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percorso linguistico, forse spinti dalle speranze fornite dai<br />

lati positivi della globalizzazione. Marialuisa, 16 anni del<br />

Liceo Linguistico Imbriani di Avellino: “Il mio percorso scolastico<br />

mi fornirà le basi fondamentali per il mio futuro.<br />

Sfruttando le mie future capacità linguistiche riuscirò a comunicare<br />

con persone di diversi contesti culturali e sociali;<br />

potrò inoltre realizzare il mio sogno di lasciare la piccola<br />

città che mi ha visto crescere e allargare i miei orizzonti,<br />

viaggiando in paesi lontani come hostess o, magari, come<br />

giornalista o scrittrice!”. Maria Teresa, 16 anni, del Caro<br />

di Napoli, è sulla stessa lunghezza d’onda: “La conoscenza<br />

delle lingue moltiplica le opportunità di lavoro che potrò<br />

avere in futuro”.<br />

Tornando all’indagine, emerge inoltre la lontananza degli<br />

insegnanti dal mondo degli studenti. Se qualcuno dà la colpa<br />

all’elevata età media del corpo docente rispetto alle medie<br />

europee (quasi il 53% dei professori ha più di cinquant’anni),<br />

Amira, studentessa diciassettenne del Liceo<br />

Catullo di Monterotondo (Roma), fornisce un’altra interessante<br />

spiegazione: “Non amo avere con i miei insegnanti un<br />

rapporto troppo confidenziale, motivo per cui con i miei<br />

professori ci scherzo nei momenti opportuni e durante la<br />

lezione sono piuttosto seria e attenta. Spesso però noto siano<br />

un po’ insensibili con i problemi con cui spesso si scontrano<br />

gli studenti. Penso in generale che la classe insegnante sia<br />

fin troppo presa da se stessa e dai propri problemi per poter<br />

avere un buon rapporto con lo studente”. È d’accordo anche<br />

Dario, 17 anni del Vannucci di Pistoia: “Per fare il professore<br />

ci vuole passione, non tutti ce l’hanno e con lo stipendio<br />

da fame che ricevono non sono affatto incentivati a migliorare<br />

le proprie prestazioni”. Marco Mazzoni, che nel<br />

2005 ha fondato BLOGmag e che è da anni, per una serie di<br />

progetti, a diretto contatto col mondo degli studenti, sottoli-<br />

21<br />

settembre 2008<br />

in primo piano<br />

nea anch’egli le talvolta scarse prestazioni dei professori<br />

italiani: “Noto che ci sono professori che non riescono a trasferire<br />

emozioni ai ragazzi. Se deve essere tutta una questione<br />

nozionistica allora non si va da nessuna parte. Nella mia<br />

esperienza, gli insegnanti di maggiore successo sono quelli<br />

che ci credono davvero nonostante tutto, e che amano il loro<br />

mestiere a tal punto da trasferire questo sentimento ai propri<br />

studenti”.<br />

Ma, se dalla ricerca emerge che l’80% degli studenti italiani<br />

talvolta si chiede che senso abbia stare a scuola, ci è sembrato<br />

corretto porre ai ragazzi che abbiamo intervistato un po’<br />

in tutta la Penisola la fatidica domanda: siete soddisfatti<br />

della vostra vita scolastica?<br />

Lorenzo, 17 anni dell’ITC Tanari di Bologna: “Dire di essere<br />

soddisfatti della scuola è un po’ dura, ma devo dire che la<br />

mia vita scolastica non è poi così male, dato che la mia<br />

scuola offre molte opportunità: progetti, scambi culturali,<br />

gite…”. Eleonora, diciassettenne genovese iscritta al liceo<br />

Colombo si ritiene anch’essa soddisfatta perché “nonostante<br />

sia una scuola impegnativa, oltre allo studio ci sono anche<br />

laboratori teatrali e comitati”. Due brevi opinioni in buona<br />

parte positive che, sommate a ciò che abbiamo riportato sopra,<br />

dimostrano che le scuole superiori italiane non sono<br />

frequentate da studenti eccessivamente insoddisfatti…<br />

Dalle interviste emerge comunque un senso di smarrimento<br />

dovuto alla poca organizzazione di orari e interrogazioni e<br />

all’utilizzo dei laboratori (laddove ci sono, spesso vengono<br />

sfruttati al minimo delle loro potenzialità o addirittura lasciati<br />

inutilizzati). L’opinione di alcuni ragazzi è poi negativa<br />

sulla scarsa possibilità di scelta a livello d’indirizzo degli<br />

studi: in molti vorrebbero, ad esempio, la musica inserita<br />

nelle materie di studio anche alle superiori come avviene in<br />

moltissimi altri paesi europei. l

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