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Storia della Guerra futura Storia della Guerra Futura

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118<br />

Atti del Convegno maggio <br />

Jean-Charles de Folard aveva combattuto a Cassano d’Adda, ma aveva evitato<br />

Torino. Nel primo scontro era stato testimone di un combattimento serrato<br />

durante il quale i soldati imperiali si erano appoggiati a cascine e canali per avvicinarsi<br />

ai centri di fuoco francesi che difendevano i passaggi, pochi ed obbligati,<br />

sul fiume Pandina. Con quattro compagnie, (1 cp. Rgt. La Marine, 1 cp. Rgt.<br />

Leuville, 1 cp. Rgt. Bretagne, 1 cp. Rgt. Esgrigny, per un totale di 200 uomini)<br />

difese, con successo, un ponte e vicini guadi, facendo perno sulla cascina<br />

Taranta. Assalito da 1.500 fanti imperiali e circa un migliaio di cavalieri comandati<br />

dal principe di Wurttemberg, si difese con accanimento. Il perimetro <strong>della</strong><br />

cascina fu più volte assalito, tuttavia la difesa, ben diretta, respinse tutti gli assalitori.<br />

I nemici, desiderando la gloria di entrare per primi, si spinsero gli uni sugli<br />

altri, ed entrarono due a due. Li si respinse con le baionette, e tutti quelli che entrarono<br />

furono sgozzati senza poter fare resistenza 197 . Anche una volta che gli imperiali<br />

riuscirono ad impadronirsi del cortile, egli fu in grado di organizzare le difese<br />

e continuare la resistenza nella cappella, nella colombaia, nei magazzini, nell’abitazione<br />

vera propria e, persino, nel pollaio. Uno scontro, dunque, avvenuto<br />

a distanze brevissime, spesso con le baionette e le spade da fanteria. In una di<br />

queste lotte corpo a corpo Folard ebbe anche la sventura di venire ferito, proprio<br />

da un colpo di spada al ventre, per sua fortuna non gravemente. Nonostante<br />

tutto, la difesa tenne; nel momento in cui il Gran Priore di Vendôme, fratello<br />

del duca, giunse finalmente in suo soccorso aveva perduto solamente la posizione<br />

del pollaio, tenuta da un ufficiale ed un manipolo di granatieri. Nuovamente<br />

impegnato nello scontro, prese il comando <strong>della</strong> difesa del Castello di Cassano.<br />

Questa fu la principale azione di guerra alla quale Folard prese parte come<br />

comandante di un reparto. Uno scontro feroce, prolungato e spezzettato in vari<br />

episodi, nel quale contò più il coraggio, la determinazione e la predisposizione<br />

allo scherma e alla rissa, piuttosto che la capacità di disporre una notevole potenza<br />

di fuoco o di tattiche elaborate per poterla esprimere al meglio. Le mura <strong>della</strong><br />

cascina rappresentavano una minaccia mortale per qualsiasi reparto di cavalleria<br />

nemica si fosse avventurato nei pressi, senza contare che costituivano una difesa<br />

impenetrabile ai pezzi reggimentali a disposizione <strong>della</strong> fanteria imperiale.<br />

Folard non comandò mai un battaglione dispiegato in linea in una battaglia,<br />

e tutte le altre grandi battaglie <strong>della</strong> quali fu testimone le vide “da dietro”, inserito<br />

nello stato maggiore del Vendôme, del Berwick o di Carlo XII.<br />

197 Mémoires pour servir a l’Histoire de Monsieur le Chevalier de Folard, Ratisbona 1753, pp. 25-26.

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