ALIMENTI SICURI - Consumatori - Coop
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ubricag in primo piano<br />
Dall’aviaria, al grano intossicato,<br />
alle uova adulterate: continuano<br />
a spuntare problemi e casi legati<br />
alla qualità dei cibi che mangiamo.<br />
E quasi sempre si mescolano dati<br />
reali e comportamenti fraudolenti,<br />
con allarmismi ingiustificati, magari<br />
alimentati dalla fretta dei media<br />
PIATTO<br />
consumatori<br />
mazione approssimativa<br />
<strong>Coop</strong>: una rete di 84 ispettori e un sistema di allerta<br />
“Tanti controlli, così sull’Itx siamo partiti due mesi prima”<br />
All’interno di un supermercato la<br />
gestione della sicurezza è un elemento<br />
che non sempre balza all’occhio.<br />
Garantire la rotazione<br />
delle merci e mantenere un livello<br />
di igiene impeccabile nei vari settori<br />
è un compito fondamentale e<br />
complicato. Nei punti vendita più<br />
grandi dove sono presenti diverse<br />
reparti produttivi come la panetteria,<br />
la pescheria, la macelleria, la<br />
salumeria è necessario adottare<br />
tutte le misure di prevenzione e di<br />
igiene previste dalla legge oltre alle<br />
buone pratiche definite da <strong>Coop</strong><br />
(perchè è dei punti vendita <strong>Coop</strong><br />
che qui prliamo). C’è poi un controllo<br />
per tutti gli alimenti freschi<br />
che riguarda la verifica delle temperature<br />
dei frigoriferi e la disposizione<br />
del prodotti sugli scaffali.<br />
Oltre a ciò occorre controllare la<br />
movimentazione dei prodotti in<br />
modo tale che non siano presenti<br />
prodotti scaduti o con una data<br />
troppo vicina alla scadenza.<br />
Un altro aspetto da non sottovalutare<br />
è la gestione della tracciabilità,<br />
ovvero la messa a punto di un sistema<br />
in grado di risalire in ogni<br />
maggio 2006<br />
momento all’intero percorso del<br />
prodotto. Si tratta di un lavoro invisibile<br />
che <strong>Coop</strong> ha affidato ad<br />
una squadra di 84 superispettori<br />
composta da 46 tecnici in <strong>Coop</strong><br />
Italia e 38 distribuiti sul territorio. Il<br />
loro lavoro è discreto ma importante,<br />
perché coordinano le verifiche<br />
effettuate nei punti vendita, i<br />
controlli delle produzioni interne e<br />
la formazione degli addetti. Inoltre<br />
lavorano sui prodotti locali<br />
adottando un piano di controllo<br />
simile a quello generale. Il programma<br />
delega alle strutture centrali<br />
i controlli sui prodotti a marchio<br />
<strong>Coop</strong> e sugli alimenti dalle<br />
grandi marche, attraverso analisi<br />
specifiche da realizzare periodicamente<br />
durante l’anno. Gli stessi<br />
criteri si applicano nei confronti<br />
delle aziende territoriali minori.<br />
Oltre alla fase preliminare, dove si<br />
visita l’azienda per verificare le<br />
strutture e il rispetto delle normative,<br />
ci sono i controlli successivi.<br />
Questo metodo di lavoro è fondamentale<br />
e tutti i fornitori <strong>Coop</strong><br />
sanno che periodicamente devono<br />
superare i test.<br />
11<br />
«Un altro aspetto poco conosciuto<br />
è il piano di emergenza <strong>Coop</strong> -<br />
spiega Maurizio Zucchi responsabile<br />
qualità di <strong>Coop</strong> Italia - Quando<br />
c’è un problema il più delle volte lo<br />
sappiamo con anticipo, e questo ci<br />
permette di agire tempestivamente.<br />
I segnali provengono dai consumatori,<br />
dalle telefonate al numero<br />
verde, dalle Asl e dai Nas o da<br />
altri enti di controllo che vengono<br />
nei punti vendita a prelevare campioni.<br />
Anche le aziende ci avvertono<br />
quando scoprono un difetto<br />
del prodotto o ricevono la visita di<br />
organi di controllo. Un’altra fonte<br />
di informazione sono le analisi fatte<br />
di routine da <strong>Coop</strong> sui prodotti.<br />
C’è poi una rete di osservatori che<br />
segue i problemi negli altri paesi<br />
Ue, che controlla le comunicazioni<br />
di allerta diramate dall’Unione<br />
Europea. Questa posizione ci permette<br />
di agire con tempestività.<br />
Per esempio nel caso dell’ITX i primi<br />
prodotti sospetti sono stati tolti<br />
dagli scaffali due mesi prima dello<br />
scandalo, in nome del principio di<br />
precauzione, perché sapevamo<br />
che erano in corso accertamenti».