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i gioVani e lo StUdio<br />
Pensi che i giovani si iscrivono all’università<br />
solo perché non hanno alternative?<br />
Sì 55,3%<br />
1<br />
in primo piano<br />
Insoddisfatti, disorientati e...<br />
La voce degli studenti sulla qualità della scuola e sui rapporti con i professori<br />
Marco Cantelli<br />
giornalista di blOGmag<br />
No 44,7%<br />
Ti capita di chiederti che senso ha stare a scuola?<br />
Sì 79,9% No 20,1%<br />
Campione: giovani di età tra i 1 e i 1 anni<br />
Fonte: indagine Censis<br />
La scuola italiana è sempre più in declino. Non bastavano<br />
le ormai decennali proteste contro ogni<br />
tipo di riforma proposta e messa in atto dal governo<br />
di turno (per ultima la scottante questione dei debiti<br />
formativi e dei relativi corsi di recupero estivi); ad allarmare<br />
sono ora statistiche sempre più preoccupanti sulla fiducia<br />
dei ragazzi (e della popolazione più in generale) verso<br />
il mondo della scuola e dati non proprio confortanti sulle<br />
prestazioni degli studenti durante l’ultimo anno scolastico.<br />
Il 45,7% degli allievi delle scuole secondarie di secondo grado<br />
(più banalmente dette scuole medie superiori) ha rimediato<br />
un debito in matematica. “Un’autentica emergenza<br />
didattica”, sono state le parole del ministro dell’Istruzione<br />
Maria Stella Gelmini per descrivere questa grave situazione<br />
che non riesce a passare in secondo piano nonostante il 10%<br />
di promozioni in più rispetto all’anno passato e lo 0,9% di<br />
lodi tra i diplomati del 2008.<br />
Il ministro, però, non dovrà fare i conti soltanto con gli<br />
scarsi risultati degli studenti italiani ma anche con una generale<br />
sfiducia verso il mondo della scuola. La Gelmini è il<br />
ministro che, dai dati del sondaggio Ipr Marketing per Repubblica.it,<br />
riscuote meno fiducia da parte della popolazione,<br />
con un misero 35% registrato ai primi di luglio.<br />
E non è tutto: una ricerca del Censis effettuata, alla fine di<br />
giugno 2008, su un giovane campione della popolazione<br />
settembre 2008<br />
UNa rIvIsTa FaTTa DagLI sTUDeNTI<br />
eCCo CoS’È blogMag<br />
l’articolo che trovate qui sotto, e che propone il punto di vista<br />
dei ragazzi e degli studenti sulla scuola italiana, è scritto<br />
da un giovane giornalista di blOGmag. blOGmag è la prima<br />
rivista studentesca italiana in termini di diffusione, numero<br />
di lettori e partecipazione. Nasce nel 2005 e ad oggi diffonde<br />
in tutta italia (con numerose edizioni locali) oltre 500mila<br />
copie. Conta più di 3000 studenti-giornalisti e la sua diffusione<br />
è autorizzata all’interno delle scuole superiori. la rivista<br />
è il principale osservatorio di abitudini e tendenze degli<br />
studenti italiani. Per saperne di più www.blogmag.it.<br />
italiana (tra i 14 e i 19 anni d’età) dimostra che la funzione<br />
sociale della scuola si trova a fare i conti con un vero e proprio<br />
momento di declino. I ragazzi, da quanto emerge da<br />
quest’indagine, sembrano sempre più convinti del fatto<br />
“che studiare di più e più a lungo non paga, perché altri<br />
sono i percorsi di costruzione del proprio status e benessere<br />
sociale”. Inoltre, più di un quarto di loro pensa che non serva<br />
un titolo di studio per trovare un lavoro. Ma, nella realtà,<br />
le opinioni dei ragazzi non sono così decise, come d’altronde<br />
è normale possa essere per degli adolescenti.<br />
In particolar modo, è opinione comune (la pensa così più del<br />
55% degli intervistati dal Censis) che i giovani si iscrivono all’Università<br />
solo perché non hanno alternative nel mondo del<br />
lavoro. Federico, un neomaggiorenne del Liceo Copernico di<br />
Bologna, è spaventato dalle limitate conoscenze pratiche fornitegli<br />
dal suo indirizzo: “Frequentando l’indirizzo matematico-informatico,<br />
posso dire che esso prepara gli studenti in<br />
modo completo nelle materie scientifiche… Ma le conoscenze,<br />
anche se avanzate, sono soprattutto teoriche e delimitate a<br />
un particolare settore, quello scientifico. Anche se il liceo fornisce<br />
le basi fondamentali per lo studio universitario, crea<br />
pochi spazi per l’ingresso nel mondo del lavoro; e dopo l’università<br />
è comunque difficile trovare lavoro. Non penso però<br />
che ci sia qualcosa di più utile rispetto alla scuola. Per agevolare<br />
il futuro lavorativo di ogni studente sarebbe meglio riformare<br />
il modo d’insegnare: meno studio teorico e più studio<br />
pratico, come nel resto d’Europa”.<br />
Più convinti sono invece tutti i ragazzi che hanno scelto un<br />
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