Download file - Mida
Download file - Mida
Download file - Mida
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
4<br />
4<br />
- Pagine <strong>Mida</strong> -<br />
“Una teoria<br />
è formidabile quanto più<br />
le sue premesse sono semplici,<br />
connette tra loro molte cose,<br />
ha un vasto campo di applicazione.”<br />
Albert Einstein
5<br />
- Pagine <strong>Mida</strong> -<br />
<strong>Mida</strong>, l’AT, il Potenziamento e<br />
la WE Revolution<br />
“Io sono ok, tu sei ok.”<br />
Antico mantra del movimento del potenziale umano<br />
Secondo la storia di <strong>Mida</strong> il primo fu Gianfranco Di Pietro.<br />
Gianfranco era uno straordinario formatore dotato di un vero e<br />
proprio “tocco magico”, una capacità fuori dal comune di affascinare ed<br />
appassionare i partecipanti ai suoi corsi; fu il primo di <strong>Mida</strong> a frequentare<br />
una scuola triennale di Analisi Transazionale, quella di via Archimede a<br />
Milano e aprì la strada.<br />
Seguirono altri e poi altri ancora.<br />
Per esempio Ivo Setton.<br />
Conobbi Ivo che non ero ancora in <strong>Mida</strong>, veniva a tenere aule nell’azienda<br />
nella quale facevo il responsabile della formazione.<br />
Ero colpito dalla consistenza delle sue parole, dalla finezza dei suoi<br />
ragionamenti, dalla profondità con la quale trattava i temi della<br />
comunicazione; intuivo che la “struttura di quella magia” avesse in qualche<br />
modo a che fare, oltre che con i suoi personali, numerosi talenti, con<br />
quei tre cerchi disegnati sulla lavagna (1) , con quelle idee e semplici eppure<br />
straordinariamente forti che costituiscono il corpo teorico dell’Analisi<br />
Transazionale.<br />
Quando entrai in <strong>Mida</strong>, alla fine degli anni novanta, anch’io frequentai il<br />
triennio in via Archimede e tutt’ora ho un debito di riconoscenza nei<br />
confronti delle insegnanti di quella scuola, Anna Rotondo e Dela Ranci, per<br />
avermi introdotto all’Analisi Transazionale e alle sue straordinarie possibilità.<br />
In <strong>Mida</strong>, intorno al passaggio di millennio, facevamo prevalentemente<br />
formazione manageriale focalizzata sui comportamenti.<br />
Sostanzialmente aiutavamo le persone, i capi soprattutto, a trovare un<br />
modo buono per comunicare con gli altri, ad esempio: chiedere ai propri<br />
collaboratori di fare specifiche attività, dare feedback, fare un colloquio di<br />
sviluppo e di valutazione della prestazione.<br />
I temi di base dell’Analisi Transazionale, gli Stati dell’Io e gli scambi<br />
comunicativi, ci offrivano la possibilità di parlare di comportamenti efficaci<br />
e non efficaci con una particolare consistenza e vividezza.<br />
I comportamenti efficaci per dare un buon feedback costruttivo,<br />
per esempio, risultavano molto più comprensibili ed accessibili se<br />
venivano collegati all’idea analitico transazionale di attivare il proprio Stato<br />
dell’Io adulto.<br />
In quei miei primi anni in <strong>Mida</strong>, il gruppo di consulenti con una formazione<br />
in Analisi Transazionale crebbe di parecchio: c’erano Marina Farina,<br />
Giovanna Dezza, Daniela Cannavale, Alessandra Vesi, Pierpaolo Peretti<br />
Griva, Laura Pieralisi.<br />
1 Secondo l’AT la struttura<br />
di personalità di ogni<br />
individuo è costituita da tre<br />
nuclei distinti, gli Stati dell’Io<br />
(Genitore, Adulto, Bambino)<br />
che vengono raffigurati<br />
con tre cerchi adiacenti, disposti<br />
uno sopra l’altro
6<br />
- Pagine <strong>Mida</strong> -<br />
Incoraggiati da Maurizio Castagna, costituimmo una vera e propria<br />
comunità professionale di persone appassionate dei contenuti del lavoro,<br />
che facevano ricerca e sperimentazione sul campo.<br />
Accadde che progressivamente, in modo del tutto naturale, seguendo<br />
le possibilità di comprensione e di lavoro formativo offerte dalla teoria,<br />
ci ritrovassimo a spostare sempre di più il focus del nostro lavoro dai<br />
comportamenti ai vissuti delle persone.<br />
Realizzammo che, mettendo a tema la dimensione emotiva delle<br />
esperienze, gli schemi ripetitivi, i pensieri depotenzianti, i meccanismi<br />
proiettivi, gli elementi del “dialogo interno”, si apriva la possibilità di aiutare<br />
davvero e in maniera profonda le persone nelle aule a trovare il proprio<br />
modo di agire buoni comportamenti grazie ad una più ampia e profonda<br />
consapevolezza di sé e al superamento di blocchi inconsci depotenzianti.<br />
Sono quelli gli anni vitali e creativi in cui pubblicammo il libro collettivo<br />
L’Analisi Transazionale e la formazione degli adulti (Franco<br />
Angeli 2003), in cui iniziammo a proporre e a realizzare interventi<br />
specificatamente dedicati all’obiettivo di vivere le proprie emozioni<br />
come risorsa, in cui cominciammo a facilitare la costruzione e il buon<br />
funzionamento dei gruppi grazie al disvelamento delle dinamiche<br />
relazionali profonde.<br />
Quel che successe fu che, insieme, trovammo la nostra via allo<br />
sviluppo dell’empowerment individuale e collettivo e la chiamammo<br />
potenziamento.<br />
Altri consulenti si aggiunsero strada facendo a infoltire e arricchire il<br />
gruppo: Jacopo Melloni, Gian Piero Scilio, Giulia Cornoldi, Claudio Funes,<br />
Elisa Corbetta.<br />
Alcuni formati a Milano, alcuni presso la scuola di Roma.<br />
Nel nostro cammino incontrammo il Centro Berne e Giorgio Piccinino,<br />
di cui pubblichiamo in queste pagine un bellissimo contributo e con cui<br />
sentimmo una speciale consonanza intellettuale e affettiva.<br />
Sperimentammo fertilissime connessioni tra l’Analisi Transazionale e<br />
altri mondi confinanti: la PNL, la Self Efficacy, l’approccio Cognitivo<br />
Comportamentale, il modello di coaching sistemico di Jan Ardui, il training<br />
teatrale.<br />
E quasi senza che ce ne accorgessimo, creammo qualcosa di unico nel<br />
mondo della formazione italiana: un gruppo di persone, innamorate del<br />
loro lavoro, capaci di produrre risultati reali e significativi di potenziamento<br />
attraverso un lavoro di approfondimento dei temi collegati alla relazione<br />
che le persone hanno con gli altri e, soprattutto, con se stesse.<br />
Non solo grazie all’Analisi Transazionale, va da sé, ma certamente<br />
beneficiando abbondantemente delle sue potenzialità.<br />
Tutti noi che abbiamo vissuto e continuiamo a vivere questa storia, e con<br />
noi anche i nostri colleghi più giovani che oggi fanno la loro formazione<br />
in Analisi Transazionale, conosciamo molto bene la speciale qualità di<br />
presenza che immediatamente si attiva in un’aula o in una sessione di<br />
coaching individuale quando si inizia a “incorniciare” il lavoro con i concetti<br />
dell’Analisi Transazionale.<br />
Tutti noi conosciamo perfettamente il particolare spazio di ascolto<br />
profondo e di risonanza che si genera quando la mano traccia con il
7<br />
- Pagine <strong>Mida</strong> -<br />
pennarello sul foglio della lavagna i tre cerchi degli Stati dell’Io e le parole<br />
si agganciano con forza alla vita vera delle persone.<br />
Gli elementi di base della teoria sono semplici, lineari, leggeri.<br />
Da subito sono comprensibili a chiunque.<br />
Al tempo stesso, risuonano in profondità e dischiudono con sorprendente<br />
velocità, insospettabili spazi di consapevolezza.<br />
La connessione tra i concetti e le proprie esperienze è immediata,<br />
naturale e le persone vivono l’esperienza arricchente e potenziante in sé<br />
di allargare e approfondire la loro “mappa del mondo”.<br />
Il lavoro di potenziamento si svolge delicatamente con fluidità.<br />
Può capitare che lo sviluppo del lavoro abbia un taglio psicodinamico: in<br />
questo caso è decisiva la comprensione di ciò che nell’esperienza dell’oggi,<br />
nel “qui e ora” è condizionato dal “là ed allora”, cioè da esperienze e<br />
decisioni della storia antica della persona: l’elemento di evoluzione e<br />
crescita è dato dalla separazione tra questi due piani.<br />
Oppure, in termini più cognitivi, può capitare che il lavoro sia centrato<br />
sullo sviluppo “qui ed ora” della consapevolezza degli elementi<br />
disfunzionali della mappa del mondo della persona, che impara a creare<br />
una distanza e quindi uno spazio di possibilità tra se stesso e ciò che<br />
pensa e sente.<br />
In ogni caso è straordinariamente potenziante poter attribuire vissuti e<br />
comportamenti inadeguati ad una specifica parte di sé, ad esempio allo<br />
Stato dell’Io del Bambino Adattato o a quello del Genitore Normativo<br />
avendo coscienza dell’esistenza, ancorché non ancora sufficientemente o<br />
pienamente energizzata di altre parti di sé più funzionali.<br />
E’ potenziante riconoscere e smontare le generalizzazioni su di sé e sul<br />
mondo e aprire spazi di possibilità.<br />
E’ potenziante prendere contatto con parti di sé assopite, poco toniche,<br />
tenute sotto scacco da ingiunzioni interne limitanti e attivarle, vitalizzarle,<br />
lasciare che si esprimano.<br />
E’ potenziante ammorbidire i vincoli interni, aprire spazi di libertà,<br />
recuperare pienezza.<br />
E’ potenziante prendere contatto con l’energia desiderante e permettergli<br />
di esserci e dispiegarsi.<br />
E’ potenziante sentire ed accettare i propri bisogni e decidere come agire<br />
rispettandoli e tenendone conto “qui e ora”.<br />
La speciale competenza che abbiamo accresciuto in questi anni di impegno,<br />
di lavoro, di ricerca e di apprendimento è la capacità di produrre risultati<br />
di potenziamento dentro ai contesti aziendali.<br />
Attraverso l’esperienza maturata nelle aule, lavorando con i casi vivi<br />
portati dalle persone, abbiamo sviluppato una particolare acuta sensibilità<br />
che ci consente di comprendere e di dipanare i ricorrenti cortocircuiti<br />
emotivi e relazionali che si producono tra le persone nelle aziende.<br />
Abbiamo acquisito la capacità di riconoscere e di gestire i meccanismi di<br />
transfert e proiezione presenti nelle relazioni gerarchiche, di individuare<br />
e far emergere le pretese bambine che nutrono e alimentano conflitti,<br />
di mettere a fuoco i tornaconti psicologici legati ai tipici vizi manageriali<br />
come non delegare, non supportare, non riconoscere i meriti, comunicare<br />
in modo ambiguo e manipolatorio.
8<br />
- Pagine <strong>Mida</strong> -<br />
Abbiamo imparato a contenere le esondazioni emozionali, a tenere le<br />
persone in contatto con se stesse anche quando tentano di sgusciare<br />
via come anguille, a dare feedback spietati e generativi, a trattare temi<br />
profondi con delicatezza, rispetto, misura.<br />
Abbiamo sviluppato l’attitudine a prenderci cura delle persone e dei<br />
loro problemi dentro all’esperienza vertiginosa e disorientante del lavoro<br />
contemporaneo.<br />
Quel che siamo oggi è il risultato di un processo entusiasmante e, al<br />
tempo stesso, sofferto.<br />
E’ il risultato di una crescita collettiva alimentata da un irriducibile amore<br />
per i contenuti del nostro lavoro e, insieme, dall’elaborazione anche<br />
dolorosa di errori, passi falsi, gesti goffi.<br />
Questo percorso oggi ci porta in modo del tutto naturale e coerente a<br />
sentirci ingaggiati, come professionisti e come persone, nella missione di<br />
dare vita ad una WE Revolution.<br />
Sentiamo il desiderio di impegnarci, di fare la nostra parte per accelerare<br />
il cambio di paradigma dal mondo degli individui atomizzati governati<br />
dall’utilitarismo egoista alla società delle persone libere, connesse e<br />
cooperanti.<br />
Intuiamo che questa ispirazione ci appartiene in modo profondo,<br />
appartiene alla nostra storia, alla nostra sensibilità, alla nostra esperienza<br />
quotidiana di lavoro relazionale con le persone e per le persone.<br />
Percepiamo che l’idea della WE Revolution amplifichi e rinforzi il senso del<br />
nostro agire e ci offra uno scopo condiviso che oltrepassa le motivazioni<br />
professionali individuali.<br />
Pensiamo che il NOI non sia e non debba essere un’astrazione moralistica<br />
e tanto meno un imperativo egualitario che pretende di appiattire e<br />
annullare la meravigliosa ricchezza delle soggettività.<br />
Anzi.<br />
Pensiamo che il NOI sia pluralità dinamica che si determina come<br />
connessione di soggettività straripanti.<br />
IO deboli, non completamente formati e senza consistenza non possono<br />
aprirsi all’incontro cooperativo e generativo con l’Altro da sé.<br />
La patologia relazionale in cui spesso ci imbattiamo nel nostro lavoro<br />
quotidiano in azienda è il risultato di IO traballanti, inautentici, talvolta<br />
ipertrofici e narcisistici per difetto di accettazione di sé e delle proprie<br />
mancanze, talvolta vittimistici e aggressivi per paura della propria bellezza<br />
e potenza.<br />
Potenziare le singole persone è un contributo fondamentale alla We<br />
Revolution.<br />
La potenza che desideriamo attivare non è volontà di potenza ma libera<br />
espressione delle proprie risorse, consapevolezza di sé e della propria<br />
natura relazionale, accettazione autentica delle proprie mancanze e<br />
debolezze.<br />
Una potenza che sta in rapporto dinamico e complementare con il<br />
riconoscimento delle potenzialità dell’Altro e l’accettazione delle sue<br />
debolezze e mancanze.<br />
IO sono ok, TU sei ok.<br />
L’antico mantra dell’Analisi Transazionale nella prospettiva della We
9<br />
- Pagine <strong>Mida</strong> -<br />
Revolution esprime in modo pienamente vitale il suo senso profondo.<br />
In questo numero monografico di Pagine <strong>Mida</strong> pubblichiamo sette articoli<br />
di riflessione e approfondimento in chiave analitico transazionale.<br />
E’ il frutto del nostro lavoro.<br />
Il nostro desiderio è di condividere con la ricca ed eterogenea comunità<br />
di donne e uomini che si occupano di persone nelle aziende, materiali<br />
attuali - idee ed esperienze - per promuovere la We Revolution.<br />
Un ringraziamento particolare a Giorgio Piccinino del Centro Berne di Milano<br />
e a Massimo Del Monte psicologo e psicoterapeuta, che hanno accettato di<br />
collaborare a questa impresa.<br />
Un pensiero per tutti i colleghi di <strong>Mida</strong> non “ATisti” che con il loro lavoro<br />
competente e appassionato contribuiscono a far vivere la nostra avventura<br />
collettiva integrando le nostre idee, sopportando pazientemente i nostri ardori,<br />
le nostre dispute teologiche, i nostri tic.<br />
Marco Poggi<br />
Partner <strong>Mida</strong><br />
(marco.poggi@mida.biz)