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Caselli/ La politica e la giustizia - I Siciliani giovani

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Eppure <strong>la</strong> città, anche quel<strong>la</strong> che vive<br />

l’or<strong>la</strong>ndismo quasi con un carico di risentimento<br />

personale, sa che in questa<br />

fase non è possibile prescindere “ru sinnacuol<strong>la</strong>ndo”<br />

e dal suo bagaglio politicoculturale<br />

e di re<strong>la</strong>zioni. Lo sanno le<br />

schiere inferocite dei dipendenti del<strong>la</strong><br />

grande ma<strong>la</strong>ta partecipata del Comune<br />

Gesip, e delle altre Aziende ex municipalizzate<br />

Amat e Amia, dove il saccheggio<br />

più tristo di irresponsabili amministratori<br />

è stato caotico ed incontrol<strong>la</strong>bile.<br />

Lo sanno anche i circoli benpensanti<br />

dell’ancien régime borghese cittadino<br />

che hanno fatto <strong>la</strong> solita devastante alleanza<br />

con il sottoproletariato urbano per<br />

affidare irresponsabilmente le sorti del<strong>la</strong><br />

città a Berlusconi e al suo seguito più<br />

screditato e irresponsabile, rintracciabile<br />

nel già variegato mondo di nani, ballerini<br />

– con il massimo rispetto per i veri nani e<br />

ballerini – e di cultori dell’illegalità presenti<br />

nel suo partito di p<strong>la</strong>stica.<br />

Or<strong>la</strong>ndo come un moderno prometeo<br />

incatenato dall’emergenza sociale, più<br />

forte che altrove, al<strong>la</strong> rupe del<strong>la</strong> sua città<br />

che deve governare in un tempo in cui <strong>la</strong><br />

rigida <strong>politica</strong> delle compatibilità economiche<br />

rischia di fare vivere le città, e le<br />

loro amministrazioni, nell’affanno costante<br />

dell’emergenza che tradizionalmente<br />

si propone alternativa all’innovazione<br />

dei metodi e dei processi. Un’alternativa<br />

ineludibile in una città come Palermo,<br />

“condannata” ad essere grande ed<br />

importante.<br />

Or<strong>la</strong>ndo che sa bene, e non ne fa mistero,<br />

di essere maggioranza elettorale,<br />

ma anche minoranza culturale.<br />

Or<strong>la</strong>ndo che però, forse, non ha ancora<br />

dimostrato di avere compreso che caricarsi<br />

tutti i bisogni di questa città – tantissimi,<br />

variegati e ancora troppo legati<br />

al<strong>la</strong> delega verso qualcuno – richiede uno<br />

sforzo di immaginazione, di forte impatto<br />

simbolico, ancor più ec<strong>la</strong>tante di quello<br />

prodotto nel<strong>la</strong> sua migliore sindacatu-<br />

www.isiciliani.it<br />

ra del passato.<br />

Basta ricordare l’amministrazione di<br />

Or<strong>la</strong>ndo che riaprendo il Massimo dopo<br />

più di un ventennio riusciva a legare gli<br />

aneliti di rinascita di tutta una città ad un<br />

Teatro magnificente dove tanta gente, entusiasta<br />

di questo traguardo, non aveva<br />

mai messo piede e, probabilmente, non<br />

ne avrebbe messo mai.<br />

L’Amministrazione che riapriva al<strong>la</strong><br />

gente – di tutti i ceti ed orientamenti –<br />

prima il Pa<strong>la</strong>zzo e poi gli angoli più remoti<br />

del suo enorme centro storico, ancora<br />

degradato e “pericoloso”, non con il<br />

dispiegamento di Polizia e Carabinieri,<br />

ma con il “deterrente” coinvolgente delle<br />

orchestrine locali e multietniche, come<br />

degli artisti di strada provenienti da tutto<br />

il mondo.<br />

Palermo di Pina Bausch, Wim Wenders<br />

e altri artisti innovativi di straordinario<br />

talento e prestigio internazionale, che si<br />

trasferivano in città dichiarando che Palermo<br />

era in quel<strong>la</strong> fase “il posto più interessante<br />

dove <strong>la</strong>vorare e inventare ”.<br />

I Cantieri del<strong>la</strong> Zisa<br />

Oggi, probabilmente, <strong>la</strong> comprensibile<br />

fase di attesa di questa amministrazione<br />

sta andando non oltre il giusto, ma oltre<br />

il consentito per il semplice motivo che<br />

le difficoltà, interne e di contesto, non razionalizzano<br />

le aspettative del<strong>la</strong> gente,<br />

ma le inaspriscono.<br />

E’ urgente che accanto a timidi segnali<br />

di innovativa ideazione si profilino progetti<br />

che rappresentino un autentico “colpo<br />

di reni” che rimetta alcuni aspetti del<strong>la</strong><br />

città al centro di un concreto immaginario<br />

collettivo.<br />

Di esempi se ne possono fare tanti ma,<br />

oltre ai segni significativi in atto rappresentati<br />

dal ri<strong>la</strong>ncio, in termini culturali e<br />

d’impresa innovativa, dei Cantieri Culturali<br />

del<strong>la</strong> Zisa e dell’intervento turistico –<br />

produttivo del<strong>la</strong> valle dell’Oreto, basta<br />

I <strong>Siciliani</strong><strong>giovani</strong><br />

<strong>Siciliani</strong><strong>giovani</strong><br />

– pag. 69<br />

"Se un sogno<br />

è di uno solo,<br />

è solo un sogno;<br />

se lo sognano<br />

in tanti,<br />

è <strong>la</strong> <strong>politica</strong>"<br />

ricordarne qualche altro, oggettivamente<br />

tra i più qualificati ed importanti.<br />

<strong>La</strong> valorizzazione per un uso congruo<br />

dello straordinario Parco del<strong>la</strong> Favorita e<br />

di tutta l’immensa area che corre lungo<br />

tutto il profilo sotto il massiccio di Monte<br />

Pellegrino. Un’area immensa che rappresenta<br />

monumento, pressocché perenne,<br />

dello spreco delle opportunità in questa<br />

città.<br />

Un waterfront – un fronte delle acque<br />

di Palermo - da recuperare interamente e<br />

che non riguardi solo l’area portuale, ma<br />

tutto il litorale, da est a ovest del<strong>la</strong> città,<br />

che, sull’esempio di prestigiose città europee,<br />

possa valorizzare una città che ha<br />

<strong>la</strong> fortuna di adagiarsi sul mare in modo<br />

epicentrico, per rappresentare un valore e<br />

un’opportunità, non per gli immancabili<br />

comitati di affari, per tutta <strong>la</strong> gente che<br />

vive e visita il territorio cittadino.<br />

Tutto questo deve partire presto, con<br />

buona comunicazione e anche con una<br />

razionale e trasparente gradualità, per disinnescare<br />

a priori ogni ipotesi di affarismo,<br />

camuffato in opportunità per <strong>la</strong> città<br />

- foss’anche il masterp<strong>la</strong>in di Confindustria<br />

sullo sviluppo, presentato con grande<br />

enfasi qualche tempo fa - e legare<br />

idealmente al cammino del<strong>la</strong> città ogni<br />

persona, con il suo specifico e le sue<br />

aspettative.<br />

Il dindaco Or<strong>la</strong>ndo dovrebbe semplicemente<br />

coniugare, con realismo, due<br />

massime famose che ama ripetere spesso.<br />

<strong>La</strong> prima: "quando ci sono le buone<br />

idee, trovare i soldi non è mai un problema".<br />

Prudentemente chiosa <strong>la</strong> redazione:<br />

"i soldi non sono il più grosso dei problemi<br />

".<br />

<strong>La</strong> seconda: "se un sogno è di uno<br />

solo, è solo un sogno; se lo sognano in<br />

tanti, è <strong>la</strong> <strong>politica</strong>".<br />

Ancora più prudentemente chiosa <strong>la</strong><br />

redazione: ”potrebbe essere <strong>la</strong> <strong>politica</strong> se<br />

il tempo che passa non viene considerato<br />

una variabile indipendente".

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