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Caselli/ La politica e la giustizia - I Siciliani giovani

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Anche Manitese, attraverso<br />

Marco Gurrieri, ci informa che<br />

il “presidio leggero” sta <strong>la</strong>vorando<br />

per trovare una sistemazione,<br />

come dicono loro, “più<br />

morbida possibile”.<br />

Ci informa anche che i proprietari<br />

di quei terreni sono disposti<br />

a stanziare 20.000 euro che<br />

dovrebbero facilitare <strong>la</strong> ricerca di nuove<br />

case per questa gente.<br />

Il “risanamento” di San Berillo<br />

Le considerazioni sono facili, il Piano<br />

che completerà il “risanamento” del<br />

quartiere San Berillo ha un costo<br />

stimato di 200 milioni di euro, tutti da<br />

finanziamenti privati: evidentemente i<br />

proprietari che hanno stanziato i 20.000<br />

euro vogliono fare del<strong>la</strong> carità<br />

assistenziale e poco gli importa del<strong>la</strong><br />

comunità bulgara, l’importante è che<br />

vadano via mentre l’interesse vero e<br />

proprio è <strong>la</strong> specu<strong>la</strong>zione edilizia.<br />

Tutti dicono che il tavolo del “presidio<br />

leggero” ha <strong>la</strong>vorato bene ma non<br />

con poche difficoltà: Marco Basile sostiene<br />

che l’assessore Pennisi competente<br />

nel settore dei servizi sociali non<br />

abbia le mani del tutto libere, ha difficoltà<br />

di confrontarsi con <strong>la</strong> giunta per<br />

quello che riguarda lo stato sociale, e<br />

considerando che fra pochi mesi questa<br />

giunta e questo consiglio comunale saranno<br />

sciolti per via delle nuove elezioni<br />

amministrative, non è detto che il “presidio<br />

leggero” esisterà ancora.<br />

www.isiciliani.it<br />

Sempre l’assessore Pennisi aveva proposto<br />

di utilizzare fondi del<strong>la</strong> Comunità<br />

Europea per affittare case sfitte ed assegnarle<br />

ai “senza tetto”: per tre anni gli affitti<br />

li pagherebbe il Comune di Catania,<br />

ma nessun proprietario ha mai risposto<br />

all’appello.<br />

Perché non usare i beni confiscati?<br />

Se volessimo fare i “conti del<strong>la</strong><br />

massaia” tali fondi potrebbero essere<br />

utilizzati per ristrutturare qualche ap-<br />

I <strong>Siciliani</strong><strong>giovani</strong><br />

<strong>Siciliani</strong><strong>giovani</strong><br />

– pag. 79<br />

“Sessanta locali<br />

o appartamenti<br />

confiscati<br />

al<strong>la</strong> mafia<br />

ed assegnati<br />

al Comune<br />

più di dieci<br />

anni fa”<br />

partamento di quei 60 beni<br />

confiscati al<strong>la</strong> mafia nel<strong>la</strong> città di<br />

Catania ed assegnati al Comune<br />

nel 1999.<br />

Ma il Comune chissà per quale<br />

motivo i beni confiscati<br />

preferisce tenerseli stretti e non<br />

assegnarli: su questo potrebbe<br />

dirci ben di più il coordinamento provinciale<br />

di Libera a cui è stato assegnato<br />

uno di questi beni, che utilizza.<br />

Il recupero di Pa<strong>la</strong>zzo Bernini<br />

Un’altra soluzione potrebbe essere utilizzare<br />

tali fondi per il recupero di pa<strong>la</strong>zzo<br />

Bernini, di proprietà del Comune di<br />

Catania, sgomberato all’inizio dell’estate<br />

scorsa in una situazione analoga a<br />

quel<strong>la</strong> delle fosse di Corso Martiri del<strong>la</strong><br />

Libertà, dove si potrebbero ricavare appartamenti<br />

per i nuclei familiari senza<br />

casa.<br />

Ma si sa che l’Amministrazione comunale<br />

catanese preferisce gonfiare i<br />

portafogli dei privati e pagare fior fiore<br />

di quattrini ai privati anzicchè utilizzare<br />

i beni di sua proprietà.<br />

Da qualche giorno attorno alle fosse si<br />

sono alzati nuovi muri che chiuderanno<br />

le aree impedendo il libero accesso a<br />

quei cittadini e cittadine.<br />

E quando si alzano i muri non si sa mai<br />

quando verranno buttati giù, anche se sicuramente<br />

al posto di quei muri prima o<br />

poi arriverà il cemento che distrugge:<br />

l’importante è che <strong>la</strong> città non veda e non<br />

sappia.

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