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Caselli/ La politica e la giustizia - I Siciliani giovani

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www.isiciliani.it<br />

Giustizia/ L'affaire Cassata<br />

Una toga<br />

color nero-corvo<br />

Per <strong>la</strong> prima volta nel<strong>la</strong><br />

storia del<strong>la</strong> Repubblica<br />

Italiana viene<br />

condannato un Procuratore<br />

generale<br />

di Carmelo Catania<br />

«<strong>La</strong> Magistratura barcellonese/ messinese<br />

vorrebbe mettermi al<strong>la</strong> gogna,<br />

vorrebbe umiliarmi, delegittimarmi,<br />

mi sta dando <strong>la</strong> caccia perché ho osato<br />

fare il mio dovere di cittadino denunciando<br />

il ma<strong>la</strong>ffare, <strong>la</strong> mafia, le connivenze,<br />

le coperture e le complicità di<br />

rappresentanti dello Stato corrotti e<br />

deviati. Non posso consentire a questi<br />

soggetti di offendere <strong>la</strong> mia dignità di<br />

uomo, di padre, di marito, di servitore<br />

dello Stato e docente universitario.»<br />

Con queste parole, scritte prima di suicidarsi<br />

il 2 ottobre 2008, Adolfo Parmaliana<br />

– cinquantenne professore di chimica<br />

dell’Università di Messina – <strong>la</strong>sciava<br />

il suo testamento morale, il suo “j’accuse”<br />

nei confronti di alcuni giudici barcellonesi<br />

e messinesi «così celeri nel rinviarlo<br />

a giudizio – diceva il suo legale e<br />

amico Fabio Repici pochi giorni dopo <strong>la</strong><br />

tragica scomparsa – ma non altrettanto<br />

tempestivi» nel dar seguito alle sue pubbliche<br />

denunce delle connivenze tra mafia,<br />

<strong>politica</strong>, massoneria e ambienti giudiziari<br />

nel<strong>la</strong> zona tirrenica di quel<strong>la</strong> provincia<br />

che “babba” ormai non sembra<br />

proprio più.<br />

Già, perché Parmaliana non era soltanto<br />

uno stimato docente e scienziato. Per<br />

anni era stato anche segretario del<strong>la</strong> sezione<br />

dei Democratici di sinistra a Terme<br />

Vigliatore – dove abitava – e nel 2005,<br />

con i suoi esposti sul Piano rego<strong>la</strong>tore,<br />

sull’abusivismo edilizio, su certe transazioni<br />

fatte dai politici del suo paese, contribuì<br />

allo scioglimento per infiltrazione<br />

mafiosa del consiglio comunale del<strong>la</strong><br />

stessa Terme Vigliatore.<br />

Quel professore che non scendeva a<br />

compromessi finì con l’essere emarginato<br />

anche all’interno del<strong>la</strong> sua parte <strong>politica</strong>.<br />

Al suo fianco era rimasto solo l’amico<br />

Beppe Lumia, tra i pochi – insieme a<br />

C<strong>la</strong>udio Fava e Sonia Alfano – a difenderne<br />

<strong>la</strong> memoria dopo <strong>la</strong> scomparsa.<br />

Nel settembre 2009, a quasi un anno<br />

dal<strong>la</strong> morte, una rabbia vendicativa, evidentemente<br />

scatenata da quell’ultima,<br />

drammatica denuncia, partoriva un dos-<br />

I <strong>Siciliani</strong><strong>giovani</strong><br />

<strong>Siciliani</strong><strong>giovani</strong><br />

– pag. 24<br />

sier anonimo con cui si cercava di screditare<br />

<strong>la</strong> memoria di Parmaliana, mettendo<br />

in dubbio moralità e qualità professionali<br />

del professore.<br />

Un libro scomodo<br />

Il dossier veniva inviato a numerosi<br />

destinatari, tra cui lo stesso senatore<br />

Lumia e lo scrittore e giornalista Alfio<br />

Caruso, a poche settimane dall’ uscita del<br />

suo libro Io che da morto vi parlo (Longanesi,<br />

novembre 2009), il racconto dettagliato<br />

delle battaglie spesso solitarie,<br />

delle sconfitte, delle nefandezze compiute<br />

ai danni di Parmaliana, fino al<strong>la</strong> sua<br />

morte. Come accerterà in seguito <strong>la</strong> magistratura<br />

di Reggio Ca<strong>la</strong>bria, una delle<br />

finalità del dossier anonimo era proprio<br />

quel<strong>la</strong> di ostaco<strong>la</strong>re <strong>la</strong> pubblicazione del<br />

libro di Caruso.<br />

<strong>La</strong> famiglia Parmaliana sporge denuncia<br />

contro ignoti, evidenziando <strong>la</strong> circostanza<br />

che allo scritto anonimo era stata<br />

allegata una sentenza del<strong>la</strong> Cassazione<br />

inviata da una cartoleria di Barcellona<br />

Pozzo di Gotto al<strong>la</strong> segreteria personale<br />

del procuratore generale di Messina Antonio<br />

Franco Cassata, cioè il magistrato<br />

sul quale Parmaliana aveva presentato –<br />

nel dicembre del 2001 – una nota al Consiglio<br />

superiore del<strong>la</strong> magistratura, e che<br />

sarà sentito – nel marzo del 2002 –<br />

dall’organo di autogoverno dei giudici<br />

nell’ambito di un procedimento per incompatibilità<br />

ambientale poi archiviato –<br />

a cui fa riferimento il memoriale <strong>la</strong>sciato<br />

al fratello prima di suicidarsi.

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