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Storia della Guerra futura Storia della Guerra Futura

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<strong>Storia</strong> <strong>della</strong> <strong>Guerra</strong> <strong>Futura</strong> 143<br />

In tale rielaborazione del libro di Cheney si assisteva all’invasione dell’Italia da<br />

parte <strong>della</strong> Francia, con perdite territoriali e il pagamento di un’ingente indennità<br />

di guerra a favore di quest’ultima.<br />

Nel periodo considerato altre opere di questo tipo degne di nota furono: The<br />

great War of 189...: a Forecast (1893), di P. H. Colomb, e The War in the Air<br />

(1908) di Herbert George Wells e Danger (1914) di Arthur Conan Doyle.<br />

Sono opere che si inquadrano nel filone di premonizione <strong>della</strong> prossima<br />

Grande <strong>Guerra</strong>, con una mescolanza di propaganda politica, ideologia, ammonizione,<br />

e che per quanto riguarda la guerra prendono in considerazione nuovi<br />

mezzi tecnologici di facile prevedibilità che comportano sviluppi tattico-strategici.<br />

Wells, per esempio che aveva anticipato ben altri e complessi scenari fantascientifici<br />

con The war of the worlds del 1898, The War in the Air (La guerra nell’aria)<br />

descrive una guerra mondiale devastante che distrugge non solo la civiltà<br />

occidentale ma anche il resto del mondo, invertendo la tendenza positiva del<br />

progresso scientifico, economico e intellettuale e portando al regresso in nuovo<br />

medio evo. Tutto ciò per l’impiego di nuove armi e soprattutto degli enormi<br />

dirigibili che distruggono con i loro bombardamenti aerei le forze terrestri e<br />

navali e le città. È una classica distopia bellica a scopo di ammonimento, che<br />

annuncia la crisi del positivismo, e nei risultati del conflitto sembra prefigurare<br />

quelli di una guerra atomica. I dirigibili di Wells hanno il loro precedente<br />

nell’Albatross di Robur le conquérant, ovvero Robur il conquistatore (1886) di<br />

Jules Verne, l’aeromobile ad elica ideato da un ingegnere il quale volge la sua<br />

creazione a scopi di crimine e di dominio del mondo (Maître du Monde – Il<br />

padrone del mondo – fu la continuazione del romanzo nel 1904), con una paranoia<br />

da scienziato pazzo che troverà largo seguito nella letteratura e successivamente<br />

nel cinema.<br />

Verne trattò il tema degli armamenti e <strong>della</strong> volontà di dominio anche in altri<br />

romanzi: ricordiamo fra l’altro il precedente Les 500 millions de la Bégum (1879),<br />

dove troviamo un altro scienziato, il dottor Sarrasin, che avuta una cospicua eredità<br />

di mezzo miliardo di franchi da una fantomatica sovrana indiana, fonda una<br />

utopistica città, France-Ville, cui ben presto si contrappone un’altra città, la<br />

Città dell’Acciaio, realizzata dal tedesco professor Schulze con la sottrazione di<br />

metà del denaro proveniente dall’eredità <strong>della</strong> Begum. In questa seconda città,<br />

che diviene ben presto nota come Città del Cannone, vige una disciplina ferrea<br />

e si preparano armamenti formidabili per distruggere la città <strong>della</strong> gioia e del

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