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Storia della Guerra futura Storia della Guerra Futura

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<strong>Storia</strong> <strong>della</strong> <strong>Guerra</strong> <strong>Futura</strong> 147<br />

intrecciati fra loro: la fantascienza militare e la space opera.<br />

Già agli inizi degli anni Cinquanta compaiono opere mature e originali che<br />

trattano il tema dell’evoluzione del militarismo e dell’etica militare in un futuro<br />

più o meno lontano nel tempo e nello spazio.<br />

Tra i precursori si colloca una delle prime militar space operas, Uller Uprising<br />

di H. Bean Piper (1952).<br />

Seguiranno altri autori più conosciuti come Robert Heinlein, con Starship<br />

troopers (Fanteria dello spazio, 1959) Gordon R. Dickson, con Genetic General<br />

(Generale genetico, 1960) Paul Anderson, con The star fox (La volpe delle stelle,<br />

1065) opere vicine alla politica USA del periodo che vedevano positivamente le<br />

azioni militari anche se esageravano gli aspetti dell’equipaggiamento e <strong>della</strong><br />

disciplina in contesti tecnologici altamente progrediti e in ambienti spaziali con<br />

condizioni proibitive.<br />

Fanteria dello spazio di Heinlein per il suo militarismo spinto fu accusato di<br />

simpatie per i sistemi totalitari e per una filosofia di estrema destra (l’autore fu<br />

considerato addirittura neofascista). Ma a ben vedere il tema di fondo era ancora<br />

la wellsiana war of the worlds, che vedeva i terrestri uniti dopo una Terza guerra<br />

mondiale in un governo militare sopranazionale unico di tipo spartano che<br />

espandendosi nello spazio deve fronteggiare la minaccia di una razza aliena insettoide<br />

molto evoluta tecnologicamente e particolarmente agguerrita e pericolosa,<br />

gli Aracnidi. Lo strumento che i terrestri mettono in campo è la cosiddetta “fanteria<br />

spaziale mobile”, un corpo rigorosamente addestrato ed equipaggiato con<br />

una tecnologia d’avanguardia che riuscirà ad avere la meglio sugli extraterrestri.<br />

Particolari tute potenziate e corazzate, indossate come esoscheletri, garantiscono<br />

ai fanti spaziali supporto vitale e protezione assoluta contro i proiettili e le schegge<br />

e perfino contro gli agenti NBC. Inoltre motori a reazione miniaturizzati,<br />

giroscopi e servomeccanismi dotano i fanti sia di una mobilità superumana, che<br />

comprende anche il volo, che <strong>della</strong> facilità di portare con sé un equipaggiamento<br />

di armi pesanti – lanciarazzi e lanciafiamme – e sensori con cui i soldati, disseminati<br />

individualmente con capsule di lancio sul campo nemico e sulle relative<br />

città, possono controllare ciascuno chilometri di terreno extraurbano o centinaia<br />

di metri di zone edificate, procedendo in plotoni che avanzano coprendosi<br />

alternativamente l’un l’altro con balzi di cento duecento metri, e utilizzando in<br />

caso di necessità armi nucleari tattiche miniaturizzate. Le Starship troopers o “fanteria<br />

spaziale mobile” di Heinlein sembrano anticipare le più moderne protezioni<br />

passive (come gli indumenti in kevlar e altri tessuti sintetici super resistenti),

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