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la voce <strong>di</strong> massafra<br />

sabato 2 febbraio 2013 19<br />

ECONOMICAMENTE - 32 | La rubrica de “La Voce” per capire l’economia<br />

I derivati: un ottimo strumento contro i rischi<br />

RAFFAELE RESCINA<br />

In questi giorni, con il caso della Banca Monte dei Paschi <strong>di</strong><br />

Siena, si è tornato a parlare molto dei derivati. In realtà già<br />

da tempo i derivati sono balzati agli onori della cronaca e<br />

ogni volta che se ne parla si pensa a un buco f<strong>in</strong>anziario.<br />

Ve<strong>di</strong>amo <strong>di</strong> capire <strong>di</strong> cosa si tratta.<br />

I derivati sono dei contratti abbastanza semplici che nascono<br />

nel mercato anglosassone agli <strong>in</strong>izi del 900 come strumenti<br />

utili negli scambi commerciali per fare il cosiddetto<br />

“hedg<strong>in</strong>g”, cioè la “copertura <strong>di</strong> un rischio”. Facciamo al solito<br />

un esempio: io compro oggi un barile <strong>di</strong> petrolio e lo pago<br />

100 dollari; il mio <strong>in</strong>tento è <strong>di</strong> guadagnare rivendendolo ad<br />

un prezzo più alto con consegna fra sei mesi; nel frattempo<br />

però corro il rischio che se il prezzo del petrolio <strong>in</strong> questi sei<br />

mesi scende io annullo il mio guadagno e ci vado a perdere;<br />

se voglio neutralizzare questo rischio posso fare una sorta<br />

<strong>di</strong> assicurazione, cioè fare un contratto con qualcuno, una<br />

controparte che può essere una compagnia <strong>di</strong> assicurazione<br />

o una banca; questa controparte a fronte <strong>di</strong> un adeguato<br />

compenso, ad esempio 2 dollari (gli assicuratori lo chiamano<br />

“premio”) si assumerà il rischio <strong>di</strong> coprire la per<strong>di</strong>ta che<br />

avrò se il prezzo del petrolio scenderà sotto il prezzo che ho<br />

pagato. Qu<strong>in</strong><strong>di</strong> se il prezzo scenderà sotto i 100 dollari lui<br />

mi pagherà la <strong>di</strong>fferenza; se <strong>in</strong>vece il prezzo non scenderà<br />

sotto quel limite lui avrà guadagnato i 2 dollari che ha<br />

<strong>in</strong>cassato. A me conviene spendere i 2 dollari; dovrò solo<br />

vendere il barile <strong>di</strong> petrolio ad un prezzo superiore non ai<br />

100 dollari, ma ai 102 dollari che ho speso <strong>in</strong> totale (devo<br />

cioè recuperare anche i 2 dollari <strong>di</strong> assicurazione).<br />

Ora, proviamo ad immag<strong>in</strong>are che questo contratto sia fatto<br />

per iscritto, su un pezzo <strong>di</strong> carta; il pezzo <strong>di</strong> carta può essere<br />

tranquillamente trasferito, cioè può passare <strong>di</strong> mano <strong>in</strong> mano<br />

da un contraente ad un altro; quel pezzo <strong>di</strong> carta<br />

evidentemente allora avrà un suo autonomo valore, che<br />

<strong>in</strong>izialmente corrisponde ai 2 dollari pagati, ma che<br />

successivamente <strong>di</strong>penderà dall’andamento reale del prezzo<br />

del petrolio; mettiamoci dalla parte dell’assicuratore: se il<br />

prezzo sale a 110 l’assicuratore non deve pagare niente,<br />

qu<strong>in</strong><strong>di</strong> il pezzo <strong>di</strong> carta vale 0; se <strong>in</strong>vece il prezzo del petrolio<br />

è sceso ad esempio a 90 dollari l’assicuratore dovrà pagare<br />

10 dollari perciò il valore <strong>di</strong> quel pezzo <strong>di</strong> carta è <strong>di</strong> 10<br />

dollari. L’aspetto da sottol<strong>in</strong>eare è che il valore del contratto<br />

è partito da 2 dollari e può variare f<strong>in</strong>o a <strong>di</strong>ventare o 0 oppure<br />

10 dollari, cioè possiamo <strong>di</strong>re 5 volte la posta. Questo perché<br />

con soli 2 dollari sto <strong>in</strong>vestendo su un valore sottostante <strong>di</strong><br />

100 dollari, c’è <strong>in</strong>somma il cosiddetto “effetto leva”: con 2<br />

dollari sto scommettendo su un valore enormemente<br />

superiore. E’ per questo che la contrattazione dei derivati ha<br />

<strong>in</strong>iziato ad essere sempre più slegata dal bene sottostante;<br />

i derivati sono stati sempre più assimilati a delle scommesse<br />

e utilizzati per fare speculazione. Infatti per guadagnare sul<br />

petrolio alla f<strong>in</strong>e posso o comprare il barile <strong>di</strong> petrolio e<br />

spendere 100 dollari e sperare solo che il prezzo salga, oppure<br />

spendere molto meno e comprare, o vendere, un semplice<br />

pezzo <strong>di</strong> carta (cioè un contratto derivato) del valore <strong>di</strong> 2<br />

dollari che rappresenta la scommessa sul prezzo del petrolio.<br />

Qu<strong>in</strong><strong>di</strong> la loro natura, almeno <strong>in</strong> orig<strong>in</strong>e, non era affatto<br />

speculativa!!! E’ facile immag<strong>in</strong>are come poi nel corso degli<br />

ultimi anni le banche siano state contemporaneamente<br />

vittime e responsabili dell’utilizzo dei derivati tra i loro clienti,<br />

soprattutto aziende ed enti locali. In def<strong>in</strong>itiva i derivati<br />

sono <strong>in</strong>nanzitutto uno strumento molto utile per coprirsi dai<br />

rischi a con<strong>di</strong>zione che se ne faccia un utilizzo “normale”;<br />

<strong>in</strong>fatti i migliori fon<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>in</strong>vestimento cont<strong>in</strong>uano a farne uso<br />

proprio per coprirsi dal rischio <strong>di</strong> oscillazione dei cambi, dei<br />

tassi <strong>di</strong> <strong>in</strong>teresse, delle azioni e delle obbligazioni; solo un<br />

utilizzo <strong>di</strong>storto li trasforma <strong>in</strong> strumenti molto pericolosi.

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