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Storia della Guerra futura Storia della Guerra Futura

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58<br />

Atti del Convegno maggio <br />

zionalizzare la complessità <strong>della</strong> realtà tenendo conto del comportamento umano,<br />

e costituire quindi un supporto deciso per le decisioni strategiche e tattiche.<br />

L’avversario, confrontato all’impareggiabile superiorità convenzionale americana,<br />

non può far altro che ricorrere a strategie, tattiche e tecniche asimmetriche<br />

e a quelli che Edward Luttwak, seguendo Clausewitz, chiama i fattori immateriali<br />

<strong>della</strong> guerra. Essi hanno avuto sempre una grande importanza in tutte le<br />

guerre. Invece, la RMA è portata, con la sua mitologia tecnologia ed ingegneristica,<br />

a trascurarle e a trascurare la storia e l’influsso delle reti sociali e <strong>della</strong> psicologia<br />

e cultura, soprattutto se esse sono differenti da quelle americane.<br />

Nella RMA, la strategia viene separata dalla politica, come era già avvenuto<br />

per la strategia nucleare. Ma allora la cosa, pur sollevando interrogativi circa la<br />

sua razionalità (si ricordino per tutti quelli di Michael Howard e di Raymond<br />

Aron), non aveva avuto molta importanza, poiché il confronto bipolare era rimasto<br />

confinato al piano virtuale. Oggi che la guerra è tornata ad essere una realtà,<br />

tale approccio non è più accettabile. La comparsa del termine “guerra di quarta<br />

generazione” maschera la dissociazione esistente fra virtuale e reale, l’impraticabilità<br />

di un’autoreferenzialità strategica propria dell’RMA, che esclude dal dibattito<br />

le finalità politiche e militari e la praticabilità degli obiettivi perseguiti.<br />

Dimostra anche l’irrazionalità di una pianificazione per capacità, e non legata a<br />

scenari ragionevoli sui possibili impieghi delle forze e sulla natura e tipo delle<br />

guerre che si dovranno combattere. Influisce poi negativamente sulla scelta delle<br />

priorità di pianificazione delle forze e degli approvvigionamenti.<br />

Ciò non significa negare l’importanza né <strong>della</strong> superiorità aeronavale, aerosatellitare<br />

ed elettromagnetica né dell’utilizzazione delle simulazioni come strumenti<br />

di supporto alla pianificazione anche operativa. Significa riconoscere solo<br />

le limitazioni e l’impossibilità di elaborare un “virtuale” che anticipi del tutto il<br />

“reale”. Nel caso statunitense l’autoreferenzialità strategica – rappresentata anche<br />

da un’anormale preminenza del Pentagono sul Dipartimento di Stato - si è tradotta<br />

nell’isolamento politico, nell’incapacità di utilizzare appieno il soft power e<br />

l’appeal americano e alla fine anche nelle difficoltà incontrate in Iraq.

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