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Caselli/ La politica e la giustizia - I Siciliani giovani

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www.isiciliani.it<br />

Interviste/ Yvan Sagnet<br />

“Diritti dei braccianti?<br />

Qui c'è il capora<strong>la</strong>to”<br />

Lo sciopero dei braccianti<br />

stranieri in Italia<br />

di Danie<strong>la</strong> Sammito<br />

www. ilc<strong>la</strong>ndestino.info<br />

Yvan Sagnet viene dal Camerun. Nel<br />

2007 viene a studiare al Politecnico di<br />

Torino. Nell'estate 2011, per pagarsi gli<br />

studi, va a <strong>la</strong>vorare a Nardò, in Puglia,<br />

dove nel<strong>la</strong> masseria Boncuri si assumono<br />

<strong>la</strong>voratori per <strong>la</strong> raccolta del pomodoro.<br />

Si rende conto delle disumane condizioni<br />

a cui i caporali costringono gli operai e<br />

prende parte al primo sciopero autonomo<br />

dei braccianti stranieri in Italia<br />

Yvan, tu sei stato protagonista del<strong>la</strong><br />

rivolta a Nardò. Un altro evento raccontato<br />

dai media – e in occasione del<br />

quale si è par<strong>la</strong>to del problema del capora<strong>la</strong>to<br />

– è stato quello del<strong>la</strong> rivolta di<br />

Rosarno. Secondo il tuo punto di vista,<br />

che differenze e che analogie ci sono<br />

state tra questi due tipi di rivolta?<br />

A Rosarno <strong>la</strong> rivolta è partita dallo<br />

scontro tra un datore di <strong>la</strong>voro e un <strong>la</strong>voratore<br />

e poi il mondo intero ha scoperto<br />

cosa c'era dietro, a livello di sfruttamento,<br />

schiavitù, infiltrazioni del<strong>la</strong> ma<strong>la</strong>vita.<br />

Però a Nardò <strong>la</strong> battaglia è partita dal<strong>la</strong> dimensione<br />

del <strong>la</strong>voro, dall'unità del<br />

<strong>la</strong>voratori. Un gruppo di <strong>la</strong>voratori che si<br />

sono riuniti per rivendicare i loro diritti.<br />

Non era tra singole persone, come a Rosarno.<br />

Ecco perchè c'è una differenza notevole<br />

anche nei risultati che i due<br />

scioperi hanno dato.<br />

A Nardò i <strong>la</strong>voratori erano uniti<br />

A Nardò abbiamo ottenuto più risultati<br />

perchè c'era unità dei <strong>la</strong>voratori. Abbiamo<br />

ottenuto <strong>la</strong> legge sul capora<strong>la</strong>to, gli arresti<br />

degli imprenditori e dei caporali. Invece a<br />

Rosarno cosa abbiamo ottenuto due o tre<br />

anni dopo <strong>la</strong> rivolta, a parte il fatto che se<br />

n'è par<strong>la</strong>to?<br />

L'introduzione del reato di capora<strong>la</strong>to<br />

è una conquista del 2011, una vittoria.<br />

Come sono cambiate le cose in conseguenza<br />

di questa importante novità<br />

legis<strong>la</strong>tiva?<br />

E' stato un risultato importante perchè<br />

dopo più di cento anni di capora<strong>la</strong>to in<br />

questo Paese, <strong>la</strong> rivolta di Nardò ha spinto<br />

verso l'introduzione di questo reato che<br />

danneggia i <strong>la</strong>voratori.<br />

Però bisognerebbe completare questa<br />

legge, che attualmente punisce soltanto i<br />

caporali. Bisognerebbe ampliar<strong>la</strong>, in<br />

modo da punire anche i datori di <strong>la</strong>voro,<br />

che sono i principali responsabili di questa<br />

piaga.<br />

Sapevamo che non potevamo ottenere<br />

risultati concreti solo dopo un anno perchè<br />

quello del capora<strong>la</strong>to è un fenomeno<br />

complesso e molto radicato nel territorio.<br />

Non è che, con l'introduzione del reato e<br />

con un anno di battaglia, possiamo ottenere<br />

tutti i diritti. No, è un <strong>la</strong>voro quotidiano<br />

di impegno, di denunce, bisogna indirizzare<br />

il <strong>la</strong>voratore, supportarlo e invitarlo a<br />

denunciare, sostenendolo nelle proprie denunce.<br />

<strong>La</strong> legge sul capora<strong>la</strong>to va completata<br />

E' un <strong>la</strong>voro di fondo, che richiede impegno.<br />

E in un anno è difficile organizzare<br />

tutto. Mancano ancora molti passi da<br />

fare affinchè l'attuazione del<strong>la</strong> legge sia<br />

effettiva.<br />

Che idea ti sei fatto delle condizioni<br />

di vita e di <strong>la</strong>voro dei braccianti nelle<br />

campagne ragusane?<br />

Le condizioni sono identiche a quelle<br />

delle altre parti d'Italia. Cambia pochissimo<br />

nelle condizioni dei <strong>la</strong>voratori in Puglia,<br />

a Rosarno, nel siracusano e nel ragusano.<br />

E' uguale per tutti. Sono sottopagati.<br />

Dormono nei caso<strong>la</strong>ri abbandonati. I loro<br />

diritti non sono rispettati. Perciò <strong>la</strong> battaglia<br />

dovrebbe continuare.<br />

I <strong>Siciliani</strong><strong>giovani</strong><br />

<strong>Siciliani</strong><strong>giovani</strong><br />

– pag. 43<br />

In questo periodo di profonda crisi<br />

economica, quando si par<strong>la</strong> dei temi<br />

dell'immigrazione, dell'integrazione,<br />

l'obiezione più facile è che “se non c'è<br />

<strong>la</strong>voro per gli italiani, figuriamoci se c'è<br />

per gli stranieri”. A questa obiezione,<br />

tu, che questa situazione di compressione<br />

dei diritti l'hai vissuta sul<strong>la</strong> tua pelle,<br />

come ti sentiresti di ribattere?<br />

Al<strong>la</strong> crisi, soprattutto in agricoltura, non<br />

ci credo tanto. Perchè <strong>la</strong> domanda c'è.<br />

Consumiamo tutti i giorni, quindi il mercato<br />

dei prodotti c'è, <strong>la</strong> domanda c'è.<br />

Il profitto prevale sui diritti<br />

Solo che in questo settore economico<br />

molto importante in questo Paese c'è stata<br />

una assenza di regole da parte dello Stato,<br />

che ha fatto sì che si creasse una cultura<br />

del profitto. Non è possibile che un chilo<br />

di arance o di pomodorini Pachino venga<br />

comprato dall'agricoltore a sette centesimi<br />

e vada a finire in un supermercato del<br />

Nord a tre euro e cinquanta. Su questo bisogna<br />

riflettere.<br />

D'altra parte non condivido che, siccome<br />

c'è <strong>la</strong> crisi, le persone non dovrebbero<br />

avere diritti. Bisogna guardare al futuro di<br />

questo Paese, che sarà costruito dai cittadini<br />

italiani e dai cittadini stranieri. Bisogna<br />

cercare di costruire una società basata<br />

sul rispetto dei diritti di tutti i cittadini, a<br />

prescindere dalle loro origini. Quello che<br />

è in gioco è il futuro di questo Paese.<br />

Hai di recente pubblicato un libro dal<br />

titolo “Ama il tuo sogno”, in cui<br />

racconti l'esperienza di Nardò. Qual è,<br />

adesso, il tuo sogno?<br />

Il mio sogno era arrivare in Italia, in<br />

questo paese di cui mi sono innamorato<br />

quando ero piccolo, per via dei calciatori<br />

che seguivo e ammiravo. Io vivo il presente.<br />

Il mio sogno è il presente. E <strong>la</strong>voro<br />

per cambiare il presente, e migliorare il<br />

futuro. Con un presente migliore, avremo<br />

sicuramente un futuro migliore. Un futuro<br />

che corrisponda ai nostri sogni.

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