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20<br />

in primo piano<br />

re alla scuola etichette calate dall’alto”.<br />

L’indagine tratteggia la scarsa considerazione che<br />

gli studenti hanno della scuola. “Il messaggio che<br />

giunge oggi ai ragazzi – spiega Luigi guerra, preside<br />

della facoltà di scienze della formazione di Bologna<br />

– è che il benessere è conseguente a una rapida<br />

affermazione personale. e soprattutto che il benessere<br />

è esclusivamente di tipo economico, derivante<br />

da rendite di posizione familiari o al massimo<br />

- quando possibile - da inserimenti rapidi nel mondo<br />

del lavoro, quando non da comportamenti al limite<br />

della legalità. Per questo gli studenti delle<br />

superiori subordinano la scuola al mercato del lavoro<br />

mentre la scuola viene stressata perché si rapporti<br />

al mondo produttivo”. Insomma, dice in sostanza<br />

la ricerca del Censis, dal momento che la<br />

scuola non serve a trovare un lavoro soddisfacente,<br />

allora la scuola è inutile. “Uno dei motivi per cui<br />

la scuola italiana è diventata così poco autorevole<br />

– conferma lo scrittore andrea Bajani – è perché<br />

non si attribuisce alla cultura più nessun valore in<br />

sé. si chiede alla scuola di essere propedeutica al<br />

lavoro. I ragazzi si chiedono: farò il medico, perché<br />

devo studiare la storia antica? Oppure: se voglio<br />

fare ingegneria, che mi frega del latino?”. Insomma,<br />

i ragazzi rimproverano alla scuola di non preparare<br />

al lavoro. vorrebbero “più pratica e meno<br />

teoria”, come si legge nel servizio qui a fianco. “Ciò<br />

che si chiede alla scuola – sottolinea ancora il preside<br />

guerra – è l’inserimento lavorativo e non la<br />

costruzione della personalità. Insomma, valgono di<br />

più i contenuti formativi che quelli educativi”.<br />

ma non sarà anche colpa degli insegnanti? I ragazzi<br />

si lamentano della scarsa “sensibilità” per i loro<br />

problemi da parte di chi sta in cattedra e della poca<br />

passione per un mestiere in cui dovrebbe essere<br />

necessaria. secondo l’indagine Censis “gli inse-<br />

settembre 2008<br />

gnanti sono percepiti come pieni di buona volontà,<br />

ma dai linguaggi lontani, poco comprensibili”. “Poveri<br />

prof – commenta Bajani – i genitori passano il<br />

tempo a delegittimarli e li giudicano troppo sfigati<br />

per qualcosa di più dell’insegnante, che infatti è<br />

anche una delle professioni meno pagate del nostro<br />

paese. Il fatto è che ormai i genitori sono acculturati<br />

quanto gli insegnanti e dunque ritengono<br />

di essere più bravi di loro, persino di conoscere meglio<br />

le loro materie. I genitori dipingono i professori<br />

come persone disagiate, quasi che gli allievi fossero<br />

i loro insegnanti di sostegno. ma non è così:<br />

personalmente ho incontrato insegnanti con fortissime<br />

personalità; e del resto ce ne vuole, di personalità<br />

e di carisma, per riuscire a svolgere la propria<br />

funzione di insegnante in una situazione del<br />

genere”.<br />

Un’indagine dei ricercatori di Bankitalia e del ministero<br />

dell’istruzione del luglio scorso rileva che le<br />

entrate e le uscite di docenti dal sistema scolastico,<br />

così come il turnover dei professori con cattedra,<br />

causano una “mancanza di continuità didattica”.<br />

In generale, più di un quinto dei docenti cambia<br />

scuola da un anno all’altro. Nell’indagine emerge<br />

poi che gli insegnanti in Italia sono in media più<br />

vecchi del resto degli occupati e sono in prevalenza<br />

donne. “sì – conferma il professor guerra – assistiamo<br />

ormai a una vera e propria ‘femminilizzazione’<br />

dell’insegnamento. Nel senso – spiega – che<br />

il gran numero di donne avviate all’insegnamento<br />

hanno fatto sì che diventasse un secondo lavoro,<br />

un’occupazione adatta ad occuparsi in primo luogo<br />

della famiglia. Quindi poco professionalizzata e soprattutto<br />

poco pagata. gli stipendi degli insegnanti<br />

italiani sono i più bassi d’europa. ma resto convinto<br />

che non sia tanto l’autorevolezza del singolo<br />

insegnante a essere minata oggi, quanto proprio<br />

continua a pagina 23 >

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