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Storia della Guerra futura Storia della Guerra Futura

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168<br />

Atti del Convegno maggio <br />

to” 259 , determinando una progressiva tendenza al superamento di limiti connessi<br />

all’utilizzo dei “mezzi ultimi”. L’assolutizzazione <strong>della</strong> rivalità fra le parti in<br />

conflitto, innescata o favorita dall’operare dei meccanismi descritti in precedenza,<br />

rappresenta un altro fattore di radicalizzazione <strong>della</strong> violenza, così come il<br />

graduale deterioramento <strong>della</strong> posizione dei combattenti regolari, il cui operato<br />

tende ad avvicinarsi sempre più chiaramente a quello delle loro controparti irregolari.<br />

In questo senso, il quadro “insidioso, opaco e indistinguibile” <strong>della</strong> guerra<br />

civile “esaspera ... il bisogno di ‘leggibilità’ dei combattenti, [che] si raccorda<br />

a un altro impulso all’agire violento ... cui è legata la gran parte <strong>della</strong> sovrabbondanza<br />

di violenza, le atrocità, i massacri, gli orrori delle guerre civili, ... costituito<br />

proprio dalla non riconoscibilità del nemico ... [dalla] ostinata estromissione<br />

del nemico-concittadino dalla comunità nazionale” 260 .<br />

La graduale erosione del principio <strong>della</strong> “sovrana eguaglianza” e l’ampliamento<br />

(a livello fattuale) del ricorso al principio di intervento contribuiscono<br />

anch’essi a sfuocare i confini che separano ciò che è guerra da ciò che non lo è<br />

261 . A livello formale, nessuna guerra, dopo il termine del secondo conflitto<br />

mondiale è più stata dichiarata, e solo poche si sono concluse con un formale<br />

trattato di pace. In questo limbo giuridico, i tentativi di giungere a una definizione<br />

credibile e funzionale dei limiti da imporre alla violenza si sono dimostrati,<br />

quanto meno, erratici. Il tema dello jus ad bello, verso il quale la letteratura<br />

sembra dimostrare un rinato interesse, ha inoltre contribuito a introdurre nel<br />

dibattito un tema fortemente valoriale attraverso il recupero del concetto di<br />

“giusta causa”. Il ricorso – spesso per esigenze contingenti – a formulazioni<br />

ambigue complica ulteriormente questo stato di cose, contribuendo a sfumare<br />

ulteriormente la distinzione tra sfera interna e sfera interna, che rappresenta la<br />

principale garanzia riguardo la possibilità di applicare concrete misure di limitazione<br />

<strong>della</strong> violenza bellica.<br />

259 SOFSKY 2005, pp. 106, 114<br />

260 RANZATO 1994, pp. L-LI.<br />

261 COLOMBO 2006, pp. 9-10.

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