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Giacomo Manzù, Bambino con l’anatra, 1947, bronzo, cm 45x87x58,<br />

Civico Museo revoltella - Galleria d’arte moderna, Trieste, Photo: Jacopo Ferrari<br />

La GAMeC, in collaborazione con la Galleria<br />

Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea<br />

di Roma, ricorda uno tra i maggiori<br />

scultori italiani del XX secolo,<br />

attraverso una cinquantina di opere di collezioni<br />

pubbliche e private, esplorando il<br />

periodo centrale della sua attività - dal<br />

1938 al 1965 - che si distingue per il profondo<br />

rinnovamento iconografico e per l’eccellenza<br />

della qualità plastica. La mostra, a<br />

cura di M. Cristina Rodeschini e Marcella<br />

Cattaneo, si avvale di un comitato scientifico<br />

composto da Maria Vittoria Marini Clarelli,<br />

Soprintendente della Galleria Nazionale<br />

d’Arte Moderna e Contemporanea di<br />

Roma, Livia Velani, Marcella Cossu, direttore<br />

della Raccolta Manzù di Ardea.<br />

Il percorso, che prende avvio dalla nota<br />

serie delle Crocifissioni realizzate da Manzù<br />

tra il 1939 e il 1942, tocca le tematiche<br />

La GAMeC organizza dal 1° ottobre 2008<br />

all’8 febbraio 2009 la mostra Pio Manzù.<br />

Quando il mondo era moderno, a cura di<br />

Giacinto Di Pietrantonio, Beppe Finessi e<br />

Enrico Fagone che ripercorre l’itinerario<br />

creativo di Pio Manzù, designer di profilo<br />

internazionale, contemporaneamente alla<br />

personale dedicata al padre Giacomo.<br />

L’archivio di Pio Manzù, attualmente depositato<br />

alla GAMeC, consente di tracciare<br />

per la prima volta un percorso completo<br />

della sua opera - che, nella pur breve<br />

esperienza a causa della prematura scomparsa,<br />

ha spaziato dal design, alla fotografia,<br />

alla grafica editoriale - articolato<br />

nelle quattro sale del secondo piano della<br />

galleria, toccando differenti tematiche e<br />

mettendo il suo lavoro in relazione con quello<br />

di altri designer ed artisti internazionali.<br />

Gli anni degli esordi e della sua formazione<br />

alla scuola di Ulm sono oggetto della<br />

prima sala in cui si accostano suoi progetti,<br />

appunti, schizzi, teorie al lavoro dei<br />

docenti e direttori come Max Bill, Tomas<br />

Maldonado, ma anche con quello di colleghi,<br />

artisti e designers italiani.<br />

GIACOMO MANZÙ 1938 – 1965. GLI ANNI DeLLA RICeRCA<br />

La mostra Giacomo Manzù. 1938-1965 gli anni della ricerca è realizzata anche con il sostegno del main sponsor<br />

Fondazione Banca Popolare di Bergamo onlus.<br />

Pio Manzù, Cronotime, 1966, per Ritz Italora<br />

(prodotto in seguito da Alessi), photo: Atelier Röland Fürst,<br />

Wiesbaden, Archivio Pio Manzù<br />

più care all’artista: dalla ritrattistica femminile,<br />

alla resa psicologica di personalità<br />

della cultura alle quali fu legato come Carlo<br />

Carrà, Cesare Brandi, Oskar Kokoschka,<br />

alla suadente interpretazione del nudo<br />

femminile.<br />

L’innovativa scelta iconografica dei Cardinali,<br />

l’incontro con Papa Giovanni XXIII ed il<br />

compimento della Porta della Morte per la<br />

Basilica di San Pietro, vengono individuati<br />

come momenti cruciali della vita artistica di<br />

Manzù. In particolare la porta vaticana, nell’impegnare<br />

l’artista dal 1947 al 1964, diviene<br />

l’epicentro di una poetica che nel dialogare<br />

con la tradizione ne rifiuta gli aspetti<br />

accademici per dare accesso a una visione<br />

della realtà in cui valori umani e storia delle<br />

emozioni si saldano in piena alleanza.<br />

La scelta di concentrarsi sul periodo 1938<br />

- 1965 si propone, dunque, di sottolineare<br />

PIO MANZÙ QUANDO IL MONDO eRA MODeRNO<br />

La seconda e terza sala indagano la fase<br />

del lavoro di Pio Manzù dedicata al Car<br />

design, che gli valse riconoscimenti e premi<br />

internazionali: disegni, progetti, foto,<br />

modellini relativi alla 127 Fiat e ai Trattori,<br />

e i progetti mai prodotti per Autonova,<br />

Taxi, Autobus. Molti di questi sono stati<br />

realizzati con grande successo sia sul piano<br />

della pura ricerca sia del mercato. A<br />

partire dal 1967 è, infatti, consulente alla<br />

Fiat che da subito gli da la fiducia necessaria<br />

per progettare liberamente e sperimentare.<br />

Per la casa automobilistica torinese,<br />

realizza il City Taxi e l’Autobianchi<br />

Coupé, entrambe esposte al Salone dell’automobile<br />

di Torino.<br />

Agli oggetti è dedicata la sala di chiusura:<br />

originali d’epoca - molti di essi ancora oggi<br />

campeggiano nelle nostre case e sono<br />

considerati ormai dei classici, basti pen-<br />

il contributo dello scultore lombardo che<br />

per l’intensità della ricerca di quegli anni è<br />

considerato come una delle personalità di<br />

spicco della cultura artistica del novecento.<br />

La connessione della mostra con la riflessione<br />

che nel 2008 viene avviata dalla città<br />

di Bergamo sulla figura di Giovanni<br />

XXIII a cinquant’anni dall’elezione pontificale,<br />

varrà a sottolineare quanto abbia<br />

inciso sul lavoro di Manzù la profonda intesa<br />

umana con il papa bergamasco.<br />

Per dare risalto alla vita artistica dello<br />

scultore in terra di Bergamo, una sezione<br />

della mostra viene ospitata nello storico<br />

Palazzo Marinoni Barca di Clusone (BG),<br />

sede del MuseoArteTempo. La località, nell’ospitare<br />

lo scultore negli anni di guerra,<br />

garantì a lui e alla sua famiglia un approdo<br />

sicuro ed un clima culturale aperto e solidale,<br />

del quale le opere esposte danno conto.<br />

sare al primo orologio a transistor italiano,<br />

Cronotime, prodotto dalla Ritz Italora<br />

ed esposto al MOMA di New York -, prototipi<br />

e progetti.<br />

Nel rigore progettuale di Pio Manzù risiede<br />

il superamento della problematica formale<br />

e l’apertura verso quella ergonomica: il<br />

rapporto uomo-macchina e tutte le componenti<br />

psico-fisiche ad esso correlate.<br />

Le sue vetture non risolvono solo i requisiti<br />

di funzionalità dei propri componenti<br />

ma allargano la riflessione alle questioni<br />

del traffico, della circolazione, delle quali,<br />

secondo Pio Manzù, il designer non può<br />

non tenere conto.<br />

In poco tempo e con poche risorse, realizzò<br />

molti progetti e si fece conoscere a livello<br />

internazionale. Lo si considerava già una<br />

promessa del design mondiale a trent’anni<br />

non ancora compiuti quando morì tragicamente<br />

in un incidente d’auto.<br />

Le mostre sono organizzate dalla GAMeC,<br />

che ha quali soci fondatori Comune di Bergamo<br />

e TenarisDalmine, soci benemeriti Banca<br />

Popolare di Bergamo e Bonaldi S.p.A. e sostenitori<br />

Confindustria Bergamo.

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