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Storia della Guerra futura Storia della Guerra Futura

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Atti del Convegno maggio <br />

pessimista ancora si mostrava l’anonimo parigino autore di Paris sautera. La verité<br />

à l’Alsace-Lorraine, (1887), che vedeva le forze francesi di terra e di mare non<br />

pronte. per cui, se si voleva rendere un servigio alla patria, conveniva rinunciare<br />

all’Alsazia e alla Lorena dove, dopo tutto, erano bastate alcune esecuzioni del<br />

Lohengrin per mandare in delirio gli abitanti. E prevedeva che in caso di guerra<br />

l’Italia “ci lancerà contro 200.000 uomini” e verrà “ad attaccare la nostra squadra<br />

del Mediterraneo con le sue grosse corazzate”. Per contro, nel 1888 non<br />

mancò una diversa percezione del futuro ad opera di Rope, Rome et Berlin: tipico<br />

vaneggiamento sciovinista, la pubblicazione descriveva la disfatta delle flotte<br />

italiana e tedesca da parte <strong>della</strong> Marine Nationale, né da meno erano gli eserciti<br />

francesi, sbaragliando gli avversari su tutti i fronti; alla fine, tuttavia, lo scrittore<br />

ammoniva a non dormire sugli allori, perché Germania e Italia erano forze nuove<br />

che potevano rinascere in futuro 18 . Ci si avviava così, tra una prospezione e<br />

l’altra, verso la fine del secolo 19 .<br />

Nel 1894 Gaetano Limo – pseudonimo Argus – diede alle stampe un romanzo<br />

dal titolo “La guerra del 19...”, che per i tempi ebbe una notevole diffusione.<br />

L’autore fingeva di riportare lettere del comandante di una corazzata italiana e<br />

dei suoi corrispondenti. Il solito conflitto italo-francese, per terra e per mare –<br />

ma soprattutto per mare – si concludeva catastroficamente per l’Italia, benché la<br />

flotta si conducesse con eroismo ottenendo alcuni successi iniziali. Ma la ben più<br />

numerosa e potente Marina francese tagliava le comunicazioni marittime, sconfiggeva<br />

la flotta italiana e propiziava sbarchi strategici in Toscana e Sicilia. Non<br />

mancavano i bombardamenti dal mare di Genova, Napoli e La Maddalena; i capitoli<br />

avevano titoli eloquenti: Le forze militari, L’attacco <strong>della</strong> Spezia, L’attacco<br />

di Genova, L’attacco di Biserta, Il bombardamento di Napoli, A qualunque costo!,<br />

Ave Patria!. Con questo titolo un po’ patetico si concludeva tragicamente la<br />

storia, che il capitano De Roberti, nipote del comandante, chiosava così: “Siamo<br />

stati vinti nel cuore stesso del nostro Paese, mentre qui al confine alpino non si<br />

era ceduto un palmo di terreno. O quale tremenda lezione è stata questa per il<br />

mio Paese!” 20 . Il problema era sempre quello <strong>della</strong> difesa dello Stato: dalle Alpi<br />

o dal mare?<br />

18 BOLAND 1884; ANONIMO 1887; ROPE 1888.<br />

19 CLOWES 1893; COLOMB 1894; come pure i collaboratori <strong>della</strong> Naval League in Inghilterra:<br />

NARJOUX 1891; MONTECHANT 1891: CANGEMI 1899; e gli altri collaboratori <strong>della</strong> Lega Navale<br />

Italiana.<br />

20 ARGUS 1899.

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