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L’<strong>e<strong>di</strong>toria</strong>le<br />
Giovanni MATICHECCHIA<br />
Un recente <strong>in</strong>contro dell’Assemblea della Consulta delle<br />
Associazioni ne ha evidenziato una forte <strong>in</strong>voluzione<br />
burocratica. Interm<strong>in</strong>abili <strong>di</strong>scussioni per mo<strong>di</strong>ficare il<br />
Regolamento <strong>in</strong>terno. Tale Regolamento avrebbe dovuto,<br />
nelle <strong>in</strong>tenzioni del <strong>di</strong>rettivo, precedere la revisione dello<br />
Statuto. Con un percorso a gambero. Probabilmente così<br />
strutturato per rispondere ad esigenze <strong>in</strong>terne. Ma il<br />
punto non è questo. Un caro amico con<strong>di</strong>videva con me<br />
l’op<strong>in</strong>ione secondo cui queste battaglie sulle regole<br />
<strong>in</strong>terne nascondono sempre lotte <strong>in</strong>test<strong>in</strong>e per la<br />
conquista dei posti <strong>di</strong> prestigio. Non possiamo parlare <strong>di</strong><br />
posti <strong>di</strong> potere, <strong>di</strong> poltrone. A meno <strong>di</strong> non considerare<br />
potere la gestione dell’asfittico cartellone <strong>di</strong> <strong>Massafra</strong><br />
Estate. Un cartellone come si sa, nel quale gli<br />
amm<strong>in</strong>istratori entrano a gamba tesa per farvi accedere<br />
le associazioni a loro più vic<strong>in</strong>e. Non si gri<strong>di</strong> allo scandalo.<br />
Le associazioni nate per supportare un politico è naturale<br />
che vedano il politico come porta d’accesso (e <strong>di</strong><br />
f<strong>in</strong>anziamento) per manifestazioni, cartelloni estivi e<br />
stagioni varie. Qu<strong>in</strong><strong>di</strong> stiamo parlando <strong>di</strong> una malattia<br />
<strong>di</strong>fficile da curare perché legata ad un ancestrale modo <strong>di</strong><br />
vedere la vita, il potere, i potenti, il bisogno <strong>di</strong> essere<br />
raccomandati, <strong>di</strong> essere protetti. Qu<strong>in</strong><strong>di</strong> sostanzialmente<br />
neanche questo è un problema risolvibile. Rimane vivo il<br />
problema <strong>di</strong> conquistare posti <strong>di</strong> prestigio. Legittima<br />
ambizione (entro certi limiti) dell’animo umano. Ma se il<br />
ruolo <strong>di</strong> prestigio è f<strong>in</strong>e a se stesso resta <strong>di</strong>fficile<br />
comprendere tanto accanimento. Avremmo compreso un<br />
confronto <strong>in</strong>terno sul ruolo della Consulta nella vita<br />
democratica della città. Perché questo era il ruolo<br />
“politico” <strong>in</strong>tr<strong>in</strong>seco <strong>di</strong> un organismo rappresentativo delle<br />
forze sociali vive e attive sul territorio. Avrebbe dovuto<br />
r<strong>in</strong>vigorire la partecipazione e qu<strong>in</strong><strong>di</strong> la democrazia.<br />
Perché le associazioni hanno una visione dei problemi<br />
della città molto <strong>di</strong>versa da quella dei politici e degli<br />
amm<strong>in</strong>istratori (se ne hanno una). Sono calati nella realtà<br />
quoti<strong>di</strong>ana. Sono una effettiva fonte <strong>di</strong> cultura <strong>in</strong>carnata<br />
nel vivere giorno dopo giorno. Qu<strong>in</strong><strong>di</strong>, con tutto il rispetto<br />
per gli <strong>in</strong>tellettuali, costruttori <strong>di</strong> cultura viva come le<br />
manifestazioni popolari, i <strong>di</strong>battiti, le testimonianze <strong>di</strong><br />
esperti, la pratica <strong>di</strong> quella solidarietà che sembra<br />
scomparsa dal tessuto vivo della nostra società (se si<br />
escludono i miserevoli episo<strong>di</strong> <strong>di</strong> liti tra donatori <strong>di</strong><br />
sangue). Questo vissuto forte delle associazioni dovrebbe<br />
costituire titolo, nei confronti degli amm<strong>in</strong>istratori, per far<br />
pesare il proprio parere su una serie <strong>di</strong> problemi che<br />
assillano questa comunità. Sull’<strong>in</strong>ceneritore non una<br />
associazione e tanto meno la Consulta hanno fatto sentire<br />
la propria voce. Sul Piano Urbanistico Generale <strong>in</strong><br />
la voce <strong>di</strong> massafra<br />
sabato 2 febbraio 2013 3<br />
La buona volontà non sempre è sufficiente<br />
<strong>di</strong>scussione <strong>in</strong> questi giorni nessuno ha provato a fare la<br />
più piccola proposta. Eppure questo strumento <strong>in</strong>cide e<br />
<strong>in</strong>ciderà notevolmente sulla vita quoti<strong>di</strong>ana <strong>di</strong> ognuno<br />
<strong>di</strong> noi. Volendo mettere da parte, facendo f<strong>in</strong>ta che non ci<br />
riguarda, la situazione che si è creata sulla vita e sul<br />
futuro del centro siderurgico tarant<strong>in</strong>o dove cent<strong>in</strong>aia <strong>di</strong><br />
massafresi lavorano quoti<strong>di</strong>anamente e che m<strong>in</strong>accia la<br />
salute nostra e dei nostri figli. Ecco tutto questo scivola<br />
addosso a una Consulta che pure <strong>in</strong> tempi passati si è<br />
battuta per evitare la chiusura dell’Ospedale. Non ha<br />
conseguito il risultato sperato. Ma non parlerei <strong>di</strong><br />
sconfitta. È stata sconfitta <strong>in</strong>vece smaccatamente la classe<br />
politica e amm<strong>in</strong>istrativa. Proprio a loro va addebitata<br />
anche questa vita asfittica della Consulta. Perché<br />
probabilmente fa comodo avere un docile organismo<br />
al gu<strong>in</strong>zaglio da movimentare <strong>in</strong> tempo <strong>di</strong> elezioni.