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GEOTECNICA E FONDAZIONI - Geoplanning

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P. Ventura – Geotecnica e Fondazioni<br />

monitorate (prediction and performance), in particolare con terreni prototipi<br />

ben caratterizzati meccanicamente per essere di riferimento alla<br />

ricostruzione reologica, come delineato nelle tabelle 1 a,b che seguono.<br />

Non è possibile infatti a volte estrapolare dall’“elemento” del campione<br />

“indisturbato” un profilo del sottosuolo che consenta di impiegare con<br />

sicurezza la predetta analisi a priori basata sulla meccanica classica.<br />

La figura 4a mostra una sintesi, delle classiche prove di laboratorio<br />

geotecnico, alla luce del principio delle tensioni efficaci e quindi del ruolo<br />

delle pressioni interstiziali durante i vari percorsi delle tensioni indotti con vari<br />

tipi di apparecchi, in modo da simulare al meglio lo stato tensionale reale<br />

indotto dall’opera da inserire nel terreno.<br />

La tensione totale indotta dall’opera si ripartisce fra lo scheletro solido,<br />

tensione efficace ’ , e la pressione interstiziale u nel fluido che permea in<br />

generale il terreno, secondo la classica modellazione di Terzaghi, già prima<br />

delineata, ed evidenziata in figura 4 a con le pietre porose e le molle.<br />

Le prove allora sono molto influenzate dalle condizioni di drenaggio, ovvero<br />

dalla possibilità di svolgersi in condizioni “drenate” (u=0), come<br />

nell’edometro e nell’apparecchio di taglio diretto, od in condizioni “non<br />

drenate”(∆u ≥ 0), come nell’apparecchio triassiale, con il quale si possono<br />

simulare anche le varie condizioni di drenaggio.<br />

Le caratteristiche di deformabilità e di resistenza dei terreni presentano,<br />

diversamente dai solidi monofase descritti in figura 3, anzitutto idue tipi di<br />

leggi costitutive o tensioni - deformazioni mostrati in figura 4 a.<br />

La figura evidenzia inoltre tali leggi per i terreni normalconsolidati (NC)<br />

ovvero che non hanno subito geologicamente tensioni maggiori di quelle<br />

litostatiche pascaliane ’ vo = γ ‘ z = (γ- γw )z ( essendo z la profondità di<br />

calcolo), e per i terreni sovraconsolidati (SC)che invece hanno subito<br />

tensioni di preconsolidazione ’ p maggiori di ’ vo e che sono pertanto molto<br />

meno compressibili di quelli normalconsolidati. Tale aspetto è evidenziato<br />

dal “ginocchio” delle curve edometriche in particolare ricostruite a tratto in<br />

corrispondenza del valore litostatico, per meglio valutare il modulo elastico<br />

drenato E ’ in sito, per il modulo non drenato Eu si vedano le curve triassiali.<br />

In figura 4 a sono mostrati infine i vari tipi di resistenze “drenato” (c ’, φ) in<br />

termini di tensioni efficaci, e “non drenato” (cu , φu =0) in termini di tensioni<br />

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