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Storia della Guerra futura Storia della Guerra Futura

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<strong>Storia</strong> <strong>della</strong> <strong>Guerra</strong> <strong>Futura</strong> 103<br />

Non avendo finora svolto vere indagini sulla produzione fantastorica nel<br />

mondo, mi vedo costretto a parlare quasi solo del mio libro, molto scusandomi<br />

per questa limitazione.<br />

A chi mi chiedesse che cosa tanti anni fa mi abbia spinto a rovesciare la seconda<br />

guerra mondiale potrei rispondere parlando <strong>della</strong> mia predilezione per le sfide<br />

gratuite e sopra tutto <strong>della</strong> mia voglia di divertirmi. Avevo già qualche esperienza<br />

perché fin da ragazzino, spesso trascurando i compiti, mi divertivo a rovesciare<br />

le guerre specie quella del 1870 facendo vincere i francesi più simpatici dei<br />

tedesco-prussiani: passavo ore a ricalcare con variazioni gli ordres de bataille del<br />

vecchio volume di Rüstow e a correggere le battaglie disegnando cartine dove talvolta<br />

rifacevo a modo mio anche la geografia.<br />

Una prima versione del libro, intitolata Da Predappio alle Azzorre pronta a primavera<br />

1970, non persuase i consulenti del mio editore di allora. La vicenda e i<br />

personaggi erano già in gran parte gli stessi di Asse. C’era però una differenza.<br />

Prima di arrivare alla svolta politica che fa vincere i fascismi, inventavo una guerra<br />

mediterranea con vicende alterne in cui l’Italia non riportava solo sconfitte e<br />

disastri: vi erano anche successi sui greci e qualcuno sugli inglesi. Orbene questo<br />

(che l’editore non mi rimproverava) mi suonò improvvisamente troppo falso e<br />

mi spinse a rifare. Provavo il bisogno di ravvicinare la storia fantastica a quella<br />

vera modificandola più dall’interno. La nuova versione fu pronta agli ultimi del<br />

1971. Anna Banti, con straordinaria cortesia, me ne pubblicò un grande assaggio<br />

su Paragone 189 . Vittorio Sereni lesse e mi chiese il romanzo per Mondadori:<br />

a maggio 1973 il libro era nelle vetrine.<br />

La trama falsa e bugiarda di Asse pigliatutto è questa. Nel 1936 sale alla vetta<br />

dell’esercito italiano un generale Doriani, milanese d’idee moderne che crede alla<br />

guerra celere e corazzata. Non sarebbe stato impossibile: bastava innestare sul<br />

tessuto di Clausewitz i testi allora recenti di Guderian, di Liddell Hart e di<br />

Fuller. Era però improbabile se pensiamo alla cultura dei generali italiani del<br />

tempo ben diversi da quelli di oggi, sprovincializzati da decenni di Nato, conoscitori<br />

di lingue e abituati a girare il mondo. Il nome inventato di Doriani ricalca<br />

quello vero di Pariani, capo di SM dell’esercito e Sottosegretario alla <strong>Guerra</strong><br />

dal 1936 al 1939. E ciò non perchè io fossi ammiratore di quest’ultimo, sul<br />

quale dopo la sconfitta la maggior parte dei colleghi militari sciabolerà giudizi<br />

severissimi non perdonandogli la deprecata divisione “binaria”. Tuttavia Pariani,<br />

189 Il rovescio fantastorico “Paragone letteratura” 274/febbraio 1972 pp. 74-100.

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