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Storia della Guerra futura Storia della Guerra Futura

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130<br />

Atti del Convegno maggio <br />

tro, per non finire addosso all’imbarcazione in fiamme.<br />

Ciò comportava più ampi spazi di manovra e unità agili, veloci, quindi di tonnellaggio<br />

modesto, il minimo per garantire una piattaforma di tiro sufficientemente<br />

stabile in condizioni di mare calmo 225 .<br />

Verosimilmente il nemico poteva opporre una difesa efficace solo in caso di<br />

superiorità numerica, disponendo le sue unità in quinconce, così da poter aggredire<br />

ai fianchi o da poppa la nave impegnata in un attacco di prua.<br />

Purtroppo non possediamo alcuna descrizione precisa di una battaglia col<br />

fuoco greco 226 , mentre possediamo varie informazioni sul modo in cui era<br />

installato il congegno. Alla fine del secolo IX, stando ai Naumachica dell’imperatore<br />

Leone VI, il sifone, rivestito in bronzo, si trovava a prua, sotto un ponte<br />

destinato ad accogliere soldati di marina, al riparo di un assito perimetrale 227 .<br />

I Naumachica dedicati a Basilio, un altro unicum del manoscritto ambrosiano<br />

(il parakoimomenos Basilio, committente del codice, era stato messo a capo, nel<br />

959, <strong>della</strong> spedizione per la riconquista di Creta) attestano che, mezzo secolo<br />

dopo, oltre al sifone prodiero ne venivano installati altri due, ciascuno su un fianco<br />

228 . Dovremmo quindi ammettere la presenza di tre caldaie? O di una sola, a<br />

centro nave, che alimentava tutti i lanciafiamme? In un caso e nell’altro il quadro<br />

meccanico è complesso; e bisogna aggiungervi un altro problema che non abbiamo<br />

toccato: cioè come si ricaricasse la caldaia e come venisse stivato il liquido.<br />

I Naumachica di Leone VI ci informano che i sifoni non erano le sole armi<br />

incendiarie; esistevano anche le granate, riempite <strong>della</strong> medesima sostanza e,<br />

verosimilmente, innescate con una miccia prima del lancio dalla catapulta, o<br />

forse anche a mano. Poi – novità introdotta da quell’imperatore – i sifoni<br />

manuali, scudati in ferro, destinati al combattimento fra equipaggi 229 ; come in<br />

questi apparecchi avvenisse la compressione e l’accensione è un “rebus” ingegneristico.<br />

L’idea che si trattasse di semplici siringhe è contraddetta dall’illustrazione<br />

presente in un altro celebre codice di tatticografi, il Vaticano greco 1605, f.<br />

225 Liutprando, Antapodosis V 15: (Dio) placidum reddidit mare; secus enim ob ignis emissionem Grecis<br />

esset incommodum.<br />

226 Sul tema DOLLEY 1953, pp. 324-339. A me inaccessibile CHRISTIDES 2002, pp. 87-106.<br />

227 DAIN 1943, p. 20. Anna Comnena, Alessiade XI 10, 2.<br />

228 DAIN 1943, pp. 65-66. Già nella battaglia contro i Russi del 941 le navi erano fornite di sifone<br />

sui quattro lati: Liutprando, Antapodosis V 15.<br />

229 DAIN 1943, p. 30.

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