Caselli/ La politica e la giustizia - I Siciliani giovani
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PERIFERIE www.isiciliani.it I martiri di Corso Martiri Catania. Un grande spazio “vuoto”, residuo dello sventramento edilizio degli anni Sessanta. Vuoto per modo di dire, perché – accampati alla meglio – ci vivono decine di esseri umani. Dove andranno a finire, ora che le ruspe degli imprenditori tornano a finire il “lavoro” interrotto cinquant'anni fa? Chi lo sa. Sono soltanto persone. Mentre a Catania contano solo i soldi e chi li fa girare. Legalmente o no di Giovanni Caruso - foto di Domenico Pisciotta I Sicilianigiovani Sicilianigiovani – pag. 76
“Il piano che si sta applicando adesso a Corso Martiri risale al 1973. Non può ritenersi moderno né adeguato alle esigenze attuali della città” I fragori della festa di Sant’Agata sono appena iniziati e Stancanelli entusiasta ha tanta voglia di parlare. Forse non è soltanto un entusiasmo dettato dalla festa, forse è un entusiasmo elettorale, infatti non parla solo della “Santuzza” ma anche di Piano regolatore e dell’inizio dei lavori in Corso Martiri della Libertà: “Sarà l’avvio di una stagione positiva per Catania, che adesso sarà possibile visto che la città è stata messa in sicurezza col Piano di “risanamento” appena approvato dal Consiglio, - e aggiunge – la prima operazione sarà quella della delimitazione e recinzione delle aree che in un secondo tempo saranno il teatro del risanamento vero e proprio. Si procederà anche allo sbancamento con le ruspe”. “E chi vive là dentro”? Qualcuno chiede: “E la comunità bulgara che vive in quelle fosse?”. Stancanelli risponde che se ne sta occupando l’assessore ai Servizi Sociali Carlo Pennisi con un piano definito “morbido”. www.isiciliani.it “Piano morbido”: cos'è? Mercoledì 6 febbraio Un tiepido sole riscalda la città di Catania, sono le undici e la “Santuzza” deve ancora rientrare in cattedrale; percorriamo il Corso Martiri della Libertà, vogliamo capire e sapere cos’è il “piano morbido” proposto dal Comune, che dovrebbe accompagnare fuori da quelle fosse la comunità bulgara. Vogliamo sapere da loro soprattutto se sono stati informati delle intenzioni che ha su di loro l’Amministrazione comunale. Vogliamo sapere se tali decisioni sono state condivise e partecipate. Mentre cerchiamo un varco per entrare in una delle fosse, una porticina si apre dalla recinzione, esce una donna, chiediamo se sa che l’indomani inizieranno i lavori: “no, qui non è venuto nessuno, sono venuti solo giornalisti!” - Ma proprio nessuno, vigili urbani, carabinieri, funzionari del comune? - No, nessuno! L’abbiamo saputo da voi giornalisti -Ma quanti siete? Rifiuti di ogni tipo La donna risponde, in uno stentato italiano: “Sì, siamo in tanti in questo buco, e molti altri si trovano nel buco di là”. Cerchiamo ancora un varco, lo troviamo, scendiamo giù nella fossa, e subito notiamo che i rifiuti di ogni tipo sono aumentati, forse meno puzzolenti di quando venimmo nel caldo giugno. I Sicilianigiovani Sicilianigiovani – pag. 77 Scheda UN PIANO URBANISTICO DI QUARANT'ANNI FA 1 - Il Piano che si attuerà risale al 1973, e non può quindi certamente ritenersi moderno, né rispondente alle esigenze attuali della città. 2 - La qualità del progetto non potrà essere garantita dal suo affidamento ad un “archistar”, che sarà inevitabilmente condizionato dalla vetustà del Piano urbanistico e delle sue regole, che fissano i perimetri, le densità e le destinazioni dei singoli lotti. 3 – Il Piano urbanistico, essendo palesemente obsoleto, non prevede aree libere con caratteristiche e dimensioni adeguate alle necessità della protezione civile in caso di grave evento sismico, facendo perdere alla città l’unica occasione per mettere veramente in sicurezza il centro storico circostante 4 – Il centro storico non ha bisogno della costruzione di altre strutture commerciali, ma di sostegno e valorizzazione delle attività già esistenti. 5 – Il Piano del ’73 manca di un’idea di fondo, forte e nuova, che possa veramente qualificare l’intervento, come ad esempio quella proposta poco tempo fa dall’arch. Zaira Dato. 6 – Qualora l’archistar dovesse invece interpretare con troppa disinvoltura le regole imposte dal vecchio Piano per esprimere liberamente la propria capacità progettuale, è ipotizzabile che il Direttore dell’Urbanistica, dovendo rilasciare la concessione edilizia, rischierà di incorrere in un reato penalmente rilevante.
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