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Storia della Guerra futura Storia della Guerra Futura

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112<br />

Atti del Convegno maggio <br />

ria francese fosse inaffidabile in difesa, ma esprimesse il suo meglio assalendo il<br />

nemico all’arma bianca. Questa idea, basata su una eccessiva semplificazione e<br />

sulla cattiva interpretazione di rapporti di battaglie, esercitò una profonda<br />

influenza sulle tattiche francesi del XVIII secolo.<br />

Nel 1703 la picca fu abbandonata dall’esercito francese. Sul fronte italiano,<br />

che per i francesi di Luigi XIV significava principalmente il Piemonte, l’uso di<br />

tale arma si era rilevato del quasi del tutto inutile, a causa del territorio, montuoso<br />

o interrotto da boschi e canali. In questi contesti la cavalleria trovava<br />

numerose difficoltà di manovra, rendendo l’uso di tale sistema d’arma superfluo.<br />

I sabaudi del duca di Savoia lo avevano compreso nel 1686 durante le campagne<br />

contro i valdesi, così come il Catinat nel 1690, che si vide costretto a lasciare in<br />

deposito a Pinerolo le sue compagnie di picchieri. In Italia, dunque, queste furono<br />

abbandonate prima che altrove, sicuramente prima che nelle Fiandre dove<br />

invece le ampie pianure e gli spazi aperti di quell’area geografica favorivano<br />

manovre di cavalleria en masse e suggerivano, almeno per il momento, il loro<br />

mantenimento. Già nel maggio del 1690 i reparti destinati al fronte italiano<br />

disponevano di baionetta a calza con innesto tubolare, ideata nel 1687 dal<br />

Vauban. I primi a fronteggiare questa nuova arma erano stati i miliziani valdesi<br />

trincerati alla Balsiglia 192 .<br />

Con la baionetta inastata il fucile diventava una vera e propria picca lunga<br />

1,90 m. Completava l’equipaggiamento del fante una spada bitagliente o, per i<br />

granatieri, una sciabola ricurva ad un solo taglio.<br />

I soldati scelti e i caporali erano armati come i fanti semplici, mentre i sergenti<br />

venivano dotati di una alabardina lunga circa 2,50 m., detta “sergentina”. Gli<br />

ufficiali subalterni, tenenti, sottotenenti e gli ufficiali superiori disponevano di<br />

un esponton, una semi-picca lunga tra i 2,50/3 m. Le armi d’asta, sebbene di<br />

qualche utilità nei rari combattimenti corpo a corpo, erano più rappresentative<br />

che funzionali. Per i sergenti l’asta <strong>della</strong> loro alabardina serviva come strumento<br />

per mantenere allineati gli uomini, ributtarli nei ranghi, spingerli verso il combattimento.<br />

Ufficiali e granatieri erano anche armati di una pistola.<br />

L’Ordonnance del 2 marzo 1703 decise che tutta la fanteria dovesse essere<br />

192 Il 2 maggio 1690, durante la prima Battaglia <strong>della</strong> Balsiglia, i valdesi notarono che se non ci fosse<br />

stata la nevicata, cominciata un quarto d’ora prima dell’assalto, [i francesi] avrebbero fatto grossi guai,<br />

perché avevano quasi tutti in punta al fucile un tipo di baionetta che non impediva di sparare. Presero<br />

parte al fallito attacco le sei compagnie scelte di granatieri, dei Reggimenti Artois, Bourbon (1° btg.),<br />

Du Plessis-Bellière, Vexin, Cambresis e La Sarre (1° btg). MINUTOLI 1998, pp. 288-289.

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