la corte di lepia e la chiesa romanica di s. giuliano - Legambiente ...
la corte di lepia e la chiesa romanica di s. giuliano - Legambiente ...
la corte di lepia e la chiesa romanica di s. giuliano - Legambiente ...
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
1<br />
LA CORTE DI LEPIA E LA CHIESA ROMANICA DI S. GIULIANO<br />
Si trova lungo <strong>la</strong> strada romana che univa Este a Verona. Qui sorse un monastero femminile<br />
<strong>di</strong> rego<strong>la</strong> benedettina, per un atto <strong>di</strong> donazione del 1176, del notabile veronese Bòzolo degli<br />
Avvocati, che aveva giuris<strong>di</strong>zione su quei terreni (forse da lui deriva il vicino toponimo Busolo).<br />
Realda, prima badessa, e <strong>la</strong> sorel<strong>la</strong> Gemma furono le promotrici.<br />
Siamo nel pieno del<strong>la</strong> lotta tra i comuni veneti e lombar<strong>di</strong>, alleati col papato, contro<br />
l’imperatore Federico Barbarossa. Non a caso <strong>la</strong> donazione viene fatta al<strong>la</strong> <strong>chiesa</strong> romana e messa<br />
sotto <strong>la</strong> protezione del papa Alessandro III. Ancora a fine trecento <strong>la</strong> badessa dell’epoca ricuserà <strong>la</strong><br />
visita del vescovo <strong>di</strong> Verona, riconoscendo il <strong>di</strong>ritto soltanto ad un delegato del papa.<br />
La <strong>chiesa</strong> viene de<strong>di</strong>cata al<strong>la</strong> Beata Vergine<br />
Maria e a S. Giuliano e l’altare è consacrato il 2<br />
novembre 1186 da papa Urbano III, eletto a Verona<br />
l’anno precedente e impossibilitato a uscire dal<br />
territorio veronese per l’ostilità del Barbarossa,<br />
a<strong>di</strong>rato a causa dell’opposizione papale <strong>di</strong><br />
incoronare il figlio Enrico imperatore aggiunto.<br />
Questa prima congregazione fu <strong>di</strong>sciolta nel<br />
1431 con Maddalena Guastaverza ultima badessa.<br />
Dopo vari passaggi nel 1478 il convento con i<br />
re<strong>la</strong>tivi beni fu assorbito dal monastero <strong>di</strong> S.<br />
Nazzaro <strong>di</strong> Verona a continuare <strong>la</strong> sua funzione<br />
conventuale fino alle spoliazioni napoleoniche degli<br />
or<strong>di</strong>ni religiosi.
2<br />
La <strong>corte</strong> Lepia consta <strong>di</strong> numerosi e<strong>di</strong>fici costruiti o adattati per funzioni agricole in varie epoche.<br />
La parte più antica, basata sulle strutture del vecchio convento, è quel<strong>la</strong> attorno al<strong>la</strong> <strong>chiesa</strong>.<br />
Venendo da Belfiore si nota subito<br />
l’abside <strong>di</strong> un caldo color mattone, che<br />
stacca rispetto agli altri e<strong>di</strong>fici per lo più<br />
intonacati. Emerge dai rovi, ma<br />
sostanzialmente in buono stato <strong>di</strong><br />
conservazione. Mantiane <strong>la</strong> struttura<br />
originaria, a parte l’apertura più tarda <strong>di</strong> tre<br />
finestrelle. Completamente costruita in<br />
<strong>la</strong>terizio, comprese le parti ornamentali che<br />
constano dei c<strong>la</strong>ssici archetti pensili e <strong>di</strong> un<br />
fregio a denti <strong>di</strong> sega. Rappresenta un<br />
romanico evoluto, datato dall’Ars<strong>la</strong>n a dopo<br />
il 1150. Questa datazione collima con i<br />
documenti. Come <strong>di</strong> rego<strong>la</strong> nel romanico <strong>la</strong><br />
<strong>chiesa</strong> è orientata, cioè con l’abside rivolta<br />
al sole nascente ovvero a Cristo che risorge.<br />
A fianco del<strong>la</strong> <strong>chiesa</strong> stava <strong>la</strong> zona<br />
cimiteriale. Il campanile, rifatto<br />
probabilmente nel settecento, presenta <strong>la</strong><br />
base <strong>di</strong> quello antico con barre in ciottoli e<br />
angoli in mattoni, come <strong>la</strong> maggior parte<br />
delle strutture murarie originali del<strong>la</strong> <strong>chiesa</strong><br />
e del convento.<br />
Dettaglio dei tipici motivi ornamentali romanici: archetti pensili e fregio a denti <strong>di</strong> sega
3<br />
L’interno presenta un’unica<br />
au<strong>la</strong> col tetto a capriate, <strong>di</strong> cui <strong>la</strong><br />
parte ovest è <strong>la</strong> più antica, mentre <strong>la</strong><br />
parte est più <strong>la</strong>rga e col pavimento<br />
in mattoni è un prolungamento solo<br />
<strong>di</strong> poco successivo. Sul<strong>la</strong> facciata<br />
resti <strong>di</strong> affreschi molto deteriorati,<br />
una madonna col bambino e un S.<br />
Cristoforo, databili all’inizio del<br />
XIII secolo. L’apertura del<strong>la</strong> finestra<br />
a semicerchio è invece molto tarda.<br />
A destra dell’altare si apre<br />
un locale-sagrestia del XIV secolo,<br />
con volta a botte, che era<br />
interamenta affrescata. Questi<br />
affreschi come <strong>la</strong> maggior parte <strong>di</strong><br />
quelli che coprivano le pareti sono<br />
stati staccati. Si è potuto in<strong>di</strong>viduare<br />
un cosidetto maestro <strong>di</strong> <strong>corte</strong> Lepia<br />
dotato <strong>di</strong> notevole incisività figurativa. Allo stesso sembra si possano attribuire alcuni santi emersi<br />
nell’ultima ristrutturazione <strong>di</strong> S. Procolo a Verona.<br />
Del settecento è l’altare-parete che separa l’abside dal<strong>la</strong> <strong>chiesa</strong>. Due porte e due finestre ad<br />
arco del<strong>la</strong> stessa epoca poste ai fianchi dell’altare permettono <strong>di</strong> accedere entro l’abside.<br />
Madonna col bambino del XIII secolo sul<strong>la</strong> facciata sopra <strong>la</strong> porta
4<br />
Dietro l’altare, sul<strong>la</strong> parete interna<br />
dell’abside rimangono seppur guasti e mutili gli<br />
affreschi originari. Nel catino una maestà con<br />
Cristo bene<strong>di</strong>cente posto all’interno<br />
dell’amigda<strong>la</strong>. Attorno si intravedono un angelo e<br />
un leone come parti del Tetramorfo (i simboli<br />
degli evangelisti). Più sotto resti <strong>di</strong> apostoli forse<br />
all’interno <strong>di</strong> una visione apocalittica. Per le loro<br />
caratteristiche (occhi sbarrati, sguardo fisso)<br />
questi affreschi si rifanno abbastanza chiaramente<br />
a modelli bizantini del<strong>la</strong> II parte del XII secolo, <strong>di</strong><br />
tra<strong>di</strong>zione comnena.<br />
Angelo bizantineggiante (fine XII secolo)<br />
Cristo bene<strong>di</strong>cente sito nell’amigda<strong>la</strong>, al centro del catino dell’abside (fine XII secolo)
5<br />
Motivi ornamentali degli affreschi dell’abside<br />
Per una porta a fianco del<strong>la</strong> facciata del<strong>la</strong> <strong>chiesa</strong> si accede a quello che doveva essere il<br />
cortile centrale del convento. Rimane un <strong>la</strong>to del chiostro con pi<strong>la</strong>stri e archi in cotto.
6<br />
E dove le superfici sono in evidenza, tra innumerevili manipo<strong>la</strong>zioni, appaiono le tipiche<br />
strutture murarie me<strong>di</strong>oevali fatte <strong>di</strong> alternanza tra ciottoli a spina <strong>di</strong> pesce, fi<strong>la</strong>ri <strong>di</strong> cotto e tufi.<br />
La documentazione storico/artistica è tratta da:<br />
- Gianfranco Benini “Le chiese romaniche nel territorio veronese” 1995<br />
- G.B. Biancolini “Storia delle chiese <strong>di</strong> Verona” 1723