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Storia della Guerra futura Storia della Guerra Futura

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176<br />

Atti del Convegno maggio <br />

però, ha trascurato, nella sua necessità di scrivere la storia dei balcani facendo<br />

finta che caschi blu a Srebrenica non ve ne fossero, di tutelare le posizioni di M.<br />

e di Z..<br />

M. e Z. hanno sofferto gravissimi lutti familiari. Sono miti e amanti del rock.<br />

Vogliono imparare l’italiano perché questo gli da la possibilità di comunicare<br />

con gli studenti che mi vengono a trovare tutti i mesi. Vivono in abitazioni<br />

modeste e non sono nati nel posto nel quale adesso risiedono. E’ difficilissimo,<br />

del resto, trovare oggi, in Bosnia, una persona che abiti nel proprio luogo di origine.<br />

M. e Z. mi aiutano, in tutti i modi che conoscono e con molte altre persone,<br />

a portare avanti le attività che quotidianamente ci impegnano. Spesso la<br />

sera usciamo. Andiamo a bere una birra all’O., un locale che raccoglie gli amanti<br />

del rock. Uno di quei locali dell’est che possono venire in mente quando si<br />

ascolta Another bick in the wall dei Pink Floyd.<br />

Z. lavora come cameriere. La sua paga è di 12 marchi bosniaci al giorno. 12<br />

marchi bosniaci al giorno sono l’equivalente di c.ca 5 euro e 50 centesimi. Z.<br />

lavora dalle 8 del mattino alle 24.00. Non lavora per soldi ma per tenere occupato<br />

il tempo.<br />

M., invece, non lavora e la settimana scorsa ha avuto un’idea. L’idea di raccontare<br />

una cosa normale. Ha deciso di essere onesto. Ha scritto su un giornale locale<br />

un articolo. Nell’articolo ha condannato i ragazzi serbi che, ancora oggi, senza<br />

pudori e vittime <strong>della</strong> più tragica ignoranza, inneggiano fieri al genocidio avvenuto<br />

qua, ormai undici anni fa, e che è costato la vita a migliaia di bosniaco<br />

musulmani. Riuniti nei locali dove si beve, in preda all’alcol e a molte altre<br />

sostanze che la polizia, non si sa come, non riesce ad intercettare prima che vengano<br />

vendute, troppi ragazzi si gonfiano di fatti atroci. Sono troppo giovani perché<br />

li abbiano potuti compiere direttamente e troppo vuotamente esposti alle<br />

propagande più meschine.<br />

M. non li ha più sopportati e lo ha scritto sul giornale. Le sue parole? “Se per<br />

un ragazzo è necessario inneggiare al genocidio per sentirsi serbo allora la nostra<br />

cultura è seriamente in pericolo”.<br />

Da allora M. non può più uscire di casa. Ha ricevuto diverse minacce di<br />

morte. Da queste parti non si scherza troppo con le minacce.<br />

Qualche mese fa, durante una tranquilla serata con amici, a casa mia, mi<br />

accorsi di alcuni movimenti strani. Casa mia è uno dei pochi “luoghi aperti” in<br />

città, può cioè essere frequentato da tutti, serbi ortodossi e bosniaco musulmani.<br />

Questo espone naturalmente a qualche imprevisto. Scoprii semplicemente un

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