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Storia della Guerra futura Storia della Guerra Futura

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<strong>Storia</strong> <strong>della</strong> <strong>Guerra</strong> <strong>Futura</strong> 111<br />

La dottrina di impiego e i ritardi dell’esercito francese<br />

Nell’arte <strong>della</strong> guerra gli sviluppi tecnologici e le dottrine di impiego sono tra<br />

di loro strettamente correlate. Tuttavia è atipico che una nuova arma e una nuova<br />

tattica siano adottate nello stesso momento. Quasi sempre avviene che il nuovo<br />

sistema d’armi sia utilizzato ed impiegato secondo l’uso che si è fatto sino a quel<br />

momento dell’armamento precedente. La ragione di questo ritardo è causato da<br />

due fattori. Il primo è che la distribuzione di una nuova arma, specie in eserciti<br />

di grandi dimensioni, non avviene tra i reparti rapidamente ed in maniera uniforme.<br />

La seconda è che occorre del tempo prima che in strutture complesse<br />

quali una forza armata avvengano le necessarie condizioni mentali ed amministrative<br />

necessarie a varare un programma di cambiamento. Inoltre c’è una resistenza<br />

maggiore alle novità proprio in quegli eserciti usciti vincitori da un conflitto<br />

rispetto a chi è stato sconfitto.<br />

I francesi si dimostrarono assai più restii, rispetto ad altre potenze, ad adottare<br />

il fucile a pietra. Nel 1693 lo stesso Luigi XIV aveva auspicato un abbandono<br />

completo di tale arma da parte dei suoi soldati. I fatti andarono diversamente.<br />

Se nel 1670 quattro uomini per compagnia (su un totale di 52 uomini, 10 dei<br />

quali picchieri) avevano con sè fucili a pietra, nel 1687 erano saliti ad 8, e<br />

improvvisamente a 21 nel 1692. Sui campi di battaglia <strong>della</strong> <strong>Guerra</strong> <strong>della</strong> Lega<br />

di Augusta i soldati francesi gettavano i loro moschetti a miccia per impossessarsi<br />

dei fucili a miccia del nemico. Al termine del conflitto la fanteria francese era<br />

risultata superiore alla controparte alleata. Pertanto non venne effettuato nessun<br />

grande cambiamento per modernizzare le tattiche di combattimento, nonostante<br />

l’impiego sempre più massiccio, sino a divenire universale, del fucile a pietra<br />

focaia e <strong>della</strong> baionetta a calza. La potenza di fuoco sembrava divenire l’elemento<br />

vincente, e gli eserciti alleati, in particolare quelli olandese e inglese, lavorarono<br />

assai più dei francesi per aumentare l’efficacia del tiro <strong>della</strong> propria fanteria.<br />

L’aumento <strong>della</strong> potenza di fuoco <strong>della</strong> fanteria aveva reso lo scontro da due<br />

formazioni contrapposte un evento particolarmente sanguinoso. Dal momento<br />

che in un simile contesto gravi perdite non potevano essere evitate, ai teorici<br />

francesi sembrò che la vittoria arridesse al reparto in grado di mantenere intatta<br />

la propria disciplina di fuoco nonostante il carnaio che andava aumentando ad<br />

ogni salva. La continuazione dei movimenti di caricamento e sparo, senza troppo<br />

scomporsi per le perdite, e il mantenimento <strong>della</strong> formazione risultavano più<br />

importanti del volume di fuoco espresso. Altri ancora sostenevano che la fante-

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