download - Consumatori - Coop
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alla fine il governo è andato<br />
fino in fondo. e la sua<br />
maggioranza l’ha seguito<br />
senza tentennamenti. Il<br />
decreto è stato convertito in legge<br />
con tutti i provvedimenti anticoop<br />
annunciati e scritti: dall’aumento<br />
dell’aliquota fiscale sul Prestito sociale<br />
(che passa dal 12,5 al 20 per<br />
cento), al prelievo una tantum biennale<br />
del 5 per cento sugli utili, all’innalzamento<br />
della quota degli utili<br />
tassabili (dal 30 al 55 per cento). a<br />
conti fatti, <strong>Coop</strong> dovrà pagare una<br />
“bolletta” di una cinquantina di milioni<br />
che graverà necessariamente<br />
sui bilanci delle diverse cooperative.<br />
Un obolo consistente che, al di là<br />
1<br />
in primo piano<br />
un conto<br />
da 50 milioni<br />
Convertito in legge il decreto del governo che modifica le norme fiscali. Colpendo,<br />
di fatto, solo le <strong>Coop</strong> di consumo. il presidente di ancc Soldi: “Così si danneggiano<br />
milioni di cittadini. Siamo diventati grandi per restare competitivi”<br />
delle nude cifre, è anche il segnale<br />
esplicito di un paradossale attacco<br />
contro chi, in questi anni, si è prodigato<br />
più che mai per tutelare il potere<br />
d’acquisto dei soci e consumatori.<br />
Un attacco condotto con<br />
l’intento preciso di indebolire una<br />
realtà che da sempre è vicina alle<br />
famiglie e ai bisogni dei consumatori.<br />
Tanto più che, contrariamente<br />
a quanto annunciato, il governo non<br />
ha sentito neppure il bisogno di<br />
convocare le parti interessate prima<br />
del voto di fiducia.<br />
ma a chi giova tutto questo? «Di<br />
certo non giova ai quasi sette milioni<br />
di soci – risponde aldo soldi,<br />
Presidente dell’associazione Na-<br />
zionale <strong>Coop</strong>erative di <strong>Consumatori</strong><br />
–. Non giova ai milioni e milioni<br />
di nostri clienti e nemmeno ai nostri<br />
fornitori. sicuramente giova a<br />
qualche concorrente». Insomma,<br />
non giova al paese indebolire la<br />
cooperazione di consumo perché<br />
forme plurali di presenza sul mercato<br />
aiutano il mercato stesso ad<br />
essere più pulito, aperto ed efficiente.<br />
«Certo, e lo dimostriamo<br />
facendo bene il nostro mestiere e<br />
facendo cose nuove che nessuno<br />
fa nel nostro paese – aggiunge<br />
soldi –. abbiamo dimostrato l’utilità<br />
sociale di <strong>Coop</strong> mantenendo la<br />
nostra inflazione interna bel al di<br />
sotto di quella Istat. Ci conforta<br />
T r a D e C r e T O D e L g O v e r N O e P a r e r e D e L L ’ U e<br />
CoSa È CaMbiato e CoSa potRebbe CaMbiaRe<br />
il decreto fiscale del governo comprende tre provvedimenti<br />
che riguardano la cooperazione. il primo riguarda<br />
le cooperative a mutualità prevalente che presentano un<br />
prestito sociale superiore ai 50 milioni di euro (e se tale<br />
prestito è superiore al patrimonio netto contabile, inclusi<br />
gli utili di esercizio); ebbene tali cooperative pagheranno<br />
per due anni un 5% dell’utile netto per finanziare<br />
il fondo di solidarietà per i cittadini meno abbienti. il secondo<br />
punto riguarda il fatto che la tassazione sugli interessi<br />
del prestito sociale passa dall’attuale 12,50% al<br />
20%. Terzo punto la variazione della quota di utili netti<br />
annui che risultano detassati. Prima di questo decreto,<br />
per le cooperative a mutualità prevalente tale quota era<br />
del 70%, ora scende al 45%, ovvero si pagano le tasse sul<br />
55% degli utili.<br />
settembre 2008<br />
d i a l d O b a S S O Ni<br />
il commissario europeo alla concorrenza, la danese Kroes,<br />
nel suo documento, pretende di distinguere le cooperative<br />
in base alla dimensione e non in base a ciò che realmente<br />
fanno. Secondo questa impostazione, se le cooperative non<br />
rientrano nella categoria delle piccole e medie imprese (cioè<br />
con meno di 250 dipendenti e meno di 50 milioni di fatturato<br />
annuo) non hanno diritto ad alcun vantaggio. inoltre le cooperative,<br />
sempre secondo la Kroes, dovrebbero svolgere la<br />
propria attività esclusivamente a favore dei soci. Qui è bene<br />
ricordare che la normativa italiana (introdotta nel 2003 dal<br />
precedente governo berlusconi) opera una distinzione tra<br />
cooperative a mutualità prevalente (cioè che operano per<br />
oltre il 50% con i propri soci) e non. Solo quelle a mutualità<br />
prevalente – tra cui rientrano tutte le <strong>Coop</strong> di consumo –<br />
hanno diritto a un diverso trattamento fiscale.