il ristoro di Lama incontriamo<br />

un gruppo di cavalli, ovviamente<br />

cavalli bardigiani, ai miei soci<br />

ne racconto le caratteristiche per<br />

quel poco che so. Passiamo vicino<br />

alla sorgente del fiume Arda (che<br />

dà il nome alla Valle) e anche qui<br />

avverto con piacere il loro interesse;<br />

a questo punto sono passate 6h30’<br />

dalla partenza e la mente già corre<br />

all’arrivo, le gambe sono stanche<br />

ma come far mancare la ciliegina<br />

sulla torta: l’ultima breve ma dura salita.<br />

Dalla vetta del Groppo di Gora si<br />

gode una fantastica vista sull’attigua<br />

Val Ceno, punto di arrivo della prima<br />

giornata della Via degli Abati.<br />

In lontananza si scorgono delle brutte<br />

nuvole, forse è meglio affrettarci<br />

(si fa per dire...) ma non prima di<br />

guardare bene dove si mettono i<br />

piedi: seconda discesa impegnativa<br />

della giornata, questa molto più corta<br />

della precedente. Secondo tratto<br />

nel sottobosco, fantastico susseguirsi<br />

di dolci saliscendi, ennesima esplosione<br />

di sensazioni, questo sì che è<br />

correre <strong>Trail</strong>!<br />

Arriviamo al passo del Pellizzone, ultimo<br />

ristoro, un grazie ai ragazzi che<br />

hanno aspettato così a lungo e via<br />

per gli ultimi 4 km, i primi di asfalto in<br />

leggera discesa, una manna per le<br />

gambe stanche, improvvisa virata<br />

a sinistra per La Sorgente dei Lupi e<br />

poi giù in picchiata a perdere metri<br />

su metri, Casali è più in basso e l’acqua<br />

inizia a venir giù come a dirci:<br />

"muovetevi ragazzi, siete gli ultimi e<br />

all’arrivo vi aspettano!".<br />

Ultimo falsopiano, è dura far andare<br />

le gambe dopo 8 ore, ma in fondo<br />

già si vede il centro abitato. Ormai<br />

è fatta, curva a destra e ingresso<br />

nell’area arrivo, fragoroso applauso<br />

per gli ultimi felici eroi.<br />

In conclusione, bellissima esperienza,<br />

istruttiva e appagante, non ero mai<br />

stato così tanto sulle gambe e non<br />

avevo mai percorso 42 km facendone<br />

almeno 30 camminando, comunque<br />

anche questo è Spirito <strong>Trail</strong> no?<br />

Non voglio soffermarmi sui km di<br />

asfalto o sulla segnaletica, è la prima<br />

edizione e quello che i miei occhi<br />

hanno visto e le mie gambe attraversato<br />

valgono molto di più degli<br />

aspetti migliorabili. Un grazie mille a<br />

Helyos e Armando che hanno dato<br />

vita a quello che per me era un sogno,<br />

un <strong>Trail</strong> in questi luoghi, bravissimi<br />

veramente! u<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 17


CRONACHE...<br />

È RARO TROVARE UN ATLETA DI VERTI-<br />

CE CHE SIA CAPACE DI RACCONTARE<br />

IN MANIERA EFFICACE LE ESPERIEN-<br />

ZE VISSUTE IN GARA. ANTOINE GUIL-<br />

LON, SECONDO AL CRO-MAGNON DI<br />

QUEST’ANNO, NON SI LIMITA A RAC-<br />

CONTARE, MA SCRIVE LUI STESSO E<br />

LO FA CON UNA FORZA NON COMU-<br />

NE. COME LEGGERETE VOI STESSI, AN-<br />

TOINE, PUR DOVENDO SPREMERSI AL<br />

100% DURANTE LA GARA, CONSERVA<br />

LA LUCIDITÀ PER “REGISTRARE” PARTI-<br />

COLARI DELL’AMBIENTE CHE ATTRA-<br />

VERSA E DEI COMPAGNI DI AVVENTU-<br />

GRAND RAID DU CRO MAGNON 2008<br />

di Antoine Guillon<br />

Decisamente, il meteo quest’anno ci<br />

fa dei brutti scherzi. Nei giorni precedenti<br />

la prova ho seguito l’evoluzione<br />

del tempo con un crescente senso di<br />

angoscia. A tre giorni dal via si stava<br />

addirittura parlando di annullare la<br />

gara.<br />

Alla fine, ecco la decisione: un tracciato<br />

più corto, evitando le alte cime<br />

del primo tratto del trail, ossia in tutto<br />

94 km e circa 4100 m D+.<br />

Dopo una notte contraddistinta da<br />

fulmini e tuoni, al risveglio le montagne<br />

si presentano tutte imbiancate di<br />

neve fresca, ma il cielo terso ci lascia<br />

sperare.<br />

RA CHE INCROCIA, PROPRIO COME<br />

FOSSE UN TAPASCIONE DI FONDO<br />

CLASSIFICA CHE SI PRENDE IL TEMPO<br />

PER GUARDARSI INTORNO. NOI DI SPI-<br />

RITO <strong>TRAIL</strong> SIAMO FELICI DI OSPITARE<br />

SULLE NOSTRE PAGINE IL RACCONTO<br />

DI CHI AVREBBE POTUTO CHIEDERE LA<br />

SQUALIFICA DI DAWA SHERPA E SALI-<br />

RE SUL GRADINO DEL PODIO PIÙ ALTO<br />

DEL CRO-MAGNON 2008, MA CHE HA<br />

INVECE SCELTO DI RICONOSCERE LA<br />

SUPERIORITÀ DELL’AVVERSARIO, CON-<br />

FERMANDONE LA VITTORIA.<br />

Il mio obiettivo è quello di arrivare davanti<br />

a Marco Olmo. Piuttosto ambizioso<br />

visto il profilo della prima metà,<br />

denso di dislivelli positivi, ma chissà,<br />

dopotutto ho già macinato più di<br />

90.000 m D+ in questa stagione. Per<br />

riuscire dovrei tenere il più possibile il<br />

suo ritmo, sorpassarlo nella discesa di<br />

1500 m D- e infine tentare di non farmi<br />

riprendere negli ultimi 30 km!<br />

Partiti! Il plotone si sgrana rapidamente<br />

sulla strada che sale all’8/10%. Per<br />

il momento applico rigorosamente<br />

il metodo del celebre cinese “Sang<br />

Ui Sug”, e mi incollo alle scarpette di<br />

Marco, mentre cento metri più avanti<br />

ci sono Dawa Sherpa, Topher Gaylord,<br />

Massimo Tagliaferri e l’argentino Pablo<br />

Barnes.<br />

CRO MAGNON 2008<br />

GRAND RAID du<br />

A cura di Leonardo Soresi<br />

Foto @ Carlo Zanardi<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 18


Decisamente, il meteo quest’anno<br />

ci fa dei brutti scherzi. Nei<br />

giorni precedenti la prova ho<br />

seguito l’evoluzione del tempo con<br />

un crescente senso di angoscia. A tre<br />

giorni dal via si stava addirittura parlando<br />

di annullare la gara.<br />

Alla fine, ecco la decisione: un tracciato<br />

più corto, evitando le alte cime<br />

del primo tratto del trail, ossia in tutto<br />

94 km e circa 4100 m D+.<br />

Dopo una notte contraddistinta da<br />

fulmini e tuoni, al risveglio le montagne<br />

si presentano tutte imbiancate di<br />

neve fresca, ma il cielo terso ci lascia<br />

sperare.<br />

Il mio obiettivo è quello di arrivare davanti<br />

a Marco Olmo. Piuttosto ambizioso<br />

visto il profilo della prima metà,<br />

denso di dislivelli positivi, ma chissà,<br />

dopotutto ho già macinato più di<br />

90.000 m D+ in questa stagione. Per<br />

riuscire dovrei tenere il più possibile il<br />

suo ritmo, sorpassarlo nella discesa di<br />

1500 m D- e infine tentare di non farmi<br />

riprendere negli ultimi 30 km!<br />

Partiti! Il plotone si sgrana rapidamente<br />

sulla strada che sale all’8/10%. Per<br />

il momento applico rigorosamente<br />

il metodo del celebre cinese “Sang<br />

Ui Sug”, e mi incollo alle scarpette di<br />

Marco, mentre cento metri più avanti<br />

ci sono Dawa Sherpa, Topher Gaylord,<br />

Massimo Tagliaferri e l’argentino Pablo<br />

Barnes.<br />

Mi trovo bene nelle mie <strong>Trail</strong>-Mesh,<br />

come alla Réunion, e non sono disturbato<br />

dal fondo stradale. Poiché<br />

fa freddo sono equipaggiato con<br />

una micro-polaire, un collant lungo e<br />

i guanti. Di fianco a me Marco è in tenuta<br />

da spiaggia: calzoncini corti, piccola<br />

T-Shirt e maniche corte!<br />

Lasciamo la strada per arrampicarci<br />

sulla montagna, sull’erba coperta di<br />

neve soffice. Si scivola un poco, ma<br />

guardando lo spettacolo dei giochi di<br />

luce sulle montagne dimentico qualunque<br />

difficoltà.<br />

Mi rendo presto conto che il ritmo<br />

dell’italiano è difficile da seguire. Sono<br />

costretto a forzare più del solito, ma<br />

ce la faccio, almeno per questa prima<br />

ora, ma che mi succederà più tardi?<br />

Raggiungiamo il punto più alto, in un<br />

nebbione che non mi lascia vedere gli<br />

altri quattro in fuga. Non vedo più le<br />

«balise», ma mi affido a Marco per seguire<br />

il percorso. Un motivo in più per<br />

stargli attaccato.<br />

Le nebbie si aprono improvvisamente,<br />

lasciando posto al sole. Che spettacolo,<br />

nuovamente, questa successione<br />

di creste!<br />

Corriamo su una larga pista in falsopiano<br />

discendente e raggiungiamo i<br />

primi proprio quando il profilo si mette<br />

di nuovo a salire.<br />

E là capisco perché Olmo vince<br />

l’UTMB. Se ne va, con una falcata radente,<br />

facile, quasi veloce come sul<br />

piano. Deve essere munito di un regolatore<br />

della velocità... solo Dawa conserva<br />

un filo di vantaggio.<br />

Dopo qualche km la pista finalmente<br />

scende, e questo mi permette di allungare<br />

la falcata senza sforzo. Mi avvicino<br />

rapidamente a Barnes, poi mi butto<br />

nei pascoli in direzione della vallata di<br />

Casterino. Ritrovo Dawa e Marco che<br />

stanno scendendo senza forzare. Prudentemente<br />

resto con loro, mentre Topher<br />

e Massimo si slanciano in avanti.<br />

Questa andatura mi riposa e scherzo<br />

un po’ con Dawa mentre slalomiamo<br />

tra le conifere, le scarpette inzuppate<br />

nell’erba alta, e raggiungiamo il fondovalle.<br />

In questa zona, di nuovo sui<br />

1500 m, il terreno è ancora bagnato,<br />

ma non c’è più neve e comincia persino<br />

a far caldo.<br />

Seguiamo un piccola strada che<br />

scende fino al rifornimento della Minière.<br />

Sto andando a circa 14 km/h,<br />

tenendomi a due metri da Marco. Mi<br />

impressiona la sua scioltezza.<br />

Si può proprio dire che la gara inizia<br />

qui, dopo 1h45’. Olmo sale di slancio<br />

su una pendenza del 20%. Lo imito<br />

come posso, constatando che ce la<br />

faccio. Sono deciso a limitare il mio distacco<br />

su questa salita di 950 m D+ e<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 19


così mi incollo a lui.<br />

Questa ascensione sarà per me la più<br />

bella fatta in un ultra-trail. Alternando<br />

marcia e corsa fino alla sommità,<br />

con grande intensità, in un ambiente<br />

superbo: sotto grandi conifere, su un<br />

sentierino soffice delimitato da cespugli,<br />

il sottobosco chiazzato di neve, accompagnato<br />

dal rumore delle cascate.<br />

Sento forti le mie pulsazioni: sono<br />

a 172, ossia all’87% del mio massimo.<br />

Non potrei permettermi nemmeno<br />

un battito di più. Marco, equipaggiato<br />

del suo motore V3 , come è scritto<br />

sulla sua iscrizione (V3H è la sua categoria<br />

- N.d.r.), arrampicandosi con le<br />

mani sul dorso, superando gli ostacoli<br />

con la grazia di un felino, mi distanzia<br />

a poco a poco. Massimo e Barnes tengono<br />

il colpo.<br />

Ma io non mi affanno. La vista spazia<br />

molto lontano su una successione<br />

di cime dai colori che si sfumano in<br />

bluastri per quelle più lontane. Sento<br />

i campanacci delle vacche e questo<br />

mi porta nell’ambiente UTMB. Ah! Se<br />

potessi correre così su una tale distanza!<br />

Sono sorpreso di non vedere rinvenire<br />

Dawa, e mi giro sovente, invano.<br />

Dopo la cima, il sentiero diventa improvvisamente<br />

tecnico e molto ripido,<br />

per aggirare il lago Jugale che è più<br />

sotto. Le poche nuvole si rispecchiano<br />

sulla superficie brillante creando un<br />

piacevole effetto ottico.<br />

In poco tempo raggiungo Marco e assieme<br />

ci arrampichiamo verso la cima<br />

dei Tre Comuni. E lui se ne va di nuovo,<br />

sempre con Massimo, mentre Barnes<br />

questa volta si tiene più indietro.<br />

All’Authion Bruno, del Team Lafuma,<br />

mi aiuta a ricaricare il mio Camel bag<br />

informandomi del passaggio di Dawa<br />

mezz’ora prima di me. Dawa si è sbagliato<br />

al Grande Colle e ha fortunatamente<br />

ritrovato una pista che lo ha<br />

riportato all’Authion. Non perdo un<br />

istante, afferro una banana e filo nella<br />

scia dei due italiani, mentre Barnes sosta<br />

più a lungo.<br />

4h40 di fatica, bevo a piccoli sorsi. Ancora<br />

due km di salite prima dell’abisso<br />

infernale su Sospel. Sono a 200 metri dai<br />

primi quando mi getto finalmente nella<br />

discesa, per 15 km di soddisfazione.<br />

Molte montagne mascherano la valle,<br />

cosa che impedisce di apprezzare la<br />

nostra posizione elevata. Il terreno non<br />

è subito tecnico, solo qualche pietra<br />

che ostacola lo stretto sentiero. Ma<br />

ben presto sono dietro a Marco, infilandomi<br />

tra qualche roccia.<br />

A 5 ore giuste di corsa, lo supero per<br />

andare a raggiungere un Massimo<br />

che sta andando in gran scioltezza.<br />

Chiacchieriamo per una decina di<br />

minuti. Mi spiega che<br />

ogni anno si ripete sempre<br />

la stessa scena: lui<br />

passa in testa ma poi si<br />

fa superare da Marco<br />

sulla salita alla Cime<br />

de Baudon, e così sono<br />

già tre volte che arriva<br />

secondo! Perbacco, è<br />

proprio questa la mia<br />

preoccupazione!<br />

Senza accorgermi,<br />

d’un tratto entriamo in<br />

una zona più mediterranea.<br />

La vegetazione<br />

cambia, i profumi lo<br />

indicano ed il sentiero<br />

diventa sempre più<br />

roccioso e piuttosto<br />

tecnico. Lascio Massimo,<br />

aumentando progressivamente<br />

la velocità<br />

per crearmi un<br />

buon margine.<br />

Al rifornimento di Sospel<br />

l’ambiente è caloroso<br />

e i volontari molto<br />

premurosi. Dopo le distese<br />

deserte attraversate,<br />

ritrovarmi in città<br />

mi sconcerta, ma non<br />

è che un breve passaggio.<br />

Riparto.<br />

Attraverso l’antico<br />

ponte di pietra, poi un<br />

tratto di strada affollata<br />

dove nessuno è<br />

evidentemente al corrente<br />

del nostro trail, e<br />

finalmente di nuovo la<br />

terra e la roccia su un<br />

piccolo sentiero scosceso.<br />

Sono sotto il sole, e<br />

sudo parecchio. Sono<br />

impaziente di raggiungere<br />

gli alberi su questo<br />

colle di 485 m D+.<br />

Sono costretto a ridurre<br />

l’andatura, proprio io<br />

che sono abituato ai<br />

forti calori del mio dipartimento,<br />

l’Hérault!<br />

Poi una nuvola si interpone<br />

come uno schermo,<br />

mentre io passo<br />

sotto una volta vegetale<br />

che mi rimette finalmente<br />

in sesto.<br />

Il percorso è molto vario,<br />

devo persino attraversare<br />

una pietraia.<br />

Questa segnala la fine<br />

della penultima ascensione.<br />

Ora dovrò correre<br />

qualche km su una<br />

larga pista pianeg-<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 20


giante. Il sole picchia di nuovo.<br />

Mentalmente mi sento forte poiché<br />

questo tratto mi ricorda l’<strong>Ultra</strong> Trans-<br />

Aubrac con le sue grandi piste. Ne ero<br />

venuto a capo, dunque non vedo motivi<br />

perché non dovrei riuscirci anche<br />

qui, tantopiù che mi rincuora vedere<br />

in lontananza il mare. Mi sforzo di mantenere<br />

un buon passo, non mangiando<br />

nulla per non rompere l’equilibrio in<br />

cui mi trovo. Per contro bevo di più.<br />

Si inizia la salita verso il rifornimento del<br />

Col de Banquettes, un 15% su 400 m<br />

D+. Ne corro la maggior parte e raggiungo<br />

la sommità non senza gettare<br />

un ultimo sguardo dietro a me, e così<br />

intravedo i miei due inseguitori a circa<br />

1500 m.<br />

Massimo non si era dunque sbagliato!<br />

Marco ci sta preparando un finale<br />

infernale. Non devo perdere tempo:<br />

davanti a me si erge la Cime de Baudon.<br />

7h40 di sforzo già fatto, e stimo in<br />

circa due ore di carburante il percorso<br />

che mi resta da fare.<br />

Vuoto perciò il mio Camel bag e lo riempio<br />

con 1 litro d’acqua e due bicchieri<br />

di Coca. Questa miscela dagli<br />

zuccheri rapidi mi fa bene nei finali di<br />

gara. Per evitare l’ipoglicemia compenso<br />

con delle banane.<br />

Mi slancio verso la cima. E’ molto ripida<br />

sin dall’inizio! Meno male che gli alberi<br />

tengono fresco. L’ambiente mi piace<br />

CLASSIFICA MASCHILE CLASSIFICA FEMMINILE<br />

subito, belle rocce chiare che contrastano<br />

con le frasche scure. Un pallida<br />

luce crea, con le erbe che tappezzano<br />

la scarpata, un’atmosfera di foresta<br />

proibita. Non c’è un rumore.<br />

Arrivo rapidamente sulla sommità: formidabile!<br />

Nessuno in vista dietro a me<br />

quando non mancano che 16 km giù<br />

per una gola scoscesa. Le mie narici<br />

sentono lo iodio e le essenze che mi<br />

sono familiari. Mi sento sui miei terreni<br />

d’allenamento. Freno solo quanto<br />

serve per assicurarmi l’appoggio dei<br />

piedi sulle pietre instabili. Me la cavo<br />

bene, cosa che mi permette di mantenere<br />

il secondo posto.<br />

Ricca di cambi improvvisi di ambiente,<br />

questa gara mi riserva ora un fitto nebbione<br />

insolito mentre mi avvicino alle<br />

grandi antenne, delle quali non riesco<br />

a vedere che i cavi d’ancoraggio.<br />

Mentre sto avvicinandomi a La Turbie,<br />

mi appaiono giù in basso improvvisamente<br />

il mare e i tetti delle lussuose ville.<br />

In pochi istanti Helios mi ricorda che<br />

qui egli è il padrone incontrastato dei<br />

luoghi. Questa volta non me la sento<br />

di rimproverarlo perché punta i suoi<br />

raggi su di me, perché la bellezza della<br />

costa non potrebbe essere la stessa<br />

senza di lui.<br />

Scendo lungo il magnifico campo da<br />

golf di la Turbie, costeggiando una fila<br />

di cipressi centenari dagli enormi tron-<br />

Pos Tempo Nome Nazione<br />

1 12.08.12 HERRY Karine FRANCIA<br />

2 12.20.51 OLIVERI Virginia ARGENTINA<br />

3 13.40.21 DECIA Sabrina ITALIA<br />

4 13.59.56 BATIFOULIER Muriel FRANCIA<br />

5 14.12.00 BALSAMO Luisa ITALIA<br />

6 14.22.36 DE-STEFANO Samantha ITALIA<br />

7 14.37.21 VESCO Silvia ITALIA<br />

8 14.58.09 BONNOT Sophie FRANCIA<br />

9 15.00.00 BERTOLINO Alessia ITALIA<br />

10 15.05.00 HIRTZY Margit AUSTRIA<br />

Pos Tempo Nome Nazione<br />

1 9.31.57 SHERPA Dachhiri-Dawa NEPAL<br />

2 9.48.21 GUILLON Antoine FRANCIA<br />

3 10.00.47 TAGLIAFERRI Massimo ITALIA<br />

4 10.13.40 OLMO Marco ITALIA<br />

5 10.17.47 BARNES Pablo ARGENTINA<br />

6 10.23.39 GAYLORD Topher USA<br />

7 10.36.08 AGLIATI Paolo ITALIA<br />

8 11.05.46 AUDISIO Silvio ITALIA<br />

9 11.25.38 BERTOLI Matteo ITALIA<br />

10 11.28.53 FESTORAZZI Fabio ITALIA<br />

chi, poi la strada mi conduce nella<br />

cittadina ove una serie di scalinate e<br />

carrugi assai ripidi non finiscono più di<br />

farmi penare.<br />

Tra due muri distinguo per un momento<br />

il mare che, come nei film di terrore,<br />

sembra allontanarsi man mano che io<br />

tento di avvicinarmi. Eppure sento le<br />

onde frantumarsi contro gli scogli. Una<br />

quantità impressionante di scalinate<br />

me ne separa ancora e devo saltare<br />

più scalini in continuazione per mantenere<br />

la mia velocità.<br />

Improvvisamente, all’uscita di un piccolo<br />

tunnel, mi colpisce in pieno viso<br />

un’aria ricca di iodio e mi trovo davanti<br />

l’immensa distesa blu tanto sospirata.<br />

Ancora 500 metri di costa, di<br />

pura gioia, galvanizzato dalla riuscita<br />

del mio obiettivo, con Dawa che mi è<br />

venuto incontro e mi accompagna,<br />

per terminare in 9h48.<br />

Giungo al traguardo ma avrei la forza<br />

per continuare. L’allenamento accumulato<br />

in questi ultimi due anni, orientato<br />

sulle lunghe distanze, mi ha forgiato<br />

e ora riesco a provare piacere<br />

fino alla termine delle gare.<br />

E’ proprio quello che cercavo, e sono<br />

gonfio di soddisfazione per questa bella<br />

giornata. ▼<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 21


CRONACHE...<br />

E<br />

L’ CCEZIONALITÀ<br />

In qualunque sport chi si avvantaggia<br />

irregolarmente, intenzionalmente<br />

o no, viene punito con la<br />

penalizzazione o la squalifica. Alcune<br />

volte però ci si imbatte in casi in<br />

cui le maglie del regolamento sono<br />

troppo larghe e nulla prevedono<br />

per certe casistiche “anomale”, per<br />

cui è difficile anche solo capire se si<br />

sia trattato di un’infrazione o meno.<br />

Cosa dire dei nuovi costumi super<br />

high tech della Speedo che all’ultima<br />

olimpiade hanno consentito di<br />

battere praticamente tutti i record<br />

in tutte le diverse specialità del L’EC-<br />

CEZIONALITÀ DEL <strong>TRAIL</strong> nuoto, trasformandolo<br />

da una gara tra uomini ad<br />

del<br />

cosa è successo al Cro 2008<br />

una gara tra industrie? E delle protesi<br />

di Oscar Pistorius che, inizialmente<br />

considerate aiuto tecnologico, gli<br />

avevano quasi impedito di partecipare<br />

alle Olimpiadi di Pechino?<br />

Altre volte, ma molto raramente, può<br />

capitare che una regola, per quanto<br />

giusta e indiscutibile a tavolino,<br />

porti a dei risultati sbagliati o almeno<br />

non in linea con quello che tutti ritengono<br />

giusto. Certo Dorando Pietri a<br />

norma di regolamento andava senza<br />

ombra di dubbio squalificato, ma<br />

dentro di noi risuona forte un grido<br />

che dice “È un’ingiustizia! Il vincitore<br />

era Dorando!”<br />

T RAIL<br />

Testo di Leonardo >leosorry< Soresi<br />

Foto © Organizzazione Cro Magnon<br />

Nell’eccezionale edizione 2008 del<br />

CRO è successo tutto questo: il nepalese<br />

Dawa Sherpa, subito dopo<br />

il rifornimento di La Minière, ha sbagliato<br />

il percorso che saliva al Pas de<br />

la Nauque, seguendo invece il vecchio<br />

tracciato che andava al Pas<br />

de Colle Rousse. Qui senza dubbio<br />

Dawa ha sbagliato: dopo qualche<br />

centinaio di metri senza incontrare<br />

balises avrebbe dovuto chiedersi se<br />

era ancora sul percorso corretto, e<br />

nel dubbio sarebbe dovuto tornare<br />

indietro (come ha invece fatto Topher<br />

Gaylord, che era più indietro<br />

rispetto a lui). Dawa Sherpa non l'ha<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 22


fatto, molto probabilmente perché<br />

essendoci passato durante il CRO<br />

2003, pensava di essere sul percorso<br />

corretto.<br />

Così al secondo controllo, quello del<br />

Pas de Jugale, appena dopo il Pas<br />

de Colle Rousse, Dawa è transitato<br />

per primo, precedendo Massimo Tagliaferri.<br />

Arrivato al terzo controllo, quello de<br />

l’Authion, Dawa ha subito dichiarato<br />

di sua iniziativa all’organizzatore Pietro<br />

Martinengo di aver evidentemente<br />

sbagliato il percorso tra il primo e<br />

il secondo controllo, tant’è che si ritrovava<br />

primo senza aver superato i<br />

concorrenti che gli erano davanti.<br />

L’organizzazione del CRO si è ritrovata<br />

di fronte ad un primo problema:<br />

il regolamento della gara 2008 (che<br />

di fatto è uguale a quello dell’UTMB<br />

2007) non prevedeva penalizzazioni<br />

o squalifiche se non nel caso di mancato<br />

passaggio ai punti di controllo,<br />

e Dawa non ne aveva saltato nessuno.<br />

La gara è perciò continuata,<br />

riservandosi la giuria di prendere una<br />

decisione in seguito. Dawa, nel tratto<br />

“incriminato”, ha tagliato circa 1.700<br />

metri di percorso e 290 metri di dislivello,<br />

passando al controllo 19 minuti<br />

prima di Massimo Tagliaferri che era<br />

secondo. In tutto il restante percorso<br />

del CRO ha continuato però ad incrementare<br />

il suo vantaggio, correndo<br />

ogni frazione più velocemente di<br />

tutti gli altri concorrenti, arrivando al<br />

traguardo di Cap d’Ail con un vantaggio<br />

di ben 55 minuti sul secondo,<br />

Antoine Guillon. Gli organizzatori,<br />

non potendo penalizzare o squalificare<br />

Dawa a norma di regolamento,<br />

hanno chiesto a Guillon se intendesse<br />

presentare reclamo contro la<br />

vittoria di Dawa. Nella corsa su strada<br />

c’è chi taglia il percorso per guadagnare<br />

delle posizioni o vincere un<br />

premio di categoria: al CRO del 2008<br />

si è verificato proprio l’opposto! Guillon,<br />

dimostrandosi un grande sportivo<br />

e un uomo di buon senso, non ha<br />

voluto mettere in discussione la vittoria<br />

di Dawa, anche se questi aveva<br />

evidentemente tagliato. “Anche se<br />

Sherpa ha guadagnato una ventina<br />

di minuti riducendo il percorso a<br />

seguito dell'errore, ha comunque dimostrato<br />

di andare più forte di tutti<br />

noi, aumentando progressivamente<br />

il vantaggio di altri 36 minuti. Per me<br />

non c’è molto da discutere: Sherpa<br />

oggi è stato indubbiamente il migliore<br />

ed è giusto che sia lui il vincitore. Io<br />

non ho nulla da ridire.”<br />

La Giuria del CRO ha allora deciso<br />

di rispettare quanto espresso dalla<br />

gara, confermando la vittoria di<br />

Dawa e limitandosi, dopo le verifiche<br />

delle registrazioni fatte ai controlli<br />

lungo il percorso, solo a modificarne<br />

il tempo finale per renderlo omogeneo<br />

con quello impiegato dagli altri.<br />

Innanzitutto gli è stato tolto il vantaggio<br />

di 19 minuti che aveva accumulato<br />

nel tratto ove aveva sbagliato<br />

percorso. Poi gli sono stati aggiunti<br />

altri 19 minuti, per tenere conto del<br />

tempo virtuale che avrebbe perso<br />

se fosse ritornato sui suoi passi. In totale<br />

gli sono stati aggiunti 39 minuti<br />

per cui il suo tempo ufficiale è diventato<br />

9.31.57, con Guillon secondo<br />

con 9.48.21 e Tagliaferri terzo con<br />

10.00.47.<br />

Ovviamente non sono mancate le<br />

polemiche, con molti atleti che sono<br />

rimasti perplessi nel vedere confermata<br />

la vittoria del nepalese. Pietro<br />

Martinengo però non ha dubbi e<br />

difende la decisione presa. “Chi attacca<br />

Sherpa mi sembra dimentichi<br />

che siamo di fronte ad un grande<br />

campione che non ha per nulla bisogno<br />

di sotterfugi o tagli di percorso<br />

per vincere. E dimentica pure che<br />

Sherpa è un campione che accetta<br />

senza problemi le sconfitte, quando<br />

gli capitano. E senza ombra di dubbio<br />

dico che Sherpa è il vincitore del<br />

CRO 2008. Criticabile per l’errore,<br />

ma indubbio vincitore, visto che non<br />

ha fatto che accumulare progressivamente<br />

un grosso vantaggio sugli<br />

altri”. Penso che tutti concordino<br />

che vada penalizzato o squalificato<br />

chi taglia il percorso e sicuramente<br />

il CRO e le altre grandi gare di ultra<br />

trail modificheranno i loro regolamenti<br />

per evitare il ripetersi di queste<br />

situazioni (l’UTMB lo ha già fatto introducendo<br />

per l’edizione 2008 delle<br />

penalità in funzione dell’importanza<br />

dei tagli di percorso). In questo caso<br />

però credo che sia Guillon sia la giuria<br />

del CRO abbiano<br />

preso una decisione<br />

equa, anche<br />

se apparentemente<br />

discutibile (chi<br />

darebbe mai la<br />

vittoria a chi ha tagliato?),scegliendo,<br />

in mancanza di<br />

specifiche regole<br />

scritte, di premiare<br />

i valori nettamente<br />

espressi “sul campo”.<br />

E penso che<br />

questo episodio<br />

andrà ad arricchire<br />

il significato che<br />

diamo all’espressione<br />

“Spirito <strong>Trail</strong>”.<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 23


VOX FORUM...<br />

LA BUONA FEDE<br />

E<br />

IL BUON SENSO<br />

“DAGLI AL TAGLIATORE!” È UNA<br />

FRASE CHE RICORRE SPESSO NEL<br />

PODISMO SU STRADA, DOVE I<br />

“FURBI” VENGONO SPESSO MESSI<br />

ALLA GOGNA PER IL LORO VIZIETTO<br />

DI ACCORCIARE LA STRADA<br />

PERCORSA. NEL <strong>TRAIL</strong> QUESTA<br />

“CACCIA ALL’UNTORE” NON<br />

ESISTE, E IL CROMAGNON 2008<br />

CI HA INSEGNATO CHE BUONA<br />

FEDE (DEL “TAGLIATORE”) E BUON<br />

SENSO (DELL’ORGANIZZAZIONE<br />

E DEGLI ALTRI ATLETI) POSSONO<br />

METTERE TUTTI D’ACCORDO, O<br />

QUASI... LA RUBRICA VOX FORUM<br />

DI QUESTO MESE EVIDENZIA INFATTI<br />

CHE LA MAGGIORANZA DEI <strong>TRAIL</strong>ER<br />

HA APPROVATO LA DECISIONE<br />

DEGLI ORGANIZZATORI DI NON<br />

SQUALIFICARE DAWA SHERPA<br />

PER L’INVOLONTARIO TAGLIO DI<br />

PERCORSO, ANCHE SE QUALCHE<br />

VOCE CONTRARIA C’È STATA.<br />

di andreachiocciola il<br />

martedì 8 luglio 2008, 14:35<br />

Soltanto poche parole per dire che,<br />

secondo me, questo è Sport con la S<br />

maiuscola: tanto di cappello a Dawa per<br />

l’onestà dimostrata nell’ammettere subito<br />

l’errore e, soprattutto, a Guillon che si è<br />

comportato da vero signore.<br />

di simone brogioni il<br />

martedì 8 luglio 2008, 15:47<br />

Pietro Martinengo mi sembra una persona<br />

seria e ha spiegato perfettamente<br />

l’accaduto, mettendo in mostra la<br />

sportività di questi grandi campioni. Bravi<br />

tutti.<br />

di vallese66 il mercoledì 9 luglio 2008, 8:50<br />

Anch’io credo nell’assoluta buona fede<br />

di Sherpa, quando ho letto che aveva<br />

tagliato non ci credevo neppure, per cui<br />

penso che sia stato in effetti solamente un<br />

errore. Non so invece quanto l’involontario<br />

taglio abbia influito sul morale di quelli che<br />

stavano dietro, cioè davanti, e penso che<br />

questo non possa determinarlo nessuno.<br />

Ad ogni modo sono cose che possono<br />

capitare, nessun dramma.<br />

di luciano il mercoledì 9 luglio 2008, 9:15<br />

In qualsiasi altro sport Sherpa sarebbe<br />

stato squalificato, con tutti gli onori e i<br />

“mi dispiace”. In tutti gli altri sport Guillon<br />

avrebbe fatto reclamo pur con “mi<br />

dispiace”. Stupendo questo sport... ma<br />

siete umani?<br />

di MUDANDA il mercoledì<br />

9 luglio 2008, 11:54<br />

Tanto di cappello a tutti. A fine gara mi<br />

sono fatto fare i massaggi e nel lettino a<br />

fianco c’era Dawa. Abbiamo scambiato<br />

4 battute, il mio francese è meno che<br />

scolastico... Mi è sembrato una persona<br />

veramente semplice, anche quando mi<br />

ha detto di aver impiegato 1h30’ da Cime<br />

Baudon a Cap d’ail...<br />

di lamberto il mercoledì 9 luglio 2008, 12:01<br />

Ammiro moltissimo Sherpa, Pietro e Guillon,<br />

però io non avrei dato la vittoria a Sherpa.<br />

Il Cro è segnalato molto bene, al massimo<br />

puoi sbagliare percorso per 100/200 metri,<br />

i segnali sono molto frequenti, pertanto se<br />

uno non li vede si accorge subito e torna<br />

indietro; lo so per certo perché a me è<br />

successo proprio quest’anno. Premetto che<br />

non ho assolutamente niente da obiettare<br />

sull’onestà e sulle capacità sportive di<br />

Sherpa, ma ha sbagliato percorso e<br />

questo è insindacabilmente motivo di<br />

squalifica anche se sul regolamento non è<br />

specificato, ma è sottointeso.<br />

di Checo il mercoledì 9 luglio 2008, 17:36<br />

In teoria se il percorso è segnalato si<br />

segue la segnalazione. Se il percorso<br />

non è segnalato, ma viene indicata<br />

semplicemente la direzione da prendere,<br />

secondo me ognuno può fare quello<br />

che crede, fermo restando il rispetto per<br />

l’ambiente. Resto un po’ basito su come si<br />

possa tagliare di minimo venti minuti senza<br />

per questo saltare il controllo. Secondo me,<br />

se il percorso è sistemato bene, uscendo<br />

dal tracciato si dovrebbe metterci di più<br />

e non di meno rispetto alla via corretta.<br />

Nell’errore, sia del vincitore sia<br />

dell’organizzazione, è comunque da lodare<br />

l’estrema correttezza e serenità dimostrata<br />

da tutti, specialmente quelli arrivati dopo.<br />

Grande lezione di comportamento.<br />

di Cubettoz il mercoledì 9 luglio 2008, 18:54<br />

Checo ha ragione: i punti di controllo si<br />

devono mettere nei punti strategici, ma<br />

non è sempre così. Per quanto rigurda il<br />

BALISAGE al CRO (fatto nel 2006) lo ritengo<br />

anch’io piuttosto spartano, come del resto<br />

tutta l’impostazione della gara. Purtroppo<br />

il Balisaggio dipende dall’ambiente in<br />

cui ti trovi, alla LUT con 50 frecce risolvi il<br />

problema perché non ci sono molti bivi<br />

e sbagliare è veramente difficile, ma al<br />

CRO la storia è diversa. Nel punto in cui<br />

ha sbagliato Dawa, hanno sbagliato<br />

anche molti altri campioni e non, Virginia<br />

ad esempio ha perso la gara proprio lì... lei<br />

però non conoscendo come Dawa quei<br />

posti è tornata indietro e ha perso 20’ che<br />

si è tenuta sul groppone fino alla fine! ▼<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 24


Foto © Archivio Brizio<br />

Emanuela<br />

BRIZIO<br />

LE INTERVISTE...<br />

a cura di Matteo >emme< Grassi<br />

ALTRE DUE INTERVISTE AL<br />

FEMMINILE E, ANCORA<br />

UNA VOLTA UN’ACCOPPIATA<br />

CHE FA PENSARE.<br />

EMANUELA E’ UNA CAMPIONESSA,<br />

UNA CHE VA FORTE E CHE<br />

CORRE PER VINCERE.<br />

A ROBERTA INVECE (LA<br />

“NOSTRA” ROBYCHAO<br />

DEL FORUM ) BASTA PER LO<br />

PIÙ ARRIVARE. MA ENTRAMBE<br />

SONO MOSSE DALLA STESSA<br />

GRANDE PASSIONE E MACINANO<br />

CHILOMETRI E DISLIVELLI<br />

ALLA RICERCA DI QUALCOSA:<br />

DI SE STESSE FORSE, DI SICURO<br />

DI QUELLE SENSAZIONI<br />

PROFONDE, CHE SOLO<br />

LA MONTAGNA E LA<br />

FATICA SANNO REGALARE<br />

&<br />

Roberta<br />

PERON<br />

ANZITUTTO: VUOI PRESENTARTI?<br />

Mi chiamo Emanuela Brizio,<br />

sono nata a Verbania il 10<br />

settembre 1968. Vivo ad Aurano,<br />

un piccolo paesino sulle alture<br />

di Verbania.<br />

Mi chiamo Roberta Peron, ho 40 anni<br />

e sono di Schio, in provincia di Vicenza.<br />

Mi chiamo Roberta Peron, ho<br />

40 anni e sono di Schio, in<br />

provincia di Vicenza.<br />

QUANDO E PERCHÉ HAI INIZIATO A<br />

CORRERE? HAI MAI SMESSO PER POI<br />

RIPRENDERE?<br />

Ho iniziato a correre tardi, a 29 anni.<br />

Ero al mare in Toscana, lontana dalla<br />

mia adorata palestra e, per la paura<br />

di “inciccionirmi”, un mattino mi infilai<br />

un paio di scarpette da corsa ed<br />

uscii… non potevo immaginare che<br />

non mi sarei più fermata!<br />

Mi innamorai all’istante di quelle<br />

sensazioni: il corpo staccato dal terreno,<br />

spinto verso l’alto… mi pareva<br />

di volare! Così come sentire il mio<br />

cuore battere più forte, il respiro affannato,<br />

le gocce di sudore cadere,<br />

la sofferenza che diventava benessere.<br />

E’ stato poi un crescendo di miglioramenti<br />

in tenuta, in velocità, in<br />

resa. Ero curiosa di capire fino a che<br />

punto potevo arrivare a migliorarmi,<br />

seguendo i consigli e le tabelle di lavoro<br />

che Mauro (mio fratello maggiore,<br />

bravo atleta di corsa in montagna)<br />

mi preparava.<br />

Il mio primo approccio alla corsa è<br />

stato più o meno 7 anni fa, quando<br />

occasionalmente partecipavo alle<br />

marce domenicali della Fiasp accompagnando<br />

il mio moroso di allora<br />

per la classica condivisione delle<br />

passioni. Ma ci andavo di rado perché<br />

mi pareva sprecato dedicare<br />

una giornata intera per una corsetta<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 25<br />

Foto © risk4sport


Foto © risk4sport<br />

di un’ora o poco più, quando invece potevo perdermi<br />

per molto più tempo nell’ambiente da me<br />

preferito: la montagna. Poi, un po’ per mettermi<br />

alla prova, ho partecipato ad una maratona non<br />

competitiva che fanno qui dalle mie parti (Maratona<br />

Prealpina) e in quell’occasione ho conosciuto<br />

un ultramaratoneta che mi ha fatto il passo<br />

per tutto il percorso... vista la bella esperienza e<br />

sentito tutte le belle cose che mi aveva raccontato,<br />

ho cominciato a correre un po’ di più, mettendoci<br />

anche un po’ di salita. non perdere la<br />

condizione faticosamente conquistata ho iniziato<br />

a correre 20’ al giorno, aumentando di settimana<br />

in settimana; dopo un mese ero già iscritto alla<br />

maratona di Roma!<br />

HAI INIZIATO SUBITO A CORRERE IN MONTAGNA? E<br />

QUANDO A SPINGERTI OLTRE I 42 KM?<br />

Fu mio fratello a convincermi a partecipare alle<br />

prime gare in montagna, e così iniziò la sfida con<br />

gli altri, oltre a quella con me stessa, che ancora<br />

continua e che non finirà mai. Da allora tantissime<br />

gare, tantissimi risultati, poi la voglia di rimettermi<br />

in discussione, di osare di più… e iniziarono<br />

allenamenti più lunghi, più impegnativi. Ormai mi<br />

conoscevo abbastanza bene da autogestirmi la<br />

preparazione, ed ecco le prime skyrace nel 2002,<br />

e di seguito le skymarathon.<br />

Non ho ancora affrontato degli ultra-trail importanti,<br />

per ora la gara più lunga è stata di 55 km.<br />

Come dicevo ho corso quasi da subito in montagna,<br />

anche se tuttora sarebbe più giusto dire che<br />

tento di correre in montagna, viste le mie difficoltà<br />

in salita (fortuna che c’è anche la discesa, che<br />

mi riesce abbastanza bene!). Il primo lungo che<br />

ho fatto (non avevo mai corso più di 1h 45’) è stata<br />

la maratona di Venezia. E l’ho corsa tutta.<br />

Con le ultra poi il passo è stato breve. Subito dopo<br />

la prima maratona, ho corso una mezza e quindi<br />

un’ultra… tutto nel giro di 1 mese: Venezia, Arco,<br />

Sayntè Lyon.<br />

PARLIAMO UN PO’ DI ALLENAMENTO E DI GARE: TI<br />

SEGUE QUALCUNO OPPURE SEI UN CORRIDORE FAI<br />

DA TE? TI TIENI AGGIORNATA LEGGENDO RIVISTE O<br />

LIBRI CHE PARLANO DI ALLENAMENTO? SEGUI DEL-<br />

LE TABELLE?<br />

Come tutti i runners appassionati leggo le varie<br />

riviste dedicate alla corsa e sono alla continua ricerca<br />

della tabella di allenamento che mi renda<br />

invincibile! Lo sappiamo tutti che non esiste, ma è<br />

bello continuare a sperare… così qualche spunto<br />

per la mia preparazione lo prendo.<br />

Sono decisamente un corridore fai da te… purtroppo.<br />

Sì perché probabilmente potrei migliorare<br />

un po’… ma non sono molto ispirata a condannarmi<br />

con tabelle e programmi forzati, ho paura<br />

che il tutto poi non mi diverta più. Da 2 anni<br />

in inverno mi alleno 2 volte la settimana con un<br />

gruppo di “agonisti e non” di sci di fondo, con loro<br />

seguo delle tabelle non troppo impegnative, poi<br />

io integro di mio con salite anche magari solo di<br />

camminata spinta. Sarei più quella che va d’istin-<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 26


Foto © risk4sport<br />

to ma ho notato che tenderei a sovraccaricare<br />

e quindi sono a rischio<br />

di crisi, mi è già successo e così ora<br />

mi limito un po’.<br />

Per curiosità leggo anche qualche<br />

rivista quando ho tempo ma seguo<br />

poco i consigli che leggo, preferisco<br />

ascoltare molto quello che mi dicono<br />

gli altri, le loro esperienze.<br />

QUANTI KM CORRI MEDIAMENTE IN<br />

UNA SETTIMANA, IN UN MESE, IN UN<br />

ANNO? E QUANDO STAI PREPARANDO<br />

UN’ULTRA COME AUMENTANO I<br />

CARICHI DI LAVORO?<br />

Corro quasi tutti i giorni, per 1 ora o<br />

più, in ogni stagione. Non ho mai calcolato<br />

quanti km faccio e vado molto<br />

a sensazione… mi fa compagnia il<br />

cronometro che scorre. E’ lui a dirmi<br />

per quanto tempo le mie gambe mi<br />

hanno sorretto in corsa. Svolgo pochi<br />

lunghi…mi stancano troppo,anche<br />

mentalmente, con il rischio di arrivare<br />

alle gare già esausta. I miei lunghi<br />

sono le skymarathon.<br />

Non ho mai contato quanti km corro<br />

in una settimana ma quando corro<br />

non faccio mai meno di un’ora,<br />

cambio i ritmi e i terreni. Abito in una<br />

bella zona dove posso alternare il<br />

piano, l’ondulato e la salita. Io prediligo<br />

correre sullo sterrato, fra gli odori<br />

e i rumori della natura che mi fanno<br />

sognare e sentire meno la fatica.<br />

Penso comunque di stare sui 30 km<br />

circa alla settimana senza contare<br />

la gara ed eventuali lunghi, ma dipende<br />

molto dal periodo. Quando<br />

sono in vista di un’ultra, e quest’anno<br />

ne ho fatte davvero tante, aumento<br />

i lunghi e utilizzo le gare domenicali<br />

come allenamento; in questo caso<br />

arrivo a fare sui 60 km a settimana,<br />

poi faccio montagna, anche in quota<br />

e con tanto dislivello.<br />

TI ALLENI SOLO CORRENDO O FAI<br />

ANCHE PALESTRA, CROSS TRAINING,<br />

O ALTRI SPORT DI RESISTENZA?<br />

Vivendo ad Aurano non potevo che<br />

correre in montagna, che lì o sali o<br />

scendi… non ci sono molte alternative.<br />

Ed è lì, sui suoi sentieri, che corro,<br />

spingendomi verso le alture di Piancavallo<br />

(1200 m) di Spallavera (1500<br />

m) e del monte Zeda (2150 m).<br />

Ma approfitto anche dei brevi tratti<br />

asfaltati in piano, per le ripetute veloci.<br />

Non faccio palestra anche se dovrei,<br />

non mi piace, proprio non resisto a<br />

stare indoor. Mi piacciono gli sport<br />

dinamici quindi ci aggiungo spesso il<br />

nuoto e in inverno faccio sci di fondo<br />

e tanto scialpinismo. Quando mi<br />

capita faccio un po’ di arrampicata.<br />

Praticamente quasi tutto quello che<br />

si può fare in montagna! Non riesco a<br />

concentrarmi su una sola disciplina,<br />

me ne piacciono tante. A volte<br />

devo scegliere, ma… sono troppe, e<br />

con troppo poco tempo!<br />

PER PREPARARE UN’ULTRA CHE TIPO DI<br />

ALLENAMENTI FAI? RIPETUTE, MEDIO,<br />

LUNGO, LUNGHISSIMO? CON CHE<br />

DISTANZE E A CHE RITMI? E SU CHE<br />

TERRENI?<br />

Decido il mio allenamento in modo<br />

autonomo, secondo una programmazione<br />

settimanale variabile, in<br />

base alle mie sensazioni e agli impegni.<br />

Forse un po’ empirico come metodo,<br />

ma per ora efficace.<br />

Generalmente in inverno l’allenamento<br />

è basato su andature mediolente<br />

e su lavori di potenziamento<br />

(ripetute in salita, palestra, ciaspole),<br />

poi in primavera iniziano i lavori più<br />

brillanti e di qualità, ed ecco l’alternanza<br />

di ritmi medi, di ripetute veloci,<br />

di progressivi, di sprint in salita,<br />

di fartlek. Come ho già detto faccio<br />

pochi lunghi in allenamento.<br />

Sono ancora all’inizio e non mi sono<br />

ancora preparata seriamente per<br />

un ultra né tantomeno so cosa si<br />

dovrebbe fare.<br />

Racimolo suggerimenti a destra e<br />

a manca anche se mi sono resa<br />

conto che per ognuno è diverso e<br />

comunque le mie scelte sono sempre<br />

sbagliate, secondo gli altri!<br />

Ora tendo un po’ a tralasciare il<br />

fondo, visto che so di averne tanto,<br />

per concentrarmi su ritmi più veloci,<br />

quindi più ripetute che lunghi o<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 27


lunghissimi per velocizzarmi un po’.<br />

Peccato che quando inizio a correre<br />

non smetterei più…<br />

QUANTE GARE HAI CORSO NEL 2007?<br />

QUANTE MARATONE E QUANTE UL-<br />

TRA?<br />

Lo scorso anno ho affrontato 9 skyrace<br />

(tra i 20 e i 35km) e 6 skymarathon<br />

(oltre i 40km ) e tante altre gare corte,<br />

come i km verticali, e gare veloci<br />

su strada.<br />

2 maratone su strada (Trieste<br />

e Venezia), 2 maratone “trail”<br />

(Prealpina di Schio, Ecomaratona<br />

dei Cimbri), 1 ultra (La via marenca,<br />

oltre a un pezzo di Cro-magnon, solo<br />

20 km, poi la corsa è stata annullata),<br />

1 corsa a tappe (100 km nel deserto<br />

dell’akakus, Libia, in 4 tappe di cui<br />

una da 43 km).<br />

E tante altre belle gare: Lessinia<br />

running, Campolonga, Transcivetta,<br />

Camignada (di giorno e di notte!),<br />

Staffetta 3 rifugi, <strong>Trail</strong> di S. Martino<br />

di Lupari, Mezza maratona di Arco,<br />

Santaklaus running Belluno, Santaklas<br />

running Quarto d’Altino.<br />

RACCONTACI QUALCUNA DELLE TUE<br />

ESPERIENZE: QUAL È STATA LA COR-<br />

SA/GARA PIÙ BELLA CHE HAI FATTO?<br />

LA PIÙ LUNGA, LA PIÙ DURA, LA PIÙ<br />

“STRANA”?<br />

Ho corso parecchie gare di skyrunning<br />

in Italia e all’estero e non posso<br />

dire di averne trovata una più brut-<br />

ta. Per ora sono riuscita a salire sul<br />

podio di quasi tutte quelle alle quali<br />

ho partecipato. Nel 2004 e nel 2005<br />

alle skyrunner world series ho conquistato<br />

2 argenti mondiali. Poi sia nel<br />

2006 che nel 2007 ho fatto mio il titolo<br />

italiano. Come già detto, la mia<br />

gara più lunga è stata una 55 km in<br />

Francia, la “6000D”, bellissima e durissima…<br />

ricordo che la prima volta<br />

che la terminai pensai “mai più!”,<br />

ma dopo 10 minuti, seduta sulla riva<br />

del lago dov’era il traguardo, guardai<br />

Claudio e dissi: ”Il prossimo anno<br />

torniamo?”. E così fu…<br />

Ma oltre alla 6000D, mi piace ricordare<br />

altre gare affrontate in questi<br />

anni, in giro per l’Italia e per il mondo:<br />

la Valmalenco -Valposchiavo, il Sentiero<br />

4 luglio/maratona del cielo, la<br />

skyrace del Monterosa, la skyrace di<br />

Premana, la Red Rock Marathon, la<br />

Valcuvia extreme, la MAGA skymarathon,<br />

la maratona alpina di Zegama<br />

in Spagna, il Mezzalama estivo,<br />

la Blumon marathon, la skyrace Aosta-Becca<br />

di Nona, la Dolomiti skyrace,<br />

la Pikes Peak Marathon in Colorado,<br />

la skymarathon Scaccabarozzi<br />

sulle Grigne, la skyrace di Pontboset,<br />

la Skyrace sul vulcano Kinabalu in<br />

Malesia, l’Etna skymarathon, la Valetudo<br />

skyrunning, la skyrace di Rassa<br />

in Valsesia, il <strong>Trail</strong> del Monte Casto,<br />

la skyrace dell’Oasi Zegna, il Trofeo<br />

Kima, purtroppo su percorso ridotto,<br />

e tante altre gare, anche più corte,<br />

che non menziono ma che porto nel<br />

cuore.<br />

Accidenti! Mi sono stancata solo a<br />

rileggere l’elenco!<br />

LA PIÙ BELLA che ho fatto è stata<br />

senza ombra di dubbio l’AKAKUS<br />

PRHEISTORIC ROCK ART <strong>TRAIL</strong> con gli<br />

amici di KRAKATOA SPORT, una 100<br />

km suddivisa in 4 tappe nel deserto<br />

libico dell’Akakus.<br />

Ottima per me come primo impatto<br />

con il deserto, ho condiviso con altri<br />

18 amici questa meravigliosa esperienza<br />

che ci ha immerso completamente<br />

nell’ambiente con un clima<br />

molto familiare. Ho conosciuto persone<br />

con cui ancora oggi mi trovo<br />

per partecipare alle gare. Poi qui ho<br />

anche festeggiato il mio quarantesimo<br />

compleanno, indimenticabile.<br />

Ma soprattutto mi ha fatto amare il<br />

deserto, splendido ambiente che mi<br />

ricorda tanto l’amata montagna. LA<br />

PIÙ DURA è stata il Gran <strong>Trail</strong> Valdigne:<br />

anche se bella, ho sofferto un<br />

casino una crisi di sonno durante la<br />

notte (beh, naturale mi sembra!).<br />

Comunque dislivelli importanti che<br />

non mollano mai sia in salita che in<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 28


discesa, il meteo poi non ci ha aiutati<br />

e l’ha resa ancor più selettiva… una<br />

grande gara. LA PIÙ STRANA? Non<br />

mi viene in mente niente se non le<br />

gare che ho fatto a dicembre con il<br />

vestito da Babbo Natale. Forse devo<br />

aspettare a farne delle altre.<br />

E QUELLA CHE NON RIFARESTI?<br />

Certo, di ricordi spiacevoli ce ne<br />

sono, ma più legati al modo in cui si<br />

è condotta la gara. Brutte condizioni<br />

o cattive sensazioni fisiche e mentali<br />

possono farti soffrire oltre misura, e<br />

quando ripensi a quella gara ecco<br />

riaffiorare i brutti pensieri. Ma anche<br />

questo serve: ti riporta a fare i conti<br />

con il tuo essere vulnerabile... così<br />

miseramente e meravigliosamente<br />

umano. Una gara andata male logora<br />

sempre la nostra autostima di<br />

atleti, ma è lo spunto per riflettere e<br />

ricominciare da capo, per chiedere<br />

una rivincita a noi stessi.<br />

Non vorrei dire che non rifarei qualche<br />

gara perché ognuna è diversa<br />

e da ognuna ho imparato qualcosa.<br />

Però penso che limiterò le gare su<br />

strada anche se manterrò 1 o 2 maratone<br />

all’anno.<br />

QUAL È LA GARA CHE STAI ANCORA<br />

SOGNANDO?<br />

C’è una gara nei miei sogni... Vorrei<br />

partire un giorno per una sky che da<br />

Alagna, passando per il Gnifetti, arrivi<br />

fino al Rifugio Margherita, in una galoppata<br />

verso i ghiacciai del Monte<br />

Rosa, crepacci permettendo… Chissà,<br />

magari qualcuno mi ascolta.<br />

Anche qui non so rispondere con certezza<br />

perché sono ancora all’oscuro<br />

di molte gare che potrebbero rientrare<br />

nei miei sogni.<br />

Resto però dell’idea che ritornerò<br />

nel deserto, magari con gare un po’<br />

più impegnative anche se non mi<br />

sentirei ora pronta per la Marathon<br />

de Sables per esempio.<br />

Poi anche le gare sui ghiacciai mi<br />

intrigano, tipo la Valnoise. Poi penso<br />

alla Patagonia, alla traversata del<br />

ghiacciaio Perito Moreno, non è propriamente<br />

una gara ma il sogno di<br />

riuscire ad andarci c’è, chissà!<br />

CHE GARE HAI IN PROGRAMMA PER<br />

IL 2008?<br />

Ad oggi (16 luglio) sono a 140 km<br />

di sole gare, corsi in poco più di un<br />

mese, e la stagione è ancora lunga…<br />

Quest’anno ho voglia di essere libe-<br />

ra, partecipare a tutte le gare che<br />

voglio, senza finalità, per conoscere<br />

nuove montagne, nuovi percorsi.<br />

Ho corso: il Trittico Wintertrail (trail del<br />

Poggiolo, Trasacco e Terre di Mezzo),<br />

la Maratona di Roma, la frazione<br />

di corsa della Otzialpinmarathon<br />

di Naturno, la Tagliafuoco (circuito<br />

Terre Alte), il Gran raid delle Prealpi<br />

Trevigiane, la Cortina - Dobbiaco, il<br />

Cromagnon, la Campolonga, i pionieri<br />

del Gran Sasso, la Transpelmo,<br />

il Gran <strong>Trail</strong> Valdigne, la Transcivetta,<br />

la Camignada, l’Ecotrail del Gransasso,<br />

l’Ecomaratona della Val d’Arda.<br />

Il 29 agosto prossimo sarò alla linea<br />

di partenza di una corsa che solo a<br />

pensarci mi vengono i brividi: UTMB,<br />

gara non propriamente delle più facili<br />

per una neofita come me<br />

Poi sarò alla Skyrace del Cavallo (organizzata<br />

dalla mia squadra, “MON-<br />

TANAIA RACING”), all’Ecomaratona<br />

dei Cimbri, alle Porte di Pietra.<br />

Per ottobre al momento sono iscritta<br />

ai Templiers (70 km in Francia), a novembre<br />

credo che parteciperò alla<br />

prima edizione della maratona dei<br />

6 comuni (Vi). Tutto il resto è ancora<br />

da decidere anche perché inizierò<br />

pure con le gare di scialpinismo. Vedremo!<br />

VEDIAMO UN PO’ LE COSE DA UN AL-<br />

TRO PUNTO DI VISTA: CORRI DA SOLA<br />

O HAI COMPAGNI DI ALLENAMEN-<br />

TO? E ALLE GARE CI VAI DA SOLA? TI<br />

È CAPITATO DI CONOSCERE NUOVE<br />

PERSONE, CORRENDO? DI FARE AMI-<br />

CIZIE? O MAGARI DI INNAMORARTI?<br />

Mi alleno spesso sola, anche perché<br />

il mio lavoro (sono infermiera professionale<br />

turnista) mi concede orari diversi<br />

da altri runners. Quando possibile<br />

però condivido le mie uscite con<br />

Claudio, che da anni mi sopporta,<br />

mi assiste, mi accompagna…<br />

Ho più compagni di allenamento<br />

a seconda dei percorsi, anche se<br />

spesso per motivi di lavoro e orario<br />

corro da sola, in queste occasioni mi<br />

piace andare alla scoperta di nuovi<br />

tragitti. Alle gare ci vado spesso da<br />

sola, soprattutto alle lunghe. A volte<br />

mi incrocio con altri per dividere il<br />

viaggio ma non sempre succede.<br />

Di innamorarmi no, almeno non ancora,<br />

anche se ho conosciuto moltissime<br />

persone, e ovviamente visto<br />

l’ambiente per la maggior parte<br />

sono maschi!<br />

Amicizie si, queste posso dire di averne<br />

fatte tante, alcune anche impor-<br />

tanti, è bello poi ritrovarsi alle varie<br />

gare.<br />

PARLIAMO DI ALIMENTAZIONE: SE-<br />

GUI UNA DIETA? SEI SEMPRE ATTENTO<br />

A QUELLO CHE MANGI OPPURE NO,<br />

E TI CONCEDI QUALCHE VIZIO OGNI<br />

TANTO?<br />

Non seguo una dieta particolare,<br />

anche se forse dovrei curare meglio<br />

questo aspetto. Mangio un po’ di<br />

tutto, senza esagerare. In inverno mi<br />

lascio un po’ andare… è in questa<br />

stagione che i vasetti di nutella hanno<br />

vita breve!<br />

Sono vegetariana e, per sdrammatizzare,<br />

dico sempre che sono un<br />

po’ difettata, così mi torturano un<br />

po’ meno. A volte capita di andare<br />

in quei posti dove vivono solo di<br />

carne… mi sembra di essere una<br />

marziana! Non sto sempre attenta a<br />

quello che mangio, anzi, nonostante<br />

le esclusioni dettate dalla dieta<br />

a tavola non mi risparmio e a volta<br />

esagero pure. Vizi? Cosa sono? Tipo<br />

il gelato, il cioccolato? …eh sì! Appartengo<br />

anch’io alla categoria non<br />

propriamente sempre vincente dei<br />

viziosi.<br />

COSA MANGI PRIMA DI UNA GARA<br />

LUNGA? E DURANTE? E DOPO?<br />

In vista delle gare rientro nei ranghi,<br />

perdendo anche quel paio di kg che<br />

di solito accumulo.<br />

Prima di gare lunghe cerco di idratarmi<br />

molto: già prima di partire bevo<br />

una borraccia di sali molto diluiti, poi<br />

ogni ora assumo integratori energetici<br />

liquidi o in gel (difficile masticare<br />

mentre corri. Alimentarmi con regolarità<br />

diventa quasi un rito che scandisce<br />

il tempo che passa: quante<br />

volte guardo il crono e mi dico: ”dai<br />

che tra x minuti si mangia”, come a<br />

volermi concedere un premio per<br />

un’altra ora passata faticando.<br />

Più difficile invece è mangiare al termine<br />

di una prova lunga, lo stomaco<br />

è chiuso, l’appetito non c’è, in<br />

genere riesco a buttare giù solo cibi<br />

freschi come frutta, yogurt e a bere<br />

una buona birra. Un vero pasto lo riesco<br />

a fare il giorno dopo.<br />

Sono alle prime armi, chiedo spesso<br />

consigli a chi ha esperienza, comunque<br />

mangio come d’abitudine. Cerco<br />

di aumentare un po’ il carico di<br />

carboidrati, niente più.<br />

Durante la gara, nonostante i miei<br />

sempre presenti buoni propositi, mangio<br />

troppo poco. Non mi va proprio,<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 29


dove ci sono i piccoli ristori mi prendo<br />

di solito pezzetti di banana, frutta<br />

secca o frutta in generale, bevo generalmente<br />

acqua e ultimamente<br />

ho aggiunto la coca-cola. Non riesco<br />

a bere gli integratori e neppure<br />

il tè. Bene il caffè. Naturalmente integro<br />

con sali minerali, vitamine, carboidrati.<br />

Faccio uso di concentrati e<br />

barrette. Sempre comunque poca<br />

cosa, porto a casa almeno la metà<br />

di quello che dovrei prendere.<br />

Nei ristori delle lunghe il piatto di pasta<br />

lo mangio volentieri, ma deve essere<br />

una gara di almeno 70, 80 km,<br />

altrimenti passo.<br />

OLTRE LA CORSA: HAI UN DIARIO, UN<br />

QUADERNO DI APPUNTI, UN BLOG?<br />

TIENI TRACCIA O MEMORIA DELLE TUE<br />

CORSE?<br />

Tengo un diario di allenamento, sul<br />

quale prendo nota quotidianamente<br />

dell’attività svolta. E’ un diario<br />

molto tecnico, scarno: fatto di percorsi,<br />

tempi, pulsazioni, recuperi; non<br />

annoto mai sensazioni su quelle pagine,<br />

la parte emozionale preferisco<br />

rimanga nel pensiero.<br />

Non ho un diario, non annoto gli allenamenti.<br />

Mi scrivo solamente le gare<br />

e i lunghi con il tempo impiegato.<br />

Poi, per ricordo, prendo le foto delle<br />

gare e ho tenuto tutti i pettorali che,<br />

in 2 anni, sono già tantissimi.<br />

COME CONCILI LA CORSA CON TUT-<br />

TO IL RESTO (LAVORO, FAMIGLIA...)?<br />

Conciliare la mia attività sportiva<br />

con la famiglia, la casa, ma soprattutto<br />

il lavoro a tempo pieno in una<br />

terapia intensiva, non è sempre facile,<br />

soprattutto nel periodo estivo. E’<br />

allora che devo programmare i miei<br />

turni tenendo conto delle gare, delle<br />

trasferte. Eccomi quindi a chiedere<br />

cambi turno e a rinunciare al periodo<br />

continuativo di ferie per poter<br />

avere giorni liberi qua e là… Quante<br />

volte dopo una gara corsa al mattino<br />

mi trovo in servizio di notte! Ma<br />

il mio lavoro è importante, mi piace,<br />

mi gratifica e mi dà da vivere.<br />

Corro quando posso. Non avendo<br />

impegni familiari, che non è cosa da<br />

poco, posso gestire come voglio il<br />

mio tempo libero. Peccato però che<br />

il lavoro occupi gran parte della giornata,<br />

tanto da farmi a volte rinunciare<br />

per stanchezza. Ne approfitto nei<br />

week-end che utilizzo sempre per<br />

fare qualcosa di più. Ovvio che tutto<br />

ciò mi fa rinunciare ad altro, del resto<br />

Foto © risk4sport<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 30


non si può avere tutto dalla vita.<br />

HAI UNO SPONSOR O TI PAGHI TUTTO<br />

DA SOLO? RIESCI A PRENDERE QUAL-<br />

CHE PREMIO ALLE GARE? HAI MAI<br />

QUANTIFICATO QUANTO TI COSTA<br />

CORRERE IN UN ANNO?<br />

Certo, correndo e salendo sul podio<br />

delle gare di skyrunning si guadagna<br />

qualche soldo, che prontamente<br />

viene investito in altre iscrizioni, altre<br />

trasferte... in un’attività che si auto-finanzia.<br />

Ho anche la fortuna di essere<br />

sponsorizzata dalla Salomon, che da<br />

anni mi fornisce attrezzature sportive<br />

di qualità (scarpe, vestiario, accessori)<br />

sollevandomi da ulteriori spese.<br />

Quanti skyrunners invece, senza alcun<br />

introito o sponsor, affrontano le<br />

gare per la pura passione di parteciparvi.<br />

E’ a loro che va la mia ammirazione.<br />

Stilando un bilancio finale, non ci si<br />

arricchisce facendo la skyrunner…<br />

non sono certamente i soldi a muovere<br />

un entusiasmo che porta a fatica<br />

sicura e a successi incerti!<br />

Sono un’atleta dai risultati modesti,<br />

faccio quello che faccio per passione,<br />

quindi mi pago tutto da sola.<br />

Qualche premio alle gare mi è capitato<br />

di prenderlo, a quelle lunghe<br />

però, dove donne ce ne sono poche…<br />

è un po’ un vincere facile!<br />

Sono comunque soddisfatta anche<br />

quando non prendo nulla ma riesco<br />

a finire quello che mi sono prefissata.<br />

Non ho mai quantificato quanto<br />

spendo in un anno per correre e<br />

credo che mai lo farò. Assieme alle<br />

altre passioni sportive, correre è un<br />

bisogno da cui traggo molti benefici…e<br />

ovviamente tutto questo non<br />

ha prezzo. Risparmio magari in altre<br />

cose, che considero meno importanti.<br />

COSA VUOL DIRE PER TE CORRERE UN<br />

ULTRA<strong>TRAIL</strong>? COSA TI SPINGE A FARE<br />

CORSE ESTREME?<br />

La montagna è bellissima: le sue rocce,<br />

la sua neve, i ghiacciai, l’erba... i<br />

suoi profumi, i colori, l’aria che diventa<br />

sempre più fresca mentre sali, e la<br />

sensazione di aver fatto qualcosa di<br />

unico, quando finalmente concludi<br />

la prova. Tu, così piccola, con quelle<br />

2 gambette lì, che sei riuscita a salire<br />

lassù e a ridiscendere, ancora una<br />

volta, e non vorresti smettere mai di<br />

farlo, di sentirti così appagata…<br />

Sono stata spinta dalla semplice curiosità,<br />

dal volermi mettere alla prova.<br />

Fino a 2 anni fa non sapevo neanche<br />

cosa fossero gli ultratrail. Poi sono andata<br />

a fare la Saintè Lyon e mi sono<br />

divertita, saltato il Cromagnon per il<br />

brutto tempo ho fatto l’anno scorso<br />

la via Marenca a Dolcedo, la mia<br />

prima vera ultra con molto dislivello,<br />

qui ho capito che queste erano<br />

le cose che mi piaceva fare: il misto<br />

di corsa e camminata nell’ambiente<br />

che amo. Mi sono innamorata di<br />

queste occasione di vivere la montagna<br />

così a lungo, il fatto che non finiscono<br />

mai è una cosa che mi ispira<br />

molto, come ciò che s’incontra per<br />

la via, le difficoltà che cambiano per<br />

un nonnulla, le persone.<br />

SCUSA MA... PERCHÉ CORRI?<br />

Corro… per mettermi alla prova.<br />

Mi sembra una frase fatta ma... fondamentalmente<br />

corro perché mi<br />

piace, perché quando corro, corrono<br />

con me anche i pensieri, entro in<br />

un magico mondo dove piacevolmente<br />

mi perdo, una costante percezione<br />

del nostro corpo e del mio<br />

io. Mi sento più viva.<br />

VUOI AGGIUNGERE QUALCOSA?<br />

TEMA LIBERO.<br />

Non so per quanto ancora riuscirò a<br />

correre a questi livelli. Vivo il mio essere<br />

atleta in modo precario, perché<br />

un giorno tutto questo dovrà finire,<br />

Foto © Pasqualotto<br />

per un motivo o per l’altro.<br />

Ma ringrazio Dio per questa mia “vita<br />

parallela”, che tanto mi ha dato, e<br />

che continua a darmi: mi ha portato<br />

a vivere situazioni ed emozioni che<br />

non scorderò mai, mi ha arricchito<br />

con dolori e gioie, mi ha fatta felice<br />

rendendomi, forse, una persona migliore.<br />

Io veramente di cuore vorrei ringraziare<br />

tutte le persone che ho conosciuto<br />

in questo ambiente, tutte<br />

quelle che hanno reso la mia presenza<br />

possibile, quelle che mi hanno<br />

incoraggiato e sostenuto valorizzando<br />

le mie qualità. Persone che sono<br />

grandi sia di capacità sportiva ma<br />

soprattutto di umiltà, semplicità ed<br />

umanità. Persone che per mia fortuna<br />

incontro spesso. u<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 31


IL PERSONAGGIO...<br />

A cura di Matteo >emme< Grassi<br />

Foto © archivio Salmaso<br />

NORBERTO<br />

SALMASO<br />

[ L’istinto e le regole ]<br />

“<strong>Trail</strong> running è letteralmente<br />

corsa su sentiero, e un sentiero<br />

è sempre avventura, emozioni,<br />

esplorazione.”<br />

La mia avventura ha inizio negli<br />

anni ‘80 con la carriera di atleta<br />

agonista nazionale di atletica<br />

leggera negli 800 e 1500 metri e nei<br />

3000 siepi.<br />

A quei tempi per preparare le gare<br />

praticavo il Fartlek, allenamento di<br />

corsa a ritmi variati, e lo facevo in<br />

collina, lungo i sentieri nei boschi e<br />

nei prati, e già allora era forte la curiosità<br />

di andare a vedere dove andava<br />

a finire quel sentiero a fianco<br />

che non avevo mai percorso.<br />

Il <strong>Trail</strong> amplificava il mio modo di<br />

esprimermi attraverso la corsa, a<br />

quell’epoca ancora considerata<br />

dai più unicamente come specialità<br />

di atletica leggera, fosse essa su<br />

pista, su strada o anche in montagna:<br />

sempre e solo, semplicemente,<br />

gara.<br />

Ma, come ha ricordato Daniele<br />

Menarini nell’editoriale n° 3 di Spirito<br />

<strong>Trail</strong>, in quel mondo della corsa<br />

apparvero negli anni ‘90 lo SKY RUN-<br />

NING e il <strong>TRAIL</strong>, e avvenne così il mio<br />

“passaggio” dai 1500 metri in pista al<br />

Giro delle Piramidi.<br />

All’epoca i <strong>Trail</strong> erano organizzati<br />

solo da associazioni francesi (Marathon<br />

des Sables, Tour delle Piramidi)<br />

e austriache (Algeria–Tamaraset),<br />

alle quali mi sono appoggiato per<br />

esprimere il mio innato “spirito trail”.<br />

Con gli anni poi il <strong>Trail</strong> è diventato un<br />

percorso di competizione vera e propria<br />

e quindi una specifica specialità<br />

del running, diffusa e praticata in<br />

tutta Europa e finalmente anche in<br />

Italia.<br />

Dal 2002, anno internazionale della<br />

montagna, ho iniziato a spostare<br />

ancora un po’ più in là la mia idea<br />

di corsa, immaginando e realizzan-<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 32


do alcune imprese di esplorazione<br />

e ricerca di nuove vie per il Trekking.<br />

Nell’ambito del progetto “L’ambiente<br />

naturale una Palestra a cielo aperto<br />

– SKYFITNESS” ho realizzato la traversata<br />

Venezia-Passo dello Stelvio<br />

(2002), Cortina-Venezia (2003), Viareggio-Rimini<br />

(2004), e ho dato vita<br />

ad una scuola di corsa e avventura<br />

denominata SKYEXPLORER (www.<br />

skyexplorer.it). Queste hanno consolidato<br />

il prosieguo della mia passione<br />

per la corsa dalla pista all’ambiente<br />

naturale.<br />

Come accennato, il <strong>Trail</strong> coinvolge<br />

sempre più persone appassionate<br />

di running a ricercare emozioni particolari<br />

che solo l’ambiente naturale<br />

può dare in un mondo sempre più<br />

virtuale e artificiale. Diventando disciplina<br />

e specialità sportiva, si devono<br />

seguire dei criteri di metodologia<br />

dell’allenamento, preparazione atletica,<br />

alimentazione, abbigliamento,<br />

scarpe.<br />

L’improvvisazione avvicina sì all’esperienza,<br />

ma la passione va coltivata,<br />

con amore.<br />

Per preparare un <strong>Trail</strong> o un <strong>Ultra</strong><strong>Trail</strong>,<br />

ci si deve pensare per tempo, con<br />

consapevolezza; solo così si eviteranno<br />

possibili complicazioni o problemi<br />

fisici e sarà certo più “viva”<br />

l’avventura.<br />

Io oggi mi alleno seguendo semplici<br />

regole di base che ho codificato<br />

nella regola del 3 e del 30, da osservare<br />

per una migliore efficienza<br />

psico-fisica.<br />

Regola del 3<br />

3 volte alla settimana un’attività fisico-sportiva<br />

3 giorni di riposo massimo tra un allenamento<br />

e l’altro<br />

3 mesi: minimo di attività fisica regolare<br />

3 bicchieri d’acqua al giorno<br />

Regola del 30 (per una migliore efficienza<br />

muscolare generale)<br />

30 minuti: minimo di lavoro aerobico<br />

30 braccia: piegamenti<br />

30 addominali: con torsione<br />

30 dorsali: con torsione<br />

30 gambe: piegamenti con talloni<br />

sollevati<br />

30 saltelli: a gambe divaricate con<br />

torsione<br />

30 saltelli: con la fune<br />

E’ scontato che se l’evento <strong>Trail</strong> è importante,<br />

mi alleno anche tutti i giorni<br />

e faccio almeno un mese prima una<br />

”simulazione“ della prova. Questo mi<br />

permette di saggiare a che punto è<br />

la preparazione e che adattamenti<br />

devo inserire nell’allenamento.<br />

Ecco quindi che a queste regole di<br />

base, per chi vuole ottenere una migliore<br />

prestazione, si devono aggiungere<br />

quegli elementi di metodologia<br />

dell’allenamento (corsa di durata,<br />

media, corto veloce, interval training,<br />

fartlek, prove ripetute) che solo<br />

un tecnico, o una persona qualificata,<br />

può consigliare ad un appassionato<br />

per non incorrere in errori o sovrallenamento,<br />

casi in cui l’attività<br />

fisico-sportiva non fa più bene alla<br />

salute, ma può essere addirittura<br />

dannosa.<br />

Ma, oltre al “cosa faccio”, in allenamento<br />

è importante il “come lo<br />

faccio”, cioè lo stile e la tecnica di<br />

corsa. “Corro bene o corro male?<br />

Esiste una tecnica di corsa?”. Sono<br />

domande che ogni <strong>Trail</strong>er si deve<br />

porre, ma alle quali solo un tecnico<br />

può dare risposta. Comunque sì! Esiste<br />

una tecnica di corsa per correre<br />

sul piano, in salita, in discesa, su sterrato,<br />

sulla sabbia.<br />

L’alimentazione è un altro aspetto<br />

fondamentale, sia nella vita quotidiana<br />

che nei <strong>Trail</strong>, è l’energia che<br />

muove tutto: le gambe, la mente, lo<br />

spirito.<br />

Prediligo quella naturale, semplice<br />

e classica, sia prima che durante e<br />

dopo.<br />

Durante la corsa uso: acqua, miele,<br />

orzo, mandorle, noccioline e, solo nei<br />

<strong>Trail</strong> di più giorni o nelle mie attraversate<br />

di esplorazione in autosufficienza,<br />

tengo come emergenza i gel e<br />

le barrette specialistiche, non disdegnando<br />

di fermarmi anche ai bar o<br />

nelle trattorie per un piatto, o due,<br />

di pastasciutta e gelato. E il problema<br />

del ripartire, almeno per me, non<br />

esiste: con la fame digerisci anche il<br />

ferro! E vai carico di energia (vedi il<br />

mio ultimo “Trans <strong>Trail</strong> del Passatore”<br />

descritto in Spirito<strong>Trail</strong> n° 4).<br />

Le scarpe sono un altro elementoimpor-<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 33


tante. Oggi sono diverse le proposte<br />

delle case costruttrici, studiate e diversificate<br />

per caratteristiche fisiche<br />

degli atleti, terreni e situazioni tecniche,<br />

arrivando ad offrire scarpe da<br />

gara, da allenamento, e specialistiche<br />

per la sabbia e altre condizioni<br />

estreme.<br />

Io utilizzo e consiglio, per il <strong>Trail</strong> in<br />

generale, allenamento e gara, una<br />

scarpa che sia ammortizzante su<br />

qualsiasi superficie, protettiva dai<br />

sassi sull’avampiede, con un buon<br />

grip nel battistrada. Le scarpe per<br />

le condizioni particolari, sabbia ed<br />

estreme vanno usate solo per tale<br />

scopo. Come pure le scarpe da<br />

gara, che consiglio solo agli atleti<br />

evoluti, cioè a coloro che si pongono<br />

come obiettivo le competizioni<br />

<strong>Trail</strong> per un’intera stagione o più.<br />

Anche il resto dell’attrezzatura <strong>Trail</strong>:<br />

camel bag, bastoncini, marsupio,<br />

occhiali, cappellino, da utilizzarsi a<br />

seconda dell’ambiente off road e<br />

dalla durata, sono costruiti oggi specificamente<br />

per il loro impiego nella<br />

corsa.<br />

Ripenso ai miei primi tentativi, negli<br />

anni ‘90, di adattare gli zaini da Trek-<br />

king alle esigenze del <strong>Trail</strong> e all’utilizzo<br />

di liofilizzati e creme per bambini<br />

nell’alimentazione... altro che gel e<br />

barrette energetiche!<br />

Nelle mie traversate di esplorazione<br />

in autosufficienza di più giorni, la carta<br />

topografica e la bussola sono fondamentali<br />

e rimangono tali, anche<br />

dopo l’introduzione di uno strumento<br />

scientifico e straordinariamente comodo<br />

come il GPS. Ho infatti constatato<br />

che in alcuni casi la mancanza<br />

di segnale satellitare, campi magnetici<br />

strani che interferiscono o batterie<br />

esaurite, possono far venire meno<br />

anche il suo funzionamento.<br />

Per concludere, ricordo che per<br />

qualsiasi progetto di traversate o di<br />

partecipazione a un <strong>Trail</strong>, la preparazione<br />

atletica va da 3 mesi a 1 anno.<br />

Con allenamenti di corsa specifici,<br />

studio su carta topografica, road<br />

book , altimetria, difficoltà, abbigliamento,<br />

scarpe, alimentazione, preparazione<br />

atletica di forza, mobilità,<br />

stretching. Insomma una preparazione<br />

“globale”.<br />

Ecco fatto, spero di aver descritto<br />

un ABC del <strong>Trail</strong> running, per muovere<br />

i primi passi di corsa con facilità<br />

sui sentieri. E, ripensando ad un<br />

aforisma di Giacomo Leopardi: “La<br />

cultura non è solo erudizione, ma è<br />

anche avventura“, auguro a tutti un<br />

buon <strong>Trail</strong>. u<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 34


CURIOSITA’...<br />

“IO C’ERO!”<br />

Piccole grandi imprese di veri spiriti trail<br />

A cura di Simone Brogioni<br />

L’ALTA VIA N. 1 NON-STOP<br />

Flavio Zanet ha realizzato un sogno<br />

che cullava da anni: percorrere l’Alta<br />

Via n. 1 dal Lago di Braies a Belluno<br />

non-stop. Il percorso misura circa 132<br />

km con circa 7200 metri di dislivello<br />

positivo. Flavio è riuscito a portare a<br />

termine la sua impresa in meno di un<br />

giorno: 23 ore e 46 minuti il suo tempo<br />

finale. Per allenarsi, a luglio Flavio<br />

aveva percorso l’Anello Zoldano: 80<br />

km con 5000 m D+.<br />

EMANUELA TRICOLORE<br />

Dopo il successo alla Red Rock Sky<br />

Marathon, Emanuela Brizio, che su<br />

questo numero si racconta agli amici<br />

di Spirito <strong>Trail</strong> nell’intervista doppia,<br />

si è laureata domenica 31 agosto<br />

campionessa italiana di FSA 2008<br />

di X-<strong>Ultra</strong> SkyMarathon. Emanuela<br />

ha vinto infatti in 7h 59’ 08” il Trofeo<br />

Kima, la grande Corsa sul Sentiero<br />

Roma, prova valida per l’assegnazione<br />

del titolo.<br />

TRA LE SELVAGGE MARMAROLE<br />

Mario Marin e il suo amico Gabriele<br />

sono partiti alle 23 del 5 luglio da<br />

Val da Rin, sopra Auronzo di Cadore<br />

(BL), per compiere l’intera traversata<br />

delle Marmarole, selvaggio gruppo<br />

montuoso che si estende per 16 km<br />

in linea d’aria tra l’Antelao e il Sorapiss.<br />

Cinque i bivacchi toccati dai<br />

due trailer: Fanton, Tiziano, Musatti,<br />

Voltolina e Comici, con arrivo alla<br />

Foresta di Somadida in località Palus<br />

San Marco. La traversata è stata<br />

rallentata dalla notevole presenza di<br />

neve, quest’anno abbondantissima,<br />

che non ha comunque impedito a<br />

Mario e Gabriele, muniti di piccozza,<br />

di completare il grandioso giro in<br />

15 ore e mezza, senza incontrare né<br />

acqua né escursionisti lungo il percorso.<br />

LE GUGLIE DELLO CHABERTON<br />

Le amiche Ilaria e Raffaella hanno<br />

partecipato il 3 Agosto alla Chaberton<br />

Marathon, da Monginevro a<br />

Cesana torinese. Raffaella, qualche<br />

notte prima della gara, forse per<br />

l’agitazione di partecipare al suo<br />

primo trail importante, ha sognato di<br />

correre sulla muraglia cinese; la particolarità<br />

era che in gara si doveva<br />

saltare da una guglia all’altra, e le<br />

guglie erano ben 8 milioni! Al termine<br />

della Chaberton Marathon, le due<br />

amiche di guglie ne hanno scalate<br />

molte meno, ma la fatica è stata<br />

comunque tanta, ripagata però da<br />

un’immensa soddisfazione.<br />

Segnalateci le vostre piccole grandi<br />

imprese scrivendo a<br />

redazione@spiritotrail.it<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 35


CONCORSO FOTOGRAFICO...<br />

“SCATTI…<br />

DI CORSA!”<br />

“SPIRITO <strong>TRAIL</strong>” BANDISCE IL<br />

1° CONCORSO FOTOGRA-<br />

FICO “SCATTI… DI CORSA!”<br />

SUL TEMA: “LA CORSA IN NA-<br />

TURA” OVVERO IMMAGINI<br />

ED EMOZIONI DEL <strong>TRAIL</strong> RUN-<br />

NING.<br />

Regolamento<br />

1. La partecipazione è gratuita e aperta<br />

a tutti, senza distinzione di età o nazionalità.<br />

2. Il concorso prevede una sola categoria<br />

ma è lasciata la massima libertà sia<br />

nell’interpretazione del soggetto sia nella<br />

tecnica.<br />

3. Ogni autore/autrice può presentare<br />

un massimo di 3 fotografie in b/n e/o colore.<br />

Sono ammesse elaborazioni digitali.<br />

4. Le opere dovranno avere le seguenti<br />

caratteristiche:<br />

. essere esclusivamente in formato digitale<br />

JPG<br />

. essere spedite via e-mail a redazione@<br />

spiritotrail.it<br />

. essere nominate con cognome e nome<br />

dell’autore e numero progressivo in minuscolo<br />

separate da under_score (esempio:<br />

rossi_marco_01.jpg rossi_marco_02.<br />

jpg )<br />

5. Le foto potranno essere accompagnate<br />

da una didascalia, una storia, una<br />

poesia per raccontare l’evento legato al<br />

soggetto fotografato.<br />

6. Le foto possono essere state scattate<br />

in ogni parte del mondo.<br />

7. Le foto pervenute sono a disposizione<br />

della redazione e possono essere utilizzate<br />

senza vincolo alcuno.<br />

8. Gli autori, inviando le foto, dispensano<br />

la redazione da qualsiasi onere presente<br />

e futuro, garantendo che le stesse opere<br />

non sono gravate da qualsivoglia diritto.<br />

9. Le opere dovranno essere di proprietà<br />

dell’autore, non sono ammesse foto non<br />

scattate dell’autore<br />

10. Il giudizio della Giuria è insindacabile<br />

ed inappellabile.<br />

11. Ogni autore è responsabile del contenuto<br />

delle immagini pervenute e ne<br />

autorizza l’esposizione in internet sul sito<br />

www.spiritotrail.it<br />

12. La premiazione verrà effettuata in<br />

data e luogo da definirsi al termine del<br />

concorso.<br />

13. L’invio stesso delle foto verrà considerato<br />

come accettazione del presente<br />

Regolamento.<br />

COMMISSIONE<br />

La commissione esaminatrice, presieduta<br />

dalla fotografa Belinda Sorice, è<br />

composta dalla redazione della webzine<br />

Spiritotrail. La commissione deciderà<br />

insindacabilmente le opere da premiare<br />

basandosi sui criteri seguenti:<br />

1) QUALITA’ E TECNICA FOTOGRAFICA<br />

2) CREATIVITA’<br />

3) PUNTO DI RIPRESA<br />

L’elenco dei primi classificati verrà pubblicato<br />

online sul sito www.spiritotrail.it. Il<br />

vincitore sarà contattato direttamente<br />

dalla redazione.<br />

PREMI<br />

Tra le foto pervenute entro il giorno 20<br />

di ciascun mese, la commissione esaminatrice<br />

sceglierà la “Foto del mese”<br />

che verrà pubblicata sulla webzine<br />

“Spiritotrail” del mese successivo. Tra le<br />

6 foto prescelte come “foto del mese”<br />

nel periodo luglio 2008 – dicembre 2008<br />

verrà scelto un vincitore assoluto, la cui<br />

foto verrà premiata con il titolo di “Foto<br />

dell’anno”. La foto dell’anno, oltre ad essere<br />

pubblicata sul numero di dicembre<br />

della webzine, rimarrà esposta per almeno<br />

un anno al seguente indirizzo:<br />

www.spiritotrail.it<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 36


Ascesa al Rifugio Porro...<br />

“In un momento di pausa per bere, ho voltato lo sguardo e davanti a me si è aperto lo scenario che ho ripreso. Lei<br />

(la mucca) se ne stava lì incurante di me e di tutto quello che accadeva.<br />

Il suo manto si confondeva con la terra e il cielo maculati come lei.<br />

Era un momento magico ed irripetibile...”<br />

Daniele>Rundiamo 62


Foto © Cristina Murgia<br />

VADEMECUM...<br />

la stagione<br />

A cura di Gualtiero >Krom< Linetti<br />

Dopo avere portato a termine<br />

una lunga preparazione<br />

primaverile, spero che<br />

tutti abbiamo potuto raggiungere<br />

l’obiettivo che ci eravamo posti per<br />

l’estate.<br />

Il calendario è ormai abbastanza ricco<br />

anche in Italia oltre che in Europa,<br />

Francia in primis. È logico sfruttare la<br />

preparazione e lo stato di forma per<br />

partecipare a più gare anche lunghe<br />

nella stessa stagione.<br />

Verrebbe da pensare subito agli<br />

appuntamenti importanti nel calendario,<br />

quelli per cui iscriversi è una<br />

corsa contro il tempo e sul filo della<br />

connessione internet molti mesi prima<br />

dell’evento, però esistono anche<br />

decine di appuntamenti che<br />

non necessitano di preventive programmazioni.<br />

Eventi che possiamo<br />

inserire nel nostro calendario anche<br />

senza anticipi ulteriori di qualche set-<br />

Programmare<br />

timana, gare che prospettiamo fattibili<br />

alla luce del nostro precedente<br />

risultato o che possono essere considerate<br />

una rivincita personale se il<br />

primo appuntamento, quello tanto<br />

agognato, non fosse andato secondo<br />

le nostre aspettative.<br />

D’altraparte, ed ecco il lato negativo,<br />

un calendario così ricco di gare<br />

può indurci ad esagerare, acccumulando<br />

in agenda troppi appuntamenti<br />

trail, specialmente lunghi.<br />

Il rischio è quello di logorarsi, e non<br />

solo fisicamente, a causa del sovraccarico<br />

e dei traumi più o meno<br />

“visibili”. Fare due ultratrail temporalmente<br />

ravvicinati con parecchio<br />

dislivello e con il proposito di un sostenuto<br />

impegno in entrambi è abbastanza<br />

rischioso.<br />

Il mio consiglio è di lasciare trascorrere<br />

tre, quattro, meglio ancora cinque<br />

settimane tra due appuntamen-<br />

trail<br />

ti di lunghissima distanza, specie,<br />

appunto, se entrambi con dislivelli<br />

significativi e con obiettivi ben al di<br />

là del semplice taglio del traguardo.<br />

Secondo questo pensiero, durante<br />

la lunga stagione estiva (da maggio<br />

a settembre), non mi sentirei dunque<br />

di consigliare più di quattro ultratrail.<br />

Perché se è appurato che il trail running<br />

è meno stressante rispetto alla<br />

corsa su strada di lunghissima distanza,<br />

perlomeno a livello osteo-articolare,<br />

è altrettanto vero che l’impegno<br />

di un ultratrail è comunque<br />

oneroso da molti punti di vista.<br />

Come possiamo strutturare la preparazione,<br />

o meglio, il mantenimento<br />

della forma, tra di essi?<br />

Il primo presupposto è sicuramente<br />

quello di garantire un periodo di<br />

una settimana o poco più di riposo<br />

(che non significa astensione assoluta<br />

dall’attività fisica) successivo alla<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 38


prima prova e, temporalmente opposta,<br />

una fase di scarico o ricerca<br />

della migliore forma-concentrazione<br />

nella settimana che precede la successiva<br />

gara. Tra questi due periodi<br />

possiamo inserire micro-cicli di allenamento<br />

che mantengano alto lo<br />

stato di forma continuando ad interessare<br />

gli adattementi necessari alla<br />

tipicità del trail running e cioé:<br />

• allenamenti che ci portino a correre<br />

attorno alla soglia, come circuiti<br />

collinari intensi, non lunghissimi<br />

come distanze, ma che alternino fasi<br />

di salita ad impegno massimale, ad<br />

altre di recupero, presumibilmente in<br />

discesa, corse all’andatura tipica di<br />

un ultratrail. In alternativa va bene<br />

qualsiasi lavoro intervallato anche in<br />

pianura, fissando le distanze di inizio<br />

e termine delle parti veloci con indicazioni<br />

naturali (alberi, cartelli stradali,<br />

incroci) per aumentarne la variabilità,<br />

tenere desta l’attenzione ed<br />

evitare quell’allergia mentale che<br />

molti provano in uscite di questo tipo<br />

(eliminando ogni riferimento cronometrico<br />

o spaziale).<br />

• Ripetizioni di brevissime (da dieci<br />

a trenta secondi) salite ad impegno<br />

massimale aventi come obiettivo<br />

la stimolazione della gittata cardiovascolare.<br />

Il programma dell’uscita<br />

può essere facilmente costruito su<br />

5-10 ripetizioni di questo tipo recuperando<br />

con la camminata in discesa,<br />

e ripetendo la serie per 3-5 volte intervallando<br />

ciascuna con qualche<br />

minuto di corsa lenta. Al termine del<br />

programma si può inserire un tratto<br />

anche in pianura in cui si possa allungare<br />

la falcata e sciogliere eventuali<br />

rigidità muscolari.<br />

• Proprio per non affaticare la struttura<br />

muscolare consiglio anche di<br />

ridurre la lunghezza delle uscite di<br />

endurance. L’endurance, cioé l’insieme<br />

della resistenze (mentali e fisiologiche),<br />

è una qualità che decade<br />

meno rapidamente rispetto ad altre.<br />

Per cui, essendo la priorità di questo<br />

periodo transitorio tra due trail il<br />

recupero dei traumi assorbiti dalla<br />

struttura muscolare, scheletrica e<br />

articolare, reputo poco utile insistere<br />

particolarmente su questo aspetto.<br />

La parola d’ordine è diminuire inten-<br />

sità e durata dei lunghi.<br />

• Convincersi che il miglioramento<br />

degli adattamenti alla sollecitazioni<br />

non va forzato e raggiunto nel breve<br />

arco di tempo che separa due gare,<br />

ma esso è il risultato dell’avvicendarsi<br />

di tutta la programmazione stagionale.<br />

Evitiamo quindi di sovraccaricare<br />

l’organismo in questa fase con<br />

la speranza di migliorare risultati e<br />

prestazioni: è dannoso e controproducente<br />

affaticarsi più del dovuto.<br />

L’obiettivo deve essere quello del<br />

mantenimento e della ricerca della<br />

massima forma.<br />

Nel periodo di recupero dopo la gara<br />

va posta una cura particolare all’alimentazione<br />

e al riposo. Il recupero<br />

delle risorse energetiche spese nella<br />

prova precedente è fondamentale e<br />

va fatto con il giusto criterio e importanza,<br />

e lo stesso dicasi per il rispetto<br />

del riposo e del giusto sonno. Se non<br />

si hanno particolari problemi fisici si<br />

possono svolgere corse lente senza<br />

particolari obiettivi; tuttavia il miglior<br />

riposo “attivo” consiste nel dedicarsi<br />

ad altre attività sportive, anche aerobiche,<br />

ma che interessano distretti<br />

in parte o in tutto diversi da quelli<br />

della corsa: nuoto, mountain-bike,<br />

ciclismo per esempio, naturalmente<br />

ad intensità non agonistiche.<br />

Nella fase di scarico che precede<br />

la gara, diciamo la settimana<br />

precedente, dobbiamo evitare di<br />

appesantire muscoli e mente. Vanno<br />

benissimo uscite di corsa lenta<br />

che terminino con allunghi o brevi<br />

tratti di corsa media intervallati o<br />

continui. Insistere, al termine di ogni<br />

uscita, con allungamenti muscolari<br />

(stretching). L’obiettivo è, a maggior<br />

ragione all’approssimarsi dell’evento<br />

successivo, tenere elastici i distretti<br />

muscolari degli arti inferiori.<br />

In generale, intendendo il trail running<br />

come una corsa dove l’obiettivo<br />

cronometrico o prestazionale è<br />

relegato in netto secondo piano, per<br />

la maggior parte di noi almeno, la<br />

cosa che mi sento di consigliare ad<br />

ognuno è l’equilibrio. Equilibrio nella<br />

scelta e nell’ammassamento e concatenamento<br />

di gare nel proprio<br />

calendario: che sia il piacere (vietato<br />

perdere di vista questo aspetto<br />

in favore di canoni quali il “dovere”<br />

o l’agonismo puro) della pratica di<br />

questa meravigliosa disciplina a guidarci<br />

e, innanzitutto, il buon senso<br />

verso chi ci vive vicino e, ancora di<br />

più, verso la nostra qualità di vita. u<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 39


MATERIALI...<br />

lafuma<br />

SKY RACE<br />

A cura di Gualtiero >krom< Linetti e Matteo >emme< Grassi<br />

Ci sono scarpe da trail che nascono<br />

adattando scarpe da<br />

strada e scarpe da trail che<br />

nascono invece apposta per gli ambienti<br />

montani.<br />

È questo il caso della Sky Race di Lafuma,<br />

storico brand francese specializzato<br />

in attrezzatura da montagna<br />

e attento alle tematiche ambientali.<br />

Progettata con l’aiuto del Lafuma<br />

Team (Karine Herry in particolare,<br />

ma anche Corinne Favre e il “nostro”<br />

Maurizio Scilla) e con la collaborazione<br />

di podologi, si presenta con una<br />

linea aggressiva e un look accattivante.<br />

Le caratteristiche salienti che<br />

colpiscono a prima vista sono il sistema<br />

di allacciatura molto avvolgente<br />

e la tassellatura scolpita e “graffiante”<br />

della suola.<br />

Alla calzata la scarpa è confortevole,<br />

ben ammortizzata e questo anche<br />

dopo parecchie ore di corsa. Il<br />

sistema di allacciatura, denominato<br />

Twinlace®, è del tipo rapido, ma con<br />

l’originale peculiarità di avere un<br />

doppia chiusura, una per l’avampiede<br />

e una per il collo del piede. Questa<br />

particolarità, unita all’avvolgenza<br />

del sistema e alla fitta distribuzione<br />

delle fasce laterali, garantisce una<br />

chiusura veramente personalizzabile<br />

e quindi omogenea. Va prestata<br />

però attenzione al completo serraggio<br />

dei sistemi di chiusura, pena<br />

il loro allentamento specialmente<br />

dopo discese sconnesse. Un altro<br />

dettaglio che non ci ha convinto è<br />

la tenuta della linguetta a tasca che<br />

dovrebbe trattenere i due manicotti<br />

di fermo dopo la chiusura: durante le<br />

prove della scarpa sono spesso usciti<br />

con conseguente “saltellamento”<br />

ad ogni balzo.<br />

La tomaia (in tessuto Mesh 3D) è<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 40


morbida e ben traforata, ma spessa,<br />

fattore che insieme alle fascette<br />

(impermeabili) di collegamento tra<br />

allacciatura, tomaia e suola rendono<br />

abbastanza difficoltosa l’evacuazione<br />

del sudore ma soprattutto<br />

dell’acqua di pioggia, pozzanghere<br />

e ruscelli.<br />

Il puntale, in gomma semi-rigida TPU,<br />

garantisce un’ottima protezione<br />

contro sassi e altri urti accidentali.<br />

L’ammortizzazione è molto elevata,<br />

soprattutto in zona tallonare, l’intersuola<br />

(sviluppata, come la tassellatura,<br />

da Vibram), è confortevole e dotata<br />

di inserti di maggiore densità sul<br />

lato interno del piede per contenere<br />

le forze pronatrici.<br />

La scarpa è reattiva e mediamente<br />

leggera.<br />

Il vistoso inserto rigido per il controllo<br />

della torsione e l’aggressivo grip<br />

sull’avampiede permettono ottima<br />

efficienza in fase di spinta su terreni<br />

instabili.<br />

La stabilità del piede coeso con la<br />

scarpa (l’allacciatura è davvero<br />

avvolgente) è rinfozata da strutture<br />

rigide che avvolgono lo scafo tallonare.<br />

Anche in fase di appoggio e<br />

atterraggio il grip a disegno invertito<br />

(rispetto alla direzione del moto) è<br />

molto scolpito e acuisce la sensazione<br />

di controllare ottimamente la<br />

distribuzione del peso.<br />

La tassellatura della suola (Xrun®<br />

da Vibram, appunto), vera punta<br />

di diamante della scarpa, consta di<br />

scolpiture profonde sulla pianta che<br />

verso i lati si fanno quasi acuminate<br />

ricordando come forma i ramponi<br />

da ghiaccio. Questa caratteristica<br />

si riflette nella sicurezza trasmessa<br />

durante la corsa. Il materiale della<br />

Comfort: OTTIMO<br />

Reattività: ECCELLENTE<br />

Ammortizzazione: ECCELLENTE<br />

Stabilità: ECCELLENTE<br />

Grip: ECCELLENTE<br />

Protezione: OTTIMA<br />

Sistema di<br />

Chiusura:<br />

BUONO<br />

suola è parso buono, anche molto<br />

resistente alla abrasioni rocciose e<br />

all’usura.<br />

In conclusione la scarpa è magnificamente<br />

dotata a livello tecnico, altamente<br />

innovative alcune scelte e,<br />

malgrado qualche puntualizzazione<br />

da rivedere alla prossima edizione, si<br />

tratta di un modello particolarmente<br />

efficace e ben bilanciato tra le varie<br />

caratteristiche. Per questo possiamo<br />

considerarla una scarpa versatile,<br />

polivalente e adatta anche ad atleti<br />

con caratteristiche fisiche diverse.<br />

Ottima per gli allenamenti su ogni distanza,<br />

con terreni anche molto accidentati,<br />

eccellente per atleti dal<br />

peso contenuto.<br />

Ideale per gare in ambiente montano;<br />

per gli atleti leggeri anche su<br />

ultradistanze, per gli altri non oltre la<br />

maratona.<br />

Sconsigliata ai supinatori.<br />

Parametri di valutazione<br />

Comfort: il piede percepisce l’interno della scarpa come comodo?<br />

Reattività: la scarpa si muove fluidamente accompagnando il piede dalla<br />

fase di appoggio a quella di stacco da terra?<br />

Ammortizzazione: la scarpa è adeguatamente ammortizzata?<br />

Stabilità: la scarpa offre adeguata stabilità in fase di appoggio su un terreno<br />

sconnesso? La scarpa è in grado di impedire storte alle caviglie o altri<br />

potenziali infortuni?<br />

Grip: La suola è in grado di assicurare sufficiente tenuta, riducendo il rischio<br />

di scivolare sia su fondi asciutti sia bagnati?<br />

Protezione: la scarpa protegge il piede negli urti contro rocce, pietre, radici?<br />

Sistema di chiusura: è in grado di impedire al piede di scivolare verso la<br />

punta durante le discese?<br />

Peso: qual è il peso della scarpa?<br />

VALUTAZIONE delle LAFUMA SKY RACE<br />

Calzata morbida e soffice. Il comfort non decade nemmeno dopo molte ore<br />

di corsa. Un piccolo appunto sulla traspirazione non eccelsa..<br />

Il peso mediamente contenuto e le densità dell’intersuola consento una rullata<br />

senza cedimenti.<br />

Lo spessore e la densità dell’intersuola permettono di assorbire grandi urti in<br />

fase di atterraggio.<br />

Allacciatura, inserti rigidi, grip e reattività consentono un’elevata sicurezza di<br />

spinta e appoggio.<br />

In assoluto la cosa migliore della scarpa. Straordinaria su terreni non compatti.<br />

Il puntale semirigido è fra i migliori in commercio. Migliorabile la protezione<br />

della suola nell’avampiede.<br />

Perfetto come adattabilità e avvolgenza, ma con qualche piccola carenza<br />

funzionale (allentatura dei lacci, linguetta a tasca che non trattiene i manicotti).<br />

Peso: OTTIMA Il peso, nella fascia media (360 US9), la rende adatta per tutte le distanze.<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 41


PREVIEW...<br />

ECOMARATONA<br />

Testo di Simone Brogioni<br />

Foto @ Francesco Benvenuti<br />

Il Chianti senese è una delle zone<br />

più belle del mondo. Parola di fiorentino<br />

che, alla faccia del suo<br />

campanilismo imperante, riesce ad<br />

ammettere che a pochi chilometri<br />

dalla città gigliata c’è una terra che<br />

regala panorami ed emozioni pari<br />

a quelle che si provano ammirando<br />

Firenze dall’alto del Piazzale Michelangelo.<br />

Il ricordo<br />

Il 19 ottobre 2008 partirà da Castelnuovo<br />

Berardenga, a circa 20 km da<br />

Siena, la seconda edizione dell’Ecomaratona<br />

del Chianti, nella speranza<br />

che il clima sia meno rigido dello<br />

scorso anno. La vera impresa non<br />

fu infatti percorrere i 42,195 km, ma<br />

togliersi la tuta prima della partenza,<br />

con la temperatura vicina allo<br />

zero e un vento gelido che tagliava<br />

le guance. Ma proprio quel clima e<br />

quel vento contribuirono a mantenere<br />

pulito il cielo, che fece emergere<br />

ancora di più la meraviglia delle<br />

crete senesi.<br />

Un mese dopo l’ecomaratona dei<br />

Cimbri, con la salita al Pizzoc ancora<br />

sulle gambe, l’idea di correre altri<br />

del CHIANTI<br />

a piccoli passi verso il trail<br />

42 km di saliscendi mi spaventava un<br />

po’. Invece, arrivato nella piazza di<br />

Castelnuovo, respirai subito un’atmosfera<br />

che mi fece capire di non<br />

aver sbagliato ad essere lì, perché<br />

l’ecomaratona del Chianti sarebbe<br />

stato un evento da ricordare e da<br />

rifare.<br />

La gara<br />

Ancora infreddoliti partiamo attraversando<br />

il piccolo borgo e subito ci<br />

gettiamo tra le crete, per arrivare in<br />

breve al Cippo di Monteaperti; sono<br />

già passati 10 km, volati tra tante<br />

chiacchiere con amici. Il tracciato<br />

è divertente, mai troppo duro, tutto<br />

corribile. Il Castello di Montegiachi<br />

merita un’andatura “turistica” e i vari<br />

poderi si attraversano quasi in punta<br />

di piedi per non fare troppo rumore.<br />

A Villa a Sesta troviamo l’unica salita<br />

ripida e poco corribile della gara:<br />

1.500 metri di pietre che ci portano a<br />

Campi, punto più alto del percorso<br />

con i suoi 646 metri. Da qui si scende<br />

fino al grazioso borgo di San Gusmè,<br />

dal quale si dominano le colline del<br />

Chianti. Ma le meraviglie non sono<br />

finite: la salita alla tenuta di Arceno,<br />

immersi in un viale cipressato di un<br />

chilometro, è uno dei ricordi più nitidi<br />

dell’ecomaratona del Chianti. Dopo<br />

aver attraversato gli ultimi poderi, si<br />

arriva alla piazza di Castelnuovo Berardenga:<br />

42,195 km e 1.500 metri di<br />

dislivello.<br />

Un’eco per tutti<br />

Un’ecomaratona facile, forse la<br />

meno impegnativa del Circuito,<br />

adatta a chi vuole avvicinarsi al trail<br />

a piccoli passi. Perché anche questo<br />

è importante nel trail: non esagerare,<br />

non strafare, non partire subito con<br />

percorsi dai chilometraggi e dai dislivelli<br />

impossibili per uno “stradaiolo”.<br />

Un’ecomaratona che si può correre<br />

tranquillamente con scarpe A3, nella<br />

speranza che non piova, visto che<br />

le crete senesi, una volta bagnate,<br />

hanno l’effetto delle sabbie mobili...<br />

Un’ecomaratona per tutti insomma,<br />

consigliata in special modo a chi<br />

non ha mai visitato questo angolo di<br />

Toscana da scoprire non solo il giorno<br />

della gara ma anche nei giorni<br />

precedenti o successivi, magari cogliendo<br />

l’occasione per un breve<br />

periodo di vacanza.<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 42


NOTIZIE UTILI<br />

2 a ECOMARATONA DEL CHIANTI<br />

Castelnuovo Berardenga, 19 ottobre 2008<br />

Partenza: ore 9<br />

Tempo massimo: 8 ore<br />

Organizzazione: associazione polisportiva La Bulletta e Comitato Ecomaratona<br />

del Chianti<br />

Patrocinio: Comune di Castelnuovo Berardenga, Provincia di Siena, Lega<br />

atletica leggera Uisp Siena, Regione Toscana, Pogas (politiche giovanili e<br />

attività sportive).<br />

Contatti: www.ecomaratonadelchianti.it info@ecomaratonadelchianti.it<br />

Giovanni tel. 349 2183704, Christian tel. 331 2109253<br />

Costo di iscrizione: 26 euro entro l’11 ottobre e 35 euro dopo.<br />

Ritiro pettorali: sabato 18/10 dalle 15 o la mattina del 19/10 dalle 7.00 alle<br />

8.00 in Piazza Marconi a Castelnuovo Berardenga, esibendo un documento<br />

d’identità.<br />

Promozione per le società: ogni 10 iscritti due pettorali gratis<br />

ECOPASSEGGIATA DI 10 KM<br />

Iscrizione gratuita, con buono per il<br />

PastaToscaParty<br />

Partenza ore 9.45 da San Gusmè (5<br />

km da Castelnuovo)<br />

Arrivo a Castelnuovo Berardenga in<br />

piazza Marconi, dopo aver percorso<br />

gli ultimi chilometri dell’ecomaratona<br />

e aver attraversato il viale di cipressi<br />

che porta a Villa Arceno.<br />

E’ inoltre possibile partecipare gratuitamente<br />

a tour organizzati dal Comune<br />

di Castelnuovo Berardenga presso<br />

castelli e cantine, con partenze il sabato<br />

e la domenica.<br />

Per informazioni: 0577.351302.<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 43


PREVIEW...<br />

Testo di Maurizio Scilla<br />

Foto © archivio >mauscilla<<br />

L T<br />

afuma rail<br />

del Monte Casto<br />

La storia<br />

Forse era già scritto che il Monte<br />

Casto e i suoi sentieri sarebbero diventati<br />

un riferimento nella mia vita.<br />

Fin da piccolo con mia madre partivamo<br />

da casa ad Andorno Micca<br />

(540 m) e salivamo a piedi, prima<br />

a Tavigliano (che piacere bere alle<br />

tante fontanelle poste ai bordi della<br />

strada), poi fino all’alpe Pratetto (m<br />

1050) dove si trovava e si trova ancora<br />

una bella trattoria; sulle pendici<br />

del Monte Casto qualche volta raccoglievamo<br />

i ciclamini con le loro<br />

foglie a forma di cuore e quel loro<br />

colore verde scuro maculato di un<br />

verde-grigio più chiaro. Dopo qualche<br />

tempo però le piante sembra-<br />

vano patire la lontananza dal loro<br />

luogo d’origine, quello che succede<br />

a me quando sono costretto dagli<br />

infortuni a stare lontano dalle amate<br />

montagne.<br />

A volte, dopo una sosta, si proseguiva,<br />

passando dalla Capanna Volpi<br />

e raggiungendo infine il Bocchetto<br />

Sessera da dove si gode di una bella<br />

vista sul Monte Rosa.<br />

Attorno al 1990 invece il Monte Casto<br />

divenne terreno di allenamenti<br />

con un caro e forte amico, Maurizio<br />

Bider, ora in Giappone. Con lui scoprimmo<br />

nuovi sentieri nel silenzio di un<br />

piccolo paradiso a pochi chilometri<br />

da casa, poco dopo il Bocchetto<br />

Sessera. Fu terreno di allenamento<br />

per le gare di sci di fondo, con le sue<br />

piste a mezz’ora da casa; negli ultimi<br />

anni ho portato diversi amici trailer a<br />

provare il mio percorso da 21 km, e<br />

così ,spinto dal loro entusiasmo, mi<br />

sono deciso nel 2006 ad organizzare<br />

la prima edizione del <strong>Trail</strong> del Monte<br />

Casto e, visti gli apprezzamenti, ho<br />

deciso di proseguire, quest’anno aggiungendo<br />

una novità: una prova di<br />

42 km.<br />

Il percorso<br />

Si parte nei pressi del campo sportivo<br />

di Andorno Micca e, dopo un breve<br />

tratto pianeggiante, si sale su per un<br />

sentiero completamente immerso<br />

nel bosco che porta alla croce del<br />

Monte Casto (1138 m).<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 44


Poco dopo inizia una dolce discesa<br />

che conduce alle Selle di Pratetto,<br />

pianoro dal quale la vista si estende<br />

da Bielmonte a tutte le creste della<br />

Valle Cervo. Qui si continua a scendere<br />

fino a quota 800 m, dove ricomincia<br />

la salita che porta alla Bunda<br />

Granda e infine al Bocchetto Sessera<br />

(km 14,8 - 1380 m) tramite la mulattiera<br />

che viene usata da sempre<br />

per la transumanza. Siamo all’interno<br />

dell’Oasi Zegna, si scende dolcemente,<br />

si passa all’Alpe Scheggiola,<br />

piccolo gioiello della val Sessera, si<br />

scende ancora fino ad arrivare nei<br />

pressi del torrente Sessera (1000 m) e<br />

si raggiunge su saliscendi l’Alpe Baraccone.<br />

Attraversato il torrente su un caratteristico<br />

ponte a schiena d’asino, si<br />

passa nei pressi delle caratteristiche<br />

baite del campeggio verde e si affronta<br />

una nuova salita che riporta<br />

al Bocchetto Sessera (km 24,8). Un<br />

sentierino in discesa conduce all’alpe<br />

Pratetto, segue un tratto prevalentemente<br />

in discesa che porta<br />

a quota 580 m (km 34,7); qui inizia<br />

l’ultima breve asperità della giornata:<br />

un sentiero permette agli atleti di<br />

raggiungere la chiesetta degli Eremiti<br />

e con un ultimo sforzo si arriva<br />

alla località “il Quadretto” (780 m -<br />

37km), si continua nel sottobosco su<br />

saliscendi e passata la fraz. Colma<br />

inizia la discesa finale.<br />

Luoghi lungo il percorso<br />

• Monte Casto & Pratetto: il Monte<br />

Casto in origine era una zona occupata<br />

da pascoli, poi molteplici<br />

interventi di rimboschimento a partire<br />

dagli anni trenta hanno portato<br />

alla creazione di un’area nella quale<br />

predominano le conifere di varie<br />

specie, un luogo ideale per godersi<br />

pace e tranquillità; Pratetto si trova<br />

a 1046 m di quota, immerso in verdi<br />

pascoli e boschetti di betulle, famoso<br />

per la spettacolare fioritura di narcisi<br />

che imbianca come una nevicata i<br />

suoi prati.<br />

• Oasi Zegna: si estende per circa<br />

100 Km2, copre la parte orientale<br />

delle Alpi Biellesi ed è attraversata<br />

dalla Panoramica Zegna, la strada<br />

che l’imprenditore Ermenegildo Zegna,<br />

profondamente legato alla sua<br />

terra, realizzò per portare la vita alla<br />

montagna e alle sue genti. Zegna,<br />

che amava la bellezza e la natura,<br />

ripopolò la montagna brulla con oltre<br />

mezzo milione di conifere, rododendri<br />

e ortensie, creando un meraviglioso<br />

paesaggio alpino. All’interno<br />

dell’Oasi non è raro udire il fischio<br />

acuto delle marmotte e il canto delle<br />

allodole e scorgere sulle vette più<br />

alte la pernice bianca, l’aquila reale<br />

e l’arrampicarsi di camosci; nelle<br />

zone mediane è facile imbattersi in<br />

caprioli e cervi. Simbolo dell’Oasi è il<br />

Carabus Olympiae Sella, coleottero<br />

rarissimo, dichiarato specie protetta.<br />

Lungo il tracciato gli atleti troveranno<br />

le antiche carbonaie, superfici<br />

pianeggianti dove si faceva cuocere<br />

il legno per ottenere il carbone vegetale<br />

prodotto in notevole quantità<br />

fino all’immediato dopoguerra, che<br />

veniva utilizzato per alimentare le<br />

forge e nell’industria tessile.<br />

• Campeggio Verde di Piana del<br />

Ponte: un rifugio (tel. 3663976595)<br />

che gode di una posizione incantevole<br />

e consente il rispetto dei ritmi<br />

della flora e della fauna, l’avvicinamento<br />

alla natura e alla montagna,<br />

fuori dal resto del mondo. Offre:<br />

campeggio, pernottamento in rifugio,<br />

ristoro con piatti tipici, escursioni<br />

a piedi, in mountain bike, con gli sci<br />

ed itinerari di visita ai siti minerealogici.<br />

• Bocchetto Sessera: luogo conosciuto<br />

per le sue belle piste da fondo,<br />

in passato era un’importante via<br />

di comunicazione con la Valsesia attraverso<br />

la Bocchetta della Boscarola.<br />

Spettacolare la vista dal Monviso<br />

al Monte Rosa.<br />

• Alpe Carcheggio: alpeggio situato<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 45


in una magnifica conca nel comune<br />

di Camandona.<br />

Perché il trail: questo trail vuole essere<br />

l’occasione per far scoprire sentieri<br />

e luoghi non troppo conosciuti,<br />

vero paradiso però per gli amanti<br />

della natura, del silenzio e della tranquillità;<br />

inoltre l’autunno con i suoi<br />

colori rende il tracciato ancor più<br />

affascinante e degno di un quadro<br />

di Van Gogh. Lo spirito che anima<br />

l’organizzazione della gara è legato<br />

innanzitutto al massimo rispetto<br />

dei luoghi attraversati e nello stesso<br />

tempo l’intento è che sia un giorno<br />

di festa che unisca ancor più i trailers<br />

che saranno al via. A tal fine il post<br />

gara prevede un pasta party e una<br />

premiazione fatta in un clima conviviale.<br />

Il sabato sera è un’ulteriore<br />

occasione per passare dei momenti<br />

piacevoli con gli altri atleti, infatti<br />

viene organizzata una cena al ristorante<br />

del Santuario di San Giovanni<br />

d’Andorno, luogo caratteristico<br />

della valle dove è possibile anche<br />

pernottare (posti limitati). Il <strong>Trail</strong> del<br />

Monte Casto appoggia in pieno la<br />

campagna lanciata da Spirito <strong>Trail</strong><br />

“Io non getto i miei rifiuti!”.<br />

Scheda tecnica:<br />

Domenica 26 ottobre<br />

Percorsi: 42 km 1950 m disl+ / 21 km<br />

900 m disl+ / minitrail 9 km<br />

Partenza: Andorno Micca (Bi) 540 m<br />

quota max: 1400 m<br />

Organizzazione: G.S.A. Pollone<br />

www.mauscilla.it www.gsapollone.it<br />

mauscilla@alice.it<br />

tel. 339 8534127 (Maurizio Scilla)<br />

links:<br />

http://www.atl.biella.it/on-line/<br />

Home.html<br />

http://www.vallecervo.it/NEW/ITA/<br />

valle.html<br />

http://www.valledimosso.it/<br />

http://www.bocchetto.it/<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 46


NOTIZIE FLASH...<br />

13 SETTEMBRE<br />

Maratona Alpina Piovene Rocchette<br />

(Vi)<br />

distanza: 42 km 2900 m disl + 2000 m disl-<br />

Organizzazione: Gruppo Escursionisti<br />

Scledensi http://www.schio.it/ges/<br />

maratona.html gesschio@libero.it<br />

percorso: partenza da Piovene Rocchette<br />

(Vicenza). Si percorre l’ideale linea storica<br />

dell’estrema difesa dell’Esercito Italiano contro<br />

l’avanzata Austro-Ungarica durante la guerra<br />

1915/18 con passaggi sul Monte Summano (m<br />

1200), Malga Novegno (m 1506), Monte Rione<br />

(m 1691), rifugio A. Papa alle porte del Pasubio<br />

(m 1928), arrivo al Pian delle Fugazze (m 1156) in<br />

territorio trentino.<br />

- punti forti: far conoscere le bellezze dell’alta Val<br />

Leogra e in particolare alcuni luoghi storici, primo<br />

fra tutti la rinomata Strada delle 52 Gallerie sul<br />

Pasubio: opera di alta ingegneria militare risalente<br />

al 1° conflitto mondiale.<br />

- i passaggi più spettacolari : Cima Monte Novegno,<br />

Strada delle 52 Gallerie, alta Val Canale<br />

- che cosa attira di più il trailer: il percorso, il servizio<br />

offerto, il tempo di percorrenza<br />

14 SETTEMBRE<br />

Corsa delle Tre Cime Sesto (Bz)<br />

distanza: 17 km dislivello: 1350 m disl +<br />

Organizzazione: Associazione C.O.<br />

Südtirol Corsa delle Tre Cime<br />

www.corsatrecime.com<br />

info@corsatrecime.com<br />

percorso: dopo un anello nel paese di Sesto, il<br />

percorso prosegue per la bella Val Fiscalina con<br />

i suoi prati verdi, attraverso “Moso”, passando il<br />

Rifugio Piano Fiscalina e il Rifugio Fondovalle. Poco<br />

dopo il Rifugio Fondovalle (al km 8,2), una salita<br />

a serpentine porta i concorrenti al Rifugio Comici<br />

e poi al Rifugio Pian di Cengia, ad una altezza<br />

di 2.575 m, comincia qui la discesa che porta al<br />

traguardo al rifugio Locatelli ai piedi delle Tre Cime<br />

di <strong>Lavaredo</strong>.<br />

- punti forti: cronometraggio della gara Datasport<br />

con comunicazione dei passaggi e dei dati in<br />

tempo reale anche all’arrivo; la Top Finisher Medail:<br />

coniata in originale per ogni partecipante che<br />

l’avrà al collo immediatamente dopo il traguardo,<br />

di fronte alle Tre Cime di <strong>Lavaredo</strong>; Mini Tre Cime:<br />

per avvicinare anche i più piccoli alla corsa in<br />

montagna, sabato pomeriggio a Sesto Pusteria,<br />

riservata a bambini e ragazzi dai 6 ai 16 anni .<br />

- i passaggi più spettacolari : l’entrata nella “Valle<br />

più bella del Mondo” (secondo Luis Trenker), cioè<br />

nella Val Fiscalina con i suoi filari di larici; la salita<br />

sotto il pian di Cengia, il punto più alto della gara<br />

(2.528 m); la discesa tra Monte Paterno e i laghi<br />

dei Piani e soprattutto l’arrivo sul palcoscenico<br />

più famoso del mondo, quello delle Tre Cime di<br />

<strong>Lavaredo</strong>.<br />

- che cosa attira di più il trailer: il percorso<br />

affascinante, l’organizzazione sempre perfetta, il<br />

ristoro e il Pastaparty.<br />

14 SETTEMBRE<br />

Skyrace della Rosetta – Trofeo<br />

Piganzoli e Ferroni - Rasura Valgerola<br />

(So)<br />

distanza: 20 km dislivello: 1650 m disl +<br />

gara a coppie valida come campionato<br />

italiano a coppie per team FISKY/CSEN<br />

Organizzazione: Sport Race Valtellina<br />

www.skyracedellarosetta.it/<br />

info@skyracedellarosetta.it<br />

percorso: i venti chilometri del percorso, all’interno<br />

del Parco delle Orobie Valtellinesi, partono dai 900<br />

mt. del Polifunzionale di Rasura per raggiungere<br />

prima l’Alpe di Stavello (punto più a sud - 1940 m)<br />

e quindi la Cima Rosetta (2140 m) passando vicino<br />

al lago di Culino. La discesa tocca l’abitato di<br />

Mellarolo e quindi Rasura all’arrivo.<br />

- punti forti: il percorso è tutto corribile, sia nei tratti di<br />

salita, una ascesa non continua ma frammentata<br />

con tratti boschivi nella prima parte e tratti pratosi<br />

nella seconda, sia nella discesa, dove chi ne ha<br />

può ancora fare la differenza in gara.<br />

- i passaggi più spettacolari: la Cima Rosetta,<br />

punto panoramico verso la bassa Valtellina, parte<br />

della Valchiavenna, tutte le montagne orobiche<br />

della Valgerola e di tutta la cornice alpina retica. -<br />

che cosa attira di più il trailer: il percorso.<br />

14 SETTEMBRE<br />

Skyrace Monte Cavallo -<br />

Piancavallo (Pn)<br />

distanza: 22km 1650 m disl +<br />

Organizzazione: Montanaia Racing<br />

http://www.montanaiaracing.it/skyrace/<br />

info@montanaiaracing.it<br />

percorso: il tracciato si sviluppa tra le splendide<br />

faggete e doline carsiche del Roncjade, e scende<br />

verso il Pian delle More per portarci all’antica<br />

sorgente naturale del Tornidor e quindi verso l’erta<br />

Val Grande e raggiungere l’omonima Forcella<br />

(1926 m). Attraversando l’altipiano carsico della<br />

alta Val Sperlonga e con mirabili panorami sulle<br />

Dolomiti Cadorine e di Sinistra Piave, si aggira<br />

tutto il versante nord del gruppo del Cavallo.<br />

Transitando alla Forcella Lastè (2040 m) punto più<br />

alto della traversata, si scenderà rapidamente al<br />

Rifugio Semenza (2020 m) per imboccare la Val<br />

de Piera, si raggiungerà così il punto più basso<br />

del nostro itinerario: Malga Pradosàn, a 1338 m. A<br />

località Pian delle Lastre avrà inizio l’ultima lunga<br />

risalita, che porterà prima alla bella conca della<br />

Casera Palantina (1521 m) e infine alla Forcella<br />

La Palantina (1778 m). Lasciati alle spalle la Val<br />

Belluna e le sue Dolomiti con il lago di Santa Croce<br />

e il vasto altipiano del Cansiglio, si ridiscende<br />

rapidamente alla Baita Arneri (1627 m). Da qui si<br />

prosegue in discesa sotto le meravigliose balze<br />

rocciose del monte Tremol e della Cima Manera.<br />

In breve si raggiunge il traguardo.<br />

- punti forti: percorso molto vario, con diversi cambi<br />

passo che consentono a tutti, discesisti, scalatori e<br />

velocisti, di poter esprimere le proprie potenzialità<br />

tecniche; percorso estremamente panoramico<br />

con aggiramento dell’intero gruppo montuoso del<br />

Monte Cavallo<br />

- i passaggi più spettacolari: Forcella Val Grande:<br />

alla fine della lunga e faticosa salita, la forcella Val<br />

Grande è uno spettacolare balcone che guarda a<br />

nord verso le Dolomiti e le Alpi Carniche e a sud si<br />

apre a tutta la pianura Friulano-Veneta, dal golfo<br />

di Trieste alla laguna di Venezia. A oriente guarda<br />

alle Alpi Giulie; Forcella Lastè-Bivacco Semenza:<br />

punto di scollinamento che conduce alla lunga<br />

discesa in Alpago, guardando a occidente verso<br />

la Val Belluna dominata dai gruppi montuosi<br />

dello Schiara e delle vette feltrine, fino a mirare<br />

alle Pale di San Martino; Forcella Palantina:<br />

panoramica terrazza che domina il vasto altipiano<br />

del Cansiglio<br />

- che cosa attira di più il trailer: la varietà del<br />

percorso: dalle pianeggianti faggete e doline<br />

carsiche del Roncjade, all’erta salita della Val<br />

Grande che ci porta in ambiente alpino di alta<br />

quota. La lunga e panoramica discesa che<br />

conduce gli atleti in Alpago. La risalita attraverso<br />

fresche abetaie fra pascoli della Palantina,<br />

fino all’omonima forcella; l’itinerario già noto<br />

all’escursionismo, che si sviluppa su sentieri nazionali<br />

CAI con un tempo massimo di percorrenza (7<br />

ore) che permette ai principianti e/o escursionisti<br />

curiosi, di avvicinarsi a queste discipline di sport in<br />

alta quota; l’interregionalità della manifestazione,<br />

tra Friuli Venezia Giulia e Veneto, che unisce<br />

nell’organizzazione enti e associazioni di entrambe<br />

le regioni e idealmente rafforza l’amicizia di due<br />

culture alpine.<br />

14 SETTEMBRE<br />

Corsa del Contrabbandiere - San<br />

Fedele Intelvi (Co)<br />

distanza: 20 km 1000 m disl +<br />

Organizzazione: C.A.I. Valle Intelvi<br />

www.valleintelvi.it/cai/home.html<br />

cai@valleintelvi.it<br />

percorso: si parte quasi subito in salita per poi<br />

arrivare in vetta al Monte Generoso, dopo poco<br />

meno di 7 Km, immersi prima in un bosco e poi su<br />

sentiero in un pascolo; dalla cima si può gustare<br />

uno splendido panorama, che spazia dalle Alpi<br />

svizzere alla Pianura Padana. Da qui si scende<br />

su un sentiero molto corribile, che si allarga man<br />

mano fino ad Orimento (12° km); si prosegue quindi<br />

lungo un tratto in leggera salita, seguito poi da<br />

una impegnativa salita che porta sulla cima del<br />

Crocione, con ancora splendidi panorami. Adesso<br />

la salita è finita e si scende “in picchiata” fino ad<br />

Orimento e quindi all’arrivo, ripercorrendo il tratto<br />

iniziale.<br />

- punti forti: panorama mozzafiato, molto corribile,<br />

a cavallo tra Italia e Svizzera.<br />

- i passaggi più spettacolari : dalla vetta del Monte<br />

Generoso e da quella del Crocione si gode di una<br />

splendida vista.<br />

- che cosa attira di più il trailer: i diversi “pezzi” del<br />

percorso, con corte ma dure salite, falsopiani e<br />

lunghe discese.<br />

21 SETTEMBRE<br />

Ecomaratona dei Cimbri - Fregona<br />

(Tv)<br />

distanza: 42 km disl 2000 m D+<br />

Organizzazione: Proloco di Fregona (TV)<br />

www.ecomaratonadeicimbri.it<br />

info@ecomaratonadeicimbri.it<br />

percorso: si parte dall’abitato di Fregona e, dopo<br />

circa 1 km tra le strade del paese, si imbocca<br />

un sentiero che da 220 m slm (punto più basso<br />

del percorso) porta gli atleti, attraverso le grotte<br />

del Caglieron, a forcella Pizzoc (punto più alto<br />

a 1500 m slm). Da qui un saliscendi tecnico farà<br />

percorrere una fitta faggeta ad alto fusto fino ad<br />

incontrare il primo insediamento cimbro “PICH”.<br />

L’attraversamento del Pian Cansiglio a quota<br />

1000 metri permetterà un po’ di respiro agli<br />

atleti facendo apprezzare gli altri villaggi cimbri<br />

VALLORCH e LE ROTTE. Risalita la pista da sci del<br />

Col Dar, si prosegue per sentieri e strade forestali e<br />

si copre l’ultimo dislivello (circa 300 metri) fino a loc.<br />

Cadolten. Da qui la discesa per strada sterrata,<br />

leggermente dissestata, porterà gli atleti all’arrivo<br />

a Fregona.<br />

- punti forti: organizzazione conviviale e paesaggi<br />

magnifici.<br />

- i passaggi più spettacolari: le grotte del<br />

Caglieron, la forcella Pizzoc dalla quale si scorge<br />

la pianura veneta a sud e le prime Dolomiti a nord,<br />

la taversata del pian Cansiglio con i suoi villaggi<br />

cimbri.<br />

- che cosa attira di più il trailer: l’ambiente<br />

spettacolare e l’accoglienza familiare.<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 47


NOTIZIE FLASH...<br />

21 SETTEMBRE<br />

Trofeo Scaccabarozzi Sentiero delle<br />

Grigne - Pasturo (Lc)<br />

distanza: 43 km 3200 m disl + / 21 km disl<br />

1500 m<br />

Organizzazione: GSA Missaglia<br />

www.gsamissaglia.it info@gsamissaglia.it<br />

percorso: è agonisticamente diviso in tre parti,<br />

dapprima la salita alla Grigna Meridionale (2177<br />

m), tecnica, con tratti attrezzati, seguita da<br />

discesa e salita alla Grigna Settentrionale (2410 m),<br />

scorrevole ma faticosa, per finire con la veloce ed<br />

insidiosa discesa verso il fondovalle e il traguardo<br />

finale di Pasturo che, con i suoi 640 m di altitudine,<br />

è il punto più basso del percorso.<br />

- punti forti: la completezza del tracciato. Presenta<br />

il maggior dislivello tra i percorsi mondiali delle<br />

World Series e richiede anche il maggior tempo<br />

per completarlo, attorno alle 5 ore per i migliori.<br />

Organizzazione complessa visto che solo pochi<br />

km del percorso possono essere raggiunti in auto.<br />

Inoltre si passa per due vette molto panoramiche e<br />

cariche di storia dell’alpinismo lecchese.<br />

- i passaggi più spettacolari : le salite alle due<br />

Grigne, il tratto di discesa iniziale dalla Grignetta<br />

con catene, la salita della Val Cassina.<br />

- che cosa attira di più il trailer: la durezza della<br />

sfida. Correre dalle 5 ore fino alle 11 ore necessarie<br />

a completare il percorso, significa fare un “viaggio”<br />

tra le montagne e dentro se stessi.<br />

21 SETTEMBRE<br />

Ivrea Mombarone Ivrea (To)<br />

distanza: 20 km 2000 m disl +<br />

Organizzazione: Amici del Mombarone<br />

www.amicidelmombarone.it<br />

infomombarone@libero.it<br />

percorso: partenza in piazza Ottinetti a Ivrea,<br />

ben presto si raggiunge il lago Sirio dove inizia<br />

il sentiero che porta a Bienca e poi inzia a salire<br />

per raggiungere Andrate. Appena fuori dal<br />

paese iniziano le pendenze importanti che in<br />

due chilometri portano a San Giacomo, dove<br />

inizia il tratto finale che in soli 6 km permette di<br />

guadagnare ben 900 metri di dislivello (passando<br />

sul sentiero recuperato per la prima riedizione<br />

dall’ideatore della gara “Nicolotti”, il quale 32 anni<br />

fa ebbe un’idea che anticipava di 25 anni i trail)<br />

e raggiungere la vetta del Mombarone (2371m).<br />

Per lo svolgimento della gara è doveroso ricordare<br />

l’aiuto indispensabile dei comuni interessati dal<br />

passaggio della gara, le proloco, il soccorso alpino,<br />

i dottori e tutti gli appassionati senza i quali questa<br />

festa non si potrebbe ripetere.<br />

- punti forti: un’organizzazione super collaudata; il<br />

numeroso pubblico che si assiepa sugli ultimi metri<br />

del percorso nonostante ci vogliano 2 ore per<br />

raggiungerlo.<br />

- i passaggi più spettacolari: l’arrivo in vetta al<br />

Mombarone con ampio panorama.<br />

- che cosa attira di più il trailer: mettersi alla prova in<br />

una classica della corsa in montagna piemontese<br />

che prevede 2000 m di dislivello senza tregua.<br />

28 SETTEMBRE<br />

Le Porte di Pietra - Cantalupo Ligure<br />

(Al)<br />

distanza: 70 km 4000 m disl +/30 km 1000<br />

m disl+<br />

Organizzazione: gli Orsi<br />

www.gliorsi.org info@gliorsi.org<br />

percorso: si tratta di un percorso molto vario che<br />

costringe a continue variazioni di ritmo. I primi 5 km<br />

sono di stampo collinare e servono a sgranare il<br />

gruppo prima di giungere alla passerella sul Borbera.<br />

Da lì si affronta la dura salita al monte Croce che<br />

crea già una prima selezione tra i concorrenti<br />

offrendo una alternanza tra ripidi tratti in singletrack<br />

e brevi passaggi tra roccette. Da lì in avanti<br />

la gara offre un percorso che alterna lunghi tratti<br />

corribili alternati alle ripide salite per raggiungere<br />

le cime dei tanti monti che si vanno a trovare sul<br />

tracciato. Gli ultimi 8 km sono di prevalente discesa<br />

che rispetto alle edizioni passate è stata modificata<br />

e “addolcita”.<br />

- punti forti: un tracciato di gara che accontenta<br />

tutti: gli scalatori, i discesisti e chi ama correre;<br />

rilevazione dei tempi tramite chip; fotografi sul<br />

percorso con possibilità di stampa diretta all’arrivo;<br />

stand tecnici e di natura enogastronomica<br />

locale al sabato e alla domenica; un’assistenza<br />

importante sul percorso.<br />

- i passaggi più spettacolari: il passaggio sulle<br />

Strette di Pertuso (5° km) illuminato a giorno da<br />

un potente faro; il delicato passaggio in notturna<br />

sul monte Croce (7° km); i lunghi sentieri nei fitti<br />

boschi di faggi e castagni; gli ampi e spettacolari<br />

passaggi sullo spartiacque tra Liguria e Piemonte<br />

che toccano alcune tra le più note cime della<br />

Alta Via dei monti Liguri: Buio, Antola, Carmo,<br />

Cavalmurone, Ebro, Giarolo.<br />

- che cosa attira di più il trailer: il fascino di una gara<br />

di lungo chilometraggio gestita in autosufficienza<br />

alimentare; convivialità e spirito trail.<br />

28 SETTEMBRE<br />

Skyrace Trofeo Besimauda -<br />

Peveragno (Cn)<br />

distanza: 21 km 1700 m disl +<br />

Organizzazione: Sci Club Peveragno e<br />

Team Marguareis Sky Runners Magliano<br />

Alpi<br />

www.trofeobesimauda.com<br />

info@trofeobesimauda.com<br />

percorso: 1 a salita 800 m su strada sterrata poi<br />

sentiero ripido; breve tratto in leggera discesa; 2 a<br />

salita su sentiero a tornanti per 600 m disl. poi ultimo<br />

tratto su pietraia (massi stabili) 250 m disl;<br />

1 a discesa su sentiero molto impegnativo; 2 a<br />

discesa lungo il percorso della 1 a salita.<br />

- punti forti: percorso molto impegnativo con tratti<br />

corribili, pietraia e passaggi non troppo difficili,<br />

insomma un percorso misto, per tutti i gusti.<br />

- i passaggi più spettacolari: sia sulla vetta della<br />

Bisalta sia nei tratti in cresta si gode di un ampio<br />

panorama che va dalle alpi marittime (con un<br />

po’ di fortuna si può vedere perfino la Corsica)<br />

alle cime della Valle d’Aosta e oltre, la pianura<br />

Cuneese, le colline delle Langhe.<br />

- che cosa attira di più il trailer: la varietà e<br />

durezza del percorso, il panorama, l’ospitalità<br />

dell’organizzazione.<br />

5 OTTOBRE<br />

Como Valmadrera (Co)<br />

distanza: 36 km 2265 m disl +<br />

Organizzazione: A.N.A. Gruppo<br />

Valmadrera - Longhi Enrico 0341 550758<br />

percorso: partenza da Como per raggiungere la<br />

Capanna CAO di Brunate, proseguire in salita per<br />

la Capanna Boletto e infine raggiungere il rifugio<br />

Bollettone (1317 m); da qui una breve discesa<br />

porta alla Capanna Mara (1125 m). In poco più di<br />

2 km si raggiunge il Monte Palanzone (1436 m), una<br />

lunga discesa porta a Canzo (387 m), dove inizia<br />

l’ultima salita che permette di arrivare al rifugio<br />

SEV (1225 m), in poco meno di 6 km di discesa si<br />

raggiunge quindi il palasport di Valmadrera dove<br />

è posto il traguardo.<br />

5 OTTOBRE<br />

<strong>Trail</strong> Monte Picaru Cenesi (Sv)<br />

distanza: 20 km - 1000 disl +/800 m disl-<br />

Organizzazione: A.S.D. Sport Albenga<br />

Marathon www.albengamarathon.com<br />

info@marcomontori.it<br />

percorso: partenza da Cenesi (Savona) zona<br />

campo sportivo bar della Pro Loco. Si percorre<br />

su strada sterrata tutta la coltivazione degli ulivi<br />

taggischi della zona; usciti dalle coltivazioni si inizia<br />

un sentiero che ci farà scollinare il Monte Picarü<br />

(m 345), e dopo lo scollinamento si prenderà un<br />

sentiero forestale che ci farà arrivare sulla strada<br />

Dallautra. Si passeranno gli abitati di Ciasano<br />

sul Neva (capoluogo della zona) e Conscente.<br />

Raggiunto il castello di Conscente si entrerà<br />

nel sentiero che dopo un passaggio nel bosco<br />

ci porterà sulla strada militare. Questa strada,<br />

costruita durante la prima guerra mondiale, porta<br />

dal fondovalle della valle di Castelbianco al<br />

Forte Liverna, un tempo postazione cannoniera<br />

per proteggere da eventuali sbarchi la costa di<br />

Albenga, zona strategica per essere l’unica piana<br />

della Liguria. Da qui si raggiunge la colletta del<br />

Forte Liverna (m 450) e si prosegue per il forte (m<br />

500). Giunti al forte, una discesa impegnativa su<br />

sentiero ci riporta di nuovo nella vallata di Cenesi<br />

ed Arnasco; da qui inizia la discesa, e passando<br />

tra boschi di querce e coltivazioni di ulivi si arriva<br />

a Cenesi.<br />

-punti forti: far conoscere le bellezze e i punti<br />

panoramici della zona Ingauna e di Cisano sul<br />

Neva e in particolare alcuni luoghi storici, primo fra<br />

tutti l’opera di alta ingegneria militare risalente al 1°<br />

conflitto mondiale, la strada militare di Forte Liverna<br />

e i resti degli appostamenti militari del Forte.<br />

- i passaggi più spettacolari : il ristoro all’interno dei<br />

terrapieni del forte dove 80 anni fa alloggiavano 4<br />

cannoni a protezione della piana di Albenga.<br />

- che cosa attira di più il trailer: il percorso, il servizio<br />

offerto e la sagra della castagna di Cenesi. u<br />

"Io non getto i miei rifiuti" è una campagna<br />

promossa da Spirito <strong>Trail</strong> e rivolta<br />

a tutti i veri trailers, atleti e organizzatori,<br />

per tutelare l'ambiente e la<br />

natura. Troppo spesso durante le gare<br />

si vedono sul tracciato rifiuti lasciati dai<br />

partecipanti. Una maggiore sensibilizzazione<br />

servirà a far capire a tutti che<br />

le corse trail non possono prescindere<br />

da questa semplice regola: non si gettano<br />

rifiuti per terra!<br />

Aiutateci a diffondere questo messaggio<br />

con i vostri siti, i vostri blog, o<br />

semplicemente con il passaparola!<br />

Grazie.<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 48


CALENDARIO<br />

SETTEMBRE<br />

(data, nome, distanza/disl., luogo, riferimenti)<br />

13 SETTEMBRE – Maratona Alpina di Schio – 42km/+2717m,-1838m – Piovene Rocchette (VI) - www.schio.it/ges/maratona.html<br />

14 SETTEMBRE - Corri a Madonna Fore - 13 Km - L’Aquila (AQ) - www.smileego.com<br />

14 SETTEMBRE - Drei Zinnen, Tre Cime Alpin Marathon - 21km/1500m - Sesto (BZ) - www.trecimemaratona.com<br />

14 SETTEMBRE - Skyrace della Rosetta - 20km/1600m a coppie – Rasura (SO) - www.skyracedellarosetta<br />

14 SETTEMBRE - SkyRace del Cavallo – 22km/1650m - Aviano (PN) - www.montanaiaracing.it/<br />

14 SETTEMBRE – Corsa del contrabbandiere – circa 20km/1000m – Alpe grande di san Fedele d’Intelvi (CO) – www.valleintelvi.it/cai/home.html<br />

14 SETTEMBRE - 1o <strong>Trail</strong> delle foreste casentinesi - 18Km - Badia Prataglia (Ar) - www.trailforestecasentinesi.it - info@trailforestecasentinesi.it<br />

21 SETTEMBRE - Ecomaratona dei Cimbri - 42km/1700m - Fregona (TV) - www.ecomaratonadeicimbri.it<br />

21 SETTEMBRE - Sentiero delle Grigne - 42km/3000m - Pasturo (Lc) - www.gsamissaglia.it<br />

21 SETTEMBRE - Ivrea Mombarone - 20km/2000m - Ivrea (TO) - www.amicidelmombarone.it<br />

21 SETTEMBRE - Ecotrail di Serre della Pizzuta (circuito Ecotrail Sicilia) - 12 Km Piana degli Albanesi - www.sportactionweb.it/ecotrail<br />

28 SETTEMBRE - Trofeo Besimauda Skyrace - 27km/1600m – Peveragno (CN) - www.orizzonteoutdoor.com<br />

28 SETTEMBRE - Le Porte di Pietra - 70km/3500m, 30km/1500m - Cantalupo Ligure (AL) - www.gliorsi.org<br />

28 SETTEMBRE - Vertical Kilometer Papillon - Courmayeur (AO)<br />

28 SETTEMBRE - Vesuvio Vertical Kilometer - Tre Case (NA)<br />

28 SETTEMBRE - <strong>Trail</strong> del Monte Soratte - 15Km - S.Oreste (Roma) - 329 9189763 toncamer@libero.it<br />

28 SETTEMBRE - I percorsi della memoria - 3 percorsi da 10, 17 e 25 km - Longarone - 0437 770119 info@prolocolongarone.it<br />

OTTOBRE<br />

05 OTTOBRE – SuperPippo Sorapache (trofeo Terre Alte) - 11,5km/1500m - Posina (VI) – http://www.lacerniera.it<br />

05 OTTOBRE – Como Valmadrera - 36km/2220m Como (CO) – 0341.550758<br />

12 OTTOBRE – <strong>Trail</strong> Del Monte Artemisio 9.9Km - Monte Artemisio Velletri (RM) www.atleticaamatorivelletri.it<br />

12 OTTOBRE – <strong>Trail</strong> dei tre comuni - 5, 11, 18km/1000m, 45km/2000m, 65km/3300m - Albisola Superiore (SV) - www.universalealbadocilia.net<br />

19 OTTOBRE – Alba Fucens Archeo <strong>Trail</strong> 14Km Parco Archeologico di Alba Fucens (AQ) www.albafucens.it – www.krakatoasport.com<br />

19 OTTOBRE – Ecomaratona del Chianti - 42Km/1500m - Castelnuovo Berardenga (SI) - www.ecomaratonadelchianti.it<br />

19 OTTOBRE - Mediterranean Super Marathon – 50 km su strada – Palermo (PA) - www.palermosupermarathon.com<br />

25 OTTOBRE – Gran Tral Rensen – 70km, 35km/4000m, 1600m – Arenzano (GE) - www.trailarenzano.com<br />

26 OTTOBRE – Lafuma <strong>Trail</strong> Monte Casto - 42km, 21km/2000m, 900m - Andorno Micca (BI) - www.mauscilla.it www.gsapollone.it<br />

26 OTTOBRE – Edizione Marronando km 6, 12 - Combai (TV) - 0438.970970<br />

26 OTTOBRE - Tributo a Dorando Pietri – 50 km su strada, anello di 5000 metri – Sanremo (IM) - www.sanremorunners.it<br />

26 OTTOBRE - Sentiero la scàlèta – 10km - Località Magno di Gardone V.T. (BS) - www.promosportvallibresciane.it<br />

NOVEMBRE<br />

02 NOVEMBRE - Etna Skymarathon - 42km/2000m - Nicolosi (Ct) - www.volcanotrail.it<br />

08 NOVEMBRE - 100 km degli Etruschi – Tuscania/Tarquinia (VT) - 100 km su strada - www.italiamarathonclub.it<br />

16 NOVEMBRE - Panoramica della Salute km 6, 12 - Loc. Costa di Vittorio V.to (TV) - 0438.551076<br />

16 NOVEMBRE - <strong>Trail</strong> del Monte di Portofino - km. 24 - Santa Margherita Ligure (Ge) - www.marciarcobaleno.it - info@marciarcobaleno.it<br />

DICEMBRE<br />

08 DICEMBRE - Marcia dell’Immacolata km 6, 12 – Solighetto (TV) - 043 883143<br />

11 DICEMBRE - Skyrunning Valli di Lanzo - Lanzo (TO) - 338 2662405<br />

per segnalare nuove gare o eventuali inesattezze scriveteci a redazione@spiritotrail.it<br />

SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 49

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