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16 la voce di massafra sabato 2 febbraio 2013 Contestato il Piano Urbanistico Oltre alla relazione, anche il quadro interpretativo del documento programmatico preliminare al Piano Urbanistico Generale del Comune di Massafra e del Comune di Manfredonia, sono “quasi” delle fotocopie. Il documento del comune tarantino fino a pagina 14 è “quasi” uguale a quello del comune foggiano. Nel paragrafo dei sistemi morfologici si scopre che in entrambe le città vi è “la parete garganica”. Da pagina 19 a pagina 31, i due documenti sono pressoché identici, persino la nota sul paesaggio agrario è la stessa. Incredibilmente la descrizione del “paesaggio della Murgia” presente nel testo della Città delle Gravine è leggibile nel documento foggiano, con parole simili, unica differenza la denominazione che nel secondo scritto è “ paesaggio della Montagna”, invece il passo che dipinge “Il paesaggio costiero” è identico. Nei due testi ritroviamo “la città dentro le mura” dove si apprende che sia per Massafra che per Manfredonia “lo sviluppo demografico è stato lento per secoli, e l’impianto di fondazione ha potuto assorbire fino all’800 variazioni, ampliamenti e sopraelevazioni , senza esserne modificati sostanzialmente”. In entrambe le città, all’interno delle mura ,sono presenti “stratificazioni, trasformazioni ed evoluzioni di tipo e di organismi edilizi, che hanno trovato nella maglia rettangolare un materiale urbano semplice e duttile, adatto al progressivo riempimento dell’area recintata”, purtroppo si apprende che i due comuni hanno subito “ negli anni ‘60 e ‘70, diversi invertenti, saturazioni delle aree ortive, sopraelevazioni e sostituzioni. Interventi decisamente incongrui per tipologia, per materiali e per altezze realizzate”. Infine il documento massafrese da pagina 60 fino alla fine (pagina 77) è quasi identico con quello foggiano nei capitoli “La città in via di consolidamento”, “La città da consolidare” ,”La città della trasformazione”, “Valutazione sui servizi e sulle attrezzature esistenti” ed “Offerta complessiva di attrezzature pubbliche o a uso pubblico”. In questa parte terminale vi è identità anche nella valutazioni per rioni solo che nel documento del comune di Manfredonia vengono chiamati quartieri. Insomma Massafra e Manfredonia sembrano identiche anche nel quadro interpretativo del documento programmatico preliminare del Piano Urbanistico Generale. I quadri interpretativi delle due città verranno pubblicate sul sito del Partito Democratico di Massafra. Vito Miccolis Capogruppo Pd Consiglio Comunale Osservazioni al Documento Programmatico Preliminare al PUG La CGIL E lo SPI-CGIL di Massafra, come anticipato nella riunione del 21/12/12, intendono presentare alcune considerazioni in merito al Quadro interpretativo del PUG. Preso atto che il documento fotografa la situazione esistente del territorio, si ritiene opportuno rilevare quanto segue: · Il Documento si basa su dati relativi al 2001 e non tiene conto dei nuovi dati del censimento 2011, così di fatto falsa le modifiche intercorse nell’ultimo decennio in tutti i settori. E’ necessario, quindi, adeguare il documento ai dati reali per avere una visione più corretta del quadro generale e poter quinti programmare meglio gli indirizzi e le tendenze del Piano stesso. ( A tal proposito, ma solo per fare alcuni esempi inerenti al nostro ragionamento, facciamo notare che il Documento non riporta la nuova organizzazione della La Voce dei Partiti e Movimenti Politici Comunicati stampa e lettere aperte Rete Scolastica, i fabbisogni e le tendenze di sviluppo del settore educativo; ancora il Documento stesso non tiene conto, nel rapporto richiesta / offerta nel settore abitativo, degli insediamenti intensivi sviluppatisi nell’ultimo decennio in Zona Belvedere e in parte anche in Zona Sant’Oronzo e in Zona Padre Abatangelo). · Nel Documento si riscontra una assoluta mancanza di analisi approfondita dell’Ariea Vasta che interesserà una buona parte del territorio a Sud di Massafra e che sarà il nuovo cuore di sviluppo portuale e retroportuale dell’intero territorio . Quali le ipotesi infrastrutturali? Quali le Opere di collegamento col tessuto produttivo della nostra Comunità ? Quali le opportunità da cogliere per la nostra agricoltura? Proprio a proposito di agricoltura il Documento si presenta abbastanza scarno, non ne analizza adeguatamente positività e negatività e non ne traccia nuovi indirizzi insediativi e di sviluppo, ipotizzando per esempio industrie di trasformazione, commercializzazione, valorizzazione e promozione dei nostri prodotti. · Sarà necessario sviluppare, inoltre, un’ analisi più approfondita e meno distaccata della Zona Artigianale da sempre lasciata allo spontaneismo degli operatori, mai organizzata e dotata di indirizzi di sviluppo, di adeguate infrastrutture e servizi e di ipotesi di nuove e più adeguate aree di insediamento. I PIP, poi, non sembrano avere il giusto ruolo che dovrebbero ricoprire all’interno di nuove opportunità di sviluppo e di insediamenti produttivi nell’area degli indirizzi territoriali · Il Documento mette in evidenza la presenza dei numerosi vincoli a cui è soggetto il territorio di Massafra; ciò potrebbe sembrare un ostacolo allo sviluppo di nuovi insediamenti abitativi, data anche la contemporanea scarsità di aree edificabili. A nostro avviso, invece, ciò deve essere visto come una utile opportunità per il risanamento, la salvaguardia e la riqualificazione dell’esistente, ponendo particolare attenzione sopratutto al centro storico. Sarà necessario poi, all’interno del centro urbano, recuperare tutti gli standards inesistenti ( verde attrezzato, parcheggi, spazi per attività sociali culturali, di tempo libero, ecc....ecc....). · Un’ attenzione particolare, che il Documento non mette in evidenza, va rivolta alla salvaguardia di insediamenti di natura archeologica e paesaggistica, di boschi, pinete e gravine e di tutto ciò che caratterizza il nostro territorio. In tale contesto va affermato con forza che l’equilibrio fra sviluppo, ambiente e salute dei cittadini costituisce un impegno inderogabile, che deve portare ad escludere qualsiasi nuovo progetto contrastante con l’affermazione di tale principio (es. raddoppio termovalorizzatore ecc...) In definitiva crediamo che con la programmazione e l’approvazione del PUG si possa e si debba cogliere l’occasione per delineare una città che sia finalmente a misura d’uomo. Augusta Bisanti Coordinatrice CGIL Massafra Leonardo Spada Segretario SPI-CGIL Massafra

Cronache del tempo che fu (Archivio Fernando Ladiana) Al di sopra delle vicinanze, poco distante dal cortile, sorgono le costruzioni in muratura. Casette, a volte, molto semplici, ad uno o due piani, con scala interna od esterna per accedere al piano superiore o al terrazzo, indicate nelle scritture notarili col termine di case - lamie, ad embrici, a cannizzo. Spesso nella costruzione delle case veniva adoperato il materiale di risulta delle vicinanze. in un periodo di evoluzione successiva, balconi e porte venivano sormontati da archi a tutto sesto. Diverse case recano sulla facciata l’anno di costruzione. Non abbiamo elementi per affermare se il sistema di abitazioni in uso a Massafra sia di origine africana o araba per alcune caratteristiche delle case - grotte e delle corti ipogee tipiche di quei paesi e per le analogie del sistema viario interno, con vicoli e vicoletti che sembrano tante trincee, riparate dall’attacco dei venti e degli agenti esterni. Tra la fine dell’800 e gli inizi del 900 le condizioni igieniche di Massafra erano dunque molto precarie. Le preziose testimonianze dell’ufficiale sanitario Tramonte, descrivono la situazione generale del paese piuttosto disastrosa: “molte infezioni generate dalla malaria, dispepsie per cattiva alimentazione, deficienze di acqua potabile e varie malattie specifiche e comuni per viziata area di respirazione ed altre cause erano appariscenti al cambiare ABBONARSI ALLA VERSIONE ON LINE DE “LA VOCE DI MASSAFRA” CONVIENE! la voce di massafra sabato 2 febbraio 2013 17 Come eravamo… (Fototeca Fernando Ladiana) Tradizioni popolari 2013 “La Voce di Massafra”, versione digitale a tiratura limitata Lettori del n. 328: (abbonati, versione digitale ed online): 916 Queste le modalità di abbonamento (valido per 50 numeri editi): Abbonamento ordinario (ritiro copia in edicola): euro 60,00 Abbonamento online (in posta elettronica): euro 30,00 Abbonamento sostenitore (con 10 libri di Massafra in omaggio): euro 100,00 Copia singola: euro 2,00 Per info: 099.880.57.61 / 334.675.31.02 Inserzioni pubblicitarie a partire da 10 a 75 euro/per numero edito Irrompe il carnevale massafrese e, come questa foto sottolinea, tutto cambia per non cambiare nulla. Tasse erano e tasse saranno. Lo sport prediletto dei nostri amministratori. Ma almeno a Carnevale ve ne possiamo … quattro. A Carnevale tutto è consentito. Semel in anno … licet insanire. (L. P.) delle stagioni ed al variare della temperatura”. Eppoi tanta miseria, deficienza di vitto, di vestiti, di combustibile nelle rigide giornate invernali. Tutte cose che concorrevano “a deteriorare la pubblica salute non solo ne tugurio dell’infelice, ma nei plagi signorili”. Le Vicinanze, Fernando Ladiana, 5° parte, (continua) a cura di Lucia Palmisano Credenze Una delle credenze che più mettevano agitazione era quella di rompere la bottiglia dell’olio perché portava sventura. Per esorcizzala si spargeva sull’olio versato abbondante sale. Se poi si rompeva uno specchio c’erano sette anni di sventura. Non bisognava passare sotto una scala e il gatto nero che attraversa la strada portava male. C’erano poi dei simboli ben auguranti. Davanti alla porta di casa si faceva una gettata di cemento e quando era ancora fresco si stampava un ferro di cavallo come porta fortuna. Spesso si stampava una forbice aperta per tenere lontano le “male lingue”. Corni, gobbetti, erano usati anch’essi come porta fortuna. Toccare u’ sciumm di un gobbo era benaugurante. L.P. 24 PAGINE TUTTE A COLORI A SOLI 50 CENTESIMI scrivi a: lavoce@massafra.it

Cronache del tempo che fu<br />

(Archivio Fernando La<strong>di</strong>ana)<br />

Al <strong>di</strong> sopra delle vic<strong>in</strong>anze, poco <strong>di</strong>stante dal cortile, sorgono<br />

le costruzioni <strong>in</strong> muratura. Casette, a volte, molto semplici,<br />

ad uno o due piani, con scala <strong>in</strong>terna od esterna per accedere<br />

al piano superiore o al terrazzo, <strong>in</strong><strong>di</strong>cate nelle scritture<br />

notarili col term<strong>in</strong>e <strong>di</strong> case - lamie, ad embrici, a cannizzo.<br />

Spesso nella costruzione delle case veniva adoperato il<br />

materiale <strong>di</strong> risulta delle vic<strong>in</strong>anze. <strong>in</strong> un periodo <strong>di</strong><br />

evoluzione successiva, balconi e porte venivano sormontati<br />

da archi a tutto sesto. Diverse case recano sulla facciata<br />

l’anno <strong>di</strong> costruzione. Non abbiamo elementi per affermare<br />

se il sistema <strong>di</strong> abitazioni <strong>in</strong> uso a <strong>Massafra</strong> sia <strong>di</strong> orig<strong>in</strong>e<br />

africana o araba per alcune caratteristiche delle case - grotte<br />

e delle corti ipogee tipiche <strong>di</strong> quei paesi e per le analogie<br />

del sistema viario <strong>in</strong>terno, con vicoli e vicoletti che sembrano<br />

tante tr<strong>in</strong>cee, riparate dall’attacco dei venti e degli agenti<br />

esterni. Tra la f<strong>in</strong>e dell’800 e gli <strong>in</strong>izi del 900 le con<strong>di</strong>zioni<br />

igieniche <strong>di</strong> <strong>Massafra</strong> erano dunque molto precarie. Le<br />

preziose testimonianze dell’ufficiale sanitario Tramonte,<br />

descrivono la situazione generale del paese piuttosto<br />

<strong>di</strong>sastrosa: “molte <strong>in</strong>fezioni generate dalla malaria, <strong>di</strong>spepsie<br />

per cattiva alimentazione, deficienze <strong>di</strong> acqua potabile e<br />

varie malattie specifiche e comuni per viziata area <strong>di</strong><br />

respirazione ed altre cause erano appariscenti al cambiare<br />

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la voce <strong>di</strong> massafra<br />

sabato 2 febbraio 2013<br />

17<br />

Come<br />

eravamo…<br />

(Fototeca<br />

Fernando La<strong>di</strong>ana)<br />

Tra<strong>di</strong>zioni popolari<br />

2013 “La Voce <strong>di</strong> <strong>Massafra</strong>”, versione <strong>di</strong>gitale a tiratura limitata<br />

Lettori del n. 328: (abbonati, versione <strong>di</strong>gitale ed onl<strong>in</strong>e): 916<br />

Queste le modalità <strong>di</strong> abbonamento (valido per 50 numeri e<strong>di</strong>ti):<br />

Abbonamento ord<strong>in</strong>ario (ritiro copia <strong>in</strong> e<strong>di</strong>cola): euro 60,00<br />

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Abbonamento sostenitore (con 10 libri <strong>di</strong> <strong>Massafra</strong> <strong>in</strong> omaggio): euro 100,00<br />

Copia s<strong>in</strong>gola: euro 2,00<br />

Per <strong>in</strong>fo: 099.880.57.61 / 334.675.31.02<br />

Inserzioni pubblicitarie a partire da 10 a 75 euro/per numero e<strong>di</strong>to<br />

Irrompe il carnevale massafrese e,<br />

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cambia per non cambiare nulla.<br />

Tasse erano e tasse saranno. Lo<br />

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amm<strong>in</strong>istratori. Ma almeno a<br />

Carnevale ve ne possiamo …<br />

quattro. A Carnevale tutto è<br />

consentito. Semel <strong>in</strong> anno … licet<br />

<strong>in</strong>sanire. (L. P.)<br />

delle stagioni ed al variare della temperatura”. Eppoi tanta<br />

miseria, deficienza <strong>di</strong> vitto, <strong>di</strong> vestiti, <strong>di</strong> combustibile nelle<br />

rigide giornate <strong>in</strong>vernali. Tutte cose che concorrevano “a<br />

deteriorare la pubblica salute non solo ne tugurio dell’<strong>in</strong>felice,<br />

ma nei plagi signorili”. Le Vic<strong>in</strong>anze, Fernando La<strong>di</strong>ana, 5°<br />

parte, (cont<strong>in</strong>ua)<br />

a cura <strong>di</strong> Lucia Palmisano<br />

Credenze<br />

Una delle credenze che più mettevano agitazione era quella<br />

<strong>di</strong> rompere la bottiglia dell’olio perché portava sventura.<br />

Per esorcizzala si spargeva sull’olio versato abbondante sale.<br />

Se poi si rompeva uno specchio c’erano sette anni <strong>di</strong><br />

sventura. Non bisognava passare sotto una scala e il gatto<br />

nero che attraversa la strada portava male. C’erano poi dei<br />

simboli ben auguranti. Davanti alla porta <strong>di</strong> casa si faceva<br />

una gettata <strong>di</strong> cemento e quando era ancora fresco si<br />

stampava un ferro <strong>di</strong> cavallo come porta fortuna. Spesso si<br />

stampava una forbice aperta per tenere lontano le “male<br />

l<strong>in</strong>gue”. Corni, gobbetti, erano usati anch’essi come porta<br />

fortuna. Toccare u’ sciumm <strong>di</strong> un gobbo era benaugurante.<br />

L.P.<br />

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