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Piccola fiera dell’editoria locale e degli scrittori massafresi dal 21 gennaio al 17 febbraio 2013 Massafra, corso Roma, 34 Per info: 334.675.31.02 La Voce di Massafra n. 330 del 2 febbraio 2013 Chiuso in Redazione alle ore 23,00 di giovedì 31 gennaio 2013 Gli articoli pervenuti e non pubblicati verranno editati sui prossimi numeri. SEDE E DIREZIONE GENERALE : Via Mazzini, 65/A 74016 Massafra (TA) - Tel. 099.880.48.40 Filiale di Sede: Via Mazzini, 65/A Tel. 099.880.50.55 - Fax 099.880.65.38 Agenzia 1: Via del Santuario, 54 Tel. Fax 099.880.16.07 Filiale: Viale Stazione, 3 - 74019 Palagiano (TA) Tel. Fax 099.888.56.50 www.bccmassafra.it
L’editoriale Giovanni MATICHECCHIA Un recente incontro dell’Assemblea della Consulta delle Associazioni ne ha evidenziato una forte involuzione burocratica. Interminabili discussioni per modificare il Regolamento interno. Tale Regolamento avrebbe dovuto, nelle intenzioni del direttivo, precedere la revisione dello Statuto. Con un percorso a gambero. Probabilmente così strutturato per rispondere ad esigenze interne. Ma il punto non è questo. Un caro amico condivideva con me l’opinione secondo cui queste battaglie sulle regole interne nascondono sempre lotte intestine per la conquista dei posti di prestigio. Non possiamo parlare di posti di potere, di poltrone. A meno di non considerare potere la gestione dell’asfittico cartellone di Massafra Estate. Un cartellone come si sa, nel quale gli amministratori entrano a gamba tesa per farvi accedere le associazioni a loro più vicine. Non si gridi allo scandalo. Le associazioni nate per supportare un politico è naturale che vedano il politico come porta d’accesso (e di finanziamento) per manifestazioni, cartelloni estivi e stagioni varie. Quindi stiamo parlando di una malattia difficile da curare perché legata ad un ancestrale modo di vedere la vita, il potere, i potenti, il bisogno di essere raccomandati, di essere protetti. Quindi sostanzialmente neanche questo è un problema risolvibile. Rimane vivo il problema di conquistare posti di prestigio. Legittima ambizione (entro certi limiti) dell’animo umano. Ma se il ruolo di prestigio è fine a se stesso resta difficile comprendere tanto accanimento. Avremmo compreso un confronto interno sul ruolo della Consulta nella vita democratica della città. Perché questo era il ruolo “politico” intrinseco di un organismo rappresentativo delle forze sociali vive e attive sul territorio. Avrebbe dovuto rinvigorire la partecipazione e quindi la democrazia. Perché le associazioni hanno una visione dei problemi della città molto diversa da quella dei politici e degli amministratori (se ne hanno una). Sono calati nella realtà quotidiana. Sono una effettiva fonte di cultura incarnata nel vivere giorno dopo giorno. Quindi, con tutto il rispetto per gli intellettuali, costruttori di cultura viva come le manifestazioni popolari, i dibattiti, le testimonianze di esperti, la pratica di quella solidarietà che sembra scomparsa dal tessuto vivo della nostra società (se si escludono i miserevoli episodi di liti tra donatori di sangue). Questo vissuto forte delle associazioni dovrebbe costituire titolo, nei confronti degli amministratori, per far pesare il proprio parere su una serie di problemi che assillano questa comunità. Sull’inceneritore non una associazione e tanto meno la Consulta hanno fatto sentire la propria voce. Sul Piano Urbanistico Generale in la voce di massafra sabato 2 febbraio 2013 3 La buona volontà non sempre è sufficiente discussione in questi giorni nessuno ha provato a fare la più piccola proposta. Eppure questo strumento incide e inciderà notevolmente sulla vita quotidiana di ognuno di noi. Volendo mettere da parte, facendo finta che non ci riguarda, la situazione che si è creata sulla vita e sul futuro del centro siderurgico tarantino dove centinaia di massafresi lavorano quotidianamente e che minaccia la salute nostra e dei nostri figli. Ecco tutto questo scivola addosso a una Consulta che pure in tempi passati si è battuta per evitare la chiusura dell’Ospedale. Non ha conseguito il risultato sperato. Ma non parlerei di sconfitta. È stata sconfitta invece smaccatamente la classe politica e amministrativa. Proprio a loro va addebitata anche questa vita asfittica della Consulta. Perché probabilmente fa comodo avere un docile organismo al guinzaglio da movimentare in tempo di elezioni.
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