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- Pagine <strong>Mida</strong> -<br />

“Una teoria<br />

è formidabile quanto più<br />

le sue premesse sono semplici,<br />

connette tra loro molte cose,<br />

ha un vasto campo di applicazione.”<br />

Albert Einstein


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- Pagine <strong>Mida</strong> -<br />

<strong>Mida</strong>, l’AT, il Potenziamento e<br />

la WE Revolution<br />

“Io sono ok, tu sei ok.”<br />

Antico mantra del movimento del potenziale umano<br />

Secondo la storia di <strong>Mida</strong> il primo fu Gianfranco Di Pietro.<br />

Gianfranco era uno straordinario formatore dotato di un vero e<br />

proprio “tocco magico”, una capacità fuori dal comune di affascinare ed<br />

appassionare i partecipanti ai suoi corsi; fu il primo di <strong>Mida</strong> a frequentare<br />

una scuola triennale di Analisi Transazionale, quella di via Archimede a<br />

Milano e aprì la strada.<br />

Seguirono altri e poi altri ancora.<br />

Per esempio Ivo Setton.<br />

Conobbi Ivo che non ero ancora in <strong>Mida</strong>, veniva a tenere aule nell’azienda<br />

nella quale facevo il responsabile della formazione.<br />

Ero colpito dalla consistenza delle sue parole, dalla finezza dei suoi<br />

ragionamenti, dalla profondità con la quale trattava i temi della<br />

comunicazione; intuivo che la “struttura di quella magia” avesse in qualche<br />

modo a che fare, oltre che con i suoi personali, numerosi talenti, con<br />

quei tre cerchi disegnati sulla lavagna (1) , con quelle idee e semplici eppure<br />

straordinariamente forti che costituiscono il corpo teorico dell’Analisi<br />

Transazionale.<br />

Quando entrai in <strong>Mida</strong>, alla fine degli anni novanta, anch’io frequentai il<br />

triennio in via Archimede e tutt’ora ho un debito di riconoscenza nei<br />

confronti delle insegnanti di quella scuola, Anna Rotondo e Dela Ranci, per<br />

avermi introdotto all’Analisi Transazionale e alle sue straordinarie possibilità.<br />

In <strong>Mida</strong>, intorno al passaggio di millennio, facevamo prevalentemente<br />

formazione manageriale focalizzata sui comportamenti.<br />

Sostanzialmente aiutavamo le persone, i capi soprattutto, a trovare un<br />

modo buono per comunicare con gli altri, ad esempio: chiedere ai propri<br />

collaboratori di fare specifiche attività, dare feedback, fare un colloquio di<br />

sviluppo e di valutazione della prestazione.<br />

I temi di base dell’Analisi Transazionale, gli Stati dell’Io e gli scambi<br />

comunicativi, ci offrivano la possibilità di parlare di comportamenti efficaci<br />

e non efficaci con una particolare consistenza e vividezza.<br />

I comportamenti efficaci per dare un buon feedback costruttivo,<br />

per esempio, risultavano molto più comprensibili ed accessibili se<br />

venivano collegati all’idea analitico transazionale di attivare il proprio Stato<br />

dell’Io adulto.<br />

In quei miei primi anni in <strong>Mida</strong>, il gruppo di consulenti con una formazione<br />

in Analisi Transazionale crebbe di parecchio: c’erano Marina Farina,<br />

Giovanna Dezza, Daniela Cannavale, Alessandra Vesi, Pierpaolo Peretti<br />

Griva, Laura Pieralisi.<br />

1 Secondo l’AT la struttura<br />

di personalità di ogni<br />

individuo è costituita da tre<br />

nuclei distinti, gli Stati dell’Io<br />

(Genitore, Adulto, Bambino)<br />

che vengono raffigurati<br />

con tre cerchi adiacenti, disposti<br />

uno sopra l’altro


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- Pagine <strong>Mida</strong> -<br />

Incoraggiati da Maurizio Castagna, costituimmo una vera e propria<br />

comunità professionale di persone appassionate dei contenuti del lavoro,<br />

che facevano ricerca e sperimentazione sul campo.<br />

Accadde che progressivamente, in modo del tutto naturale, seguendo<br />

le possibilità di comprensione e di lavoro formativo offerte dalla teoria,<br />

ci ritrovassimo a spostare sempre di più il focus del nostro lavoro dai<br />

comportamenti ai vissuti delle persone.<br />

Realizzammo che, mettendo a tema la dimensione emotiva delle<br />

esperienze, gli schemi ripetitivi, i pensieri depotenzianti, i meccanismi<br />

proiettivi, gli elementi del “dialogo interno”, si apriva la possibilità di aiutare<br />

davvero e in maniera profonda le persone nelle aule a trovare il proprio<br />

modo di agire buoni comportamenti grazie ad una più ampia e profonda<br />

consapevolezza di sé e al superamento di blocchi inconsci depotenzianti.<br />

Sono quelli gli anni vitali e creativi in cui pubblicammo il libro collettivo<br />

L’Analisi Transazionale e la formazione degli adulti (Franco<br />

Angeli 2003), in cui iniziammo a proporre e a realizzare interventi<br />

specificatamente dedicati all’obiettivo di vivere le proprie emozioni<br />

come risorsa, in cui cominciammo a facilitare la costruzione e il buon<br />

funzionamento dei gruppi grazie al disvelamento delle dinamiche<br />

relazionali profonde.<br />

Quel che successe fu che, insieme, trovammo la nostra via allo<br />

sviluppo dell’empowerment individuale e collettivo e la chiamammo<br />

potenziamento.<br />

Altri consulenti si aggiunsero strada facendo a infoltire e arricchire il<br />

gruppo: Jacopo Melloni, Gian Piero Scilio, Giulia Cornoldi, Claudio Funes,<br />

Elisa Corbetta.<br />

Alcuni formati a Milano, alcuni presso la scuola di Roma.<br />

Nel nostro cammino incontrammo il Centro Berne e Giorgio Piccinino,<br />

di cui pubblichiamo in queste pagine un bellissimo contributo e con cui<br />

sentimmo una speciale consonanza intellettuale e affettiva.<br />

Sperimentammo fertilissime connessioni tra l’Analisi Transazionale e<br />

altri mondi confinanti: la PNL, la Self Efficacy, l’approccio Cognitivo<br />

Comportamentale, il modello di coaching sistemico di Jan Ardui, il training<br />

teatrale.<br />

E quasi senza che ce ne accorgessimo, creammo qualcosa di unico nel<br />

mondo della formazione italiana: un gruppo di persone, innamorate del<br />

loro lavoro, capaci di produrre risultati reali e significativi di potenziamento<br />

attraverso un lavoro di approfondimento dei temi collegati alla relazione<br />

che le persone hanno con gli altri e, soprattutto, con se stesse.<br />

Non solo grazie all’Analisi Transazionale, va da sé, ma certamente<br />

beneficiando abbondantemente delle sue potenzialità.<br />

Tutti noi che abbiamo vissuto e continuiamo a vivere questa storia, e con<br />

noi anche i nostri colleghi più giovani che oggi fanno la loro formazione<br />

in Analisi Transazionale, conosciamo molto bene la speciale qualità di<br />

presenza che immediatamente si attiva in un’aula o in una sessione di<br />

coaching individuale quando si inizia a “incorniciare” il lavoro con i concetti<br />

dell’Analisi Transazionale.<br />

Tutti noi conosciamo perfettamente il particolare spazio di ascolto<br />

profondo e di risonanza che si genera quando la mano traccia con il


7<br />

- Pagine <strong>Mida</strong> -<br />

pennarello sul foglio della lavagna i tre cerchi degli Stati dell’Io e le parole<br />

si agganciano con forza alla vita vera delle persone.<br />

Gli elementi di base della teoria sono semplici, lineari, leggeri.<br />

Da subito sono comprensibili a chiunque.<br />

Al tempo stesso, risuonano in profondità e dischiudono con sorprendente<br />

velocità, insospettabili spazi di consapevolezza.<br />

La connessione tra i concetti e le proprie esperienze è immediata,<br />

naturale e le persone vivono l’esperienza arricchente e potenziante in sé<br />

di allargare e approfondire la loro “mappa del mondo”.<br />

Il lavoro di potenziamento si svolge delicatamente con fluidità.<br />

Può capitare che lo sviluppo del lavoro abbia un taglio psicodinamico: in<br />

questo caso è decisiva la comprensione di ciò che nell’esperienza dell’oggi,<br />

nel “qui e ora” è condizionato dal “là ed allora”, cioè da esperienze e<br />

decisioni della storia antica della persona: l’elemento di evoluzione e<br />

crescita è dato dalla separazione tra questi due piani.<br />

Oppure, in termini più cognitivi, può capitare che il lavoro sia centrato<br />

sullo sviluppo “qui ed ora” della consapevolezza degli elementi<br />

disfunzionali della mappa del mondo della persona, che impara a creare<br />

una distanza e quindi uno spazio di possibilità tra se stesso e ciò che<br />

pensa e sente.<br />

In ogni caso è straordinariamente potenziante poter attribuire vissuti e<br />

comportamenti inadeguati ad una specifica parte di sé, ad esempio allo<br />

Stato dell’Io del Bambino Adattato o a quello del Genitore Normativo<br />

avendo coscienza dell’esistenza, ancorché non ancora sufficientemente o<br />

pienamente energizzata di altre parti di sé più funzionali.<br />

E’ potenziante riconoscere e smontare le generalizzazioni su di sé e sul<br />

mondo e aprire spazi di possibilità.<br />

E’ potenziante prendere contatto con parti di sé assopite, poco toniche,<br />

tenute sotto scacco da ingiunzioni interne limitanti e attivarle, vitalizzarle,<br />

lasciare che si esprimano.<br />

E’ potenziante ammorbidire i vincoli interni, aprire spazi di libertà,<br />

recuperare pienezza.<br />

E’ potenziante prendere contatto con l’energia desiderante e permettergli<br />

di esserci e dispiegarsi.<br />

E’ potenziante sentire ed accettare i propri bisogni e decidere come agire<br />

rispettandoli e tenendone conto “qui e ora”.<br />

La speciale competenza che abbiamo accresciuto in questi anni di impegno,<br />

di lavoro, di ricerca e di apprendimento è la capacità di produrre risultati<br />

di potenziamento dentro ai contesti aziendali.<br />

Attraverso l’esperienza maturata nelle aule, lavorando con i casi vivi<br />

portati dalle persone, abbiamo sviluppato una particolare acuta sensibilità<br />

che ci consente di comprendere e di dipanare i ricorrenti cortocircuiti<br />

emotivi e relazionali che si producono tra le persone nelle aziende.<br />

Abbiamo acquisito la capacità di riconoscere e di gestire i meccanismi di<br />

transfert e proiezione presenti nelle relazioni gerarchiche, di individuare<br />

e far emergere le pretese bambine che nutrono e alimentano conflitti,<br />

di mettere a fuoco i tornaconti psicologici legati ai tipici vizi manageriali<br />

come non delegare, non supportare, non riconoscere i meriti, comunicare<br />

in modo ambiguo e manipolatorio.


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- Pagine <strong>Mida</strong> -<br />

Abbiamo imparato a contenere le esondazioni emozionali, a tenere le<br />

persone in contatto con se stesse anche quando tentano di sgusciare<br />

via come anguille, a dare feedback spietati e generativi, a trattare temi<br />

profondi con delicatezza, rispetto, misura.<br />

Abbiamo sviluppato l’attitudine a prenderci cura delle persone e dei<br />

loro problemi dentro all’esperienza vertiginosa e disorientante del lavoro<br />

contemporaneo.<br />

Quel che siamo oggi è il risultato di un processo entusiasmante e, al<br />

tempo stesso, sofferto.<br />

E’ il risultato di una crescita collettiva alimentata da un irriducibile amore<br />

per i contenuti del nostro lavoro e, insieme, dall’elaborazione anche<br />

dolorosa di errori, passi falsi, gesti goffi.<br />

Questo percorso oggi ci porta in modo del tutto naturale e coerente a<br />

sentirci ingaggiati, come professionisti e come persone, nella missione di<br />

dare vita ad una WE Revolution.<br />

Sentiamo il desiderio di impegnarci, di fare la nostra parte per accelerare<br />

il cambio di paradigma dal mondo degli individui atomizzati governati<br />

dall’utilitarismo egoista alla società delle persone libere, connesse e<br />

cooperanti.<br />

Intuiamo che questa ispirazione ci appartiene in modo profondo,<br />

appartiene alla nostra storia, alla nostra sensibilità, alla nostra esperienza<br />

quotidiana di lavoro relazionale con le persone e per le persone.<br />

Percepiamo che l’idea della WE Revolution amplifichi e rinforzi il senso del<br />

nostro agire e ci offra uno scopo condiviso che oltrepassa le motivazioni<br />

professionali individuali.<br />

Pensiamo che il NOI non sia e non debba essere un’astrazione moralistica<br />

e tanto meno un imperativo egualitario che pretende di appiattire e<br />

annullare la meravigliosa ricchezza delle soggettività.<br />

Anzi.<br />

Pensiamo che il NOI sia pluralità dinamica che si determina come<br />

connessione di soggettività straripanti.<br />

IO deboli, non completamente formati e senza consistenza non possono<br />

aprirsi all’incontro cooperativo e generativo con l’Altro da sé.<br />

La patologia relazionale in cui spesso ci imbattiamo nel nostro lavoro<br />

quotidiano in azienda è il risultato di IO traballanti, inautentici, talvolta<br />

ipertrofici e narcisistici per difetto di accettazione di sé e delle proprie<br />

mancanze, talvolta vittimistici e aggressivi per paura della propria bellezza<br />

e potenza.<br />

Potenziare le singole persone è un contributo fondamentale alla We<br />

Revolution.<br />

La potenza che desideriamo attivare non è volontà di potenza ma libera<br />

espressione delle proprie risorse, consapevolezza di sé e della propria<br />

natura relazionale, accettazione autentica delle proprie mancanze e<br />

debolezze.<br />

Una potenza che sta in rapporto dinamico e complementare con il<br />

riconoscimento delle potenzialità dell’Altro e l’accettazione delle sue<br />

debolezze e mancanze.<br />

IO sono ok, TU sei ok.<br />

L’antico mantra dell’Analisi Transazionale nella prospettiva della We


9<br />

- Pagine <strong>Mida</strong> -<br />

Revolution esprime in modo pienamente vitale il suo senso profondo.<br />

In questo numero monografico di Pagine <strong>Mida</strong> pubblichiamo sette articoli<br />

di riflessione e approfondimento in chiave analitico transazionale.<br />

E’ il frutto del nostro lavoro.<br />

Il nostro desiderio è di condividere con la ricca ed eterogenea comunità<br />

di donne e uomini che si occupano di persone nelle aziende, materiali<br />

attuali - idee ed esperienze - per promuovere la We Revolution.<br />

Un ringraziamento particolare a Giorgio Piccinino del Centro Berne di Milano<br />

e a Massimo Del Monte psicologo e psicoterapeuta, che hanno accettato di<br />

collaborare a questa impresa.<br />

Un pensiero per tutti i colleghi di <strong>Mida</strong> non “ATisti” che con il loro lavoro<br />

competente e appassionato contribuiscono a far vivere la nostra avventura<br />

collettiva integrando le nostre idee, sopportando pazientemente i nostri ardori,<br />

le nostre dispute teologiche, i nostri tic.<br />

Marco Poggi<br />

Partner <strong>Mida</strong><br />

(marco.poggi@mida.biz)

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