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Storia della Guerra futura Storia della Guerra Futura

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<strong>Storia</strong> <strong>della</strong> <strong>Guerra</strong> <strong>Futura</strong> 153<br />

spiritualità orientale fra cui I Ching, e uno strano testo underground dal titolo<br />

The grasshopper lies heavy (La cavalletta non si alzerà più) scritto da un autore di<br />

fantascienza che vive in un alto castello, dove si prospetta un futuro diverso in<br />

cui l’Asse non ha vinto la guerra e quindi, giudicato sovversivo, viene vietato dal<br />

Reich in tutti i paesi dominati. Alla fine del romanzo lo scrittore consulta I<br />

Ching e apprende che il futuro vero è quello immaginario, dove l’Asse non ha<br />

vinto mentre egli e i suoi amici sono immagini virtuali, fantasmi <strong>della</strong> realtà.<br />

Dick riprenderà in parte il tema con il romanzo The simulacra (I simulacri,<br />

1964) nel quale in un futuro non precisato un’America germanizzata è governata<br />

da un presidente eletto che è in realtà un simulacro virtuale.<br />

Per affinità di argomento accanto a Dick va ricordato Norman Spinrad, che in<br />

The iron dream (Il signore <strong>della</strong> svastica, 1972) immagina un universo alternativo<br />

in cui Hitler ha fallito la carriera politica ed è emigrato in America nel 1919 dove<br />

è diventato scrittore di fantascienza mentre un altro dittatore Feric Jagger ha<br />

preso il suo posto e il suo destino e porta a conseguenze estreme le paranoie naziste,<br />

con guerre non solo terrestri.<br />

Sono molti gli autori di romanzi ucronici legati al tema delle guerre e <strong>della</strong> storia<br />

diversa e certamente in un breve saggio non possiamo ricordarli tutti. Ma<br />

senz’altro il più famoso di tutti, anche per la sua smisurata produzione, è certamente<br />

Harry Turtledove, un docente di storia bizantina che dedicatosi alla narrativa<br />

ha sapientemente usato le sue conoscenze storiche calandole nello stampo<br />

<strong>della</strong> fantascienza e <strong>della</strong> fantasy, ma tenendo soprattutto al centro dei suoi plot<br />

il canone dell’ucronia tanto da meritare la definizione e il titolo di “maestro <strong>della</strong><br />

storia alternativa”. Una novità dei romanzi ucronici di Turtledove, che gli ha<br />

dato un ulteriore successo popolare, è la loro serialità, mutuata in parte dai feuilleton,<br />

ma soprattutto dal genere fantasy (a cominciare dal capostipite Tolkien con<br />

la sua saga del Signore degli anelli e tutta la successiva letteratura pulp di sword<br />

and sorcery o heroic fantasy ambientata in una sorta di metastorico medio evo).<br />

Non a caso i primi romanzi che gli diedero una popolarità internazionale sono<br />

quelli fantasy nei quali prospetta un mondo alternativo nel quale è fiorente l’impero<br />

bizantino (o qualcosa che gli somiglia). Si tratta del cosiddetto ciclo di<br />

Videssos, articolato in varie serie, quella <strong>della</strong> “Legione perduta” iniziato nel<br />

1987 (The misplaced legion, 1987, An Emperor for the legion, The legion of<br />

Videssos, The sword of the Legion) quella di “Krispos”, iniziato nel 1991 (Krispos<br />

rising, Krispos of Videssos, Krispos the emperor) quella del “tempo di rivolgimenti”<br />

o “the time of troubles”, iniziata nel 1998 (The stolen throne, Hammer and

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