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Storia della Guerra futura Storia della Guerra Futura

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<strong>Storia</strong> <strong>della</strong> <strong>Guerra</strong> <strong>Futura</strong> 71<br />

Al rinnovamento tecnologico <strong>della</strong> RMA viene così contrapposta una rivoluzione<br />

interamente concettuale, che sconvolge la stessa nozione di arma e rende<br />

obsoleta anche la costruzione del «sistema dei sistemi», in quanto utile soltanto<br />

nel contesto di un ormai improbabile confronto di tipo tradizionale tra le potenze<br />

favorevoli allo status quo.<br />

Network Centric Warfare vs. “strategie asimmetriche”<br />

Una delle più recenti linee di sviluppo <strong>della</strong> RMA americana riguarda la digitalizzazione<br />

completa del campo di battaglia e mira a trasformare ogni singolo<br />

elemento del dispositivo militare in un terminale in grado di interagire sia con il<br />

centro decisionale che orizzontalmente sul terreno.<br />

Va sotto questo nome il cosiddetto Network Centric Warfare, con il quale si intenderebbe<br />

almeno in parte rispondere alle sfide dei conflitti asimmetrici che impegnano<br />

organizzazioni piramidali contro strutture a rete, rendendo ancora più<br />

flessibile e calibrato l’impiego <strong>della</strong> forza.<br />

Alle esigenze del Network Centric Warfare si rifanno sistematicamente tutti<br />

coloro che sostengono la necessità di promuovere l’aggiornamento tecnologico<br />

delle Forze Armate, ritenendo l’innovazione tecnico-militare la strada maestra<br />

per rimanere agganciati agli Stati Uniti nell’epoca <strong>della</strong> Global War on Terror. In<br />

Italia, tra di loro si annovera certamente l’attuale Capo di Stato Maggiore <strong>della</strong><br />

Difesa, ammiraglio Giampaolo Di Paola, che del Network Centric Warfare si è<br />

valso per sollecitare il Governo a finanziare gli investimenti necessari all’acquisizione<br />

delle capacità indispensabili alla sua importazione nel nostro Paese.<br />

Questa strada, tuttavia, non ha coagulato il consenso unanime delle nostre<br />

Forze Armate. Nel 2005, anzi, l’allora Capo di Stato Maggiore dell’Esercito,<br />

Giulio Fraticelli, la contestò apertamente in un’intervista concessa al Corriere<br />

<strong>della</strong> Sera, in cui affermò di ritenere uno spreco gli investimenti chiesti dal vertice<br />

militare interforze nazionale, stanti i vincoli ai quali, secondo le più recenti<br />

pronunce del Consiglio Supremo di Difesa, soggiace in Italia l’impiego <strong>della</strong> forza<br />

ed, allo stesso tempo, i numerosi impegni di lunga durata e a basso contenuto<br />

tecnologico assunti dall’Esercito, dispiegato in un numero cospicuo di Paesi<br />

ad assisterne la stabilizzazione e ricostruzione politico-istituzionale 145 .<br />

145 NESE 2005. Affermò, tra le altre cose, Fraticelli: «sentiamo dire che vanno sacrificati altri uomi-

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