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Storia della Guerra futura Storia della Guerra Futura

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54<br />

Atti del Convegno maggio <br />

certo senso deresponsabilizzando chi la deve assumere. La strategia non può essere<br />

“ingegnerizzata”. Anche i giochi a squadre contrapposte e con giudizi arbitrali<br />

neutrali sono influenzati da preconcetti e da a-priorismi. Esiste poi in tutti<br />

i giochi una naturale tendenza a modificare i parametri considerati secondo le<br />

proprie preferenze, oppure a trascurare l’esistenza o l’importanza di fattori che<br />

non convalidino le proprie convinzioni. Ciò avviene anche nella gestione delle<br />

crisi, come hanno ampiamente dimostrato i dibattiti che hanno preceduto l’invasione<br />

americana dell’Iraq nel marzo 2003.<br />

L’impiego di simulazioni a scopo addestrativo non è nuovo. Lo era, ad esempio,<br />

il “gioco <strong>della</strong> dama”, la cui scacchiera rappresenta un campo di battaglia,<br />

strutturato secondo la teoria indiana <strong>della</strong> guerra, su cui si muovono le quattro<br />

componenti <strong>della</strong> forza militare dell’epoca, i pedoni, i cavalli, le torri o carri da<br />

battaglia e gli elefanti. Il gioco schematizza un combattimento reale e veniva utilizzato<br />

per la formazione dei capi militari nel prendere decisioni in cui il breve<br />

termine fosse coerente con una visione più complessa, a lungo termine, delle<br />

“mosse” successive.<br />

Un altro esempio è l’“I King” cinese, a cui fa frequente riferimento il trattato<br />

“Sulla <strong>Guerra</strong>” di Sun Zu. Un altro ancora è rappresentato dal “Libro dei cinque<br />

cerchi” del giapponese Musashi Myamoto. La “scuola geometrica” di Lloyd,<br />

Bülow e in parte anche di Jomini – tanto criticata dal Clausewitz – rappresenta<br />

un costante tentativo di elaborazione mentale di una realtà virtuale o di futuri<br />

alternativi, determinati dalla situazione esistente, fra cui scegliere quello che si ritiene<br />

preferibile – sotto il profilo del rapporto “benefici-costi-rischi” e tenendo<br />

conto delle possibili reazioni dell’avversario e del contesto politico interno e internazionale<br />

– ed elaborare sulla sua base i propri obiettivi politici e strategici e<br />

il piano e modalità per realizzarli. Le “equazioni generali <strong>della</strong> tattica e delle strategia”,<br />

o leggi di Lanchaster, rappresentano un tentativo di imbrigliare i fattori<br />

possibili, rendendoli comprensibili anche a costo di semplificarli.<br />

L’inconveniente è quello di considerare solo marginalmente l’impatto dei fattori<br />

non quantificabili. La “ricerca operativa”, affermatasi in campo militare soprattutto<br />

nel secondo conflitto mondiale, in particolare con gli studi di Blackett<br />

– poi premio Nobel per la fisica – sulla guerra antisottomarini nell’Atlantico, costituisce<br />

un altro strumento di previsione e di elaborazione di realtà virtuale.<br />

L’essenza di qualsiasi strategia, che non si riduca solo ad uno scontro bruto<br />

<strong>della</strong> forza, consiste nel sorprendere l’avversario, in modo da colpirne i punti deboli<br />

e annientare i suoi sistemi C3I (comando, controllo, comunicazioni ed in-

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