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Storia della Guerra futura Storia della Guerra Futura

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GIANLUCA PASTORI<br />

Guerre future”<br />

e violenza “assoluta”<br />

Appunti sulla validità concettuale<br />

di alcune limitazioni tradizionali<br />

La destrutturazione del fenomeno “guerra”<br />

– il cui ritmo si è fatto più rapido<br />

dopo la fine del confronto bipolare – ha<br />

comportato l’apertura di un acceso dibattito intorno<br />

alla natura e alla portata dei cambiamenti intervenuti nel modo “tradizionale”<br />

di pensare la violenza bellica e i suoi protagonisti. La proliferazione semantica<br />

registrata negli ultimi anni intorno al termine “guerra”, sempre più frequentemente<br />

accompagnato da aggettivi volti a precisarne natura e ambiti di riferimento<br />

235 , è un indice significativo dell’ampiezza – se non <strong>della</strong> profondità – di<br />

tale dibattito. Allo stato attuale delle cose, esiste ancora un largo margine di incertezza<br />

sulla portata effettiva di tali cambiamenti, sull’interpretazione da dare<br />

loro, e sul loro concreto effetto rispetto alla natura e ai caratteri <strong>della</strong> “nuova”<br />

guerra. Da alcune parti si è giunti addirittura a ipotizzare l’esistenza di una radicale<br />

imprecisione nell’applicare la categoria <strong>della</strong> “guerra” alle “nuove” forme <strong>della</strong><br />

conflittualità. Come è stato osservato, infatti, “questo nuovo tipo di violenza<br />

rende sempre meno chiare le tradizionali distinzioni tra guerra (di solito definita<br />

come violenza tra stati o tra gruppi politici organizzati, per motivi politici),<br />

crimine organizzato (la violenza di gruppi privati organizzati per scopi privati, in<br />

genere di natura economica), e violazione su larga scala dei diritti umani (la violenza<br />

di stati o di gruppi politici organizzati contro gli individui)” 236 .<br />

235 CORALLUZZO 2005<br />

236 KALDOR 2001, pp. 11-12.

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