Caselli/ La politica e la giustizia - I Siciliani giovani

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31.05.2013 Views

www.isiciliani.it Milano Un Maglio nella coscienza dei bocconiani Qualcosa di insolito anima la via dell’Università più chiacchierata degli ultimi 15 mesi. Il Sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, è in via Bocconi... di Irene Costantino Scheda ROBERTO FRANCESCHI, RAGAZZO La vita: Roberto Franceschi nasce a Milano il 23 luglio 1952 da Lydia e Mario, entrambi appartenenti a famiglie della media borghesia. Vive due anni in Sicilia, ma torna a Milano per completare gli studi liceali presso il Liceo Scientifico Statale "Vittorio Veneto", conseguendo il diploma di maturità con il massimo dei voti. Già negli anni del liceo si avvicina politicamente al Movimento Studentesco. Si iscrive alla facoltà di Economia politica presso l'Università "Luigi Bocconi", in cui diventa uno dei leader del movimento studentesco. Si opponeva all’idea che l’impegno politico potesse sopperire allo studio perché credeva che l'essere dalla parte degli sfruttati significa mettere a loro disposizione il meglio della ricerca scientifica. Il 23 gennaio 1973 avrebbe dovuto svolgersi un'assemblea del Movimento Studentesco, presso l'Università Commerciale Luigi Bocconi. Il Rettore dell'Università ordinò, contrariamente a quanto fino ad allora accaduto, che avrebbero potuto accedere solo studenti della Bocconi. Lavoratori e studenti delle altre università Intorno a lui una piccola folla di persone, una statua coperta, qualche ragazzo che assiste curioso. Telecamere, flash, il Rettore. Un’aria diversa si respira in questa via. Sarà perché molti tra i presenti hanno vissuto insieme l’esperienza dei moti studenteschi degli anni ’70. Perché hanno condiviso il dolore della perdita di un amico, di un fratello, di un figlio. Ricorre il quarantesimo anniversario della morte di Roberto Franceschi, bocconiano che in questo luogo fu raggiunto al capo da un proiettile impunito. La fondazione in suo onore opera, da allora, perché la morte e i valori di Roberto non siano motivo di mera commemorazione. Lo dice la madre, Lydia. Suo figlio è il simbolo di “un’ingiustizia che diventa, I Sicilianigiovani Sicilianigiovani – pag. 28 per i milanesi, sorgente di speranza e di impegno”. Si racconta di un Movimento Studentesco forte che univa gli studenti di tutte le università milanesi e gli operai. Insieme volevano fare assemblea: un modo per confrontarsi, conoscere le esperienze di disagio, cercare una sintesi in questa strana e frammentaria corsa, per non correrla da soli. Il Maglio, commissionato dal Movimento Studentesco in memoria di Roberto, sorge nel luogo dell’omicidio dal 1977 ed oggi viene donato alla città di Milano. La dedica iscritta sul Maglio risuona forte in questa via: “A Roberto Franceschi e a tutti coloro che nella nuova resistenza dal ‘45 a oggi caddero nella lotta per affermare che i mezzi di produzione devono appartenere al proletariato”. sarebbero rimasti, quindi, esclusi, contrariamente a quanto fino ad allora accaduto. Il Movimento Studentesco si oppose a questa decisione, e il Rettore informò la polizia, che intervenne con un reparto della celere, che si scontrò con gli studenti e i lavoratori. Mentre questi si allontanavano, poliziotti e funzionari spararono ad altezza d’uomo. Colpirono al capo lo studente Roberto Franceschi, che morì dopo una settimana di coma il 30 gennaio 1973. L’operaio Roberto Piacentini rimase invece gravemente ferito. Il monumento: Il Maglio è una scultura di sette metri d’acciaio, creato dalla collaborazione di diversi artisti, sotto la guida del designer Enzo Mari. È stato realizzato nel 1977 su commissione del Movimento Studentesco. La Fondazione Franceschi l’ha donato alla città di Milano, in occasione del quarantesimo anniversario dell’omicidio. La Fondazione Franceschi: nasce nel 1996, per ricordare Roberto. Svolge attività nel settore della ricerca scientifica di particolare interesse sociale. Promuove studi, ricerche, eroga borse di studio e premi di laurea a studenti universitari meritevoli i cui studi contribuiscano all'attività di ricerca scientifica della Fondazione.

Chissà quanti, nelle generazioni che si sono succedute, si sono imbattuti in queste parole. Chissà se ci hanno mai riflettuto sopra, se le hanno trovate insignificanti, o se invece qualcuno è riuscito a coglierne l’afflato ideale, a non trovarlo inconciliabile con la sua posizione proprio in questa via. Noi bocconiani In due occasioni, da quando sono una studentessa bocconiana, la nostra università è stata sede di protesta dei movimenti studenteschi esterni. Eravamo noi l’oggetto della protesta, noi servi del sistema, noi lobby, noi privilegiati che non soffriamo la crisi da noi creata. Noi, che nella nostra storia abbiamo avuto Roberto Franceschi. Quei ragazzi erano testimonianza di un forte disagio che pervade la nostra generazione, che nella perfezione della macchina bocconiana si vive poco. E se hanno trovato nella nostra casa il luogo del conflitto, il problema, pure in forma diversa, esiste. Mi sono chiesta se abbiamo avuto la colpa di esserci adagiati nell’etichetta dei www.isiciliani.it “La ricerca scientifica dev'essere messa a disposizione dei più deboli, degli sfruttati” “privilegiati” che frequentano l’università privata e non subiscono la crisi, o se a questa rappresentazione falsata non siamo stati in grado di opporci. Che fine avevano fatto le lotte di Roberto, che eredità eravamo stati capaci di raccogliere? Ho temuto che con lui e con il Movimento Studentesco si fosse esaurita la capacità e la voglia di avanzare istanze solidaristiche. Ma questa ricostruzione non rende onore a una realtà: quella di tanti bocconiani, di sinistra e profondamente solidali, che non si riconoscono nelle etichette precostituite. Diritti che oggi paiono scontati La commemorazione di Roberto mostra che la mia Università è stata altro, e può continuare ad esserlo. È stata partecipe delle discussioni interuniversitarie, quando gli studenti conquistavano pezzo I Sicilianigiovani Sicilianigiovani – pag. 29 per pezzo diritti che oggi paiono scontati, ma che scontati non lo erano affatto. Nelle parole del Rettore, che ha definito Roberto un “autentico bocconiano”, ma soprattutto nella partecipazione di tanti studenti alla commemorazione, mi convinco del fatto che è possibile rimanere sensibili anche nelle palestre considerate privilegiate della formazione. E questo vuol dire superare le barriere dell’individualismo, vuol dire che la solidarietà è un valore che travolge e appassiona. La solidarietà non è morta Non è morta negli anni ’70, non siamo diventati impermeabili al disagio sociale. Noi studenti tutti, non solo bocconiani, ci sentiremo tali nella memoria di Roberto. Nella sua convinzione che la ricerca scientifica deve essere messa a disposizione dei più deboli, degli sfruttati. Non solo del nostro egoista, singolo interesse.

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Mi<strong>la</strong>no<br />

Un Maglio<br />

nel<strong>la</strong> coscienza<br />

dei bocconiani<br />

Qualcosa di insolito<br />

anima <strong>la</strong> via dell’Università<br />

più chiacchierata<br />

degli ultimi 15<br />

mesi. Il Sindaco di Mi<strong>la</strong>no,<br />

Giuliano Pisapia,<br />

è in via Bocconi...<br />

di Irene Costantino<br />

Scheda<br />

ROBERTO FRANCESCHI, RAGAZZO<br />

<strong>La</strong> vita: Roberto Franceschi nasce a Mi<strong>la</strong>no il 23 luglio 1952<br />

da Lydia e Mario, entrambi appartenenti a famiglie del<strong>la</strong> media<br />

borghesia. Vive due anni in Sicilia, ma torna a Mi<strong>la</strong>no per completare<br />

gli studi liceali presso il Liceo Scientifico Statale "Vittorio<br />

Veneto", conseguendo il diploma di maturità con il massimo dei<br />

voti. Già negli anni del liceo si avvicina <strong>politica</strong>mente al Movimento<br />

Studentesco. Si iscrive al<strong>la</strong> facoltà di Economia <strong>politica</strong><br />

presso l'Università "Luigi Bocconi", in cui diventa uno dei leader<br />

del movimento studentesco. Si opponeva all’idea che l’impegno<br />

politico potesse sopperire allo studio perché credeva che<br />

l'essere dal<strong>la</strong> parte degli sfruttati significa mettere a loro<br />

disposizione il meglio del<strong>la</strong> ricerca scientifica. Il 23 gennaio<br />

1973 avrebbe dovuto svolgersi un'assemblea del Movimento<br />

Studentesco, presso l'Università Commerciale Luigi Bocconi. Il<br />

Rettore dell'Università ordinò, contrariamente a quanto fino ad<br />

allora accaduto, che avrebbero potuto accedere solo studenti<br />

del<strong>la</strong> Bocconi. <strong>La</strong>voratori e studenti delle altre università<br />

Intorno a lui una picco<strong>la</strong> fol<strong>la</strong> di<br />

persone, una statua coperta, qualche<br />

ragazzo che assiste curioso.<br />

Telecamere, f<strong>la</strong>sh, il Rettore. Un’aria<br />

diversa si respira in questa via. Sarà<br />

perché molti tra i presenti hanno<br />

vissuto insieme l’esperienza dei moti<br />

studenteschi degli anni ’70. Perché<br />

hanno condiviso il dolore del<strong>la</strong> perdita<br />

di un amico, di un fratello, di un figlio.<br />

Ricorre il quarantesimo anniversario<br />

del<strong>la</strong> morte di Roberto Franceschi, bocconiano<br />

che in questo luogo fu raggiunto<br />

al capo da un proiettile impunito. <strong>La</strong> fondazione<br />

in suo onore opera, da allora,<br />

perché <strong>la</strong> morte e i valori di Roberto non<br />

siano motivo di mera commemorazione.<br />

Lo dice <strong>la</strong> madre, Lydia. Suo figlio è il<br />

simbolo di “un’in<strong>giustizia</strong> che diventa,<br />

I <strong>Siciliani</strong><strong>giovani</strong><br />

<strong>Siciliani</strong><strong>giovani</strong><br />

– pag. 28<br />

per i mi<strong>la</strong>nesi, sorgente di speranza e di<br />

impegno”. Si racconta di un Movimento<br />

Studentesco forte che univa gli studenti<br />

di tutte le università mi<strong>la</strong>nesi e gli operai.<br />

Insieme volevano fare assemblea: un<br />

modo per confrontarsi, conoscere le<br />

esperienze di disagio, cercare una sintesi<br />

in questa strana e frammentaria corsa,<br />

per non correr<strong>la</strong> da soli. Il Maglio,<br />

commissionato dal Movimento<br />

Studentesco in memoria di Roberto,<br />

sorge nel luogo dell’omicidio dal 1977<br />

ed oggi viene donato al<strong>la</strong> città di Mi<strong>la</strong>no.<br />

<strong>La</strong> dedica iscritta sul Maglio risuona<br />

forte in questa via: “A Roberto<br />

Franceschi e a tutti coloro che nel<strong>la</strong><br />

nuova resistenza dal ‘45 a oggi caddero<br />

nel<strong>la</strong> lotta per affermare che i mezzi di<br />

produzione devono appartenere al<br />

proletariato”.<br />

sarebbero rimasti, quindi, esclusi, contrariamente a quanto fino<br />

ad allora accaduto. Il Movimento Studentesco si oppose a<br />

questa decisione, e il Rettore informò <strong>la</strong> polizia, che intervenne<br />

con un reparto del<strong>la</strong> celere, che si scontrò con gli studenti e i<br />

<strong>la</strong>voratori. Mentre questi si allontanavano, poliziotti e funzionari<br />

spararono ad altezza d’uomo. Colpirono al capo lo studente<br />

Roberto Franceschi, che morì dopo una settimana di coma il 30<br />

gennaio 1973. L’operaio Roberto Piacentini rimase invece<br />

gravemente ferito.<br />

Il monumento: Il Maglio è una scultura di sette metri<br />

d’acciaio, creato dal<strong>la</strong> col<strong>la</strong>borazione di diversi artisti, sotto <strong>la</strong><br />

guida del designer Enzo Mari. È stato realizzato nel 1977 su<br />

commissione del Movimento Studentesco. <strong>La</strong> Fondazione<br />

Franceschi l’ha donato al<strong>la</strong> città di Mi<strong>la</strong>no, in occasione del<br />

quarantesimo anniversario dell’omicidio.<br />

<strong>La</strong> Fondazione Franceschi: nasce nel 1996, per ricordare<br />

Roberto. Svolge attività nel settore del<strong>la</strong> ricerca scientifica di<br />

partico<strong>la</strong>re interesse sociale. Promuove studi, ricerche, eroga<br />

borse di studio e premi di <strong>la</strong>urea a studenti universitari<br />

meritevoli i cui studi contribuiscano all'attività di ricerca<br />

scientifica del<strong>la</strong> Fondazione.

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