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Caselli/ La politica e la giustizia - I Siciliani giovani

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“Indagini<br />

fermate<br />

dalle ingerenze<br />

del<strong>la</strong> <strong>politica</strong>”<br />

Uomo cerniera un ex ospite del<strong>la</strong> Saman,<br />

Giuseppe Cammisa detto Jupiter,<br />

braccio destro del guru del<strong>la</strong> Saman prima<br />

e dopo il delitto Rostagno, diventato<br />

imprenditore in Ungheria. Citato ampiamente<br />

nelle indagini sul delitto di I<strong>la</strong>ria<br />

Alpi e Miran Hrovatin “mai nessuno è<br />

andato a cercarlo per interrogarlo”. Protetto<br />

da qualcuno? Forse si.<br />

G<strong>la</strong>dio e <strong>la</strong> mafia<br />

Non è una novità che c’è l’ombra di<br />

G<strong>la</strong>dio sul tentato omicidio di Falcone<br />

avvenuto all’Addaura, il 21 giugno del<br />

1989…che su questo episodio si intrecciano<br />

i segreti mai sve<strong>la</strong>ti sul<strong>la</strong> morte<br />

dell’agente Agostino e sul<strong>la</strong> sparizione di<br />

un altro agente dei servizi Emanuele<br />

Piazza. Tutti e due facevano <strong>la</strong> spo<strong>la</strong> con<br />

Trapani.<br />

Teste importante poteva essere il capo<br />

centro di G<strong>la</strong>dio, il maresciallo Vincenzo<br />

Li Causi, morto però in circostanze strane<br />

in Somalia nel 1993, mentre <strong>la</strong> Procura<br />

di Trapani indagava su G<strong>la</strong>dio e dopo<br />

averlo sentito si stava preparando a rifarlo.<br />

Un partico<strong>la</strong>re che spesso finisce dimenticato<br />

è quello che il tritolo usato<br />

all’Addaura nel 1989 è lo stesso usato<br />

nel 1984 e nel 1985 in altri due attentati,<br />

quello al treno rapido 904 e a Pizzolungo<br />

contro Carlo Palermo.<br />

Nel 1988 Rostagno stava cercando elementi<br />

su Pizzolungo, Carlo Palermo e sul<br />

delitto del 1983 di Ciaccio Montalto, co-<br />

www.isiciliani.it<br />

mune denominatore tra Ciaccio Montalto<br />

e Carlo Palermo, i traffici di armi e droga<br />

dal<strong>la</strong> Turchia, indagini fermate dalle<br />

ingerenze del<strong>la</strong> <strong>politica</strong> e in partico<strong>la</strong>re<br />

per Palermo dall’allora primo ministro<br />

socialista Bettino Craxi.<br />

E pezzi forti del Garofano erano di<br />

casa a Saman, ma i contatti con Craxi in<br />

quel 1988 erano gestiti direttamente da<br />

Francesco Cardel<strong>la</strong>, il guru del<strong>la</strong> Saman,<br />

le famose bobine delle intercettazioni<br />

sparite dal comando dei carabinieri pare<br />

contenessero le “chiacchiere” tra Cardel<strong>la</strong><br />

e Craxi, dopo il delitto Rostagno.<br />

L'unica matrice possibile è mafiosa<br />

Un’altra udienza insomma che riconduce<br />

il delitto di Mauro Rostagno<br />

all’unica matrice possibile, quel<strong>la</strong> del<strong>la</strong><br />

mafia. Mauro Rostagno non taceva nul<strong>la</strong><br />

in tv e certamente non avrebbe taciuto<br />

quello sul quale stava <strong>la</strong>vorando nel momento<br />

in cui avrebbe avuto ogni tassello<br />

al suo posto. E in quel settembre del<br />

1988 mancava poco a lui per mettere apposto<br />

il puzzle.<br />

* * *<br />

A seguire l’udienza seduto al fianco di<br />

Maddalena Rostagno, in au<strong>la</strong> c’era l’ex<br />

leader di Lotta Continua Adriano<br />

Sofri…..L’udienza l’ha commentata così:<br />

- Nell'udienza del processo per l'assassinio<br />

di Mauro Rostagno a Trapani, cui<br />

ho potuto assistere (un'udienza del tutto<br />

ordinaria, come altre dozzine) ho trascritto<br />

alcune frasi di testimoni che vorrei ri-<br />

I <strong>Siciliani</strong><strong>giovani</strong><br />

<strong>Siciliani</strong><strong>giovani</strong><br />

– pag. 42<br />

portare senza commento. Una è <strong>la</strong> semplice<br />

domanda che una testimone, che a<br />

suo tempo, ragazza, si misurò con questo<br />

problema, ha rivolto al difensore dei mafiosi<br />

che <strong>la</strong> interrogava: "Ma lei sa che<br />

cos'è un tossicodipendente?". Le altre le<br />

ha pronunciate un sottufficiale del<strong>la</strong> Finanza,<br />

che a suo tempo operava a<br />

Trapani. Domanda: "Ma lei come sa che<br />

il <strong>la</strong>voro giornalistico di Mauro Rostagno<br />

era molto seguito?" Risposta: "Perché<br />

alle due meno dieci a Trapani, quando<br />

c'era il suo notiziario televisivo, non si<br />

vedeva più nessuno in strada". Domanda:<br />

"Ma lei che tipo di conoscenza o di amicizia<br />

aveva col dottore Rostagno?" Risposta:<br />

"Venivamo da mondi diversi e ci<br />

siamo accorti che facevamo <strong>la</strong> stessa battaglia".<br />

Una battaglia che continua<br />

Oggi questa battaglia non è finita e per<br />

questa ragione c’è chi pensa che <strong>la</strong> mafia<br />

non c’entri col delitto. <strong>La</strong> mafia c’entra<br />

invece, fece da “service” – come in altre<br />

occasioni – a poteri più forti, ma nel contempo<br />

si levò di mezzo una “camurria”<br />

di giornalista come disse il patriarca del<strong>la</strong><br />

mafia belicina, don Ciccio Messina<br />

Denaro.<br />

Oggi <strong>la</strong> mafia non spara più alle “camurrie”,<br />

le emargina in altro modo anche<br />

con l’aiuto delle istituzioni e con le intimidazioni<br />

che da queste parte solo ad alcuni<br />

cronisti arrivano “in nome del<strong>la</strong> legge”<br />

che chiede, pretende silenzi.

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