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sabato 2 febbraio 2013
Un monumento da salvare:
“O crosc d’ Crist” (La Croce di Cristo)
GIUSEPPE TERMITE
Con il Concilio di Trento
(1545-1563) fu emanata la
norma in cui tutti gli ingressi
dei paesi cattolici, fossero
segnati, sia, dalla presenza
del simbolo della Croce
cristiana o dal “calvario della
Passione” e, sia, dalla
segnalazione, ai viandanti o
ai pellegrini, che quello era
un paese cattolico – romano.
Al di là della circostanza
storica, ad emergere in piena
evidenza è il valore spirituale
di un luogo, definito da un
simbolo proiettato verso il cielo. Anche Massafra si adeguò
ai disposti tridentini con l’ubicazione di questa testimonianza
di fede ai suoi confini meridionali, orientali e settentrionali.
La presenza di queste croci aveva anche la funzione di
indicare una strada che menava ad un luogo religioso. Tra
le numerose testimonianze, presenti ancora nella nostra
città, ne sottolineo una che rappresenta un pezzo delle nostre
radici storiche e che va subito salvata dalla sua certissima
distruzione. Per arrivarci, si giunge alla fine di via La Rotonda
che incrocia a destra via del Procaccia, oggi via La liscia.
Dopo averla percorsa per circa 30 metri in direzione ovest,
sul lato destro e nel punto in cui vi confluisce l’antica via dei
Cappuccini, si incontra un originale Calvario, ubicato sulla
sommità di una “collinetta” che si eleva dal livello stradale
di circa 3 metri. Nello spazio apicale di essa, in posizione
quasi centrale è presente un calvario stilizzato di calcarenite
di cm. 140 di altezza e su di esso è infissa “O’ crosc’ d’
Crist” (la Croce di Cristo). Il suo saluto beneaugurante
voleva testimoniare a tutti i viandanti e pellegrini che
percorrevano la trafficata via consolare del Procaccia, che a
circa 50 metri di distanza in direzione nord, si poteva visitare
l’ospitale convento e chiesa (1580) dei frati Cappuccini, un
ordine mendicante francescano. Nei suoi oltre cento anni di
vita, questo “testimone religioso” ha subito il degrado del
tempo e gli smottamenti di arenaria su cui era stato
costruito. Le calamitose alluvioni del 2003 e 2005, hanno
fatto franare tutta la facciata meridionale che si affaccia su
via del Procaccia. Il suo grido silenzioso è stato affidato a
questa scheda storica che rivolge un accorato appello agli
Amministratori pubblici e a Enti privati per un urgente
intervento conservativo, per salvarlo dalla sua totale
distruzione e per poter tramandare la sua presenza storico
– religiosa alle future Generazioni di Massafra. Questa
“testimonianza di fede cristiana” confina: a nord ed a est,
con le costruzioni comunali del macello vecchio di Massafra;
a sud, con via del Procaccia, antica ed importante arteria
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consolare e che urgentemente va messa in sicurezza e
vincolata come Bene Storico di Massafra, prima che gli
insediamenti industriali che si vanno posizionando sul lato
nord della S.S. 7, la distruggano per sempre; ad ovest, con
via dei Cappuccini , una strada tutta dissestata e dirupata,
che sfiorando il suddetto edificio religioso, si ricongiunge , a
nord, alla seconda curva stradale di via La Rotonda. Al livello
del piano stradale, la lunghezza, la larghezza e l’altezza
dell’area rettangolare interessata da questo ultracentenario
monumento religioso, misurano rispettivamente cm. 840 (est
– ovest), cm. 370 (nord – sud), e cm. 300 circa di altezza.
Invece, l’area rettangolare sopraelevata, su cui insiste questo
“simbolo di fede”, ha i lati che misurano cm. 580 x cm. 350.
Si accede da una scalinata tufacea, ubicata al termine di via
dei Cappuccini, quando confluisce su via del Procaccia.
(Continua)