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Storia della Guerra futura Storia della Guerra Futura

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20<br />

Atti del Convegno maggio <br />

tali che tutte le dottrine sulla natura <strong>della</strong> guerra, sul modo di condurla e sulle<br />

sue conseguenze sarebbero apparse inutili o obsolete.<br />

Il metodo positivista risalta anche dalla scelta di cominciare l’indagine dall’analisi<br />

del fattore materiale, dal “capitale”; cioè dai sistemi d’arma a disposizioni<br />

degli eserciti. Bloch riteneva che per capire la guerra occorresse anzitutto comprendere<br />

gli effetti necessari <strong>della</strong> nuova tecnologia militare, indipendentemente<br />

dalla misura in cui fossero stati fino ad allora previsti dagli stati maggiori.<br />

L’idea fondamentale era che le regole <strong>della</strong> guerra sono “dettate” dalla tecnologia.<br />

Ciò che valeva per i moschettieri di Gustavo Adolfo non valeva ora più per<br />

i fanti armati con i nuovi fucili a ripetizione. I nuovi sistemi d’arma non erano<br />

nati nel vuoto: erano il prodotto del progresso tecnico e dello sviluppo industriale<br />

<strong>della</strong> società capitalistica <strong>della</strong> fine dell’ottocento.<br />

Secondo Bloch, sul finire degli anni ottanta del XIX secolo era avvenuto un<br />

“salto” tecnologico, quella che oggi diremmo una Revolution in military affairs,<br />

analoga a quella che tra il 1550 ed il 1600 segnò l’inizio <strong>della</strong> guerra moderna.<br />

L’elemento decisivo di questa rivoluzione era stata, secondo Bloch, 1a scoperta<br />

<strong>della</strong> polvere infume, avvenuta nel 1885. Non si trattava <strong>della</strong> semplice sostituzione<br />

di un propellente ad un altro, ma di un salto di qualità tale da porre<br />

fine al combattimento tradizionale, incentrato sullo scontro delle fanterie.<br />

La polvere infume cambiava radicalmente il volto <strong>della</strong> battaglia. I nuovi fucili,<br />

le nuove granate e i nuovi pezzi di artiglieria dalle prestazioni superiori a quelle<br />

di pochi anni prima, spazzavano via il vecchio modo di combattere. Le distanze<br />

d’ingaggio, il volume di fuoco, la precisione e la potenza distruttiva delle<br />

nuove armi rendevano di colpo obsoleto il vecchio modo di combattere<br />

La conseguenza paradossale, sottolineata da Bloch, era che proprio il miglioramento<br />

delle capacità offensive delle armi avrebbe impedito una guerra basata<br />

sulle offensive rapide e risolutive, e ristabilito l’intrinseca superiorità <strong>della</strong> difesa<br />

sull’attacco (già teorizzata da Clausewitz).<br />

Nella guerra moderna non vi sarebbe stato più posto per assalti frontali all’arma<br />

bianca: la difesa avrebbe regnato sovrana. Gli attaccanti allo scoperto sarebbero<br />

stati spazzati via, a lunga distanza, dai difensori trincerati. Anche le classiche<br />

manovre di aggiramento non avrebbero potuto parimenti aver luogo, perché<br />

il fronte si sarebbe “ossificato” in una continua linea di trincee. Come, nella<br />

Rivoluzione militare di fine cinquecento, le nuove difese erano state le mura<br />

potenziate dalla “Trace italienne”, così le nuove opere difensive si sarebbero identificate<br />

con le trincee.

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