Caselli/ La politica e la giustizia - I Siciliani giovani

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31.05.2013 Views

Dopo aver pranzato ci dirigiamo subito alla piazza centrale del paese, a chiazza, dove si trova il comune. Prima però un buon caffè, senza sarebbe piuttosto difficoltoso andare avanti. Entriamo in comune, un paio di rampe di scale e notiamo subito una maglietta con la scritta No Muos attaccata ad una porta. Al di là della porta, aperta, davanti a noi un ragazzo batte le dita sulla tastiera di un portatile, ci guarda e fa un cenno, mentre facciamo due passi ed entriamo nella sala consiliare. «Prego», ci dice un signore che non avevamo notato, poiché nascosto in un angolo della sala. Ci presentiamo e lui prontamente prende il cellulare e chiama. «Sta arrivando Guglielmo, lui è il nostro portavoce. Potrete fare a lui tutte le domande che volete, accomodatevi ragazzi», così ci dice mentre riprende il suo posto, seduto su una sdraio. Scheda E SE REVOCASSIMO ANCHE LE TRIVELLAZIONI DEL BELICE? La vicenda politico-istituzionale con cui è stata revocata dalla giunta Crocetta l’autorizzazione amministrativa, concessa dal precedente Governo Lombardo, per la costruzione a Niscemi, del sistema satellitare MUOS (Mobile User Objective System) merita qualche riflessione. Se la revoca dell'autorizzazione al Muos, rimarrà un isolato e anomalo episodio di buona politica o diventerà prassi, presto lo verificheremo. Un naturale proseguimento potrebbe essere revocare l'autorizzazione per la ricerca di idrocarburi mediante trivellazione. nella Valle del Belice. In stretto comparaggio con una servile alta burocrazia Regionale la mala politica dei sedicenti difensori dell'autonomia Siciliana oltre al Muos ha autorizzato il 10 ottobre 2012, tre mesi dopo le dimissioni del presidente Lombardo, la ricerca di idrocarburi nella Valle del Belice, area protetta. L'autorizzazione per la ricerca di idrocarburi mediante trivellazioni è stata rilasciata alla Enel Longanesi, una società privata, per un’area di circa 600 kmq, in piena zona sismica, tra parchi, bacini idrogeologici e www.isiciliani.it Bottiglie d’acqua, posacenere, sedie, tutto quello che serve in questi casi, quando si ha l’intenzione di fermarsi in un posto per qualche tempo. Il signore sulla sdraio, un quarantenne con una voce rauca, sicuramente a causa del fumo, ci precisa che la loro occupazione dura esattamente da sedici giorni, dal 10 dicembre insomma, mentre il loro gruppo è attivo dal 22 novembre, «Ma per il resto Guglielmo vi saprà dire di più» e si accende una sigaretta. Quarantuno antenne installate Sono circa le tre del pomeriggio quando arriva Guglielmo Panebianco, lo abbiamo aspettato circa un quarto d’ora. Un ragazzo sui trenta, cappello sopra la testa e sciarpa rossa attorno al collo: «Ciao, piacere Guglielmo». Si accomoda I Sicilianigiovani Sicilianigiovani – pag. 49 “L'inquinamento elettromagnetico fa paura e forse uccide” davanti a noi, posa sul tavolo la sciarpa, toglie il cappotto e iniziamo a parlare. «Siamo qui perché vogliamo avere i documenti necessari per capire se ci sono le condizioni per bloccare i lavori», esordisce così Guglielmo, spiegandoci inoltre che la loro battaglia è una battaglia di testa perché «dopo quattro anni ancora non abbiamo i documenti per fare i ricorsi, per il controllo empirico sulle quarantuno antenne. Non abbiamo nessun monitoraggio, perché l’ARPA Sicilia soffre i poteri occulti, come quello mafioso e gli stessi Zucchetti e Coraddu (due professori del Politecnico di Torino che nel 2011 scrissero una relazione sui possibili danni provocati dal Muos, ndr) hanno lamentato la precarietà con cui sono stati fatti gli studi». Guglielmo ci spiega che la loro lotta è rivolta soprattutto alle quarantuno antenne che furono installate nel 1991, a causa delle quali, chissà se si tratta di un caso, tre militari italiani si sono ammalati di leucemia e uno di questi è morto: «Qua non si comprende l’inquinamento elettromagnetico. Abbiamo paura». aree di fondamentale importanza dal punto di vista agricolo, culturale, paesaggistico e zootecnico. L’area interessa i Comuni di Montevago, Santa Margherita Belice (Agrigento), Bisacquino, Campofiorito, Camporeale, Contessa Entellina, Corleone, Monreale, Partinico, Piana degli Albanesi, Roccamena, San Cipirrello e San Giuseppe Jato (Palermo), Alcamo, Gibellina, Poggioreale e Salaparuta (Trapani). Un''area devastata dal terremoto del 1968, che provocò centinaia di vittime. Scientificamente è stato dimostrato un legame tra terremoti e trivellazioni: l'attività d'iniezione di liquidi altamente ad alta pressione influenza in maniera significativa le faglie sismiche, col pericolo di anticipare sismicità. Inoltre, i liquidi iniettati per "ammorbidire "la roccia sono fortemente tossici, con effetti devastanti nel medio periodo. La propaganda politica aveva detto che questi disastri ambientali e umani sarebbero stati risarciti con la riscossione dei diritti di estrazione, ma in Italia le royalties, al 10%, sono le più basse al mondo: negli altri Paesi produttori vanno dal 20 all'80%. Una politica dissennata, servile e ascara ha prodotto questo disastroso modello di sviluppo, che dobbiamo lasciarci alle spalle pensando alle generazione future. Ignazio de Luca

www.isiciliani.it Catania/ Storie dal mio quartiere Angela e il Cavaliere Era il 1964 quando Angela viveva in contrada Moncada a Librino. Insieme ai suoi genitori. Lei aveva i capelli castani, gli occhi dello stesso colore, alta, un corpo esile ma forte. Il padre era un uomo di quarant'anni, aveva gli stessi occhi della figlia; i capelli brizzolati, alto, robusto e due mani ruvide rovinate dal lavoro in campagna di Luciano Bruno Infatti lui aveva un agrumeto immenso dove la bambina spesso andava ad aiutare il padre; innaffiava, zappava, seminava. Quando finiva di aiutare faceva delle lunghe passeggiate nello stradale San Teodoro fra uliveti, vigneti e palmenti; camminando lungo la strada un giorno si accorse una collina enorme, sembrava che toccasse il cielo. Restò ferma ai piedi della collina poi decise di salire in cima, appena arrivò lassù rimase senza fiato; davanti ai suo occhi vi erano immensi agrumeti, vigneti, uliveti. Lei venne rapita dal fresco profumo della natura. La ragazza era molto felice quando arrivava il periodo del raccolto, passava intere giornate nei campi. Poi, una volta finito il raccolto, insieme al padre si recava al mercato a vendere i loro prodotti. La sua famiglia era umile e modesta, viveva del lavoro di campagna. Nonostante la vita semplice era felice. Ma questa serenità non durò per sempre. Il Piano di Zona di Librino Passarono un po’di anni, nel 1976 il Comune di Catania incarica la S.T.A. progetti s.r.l. di redigere il P.d.z. (Piano di zona) di Librino. Proprio dove il padre di Angela aveva il suo agrumeto dovevano passare i lotti C2, C3 e il B2 29, l’attuale Teatro Moncada. Quindi i terreni della famiglia furono espropriati per quattro soldi come terreni agricoli. Per il padre fu un duro colpo, provò a trovare qualsiasi altro lavoro ma non era facile. Angela andò ai piedi della sua collina che si trovava non lontano dalla casa dove abitava, salì in cima, rivide e sentì per l’ultima volta gli agrumeti del quartiere e il fresco profumo della natura. Con i soldi dell'esproprio andarono avanti per un po', poi furono costretti ad emigrare in Germania. L'impresa “Cavaliere Finocchiaro” L'appalto venne vinto dalla impresa di costruzioni “cav. Lavoro Finocchiaro”, in data 30 Marzo 1981; dare gli appalti in concessione in quel periodo era prassi per gonfiare le spese e guadagnare più soldi. I lavori vengono bloccati nel 1984; uno dei motivi potrebbe essere il rinvio a giudizio di Francesco Finocchiaro nel 1984 per scandali nella concessione di appalti. Passano due anni. 15 maggio 1986: una nuova gara d'appalto viene bandita, ad I Sicilianigiovani Sicilianigiovani – pag. 50 aggiudicarsela è la ditta " Structura Costruzioni S.a.s." di Agrigento. I lavori del futuro Teatro Moncada sono in stato avanzato e non risulta nemmeno vandalizzato; cosa molto ricorrente quando si parla di edifici pubblici a Librino. Finalmente la struttura viene completata, ma mai consegnata alla città. Inaugurato da: Enzo Bianco, Umberto Scapagnini e da Rocco Buttiglione, ex ministro dei Beni culturali, il teatro viene abbandonato e vandalizzato. La giunta Scapagnini tra il 2003 e il 2005 accende due mutui con le banche per lavori di restauro all'interno del teatro. Il primo di 2,5 milioni di euro, il secondo di 2 milioni di euro. Ma questi lavori non sono stati mai realizzati. Adesso regnano i pusher 6 febbraio 2013, dopo tantissimi anni Angela torna nel quartiere, non ha più i capelli castani, ma brizzolati, adesso ha una sua di famiglia, é madre di due figli. La prima cosa che nota entrando a Librino sono: le rotonde, le strade larghe, i casermoni di cemento; non sente più il fresco profumo della natura ma l'odore sordo del cemento. La donna vuole far vedere ai figli i posti dov'è nata e cresciuta. Appena arrivati Angela resta senza parole per quello che vede. Un via vai di macchine pronte a comprare la morte per pochi euro, le vedette in sella ai motorini che fanno da pusher, un teatro completamente devastato e abbandonato, proprio lì dove il padre aveva il suo agrumeto. Lei chiude gli occhi e immagina di sentire ancora per una volta quel meraviglioso profumo.

Dopo aver pranzato ci dirigiamo subito<br />

al<strong>la</strong> piazza centrale del paese, a chiazza,<br />

dove si trova il comune. Prima però un<br />

buon caffè, senza sarebbe piuttosto difficoltoso<br />

andare avanti.<br />

Entriamo in comune, un paio di rampe<br />

di scale e notiamo subito una maglietta<br />

con <strong>la</strong> scritta No Muos attaccata ad una<br />

porta. Al di là del<strong>la</strong> porta, aperta, davanti<br />

a noi un ragazzo batte le dita sul<strong>la</strong> tastiera<br />

di un portatile, ci guarda e fa un cenno,<br />

mentre facciamo due passi ed entriamo<br />

nel<strong>la</strong> sa<strong>la</strong> consiliare.<br />

«Prego», ci dice un signore che non<br />

avevamo notato, poiché nascosto in un<br />

angolo del<strong>la</strong> sa<strong>la</strong>. Ci presentiamo e lui<br />

prontamente prende il cellu<strong>la</strong>re e chiama.<br />

«Sta arrivando Guglielmo, lui è il nostro<br />

portavoce. Potrete fare a lui tutte le domande<br />

che volete, accomodatevi<br />

ragazzi», così ci dice mentre riprende il<br />

suo posto, seduto su una sdraio.<br />

Scheda<br />

E SE REVOCASSIMO ANCHE<br />

LE TRIVELLAZIONI DEL BELICE?<br />

<strong>La</strong> vicenda politico-istituzionale con cui è stata revocata dal<strong>la</strong> giunta<br />

Crocetta l’autorizzazione amministrativa, concessa dal precedente<br />

Governo Lombardo, per <strong>la</strong> costruzione a Niscemi, del sistema satellitare<br />

MUOS (Mobile User Objective System) merita qualche riflessione.<br />

Se <strong>la</strong> revoca dell'autorizzazione al Muos, rimarrà un iso<strong>la</strong>to e anomalo<br />

episodio di buona <strong>politica</strong> o diventerà prassi, presto lo verificheremo. Un<br />

naturale proseguimento potrebbe essere revocare l'autorizzazione per<br />

<strong>la</strong> ricerca di idrocarburi mediante trivel<strong>la</strong>zione. nel<strong>la</strong> Valle del Belice.<br />

In stretto comparaggio con una servile alta burocrazia Regionale <strong>la</strong><br />

ma<strong>la</strong> <strong>politica</strong> dei sedicenti difensori dell'autonomia Siciliana oltre al<br />

Muos ha autorizzato il 10 ottobre 2012, tre mesi dopo le dimissioni del<br />

presidente Lombardo, <strong>la</strong> ricerca di idrocarburi nel<strong>la</strong> Valle del Belice,<br />

area protetta.<br />

L'autorizzazione per <strong>la</strong> ricerca di idrocarburi mediante trivel<strong>la</strong>zioni è stata<br />

ri<strong>la</strong>sciata al<strong>la</strong> Enel Longanesi, una società privata, per un’area di circa<br />

600 kmq, in piena zona sismica, tra parchi, bacini idrogeologici e<br />

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Bottiglie d’acqua, posacenere, sedie,<br />

tutto quello che serve in questi casi,<br />

quando si ha l’intenzione di fermarsi in<br />

un posto per qualche tempo. Il signore<br />

sul<strong>la</strong> sdraio, un quarantenne con una<br />

voce rauca, sicuramente a causa del<br />

fumo, ci precisa che <strong>la</strong> loro occupazione<br />

dura esattamente da sedici giorni, dal 10<br />

dicembre insomma, mentre il loro gruppo<br />

è attivo dal 22 novembre, «Ma per il<br />

resto Guglielmo vi saprà dire di più» e si<br />

accende una sigaretta.<br />

Quarantuno antenne instal<strong>la</strong>te<br />

Sono circa le tre del pomeriggio quando<br />

arriva Guglielmo Panebianco, lo abbiamo<br />

aspettato circa un quarto d’ora.<br />

Un ragazzo sui trenta, cappello sopra <strong>la</strong><br />

testa e sciarpa rossa attorno al collo:<br />

«Ciao, piacere Guglielmo». Si accomoda<br />

I <strong>Siciliani</strong><strong>giovani</strong><br />

<strong>Siciliani</strong><strong>giovani</strong><br />

– pag. 49<br />

“L'inquinamento<br />

elettromagnetico<br />

fa paura<br />

e forse uccide”<br />

davanti a noi, posa sul tavolo <strong>la</strong> sciarpa,<br />

toglie il cappotto e iniziamo a par<strong>la</strong>re.<br />

«Siamo qui perché vogliamo avere i<br />

documenti necessari per capire se ci<br />

sono le condizioni per bloccare i <strong>la</strong>vori»,<br />

esordisce così Guglielmo, spiegandoci<br />

inoltre che <strong>la</strong> loro battaglia è una battaglia<br />

di testa perché «dopo quattro anni<br />

ancora non abbiamo i documenti per fare<br />

i ricorsi, per il controllo empirico sulle<br />

quarantuno antenne. Non abbiamo nessun<br />

monitoraggio, perché l’ARPA Sicilia<br />

soffre i poteri occulti, come quello mafioso<br />

e gli stessi Zucchetti e Coraddu<br />

(due professori del Politecnico di Torino<br />

che nel 2011 scrissero una re<strong>la</strong>zione sui<br />

possibili danni provocati dal Muos, ndr)<br />

hanno <strong>la</strong>mentato <strong>la</strong> precarietà con cui<br />

sono stati fatti gli studi».<br />

Guglielmo ci spiega che <strong>la</strong> loro lotta è<br />

rivolta soprattutto alle quarantuno antenne<br />

che furono instal<strong>la</strong>te nel 1991, a causa<br />

delle quali, chissà se si tratta di un caso,<br />

tre militari italiani si sono amma<strong>la</strong>ti di<br />

leucemia e uno di questi è morto: «Qua<br />

non si comprende l’inquinamento elettromagnetico.<br />

Abbiamo paura».<br />

aree di fondamentale importanza dal punto di vista agricolo, culturale,<br />

paesaggistico e zootecnico.<br />

L’area interessa i Comuni di Montevago, Santa Margherita Belice (Agrigento),<br />

Bisacquino, Campofiorito, Camporeale, Contessa Entellina, Corleone,<br />

Monreale, Partinico, Piana degli Albanesi, Roccamena, San Cipirrello<br />

e San Giuseppe Jato (Palermo), Alcamo, Gibellina, Poggioreale<br />

e Sa<strong>la</strong>paruta (Trapani). Un''area devastata dal terremoto del 1968, che<br />

provocò centinaia di vittime.<br />

Scientificamente è stato dimostrato un legame tra terremoti e trivel<strong>la</strong>zioni:<br />

l'attività d'iniezione di liquidi altamente ad alta pressione influenza in<br />

maniera significativa le faglie sismiche, col pericolo di anticipare sismicità.<br />

Inoltre, i liquidi iniettati per "ammorbidire "<strong>la</strong> roccia sono fortemente<br />

tossici, con effetti devastanti nel medio periodo. <strong>La</strong> propaganda <strong>politica</strong><br />

aveva detto che questi disastri ambientali e umani sarebbero stati risarciti<br />

con <strong>la</strong> riscossione dei diritti di estrazione, ma in Italia le royalties, al<br />

10%, sono le più basse al mondo: negli altri Paesi produttori vanno dal<br />

20 all'80%.<br />

Una <strong>politica</strong> dissennata, servile e ascara ha prodotto questo disastroso<br />

modello di sviluppo, che dobbiamo <strong>la</strong>sciarci alle spalle pensando alle<br />

generazione future.<br />

Ignazio de Luca

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