ALIMENTI SICURI - Consumatori - Coop
ALIMENTI SICURI - Consumatori - Coop
ALIMENTI SICURI - Consumatori - Coop
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consumatori<br />
il mensile dei soci coop<br />
maggio<br />
numero 4 - 2006<br />
edizione coop reno<br />
41<br />
<strong>ALIMENTI</strong><br />
<strong>SICURI</strong><br />
Orientarsi tra problemi veri<br />
e cattiva informazione<br />
<strong>Coop</strong> Reno<br />
Il Rapporto sociale sarà distribuito<br />
per la prima volta ai soci, nelle<br />
assemblee, perché valutino la<br />
coerenza rispetto agli scopi statutari
IN PRIMO PIANO CONSUMARE<br />
INFORMATI<br />
4<br />
6<br />
8<br />
16<br />
20<br />
6<br />
Lettere<br />
a <strong>Consumatori</strong><br />
Rilancio cercasi<br />
di Dario Guidi<br />
La vignetta<br />
di Elle Kappa<br />
Comunicare,<br />
il futuro è adesso<br />
di Silvia Fabbri<br />
Tu chiamale se vuoi<br />
corporazioni<br />
di Aldo Bassoni<br />
Rilancio<br />
cercasi<br />
Dopo la difficile sfida<br />
elettorale e con una<br />
economia da far ripartire<br />
quali dovranno essere le<br />
priorità del nuovo governo?<br />
20<br />
Mensile della <strong>Coop</strong>erazione di <strong>Consumatori</strong><br />
40127 Bologna, Viale Aldo Moro,16<br />
Tel. 051.6316911 | Telefax 051.6316908<br />
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Direttore responsabile<br />
Dario Guidi<br />
Redazione<br />
Piero Giovanolla (vicedirettore),<br />
Tu chiamale<br />
se vuoi<br />
corporazioni<br />
Viaggio tra problemi<br />
e privilegi degli<br />
Ordini professionali<br />
9<br />
19<br />
28<br />
30<br />
Ambiente,<br />
il convitato di pietra<br />
di Mario Tozzi<br />
Diete estive, attenti<br />
ai venditori di fumo<br />
di Eugenio Del Toma<br />
Serenamente al sole,<br />
i solari <strong>Coop</strong><br />
di Anna Somenzi<br />
Piatti chiari,<br />
amicizia lunga<br />
di Claudio Strano<br />
10<br />
La sicurezza<br />
nel piatto<br />
Gli scandali alimentari si<br />
susseguono: come distinguere<br />
tra fatti veri e cattiva informazione<br />
Daniela Dalpozzo, Paolo Mandini, Elena Miglietti,<br />
Paola Minoliti, Andrea Pertegato, Mauro Poletti,<br />
Gianfranco Sansalone, Anna Somenzi, Claudio<br />
Strano<br />
Progetto grafico<br />
Ferro comunicazione & design<br />
Impaginazione e grafica<br />
Ilde Ianigro<br />
Responsabile della pubblicità<br />
Gabriella Zerbini<br />
Stampa<br />
Coptip (Modena)<br />
VIVERE BENE<br />
15<br />
32<br />
34<br />
37<br />
38<br />
42 Vado,<br />
piccolo ma super<br />
di Daniela Dalpozzo<br />
44<br />
47<br />
48<br />
Brasile,<br />
i progetti del 2006<br />
di Franca Guerra<br />
Aiuti al Kosovo<br />
di Gastone Quadri<br />
Minerbio,<br />
la fattoria pedagogica<br />
di Cinzia Martelli<br />
51 Le sanguisughe<br />
del farmacista<br />
di Walter Matteucci<br />
Piselli... freschi<br />
di Massimo Montanari<br />
E’ tempo<br />
di piselli<br />
di Helmut Failoni<br />
Divertimento<br />
bambino<br />
di Giuseppe Ortolano<br />
Mostre, libri, dischi<br />
Intervista a Caparezza<br />
di G. Oldrini e P. Pacoda<br />
La lettera<br />
di protesta<br />
di Natalino Balasso<br />
<strong>Coop</strong> Editrice <strong>Consumatori</strong><br />
Consiglio di amministrazione:<br />
Paolo Cattabiani (presidente)<br />
Enrico Migliavacca (vicepresidente)<br />
Francesco Berardini, Claudio Cucchiarati<br />
Walter Dondi, Claudio Toso, Luciano Landi,<br />
Paolo Mandini, Daniele Moltrasio<br />
Consegnato alle poste a partire dal 01/05/2006<br />
Il numero di aprile è stato stampato in 2.767.746 copie<br />
Associato a:<br />
ANES, Associazione nazionale editoria specializzata<br />
www.consumatori.e-coop.it
Ogm, far valere<br />
un principio di cautela<br />
consumatori<br />
Si è parlato poco di Ogm negli ultimi mesi. Eppure ho letto<br />
di una sentenza della Corte costituzionale che ha aperto un<br />
problema sull’intervento delle Regioni che devono legiferare<br />
sulla coesistenza tra colture Ogm e non.<br />
Anna Aspesi - Lodi<br />
Risponde Caludio Mazzini, responsabile innovazione e valori<br />
di <strong>Coop</strong> Italia: Coesistenza. Ossia le regole secondo le quali<br />
colture transgeniche, convenzionali e biologiche possono<br />
(devono?) convivere nello stesso territorio senza nuocersi a<br />
causa di contaminazioni genetiche. Un concetto che cerca di<br />
rendere compatibile la biologia (il rimescolamento dei geni),<br />
l’agronomia (le tecniche colturali da adottare a seguito dell’introduzione<br />
degli OGM) e l’economia .<br />
Da alcuni anni in Europa si dibatte di coesistenza decidendo<br />
di affidare ai singoli Stati la formulazione di una legge: così<br />
ha fatto l’Italia, lasciando però l’opera incompiuta, in quanto,<br />
la norma varata a inizio 2005, è stata impugnata dalla<br />
Regione Marche con un ricorso accolto dalla Corte Costituzionale<br />
che ha affermato il primato delle regioni rispetto allo<br />
Stato centrale nella definizione delle politiche agricole, di<br />
cui la coesistenza sarebbe un anello.<br />
Dopo la sentenza della Corte Costituzionale, una circolare<br />
ministeriale ha ribadito il blocco delle semine fino al momento<br />
in cui non si produrranno norme regionali ad hoc.<br />
Alcune regioni hanno già avviato il percorso e fra queste la<br />
Val d’Aosta ha recentemente varato una legge molto articolata:<br />
le misure per la gestione della coesistenza sono assunte<br />
in coerenza con le informazioni scientifiche e nel rispetto del<br />
principio di precauzione da adottare nei confronti delle colture<br />
convenzionali e biologiche nonché dei diversi agro-ecosistemi<br />
della Regione.<br />
Le misure adottate rispondono al criterio della proporzionalità,<br />
evitando l’imposizione di oneri non necessari a carico<br />
delle singole aziende agricole e degli operatori della filiera, il<br />
cui ruolo è ritenuto rilevante ai fini della commistione tra le<br />
colture transgeniche, convenzionali e biologiche ed i prodotti<br />
delle stesse.<br />
Ricordiamo, infatti, che qualsiasi norma che regoli la coesistenza<br />
deve tendere a evitare la contaminazione in qualsiasi<br />
maggio 2006 4<br />
la posta<br />
Vaschette d’alluminio<br />
Sono davvero pericolose, come ho letto, le vaschette<br />
d’alluminio per contenere i cibi?<br />
Alberta Finessi - Ventimiglia<br />
Il “caso”da lei citato risale al mese di febbraio quando la<br />
Regione Lombardia ha fatto scattare quattro allerte<br />
nazionali portando al sequestro sanitario di più di un<br />
milione di vaschette prodotte in Italia<br />
momento della filiera: così facendo, si potrà garantire al consumatore<br />
non solo il rispetto delle soglie di tolleranza di<br />
OGM fissate, per legge, allo 0.9%, ma porsi l’obiettivo di evitare<br />
contaminazioni in ogni fase produttiva .<br />
Sotto questo profilo la norma varata in Val d’Aosta ha il pregio<br />
di definire indicazioni piuttosto precise: gli agricoltori<br />
che intendono coltivare piante transgeniche sono tenuti ad<br />
adottare pratiche volte ad escludere la dispersione di polline<br />
negli appezzamenti degli agricoltori vicini e, più in genere,<br />
ad assicurare la separazione dei prodotti delle loro coltivazioni<br />
con quelli delle coltivazioni convenzionali e biologiche<br />
presenti nell’area interessata. Le pratiche previste dalla legge<br />
riguardano non solo l’isolamento dei campi, ma anche tutte<br />
pratiche agronimiche quali: la preparazione dei terreni, la<br />
semina, l’impianto, il raccolto, il trasporto, lo stoccaggio e la<br />
conservazione dei prodotti. I campi destinati alle coltivazioni<br />
transgeniche devono essere isolati in modo tale da assicurare<br />
il rispetto delle distanze minime di legge e devono essere lavorati<br />
in modo tale da escludere contaminazioni anche a distanza<br />
di tempo a causa di semi transgenici che rigerminano<br />
nel campo dopo la raccolta delle piante OGM.<br />
Ma al di la di questa importante e positiva esperienza vi è<br />
una sostanziale unanimità nel ritenere che sulla coesistenza<br />
si sappia ancora molto poco, soprattutto in relazione alle<br />
specificità dei diversi territori e delle relative agricolture,<br />
come messo in luce anche dalle indicazioni emerse dal vasto<br />
programma triennale di ricerca sugli OGM in agricoltura<br />
coordinato dall’INRAN, recentemente presentato a Roma.<br />
Una norma che identifica nella prudenza il concetto guida<br />
delle scelte delle istituzioni e delle forze economiche: un atteggiamento<br />
sul quale il Consiglio dei Diritti Genetici ha<br />
invitato le forze politiche a illustrare i propri intendimenti,<br />
ricevendo da Romano Prodi (oltre che da Bertinotti e Pecoraro<br />
Scanio) una risposta in sintonia con il richiamo alla<br />
precauzione. Come <strong>Coop</strong> ci attendiamo che su una scelta di<br />
ordine strategico come questa il prossimo Governo tenga<br />
conto degli interessi ‘di cittadinanza’, ossia del parere largamente<br />
maggioritario espresso dalla gran parte di agricoltori<br />
e consumatori che esprimono diffidenza verso le colture<br />
transgeniche.<br />
La segnalazione arrivava dall’Asl di Milano in base ad<br />
analisi commissionate dai Nas su vaschette di alluminio<br />
di alcuni marchi commerciali.<br />
Sulla superficie di queste vaschette era stata riscontrata<br />
la presenza di sostanze organiche costituite da gliceridi di<br />
sintesi e in particolare il Glicerol Tricaprilato.<br />
Il Glicerol tricaprilato è un olio di sintesi che viene<br />
addizionato alle bobine di allumino per evitare che le<br />
vaschette si attacchino l’una all’altra durante la stampa e<br />
l’imballaggio.
Andava accertato se il lubrificante<br />
fosse o meno cancerogeno e<br />
dannoso, nel frattempo era stato<br />
disposto il sequestro delle vaschette<br />
negli stabilimenti di produzione e<br />
presso i punti vendita e sei persone<br />
erano state denunciate.<br />
Per quanto riguarda i prodotti a<br />
marchio <strong>Coop</strong>, sebbene non fossero<br />
sottoposti a sequestro, sono stati<br />
effettuati autonomi<br />
approfondimenti, appurando che<br />
l’olio impiegato nelle vaschette in<br />
alluminio è di origine vegetale e<br />
dichiarato idoneo per alimenti.<br />
Ciononostante, in attesa di un<br />
parere ufficiale del Ministero, in<br />
coerenza al principio di precauzione<br />
che da sempre <strong>Coop</strong> applica in<br />
questi casi, abbiamo deciso di<br />
ritirare, in via del tutto<br />
precauzionale, tutte le referenze di<br />
vaschette di alluminio a marchio<br />
<strong>Coop</strong>. Successivamente, come<br />
riportato dai principali organi di<br />
comunicazione, l’Istituto Superiore<br />
di Sanità, dopo un’approfondita<br />
indagine svolta su incarico del<br />
ministero della salute, ha stabilito<br />
che le vaschette di alluminio non<br />
sono pericolose e che possono<br />
tranquillamente venire a contatto<br />
con gli alimenti e anche essere<br />
utilizzate per la cottura dei cibi ed i<br />
provvedimenti di sequestro, alla<br />
luce dei risultati delle analisi,<br />
decadono. La normativa 21/3/ 73<br />
(Disciplina degli imballaggi,<br />
recipienti, utensili destinati al<br />
contatto con sostanze alimentari)<br />
non prende in esame l’alluminio e<br />
non regolamenta quindi le cessioni<br />
tollerabili: da molto tempo c’è una<br />
proposta in fase di elaborazione a<br />
livello europeo ma ancora la<br />
> L’indirizzo per scrivere a questa rubrica è<br />
redazione consumatori<br />
Viale Aldo Moro, 16<br />
40127 Bologna<br />
fax 051 6316908<br />
oppure<br />
redazione@consumatori.coop.it<br />
maggio 2006<br />
la posta<br />
tematica non è normata.<br />
Tuttavia, in assenza di una<br />
normativa sull’alluminio, il<br />
ministero della salute ha<br />
predisposto una disciplina specifica<br />
per il settore, che ora è al vaglio<br />
della Commissione Europea.<br />
Ascensori<br />
Prendendo spesso ascensori, a<br />
volte mi domando se sono<br />
osservate norme e controlli per la<br />
loro sicurezza….<br />
Luigi Pedroni - Macerata<br />
Secondo l’Associazione nazionale<br />
imprese di costruzione e<br />
manutenzione ascensori, solo il<br />
30% degli ascensori italiani è in<br />
regola. Di recente, un decreto del<br />
Ministero delle attività produttive ha<br />
stabilito che, come da regolamenti<br />
europei, gli ascensori installati<br />
prima del 25 giugno 1999 siano<br />
sottoposti ad un’accurata analisi dei<br />
rischi. Il controllo deve essere<br />
certificato da un ingegnere e, se a<br />
rischio, gli interventi di<br />
adeguamento debbono avvenire<br />
entro 6 mesi. All’esterno di ogni<br />
ascensore debbono comunque<br />
essere esposti in modo chiaro e<br />
5<br />
visibile: il marchio CE che<br />
garantisce il rispetto delle norme<br />
europee; nome e indirizzo del<br />
costruttore; tipo, anno di<br />
costruzione e numero di serie;<br />
portata complessiva e numero<br />
massimo di persone trasportabili;<br />
nome e numero di autorizzazione<br />
dell’organismo che ha eseguito il<br />
collaudo o che esegue le verifiche<br />
biennali; data dell’ultimo controllo<br />
effettuato e infine dati e numero di<br />
telefono dell’azienda di<br />
manutenzione e intervento in caso<br />
di guasto.<br />
Vitamina D<br />
Vorrei invecchiare il meglio<br />
possibile: ho letto che gli anziani<br />
dovrebbero assorbire calcio e<br />
vitamina D….<br />
Novella Contini - Vercelli<br />
La vitamina D viene prodotta dalla<br />
pelle naturalmente dopo<br />
un’esposizione alla luce solare e<br />
permette la rimineralizzazione<br />
ossea. La sua carenza porta ad un<br />
minor assorbimento di calcio e alla<br />
conseguente riduzione ossea.<br />
Nell’anziano si manifesta con una<br />
riduzione della forza muscolare e<br />
della stabilità, con aumentato<br />
rischio di cadute e fratture. Recenti<br />
ricerche indicano che oltre la metà<br />
delle donne in menopausa ha livelli<br />
sotto-ottimali di vitamina D. Questa<br />
vitamina è presente in natura in<br />
pochi alimenti: vegetali a foglia<br />
scura, rosso d’uovo, fegato, pesci<br />
grassi, ostriche. Per conservare un<br />
efficiente sistema osseo, occorre<br />
anche osservare alcune buone<br />
abitudini a tavola e nella vita:<br />
introdurre calcio e ridurre proteine<br />
animali che ne aumentano<br />
l’eliminazione, una minore<br />
sedentarietà, una buona<br />
esposizione al sole, una riduzione<br />
del fumo responsabile.<br />
dell’abbassamento del livello di<br />
estrogeni.
di Dario Guidi<br />
RILANCIO<br />
consumatori<br />
lasciati su <strong>Consumatori</strong> di un paio<br />
di mesi fa parlando di un Italia prima di tutto<br />
C’eravamo<br />
bisognosa di ritrovare fiducia e serenità,<br />
come condizioni fondamentali per far ripartire economia<br />
e società, bloccate da un lungo periodo di difficoltà<br />
e travagli . Ad oggi, con esigenze ovviamente immutate<br />
e semmai sempre più urgenti, possiamo solo<br />
registrare l’esito al fotofinish di una dura competizione<br />
elettorale, le cui tossine non paiono ancora del tutto<br />
smaltite.<br />
I complessi e preventivati passaggi istituzionali (legati<br />
in primo luogo all’elezione del nuovo presidente della<br />
Repubblica) fanno sì che la prospettive del varo di un<br />
nuovo governo sia rinviata a maggio inoltrato. L’esito<br />
del voto, che se da un lato ha indicato (pur con numeri<br />
risicati) un vincitore nella coalizione di centro sinistra,<br />
non modifica comunque l’agenda di problemi che<br />
dovranno essere affrontati. Del resto si erano da poco<br />
chiuse le urne che le agenzie internazionali di rating<br />
(quelle che giudicano l’affidabilità e lo stato di salute<br />
delle finanze di un paese) erano già lì a dire che, chiunque<br />
fosse il vincitore, l’Italia avrebbe dovuto mettere<br />
in cantiere rapidi interventi sul<br />
versante dei conti pubblici e della<br />
riduzione del debito.<br />
Ma dunque che situazione economica<br />
si troverà davanti il nuovo<br />
governo, presumibilmente presieduto<br />
da Romano Prodi, e da dove<br />
dovrà partire nel suo operare concreto?<br />
“Le cose da fare sono tante<br />
Tito Boeri<br />
– spiega l’economista Tito Boeri,<br />
maggio 2006<br />
in primo piano<br />
6<br />
docente all’Università Bocconi di Milano – Ma senz’altro<br />
la prima è avere la consapevolezza che la situazione<br />
dei conti pubblici lasciata dal precedente governo è<br />
molto grave. Come ha dovuto riconoscere l’ultima Trimestrale<br />
di cassa (particolarmente elettorale e mai<br />
così reticente), viaggiamo verso un disavanzo del 4,5<br />
per cento nel 2006, con la prospettiva che, per il secondo<br />
anno consecutivo, il rapporto tra debito pubblico<br />
e Pil aumenti (dovrebbe presumibilmente tendere<br />
al 108 per cento contro il 106,4 del 2005). Questo significa<br />
che, a bocce ferme, dobbiamo prepararci a un<br />
aggiustamento pari a circa due punti di Pil nei prossimi<br />
due anni (circa 28 miliardi di euro ndr). Ogni altra<br />
operazione di spesa o di taglio di tasse dovrà dunque<br />
trovare una copertura strutturale in aggiunta a questa<br />
cifra. Sono scelte difficili e delicate da fare, ma imprescindibili.<br />
Anche perché se dovessimo avere un abbassamento<br />
della valutazione sulla nostra affidabilità dalle<br />
agenzie di rating, ne deriverebbero ulteriori oneri<br />
per il debito pubblico”.<br />
Dunque i margini di manovra per il nuovo governo<br />
appaiono piuttosto stretti. Con l’aggiunta che l’attenzione<br />
ai conti non può non essere accompagnata dal<br />
varo di misure di rilancio dell’economia. “Per questo<br />
– prosegue Boeri – credo siano da privilegiare riforme<br />
a costo zero o comunque interventi il meno onerosi<br />
possibile. Ad esempio la riduzione del cuneo fiscale sul<br />
costo del lavoro, credo possa essere concentrata sui<br />
salari più bassi, perché avrebbe effetti virtuosi in termini<br />
di favorire l’emersione dal sommerso e la competitività<br />
delle nostre esportazioni”.<br />
Altro esempio di riforma a basso costo è quello delle liberalizzazioni<br />
di settori economici e servizi, promuovendo<br />
così una maggiore concorrenza a tutto vantaggio<br />
continua a pagina 9 >
CERCASI<br />
Aldo Soldi<br />
presidente nazionale<br />
Ancc-<strong>Coop</strong><br />
Dopo una difficile sfida elettorale,<br />
con una grave situazione della<br />
finanza pubblica e comunque con<br />
un’economia da far ripartire, quali<br />
dovranno essere le priorità del<br />
nuovo governo? Lo abbiamo<br />
chiesto all’economista Tito Boeri<br />
“Occorre favorire<br />
la coesione sociale”<br />
“Abbiamo bisogno di un<br />
governo che lavori per la<br />
coesione sociale e per ridare<br />
fiducia alla gente - spiega il<br />
presidente di Ancc-<strong>Coop</strong> Aldo<br />
Soldi - Sono questi gli elementi<br />
più urgenti da garantire, che<br />
mancano ormai da troppo<br />
tempo. Poi ovviamente c’è<br />
bisogno di interventi che<br />
sappiano sostenere la ripresa<br />
economica, sia per quanto<br />
riguarda le imprese che il<br />
potere d’acquisto delle famiglie,<br />
eroso sempre più da costi<br />
obbligatori, come quello del<br />
caro petrolio. A questo proposito<br />
ci tengo a ricordare che come<br />
<strong>Coop</strong>, abbiamo presentato una<br />
legge di iniziativa popolare sulla<br />
parziale liberalizzazione della<br />
vendita dei farmaci. Si tratta di<br />
maggio 2006<br />
in primo piano<br />
una proposta che è stata<br />
sottoscritta da centinaia di<br />
migliaia di italiani, ed anzi sino<br />
a fine maggio la raccolta di<br />
firme in calce a una petizione<br />
che sostiene i contenuti della<br />
legge, continuerà. Noi ovviamente<br />
speriamo che questa<br />
proposta di legge possa avere<br />
un corso rapido e positivo nel<br />
nuovo parlamento. Anche<br />
perché i contenuti che abbiamo<br />
proposto fanno riferimento a<br />
un versante importante e più<br />
ampio su cui occorre lavorare,<br />
che è quello della liberalizzazione<br />
dei mercati e della difesa<br />
del reddito delle famiglie.<br />
Questi sono sicuramente due<br />
aspetti che nella legislatura che<br />
sta per partire e nell’azione del<br />
nuovo governo riteniamo<br />
debbano essere prioritari”.<br />
7<br />
Conti pubblici<br />
Rapporto deficit/Pil<br />
si va verso il 4,5%<br />
E il debito sale<br />
I conti pubblici sono la priorità<br />
che il nuovo governo dovrà affrontare.<br />
Vediamo qualche cifra.<br />
Il Governo uscente ha indicato<br />
per il 2006 un obiettivo di rapporto<br />
deficit/Pil al 3,8%. Ma<br />
tutti i dati dicono che in realtà si<br />
viaggia verso un 4,2-4,5%, cioè<br />
qualcosa come 8-10 miliardi di<br />
euro in più.<br />
Dunque se l’obiettivo deficit<br />
2006 difficilmente sarà raggiunto,<br />
ancor più complesso è il discorso<br />
sul debito complessivo,<br />
che nel 2005 è tornato a crescere<br />
attestandosi al 106,4% de Pil.<br />
Secondo “il Sole 24 Ore”, anche<br />
solo perché il debito resti stabile<br />
al 106,4% (senza diminuire),<br />
serve una correzione di 24 miliardi<br />
di euro. Gli impegni pattuiti<br />
dal governo uscente con<br />
l’Unione Europea prevedono un<br />
deficit al 2,8% del Pil nel 2007 e<br />
un debito complessivo di nuovo<br />
in calo. Dunque per arrivarci il<br />
lavoro non manca...
La vita delle famiglie<br />
Nel 2005 consumi ancora fermi<br />
E pesano sempre di più bollette e servizi<br />
Per non parlare solo di conti<br />
pubblici ecco anche qualche cifra<br />
sui consumi degli italiani nel<br />
2005 secondo i dati Istat. In sostanza<br />
i consumi sono rimasti<br />
fermi, con un aumento a famiglia<br />
di soli 22 euro, passando da<br />
una media annua di 35.404 a<br />
35.426 euro. Ma se si va a guardare<br />
dentro a questa cifra si scopre<br />
che le famiglie acquistano in<br />
realtà meno prodotti, perché<br />
sono costrette a destinare una<br />
fetta maggiore di risorse per costi<br />
obbligati come bollette per<br />
elettricità e gas o le spese per trasporti,<br />
servizi assicurativi e bancari.<br />
E come con una coperta<br />
corta, se si è speso di più da una<br />
parte, resterà qualcosa di meno<br />
dall’altra.<br />
Ecco alcuni esempi: mediamente<br />
maggio 2006<br />
in primo piano<br />
una famiglia ha speso nel 2005<br />
118 euro in più per elettricità e<br />
gas e ne ha spesi 124 in meno<br />
per l’abbigliamento, ha speso 46<br />
euro in più per servizi finanziari e<br />
35 in meno per la calzature, 15<br />
euro in più di assicurazioni e 20<br />
in meno per servizi ricreativi.<br />
Alle cifre crude, si aggiunge poi,<br />
come osserva il professor Giampaolo<br />
Fabris, “la diffusa percezione<br />
di impoverimento da parte di<br />
vasti strati della popolazione”.<br />
Questo perchè, spiega Fabris, “i<br />
redditi non hanno tenuto il passo<br />
con l’inflazione. L’incremento del<br />
reddito medio delle famiglie per<br />
gli ultimi 5 anni, da 56 a 59 milioni<br />
delle vecchie lire, corrisponde a<br />
una crescita di appena lo 0,5%,<br />
di gran lunga inferiore ai più ottimistici<br />
calcoli sull’inflazione”.<br />
8<br />
la vignetta di ellekappa
dei consumatori e dei cittadini (vedi<br />
anche il riferimento al tema della<br />
normativa sulla vendita dei farmaci<br />
nell’intervento del presidente di<br />
Ancc-<strong>Coop</strong> Aldo Soldi che proponiamo<br />
in queste pagine ndr).<br />
“Sul tema di una maggiore apertura<br />
del mercato – aggiunge Boeri –<br />
c’è da fare una riflessione che deriva<br />
proprio dalla fotografia che le<br />
urne ci hanno consegnato. L’impressione<br />
è che si sia andata accentuando<br />
la polarizzazione fra le due<br />
coalizioni nel rappresentare gruppi<br />
sociali diversi. In particolare i lavoratori<br />
autonomi paiono essersi spostati<br />
a destra e i lavoratori dipendenti<br />
aver fatto il percorso inverso,<br />
rafforzando in questo la già forte<br />
concentrazione dell’elettorato. Con<br />
l’aggiunta che, nel corso dell’ultima<br />
legislatura, il lavoro autonomo<br />
ha visto migliorare notevolmente<br />
la propria condizione economica<br />
nei confronti del lavoro dipendente.<br />
Il fatto è che i lavoratori autonomi<br />
si oppongono strenuamente a<br />
riforme che aumentino la concorrenza<br />
nei mercati e che liberalizzino<br />
le professioni, mentre i lavoratori<br />
dipendenti tendenzialmente<br />
sono in maggioranza contrari a interventi<br />
di liberalizzazione su versanti<br />
come il mercato del lavoro, le<br />
pensioni o il sistema di welfare”.<br />
In questo complesso scenario qualche<br />
aiuto potrà venire dell’economia<br />
europea e mondiale, data in<br />
ripresa? Gli analisti sono cautamente<br />
ottimisti. Il governatore di<br />
Bankitalia Mario Draghi ha parlato<br />
di “ripresa iniziata”. Anche se è iniziata<br />
più altrove (vedi Germania)<br />
che non da noi. Ed a frenare gli entusiasmi<br />
ci sono poi i dati sull’ennesima<br />
impennata nel prezzo del<br />
petrolio, arrivato a superare i 70<br />
dollari al barile. E un paese come<br />
l’Italia è particolarmente vulnerabile<br />
di fronte a questi aumenti.<br />
“Abbiamo problemi strutturali davanti<br />
a noi – conclude Boeri – andamenti<br />
anche positivi della congiuntura<br />
internazionale non ci<br />
devono far distogliere da questo. E<br />
perciò c’è da augurarsi che dopo la<br />
polarizzazione del paese, che non<br />
solo la campagna elettorale, ma anche<br />
le scelte del precedente governo<br />
hanno determinato, si ritorni,<br />
con intelligenza e determinazione,<br />
a lavorare per far prevalere l’interesse<br />
generale”. ■ ■ ■<br />
consumatori<br />
maggio 2006<br />
un pianeta da difendere<br />
9<br />
di Mario Tozzi<br />
primo ricercatore Cnr - Igag<br />
e conduttore televisivo<br />
AMBIENTE<br />
il convitato di pietra<br />
A elezioni finite forse si può tentare di porre all’ordine del giorno<br />
il grande assente dal dibattito politico degli ultimi cinque<br />
anni, l’ambiente. Non solo non se ne è parlato prima di andare<br />
a votare, ma ben poco si è fatto nella legislatura passata, se<br />
non in peggio. Il decreto di legge delega in materia ambientale<br />
rischia di essere una vera e propria iattura per le conseguenze<br />
nefaste che avrà, per dirne una, sui rifiuti che verranno confusi<br />
e di cui sarà impossibile ricostruire la storia e,<br />
eventualmente, punire chi se ne libererà in maniera poco acconcia.<br />
Il condono edilizio ha favorito un’ulteriore valanga di<br />
seconde case abusive che hanno finito di devastare le nostre<br />
coste e non ha portato entrate significative. I parchi naturali<br />
hanno subìto continue aggressioni. La legge obbiettivo ha consentito<br />
di saltare i controlli ambientali con la scusa che impedivano<br />
la realizzazione delle grandi opere. La Patrimonio s.p.a.,<br />
infine, ha reso possibile mettere in vendita pezzi di natura che<br />
appartengono al demanio - cioè a tutti noi - con la scusa che lo<br />
stato non ha i denari per occuparsene.<br />
Ferite profondissime che dovranno essere risanate, ma la cui<br />
guarigione non potrà che essere solo il primo passo verso un<br />
nuovo modo di vedere le cose in materia ambientale. Bisognerà<br />
che si capisca che l’ambiente non è qualcosa da cui si prelevano<br />
risorse e in cui si buttano rifiuti. E che il sistema economico,<br />
qualsiasi esso sia, è sempre e comunque un sottoprodotto<br />
della biosfera, e non esisterebbe se non ci fosse questo pianeta.<br />
Ciò significa che non esistono speciose contrapposizioni fra lavoro<br />
e ambiente: non ci può essere spazio per il primo se non<br />
viene salvaguardato il secondo. Su questo punto, però, le colpe<br />
non sono solo della precedente maggioranza di governo, o comunque<br />
dei governi conservatori del mondo, ma anche delle<br />
opposizioni e delle organizzazioni sindacali che hanno grosse<br />
responsabilità nella scarsa cultura ambientale di questo Paese.<br />
Quando a Marghera si moriva di cancro - dentro e fuori il petrolchimico<br />
-, si continuava a difendere il posto di lavoro pure<br />
quando era ormai chiara la portata mortifera di alcune attività,<br />
invece di incrociare le braccia per ottenere lavorazioni sicure. E<br />
si continuano a tollerare troppe attività che inquinano sotto il<br />
ricatto della perdita del lavoro.<br />
Sono ragionamenti vecchi che non tengono conto di una situazione<br />
ecologica ai limiti del disastro e che non si pongono nell’unica<br />
prospettiva sostenibile, quella che mette al primo posto<br />
la salvaguardia ambientale, perché ci può essere il dubbio che<br />
un’attività inquinante procuri lavoro, ma c’è la certezza che un<br />
ambiente degradato non permette di vivere bene e, anzi, alla<br />
lunga, uccide. E’ tempo di nuove lotte e speriamo che la prossima<br />
impostazione di governo ne tenga il dovuto conto.
ubricag in primo piano<br />
LA SICUREZZA NEL<br />
Come orientarsi tra scandali veri e infor<br />
di Roberto La Pira<br />
Parlare di sicurezza alimentare in Italia è difficile. Da<br />
noi i problemi in genere si strillano, e solo qualche<br />
volta si preferisce esaminarli in modo tempestivo,<br />
soffermandosi sugli aspetti davvero importanti. Nel linguaggio<br />
corrente si parla di scandali alimentari, perché<br />
gli eventi che si susseguono sulle prime pagine dei giornali<br />
e nelle televisioni spesso sono presentati con toni allarmistici.<br />
L’ultimo episodio riguarda le vaschette di alluminio.<br />
Il 18 marzo i quotidiani nazionali titolano<br />
“Vaschette di alluminio è allarme”. Sotto accusa è la presenza<br />
di tracce di un olio non alimentare utilizzato nel<br />
corso della produzione industriale per favorire il distacco<br />
dei pezzi. Le televisioni riprendono la notizia diramata<br />
dall’Asl di Milano e la questione diventa l’ennesimo scandalo.<br />
Il giorno dopo il Ministero della salute minimizza e<br />
invita a usare senza problemi le vaschette. Nonostante<br />
l’intervento del Ministero, la stampa riporta che l’Asl del<br />
capoluogo Lombardo rinnova l’invito al ritiro. In realtà la<br />
notizia viene subito smentita e la Regione emette un comunicato<br />
in cui considera cessata l’allerta. A questo punto<br />
la notizia scompare dalle cronache, non vengono pubblicati<br />
altri articoli in cui si informa del cessato allerta e ai<br />
consumatori restano i dubbi (nel merito del problema vaschette<br />
pubblichiamo un intervento più dettagliato nella<br />
rubrica lettere di questo numero ndr). Siamo di fronte ad<br />
un tipico esempio di disinformazione che può solo provocare<br />
confusione.<br />
Un altro sistema per creare allarmismo consiste nel trasformare<br />
un problema in uno scandalo, ricorrendo a titoli<br />
esagerati. Lo stesso effetto si ottiene quando si utilizza<br />
un filmato inquietante in un servizio televisivo, quando si<br />
manda in onda il commento incauto di un ministro o la<br />
dichiarazione esagerata di un esperto troppo apprensivo.<br />
L’esito è spesso disastroso, perché i consumatori spaven-<br />
maggio 2006<br />
10<br />
tati agiscono in modo istintivo e spesso esagerato come si<br />
è visto con la vicenda dell’influenza aviaria. Una parte di<br />
responsabilità nella diffusione dell’allarmismo è quindi da<br />
addebitare agli organi di informazione, sempre pronti a<br />
trovare un titolo forte per la prima pagina, ma poco attenti,<br />
quando bisogna spiegare che l’allarme è cessato oppure<br />
quando bisogna quantificare il rischio.<br />
Un ruolo importante spetta alle istituzioni. Per giorni si è<br />
parlato di vaccini inesistenti, di medicine antivirali non<br />
vendute in farmacia, con l’effetto di creare una vera psicosi.<br />
Le autorità sanitarie pur avendo gli strumenti per spiegare<br />
gli eventi e tranquillizzare la gente, non hanno saputo<br />
fronteggiare la situazione. I veterinari italiani, che sono<br />
direttamente coinvolti in tutte le operazioni e possono<br />
vantare una lunghissima esperienza in materia di influenza<br />
aviaria, sono stati quasi del tutto ignorati dagli organi di<br />
informazione. Nel caso dell’influenza aviaria è vero che il<br />
pericolo di trasmissione del virus dall’animale all’uomo<br />
esiste, ma è altrettanto vero che il rischio è molto lontano.<br />
Purtroppo il messaggio recepito dai consumatori è stato<br />
un altro, soprattutto in autunno quando i giornali e televisioni<br />
strillavano in copertina la pandemia e rilanciavano<br />
le parole di un ministro troppo agitato. Le responsabilità<br />
istituzionali in questa vicenda sono state gravi, perché parole<br />
come pandemia e vaccini sono state lanciate come<br />
macigni sulla gente, con effetti devastanti. Gli esperti di<br />
comunicazioni sono concordi nel ritenere che nella vicenda<br />
aviaria gli addetti ai lavori non abbiano comunicato in<br />
modo adeguato con la gente, provocando così più danni ai<br />
polli e alla nostra economia dello stesso virus.<br />
Una parte di responsabilità spetta anche ai produttori che,<br />
travolti dagli eventi, il più delle volte non sanno reagire<br />
adeguatamente. In Italia le aziende che in una situazione<br />
di crisi come quella dell’influenza aviaria, o del latte con<br />
l’ITX attivano un programma di emergenza predisposto in<br />
continua a pagina 13 >
ubricag in primo piano<br />
Dall’aviaria, al grano intossicato,<br />
alle uova adulterate: continuano<br />
a spuntare problemi e casi legati<br />
alla qualità dei cibi che mangiamo.<br />
E quasi sempre si mescolano dati<br />
reali e comportamenti fraudolenti,<br />
con allarmismi ingiustificati, magari<br />
alimentati dalla fretta dei media<br />
PIATTO<br />
consumatori<br />
mazione approssimativa<br />
<strong>Coop</strong>: una rete di 84 ispettori e un sistema di allerta<br />
“Tanti controlli, così sull’Itx siamo partiti due mesi prima”<br />
All’interno di un supermercato la<br />
gestione della sicurezza è un elemento<br />
che non sempre balza all’occhio.<br />
Garantire la rotazione<br />
delle merci e mantenere un livello<br />
di igiene impeccabile nei vari settori<br />
è un compito fondamentale e<br />
complicato. Nei punti vendita più<br />
grandi dove sono presenti diverse<br />
reparti produttivi come la panetteria,<br />
la pescheria, la macelleria, la<br />
salumeria è necessario adottare<br />
tutte le misure di prevenzione e di<br />
igiene previste dalla legge oltre alle<br />
buone pratiche definite da <strong>Coop</strong><br />
(perchè è dei punti vendita <strong>Coop</strong><br />
che qui prliamo). C’è poi un controllo<br />
per tutti gli alimenti freschi<br />
che riguarda la verifica delle temperature<br />
dei frigoriferi e la disposizione<br />
del prodotti sugli scaffali.<br />
Oltre a ciò occorre controllare la<br />
movimentazione dei prodotti in<br />
modo tale che non siano presenti<br />
prodotti scaduti o con una data<br />
troppo vicina alla scadenza.<br />
Un altro aspetto da non sottovalutare<br />
è la gestione della tracciabilità,<br />
ovvero la messa a punto di un sistema<br />
in grado di risalire in ogni<br />
maggio 2006<br />
momento all’intero percorso del<br />
prodotto. Si tratta di un lavoro invisibile<br />
che <strong>Coop</strong> ha affidato ad<br />
una squadra di 84 superispettori<br />
composta da 46 tecnici in <strong>Coop</strong><br />
Italia e 38 distribuiti sul territorio. Il<br />
loro lavoro è discreto ma importante,<br />
perché coordinano le verifiche<br />
effettuate nei punti vendita, i<br />
controlli delle produzioni interne e<br />
la formazione degli addetti. Inoltre<br />
lavorano sui prodotti locali<br />
adottando un piano di controllo<br />
simile a quello generale. Il programma<br />
delega alle strutture centrali<br />
i controlli sui prodotti a marchio<br />
<strong>Coop</strong> e sugli alimenti dalle<br />
grandi marche, attraverso analisi<br />
specifiche da realizzare periodicamente<br />
durante l’anno. Gli stessi<br />
criteri si applicano nei confronti<br />
delle aziende territoriali minori.<br />
Oltre alla fase preliminare, dove si<br />
visita l’azienda per verificare le<br />
strutture e il rispetto delle normative,<br />
ci sono i controlli successivi.<br />
Questo metodo di lavoro è fondamentale<br />
e tutti i fornitori <strong>Coop</strong><br />
sanno che periodicamente devono<br />
superare i test.<br />
11<br />
«Un altro aspetto poco conosciuto<br />
è il piano di emergenza <strong>Coop</strong> -<br />
spiega Maurizio Zucchi responsabile<br />
qualità di <strong>Coop</strong> Italia - Quando<br />
c’è un problema il più delle volte lo<br />
sappiamo con anticipo, e questo ci<br />
permette di agire tempestivamente.<br />
I segnali provengono dai consumatori,<br />
dalle telefonate al numero<br />
verde, dalle Asl e dai Nas o da<br />
altri enti di controllo che vengono<br />
nei punti vendita a prelevare campioni.<br />
Anche le aziende ci avvertono<br />
quando scoprono un difetto<br />
del prodotto o ricevono la visita di<br />
organi di controllo. Un’altra fonte<br />
di informazione sono le analisi fatte<br />
di routine da <strong>Coop</strong> sui prodotti.<br />
C’è poi una rete di osservatori che<br />
segue i problemi negli altri paesi<br />
Ue, che controlla le comunicazioni<br />
di allerta diramate dall’Unione<br />
Europea. Questa posizione ci permette<br />
di agire con tempestività.<br />
Per esempio nel caso dell’ITX i primi<br />
prodotti sospetti sono stati tolti<br />
dagli scaffali due mesi prima dello<br />
scandalo, in nome del principio di<br />
precauzione, perché sapevamo<br />
che erano in corso accertamenti».
POTETE TROVARCI AL<br />
SALONE DEL GUSTO DI TORINO<br />
DAL 26 AL 30 OTTOBRE 2006.<br />
rubricag<br />
Pettinicchio.<br />
La bontà prima di tutto.<br />
Da sempre, Pettinicchio ti dà il massimo del<br />
gusto e della freschezza. Perché da 70 anni produce<br />
secondo la migliore tradizione casearia e utilizza<br />
solo latte italiano. Così ti porta tutta la bontà<br />
della Mozzarella Fior di Latte, prodotta nell’Agropontino,<br />
e della Mozzarella di Bufala Campana DoP.<br />
NADLER LARIMER MARTINELLI
Chi fa i controlli<br />
A Parma c’è la struttura europea, manca quella italiana<br />
consumatori<br />
Il rischio dell’influenza aviaria, la contaminazione<br />
del latte per bambini hanno focalizzato l’attenzione<br />
dell’opinione pubblica sulle strutture adibite<br />
alla sicurezza alimentare. In Italia il compito di<br />
vigilare è affidato a 13 istituzioni che dipendono<br />
da tre ministeri (Salute, Politiche Agricole e<br />
Finanze). Tra le più note ci sono i NAS, anche<br />
se in realtà l’azione più sistematica è svolta dal<br />
Servizio Veterinario delle Asl e dall’Ispettorato<br />
Centrale Repressioni Frodi. Nel 2002 (si tratta dei<br />
dati più recenti a disposizione) i 13 controllori<br />
hanno effettuato complessivamente 170 mila<br />
analisi e 720 mila controlli/ispezioni. C’è poi il<br />
problema dello scarso coordinamento tra gli<br />
organismi. Questa lacuna, insieme alla mancanza<br />
di accreditamento di alcuni laboratori e alle scarse<br />
risorse finanziarie, è evidenziata molto bene nei<br />
rapporti presentati all’Unione Europea in seguito<br />
ad ispezioni effettuate nel 2004 e nel 2005 dal<br />
FVO (Food and Veterinary Office).<br />
A livello europeo un ruolo decisivo è affidato all’Autorità<br />
europea per la sicurezza alimentare con sede<br />
precedenza sono pochissime. Le industrie<br />
serie hanno un piano nel cassetto<br />
che prevede accertamenti immediati<br />
all’interno e all’esterno, un<br />
programma per il recupero immediato<br />
dei lotti sotto accusa, l’attivazione<br />
di un ufficio stampa per comunicare<br />
con i media e i consumatori.<br />
Quando tutto questo manca i dirigenti<br />
delle industrie alimentari non<br />
sanno affrontare la situazione. Alcuni<br />
negano qualsiasi responsabilità, altri<br />
convocano gli stati generali e cercano<br />
di organizzarsi, perdendo tempo<br />
prezioso e provocando ricadute negative<br />
sul mercato con un inevitabile<br />
crollo delle vendite.<br />
Gli esperti di crisi sostengono che la<br />
situazione deve essere gestita subito<br />
con trasparenza, informando i consumatori<br />
e i media in modo corretto.<br />
Solo così e possibile evitare il caos.<br />
Le regole sono ormai conosciute, occorre<br />
creare nei primi sette giorni<br />
dello scandalo i presupposti per ridurre<br />
gli effetti negativi e preparare<br />
il recupero.<br />
In tutti gli scandali alimentari alla<br />
fine si crea una situazione in cui colpevoli<br />
e innocenti, consumatori, produttori<br />
e distributori si trovano tutti<br />
insieme in un girone infernale, dove<br />
maggio 2006<br />
in primo piano<br />
diventa difficile distinguere la frode<br />
commerciale dalla sofisticazione, il<br />
danno economico dal pericolo per la<br />
salute e dove tutti parlano di rischio<br />
ma pochi sanno quantificarlo. Anche<br />
la vicenda del grano duro canadese<br />
contaminato da ocratossina, una sostanza<br />
tossica prodotta da un fungo,<br />
costituisce un altro esempio di catti-<br />
13<br />
a Parma (EFSA), che ha il compito valutare i rischi<br />
e fornire informazioni obiettive e tempestive in<br />
base alle considerazioni di esperti e studi scientifici<br />
internazionali. Per l’influenza aviaria l’EFSA ha invitato<br />
i cittadini a fare l’unica cosa sensata: seguire le<br />
normali regole di igiene (cuocere con cura la carne<br />
di pollo e lavarsi le mani dopo avere maneggiato<br />
uova e volatili). Per la questione dell’ITX nel latte<br />
l’EFSA ha considerato “la presenza inopportuna<br />
ma, non ha ritenuto probabile un rischio immediato<br />
per la salute in base ai livelli di contaminazione”.<br />
Il terzo elemento su cui ruota la sicurezza europea<br />
è il sistema di allerta (RASFF). Quando una nazione<br />
individua un prodotto alimentare pericoloso, lo<br />
comunica a Bruxelles. L’informazione viene diffusa<br />
in rete ogni settimana attraverso un bollettino<br />
che raccoglie 20-30 prodotti da ritirare in tutti gli<br />
stati europei perché non conformi. La situazione<br />
Italiana è un po’ paradossale perché ospitiamo a<br />
Parma l’EFSA, che raccoglie le agenzie per la sicurezza<br />
alimentare dei vari paesi dell¹Unione, senza<br />
avere una nostra struttura nazionale equivalente.<br />
va informazione. La storia è assolutamente<br />
vera ed è molto grave, ma ci<br />
sono degli aspetti da chiarire altrimenti<br />
la gente avanza dubbi anche<br />
sulla pasta.<br />
Gli addetti ai lavori e gli analisti sapevano<br />
che nonostante la presenza di<br />
grano canadese contaminato, la pasta<br />
italiana era in regola. Il motivo è<br />
semplice. Nel processo di molitura la<br />
parte più esterna del chicco viene rimossa<br />
e il grano perde il 60% delle<br />
ocratossine eventualmente presenti.<br />
La farina canadese è stata comunque<br />
miscelata a quella italiana in quantità<br />
minime (5/10%), riducendo ulteriormente<br />
l’ocratossina nel prodotto finito.<br />
Alla fine di questo processo industriale<br />
la pasta si presenta con un<br />
contenuto inferiore di contaminanti<br />
rispetto ai limiti di legge e può essere<br />
commercializzata, come dimostrano<br />
le prove effettuate da Altroconsumo<br />
subito dopo lo scandalo.<br />
Certo la sofisticazione esiste e le autorità<br />
devono perseguire i colpevoli,<br />
ma ai consumatori va detto chiaramente<br />
che gli spaghetti italiani sono<br />
buoni. Se ci si ferma alla prima notizia,<br />
come hanno fatto in molti, l’immagine<br />
della pasta italiana viene intaccata<br />
senza motivi validi.<br />
continua a pagina 15 >
INFORMAZIONE PUBBLICITARIA<br />
Unipol Banca, con GiàGrande<br />
tanti vantaggi per i pensionati<br />
Conto corrente, ma quanto mi costi?<br />
Un tema attualissimo, con le associazioni dei consumatori in prima linea, che<br />
denunciano i prezzi alti dei servizi bancari in Italia mentre lʼAntitrust decide di fare<br />
chiarezza sul problema aprendo unʼindagine.<br />
Ma, finalmente, un concreto segnale di novità e di ottimismo arriva da Unipol Banca. La<br />
buona notizia riguarda i pensionati che decidono di ricevere la pensione con accredito<br />
automatico sul conto corrente bancario. A favore di questi clienti Unipol Banca ha<br />
recentemente lanciato GiàGrande, un nuovo conto corrente che fa della convenienza e<br />
della trasparenza i propri punti di forza.<br />
Vediamo in dettaglio i vantaggi di GiàGrande<br />
Spese di tenuta conto e di liquidazione Zero<br />
Operazioni Gratuite illimitatamente<br />
Invio estratto conto e documento di sintesi Gratuiti<br />
Addebito delle utenze domestiche Gratuito<br />
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Dossier Titoli<br />
(qualora contenga Titoli di Stato, Fondi e Gestioni Unipol)<br />
Gratuito<br />
Tasso di interesse sui depositi in c/c 0,75%<br />
Spese di estinzione del c/c Zero<br />
I vantaggi aumentano se il correntista è iscritto a una delle organizzazioni dei pensionati<br />
della CGIL, CISL, UIL, CNA, Confesercenti e CIA. Infatti, esclusivamente per questi clienti,<br />
lʼimposta di bollo sul c/c (attualmente pari a Euro 34,20 annui) sarà a carico di Unipol Banca.<br />
Inoltre questi correntisti potranno usufruire gratuitamente di un servizio di assistenza<br />
sanitaria telefonica fornito da UniSalute, la società del Gruppo Unipol specializzata<br />
nellʼassistenza sanitaria. Il servizio prevede tra lʼaltro gratuitamente 24 ore su 24, informazioni<br />
e pareri medici immediati, lʼinvio di un medico in caso di necessità, rientro dal ricovero ed<br />
una consulenza telefonica specialistica.<br />
Insomma vantaggi veri e tangibili che dimostrano concretamente la volontà di Unipol<br />
Banca di caratterizzarsi come una banca “nuova”, capace di offrire servizi innovativi e di<br />
qualità, equi e trasparenti; una banca che dimostra con i fatti la propria sensibilità verso<br />
le esigenze e le richieste dei cittadini.<br />
In questo percorso, GiàGrande, rappresenta un momento di grande attenzione di Unipol<br />
Banca verso chi è già in pensione, cioè verso i genitori, i nonni, gli zii, gli amici che hanno<br />
lavorato per costruire la nostra società, che meritano rispetto e riconoscenza; persone già<br />
grandi a cui Unipol Banca ha cercato di offrire il proprio meglio.<br />
GiàGrande è disponibile presso le Filiali Unipol Banca e le Agenzie assicurative del Gruppo<br />
Unipol che propongono i prodotti bancari di Unipol Banca. Per informazioni è possibile telefonare<br />
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tutti i locali aperti al pubblico della Banca e delle Agenzie Assicurative del Gruppo Unipol abilitate a proporre i servizi bancari.
Una situazione per molti aspetti paradossale<br />
si è presentata per la vicenda<br />
dell’ITX, l’inchiostro utilizzato sulle<br />
etichette delle confezioni di latte Nestlé<br />
e di altre bevande confezionate<br />
con il Tetra-Pak. Le autorità sanitarie<br />
italiane, dopo avere informato Bruxelles<br />
all’inizio di settembre, hanno<br />
pensato bene di non dire nulla ai<br />
consumatori. La notizia è arrivata<br />
all’opinione pubblica a fine novembre<br />
nel modo peggiore, in seguito ad un<br />
sequestro. A questo punto è iniziato<br />
un balletto di dichiarazioni assolutamente<br />
improbabili da parte delle<br />
aziende e delle autorità nazionali ed<br />
europee che hanno creato il caos. Una<br />
questione da spiegare con attenzione e<br />
da gestire con professionalità è diventata<br />
un caso nazionale assolutamente<br />
caotico. La storia dell’ITX sottolinea<br />
l’assenza di un’intesa tra i diversi organi<br />
di controllo italiani e l’incapacità<br />
del sistema di informare correttamente<br />
i consumatori.<br />
La vicenda delle uova fecondate destinate<br />
agli inceneritori che venivano<br />
riciclate nel circuito alimentare da<br />
alcune industrie produttrici di ovoprodotti,<br />
è stato un fatto grave. Anche<br />
in questo caso però i rischi per i consumatori<br />
risultano contenuti, perché<br />
la diluizione del prodotto di scarto in<br />
quello buono, la pastorizzazione degli<br />
ovoprodotti effettuata prima del<br />
confezionamento e la cottura dei prodotti<br />
da forno, assicuravano l’eliminazione<br />
dei batteri patogeni.<br />
Queste considerazioni non devono<br />
essere fraintese. Il consumatore ha<br />
tutto il diritto di acquistare prodotti<br />
sicuri e di qualità, e le aziende hanno<br />
il dovere di lavorare in modo coscienzioso<br />
rispettando le norme igieniche.<br />
I provvedimenti dell’autorità giudiziaria<br />
nei confronti dei produttori distratti<br />
o in malafede, come nel caso<br />
delle uova, dovrebbero essere più severi.<br />
Purtroppo non è così. In molti<br />
casi la pena si limita ad una multa di<br />
importo inferiore rispetto alla parcella<br />
dell’avvocato.<br />
L’elemento comune a tutte queste vicende<br />
è la scorretta informazione che<br />
arriva ai consumatori sulle aziende<br />
coinvolte e sui prodotti sotto accusa.<br />
In Italia è sempre molto difficile conoscere<br />
i lotti posti sotto sequestro.<br />
In altri paesi come l’Inghilterra, dove<br />
forse i controlli alimentari sono meno<br />
scrupolosi, spesso le aziende coinvolte<br />
in un problema di contaminazione<br />
o di igiene diramano su Internet la<br />
lista dei prodotti coinvolti. ■ ■ ■<br />
consumatori<br />
maggio 2006 15<br />
cibo e cultura<br />
Siamo abituati a pensare al cibo<br />
in scatola come al “non fresco”<br />
per eccellenza. Da un lato le verdure<br />
appena raccolte nell’orto e<br />
direttamente arrivate sulla nostra<br />
tavola, dall’altro un recipiente<br />
di metallo che ne annulla la<br />
freschezza, in favore della conservabilità.<br />
Ma questa non era la prospettiva<br />
delle prime industrie alimentari,<br />
che nel XIX secolo cominciarono<br />
a proporre ai consumatori<br />
verdure in scatola (piselli, asparagi,<br />
ecc.). La pubblicità che accompagnava<br />
i nuovi prodotti<br />
insisteva sull’idea esattamente<br />
contraria: udite udite, finalmente<br />
il cibo “fresco” sulla vostra<br />
tavola.<br />
Perché questo? Per un semplice<br />
motivo: i sistemi di conservazione<br />
tradizionali, che si tramandavano<br />
sia nelle forme dell’autoconsumo<br />
domestico, sia per la<br />
preparazione di prodotti per il<br />
mercato, erano tutti basati sull’impiego<br />
di sostanze – sale, olio,<br />
aceto, zucchero – che in modi<br />
diversi modificavano, in qualche<br />
caso stravolgevano i sapori “naturali”<br />
dei cibi. La verdura sotto<br />
sale (pensiamo ai crauti) non era<br />
più quella d’origine. La verdura<br />
sott’olio, o sotto aceto, ugualmente<br />
si modificava nei caratteri<br />
gustativi. La frutta sciroppata o<br />
le confetture, che si ottengono<br />
aggiungendo zucchero, creano<br />
prodotti decisamente nuovi.<br />
Tutte goloserie, s’intende: ancora<br />
oggi il mercato delle specialità<br />
tipiche nasce da queste pratiche<br />
millenarie. Ma appunto: goloserie<br />
diverse dal prodotto di partenza.<br />
L’uso della scatola, in cui frutti e<br />
di Massimo Montanari<br />
docente di Storia medievale e di Storia<br />
dell’alimentazione, Università di Bologna<br />
PISELLI... FRESCHI<br />
verdure erano stivati per poi essere<br />
sottoposti a bollitura esterna<br />
(François Appert, che inventò<br />
questa tecnica agli inizi dell’Ottocento,<br />
la spiegò anche sul piano<br />
scientifico, mostrando che il<br />
procedimento rendeva asettico<br />
il recipiente e sterilizzava i prodotti),<br />
per la prima volta consentì<br />
di mantenere, s’intende<br />
entro certi limiti, la fisionomia e<br />
il sapore “originario” del prodotto.<br />
Per questo, paradossalmente,<br />
il cibo in scatola poté<br />
diventare sinonimo di cibo fresco,<br />
e come tale essere propagandato<br />
dai produttori: lo stesso<br />
Appert in Francia, Durand in Inghilterra,<br />
Hahn in Germania, Cirio<br />
in Italia.<br />
L’industria alimentare ha elaborato<br />
altri modi per conservare il<br />
cibo senza troppo alterarlo: l’invenzione<br />
del freddo artificiale,<br />
ossia dei frigoriferi e dei congelatori,<br />
apparsi la prima volta a<br />
metà del XIX secolo, è stato ed è<br />
tuttora il modo più consueto, e<br />
anche qui si ripete il paradosso<br />
di una conservabilità che dà al<br />
non-fresco le parvenze del fresco.<br />
In anni più recenti si sono<br />
sviluppate le tecniche del “sotto<br />
vuoto”, che, eliminando l’aria<br />
dal contenitore, favorisce la conservazione<br />
del contenuto. La<br />
conservazione in “ambiente<br />
modificato”, che agisce sui gas<br />
presenti nell’involucro, è un’ulteriore<br />
conquista della tecnologia<br />
alimentare.<br />
Certo, non sono piselli freschi.<br />
Ma accontentiamoci della somiglianza,<br />
e ogni tanto – quando è<br />
stagione – facciamo una capatina<br />
nell’orto, ad assaggiare quelli<br />
“veri”.
in primo piano<br />
COMUNICARE,<br />
Telefonini, televisori, computer, lettori musicali: presto tutte<br />
queste cose diventeranno un solo oggetto. E già dal prossimo<br />
Natale ecco cosa troveremo. Ma attenti: le industrie, per<br />
vendere, si inventano risposte a problemi... inesistenti<br />
di Silvia Fabbri<br />
È<br />
tutta una questione di dita: apparteniamo alla generazione<br />
dell’indice o del pollice? Abbiamo più<br />
dimestichezza coi tasti del vecchio, arcaico telecomando<br />
(e dunque con l’uso del pollice) o con quello del<br />
mouse che ha invece bisogno dell’indice? Ciascuno di noi<br />
sa a quale tribù appartiene, determinata in gran parte<br />
dall’età, ma nessuno deve sentirsi escluso dall’utilizzo<br />
dei nuovi “oggetti” dell’era tecnologica che – se non altro<br />
per questione di mercato – faranno lo sforzo di farsi capire<br />
anche da chi non è nato nell’era della posta elettronica<br />
e del digitale. Ad esempio: da una parte i telefonini diventano<br />
sempre più multifunzionali, pronti a prestazioni<br />
inimmaginabili solo qualche anno fa, ma dall’altra verrà<br />
presto lanciato una specie di cellulare semplificato. Funzionalità<br />
di base, a portata di pollice, senza scorrimento<br />
di menù. Così mentre il mondo diventa sempre più connesso<br />
grazie al protocollo IP (quello che fa funzionare<br />
Internet, per intenderci) e bande sempre più larghe – che<br />
permetteranno il trasferimento più veloce e preciso di<br />
dati sempre più “pesanti” - c’è anche chi pensa a semplificarci<br />
un po’ la vita.<br />
“Del resto - spiega Marco Zamperini, direttore dei laboratori<br />
di ricerca di Etnoteam, tra le maggiori aziende di<br />
software italiane – non si capisce perché se voglio comprarmi<br />
un telefonino dovrei avere le competenze di un<br />
ingegnere informatico, mentre nessuno mi chiede di capire<br />
il movimento dei pistoni se voglio comprare una<br />
macchina”. Zamperini, dunque, ci invita subito a riconoscere<br />
– con un test semplice semplice – quali sono le<br />
tecnologie davvero utili, quelle che ci hanno migliorato<br />
la vita senza costringerci a leggere quintali di istruzioni<br />
per l’uso o a districarsi tra sigle astruse. “Chi è che si ricorda<br />
quando è stato introdotto il bancomat? Sembra<br />
che ci sia sempre stato, no? E come si faceva prima della<br />
maggio 2006<br />
16<br />
posta elettronica? Impossibile da pensare, vero?” Insomma,<br />
funziona un po’ come coi grandi amori, quando si<br />
dice: mi sembra di conoscerti da sempre...<br />
Tant’è vero che la tecnologia ha davvero cambiato le nostre<br />
case: in una casa media ci sono almeno due cellulari,<br />
un cordless, una famiglia su tre è connessa a Internet,<br />
una su 7 tramite banda larga attraverso cui passano contenuti<br />
multimediali e informativi. “Ma dal prossimo Natale<br />
– spiega Zamperini – la tecnologia domestica, con<br />
costi che dovrebbero essere tutto sommato contenuti e<br />
facilità di utilizzo, potrà evolversi attraverso nuovi processori<br />
capaci di gestire diverse attività concorrenti come<br />
vedere e registrare film, sia attraverso il digitale terrestre<br />
che il satellitare, giocare, collegarsi a Internet: in sostanza,<br />
immaginate una centrale operativa domestica, una<br />
sorta di home computer anni ottanta, però con molta<br />
memoria di massa e trasmissione senza fili a corto raggio”.<br />
Bisogna dunque immaginarsi una sorta di “scatola”<br />
– il suo nome tecnico è media center, ma viene chiamata<br />
anche set-top box - che permetterà alla mamma di guardare<br />
la fiction registrata la sera prima sull’hard disk e<br />
semplicemente “richiamata”, al papà di guardare la partita<br />
attraverso un abbonamento a un canale digitale, all’adolescente<br />
di ascoltare musica e al più piccolo di giocare<br />
come con una classica console. Va da sé che si potrà<br />
masterizzare, chattare, scaricare musica... insomma, attività<br />
banali e scontate già oggi. “Il tutto senza fili sparsi<br />
per casa, altrimenti chissà le signore come si arrabbierebbero”.<br />
Le nuove frontiere della cosiddetta “convergenza”, cioè la<br />
possibilità di far dialogare tra loro diversi oggetti che parlano<br />
lo stesso linguaggio, renderanno possibile anche a<br />
un cellulare la connessione – ovviamente senza fili – alla<br />
nostra centrale operativa domestica. Da fuori casa potremo<br />
consultare l’agenda telefonica salvata nella memoria<br />
del processore centrale o tutti i nostri file e ovviamente
in primo piano<br />
il futuro è adesso<br />
consumatori<br />
– cosa possibile già ora – ricevere le<br />
e-mail. Non è finita qui: tra un po’ –<br />
questione di settimane, non di mesi -<br />
arriveranno i super telefonini GSM,<br />
sempre costruiti su protocollo Ip. Si<br />
chiameranno Hsdpa. Con questi cellulari<br />
potrò vedermi un film che ho<br />
scaricato da Internet e che ho salvato<br />
nel mio processore di casa. Magari<br />
mentre sono in treno.<br />
Tutte queste funzionalità sono dunque a<br />
portata di mano. Ma una domanda è<br />
d’obbligo: abbiamo davvero bisogno di<br />
tutto ciò? Non per essere retrogradi, ma<br />
possiamo parlare di miglioramento della<br />
qualità della vita a proposito di un film<br />
visto su un telefonino che, per quanto<br />
lefonica a crescere, cioè a guadagnare<br />
di più? S’inventa che dobbiamo assolutamente<br />
cambiare telefonino, perché<br />
quello che abbiamo, che fa le<br />
telefonate e basta, è superato. Improvvisamente<br />
scopriamo che dobbiamo<br />
scattare le foto e inviarle. E poi, non<br />
vuoi comprarti il nuovo cellulare per<br />
videotelefonare?” Di questo passo, ci<br />
suggerisce Zamperini, sarà difficile resistere<br />
all’assalto dei nuovi cellulari<br />
che ci consentiranno di pescare i film<br />
da Internet. “Insomma, sono le classiche<br />
soluzioni pensate per problemi<br />
che non abbiamo, che non esistono”.<br />
Già, chi di noi ha mai sentito la mancanza<br />
di un film da guardarsi sul cellu-<br />
continua a pagina 19 ><br />
Col VoIP il computer diventa un telefono<br />
Forse non tutti sanno che è possibile<br />
telefonare a Boston o a Sydney<br />
al costo di una telefonata urbana.<br />
Ebbene sì: si può fare<br />
attraverso il sistema VoIP (Voice<br />
over IP), ovvero attraverso il computer<br />
connesso ad internet.<br />
Come avviene questo miracolo,<br />
che potrebbe improvvisamente<br />
sgonfiare le nostre bollette telefoniche?<br />
Tutti sappiamo che il<br />
protocollo IP, ovvero quello di internet<br />
è stato inventato appositamente<br />
per trasmettere dati. Cioè<br />
testi e immagini, prima di tutto...<br />
ma poi si è passati – grazie soprattutto<br />
alla banda larga – a trasmettere<br />
dati sempre più “pesanti”,<br />
e dunque a poter inviare<br />
da una parte all’altra del globo<br />
anche i suoni, le voci, la musica.<br />
“L’unico problema che si è presentato<br />
da risolvere – spiega<br />
sempre Marco Zamperini di Etnoteam<br />
– è stato che il protocollo<br />
IP “impacchetta” i dati e li spedisce<br />
per il mondo “impacchettati”,<br />
appunto. Se questo era ed è<br />
facile farlo per i dati, meno facile<br />
è farlo per la voce, che è un flusso<br />
continuo”. Le prime sperimenta-<br />
maggio 2006<br />
super e con immagini ultradefinite,<br />
avrà uno schermo con caratteristiche<br />
lillipuziane, se confrontato a quelli di<br />
normale grandezza?<br />
“La domanda è legittima – ci conforta<br />
Zamperini – ma la direzione che hanno<br />
preso le compagnie telefoniche è<br />
senza ritorno. Il valore finanziario dei<br />
giganti della telefonia si basa sull’AR-<br />
PU, cioè sull’Average Revenue Per<br />
User, in sostanza sul ricavo medio per<br />
utente. Beh, il nostro mercato è ormai<br />
maturo, ci sono ormai 85 milioni di<br />
utenze di telefoni cellulari, ma insomma,<br />
più di tanto non telefoniamo, più<br />
di tanto non ci mandiamo sms. Come<br />
fa allora allora la nostra compagnia te-<br />
zioni di trasmissione voce, infatti,<br />
erano piuttosto deludenti: parole<br />
metalliche, distorte, poi la connessione<br />
cadeva, si perdevano<br />
dei pezzi...<br />
Così – già qualche anno fa - sono<br />
nati dei software appositi che<br />
consentono di “spedire” la voce<br />
abbastanza fedelmente da un<br />
computer connesso ad internet<br />
ad un altro computer, a Boston,<br />
ad esempio. A quel punto il computer<br />
di Boston telefona al numero<br />
locale di Boston che vogliamo<br />
contattare: magicamente, il<br />
costo di tutta questa operazione<br />
– al netto della connessione ad<br />
internet che probabilmente già<br />
paghiamo attraverso un qualsiasi<br />
abbonamento – è quello di una<br />
telefonata urbana, prezzo di Boston.<br />
Per telefonare attraverso IP<br />
alcuni software comprendono<br />
anche degli strumenti che – in<br />
qualche modo – simulano un<br />
normale telefono e il suo utilizzo,<br />
perché probabilmente continuiamo<br />
a considerare il telefono tradizionale<br />
un mezzo “caldo”,<br />
mentre parlarsi attraverso Internet<br />
ci suscita forse l’idea della<br />
17<br />
lontananza. Come se telefonare<br />
con VoIP assomigliasse di più a<br />
mandarsi una e-mail.<br />
“Il sistema VoIP – spiega Zamperini<br />
– può diventare davvero il<br />
modo per creare un sistema di<br />
telefonia etica. Pensiamo ad<br />
esempio agli immigrati, costretti<br />
a chiamare all’altro capo del<br />
mondo piuttosto spesso, perché<br />
lavorano qui ma la loro famiglia è<br />
rimasta nel paese d’origine. Insomma,<br />
questo sarebbe davvero<br />
un sistema che potrebbe consentire<br />
loro di chiamare a prezzi bassi<br />
e credo che sarebbe altrettanto<br />
contenuta la spesa di un’amministrazione<br />
pubblica o di un ente<br />
che volesse offrire questo servizio<br />
a questi lavoratori stranieri. Basterebbe<br />
un piccolo investimento<br />
iniziale per la connessione ad internet<br />
e l’acquisto di un software<br />
qualsiasi, ormai ce ne sono molti.<br />
Molti centri di telefonia per stranieri<br />
che ci sono nelle grandi città<br />
funzionano già così”. Ma ovviamente<br />
il padrone del call center<br />
si fa pagare il servizio, che si aggiunge<br />
ovviamente al costo della<br />
telefonata.
Nella storia Voiello, una pagina nuova.<br />
Voiello, dal 1879 la grande pasta di Napoli.
lare? Forse i pendolari, forse. Meglio<br />
non pensare al più frequente scenario<br />
rappresentato dai giornali che parlano<br />
di nuove tecnologie: automobilisti in<br />
coda nelle tangenziali con gli occhi<br />
sul telefonino applicato sul cruscotto.<br />
Che tristezza. E che rischio, per i tamponamenti.<br />
Queste soluzioni a problemi inesistenti<br />
pongono però problemi che<br />
esisteranno, eccome. Se oggi, ad<br />
esempio, ci sorbiamo la pubblicità<br />
strutturata su categorie di persone<br />
presuntivamente davanti alla tv a<br />
seconda dell’argomento della trasmissione<br />
e dell’ora - ovvero in<br />
mezzo ai programmi sportivi serali<br />
le auto e i dopobarba, durante le<br />
soap del pomeriggio i detersivi e le<br />
creme di bellezza, quando lo spettatore<br />
guarderà la tv attraverso un<br />
abbonamento o un acquisto “on demand”<br />
di un film o di una partita,<br />
dietro lo schermo ci sarà qualcuno<br />
che in quel momento potrà sapere<br />
tutto di lui: età, città di residenza,<br />
gusti e preferenze... altro che auditel.<br />
Un vero e proprio “grande fratello”<br />
orwelliano, che potrà strutturare<br />
le proprie offerte a seconda dei<br />
gusti reali del pubblico, senza procedere,<br />
come accade ora, per tentativi.<br />
Quel che è peggio è che potremo<br />
essere colpiti, “targettizzati”<br />
dalla pubblicità con una precisione<br />
fino ad ora impensabile. Perché<br />
qualsiasi diffusore di contenuti saprà<br />
chi è che sta guardando quel<br />
programma.<br />
“Attenzione, però – prosegue Zamperini<br />
– come tutte le novità, anche<br />
questa può avere un lato cattivo,<br />
che è appunto quello di una specie<br />
di profilazione della nostra personalità<br />
e dei nostri gusti. Ma potrebbe<br />
rivelarsi anche uno straordinario<br />
strumento di controllo democratico<br />
sulle offerte televisive, su ciò che<br />
ci viene propinato come dettato<br />
esclusivamente dai gusti imperanti.<br />
L’interattività insomma, può essere<br />
davvero a doppio senso: tu controlli<br />
me, e vabbè, ma stai attento che io<br />
controllo te”. Insomma, se oggi si<br />
dice: facciamo tv-spazzatura perché<br />
questo è quello che vuole il pubblico,<br />
domani non si potrà più dire,<br />
perché al posto dell’auditel ci potrà<br />
essere uno strumento scientificamente<br />
perfetto per misurare i gusti<br />
reali del pubblico, le reali necessità<br />
di intrattenimento. ■ ■ ■<br />
consumatori<br />
maggio 2006<br />
alfabeto alimentare<br />
Fra le tante cose che ci riporta la<br />
buona stagione si riaffaccia anche<br />
il legittimo (anzi doveroso!) desiderio<br />
di ritornare snelli ed efficienti.<br />
Quando si tratta di pochi chili<br />
si può ricorrere al “fai da te”, utilizzando<br />
una normale dieta equilibrata,<br />
con porzioni ridotte e soprattutto<br />
aumentando l’attività<br />
motoria (bastano 30-45 minuti di<br />
passeggiata quotidiana a passo<br />
spedito). Purtroppo, però, ci sono<br />
dei casi più seri in cui occorre la<br />
guida di un esperto e dato che gli<br />
specialisti diplomati sono pochissimi<br />
è facile imbattersi in “dimagritori”<br />
che ripropongono avanzi<br />
di magazzino, come la dieta dissociata,<br />
le diete iperproteiche, la<br />
dieta a zona o altre amenità mai<br />
accettate dalla comunità scientifiche.<br />
Si potrebbero citare dozzine<br />
di diete cosiddette dimagranti,<br />
“spacciate” in toni miracolistici<br />
da personaggi ignari e i pericoli<br />
insiti nell’assurdità delle loro prescrizioni.<br />
Non sono mai mancati i venditori<br />
di illusioni, in qualsiasi campo, lo<br />
sanno bene anche i rinoceronti<br />
sterminati dalla diceria che la polvere<br />
del loro corno giovasse a risvegliare<br />
sopiti ardori sessuali.<br />
Tanto più queste assurdità sopravvivono<br />
in tema di alimenti<br />
“buoni” o “cattivi”, di “intolleranze”<br />
o di tisane dimagranti;<br />
perfino le cronache giudiziarie ci<br />
hanno confermato di recente<br />
quali facili guadagni l’Italia offra ai<br />
maghi o ai commercianti del malocchio<br />
mentre la ricerca scientifica<br />
è tuttora affidata alla carità televisiva.<br />
Tutti coloro che hanno problemi<br />
di sovrappeso o di obesità dovrebbero<br />
consultare, se possibile,<br />
i Servizi dietetici di cui sono dotati<br />
i migliori Ospedali; con questa<br />
19<br />
di Eugenio Del Toma<br />
presidente onorario dell’Associazione<br />
italiana di dietetica e nutrizione clinica<br />
DIETE ESTIVE<br />
attenti ai venditori di fumo<br />
scelta non sentirebbero parlare di<br />
improbabili quanto pericolosi dimagrimenti<br />
(perdere in pochi<br />
mesi il 5-10% del proprio peso è<br />
già un programma realistico che<br />
evita successive ricadute) e si potrebbe<br />
bloccare lo “spaccio” di<br />
pozioni o di pillole di dubbio valore<br />
o viceversa di sicura pericolosità<br />
(alludo ai cocktail concordati<br />
fra personaggi poco scrupolosi<br />
per aggirare i divieti di legge).<br />
In vista del caldo estivo è bene<br />
segnalare anche quanto è stato<br />
raccomandato, in un recente articolo<br />
dell’American Journal of Nutrition,<br />
a proposito delle bevande<br />
e dell’obesità. Non dobbiamo<br />
sottovalutare il fatto che le bevande<br />
contribuiscono, in forma<br />
meno evidente degli alimenti solidi<br />
ma ugualmente pericolosa, al<br />
surplus energetico. L’obesità va<br />
prevenuta anche riducendo drasticamente<br />
il consumo di bevande<br />
ricche di zuccheri (soft drink,<br />
bibite analcoliche dolcificate,<br />
ecc.). É ridicolo rinunciare a una<br />
bustina da 4 grammi di zucchero<br />
per l’unico caffè della giornata e<br />
poi prendere una spremuta non<br />
zuccherata ma preparata generalmente<br />
con il succo di due arance,<br />
ovvero per un totale di zucchero<br />
di almeno 25 grammi.<br />
Inoltre, bere il succo, anziché<br />
mangiare la frutta, significa “informare”<br />
in primo luogo il centro<br />
cerebrale della sete ma non altrettanto<br />
lo stomaco e il centro<br />
della sazietà. Insomma, la frutta<br />
va mangiata, magari come spuntino,<br />
ma per bere va benissimo<br />
l’acqua potabile o se volete l’acqua<br />
minerale liscia o gasata. Almeno<br />
l’acqua non fornisce calorie<br />
e con il caldo non va mai lesinata,<br />
tanto più agli obesi che sudano<br />
più dei soggetti magri!
di Aldo Bassoni<br />
rubricag in primo piano<br />
Tu chiamale se vuoi<br />
CORPORA<br />
Qualcuno le definisce corporazioni, altri caste. Per il<br />
nostro ordinamento legislativo si chiamano “ordini<br />
professionali”. I perfezionisti preferiscono chiamarle<br />
“professioni liberali”. Ma per la gente comune sono gli<br />
ingegneri che ci progettano le case, i notai che ne certificano<br />
la compravendita, i ragionieri e i commercialisti che le<br />
amministrano, gli avvocati, i giornalisti, i medici e i farmacisti.<br />
Oltre un milione e ottocentomila professionisti rigorosamente<br />
inquadrati nella loro casella iper regolamentata<br />
dal nume tutelare statale. Un’anacronistica anomalia in cui<br />
l’Italia eccelle dando origine a quelle famose “rendite di posizione”<br />
fonti di tanti vizi e poche virtù. I vizi di un sistema<br />
di privilegi che frena lo sviluppo e di “caste” che limitano la<br />
concorrenza. Dalle esclusive e spesso ereditarie prerogative<br />
di notai e farmacisti, alle rigide chiusure di alcune professioni<br />
a cui è quasi impossibile accedere, l’eccessiva regolamentazione<br />
degli ordini colpisce i bilanci di famiglie e imprese,<br />
frena la modernizzazione del sistema economico e<br />
sociale, ingabbia tariffe e servizi dentro armature protezionistiche<br />
inossidabili. Chi va alla disperata ricerca di una<br />
farmacia nel proprio quartiere, forse non sa che più della<br />
metà dei farmacisti non hanno una farmacia.<br />
Chiediamoci perché una parte cospicua del mutuo per l’acquisto<br />
della casa debba andare nelle tasche del notaio. E per<br />
quale motivo le cause civili in Italia devono costare il doppio<br />
rispetto alla media europea. Quello che serve è una legge<br />
di riforma degli ordini che dia respiro alle potenzialità<br />
del mercato, lo liberi dalle incrostazioni e lo aiuti a diventare<br />
più dinamico e moderno». Lo dicono tutti. Quelli che<br />
la riforma la vogliono radicale e quelli che sono disposti a<br />
qualche generosa concessione. Ma per ora non si è andati<br />
oltre una nuova normativa di accesso agli albi che supera<br />
finalmente la vecchia legge fascista del 1938 con la sua<br />
scandalosa prescrizione totalitaria che imponeva la “spec-<br />
maggio 2006<br />
20<br />
chiata condotta morale e politica” dei candidati.<br />
La presenza di una regolamentazione eccessiva impedisce<br />
fra l’altro la libera circolazione dei servizi in Europa. Come<br />
ha scritto Giuseppe Nicoletti, direttore della divisione per<br />
l’analisi delle politiche strutturali nel dipartimento economico<br />
dell’OCSE, «mentre le imprese devono continuamente<br />
migliorare l’efficienza dei propri processi e la qualità e<br />
varietà dei prodotti per fare fronte alla concorrenza estera, i<br />
prestatori di servizi possono farne sovente a meno perché<br />
sono protetti dalle forti barriere alla concorrenza create dagli<br />
ostacoli regolamentari e amministrativi». Secondo le<br />
stime della Commissione europea, se i servizi potessero circolare<br />
liberamente sull’intero territorio dell’Unione, l’Italia<br />
potrebbe usufruire di un aumento fino al 30 per cento dei<br />
servizi scambiati con altri paesi a costi inferiori. Ma sono<br />
decenni che se ne parla, e ancora non ci siamo, nonostante<br />
le raccomandazioni dell’Unione Europea, le numerose e ripetute<br />
denuncie dell’Antitrust, i progetti di legge avviati e<br />
mai conclusi. Gli interessi in ballo sono enormi. Intanto milioni<br />
di professionisti sono in attesa di entrare nel mercato<br />
del lavoro. Come ha osservato l’economista Geminello Alvi,<br />
«gli ordini non vanno aboliti, ma ricondotti alla loro sana<br />
natura di associazioni liberali su base volontaria», superando<br />
cioè quella norma assurda che, per poter svolgere la professione,<br />
occorre l’iscrizione obbligatoria. Forse le associazioni<br />
potrebbero essere di più e più agili, con certificazioni<br />
di qualità e enti previdenziali diversi. «Le regole della concorrenza,<br />
infatti, non possono ritenersi incompatibili con<br />
l’esistenza delle libere professioni e degli ordini – sostiene<br />
Francesca Squillante a nome dell’Autorità garante della<br />
concorrenza e del mercato –. Al contrario, tali regole costituiscono<br />
uno strumento indispensabile per favorire un continuo<br />
rinnovamento del settore».<br />
La Commissione europea ha elaborato un indice sul livello<br />
di regolamentazione delle professioni negli stati dell’UE che<br />
ci colloca al secondo posto dopo la Grecia. Tra il 2004 e il<br />
continua a pagina 23 >
ubricag in primo piano<br />
Lo dice l’Unione euroepa,<br />
lo conferma l’Antitrust. In Italia<br />
sono troppi i privilegi concessi<br />
agli Ordini professionali.<br />
E a pagare sono i cittadini<br />
e le imprese. Il difficile<br />
cammino della riforma<br />
per eliminare le tariffe minime<br />
e aprire alla pubblicità<br />
consumatori<br />
ZIONI<br />
Viaggio... ... negli Ordini<br />
Farmacisti per eredità Il club esclusivo dei notai<br />
“In caso di decesso del farmacista titolare del diritto di<br />
gestione della farmacia privata, il coniuge o l’erede,<br />
anche se non in possesso delle qualifiche richieste,<br />
può mantenere il diritto di gestione del negozio fino al<br />
compimento del trentesimo anno di età o, eventualmente,<br />
per un periodo di dieci anni se entro un anno<br />
dall’acquisizione della partecipazione si iscrive a una<br />
facoltà di farmacia”. Difficile trovare una norma ereditaria<br />
più esplicita. Eppure avete appena letto l’articolo<br />
7 comma 9 della legge n. 3.161 del 1991 sull’ordinamento<br />
delle farmacie. E non lamentiamoci se è poi<br />
così difficile trovare una farmacia al sabato o in estate<br />
in città. L’importante è evitare che l’80 per cento dei<br />
comuni italiani non abbia più di una sola farmacia<br />
perché, caso più unico che raro, per un servizio di<br />
pubblica utilità come quello farmaceutico, la legge<br />
stabilisce il numero massimo di farmacie in relazione<br />
agli abitanti, ma non il numero minimo. Come ha rilevato<br />
opportunamente l’Autorità garante della concorrenza<br />
e del mercato, le attuali 17.300 farmacie, di<br />
cui oltre 15.000 private, dovrebbero essere la base di<br />
partenza per un ulteriore sviluppo della rete.<br />
Oltre a fissare un vincolo demografico, la legge italiana<br />
stabilisce anche un vincolo geografico, prevedendo<br />
che tra un esercizio e l’altro ci sia una distanza non<br />
inferiore ai 200 metri. Peccato che a volte ci siano anche<br />
10 chilometri, e per un anziano diventa impossibile<br />
usufruire del servizio che una farmacia può svolgere,<br />
in una piccola comunità o in un quartiere<br />
disagiato, solo perché non se ne può aprire una in più.<br />
maggio 2006<br />
21<br />
ISCRITTI AGLI ORDINI<br />
E COLLEGI PROFESSIONALI<br />
NEL 2005<br />
Periti agrari 22.005<br />
Veterinari 24.107<br />
Assistenti sociali 31.937<br />
Ragionieri e periti commerciali 40.412<br />
Biologi 41.009<br />
Periti industriali 46.318<br />
Psicologi 51.065<br />
Commercialisti (dottori) 58.484<br />
Farmacisti 69.585<br />
Giornalisti e pubblicisti 90.218<br />
Geometri 101.960<br />
Avvocati e procuratori 111.827<br />
Architetti 122.608<br />
Ingegneri 186.547<br />
Infermieri 334.178<br />
Medici chirurghi e odontoiatri 370.374<br />
Da quasi cent’anni lo Stato italiano riconosce al notariato<br />
una serie di attribuzioni che non ha uguali al mondo. Si va<br />
dalle autentiche di firma per le quali altrove basta un semplice<br />
atto di un ufficio pubblico, all’autentica notarile per la<br />
compravendita di un’auto per cui sarebbe sufficiente una<br />
scrittura privata con firma autenticata dal Comune. Non<br />
c’è atto o quasi che non preveda l’intervento del notaio.<br />
Naturalmente le tariffe notarili, a causa delle esclusive,<br />
sono uguali in tutta Italia e, visto il “monopolio”, sono anche<br />
piuttosto elevate. In una segnalazione dello scorso<br />
novembre al Parlamento, l’Antitrust ha raccomandato di<br />
distinguere le attività notarili supportate da “necessità di<br />
interesse pubblico”, per le quali è giustificata l’esclusiva, da<br />
quelle che invece possono essere svolte da soggetti diversi.<br />
Restano numerose attività il cui espletamento “continua<br />
ad essere riservato dall’ordinamento in via esclusiva ai<br />
notai – osserva ancora l’Antitrust – benché caratterizzate<br />
da processi di standardizzazione” come ad esempio le<br />
competenze esclusive in materia di trasferimenti di immobili.<br />
Per quanto riguarda l’abolizione della riserva a favore<br />
dei notai per la certificazione dei passaggi di proprietà delle<br />
autovetture, sbandierata in sede di Finanziaria 2006,<br />
non se n’è fatto nulla.<br />
Non parliamo poi dei vincoli per l’accesso alla professione.<br />
Occorre superare un concorso pubblico, ma la professione<br />
si tramanda spesso e volentieri di padre in figlio. I posti<br />
a disposizione sono drasticamente limitati. I notai sono<br />
riusciti anche a rimanere più chiusi degli altri. Dal 1985 al<br />
2005 sono passati da 4.532 a 4.765, un vero e proprio<br />
circolo esclusivo che non ha paragoni.
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C’è un nuovo proteggi-slip<br />
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ARMANDO TESTA
in rubricag primo piano<br />
L’indagine di CittadinanzAttiva<br />
Sui farmaci da banco al supermercato i consumatori dicono sì<br />
consumatori<br />
Dopo aver raccolto migliaia di firme, la legge di iniziativa<br />
popolare depositata in Parlamento da <strong>Coop</strong> raccoglie<br />
anche l’ok della stragrande maggioranza dei<br />
cittadini. Interpellati da CittadinanzAttiva su un campione<br />
rappresentativo dell’intera popolazione, otto<br />
italiani su dieci si dicono favorevoli alla vendita dei farmaci<br />
da banco anche nei supermercati. Il 72 per cento<br />
chiede che dietro il banco ci sia però un farmacista<br />
e una percentuale ancora maggiore è contraria all’ipotesi<br />
avanzata dall’Autorità per la concorrenza di<br />
permettere la distribuzione anche attraverso il self-service.<br />
Per quanto riguarda il livello dei prezzi dei farmaci<br />
da banco, tra i responsabili degli aumenti i cittadini<br />
individuano le aziende farmaceutiche (67%) mentre il<br />
63,41% ritiene poco efficaci gli sconti come misura<br />
per contenere i prezzi. Tra le possibili soluzioni indicate,<br />
l’informazione capillare sulle possibilità di sconto,<br />
la riconoscibilità delle farmacie virtuose che applicano<br />
lo sconto e i controlli sulle farmacie per verificare il<br />
tasso di sconto applicato. Ma la palma delle contromisure<br />
nei confronti del caroprezzi è affidata secondo<br />
2005 l’attività legislativa in materia di<br />
servizi professionali ci ha visti praticamente<br />
fermi in compagnia di Cipro,<br />
Finlandia e Svezia. Solo che in Finlandia<br />
e Svezia l’unica categoria iper<br />
regolamentata è quella dei farmacisti.<br />
In Italia siamo in stallo perfetto e da<br />
Bruxelles minacciano l’apertura di<br />
pesanti procedure di infrazione se<br />
non ci mettiamo rapidamente al passo,<br />
in particolare per quanto riguarda<br />
l’abolizione delle tariffe minime delle<br />
prestazioni professionali.<br />
Ed è proprio sui tariffari che si misura<br />
l’incisività di una riforma. Antitrust e<br />
Commissione europea concordano<br />
nel considerare i minimi tariffari un<br />
ostacolo alla libera prestazione di servizi<br />
e alla concorrenza. Gli ordini professionali,<br />
invece, continuano a difenderli<br />
in nome della qualità della<br />
prestazione trascurando il fatto che la<br />
qualità non si può determinare a priori<br />
ma deve emergere al momento dello<br />
svolgimento della prestazione e,<br />
quindi, come in tutti i settori economici,<br />
dal confronto tra prestazioni<br />
analoghe i cui arbitri sono gli utenti.<br />
Ingegneri e architetti lamentano addirittura<br />
che l’assenza di prezzi minimi<br />
possa condurre ad una concorrenza<br />
al ribasso con la conseguente uscita<br />
dal mercato di quei professionisti “più<br />
bravi” che non ritengono abbastanza<br />
congruo il proprio onorario. Non oc-<br />
maggio 2006<br />
corre aver studiato ad Harvard per cogliere<br />
la debolezza di simili argomentazioni<br />
che, in realtà, mascherano un<br />
chiaro intento protezionistico a cui i<br />
consumatori dovrebbero adattarsi<br />
passivamente come hanno sempre fatto.<br />
Insomma, se non si elimina la potestà<br />
tariffaria degli ordini non ci sarà<br />
nessuna riforma seria. Una posizione a<br />
lungo sostenuta da Mario Monti finché<br />
è stato commissario europeo alla<br />
concorrenza e affermava senza mezzi<br />
termini che «nei paesi dove le libere<br />
professioni sono troppo regolamentate<br />
e protette i costi sono molto più alti<br />
e la qualità del servizio peggiore».<br />
Oggi la riforma è impantanata in un<br />
lungo e controverso iter legislativo<br />
che ha preso le mosse durante la scorsa<br />
legislatura dal promettente lavoro<br />
della commissione Vietti senza però<br />
riuscire a superare prevedibili quanto<br />
tenaci resistenze. Uno dei capitoli su<br />
cui non sono mancati gli ostacoli riguarda<br />
le cosiddette riserve di attività<br />
– cioè quelle vere e proprie zone esclusive<br />
che lo stato attribuisce alle categorie<br />
e ai vari ordini professionali -–<br />
molte delle quali non hanno più senso<br />
di esistere, come la certificazione di<br />
alcuni atti notarili o la vendita dei medicinali<br />
da banco esclusivamente nelle<br />
farmacie. Spesso, sotto la copertura di<br />
un presunto interesse pubblico, lo stato<br />
finisce per tutelare meri interessi<br />
23<br />
il 51 per cento degli intervistati alla liberalizzazione<br />
della vendita. Infine, la quasi totalità degli intervistati<br />
dichiara di sapere cosa sono i farmaci generici. «Ne<br />
emerge un cittadino informato, consapevole e che<br />
individua chiaramente nella vendita nella grande distribuzione<br />
uno strumento di concorrenza e di mitigazione<br />
dei prezzi non certo per aumentare il consumo<br />
dei farmaci», ha dichiarato Teresa Petrangolini<br />
segretario generale dei CittadinanzAttiva. «Dal prossimo<br />
Governo – ha concluso – ci attendiamo segnali<br />
precisi che vadano al di là degli interessi di parte al<br />
fine di favorire una reale politica dei prezzi».<br />
«Non possiamo che esprimere soddisfazione per i risultati<br />
del sondaggio civico promosso da CittadinanzAttiva<br />
sulla liberalizzazione dei farmaci da banco». È<br />
il commento di <strong>Coop</strong> che trova risultati in piena sintonia<br />
con la Proposta di Legge di Iniziativa popolare sottoscritta<br />
da oltre 174.000 cittadini, già deositata in<br />
Parlamento e che si auspica sarà inserita quanto prima<br />
all’Ordine del Giorno della Camera dei Deputati nella<br />
nuova legislatura”.<br />
privati che si traducono in evidenti<br />
svantaggi per la collettività in quanto,<br />
frenando la concorrenza, tengono artificialmente<br />
alti i costi.<br />
Ma quanto può pesare la liberalizzazione<br />
delle tariffe nelle tasche dei consumatori?<br />
I vantaggi sarebbero diretti e<br />
indiretti. Quelli diretti sono percepibili<br />
al momento della fruizione del servizio:<br />
se io posso pagare meno della metà per<br />
un’aspirina o un 10 per cento in meno<br />
per una consulenza legale ne traggo un<br />
vantaggio immediato. Se agli avvocati,<br />
per esempio, fosse permesso fornire i<br />
servizi di consulenza fiscale, non sarei<br />
costretto a pagare anche il commercialista.<br />
E così via. Ma c’è un altro aspetto<br />
da considerare. Poiché i principali fruitori<br />
di servizi professionali sono le imprese<br />
e poiché in Italia il costo di questi<br />
servizi è sensibilmente maggiore rispetto<br />
ad altre voci pur soggette a regolamentazione<br />
come l’energia, le telecomunicazioni,<br />
i servizi finanziari, è<br />
logico che i maggiori costi finiscono<br />
poi per scaricarsi sui consumatori finali<br />
in termini di prezzi di beni e servizi.<br />
Insomma, serve un profondo ripensamento<br />
degli ordini il cui compito deve<br />
essere essenzialmente quello di promuovere<br />
la formazione e di vigilare<br />
sulla correttezza dei comportamenti<br />
degli iscritti. Il resto spetta al mercato.<br />
E allora, forse, anche in Italia, il carovita<br />
viaggerà meno velocemente. ■ ■ ■
ubricag
in rubricag primo piano<br />
COEFFICIENTI DI REGOLAMENTAZIONE SULLE PROFESSIONI INTELLETTUALI<br />
Paese Professioni<br />
contabili<br />
consumatori<br />
Una conseguenza logica della rimozione dei minimi<br />
tariffari dalle prestazioni professionali regolamentate<br />
potrebbe essere l’apertura all’uso della pubblicità<br />
come strumento di informazione. Attualmente la<br />
pubblicità viene di fatto vietata o limitata dagli stessi<br />
organismi di categoria. Nel caso dei medici è proibita<br />
per legge. Ma una direttiva europea sul commercio<br />
elettronico, acquisita nel nostro ordinamento legislativo<br />
appena tre anni fa, ha legittimato la<br />
pubblicità nelle professioni rendendo necessaria una<br />
rivisitazione delle normative vigenti, magari con l’accordo<br />
degli stessi ordini professionali più sensibili ad<br />
un percorso riformatore. Quando anche le “professioni<br />
liberali” potranno pubblicizzare i servizi e i prezzi<br />
in maniera chiara, ricorrendo se occorre alla pubblicità<br />
comparativa, avremo finalmente una pluralità<br />
di offerte e di prestazioni fra cui scegliere nella più<br />
totale trasparenza. Il commercialista, il geometra,<br />
l’avvocato, l’architetto, avranno ognuno i propri listini,<br />
e il consumatore ne valuterà appieno la congruità<br />
nel rispetto di alcune regole basilari: la pubblicità, ha<br />
più volte osservato l’Autorità garante della concorrenza<br />
e del mercato, deve riferirsi rigorosamente<br />
“alle tipologie, alle caratteristiche e ai prezzi dei servizi<br />
offerti dai singoli professionisti, al fine di aiutare<br />
gli utenti a limitare i costi connessi al reperimento<br />
delle informazioni necessarie per compiere una scelta<br />
adeguata”. Quindi niente eccessi e niente pubblicità<br />
ingannevole, peraltro vietata dal codice.<br />
maggio 2006<br />
Professioni<br />
legali<br />
Prestazioni e prezzi Le nuove norme<br />
Pubblicità ancora limitata Laurea obbligatoria per tutti<br />
25<br />
Architetti Ingegneri Farmacisti<br />
Austria 6,2 7,3 5,1 5 7,3<br />
Belgio 6,3 4,6 3,9 1,2 5,4<br />
Danimarca 2,8 3,0 0 0 5,9<br />
Finlandia 3,5 0,3 1,4 1,3 7,0<br />
Francia 5,8 6,6 3,1 0 7,3<br />
Germania 6,1 6,5 4,5 7,4 5,7<br />
Grecia 5,1 9,5 n.d. n.d. 8,9<br />
Irlanda 3,0 4,5 0 0 2,7<br />
Italia 5,1 6,4 6,2 6,4 8,4<br />
Lussemburgo 5 6,6 5,3 5,3 7,9<br />
Paesi Bassi 4,5 3,9 0 1,5 3,0<br />
Portogallo n.d. 5,7 2,8 n.d. 8<br />
Spagna 3,4 6,5 4,0 3,2 7,5<br />
Svezia 3,3 2,4 0 0 12*<br />
Regno Unito 3,0 4,0 0 0 4,1<br />
Valore = 0 nessuna regolamentazione<br />
Valore = 10 massima regolamentazione<br />
*In Svezia tutte le farmacie sono statali<br />
Risultati dell’indagine dell’Istituto “Studi avanzati di Vienna”<br />
Laurea e tirocinio obbligatorio per chiunque voglia<br />
essere ammesso a un albo professionale. Diventa<br />
legge, pochi giorni prima delle elezioni, il decreto<br />
del presidente della Repubblica sulla riforma dell’accesso<br />
agli ordini professionali. D’ora in poi l’esame<br />
di ammissione si svolgerà all’interno delle sedi<br />
universitarie sotto la supervisione del ministero.<br />
Cosa chiedono i principali Ordini<br />
Ecco in una breve sintesi le proposte di alcuni Ordini<br />
profesionali sul proprio assetto futuro:<br />
Architetti: garantire concorrenza dei progetti, regole<br />
per la riqualificazione urbana e delle periferie,<br />
recupero della qualità di costruzione e progettazione.<br />
Avvocati: Semplificare nuova disciplina codice civile,<br />
riconoscimento “statuto dell’avvocatura”, riserva<br />
sulla consulenza legale.<br />
Dottori commercialisti: Specifica competenza<br />
sul contenzioso tributario, eliminazione Irap, liberalizzazione<br />
attività su cessioni di quote o azioni<br />
societarie.<br />
Farmacisti: mantenimento del sistema ordinistico,<br />
rafforzamento del ruolo degli Albi “garanti” dei cittadini,<br />
riconoscimento del sistema duale ordini-associazioni.<br />
Notai: Tirocinio equo, tariffe e numero chiuso da<br />
mantenere e aggiornare.
PER CHI NON AMA BRUCIARE<br />
LA PLASTICA.<br />
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DAL 1967 GLI ITALIANI LA PORTANO<br />
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sonni tranquilli per tutta l’estate, grazie<br />
alla Piastrina Vape, da sempre la più venduta.<br />
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con la pelle, garantisce l’assoluta protezione<br />
dalle zanzare nel rispetto dell’ambiente.<br />
Ma la protezione Vape non si limita<br />
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Italia, la risorsa<br />
soft economy<br />
“Valorizzazione dei territori, attenzione<br />
all’ambiente è questa la chiave per<br />
rilanciare il nostro paese”. É la ricetta<br />
proposta in un libro di Ermete Realacci<br />
In quest’Italia post-elezioni, che<br />
dopo mesi di duro scontro elettorale<br />
è ancora alla ricerca di<br />
nuovi punti di equilibrio, forse<br />
qualche spunto per definire strategie<br />
utili ad affrontare il futuro può<br />
venire dall’idea della soft-economy,<br />
lanciata in un interessate libro<br />
scritto dal presidente onorario di<br />
Legambiente Ermete Realacci e dal<br />
giornalista Antonio Cianciullo<br />
(“Soft Economy”, ed. Rizzoli, 272<br />
pagine, prezzo 9 euro). Lo spunto<br />
di partenza del libro viene dall’analisi<br />
dell’economista americano Joseph<br />
Nye, che individua sulla scena<br />
mondiale un modello di hard<br />
power, impersonato dagli Stati<br />
Uniti e un modello di soft power<br />
incarnato dall’Europa.<br />
Realacci e Cianciullo sviluppano<br />
questa analisi in una prospettiva<br />
italiana. Partendo cioè della convinzione<br />
che il nostro paese abbia<br />
già in sé risorse ed esperienze concrete<br />
per investire sul futuro, con<br />
ottimismo e possibilità di succes-<br />
consumatori<br />
il mensile dei soci coop<br />
consumatori<br />
in primo piano<br />
so. “L’Italia - spiega Realacci - per<br />
uscire dalla condizione di paese sfiduciato<br />
e rassegnato di questi ultimi<br />
anni, può e deve partire da una<br />
idea di economia fortemente legata<br />
ai territori, dal valore della coesione<br />
sociale, dalla riscoperta del proprio<br />
patrimonio artistico. L’idea hard di<br />
una economia solo legata alla quantità<br />
e ai costi, da cui nasce poi il<br />
dumping sociale, ci vedrebbe comunque<br />
perdenti. Noi dobbiamo<br />
invece puntare sulla qualità”.<br />
Una qualità che è già esperienza<br />
concreta e praticata in 25 storie che<br />
il libro racconta. Sono le storie di<br />
aziende importanti e che operano<br />
in settori diversi (dalla Granarolo,<br />
alla Stm microelectronics, dalla Technogym<br />
all’Emilceramica di Sassuolo,<br />
dai vini siciliani di Donnafugata<br />
agli abiti di Brioni).<br />
Gli elementi comuni sono il successo<br />
economico, che ne ha fatto aziende<br />
leader nei rispettivi settori, sempre<br />
però coniugato con il rispetto<br />
per l’ambiente, per una relazione<br />
La Granarolo è tra i casi analizzati<br />
nel libro di Realacci e Cianciullo<br />
positiva con il territorio. “La chiave<br />
- prosegue Realacci - è quella di<br />
considerare la coesione sociale<br />
come un fattore produttivo e competitivo.<br />
É la scommessa di un paese<br />
che così può stare nella globalizzazione<br />
a testa alta, senza subire<br />
ma anzi valorizzando le proprie<br />
competenze e specificità. La cosa<br />
interessante è che, discutendo<br />
dopo la presentazione del libro, abbiamo<br />
scoperto che alle 25 storie<br />
che abbiamo raccontato se ne potrebbero<br />
aggiungere altre centinaia.<br />
Tutti casi in cui gli elementi<br />
di coesione, legame col territorio,<br />
sensibilità ambientale, sono la<br />
chiave di successi sul piano economico.<br />
La soft economy è in sostanza<br />
una idea di economia antitetica<br />
a quella che qualcuno ha cercato di<br />
far passare anche in Italia, secondo<br />
la quale basta dare sfogo agli spiriti<br />
animali del capitalismo e tutto va<br />
per il meglio. No, non è così e le<br />
realtà che raccontiamo sono lì a<br />
testimoniarlo”. ■ ■ ■<br />
www.consumatori.e-coop.it<br />
Lo sai che <strong>Consumatori</strong><br />
ora è anche su Internet?<br />
Notizie, articoli, inchieste a portata di un clic<br />
Un servizio in più per i soci <strong>Coop</strong>
Serenamente al<br />
di Anna Somenzi<br />
Istruzioni per l’uso<br />
Le creme solari sono classificate<br />
secondo una scala che definisce<br />
il Fattore di Protezione (Sun<br />
Protective Factor o SPF): nessuna<br />
direttiva europea impone una<br />
regola per indicarlo in etichetta,<br />
c’è solo una proposta di linee<br />
guida che indica la protezione<br />
fra 6 e 10 come bassa, fra 15 e<br />
20 come media, fra 30 e 50<br />
come alta e oltre i 50 come molto<br />
alta.<br />
La protezione nei confronti degli<br />
UVA, benché questi non causino<br />
direttamente eritemi solari, è<br />
molto importante in quanto riduce<br />
il rischio degli effetti dannosi<br />
a lungo termine.<br />
La capacità protettiva dei filtri solari<br />
non va oltre i dodici mesi.<br />
Le creme solari dovrebbero essere<br />
applicate prima dell’esposizione,<br />
ogni 2 ore e dopo ogni<br />
bagno o doccia. La loro efficacia<br />
è ridotta dalla sudorazione, dalle<br />
frizioni e dal contatto con l’acqua.<br />
Sono definite come “water-resistant<br />
o waterproof”<br />
quando sono efficaci per una durata<br />
di 40’ di immersione, mentre<br />
come “very water-resistant “<br />
quando proteggono fino a 80’.<br />
maggio 2006<br />
consumare informati<br />
Non è più tanto di moda la pelle color mattone e per fortuna sta tramontando la<br />
mania della tintarella perenne, tanto che le dive più glamour sfoggiano carnagioni<br />
pallide. Ma all’arrivo della bella stagione la voglia di esporsi al sole prende un po’<br />
tutti, soprattutto dopo un lungo inverno come quello che ci ha appena lasciato.<br />
Il sole non fa male in assoluto, è una questione di tempi e metodi. I raggi luminosi<br />
del sole sono energia elettromagnetica e la banda dei raggi UV danneggia le cellule<br />
della nostra epidermide. Per non ritrovarsi con un reticolo di rughe e danni meno<br />
visibili, ma ben peggiori, agli strati più profondi della pelle è bene esporsi con gradualità<br />
e con le opportune protezioni.<br />
Il corretto uso di creme solari dotate di filtri UVA e UVB evita non solo l’eritema<br />
solare, il più classico e fastidioso effetto di un eccessivo e intempestivo bagno di sole,<br />
ma, come testimoniano studi dermatologici, anche tumori epiteliali di cui le radiazioni<br />
UV sono responsabili. Le scottature sono causate principalmente dagli UVB,<br />
gli UVA non hanno effetti immediatamente visibili, come quelli delle lampade ultraviolette<br />
per abbronzatura sono ben tollerati e non provocano l’arrossamento tipico<br />
dei raggi UVB, che sono quindi più insidiosi.<br />
Per queste ragioni ci si deve esporre gradualmente ai raggi solari e proteggere con<br />
creme adatte. I più esposti ai danni sono coloro che hanno la pelle chiara e i capelli<br />
biondi e rossi; la facilità ad abbronzarsi e la resistenza all’esposizione al sole aumentano<br />
con lo scurirsi della carnagione e sono particolarmente alte nelle persone di<br />
pelle scura e di origine latina o asiatica. Comunque per tutti la prima raccomandazione<br />
è quella ormai ovvia di ridurre l’esposizione nell’orario tra le 12 e le 16, periodo<br />
nel quale i raggi solari sono più diretti. Nei primi giorni inoltre, l’esposizione<br />
dovrebbe essere limitata. Un importante aiuto viene dalle creme con filtri solari che<br />
proteggono la pelle, i più moderni filtri solari sono per lo più dei fotoassorbenti organici<br />
che in qualche caso contengono anche formulazioni micronizzate di riflettenti<br />
fisici (ossido di zinco e biossido di titanio).<br />
I solari <strong>Coop</strong><br />
<strong>Coop</strong> offre una linea di solari completa ed efficace, dal fattore protettivo 4 al 30 per<br />
gli adulti, ogni prodotto combina un piacevole cosmetico idratante, emolliente e<br />
lenitivo, alla sicurezza di un filtro solare con un alto rapporto di filtri UVA/UVB che<br />
garantisce quindi una ottima protezione ad ampio spettro. Grazie alla loro composizione<br />
procurano un’abbronzatura uniforme e luminosa proteggendo però la pelle<br />
dalle scottature e dall’azione di invecchiamento dei radicali liberi prodotti dalle<br />
radiazioni, nello stesso tempo salvano la pelle dalla disidratazione, che porta alla<br />
perdita di elasticità e morbidezza, insomma sono una barriera per tutti i guai che<br />
può provocare una esposizione al sole.<br />
Tutto questo grazie a formule che uniscono ai filtri UVA e UVB di ultima generazione<br />
una miscela di principi attivi idratanti ed emollienti a base di burro di karitè, vi-<br />
28
Con la nuova<br />
linea di solari<br />
<strong>Coop</strong> una buona<br />
protezione dalle<br />
radiazioni<br />
pericolose per la<br />
pelle. Con<br />
prodotti senza<br />
l’uso di alcol e<br />
coloranti. E non<br />
testati su animali<br />
tamina E, provitamina B-5, che aiutano<br />
a proteggere la pelle.<br />
La novità dell’anno è la linea dei solari<br />
adatti alla pelle delicata dei bambini.<br />
Garantiscono un’efficace protezione: la<br />
formula combina ai filtri UVA e UVB un<br />
mix di principi attivi a base di biossido<br />
di Titanio e olio di Calendula che contribuiscono<br />
a creare sulla pelle del<br />
bambino una vera barriera protettiva<br />
contro le radiazioni nocive, assicurando<br />
una copertura integrale e un’ottima<br />
azione lenitiva.<br />
L’epidermide risulta così protetta efficacemente<br />
dalle scottature e preservata<br />
dalla disidratazione. I prodotti sono<br />
resistenti all’acqua e non contengono<br />
né alcool né coloranti.<br />
Infine gli indispensabili doposole che<br />
nascono per rinfrescare e idratare dopo<br />
l’esposizione; rigenerano la pelle disidrata,<br />
la nutrono e le ridanno tono e<br />
vigore, mantenendola morbida ed elastica.<br />
La formula spray combina l’azione<br />
di due importanti principi attivi,<br />
provitamina B-5 e Aloe vera che, insieme,<br />
svolgono un’immediata azione<br />
rinfrescante e reidratante che allevia la<br />
sensazione di calore lasciata dal sole e<br />
ristabilisce il tasso di idratazione ottimale<br />
donando alla pelle elasticità e<br />
morbidezza. La crema unisce l’effetto<br />
rigenerante di Aloe vera e vitamina E<br />
con una immediata azione lenitiva che<br />
inibisce la comparsa di fenomeni di<br />
esfoliazione, garantisce così un’abbronzatura<br />
uniforme e duratura, una<br />
pelle vellutata e protetta dal precoce<br />
invecchiamento. Le capacità nutrienti<br />
di questo latte lo rendono ideale non<br />
solo in vacanza ma anche in città, tutto<br />
l’anno, dopo il bagno o la piscina.<br />
consumatori<br />
sole<br />
maggio 2006<br />
consumare informati<br />
Scheda prodotti<br />
Adulti Protezione<br />
Spray solare FP 4 Bassa<br />
Latte solare FP 6<br />
Spray protettivo FP 10 Media<br />
Latte protettivo FP 12<br />
Latte protettivo FP 15 Alta<br />
Latte protettivo FP 20<br />
Latte protettivo FP 30<br />
Contengono:<br />
• Alto rapporto filtri UVA/UVB<br />
• Burro di Karité - protettivo, emolliente, lenitivo<br />
• Vitamina E - antiossidante<br />
• Provitamina B5 - idratante<br />
• Biossido di Titanio - schermo minerale naturale per le alte protezioni<br />
Bambini Protezione<br />
Spray protettivo FP 40 Molto alta<br />
Latte protettivo FP 50+<br />
Contengono:<br />
• Alto rapporto filtri UVA/UVB<br />
• Biossido di Titanio - schermo minerale naturale<br />
• Olio di Calendula - emolliente, lenitivo<br />
Sono visibili all’applicazione<br />
Tutti i prodotti<br />
• sono clinicamente testati<br />
• sono resistenti all’acqua<br />
Non contengono<br />
• alcool<br />
• olio di vaselina<br />
• coloranti<br />
<strong>Coop</strong> è la prima catena della grande distribuzione italiana ad aderire allo<br />
standard internazionale Non testato su Animali l’unico disciplinare<br />
riconosciuto a livello mondiale che indica le aziende i cui prodotti cosmetici<br />
non sono in alcun modo frutto di sperimentazione su animali.<br />
29
consumare informati<br />
PIATTI CHIARI<br />
Avere una buona<br />
lavastoviglie<br />
in casa risolve molti<br />
problemi di tempo<br />
e di... ripartizione<br />
dei compiti<br />
familiari. Tuttavia<br />
molti pregiugizi<br />
(da sfatare) ne<br />
condizionano<br />
la piena<br />
affermazione: non<br />
è vero per esempio<br />
che consuma più<br />
acqua del lavaggio<br />
a mano. Ed è più<br />
igienica. I consigli<br />
per un acquisto<br />
ragionato<br />
consumatori<br />
maggio 2006<br />
di Claudio Strano<br />
Chi la possiede, e cioè una famiglia italiana su tre, difficilmente la lascia<br />
riposare, perché la lavastoviglie è una piccola promessa di felicità che<br />
mette d’accordo tutti, moglie marito e figli. Nelle altre due famiglie sopravvivono<br />
invece dubbi o pregiudizi sulla reale utilità ed efficacia di questo<br />
elettrodomestico, che sebbene sia stato inventato nel lontano 1929 (il primo<br />
prototipo elettrico, mentre del 1979 è quello elettronico a sensori) non è ancora<br />
riuscito a raggiungere le alte diffusioni del frigorifero o della lavatrice. Al<br />
punto tale che per “spingerne” la vendita i leaders nella produzione in Italia,<br />
che insieme coprono il 90% del mercato, dallo scorso anno si sono inventati il<br />
Progetto Galileo mettendo in campo una serie di iniziative promozionali e<br />
pubblicitarie con risultati non sempre pari alle attese. L’antico lavaggio a mano<br />
dei piatti resiste, eccome, alimentato da un mix di tradizione e pregiudizi.<br />
Chi non si rassegna a comprarsene una, in genere è convinto che la lavastoviglie<br />
consumi più acqua, più energia e con esiti peggiori della spugnetta. È vero<br />
invece il contrario, tanto più nel nostro paese dove i consumi di acqua sono<br />
superiori alle medie europee. Seguendo i calcoli di una università americana, se<br />
tutte le famiglie italiane adottassero una lavastoviglie, in un anno risparmieremmo<br />
circa 280 miliardi di litri d’acqua (più del fabbisogno di una città come<br />
Miliano) e 1 miliardo di Kwh (pari all’energia che la Val d’Aosta consuma in un<br />
anno). E l’igiene? Anche qui la bilancia pende a favore della macchina, le cui alte<br />
temperature sono in grado di uccidere la pressoché totalità del batteri, a differenza<br />
dell’acqua tiepida (per non scottarsi le mani) e della vecchia spugna di<br />
casa che certamente sterile non lo è più dopo una passata o due.<br />
Vediamo, allora, cos’è utile sapere una volta che ci si decide al grande salto.<br />
Esistono due grandi famiglie di lavastoviglie: quelle da incasso (integrate nei<br />
mobili della cucina) e quelle ad installazione libera che si trovano nei comuni<br />
negozi di elettrodomestici. Da valutare è innanzitutto la larghezza della macchina,<br />
corrispondente più o meno alla sua capacità di carico: la 60 cm, la più<br />
venduta, contiene 12 coperti, la 45 cm 8/9 coperti, mente per i single o per chi<br />
ha spazi molto ridotti in casa cresce l’offerta delle supercompatte. La silenziosi-<br />
30
amicizia lunga<br />
tà sta diventando un elemento sempre<br />
più determinante nella scelta (tra i 32<br />
e i 35 decibel i valori sono già ottimali),<br />
un requisito “intelligente” è<br />
senz’altro il cestello superiore regolabile<br />
in altezza (che permette di inserire<br />
piatti di maggiore diametro e tegami<br />
voluminosi), il timer è anch’esso<br />
molto comodo perché accende la lavastoviglie<br />
all’ora programmata evitando<br />
la sovrapposizione con altre fonti di<br />
consumo e il conseguente “distacco<br />
della corrente”. Quanto alle funzioni<br />
di lavaggio e ai sistemi di comando, c’è<br />
di che sbizzarrirsi, compresi i modelli<br />
che riconoscono la “voce del padrone”.<br />
Ma ancora più a monte è importante<br />
operare una scelta di fondo che<br />
darà buoni frutti nel tempo: quella di<br />
optare per una classe energetica – con<br />
cui si esprime il livello di consumo a<br />
parità di risultato – alta. Nel nostro<br />
caso, una tripla A (AAA) garantirà nell’ordine<br />
efficacia energetica, efficienza<br />
del lavaggio ed efficacia asciugatoria.<br />
Alla compresenza di più A (sconsigliabile<br />
è la classe B) cresce in proporzione<br />
la convenienza. Quanto costerà<br />
così ogni lavaggio? Tutto compreso<br />
(ammortamenti, detersivi, consumi.<br />
ecc.) poco più di mezzo euro. Prezzo<br />
del petrolio permettendo... ■ ■ ■<br />
maggio 2006<br />
consumare informati<br />
Consigli per l’uso<br />
Sale, brillantante<br />
e pieno carico<br />
Saperla usare al meglio significa<br />
garantire lunga vita alla lavastoviglie,<br />
lavaggi più efficaci, consumi<br />
energetici e d’acqua ridotti e un<br />
minor impatto ambientale. Vediamo<br />
alcuni consigli e come risolvere<br />
i piccoli problemi quotidiani.<br />
• Le stoviglie escono chiazzate?<br />
Controllate il livello del sale e del<br />
brillantante, aprite lo sportello a<br />
fine lavaggio per fare uscire il vapore.<br />
• Le stoviglie non sono pulite?<br />
Non sovrapponetele nei cestelli,<br />
tenetele larghe per consentire il<br />
formarsi dei mulinelli d’acqua,<br />
controllate che nel filtro non vi<br />
siano residui di cibo, selezionate i<br />
programmi di lavaggio più opportuni<br />
in relazione allo sporco.<br />
• Residui di detersivo? Liberate<br />
con uno stuzzicadenti i fori degli<br />
spruzzatori sulle pale mobili: è<br />
probabile che siano ostruiti; sciogliete<br />
i grumi di detersivo rimasti<br />
nell’apposito contenitore.<br />
• Il sale da cucina va bene? I<br />
produttori lo sconsigliano, ma se<br />
siete sprovvisti del sale specifico<br />
che serve ad addolcire l’acqua,<br />
quello da cucina è molto simile.<br />
• Come risparmiare? Evitate i<br />
lavaggi a “mezzo carico”, tendete<br />
a preferire i programmi a basse<br />
temperature, interrompeteli<br />
quando sta per scattare l’asciugatura<br />
automatica.<br />
31<br />
Le mani sul portafogli<br />
Il rebus detersivi<br />
Meglio in polvere<br />
o a tavoletta?<br />
Sono sempre più concentrati e<br />
compatti i detersivi per lavastoviglie<br />
(e non solo quelli), il che offre<br />
vantaggi e svantaggi. Tra i primi il<br />
dosaggio “certo” del prodotto<br />
che impedisce sprechi e ricadute<br />
ambientali troppo pesanti. E poi<br />
l’indubbia comodità, perché le cosiddette<br />
tavolette (o pastiglie), riducendo<br />
al minimo gli imballaggi,<br />
non solo occupano meno spazio<br />
ma hanno un valore aggiunto<br />
ecologico. Eppure non mettono<br />
d’accordo tutti. La ragione sta nel<br />
fatto che le sostanze assemblate<br />
nelle pastiglie “tre in uno” – e cioè<br />
sale, detersivo e un po’ di brillantante<br />
– svolgono azioni diverse in<br />
tempi anch’essi diversi, e perciò,<br />
per dare il meglio, richiedono programmi<br />
tarati a posta che non tutte<br />
le lavastoviglie hanno. La prima<br />
sostanza a sciogliersi è il sale (puro<br />
salgemma solubile in acqua) che,<br />
rigenerando le resine anticalcaree<br />
contenute nell’addolcitore della<br />
lavastoviglie, protegge dalle incrostazioni<br />
dannose per l’apparecchio.<br />
Poi entrano in azione gli enzimi<br />
e gli agenti pulenti del<br />
detersivo e infine, in fase di risciacquo,<br />
il brillantante che porta via<br />
macchie e aloni su piatti e bicchieri.<br />
Dai test sembra però che i risultati<br />
migliori, soprattutto in termini<br />
di brillantezza, si abbiano con le<br />
polveri separate. Ma non tutti,<br />
come detto, sono d’accordo.<br />
Da 270 a 350 euro circa: lavastoviglie ad installazione libera di classe<br />
energetica A, senza particolari ambizioni: per chi “ama la famiglia”<br />
Da 350 a 450 euro circa: lavastoviglie ad installazione libera di classe<br />
energetica AA, con cura del design: per chi “ama la casa”<br />
Da 450 euro in su: lavastoviglie ad installazione libera di classe AAA,<br />
supersilenziosa e digitale: per chi “ama avere ospiti a cui farla vedere“...<br />
I prezzi sono soggetti alle variazioni del mercato e non tengono conto di offerte e promozioni
È tempo di...<br />
consumatori<br />
vivere bene<br />
PISELLI<br />
Abbinati ai ricci di mare o alle seppie,<br />
mescolati con le fave o preparati con la<br />
menta. Scopriamo i segreti di un altro tra i<br />
più comuni prodotti della nostra cucina.<br />
Ma ricco di doti ed estremamente versatile.<br />
La cui scoperta si perde indietro nei secoli...<br />
di Helmut Failoni<br />
Il verde del pisello e il giallo<br />
ocra, che sfuma verso l’arancione,<br />
del riccio di mare. Due colori<br />
che cromaticamente si richiamano,<br />
due sapori che si amalgamano<br />
perfettamente in un piatto, tutto<br />
sommato, molto facile da realizzare.<br />
E’ uno di quegli abbinamenti ai<br />
quali quasi nessuno penserebbe<br />
sulla carta, ma che in bocca sono<br />
davvero esplosivi. A noi è capitato<br />
di assaggiarlo anni fa, servito come<br />
antipasto in un piccolo bicchiere,<br />
presso uno dei grandi ristoranti di<br />
mare in Italia, la Madonnina del Pescatore<br />
a Senigallia.<br />
Dopo anni quella semplice crema di<br />
piselli fredda con il riccio di mare<br />
ha lasciato il suo segno nel nostro<br />
palato. Parliamo dunque di piselli<br />
A maggio ci sono<br />
anche...<br />
VERDURE<br />
In questo mese potrete trovare<br />
al meglio ancora gli asparagi, le<br />
bietole, i carciofi, i cavolfiori, le<br />
fave, i finocchi, i fagiolini. Altri<br />
prodotti di stagione sono le patate<br />
novelle, i porri, i peperoni,<br />
i ravanelli e gli spinaci.<br />
FRUTTA<br />
Ancora le fragole e cominciano<br />
le prime ciliegie.<br />
maggio 2006<br />
questo mese, di questa miniera di<br />
vitamina, fosforo e calcio. Per sfruttare<br />
al meglio queste ed altre proprietà<br />
dei piselli, solitamente si<br />
consiglia di consumarli freschi, poiché<br />
con il processo di essiccazione,<br />
che è abbastanza rapido, perdono la<br />
maggior parte delle loro vitamine e<br />
possono risultare inoltre di più difficile<br />
digestione.<br />
Certo, aprire i bacelli uno a uno potrà<br />
forse sembrare una perdita di<br />
tempo a qualcuno, ma possiamo assicurarvi<br />
che mangiati freschi, nel<br />
loro periodo d’oro, hanno un sapore<br />
che nessuna scatola al mondo potrà<br />
conferire loro. Abbinateli alle seppie,<br />
alle polpette, mischiateli con le<br />
fave, preparateli con la menta, ottenetene<br />
una crema, saltatene i germogli<br />
nel grasso d’anatra, come fa<br />
il protagonista di uno dei più bei<br />
film mai realizzati sul cibo (“Mangiare<br />
bere uomo donna” di Ang Lee,<br />
1994). Insomma potete farne praticamente<br />
quasi tutto ciò che volete:<br />
i piselli possono diventare protagonisti<br />
di un piatto o semplici comparse.<br />
Un piccolo segreto: per non fare<br />
perdere, dopo la cottura, il loro colore<br />
verde brillante, una volta lessati<br />
poneteli in un contenitore pieno<br />
di acqua e ghiaccio. Prima di passare<br />
nello specifico a qualche ricetta,<br />
vediamo di provare ad individuare<br />
qualche dato di produzione e l’ori-<br />
32<br />
gine del pisello, che fu citato nell’antichità<br />
anche da Teofrasto e Plinio,<br />
che parlarono del loro consumo<br />
presso gli antichi greci e gli antichi<br />
romani. L’origine pare sia ancora<br />
più antica: una decina di migliaia di<br />
anni prima dell’era cristiana. In<br />
molti sostengono che la specie, appartenente<br />
alla famiglia delle leguminose,<br />
provenga dalle regioni<br />
asiatiche, Cina soprattutto, da cui si<br />
diffuse poi fino in Europa. Nell’Inghilterra<br />
del Medioevo, i piselli venivano<br />
usati come salario per i poveri,<br />
nel Rinascimento in Francia<br />
mangiare piselli divenne invece una<br />
vera e propria moda gastronomica:<br />
i prezzi volarono così in alto al punto<br />
che divennero in breve un bene<br />
di lusso.<br />
Attualmente la coltura del pisello,<br />
di cui sono principali produttori<br />
gli Stati Uniti, l’Inghilterra, l’Italia<br />
e l’Ungheria (le specie più diffuse<br />
sono navona, esedra, provenzale,<br />
senatore, Lincoln, meraviglia d’Italia)<br />
si estende su una superficie di<br />
circa 800mila ettari per un totale<br />
di 4milioni e 500mila tonnellate di<br />
piselli. I nostri 40mila ettari producono<br />
qualcosa come 2 milioni e<br />
700mila quintali. I piselli si possono<br />
conservare in frigorifero – in un<br />
sacchetto per alimenti – per circa<br />
tre giorni. Una volta sbollentati per<br />
due minuti, volendo li si può surgelare<br />
e conservare in freezer per
Valori nutrizionali<br />
Per 100 gr di piselli:<br />
parte edibile 47 %<br />
vitamina C 28 mg<br />
acqua 76,1 gr<br />
proteine 7 gr<br />
Lipidi 0.2 gr<br />
Glucidi disponibili 12,4 gr<br />
Fibra alimentare 5,2 gr<br />
Sodio 1 mg<br />
Potassio 202 mg<br />
Ferro 1.8 mg<br />
Calcio 47 mg<br />
Fosforo 101 mg<br />
Niacina 1,01 mg<br />
Energia 76 kcal<br />
fonte: Istituto nazionale della nutrizione<br />
maggio 2006<br />
vivere bene<br />
lungo tempo.<br />
Qualche facile ricetta. Minestra di piselli: 500 gr di piselli,<br />
25 gr. di burro, 25 gr. di farina, 75 cl. di brodo,<br />
prezzemolo. Lessare i piselli poi frullarli, unirli successivamente<br />
a una besciamella fatta con il burro, la farina<br />
e il brodo. Cuocere per una decina di minuti e guarnire<br />
con prezzemolo. Piselli con la menta (ottimi come contorno<br />
abbinato a un pesce cotto al vapore o alle seppie).<br />
Per quattro persone dovrete procurarvi un chilo di piselli,<br />
cipolla, menta, olio d’oliva. Fate soffriggere la cipolla<br />
in una pentola con olio d’oliva. Aggiungete poi i<br />
piselli, mescolate, aggiungete le foglie di menta finemente<br />
tritate e fate andare a fuoco medio per circa un<br />
quarto d’ora. I nutrizionisti ci ricordano inoltre che i<br />
piselli hanno un buon contenuto di proteine, zuccheri<br />
(il 15% di cui il 7,5% saccarosio), vitamine (C in particolare<br />
modo) e sali minerali (ferro, fosforo, potassio).<br />
Sono indicati nelle diete perché hanno la proprietà di<br />
saziare a lungo. ■ ■ ■<br />
33<br />
La copuleta di Ozieri<br />
di Piero Sardo<br />
Ozieri è nel centro della Sardegna del nord,<br />
baricentrica rispetto alle due coste. Sardegna profonda,<br />
dunque, fuori dai grandi transiti turistici.<br />
Eppure qui si trovano importanti testimonianze di<br />
una storia “civile” che data addirittura al Neolitico.<br />
L’insediamento delle grotte di San Michele risale<br />
infatti a oltre 5000 anni fa. Ma il periodo di massimo<br />
splendore lo si deve alla presenza spagnola<br />
nella cittadina: il bel centro storico ne raccoglie<br />
importanti testimonianze. Le fastose facciate dei<br />
palazzi nobiliari e le tipiche altane a loggiati sono<br />
i segni più evidenti di questa contaminazione.<br />
Un’influenza che ritroviamo anche nella gastronomia<br />
del luogo, che vanta pratiche e specialità,<br />
evidentemente legate ad un passato florido e<br />
animato. Un tempo Ozieri era rinomata per i<br />
formaggi, ma Ozieri oggi è nota soprattutto per<br />
il pane fine, o spianata di Ozieri e per i dolci: i<br />
sospiri di Ozieri sono presenti su tutto il mercato<br />
nazionale e non solo. Ma è la copuleta a testimoniare<br />
una raffinatezza culinaria antica e diffusa.<br />
Preparata ancora nelle famiglie, in occasione delle<br />
ricorrenze importanti e delle feste religiose, richiede<br />
tempo e cura nell’elaborazione e va consumata<br />
freschissima, quindi difficilmente la si trova fuori dai<br />
confini cittadini. Si tratta di una barchetta di pasta<br />
sottilissima, appoggiata su stampi rotondi e ovali,<br />
che viene riempita di pan di spagna arricchito con<br />
mandorle, un tocco di limone e, secondo le ricette,<br />
una spruzzata di liquore. Dopo la cottura in forno<br />
viene sigillata con un velo di glassa.<br />
La copuleta di Ozieri si distingue da preparazioni<br />
simili di altre zone dell’isola, per la presenza delle<br />
mandorle nel ripieno che sostituiscono la sapa – in<br />
sardo saba – più comunemente usata, che conferiscono<br />
una straordinaria eleganza a questo dolce<br />
delicatissimo.<br />
Il Presidio Slow Food intende far conoscere questa<br />
specialità e sollecitare gli artigiani che la preparano<br />
a utilizzare materie prime locali. Ad Ozieri<br />
esistono limonaie e mandorli e la piana che si<br />
estende ad ovest della città già ai tempi dei romani<br />
era completamente coltivata a grano. Dunque è<br />
relativamente semplice ricostruire una filiera di territorio,<br />
che contribuisca a fare di questo dolce un<br />
elemento importante dell’identità gastronomica<br />
del luogo.
Musei e...<br />
Al Galata Museo del Mare di<br />
Genova (tel. 010-2345655,<br />
www.galatamuseodelmare.it)<br />
si ammirano modelli di velieri,<br />
si sale a bordo di un suggestivo<br />
brigantino-goletta e, fino al 18<br />
giugno previa prenotazione, si<br />
“Prova la vela” uscendo in<br />
mare su un’imbarcazione d’altura,<br />
sperimentando le varie<br />
andature: bolina, di traverso,<br />
lasco o con il vento in poppa.<br />
La Città della Scienza di Napoli<br />
(tel. 081-372372, www.<br />
cittadellascienza.it) apre a<br />
bambini e ragazzi i suoi numerosi<br />
laboratori dove giocare<br />
con i misteri dell’evoluzione, la<br />
geologia, la biologia, l’universo<br />
e altri fenomeni scientifici.<br />
Chi ha detto che la matematica<br />
è una scienze astratta? I<br />
bambini che entrano nel regno<br />
di MateLandia, al Museo<br />
Tridentino di Scienze Naturali<br />
a Trento (tel. 0461-<br />
270311, www.mtsn.tn.it) si<br />
vestono secondo le mode matematiche,<br />
entrano in un favo<br />
delle api e ballano a passo di<br />
simmetria.<br />
consumatori<br />
vivere bene<br />
DIVERTIMEN<br />
maggio 2006<br />
di Giuseppe Ortolano<br />
Spegnere la televisione, uscire di casa e riscoprire il piacere di una domenica<br />
o un fine settimana di primavera a misura di bambino o ragazzo.<br />
Prima di partire bisogna scegliere la rotta, ci si può dirigere verso un<br />
parco divertimenti, un castello incantato, un museo interattivo o fantastico,<br />
un incontro ravvicinato con gli animali.<br />
Castelli e luoghi incantati<br />
A Grumello del Monte, in provincia di Bergamo, c’è un’antica fortezza del<br />
1200 (tel. 035-4420817, www.castellodigrumello.it) dove i ragazzi tra i 6 ed<br />
i 12 anni, in alcuni fine settimana, si vestono con costumi d’epoca per partecipare<br />
ad un’avventura fantastica con Re Artù e i Cavalieri della Tavola Rotonda<br />
o ad un Assalto al Castello. E mentre i bambini si divertono i grandi<br />
visitano il castello o partecipano ad una degustazione di vini.<br />
Intorno al Castello di Gropparello (tel. 0523-855814, www.castellodigropparello.<br />
it ), in provincia di Piacenza, c’è un grande parco delle fiabe dove giovani cavalieri<br />
e damigelle si avventurano, accompagnati dagli animatori, per rivivere i miti<br />
delle leggende nordiche e lottare contro orchi e streghe. Gli adulti visitano la<br />
bottega dei folletti, la taverna o le sale dell’antico maniero.<br />
Il Castello di Bardi (tel: 0525-71368 www.diasprorosso.com), in provincia di Parma,<br />
propone ai giovani visitatori mercati e tenzoni medievali, assalti al castello,<br />
avventure nel mondo del Signore degli Anelli, giornate fantastiche e horror tra le<br />
mura del maniero. Senza scordare il fantasma di Moroello, comandante delle<br />
guardie vissuto nel ‘400, che un gruppo di studiosi assicura aver fotografato. I<br />
giovanissimi archeologi, che vogliono provare l’emozione di sentirsi Indiana Jones<br />
per un giorno, possono entrare nel mistero etrusco di Sarteano, a 70 chilometri<br />
da Siena. Tutti i sabati si visita la tomba etrusca dipinta, detta della Quadriga<br />
Infernale, del IV sec. a. C. Un monumento scavato nel travertino ad una profondità<br />
di cinque metri, con un corridoio di accesso di venti metri solo recentemente<br />
venuto alla luce. La visita va prenotata al tel. 0578-269261. All’Archeopark di Darfo<br />
Boario Terme (tel. 0364-529552, www.archeopark.net) in provincia di Brescia,<br />
si rivive la preistoria tra visite ad una grotta con graffiti di animali, simulazioni<br />
della vita dei nomadi mesolitici e attività di archeologia sperimentale.<br />
Mondo animale<br />
L’Acquario di Genova (tel. 010-23451, www.acquariodigenova.it), uno tra i più<br />
belli d’Europa, si arricchisce ogni anno di nuove attrazioni, dal terrario delle<br />
34
Parchi tematici,<br />
antichi castelli,<br />
incontri con gli<br />
animali: ecco<br />
un catalogo<br />
di proposte<br />
dove a<br />
spassarsela<br />
sono i più<br />
piccoli<br />
tartarughe al film in 3D sui mostri<br />
degli abissi. Iniziative che ne fanno<br />
uno tra i luoghi più amati da bambini<br />
e ragazzi.<br />
Altri incontri ravvicinati con gli animali<br />
marini sono possibili al Delfinario<br />
di Rimini (tel. 0541 50298,<br />
www.delfinariorimini.it) con show,<br />
mostre e acquari, e al Parco Le Navi<br />
di Cattolica (tel. 0541-8371, www.<br />
squaloanchio.com) che promette<br />
emozioni con gli squali e avventure<br />
con i pirati, oltre che percorsi didattici<br />
di biologia marina.<br />
Pesci d’acqua dolce invece al Parco<br />
Ittico Paradiso (tel. 02-9065714,<br />
www.parcoittico.it) di Zelo Buon Persico,<br />
in provincia di Lodi, dove sono<br />
ricostruiti vari ambienti flluviali<br />
come la zona delle acque lente con<br />
carpe, cavedani e tinche e quella delle<br />
acque veloci con trote e salmerini.<br />
Animali preistorici, in vetroresina, al<br />
Parco della Preistoria (tel. 0363-<br />
78184, www.parcodellapreistoria.it)<br />
di Rivolta d’Adda, in provincia di Cremona,<br />
con divertenti itinerari tra i<br />
dinosauri, a piedi o in trenino.<br />
Lo Zoosafari di Fasano (tel. 080-<br />
4414455, www.zoosafari.it), in provincia<br />
di Brindisi, promette veri e propri<br />
safari tra animali esotici senza la necessità<br />
di volare in Africa. A Fasanolandia<br />
si gioca come in un parco divertimenti.<br />
■ ■ ■<br />
vivere bene<br />
I grandi parchi divertimento<br />
Il più noto è Gardaland (tel. 045-6449777, www.gardaland.it) che<br />
assicura forti emozioni sul nuovo Sequoia Adventure, un avvincente<br />
percorso a bordo di un veicolo che raggiunge un’altezza massima<br />
di circa 30 metri dal suolo, compiendo una serie di inversioni a<br />
180°. Mirabilandia (tel. 0544-561156, www.mirabilandia.com) a<br />
Savio, in provincia di Ravenna, riapre con il nuovissimo Ghostville,<br />
un percorso in una cittadina abitata da fantasmi da effettuare su<br />
carrellini. Nell’area di Bimbopoli, sono previste nuove attrazioni<br />
per bambini molto piccoli (3 anni di età). Anche Fiabilandia (tel.<br />
0541-709792, www.fiabilandia.it), a Rimini, si rivolge ai più piccoli,<br />
con 30 attrazioni, dalla nuovissima Baia di Peter Pan al Castello di<br />
Mago Merlino, dal Lago del Sogno alla Valle degli Gnomi, da Fort<br />
Laramie al Labirinto di Fu Ming. Movieland Studios (tel. 045-<br />
6969800, www.canevaworld.it) a Lazise sul Garda, in provincia di<br />
Verona, propone effetti speciali, come un simulatore di sommergibile<br />
per vivere il brivido di una discesa negli abissi o un viaggio nel<br />
mondo dei Pokemon.<br />
TO BAMBINO<br />
maggio 2006<br />
Per chi è votato all’avventura<br />
Sono nati in Francia ed ora sono arrivati anche in Italia. Si tratta dei<br />
percorsi avventura che permettono di passare una giornata nella natura<br />
divertendosi lungo itinerari di diversa difficoltà tra e sugli alberi,<br />
adatti sia ai bambini che agli adulti e da affrontare con apposite<br />
imbragature, Cerwood (tel. 0522-611335, www.cerwood.it) a Busano,<br />
in provincia di Reggio Emilia, propone, oltre alle passeggiate<br />
aeree, una pista per trattori a pedali, un muro di arrampicata sportiva,<br />
e giochi nella sabbia. Il Parco Avventure Val di Vara (tel. 0187-<br />
840279, http://parcoavventura.giandriale.it) a Tavarone di Maissana,<br />
in provincia di La Spezia, è dotato di 30 piattaforme posizionate<br />
a diverse altezze, dove fare evoluzioni ed acrobazie in assoluta sicurezza<br />
all’interno di un bosco secolare. Jungle Raider Park (tel. 031-<br />
963651, www.jungleraiderpark.com), vicino a Civenna sul Lago di<br />
Como, offre 3 percorsi sugli alberi, a diverse altezze, tra ponti tibetani,<br />
scale e corde sospese con agganci per le carrucole. Allo Skypark<br />
(tel. 0541-927330, www.skypark.it) a Perticara di Novafeltria, in<br />
provincia di Pesaro Urbino, i percorsi per bambini sono formati da 6<br />
esercizi ciascuno, costruiti ad un’altezza che arriva ai 2,5 mt da terra.<br />
Quelli più impegnativi raggiungono i 6 metri di altezza.<br />
35
Mostre<br />
ARTE E LAVORO<br />
A Genova una grande mostra<br />
per i 100 anni della Cgil<br />
consumatori<br />
maggio 2006<br />
cultura e oltre<br />
Sono tante le manifestazioni e le mostre organizzatie<br />
in ogni parte d’Italia per celebrare i cento anni<br />
della Cgil. A Genova al Palazzo Ducale una straordinaria<br />
mostra multimediale parla del lavoro, visto<br />
come occasione di riscatto e di sviluppo, come fatica<br />
e sfruttamento, dalla seconda metà dell’800, fino ai<br />
giorni nostri. Il lavoro della fabbrica viene proposto<br />
attraverso quadri di pittori come Balla, Depero, Boccioni,<br />
Natalija Goncarova, Charles Sheeler e altri. Risalendo<br />
nel tempo, ecco i quadri di Renato Guttuso<br />
o di Armando Pizzinato. Senza dimenticare straordinarie<br />
opere di Van Gogh e Andy Warhol. La parte<br />
degli audiovisivi propone documentari o film di registi<br />
come Fritz Lang, De Sica, Wilder, Petri e Monicelli.<br />
Tempo Moderno. Da Van Gogh a Warhol, Lavoro,<br />
macchine e automazione nelle Arti del Novecento.<br />
Palazzo Ducale di Genova (fino al 30 luglio)<br />
Biglietto 8 euro, scontato per soci <strong>Coop</strong> 6 euro<br />
Informazioni 010-5574022/004<br />
biglietteria@palazzoducale.genova.it<br />
Boccioni e il futurismo<br />
romagnolo<br />
Umberto Boccioni era romagnolo, anche se per caso<br />
nato a Reggio Calabria. Ma in Romagna, a Morciano,<br />
era arrivato a soli 20 giorni di vita. E dunque il futurismo<br />
romagnolo è stato ispirato proprio da Boccioni,<br />
dalla sua presenza e dalla sua opera. Per questo a San<br />
Marino si apre in questi giorni e durerà fino al 18 giugno<br />
la mostra “Romagna futurista” che espone 200<br />
opere di pittura, di ceramica, di scultura e di disegno,<br />
molte delle quali del tutto inedite. Manifesto della<br />
mostra è il dipinto “Il motociclista” dell’imolese Mario<br />
Guido Dal Monte, simbolo per tanti abitanti di queste<br />
terre del “mutòr”, della velocità inebriante della<br />
moto. In mostra anche il piatto decorato da Marinetti<br />
e le ceramiche della bottega di Riccardo Gatti, nonché<br />
il disegno che Boccioni realizzò per la partitura<br />
37<br />
dell’Aviatore Dro, del musicista futurista romagnolo,<br />
Francesco Balilla Pratella.<br />
Romagna futurista (fino al 18 giugno)<br />
San Marino, Museo San Francesco<br />
Biglietto: 6 euro, ridotti 4 euro -Tel. 0549-882998<br />
info@visitsanmarino.com<br />
Libri<br />
Il ritorno<br />
di Gianburrasca<br />
Il 20 settembre del 1897 è nato Giannino<br />
Stoppani, meglio conosciuto<br />
come Giamburrasca e già ora si preparano<br />
per l’anno prossimo festeggiamenti,<br />
convegni, ristampe del famoso libro di<br />
Vamba che ha allietato l’infanzia di tanti di noi. Primi,<br />
addirittura con un anno abbondante di anticipo sul<br />
compleanno del terribile bambino, sono arrivati gli<br />
organizzatori di “Quantestorie”, il Festival dei libri per<br />
l’infanzia che hanno presentato la ristampa, copertina<br />
rigorosamente rossa come lo stesso Giamburrasca<br />
descriveva la prima pagina del suo Diario, destinando<br />
il ricavato della vendita alla Fondazione Africana per la<br />
medicina e la Ricerca (Amref) a sostegno della costruzione<br />
di una scuola di Malindi. Rileggendo il Diario si<br />
ride a crepapelle, come quando eravamo bambini, e<br />
si scopre un libro più profondo di quanto non ci ricordassimo.<br />
Vamba, “Il giornalino di Giamburrasca”<br />
Il castoro Quantestorie - Pagine 300, 3 euro<br />
Una nuova magia<br />
sudamericana<br />
a cura di Giorgio Oldrini<br />
Per i veri appassionati di letteratura<br />
latinoamericana ecco uno scrittore<br />
cult, di quelli che ci si racconta di<br />
bocca in bocca, orgogliosi di conoscerlo<br />
e apprezzarlo, in fondo con<br />
la speranza che il grande pubblico non lo scopra<br />
per tenerlo tutto per sé. Ora Guanda pubblica l’ultimo<br />
libro del peruviano Alfredo Bryce Echenique,<br />
“Un mondo per Julius”. E’ il racconto dell’infanzia e<br />
dell’adolescenza di un figlio dell’alta borghesia della<br />
capitale del Perù negli anni Cinquanta e Sessanta,<br />
che si muove tra una madre giovane, bella e<br />
mondanamente molto vivace e una schiera di cameriere,<br />
tate, autisti che gli fanno conoscere il<br />
mondo, quello della società latinoamericana vista<br />
dall’altra parte. Tra ironia e capacità di ritrarre appassionatamente<br />
il suo Paese, Bryce Echenique ci<br />
incanta lungo tutte le pagine.<br />
Alfredo Bryce Echenique<br />
Un mondo per Julius<br />
Guanda - Pagine 504, 19 euro
Musica da sentire...<br />
■ I Thievery Corporation sono<br />
due dj e produttori di Washington<br />
che hanno raccolto, in questo<br />
disco, le canzoni che hanno<br />
ispirato il loro stile: un rilettura<br />
cinematografica di suoni da ogni<br />
angolo del pianeta, dove il tropicalismo<br />
di Bebel Gilberto si sovrappone a quello di<br />
Astrud Gilberto e l’Oriente ‘misterico di Ustad Sultan<br />
Khan dialoga con l’India trasportata nel cuore di Londra<br />
dei Trans Global Undeground. L’effetto è ammaliante.<br />
Thievery Corporation - “Versions” - Esimùs<br />
consumatori<br />
Essendo il fenomeno mediologico<br />
più atteso e meticolosamente<br />
progettato dell’anno, arriva, immancabile,<br />
assieme al film un album<br />
di composizioni ispirate al<br />
‘Codice da Vinci’ Musica classica,<br />
tradizioni nord europee, elettronica<br />
visionaria, canzoni in francese, latino, scozzese<br />
per ripercorrere la saga di Dan Brown.<br />
Jan Kisjes - “Music Inspired by Da Vinci”- BMG<br />
... e da vedere<br />
Gentile rivista della Cop,<br />
vorrei esternare tutto il<br />
mio ramarico per una situazione<br />
che è inutile che poi<br />
dicono che le cose vanno bene,<br />
mentre invece vanno peggio<br />
che il ghiacciolo in Lapponia.<br />
Ma cerchiamo di capirci.<br />
Martedi scorso vengo interpella-<br />
cultura e oltre<br />
‘Compay Segundo<br />
“A Cuban Legend” - Naive.<br />
Un dvd per celebrare l’avventura artistica di<br />
Compay Segundo, la star della ‘nuova’ canzone<br />
cubana, che Ry Cooder (e Wim Wenders)<br />
hanno fatto conoscere al pianeta. Concerti,<br />
incontri, le interminabili notti al Buena<br />
Vista Social Club, dove il jazz della storia afro<br />
americana faceva da contrappunto all’esuberante frenesia ritmica<br />
della musica cubana. Un racconto “in presa diretta” da<br />
uno dei più celebri laboratori sonori del mondo.<br />
lettera di protesta<br />
di Natalino Balasso<br />
www.natalinobalasso.net<br />
to al telefono da una azienda<br />
che è meglio che non faccio il<br />
nome (la Lentipertutti di Montebelluna)<br />
la quale mi propone<br />
che, essendo io un loro cliente,<br />
mi propongono di provare un<br />
occhiale per vedere se va bene<br />
oppure no; alla fine del periodo<br />
di prova, mi regalano l’occhiale.<br />
di Pierfrancesco Pacoda<br />
Un album doppio che raccoglie le meditazioni in bilico<br />
tra bassi funk e chitarre rock della band californiana<br />
che unisce la passione per il surf, lo skate e per le<br />
onde dell’Oceano ad una incontenibile energia ‘urbana’<br />
che arriva a lambire le melodie punk. Tutto<br />
molto accettabile e perfettamente confezionato per<br />
ricostruire, a casa, l’emozione di una giornata a Los<br />
Angeles.<br />
Red Hot Chili Peppers - “Stadium Arcadium” -<br />
Warner<br />
È ai vertici delle classifiche inglesi,<br />
il nuovo album di Morrissey, l’autore<br />
di cristalline, delicate, sentimentali<br />
ballate pop che arrivano<br />
da Manchester e parlano il linguaggio<br />
delle difficoltà adolescenziali,<br />
tra ambiguità, piaceri<br />
nascosti e l’eccitazione di improvvise scoperte. Registrato<br />
a Roma, il disco ci riporta ai giorni leggendari<br />
del rock inglese dei primi anni ‘80, alla musica degli<br />
Smiths, la band originale di Morrissey.<br />
Morrissey - “Ringleader of the Tormentors” - Edel<br />
Cheb Mami<br />
“The King of Rai”- Naive<br />
Il Rai è l’esempio più eccitante di incontro<br />
tra mondi apparentemente inconciliabili:<br />
l’Africa del Nord e la canzone popolare<br />
algerina con il pop anglosassone. Una<br />
“fusione” di stili nata tra Algeri e le bainlieu<br />
parigine, che parla di amori struggenti, di<br />
emancipazione e della modernizzazione<br />
del paese. Cheb Mami interpreta il versante<br />
più sentimentale del Rai. Un documentario<br />
affascinante su una musica che<br />
rilegge la tradizione con sensibilità rock.<br />
z P s g f H d<br />
Chi difende la mia privacy?<br />
maggio 2006<br />
38<br />
Io ci dico: “Guardi che non uso i<br />
occhiali”<br />
Lui mi dice: “Qua, dal nostro<br />
elenco di quelli da tampinare c’è<br />
scritto che lei è tampinabile”<br />
“Cosa sarebbe questa storia?” ci<br />
faccio io.<br />
“Sarebbe che il cliente compra i<br />
occhiali e firma un foglio della
in tour: Springsteen<br />
Il 12 maggio<br />
■ È un momento ricco di eventi,<br />
tra ristampe e novità discografiche,<br />
per Bruce Springsteen.<br />
È in uscita, infatti, “We Shall<br />
Overcome. The Pete Seeger<br />
Session”, un album interamente dedicato al grande<br />
compositore Pete Seeger, che, negli anni ‘60, contribuì<br />
a riscoprire, e valorizzare i grandi classici della musica<br />
popolare americana, generando l’ondata di folk<br />
revival che attraverserà tutto il suono contemporaneo,<br />
passando per la West Coast, il country, il rock<br />
legato alle radici di bands come gli Eagles e di cantautori<br />
come Neil Young. Un disco registrato con una<br />
orchestra di 17 musicisti che verrà presentato dal vivo<br />
a Milano il 12 maggio, al Datchforum, in un concerto<br />
(unica data italiana) basato proprio sul repertorio<br />
blues e gospel, tra Delta del Mississipi e distese verdi<br />
del Midwest. Un evento imperdibile, un lungo viaggio<br />
verso le radici della cultura americana, tra armoniche,<br />
banjo e violini.<br />
Per informazioni e biglietti: www.barleyarts.com<br />
Pink<br />
“Live in Europe” - BMG<br />
Un dvd che raccoglie i concerti europei<br />
di Pink, quelli del tour di presentazione<br />
del nuovo album, “I’m<br />
Not Dead”, un concentrato di torrida<br />
energia rock, citazioni blues, ed una voce che passa<br />
dalle influenze della black music ai confini del rock<br />
più duro. Un ritratto a tinte forti dell’America che<br />
non accetta di combattere le guerre e si interroga sui<br />
mondi possibili che ci attendono nel futuro. Una prova<br />
d’autore da parte di una delle cantanti della nuovissima<br />
ondata anglosassone.<br />
■ È appena uscito il suo secondo album, ‘Habemus<br />
Capa’, una celebrazione feroce dell’energia della<br />
parola, del potere delle rime quando raccontano,<br />
con ironia e capacità di analisi, la vita di ogni giorno.<br />
Caparezza è in giro per l’Italia per promuovere<br />
il disco. A <strong>Consumatori</strong><br />
racconta che dischi ha<br />
acquistato di recente,<br />
quali film ha visto, quale<br />
‘cultura’ consuma...<br />
“Vinicio Capossela è un<br />
artista da non perdere,<br />
il suo nuovo cd scivola<br />
dolcemente tra le suggestioni<br />
infinite che genera<br />
la nostra mente,<br />
dalla malinconia all’amore per il suono delle<br />
bande, dalla canzone d’autore ai Balcani. Consiglio<br />
anche i Liars, una rock band americana che<br />
ha la forza, ancora, di stupire ogni volta che realizza<br />
un disco. L’ultimo è ricco di riferimenti al<br />
rumore, dopo un lavoro basato invece sulla melodia.<br />
Poi ci sono le ristampe. La mia passione è<br />
Frank Zappa. Escono continuamente DVD e<br />
Greatest Hits. non perderteli”.<br />
E i Dvd?<br />
“L’ultimo acquisto è ‘The Kids are AllRight’, una<br />
struggente raccolta di di immagini di concerti degli<br />
Who, piena storia visionaria del rock inglese. Al<br />
cinema, invece, ho visto ‘Il Caimano’ e poi sono<br />
andato a cercare il DVD di ‘Palombella Rossa’ che<br />
considero il vertice assoluto dell’arte di Moretti”.<br />
Veniamo ai libri...<br />
“Ho comprato nuovamente (avevo perso la mia<br />
copia) ‘Se questo è un uomo‘ di Primo Levi. Il mio<br />
consiglio al prossimo Ministro dell’Istruzione è di<br />
renderlo lettura obblgatoria nelle scuole!”<br />
n a m r Q t b c<br />
praivacy in dove che dice che<br />
noi possiamo chiamarlo a casa<br />
quando che vogliamo”.<br />
Ecco, gentile rivista, io non ho<br />
capito come che è possibile<br />
che, mentre da un lato fanno le<br />
leggi che uno si compra la pistola<br />
così può sparare ai parenti<br />
nel caso di visite sgradite, dall’altro<br />
lato uno è obbligato a<br />
firmare dei fogli che i suoi dati<br />
possono venire studiati perfino<br />
all’università.<br />
Ma è possibile che per comprare<br />
un phon, devo dichiarare se<br />
sono nubile o separato? È possibile<br />
che per fare un corso di inglese,<br />
devo dichiarare se mi pia-<br />
maggio 2006 39<br />
cultura e oltre<br />
ce di più Naomi Campbell o<br />
Lucia Annunziata? Da quando<br />
c’è la difesa della praivacy non<br />
c’è più praivacy!<br />
Oltre tutto io non ho mai comprato<br />
occhiali dall’azienda che<br />
non faccio il nome (Lentipertutti<br />
di Montebelluna con sede in<br />
via De Gasperi), quindi ci ho<br />
detto: “Intanto inviatemi i occhiali,<br />
poi vi dico se vanno bene<br />
a qualche mio parente”.<br />
Ormai non c’è una azienda in<br />
Italia che non abbia il mio numero<br />
di telefono. Il bello è che ti<br />
dicono: “Ma sei tu che ci hai<br />
dato il permesso di avere i tuoi<br />
dati e le tue opinioni”. D’accor-<br />
l’intervista: Caparezza<br />
do, ma se io non firmo quel foglio<br />
voi non mi vendete il phon!<br />
Per non dire che adesso, le<br />
aziende dei telefoni e delle carte<br />
di credito registrano le telefonate.<br />
Sanno perfino che voce che<br />
hai! Io ho preso una iniziativa<br />
per evitare casini: ho messo un<br />
registratore vicino al telefono e<br />
quando che mi dicono: “Questa<br />
telefonata sarà registrata” io ci<br />
rispondo: “Si, però anche io registro<br />
voi!”<br />
Ecco quello che volevo ramaricarmi,<br />
gentile rivista: erano meglio<br />
i parenti.<br />
Natalino Balasso
Rapporto<br />
sociale 2005<br />
La nostra prima volta, ecco perché<br />
Sarà distribuito<br />
ai soci nelle<br />
prossime<br />
Assemblee<br />
separate<br />
La fotografia<br />
della cooperativa<br />
soci 49.370<br />
rappresentanti eletti 187<br />
soci volontari non eletti 50<br />
soci prestatori 8.358<br />
prestito sociale 68.409.344 €<br />
budget politiche sociali<br />
248.749,50 €<br />
lavoratori nella direzione<br />
politiche sociali 2<br />
totale lavoratori 576<br />
superficie di vendita 16.159 mq<br />
supermercati 30<br />
vendite 113.330.288 €<br />
maggio 2006<br />
di Luciano Landi<br />
vicepresidente di <strong>Coop</strong> Reno<br />
Perché il “Rapporto sociale 2005”? Da alcuni anni <strong>Coop</strong> ha provveduto alla<br />
sua stesura, per trasmettere nella sostanza la dimensione quali-quantitativa<br />
del sistema <strong>Coop</strong> nazionale. Anche <strong>Coop</strong> Reno cercherà, come prima volta,<br />
di rendere partecipe il socio e aiutarlo nell’approccio ai dati in esso contenuti, per<br />
una lettura più trasparente della propria cooperativa. Il rapporto sociale è uno<br />
strumento di valutazione dell’aspetto sociale della nostra attività, di verifica della<br />
coerenza rispetto agli scopi statutari, di comunicazione del valore creato da <strong>Coop</strong><br />
Reno per i soci e la comunità, essenziale in particolare per un’impresa cooperativa.<br />
Ha in particolare lo scopo di fornire notizie in merito al nostro assetto istituzionale,<br />
ai valori di riferimento, ai collegamenti tra valori dichiarati, politiche e scelte<br />
compiute e offre anche attraverso numeri e non soltanto attraverso la descrizione,<br />
il rendiconto di quanto in concreto <strong>Coop</strong> Reno ha contribuito allo sviluppo della<br />
base sociale e del territorio in cui opera. Requisiti essenziali del rapporto sono la<br />
chiarezza e la completezza delle informazioni, la comparabilità delle stesse, la<br />
competenza, la periodicità e la verificabilità. A questi principi ci siamo ispirati per<br />
la redazione del “Rapporto sociale 2005”. Ma cosa vuol dire esattamente? Siamo<br />
partiti dal fatto che nel nostro statuto c’è scritto che “nell’esercizio della sua attività<br />
<strong>Coop</strong> Reno si ispira ai principi cooperativi della mutualità senza fini di speculazione<br />
privata”, quindi la cooperativa ha lo scopo di favorire i soci e gli appartenenti<br />
alle comunità locali nei servizi che offre, perseguendo il miglioramento delle<br />
condizioni morali, culturali ed economiche degli stessi e promuovendo lo sviluppo<br />
della cooperazione e l’educazione al consumo. Poiché questi principi sono esplicitati<br />
anche nella Carta dei valori di <strong>Coop</strong>, abbiamo voluto confrontarci e misurarci<br />
anche rispetto ad essi, e per questa ragione abbiamo definito il Rapporto sociale.<br />
Siamo infatti convinti che i principi non vadano semplicemente affermati, ma soprattutto<br />
praticati, verificando nel concreto se, come e quanto la nostra cooperativa<br />
ha dato attuazione ai valori fondamentali ai quali si ispira. Questo per essere<br />
un’impresa sempre più utile, più al servizio delle esigenze dei soci, dei consumatori<br />
e della comunità, ma soprattutto sempre più coerente con le proprie finalità<br />
etiche. Nelle prossime Assemblee separate di Bilancio, che si terranno tra maggio<br />
e giugno 2006, i soci che parteciperanno ne riceveranno una copia allegata al Bilancio<br />
di <strong>Coop</strong> Reno chiuso al 31/12/2005. Ovviamente non partiamo dall’anno<br />
zero, tutte queste valutazioni nel passato erano contenute nella relazione del Consiglio<br />
di amministrazione sulla gestione. Il Rapporto sociale in questo senso diventa<br />
uno strumento importante per farci leggere da tutti. ■ ■ ■<br />
41
VADO<br />
In un territorio con<br />
una forte tradizione<br />
cooperativa, il punto<br />
vendita, in attesa<br />
di ristrutturazione,<br />
è frequentato<br />
da una clientela<br />
variegata e “fedele”<br />
consumatori<br />
piccolo ma super<br />
I numeri<br />
Superficie di vendita<br />
300 metri quadrati<br />
Dipendenti<br />
16<br />
Casse a lettura ottica<br />
3<br />
Soci all’1/3/2006<br />
1.258<br />
Previsione vendite 2006<br />
3.100.000 euro<br />
I settori<br />
Generi vari<br />
620 metri espositivi<br />
Gastronomia<br />
5 metri<br />
Pasticceria<br />
1,20 metri<br />
Surgelati<br />
7,20 metri<br />
Macelleria<br />
3,80 metri + 3,70 a libero servizio<br />
Ortofrutta<br />
3,60 metri + 3,20 metri non refrigerato<br />
Latticini e salumi<br />
7,50 metri<br />
maggio 2006<br />
coop reno<br />
42<br />
di Daniela Dalpozzo<br />
Di lunga tradizione la cooperazione di consumo a<br />
Vado. Come già abbiamo raccontato in altre occasioni,<br />
essa nacque, fra mille traversie, nel dopoguerra<br />
a sostegno della popolazione affamata e con poche<br />
lire in tasca. In anni recenti, quando passò a <strong>Coop</strong> Reno,<br />
il punto di vendita si trasferì, era il 1994, nel locale in cui<br />
oggi è ubicato, un ex cinema.<br />
In attesa di un rifacimento, si parla ora di un nuovo supermercato,<br />
essendo la cittadina in espansione continua<br />
e molto collegata con gli altri paesi limitrofi, a soli 10<br />
minuti da Sasso Marconi. La popolazione di qui è molto<br />
affezionata alla cooperativa e il bacino d’utenza è molto<br />
ampio: si viene da Monzuno, dove la <strong>Coop</strong> non c’è più da<br />
alcuni anni, ma si arriva anche da Rioveggio, Pian di Setta<br />
e da tutta la valle di questo fiume, ma anche da San Benedetto<br />
Val di Sambro. Intanto nella zona crescono come<br />
funghi le nuove abitazioni anche perché i prezzi delle<br />
case sono ancora sostenibili. Il supermercato si trova in<br />
una posizione di grande passaggio, sulla strada statale,<br />
quasi sotto al grande ponte, ed è dotato di un piccolo ma<br />
sufficiente parcheggio.<br />
La clientela, come ci conferma Rossano Romagnoli, il caponegozio,<br />
è molto variegata: “Si va dagli anziani che raggiungono<br />
il negozio a piedi e che costituiscono il nucleo<br />
storico della nostra clientela, e che qui fanno la spesa<br />
quotidiana, agli insediamenti dei nuovi arrivi, famiglie di<br />
recente costituzione e persone che rientrano dal lavoro<br />
verso sera…” Ed è nei confronti di quest’ultima categoria<br />
di clienti che il supermercato deve dare il massimo del<br />
servizio. I settori trattati sono soprattutto il fresco: l’ortofrutta<br />
a prelievo diretto, la macelleria che lavora molto<br />
bene (non dimentichiamo che qui siamo già “in zona fiorentina”!),<br />
pane e pasticceria freschissima, rifornita da un<br />
forno di Monghidoro.<br />
La concorrenza è data dai centri commerciali vicini, raggiungibili<br />
in una decina di minuti di auto e dal super di<br />
Sasso, mentre si è aperto di recente un discount nella<br />
zona della montagna. Il prodotto a marchio <strong>Coop</strong> registra<br />
ottime performance: quest’anno il panettone ha avuto più<br />
successo degli altri panettoni di marca, perché il discorso<br />
del controllo è molto sentito dai consumatori in momenti<br />
come questi, non proprio positivi per i vari scandali<br />
alimentari. L’equosolidale è trattato in alcune referenze e<br />
spesso alcuni prodotti vengono trattati periodicamente.<br />
La linea biologica, presente anche nell’ortofrutta, è molto<br />
apprezzata. L’extralimentare viene inserito nei momenti<br />
promozionali, e attualmente è presente sugli scaffali una
serie di pentolame antiaderente che ha ottenuto un<br />
alto gradimento da parte dei consumatori. Le offerte<br />
promozionali seguono il calendario di <strong>Coop</strong> Reno che<br />
è legato alla stagionalità e alle ricorrenze. I punti<br />
premio sono talmente apprezzati che il mercoledì,<br />
giorno di bollino triplo, anche in questo punto vendita<br />
è il giorno di maggiore affluenza.<br />
Con il paese il rapporto è molto buono: ogni anno<br />
vengono dati dal super di <strong>Coop</strong> Reno molti contributi<br />
ad associazioni di volontariato, sportive e culturali.<br />
Le scuole vengono qui a imparare “come si mangia e<br />
come si fa la spesa”, a tutti sono rivolti i corsi di educazione<br />
alimentare e ai consumi. I dipendenti sono<br />
molto affiatati e disponibili e Rossano, qui da pochi<br />
anni, dice di trovarsi benissimo. Il supermercato in<br />
agosto resterà aperto anche la domenica mattina, a<br />
disposizione di tutti i fruitori delle seconde case della<br />
zona. “Vorremmo avere più spazio – conclude il caponegozio<br />
– per tenere maggiore assortimento e accontentare<br />
tutte le richieste: chissà se, con la ristrutturazione,<br />
il sogno si avvererà”. ■ ■ ■<br />
Offerta soci<br />
CONSEGNA DAL 4 AL 20 MAGGIO<br />
Prosciutto<br />
di Parma Unibon<br />
Intero con Osso<br />
kg. 9-10 circa<br />
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Metà disossato<br />
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Prezzo ai Soci € 9,30 il kg<br />
Valore commerciale € 14,31 il kg<br />
Disossato Tris<br />
kg. 6 circa (sottovuoto)<br />
Prezzo ai Soci € 9,75 il kg<br />
43<br />
Valore commerciale € 15,00 il kg<br />
Chi ci lavora<br />
Caponegozio<br />
Rossano Romagnoli<br />
Vice caponegozio<br />
Giuliana Gruppi<br />
Responsabili<br />
Marina Venturi (gastronomia),<br />
Marino Calzolari (macelleria)<br />
Paola Lanzarini (ortofrutta)<br />
E poi…<br />
Ombretta Armenti, Michela Cristalli, Valentina<br />
Giannotti, Francesco Lazzarini, Massimo<br />
Lenzarini, Catia Monticelli, Leonarda Nanni,<br />
Nicoletta Nanni, Susanna Sabattini, Patrizia<br />
Tondi, Elisa Zaccanti<br />
Buono<br />
offerte<br />
7
coop reno<br />
BRASILE<br />
consumatori<br />
Scuola Santa Maria,<br />
maggio 2006<br />
di Franca Guerra<br />
La Scuola Santa Maria è situata<br />
in una zona rurale alla periferia<br />
di Igarassu, città storica<br />
della regione metropolitana di<br />
Recife, che conta una popolazione<br />
di circa 80 mila abitanti. Nata nel<br />
1967, oggi, grazie anche al contributo<br />
di <strong>Coop</strong> Reno che ci ha permesso<br />
di finanziare la realizzazione<br />
di nuove aule, ospita 546 bambini e<br />
adolescenti che qui, oltre a frequentare<br />
la scuola, mangiano (per<br />
molti di loro il pasto che consumano<br />
qui rimane l’unico della giornata),<br />
vengono seguiti da un punto di<br />
vista medico e psicologico, partecipano<br />
ad attività di vario genere, ludiche,<br />
sportive o di recupero scolastico.<br />
I bambini e gli adolescenti<br />
che studiano nella Scuola Santa<br />
Maria provengono, nella maggior<br />
parte dei casi, dalle favelas (loteamentos)<br />
circostanti e appartengono<br />
prevalentemente a famiglie a bassissimo<br />
reddito: la disoccupazione,<br />
la violenza nei quartieri, la disgregazione<br />
familiare, la prostituzione<br />
minorile, il dilagante spaccio e uso<br />
di droga, aggravati dalla mancanza<br />
di opportunità legate alla cultura e<br />
al tempo libero, sono i più comuni<br />
problemi sociali che debbono affrontare.<br />
UNA CISTERNA<br />
D’ACQUA<br />
Il Nordest del Brasile è una zona<br />
prevalentemente secca e povera<br />
d’acqua: questo problema affligge<br />
anche la regione di Recife in cui si<br />
trova Igarassu dove sorge la Scuola<br />
Santa Maria. Oltretutto questa è<br />
una zona di grande crescita demografica,<br />
per cui la domanda di ac-<br />
44<br />
qua è in continuo aumento, pregiudicandone<br />
l’erogazione nei periodi<br />
di maggiore siccità. Nel 2005 anche<br />
la Scuola ha subito un forte razionamento:<br />
un giorno di erogazione<br />
dell’acqua e due senza. Considerando<br />
che sono circa 550 i bambini che<br />
la frequentano, evidentemente ciò<br />
ha comportato notevolissime difficoltà<br />
nella conduzione di tutte le<br />
attività e a molto poco è servita la<br />
vasca di raccolta attualmente a disposizione,<br />
poiché è molto piccola<br />
e in parte deteriorata. Di qui la necessità<br />
di realizzare una cisterna<br />
per la raccolta dell’acqua piovana,<br />
che in certi periodi dell’anno cade<br />
in abbondanza, che permetta di affrontare<br />
i periodi di razionamento e<br />
garantire continuità nell’assistenza<br />
dei bambini che frequentano la<br />
scuola.<br />
IL CORSO<br />
DI INFORMATICA<br />
Come conseguenza dell’attuale situazione<br />
del paese, sempre più alto<br />
è il numero dei bambini costretti a<br />
lavorare e conseguentemente dei<br />
bambini e dei ragazzi che abbandonano<br />
la scuola di base, perché le<br />
famiglie non possono permettersi<br />
di mantenerli. Ma è evidente che<br />
cambiare qualcosa è possibile solo<br />
se si investe nell’educazione: è importante<br />
dare ai giovani un’istruzione<br />
ed una formazione professionale,<br />
solo così sarà possibile<br />
garantire loro un futuro. Alla Scuola<br />
Santa Maria tanto si sta facendo<br />
in tal senso: i bambini e i ragazzi<br />
che hanno la possibilità di frequentarla<br />
non solo possono contare su<br />
un presente migliore, ma, soprattutto,<br />
hanno l’opportunità di ricevere<br />
un’istruzione e una formazio
coop reno<br />
Portati avanti da Nova, sono sostenuti da <strong>Coop</strong> Reno<br />
che nella scuola di Recife, anche grazie al ristorno dei<br />
soci, contribuirà alla realizzazione di una cisterna<br />
e alla nascita di una scuola di formazione per mamme.<br />
Sono oltre 500 i bambini ospitati nella comunità<br />
i progetti del 2006<br />
ne professionale e diventare uomini<br />
e donne del domani, maggiormente<br />
consapevoli e in grado di offrire ai<br />
loro figli e al loro paese quell’aiuto<br />
necessario per migliorare e progredire.<br />
Tra le opportunità che si vogliono<br />
offrire, considerata un elemento<br />
fondamentale e indispensabile per<br />
il futuro inserimento nel mondo<br />
del lavoro è una preparazione di<br />
tipo informatico.<br />
UN PROGETTO<br />
PER LE MAMME<br />
L’Allan Kardec è un’istituzione filantropica<br />
che si occupa di assistenza<br />
alla comunità di Olinda, in<br />
particolare ai bambini bisognosi.<br />
L’Istituto non riceve alcun contri-<br />
buto pubblico, ma vive grazie alle<br />
donazioni di privati ed al lavoro dei<br />
volontari. Ospita oggi circa 85 bambini<br />
che, salvo qualche eccezione,<br />
fanno rientro in famiglia al termine<br />
della giornata. Fino alla metà del<br />
2004 la struttura era riservata ai<br />
maschi, poi hanno iniziato ad accogliere<br />
anche le bambine, tanto che<br />
nel 2005 sono stati realizzati interventi<br />
per la costruzione di bagni e<br />
spogliatoi ad esse riservati.<br />
I bambini accolti in questo istituto<br />
appartengono a famiglie con gravi<br />
difficoltà economiche; grazie ai<br />
contributi raccolti con le adozioni a<br />
distanza viene loro offerta gratuitamente<br />
l’ospitalità, nonché la possibilità<br />
di frequentare la scuola e disporre<br />
del materiale necessario. La<br />
sede di questo istituto era piuttosto<br />
Offerta soci<br />
RITIRO DAL 22 MAGGIO AL 3 GIUGNO<br />
fatiscente: in un recente passato è<br />
stata oggetto di diversi interventi di<br />
ristrutturazione che grazie anche<br />
all’aiuto della <strong>Coop</strong> Reno l’Associazione<br />
NOVA ha finanziato e che certamente<br />
l’hanno resa più accogliente<br />
e funzionale, l’ultimo dei quali<br />
riguarda il rifacimento del coperto<br />
e la risistemazione dei bagni dei ragazzi<br />
che erano completamente fatiscenti.<br />
Per contribuire al miglioramento<br />
della situazione economica delle famiglie,<br />
si vuole organizzare un corso<br />
per estetista-parrucchiera destinato<br />
a 15 mamme dei bambini che<br />
frequentano la scuola: questo corso<br />
darà ovviamente delle grosse opportunità<br />
a queste donne di trovare un<br />
lavoro decoroso con il quale potranno<br />
mantenere i loro figli. ■ ■ ■<br />
Buono<br />
offerte<br />
8<br />
Affettatrice “Cad”<br />
Modello Arpa, lama in acciaio inox Ø 280 mm,<br />
con trattamento al titanio (non necessita di affilatura),<br />
nuovo sistema “quick lock” che permette un facile<br />
sgancio del carrello, carrello inclinato per una facile<br />
operazione di taglio, motore a induzione silenzioso<br />
190 Watt, peso 14,5 kg, marchio CE. Garanzia 24 mesi.
▲<br />
coop reno<br />
Eventi turistici e culturali<br />
a Castel S. Pietro Terme<br />
11 maggio<br />
Biblioteca Comunale Cspt<br />
ore 21, Autori in biblioteca<br />
Giuseppe Pederiali<br />
“Camilla e il Grande Fratello”<br />
20 maggio<br />
Piazza XX Settembre<br />
ore 21<br />
Effetto Moda<br />
Defilé di moda a cura<br />
dei Commercianti<br />
di Castel San Pietro Terme<br />
27 maggio - 11 giugno<br />
Arte a Castello<br />
Rassegna di mostre dedicate<br />
a grandi artisti del panorama<br />
dell’arte contemporanea italiana.<br />
Diversi appuntamenti che si<br />
susseguono per tutta la durata<br />
dell’anno. A cura di Carola<br />
Pandolfo Marchegiani<br />
6 - 28 maggio<br />
Sala Fienile<br />
Il Corpo e l’Ombra -<br />
opere inedite con catalogo<br />
a cura di Artinsieme<br />
(Vladimiro Zocca)<br />
7 maggio<br />
Ippodromo Arcoveggio (Bologna)<br />
1 GP Città del Miele<br />
1 GP Città Slow<br />
Corse al trotto dedicate alla città<br />
di Castel San Pietro Terme<br />
8/9/10 maggio<br />
Centro Congressi Artemide<br />
Viale Terme 1010/c<br />
International Spring Course on<br />
Functional and Aesthetic Surgery<br />
of the Nose – Live Surgery<br />
Corso internazionale primaverile<br />
di chirurgia funzionale ed estetica<br />
del naso<br />
Associazione per la Rinologia<br />
Scuola di Rinologia di Castel San<br />
Pietro Terme – Servizio Sanitario<br />
Regionale Emilia Romagna Azienda<br />
Unità Sanitaria Locale di Imola<br />
10 maggio<br />
Biblioteca Comunale Osteria<br />
Grande, ore 17,30<br />
Storie a primavera :<br />
letture animate per bambini<br />
Storia Rossa<br />
“Tante storie per giocare”<br />
14 maggio<br />
Greve in Chianti<br />
La Vetrina delle Città Slow<br />
1° edizione<br />
Partecipazione di Castel San<br />
Pietro Terme e dei produttori<br />
castellani alla mostra mercato dei<br />
prodotti tipici delle Città Slow<br />
d’Italia<br />
18 maggio<br />
Biblioteca Comunale Cspt<br />
ore 17,30<br />
Storie a primavera :<br />
letture animate per bambini<br />
Storia Arancio “Enciclopedia della<br />
fiaba”<br />
19 maggio<br />
Premio Cleto Tomba 2006<br />
a cura del Lions Club<br />
Sarà premiata una clavicembalista<br />
che si esibirà unitamente ad un<br />
flautista e un balletto barocco<br />
sede da definire (Anusca?)<br />
21 maggio - Brisighella<br />
Sagra del Carciofo Moretto<br />
Partecipazione di Castel San<br />
Pietro Terme alle iniziative sulla<br />
promozione delle eccellenze<br />
gastronomiche delle città slow<br />
13 maggio – 20 maggio<br />
la mattina, su appuntamento<br />
Sala Sassi<br />
I numeri della musica<br />
Mostra didattica tra scienza e arte<br />
e performance musicale a cura di<br />
Gloria Nobili, Fabio Sabetta (Liceo<br />
della Comunicazione San Pio X<br />
- Castel San Pietro Terme)<br />
21 maggio<br />
Centro Storico nel pomeriggio<br />
Carrera dei Piccoli<br />
25 maggio<br />
Biblioteca Comunale Cspt, ore 21<br />
Autori in biblioteca Matteo<br />
Bortolotti “Questo è il mio<br />
sangue”<br />
26/27/28 maggio<br />
Palasport Ferrari - Viale Terme<br />
Castel San Pietro “In Blues”<br />
X edizione Festival Blues<br />
Evento musicale di rilevanza<br />
internazionale; Stand di Castel<br />
San Pietro Terme Città Slow<br />
durante la manifestazione<br />
28 maggio<br />
Centro Storico dalle 8 alle 20<br />
Castro Antiquarium<br />
Mostra Mercato d’Antiquariato<br />
Fine maggio<br />
Centro Storico<br />
Pane e Miele<br />
Giornata nazionale delle Città<br />
del Miele<br />
2/3/4 giugno<br />
Convento di San Francesco<br />
Bagnacavallo (RA)<br />
Figli di un Bacco minore?<br />
Partecipazione alla IV rassegna<br />
nazionale dei vitigni autoctoni<br />
e di tradizione italiani (alla sua II<br />
mostra mercato), organizzata ed<br />
ideata da Slow Food Italia e dal<br />
Coordinamento Slow Food Emilia<br />
Romagna, sostenuta e patrocinata<br />
dalla Regione Emilia-Romagna,<br />
assessorato all’agricoltura,<br />
dal Comune di Bagnacavallo,<br />
dall’Enoteca Regionale Emilia-<br />
Romagna.<br />
Giugno - luglio<br />
Tombole sotto le stelle<br />
di venerdì 16/23/30 giugno;<br />
7/14/21/28 luglio<br />
A cura di AVIS<br />
Giugno<br />
Raccagni, Mostra opere<br />
I Giovedì di giugno<br />
Osteria Grande, dalle ore 19<br />
Biciclettate ad Osteria Grande<br />
(da confermare)<br />
Giugno<br />
Galleria Comunale Fienile<br />
Mostra personale dell’artista<br />
Montuschi (da definire)<br />
Venerdì 2 giugno<br />
Biblioteca Comunale<br />
“Degustare Locale”<br />
La poesia e l’enogastronomia<br />
dell’Emilia Romagna e dintorni.<br />
3° Edizione. A cura di Matteo<br />
Fantuzzi. Info tel. 051-940320<br />
oppure pneuma@email.it<br />
PER INFORMAZIONI<br />
Ufficio Cultura e Turismo di Castel San Pietro Terme - piazza XX Settembre 3 tel. 051/6954124 - fax. 051/6954180<br />
cultura@cspietro.provincia.bo.it<br />
URP di Castel San Pietro Terme - piazza XX Settembre 3 - tel. 0516954154 - fax 051/6954141<br />
urp@cspietro.provincia.bo.it<br />
I.A.T. (Informazione ed Accoglienza Turistica) di Castel San Pietro Terme - piazza XX Settembre 14<br />
tel/fax 0516942090 - iat@castelsanpietroterme.it<br />
Associazione Turistica Pro Loco di Castel San Pietro Terme - Via Ugo Bassi 19 - tel. 051/6951379<br />
fax 051/6951623 - proloco@castelsanpietroterme.it<br />
Le date di tutte le iniziative sopra menzionate potrebbero essere soggette a modificazione
Il gruppo di volontari in partenza per il Kosovo<br />
consumatori<br />
coop reno<br />
AIUTI<br />
al Kosovo<br />
Un ingente carico a scopo<br />
umanitario, raccolto<br />
dal Comune di Baricella,<br />
da diverse aziende<br />
(compresa <strong>Coop</strong> Reno)<br />
e associazioni locali,<br />
ha raggiunto Pristina<br />
per cercare di dare sollievo<br />
a una città e a un popolo<br />
di Gastone Quadri<br />
E<br />
così il mattino del 29 marzo ha segnato la partenza<br />
per il Kosovo di un ponderoso carico di aiuti<br />
umanitari raccolti dal Comune di Baricella e da<br />
aziende e associazioni locali. La ditta Marmocchi, <strong>Coop</strong><br />
Reno, Zuccherifico <strong>Coop</strong>Rob, Pro loco, Bocciofila, Centro<br />
Sociale “la Villa”, Spi e la Tabaccheria Andrea Spirito<br />
di Bologna: questi i nomi di chi ha partecipato alla raccolta.<br />
I Carabinieri della locale Stazione e l’attivissimo<br />
maresciallo Casella hanno coordinato l’operazione facendo<br />
qui giungere un autotrasporto Msu (Multispecialised<br />
Unit) che, nella mattinata stessa, è ripartito per<br />
Pristina dove si trova la base dei nostri Carabinieri in<br />
missione in Kosovo.<br />
Prima della partenza sono state distribuite targhe-ricordo<br />
agli organizzatori del carico. Questo carico è destinato<br />
al Kossovo in quanto base dell’esperienza di aiuto<br />
umanitario del comandante Casella, che da Sarajevo è<br />
stato trasferito in Pristina, trovando in quella città una<br />
situazione ancora più tragica di quella bosniaca: vedendo<br />
al suo arrivo gli abitanti tendere la mano per afferrare i<br />
pezzi di pane, ha deciso di farvi giungere la generosità<br />
baricellese. La distribuzione degli aiuti sarà curata dal<br />
G9 dei Carabinieri che, sul posto, coordinano le richieste<br />
che giungono in continuazione dalle pattuglie che operano<br />
sul territorio.<br />
È doveroso ricordare che nell’adempimento di queste<br />
missioni di pace e di aiuto è deceduto, per un tragico<br />
incidente stradale, il maresciallo Aiello, amico del comandante<br />
Casella. Alla partenza del carico erano presenti<br />
il sindaco di Baricella Zanardi, il vice sindaco Bovinelli<br />
e alcuni rappresentanti dei donatori. ■ ■ ■
consumatori<br />
Fattoria pedagogica, gr<br />
MINERBIO<br />
di Cinzia Martelli<br />
Il 18 marzo è stata inaugurata a Minerbio la Fattoria<br />
Pedagogica, un progetto di grande rilievo, un sogno<br />
che si è avverato grazie all’impegno della Fondazione<br />
Ramazzini che ha contribuito in gran parte alla realizzazione<br />
dell’opera, il cui costo è di 2 milioni di euro. La<br />
fattoria (dove domenica 21 maggio, in occasione del progetto<br />
provinciale delle Fattorie aperte, ci sarà una festa<br />
d’inaugurazione aperta a tutti), sarà gestita dalla cooperativa<br />
sociale L’Orto che da più di venti anni favorisce<br />
l’inserimento dei soggetti a rischio di emarginazione e<br />
offre alle persone disabili una vita con più possibilità<br />
espressive, lavorative e relazionali. L’Orto promuove una<br />
cultura di integrazione sociale e auto realizzazione della<br />
persona. In occasione della prossima apertura di questa<br />
costruzione, abbiamo incontrato Maurizio Piccioli, educatore<br />
e presidente della cooperativa, che ci ha mostrato<br />
maggio 2006<br />
coop reno<br />
48<br />
la nuova fattoria, costruita vicino alla sede principale.<br />
Questo progetto prevede un percorso educativo con laboratori<br />
per gli alunni delle scuole materne e primarie, un<br />
centro socio-riabilitativo e una casa-famiglia per disabili.<br />
La casa polivalente non ha barriere architettoniche, è<br />
provvista di allarmi antifumo e antigas ed è interamente<br />
realizzata con materiali biocompatibili. Abbiamo chiesto<br />
informazioni a Maurizio Piccioli riguardo al progetto “A<br />
Scuola in Fattoria”, che vedrà impegnati i bambini che<br />
frequentano la scuole del territorio: ”Il percorso educativo<br />
è una ‘scuola all’aperto’ – ci dice –, i più piccoli potranno<br />
conoscere meglio gli animali e la vita della fattoria”.<br />
Mentre il presidente ci porta all’esterno per<br />
mostrarci le case degli animali la cui architettura ricorda<br />
la costruzione principale, percorriamo una deliziosa<br />
stradina di mattoncini, studiata per la partecipazione anche<br />
di bambini in carrozzella. “Qui presto abiteranno la<br />
cavallina pony, l’asinella sarda, i cavalli, le mucche, i
ande festa inaugurale<br />
maiali, le pecore e le caprette, i conigli, le galline e per<br />
finire i palmipedi, che avranno l’uscita dalla casetta direttamente<br />
sul macero”. Maurizio Piccioli spiega che<br />
“queste piccole stalle sono dotate di un box esterno, affinché<br />
i bambini possano vedere gli animali da vicino.<br />
Visiteranno la fattoria accompagnati da un esperto che<br />
completerà il laboratorio all’interno della fattoria attraverso<br />
una riflessione articolata sui meccanismi che regolano<br />
il rapporto tra agricoltura, ambiente e salubrità degli<br />
alimenti, con la collaborazione di <strong>Coop</strong> Reno che ha<br />
anche devoluto 5.000 euro di ristorno in favore di questo<br />
progetto”. Una grande sala con camino accoglierà gli<br />
scolari dopo la visita esterna alla fattoria; qui avranno a<br />
disposizione tavoli, personal computer, e verranno allestite<br />
mostre su ambiente, natura e alimentazione. Nell’aula<br />
magna all’entrata, già attrezzata con tavoli, ci saranno<br />
dei piccoli taglieri per insegnare ai bambini come<br />
si prepara l’impasto del pane. “Nell’ambito del centro socio<br />
riabilitativo, i ragazzi gestiranno le attività già avviate<br />
nelle sedi di Minerbio e di Vedrana di Budrio, saranno<br />
impegnati nelle attività legate alle stagioni, la manutenzione<br />
del verde, la coltivazione biologica degli ortaggi, la<br />
trasformazione di questi prodotti in vasetto che i ragazzi<br />
vendono sia nei mercati comunali di Budrio e di Minerbio,<br />
sia nel negozio della sede principale, e presto apriremo<br />
un nuovo punto vendita qui nella Fattoria Didattica,<br />
dove ci sarà il laboratorio per la trasformazione dei pro-<br />
maggio 2006 49<br />
coop reno<br />
Le attività della<br />
cooperativa sociale<br />
L’Orto<br />
• Servizi sociali con il Centro<br />
socio-riabilitativo diurno e<br />
gruppo appartamento per<br />
disabili<br />
• Agricoltura biologica:<br />
produzione, vendita e<br />
trasformazione di frutta e<br />
verdura<br />
• Manutenzione del verde<br />
pubblico e privato<br />
• Progetti speciali di studio e<br />
lavoro<br />
• Progetto Dopo di noi e<br />
Club del sabato<br />
• Percorsi didattici per scuole<br />
materne e primarie<br />
• Soggiorni e vacanze<br />
dotti in vasetto, con apparecchiature di sterilizzazione,<br />
affiancato da un’altra sala dedicata all’attività di confezionamento<br />
ed etichettatura”. Percorrendo i 700 metri quadri<br />
della casa, ci vengono mostrati anche il monolocale<br />
per il custode e un laboratorio per la panificazione vero e<br />
proprio, che ha un’uscita che porta direttamente al forno<br />
a legna. Maurizio Piccioli ci porta all’interno di un’aula<br />
che rientra ne progetto “Dopo di Noi”, provvista di cucina<br />
didattica per favorire lo sviluppo di una maggiore autonomia,<br />
poiché buona parte dei ragazzi accolti in cooperativa<br />
sono adulti, hanno i genitori anziani ed è necessario<br />
incoraggiare percorsi di crescita. Al piano superiore, oltre<br />
all’ambulatorio medico e altre stanze funzionali troviamo<br />
l’appartamento che accoglierà 6 ragazzi disabili e<br />
2 operatori, composto da cucina, ripostigli, sala da pranzo,<br />
sala morbida (che è una zona di relax e socializzazione),<br />
lavanderia e quattro camere da letto con i servizi.<br />
L’Orto gestisce un appartamento analogo nella sede di<br />
Vedrana. ■ ■ ■<br />
Per visite e informazioni<br />
<strong>Coop</strong>erativa Sociale L’Orto srl, Azienda Agrobiologia<br />
onlus<br />
• via Marconi, 2 - 40061 Minerbio (Bologna); tel/fax<br />
051.878169<br />
• via Rondanina, 7 - Vedrana di Budrio (Bologna) Casa<br />
“Carlo Chiti”; tel/fax 051.800190
di Walter Matteucci più distante, meno esposto alle in-<br />
Migliarino è un comune della<br />
provincia ferrarese i cui<br />
confini toccano ben altre<br />
sei realtà municipali. Oggi registra<br />
meno di 4.000 abitanti, praticamente<br />
quanti ne aveva al censimento del<br />
1871, all’inizio dello Stato Sabaudo.<br />
È un comune, un territorio che<br />
manca di uno specifico identitario,<br />
proprio e unico. Nemmeno il toponimo<br />
è ben noto.<br />
Alcuni storici propendono per<br />
un’associazione con una coltura antica,<br />
il miglio: ovvero “miliarum”,<br />
campo di miglio. Qualche storico lo<br />
lega invece, sempre con attinenza<br />
all’agricoltura, alla misura agraria<br />
delle vigne: “miliarum”. I più pratici<br />
pensano derivi invece dal luogo<br />
in cui era posta “la pietra migliare”.<br />
Si capisce però come questo ben<br />
calzi pienamente al nome del comune<br />
viciniore: Migliaro. E allora<br />
Migliarino? Sicuramente tutto<br />
quanto detto, e forse qualcosa di<br />
più, è veritiero. Si narra che, quando<br />
ancora questo territorio era<br />
campo di scontro fra Estensi e Veneti,<br />
proprio navi della Serenissima<br />
giungessero fino alla vicina Comacchio<br />
e, per il ramo del Po di Volano<br />
fino a Massa Fiscaglia, risalissero a<br />
portare saccheggio e violenza punitiva<br />
per la scelta di campo avverso.<br />
E che proprio da una frazione di<br />
Massa Fiscaglia un consistente<br />
gruppo di famiglie – circa “mille”<br />
persone – si portasse in altro luogo<br />
consumatori<br />
Alla Fiera dei fiori<br />
di Migliarino<br />
maggio 2006<br />
coop reno<br />
cursioni, e desse corpo ad un nuovo<br />
paese, Migliarino appunto. Vi sono<br />
anche due date certe, acclarate in<br />
atti di legati notarili. Quella storica<br />
dell’881 quando sbarcò a Massa Fiscaglia<br />
la ciurma veneta guidata dal<br />
doge Giovannilli, e quella del 1881<br />
quando Migliarino divenne sede<br />
municipale, come ancora oggi è.<br />
Migliarino non ha però progenitori<br />
autorevoli, né riferimenti che ne<br />
diano rilievo per l’economia del territorio<br />
o della cultura del ferrarese.<br />
È una realtà che è sempre stata inserita<br />
nel contesto di una provincia<br />
che aveva nell’agricoltura un punto<br />
di forza dell’economia.<br />
Migliarino, se vogliamo, proprio per<br />
questa sua centralità risultava appetita<br />
per una serie di appuntamenti<br />
di mercato di rilevanza. Oggi è diverso.<br />
L’agricoltura, che è ancora<br />
attore principe nell’economia, non<br />
è più il collante della occupazione,<br />
che si è in parte spostata nelle zone<br />
vicine artigianali. Ed è forte il lavorio<br />
progettuale delle ultime amministrazioni<br />
comunali – e di chi ora<br />
gestisce l’amministrazione civica –<br />
per ricercare uno sviluppo sostenibile<br />
ambientale che ha nel turismo<br />
naturalistico il dato portante. Tutto<br />
giocato in sintonia con le municipalità<br />
circostanti, ben dieci comuni<br />
interessati. Vale a dire piste ciclabili,<br />
la fluvialità del ramo del Po di<br />
Volano, una ippovia che sa offrire<br />
una riscoperta dei luoghi e di quei<br />
cavalli che proprio in Migliarino<br />
50<br />
avevano siti di allevamento di eccellenza.<br />
Oggi resiste attivo e visitabile<br />
un Centro di documentazione dell’allevamento<br />
del cavallo. Sta in<br />
questo “progetto identitario” di Migliarino<br />
il dar corpo a una nuova<br />
manifestazione fieristica, la “Festa<br />
del fiore”. Festa voluta e legata a un<br />
prodotto che può definirsi connaturato<br />
alla terra e all’agricoltura più<br />
specializzata, come altresì al commercio<br />
più minuto. Elementi che<br />
sono entrambi peculiarità di una<br />
Migliarino di ieri, e ancor più di<br />
oggi. La manifestazione, sin dalla<br />
prima edizione, è realizzata nella<br />
prima decade di maggio. La prossima,<br />
che sarà la 6° edizione, è in calendario<br />
per domenica 7 maggio.<br />
L’aspetto commerciale ed espositivo<br />
si concretizza nella piazza principale<br />
del paese, con tante bancarelle<br />
sistemate in modo da rendere un<br />
effetto cromatico di valenza pittorica.<br />
Moltissimi espositori provengono<br />
anche da altri territori. Essendo<br />
una manifestazione fieristica, è<br />
comprensibile che sia arricchita anche<br />
di altre attrattive culturali ludiche<br />
e sportive. Di sicuro richiamo<br />
un piccolo Palio, “Il palio di Migliarino”,<br />
piccolo solo perché contempla<br />
giochi riservati esclusivamente<br />
ai bambini e ai ragazzi. Ma anche<br />
gare sportive, spettacoli musicali e,<br />
parlando di fiori, un concorso riservato<br />
alle “ragazze in fiore”. La manifestazione<br />
va sempre più acquisendo<br />
visibilità e attenzione anche a<br />
Migliarino. ■ ■ ■
Le sanguisughe<br />
Le prendeva<br />
dal vaso con una<br />
retina e le consegnava<br />
al cliente-paziente.<br />
Ricordi del passato.<br />
Oggi questa antica<br />
e nobile professione<br />
è profondamente<br />
cambiata, al pari<br />
di tutta la medicina<br />
di Walter Matteucci<br />
Come non citare, fra le tante<br />
cose che sono cambiate, fra i<br />
tanti mestieri dimenticati,<br />
l’esercizio di una nobile e antichissima<br />
professione che è stata appieno<br />
consumatori<br />
maggio 2006<br />
coop reno<br />
del farmacista<br />
legata alla salute e allo “star bene”<br />
dell’uomo: il farmacista? È molto<br />
difficile che i nostri paesi, anche<br />
borghi molto piccoli, siano oggi<br />
mancanti di una farmacia. Ma è<br />
un’altra cosa, non minimamente riconducibile<br />
a quel luogo e a quella<br />
professione che ancora qualcuno ricorda.<br />
Era innanzitutto un ambiente<br />
diverso: scaffali vetrati, vasi e anfore<br />
multicolori, con nomi difficili,<br />
quasi sempre in latino. Banconi di<br />
marmo con diverse bilance con i<br />
piattelli perfettamente allineati e<br />
una cassa che, quando accoglieva il<br />
denaro, era tutta un risuonare di ingranaggi<br />
fino a un tintinnio finale.<br />
E poi il farmacista, quasi sempre un<br />
uomo, con un bianco camice lungo,<br />
che, prima di leggere una ricetta<br />
con la dovuta prescrizione di un<br />
51<br />
composto, guardava fisso nel volto e<br />
negli occhi il cliente/paziente quasi<br />
a voler capire egli stesso la sua malattia.<br />
E l’odore caratteristico, unico,<br />
particolare, fatto di aromi di legni, di<br />
alcool, di essenze. Tutto diceva: sono<br />
in farmacia.<br />
Le medicine stesse venivano preparate<br />
nella farmacia, in una sorta di<br />
piccolo laboratorio, spesso le si ritirava<br />
il giorno dopo. A volte sciroppi,<br />
a volte polverine inserite in cartine<br />
sottili, ripiegate meticolosamente.<br />
Si prendevano su un’ostia, ben più<br />
grande di quella che dava il parroco<br />
quando, la domenica, si faceva la Comunione.<br />
Anche quel “prender la<br />
medicina” sembrava un rito. In un<br />
cucchiaio si mettevano alcune gocce<br />
d’acqua, vi si poneva l’ostia, la polverina,<br />
si ripiegava attentamente e giù<br />
in bocca, quasi fosse un tortellino.<br />
Ma nella farmacia del mio ricordo,<br />
nel piccolo laboratorio, vi erano in<br />
uno scaffale oscurato da tende verdine,<br />
alcuni vasi di vetro con dentro<br />
delle nere, agilissime, mignatte. Delle<br />
sanguisughe che venivano ordinate<br />
dal medico curante a quei pazienti<br />
bisognosi di un salasso. Il farmacista<br />
le prendeva dal vaso con una retina e<br />
venivano consegnate in un piccolo<br />
bicchiere, due o tre in ragione della<br />
gravità del paziente. A casa, l’ammalato<br />
le poneva dietro alle orecchie o<br />
sotto le ginocchia. Restavano lì, succhiavano<br />
lentamente fino a staccarsi<br />
quando erano sazie e la pressione si<br />
abbassava. Oggi mi guardano persino<br />
incredule le giovani farmaciste<br />
che lavorano nella stessa farmacia<br />
quando racconto queste cose. Loro<br />
aprono lunghi cassetti e prendono<br />
scatoline di pillole o digitano su un<br />
computer per rapide ordinazioni che<br />
arriveranno dopo poche ore. È la<br />
stessa farmacia ma è cambiato anche<br />
l’odore, potrei benissimo essere in<br />
molti altri negozi. Oggi la farmacia<br />
(e i farmaci) è sempre più business,<br />
tant’è che per calmierarne i prezzi la<br />
stessa cooperazione preme per avere<br />
la possibilità di vendita nei suoi stessi<br />
esercizi. ■ ■ ■
Offerta soci<br />
Buono<br />
offerte<br />
9<br />
SCONTO<br />
45%<br />
ALLE CASSE
coop reno<br />
Il piacere di leggere<br />
“Storie di vita e di bottega”<br />
San Giovanni in Persiceto nel racconto<br />
dei suoi negozianti storici<br />
di Maurizio Garuti, Minerva Edizioni, Bologna<br />
Le botteghe storiche, si sa, stanno scomparendo<br />
non solo nelle città ma purtroppo anche nei paesi,<br />
per lasciare il posto a jeanserie o a negozi di telefonia.<br />
A San Giovanni in Persiceto ce ne erano tanti e<br />
di ogni tipologia: dal meccanico aggiustatore di biciclette<br />
alle drogherie-osterie, alcune così famose da<br />
essere citate in ogni guida che si rispetti, come Ber-<br />
“La scuola di Marano (1905-2005)”<br />
Cento anni di vita<br />
di un edificio comunale<br />
Villanova di Castenaso, 2005,<br />
5 euro<br />
Costruita cento anni orsono, in<br />
un’Italia giovanissima e ancora<br />
travagliata da problemi di ogni<br />
tipo, la scuola di Marano è rimasta<br />
attiva fino al giugno 1998.<br />
All’inizio costituita da sole due<br />
“La via Porrettana”<br />
Itinerario fotografico da Pistoia a Ferrara<br />
di Aniceto Antilopi, Gente di Gaggio Edizioni, 12 euro<br />
Un itinerario fotografico che percorre la via Porrettana,<br />
da Pistoia a Ferrara, realizzato dall’associazione<br />
culturale “Gente di Gaggio” nell’ambito del Protocollo<br />
di Intesa per la promozione degli studi sulla<br />
Consumi etici<br />
I prodotti Libera Terra<br />
I nostri lettori e soci, quando si recheranno alle<br />
Assemblee Separate sul Bilancio 2005 (vedi calendario<br />
in ultima pagina) riceveranno un buono<br />
da 10 euro per l’acquisto di prodotti Solidal <strong>Coop</strong><br />
o Libera Terra. Se tutti noi ben conosciamo e<br />
usiamo i prodotti del commercio equo e solidale,<br />
forse ignoriamo i prodotti Libera Terra. La storia<br />
di Libera Terra, esperienza che nasce in Sicilia e si<br />
sviluppa attraverso la coltivazione delle terre confiscate<br />
alla mafia e date in gestione a cooperative<br />
locali, risale al 2002 e oggi, dopo quattro anni, se<br />
ne vedono i risultati tangibili: attraverso gli ipercoop<br />
e alcuni supermercati <strong>Coop</strong> vengono ven-<br />
maggio 2006<br />
53<br />
gamini. Però forse qui assessori, particolarmente attenti<br />
alla conservazione e al restauro del centro storico,<br />
hanno cercato di tutelarne<br />
la sopravvivenza e molte di<br />
queste botteghe, pur trasformate<br />
e passate ad altri gestori,<br />
esistono ancora. Questo bel libro<br />
zeppo di fotografie e di godibili<br />
testi, ci restituisce il piacere<br />
delle cose rimaste nella<br />
memoria, di piccoli gesti ed<br />
abitudini che non esistono più.<br />
grandi aule, una per i maschi e una per le femmine<br />
rigorosamente separati fra loro, i bambini sedevano<br />
in banchi fissi da due e quattro posti, con una<br />
grande cattedra e una lavagna di ardesia poggiata<br />
ad un treppiede. Ogni lunedì mattina il bidello<br />
riempiva i calamai con l’inchiostro conservato in<br />
ampolle di vetro ed i pennini scricchiolavano sulle<br />
pagine di quaderni dalle copertine nere. Fuori un<br />
bel giardino con prato e piante: così la società rurale<br />
iniziava la lunga lotta all’analfabetismo. Oggi<br />
l’edificio scolastico restaurato è divenuto un Centro<br />
Culturale, luogo di aggregazione e di conservazione<br />
della memoria di una società scomparsa.<br />
storia e le tradizioni popolari<br />
della montagna bolognese.<br />
Le fotografie di Aniceto Antilopi<br />
sono presentate anche<br />
nella mostra dedicata a Villa<br />
Smeraldi a San Marino di<br />
Bentivoglio, visitabile fino al<br />
30 giugno.<br />
dute le confezioni di pasta prodotte dalla <strong>Coop</strong><br />
Placido Rizzotto e l’olio extravergine prodotto<br />
dalla Casa dei Giovani di Castelvetrano. Negli<br />
anni i prodotti sono aumentati, con un buon successo<br />
di vendite: nel 2005 le vendite dei prodotti<br />
Libera Terra sono state infatti di circa 640 mila<br />
euro, con un trend del +30% sul 2004. Il 75%<br />
delle vendite è rappresentato dalla pasta, seguita<br />
dall’olio (70 mila euro), dal vino (53 mila euro),<br />
dai legumi secchi, dalla farina e dalla passata di<br />
pomodoro. Una storia questa che parla di solidarietà,<br />
dignità, giustizia ma anche una storia di<br />
formazione sul campo di tanti giovani, indispensabile<br />
per garantire continuità a questa straordinaria<br />
esperienza.
Offerta<br />
coop reno<br />
consumatori<br />
settembre 2004<br />
Scarpiera 4 ante, top e fianchi soft,<br />
apertura sincronizzata tramite barre di acciaio,<br />
antina h. 34, abilitata per contenere scarpe fino al n. 47<br />
Dimensioni: h. 156 l. 62 p. 19,5<br />
Scarpiera 3 ante con doppia profondità,<br />
top e fianchi soft, antine h. 34, abilitata per contenere<br />
scarpe fino al n. 47<br />
Dimensioni: h. 120 l. 62 p. 30,5<br />
Colori: BIANCO, CILIEGIO/AVORIO, CILIEGIO<br />
Prezzo ai Soci € 75,00<br />
anziché € 109,00<br />
SCONTO 31,19%<br />
Mobiletti li<br />
con bordo Abs<br />
Colori: BIANCO, CILIEGIO/AVORIO, CILIEGIO<br />
Prezzo ai Soci € 65,00<br />
anziché € 99,00<br />
SCONTO 34,34%<br />
54 PRENOTAZIONE DALL’8 AL 20 MAGGIO
soci<br />
nea Top Soft<br />
senza angolo vivo<br />
Cassettiera 6 cassetti,<br />
top soft, bordo Abs senza angolo vivo.<br />
Dimensioni: h. 107 l. 77 p. 48<br />
Colori: BIANCO, CILIEGIO<br />
Prezzo ai Soci € 79,00<br />
anziché € 115,00<br />
SCONTO 31,30%<br />
Mobile alto 1 anta +1 cassetto,<br />
top soft, bordo Abs senza angolo vivo.<br />
Dimensioni: h. 183 l. 46 p. 35<br />
Colori: BIANCO, CILIEGIO<br />
Prezzo ai Soci € 69,00<br />
anziché € 110,00<br />
SCONTO 37,27%<br />
CONSEGNA DAL 19 GIUGNO AL 1° LUGLIO<br />
Buono<br />
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11<br />
Mobile alto 2 ante<br />
+cassetto,<br />
con vano portascope, top soft,<br />
bordo Abs senza angolo vivo.<br />
Dimensioni: h. 183 l. 77 p. 35<br />
Colori: BIANCO, CILIEGIO<br />
Prezzo ai Soci € 89,00<br />
anziché € 129,00<br />
SCONTO 31,01%
Sabato 10 Giugno ore 9,30<br />
Assemblea Generale<br />
settembre<br />
di Bilancio<br />
2004<br />
consumatori<br />
coop reno<br />
ASSEMBLEE SEPARATE<br />
DI BILANCIO<br />
Data - 2006 Ore Territorio Sala<br />
Lunedì 15 maggio 20,30 S. Agostino Sala “D. Bonzagni”, via Statale 191<br />
“ 20,30 Vergato Centro Sociale Polivalente via Fornaci<br />
“ 20,30 Osteria G. Saletta DS Centro Commerciale<br />
Martedì 16 maggio 20,30 S. Agata B. Polivalente<br />
“ 20,30 Monghidoro Sala Consigliare<br />
“ 20,30 Baricella Sala Teatro Parrocchiale<br />
Giovedì 18 maggio 21,00 Stienta Sala “alle 4 lamiere” di Zampine<br />
“ “ Ficarolo “<br />
“ “ Fiesso Umb. “<br />
“ 20,30 Casumaro Sala TV Parrocchiale<br />
“ 20,30 Molinella Sala Auditorium, via Mazzini 90<br />
Venerdì 19 maggio 20,30 Medicina Sala del Suffragio, via Libertà<br />
“ 20,30 Monteveglio Sala Polivalente “Sogno Veglio”, piazza Libertà 18<br />
“ 20,30 S. Vincenzo Sala Atrio Comunale, a S. Venanzio<br />
Lunedi 22 maggio 21,00 Jolanda di S. Sala della Biblioteca Comunale di Berra<br />
“ “ Bosco Mesola “<br />
“ “ Berra “<br />
“ 20,30 Loiano Sala Consigliare<br />
“ 20,30 Renazzo Sala Polivalente<br />
Martedì 23 maggio 20,30 Castenaso Sala “E. Cupini”, via Gramsci 21<br />
“ 20,30 Silla Sala Civica “A. Gandolfi”<br />
“ 20,30 Minerbio Sala di Palazzo Minerva<br />
Giovedì 25 maggio 20,30 S. Giorgio di P. Sala C.C.C., via Bentini<br />
“ 20,30 Vado Delegazione Comunale<br />
“ 20,30 Altedo Auditorium, via F.lli Cervi<br />
Venerdì 26 maggio 20,30 Marzabotto Saletta Casa del Popolo<br />
“ 20,30 Poggio Renatico Sala C.C.C., piazza Castello 1<br />
Lunedì 29 maggio 20,30 Castiglione Consiglio Comunale<br />
“ 20,30 S. Pietro in C. Sala “Oratorio della Visitazione”<br />
A tutti i partecipanti verrà distribuito un buono<br />
per l’acquisto di prodotti “Libera Terra” o “Solidal <strong>Coop</strong>”<br />
da utilizzare presso i punti vendita di <strong>Coop</strong> Reno<br />
56<br />
CALDERINO di MONTE<br />
SAN PIETRO<br />
Sala del Teatro Parrocchiale