http://www.marsa<strong>la</strong>.it/ www.isiciliani.it facciamo rete I <strong>Siciliani</strong><strong>giovani</strong> <strong>Siciliani</strong><strong>giovani</strong> – pag. 2
Senza papa senza duce e senza re DA' UNA MANO: I <strong>Siciliani</strong> <strong>giovani</strong>, Banca Etica, IT 28 B 05018 04600 000000148119 www.isiciliani.it I <strong>Siciliani</strong><strong>giovani</strong> <strong>Siciliani</strong><strong>giovani</strong> – pag. 3 Senza papa (incazzato), senza duce (letteralmente s-puttanato) e senza re (non è che il suo Badoglio-Monti abbia fatto gran cose) - e senza gli americani-paisà che al<strong>la</strong> fine del film buttano le Lucky Strike giù dai camion - noi siciliani siamo in uno dei più perplessi momenti del<strong>la</strong> nostra storia. Che cavolo possiamo fare, stavolta? A chi dobbiamo battere le mani? <strong>La</strong> Sicilia, nell'Italia di oggi, comincia più o meno al Brennero e finisce a <strong>La</strong>mpedusa. <strong>La</strong> capitale è Catania, indubbiamente. Qui è cominciata <strong>la</strong> storia, dai politici ridanciani agli imprenditori-tiranni, con contorno di boss mafiosi, giornalisti-escort, imperi mediatici e “orgoglio siciliano” nei comizi, che poi andava a finire in Procura. Formigoni non lo sa, ma lui si chiama Lombardo, o Formica, o Cuffaro, uno dei tanti notabili di città e di vil<strong>la</strong>ggio che al<strong>la</strong> fine incontrano il loro destino in una screanzata visita del codice penale. E cedono il posto ad altri E Bossi, e Berlusconi, e tutto il “marcio su Roma” e tutto il Monte dei Paschi? Si sono incarnati in realtà, in una loro vita precedente, in Sicilia. E il re del<strong>la</strong> Sicilia è il Gattopardo. Che forma assumerà, questa volta, in Italia? Il Gattopardo non è mai in ma<strong>la</strong>fede: accetta serenamente il potere, dovutogli per destino: nel mondo, non cambia niente. Neanche <strong>la</strong> rabbia, ciclica, dei viddani che agitano rabbiosi forconi sotto al pa<strong>la</strong>zzo gli fa paura: è una rabbia dovuta, un giusto sfogo. Questa meccanica semplice, quaggiù in Sicilia ha funzionato per circa duemi<strong>la</strong> e cinquecento anni. Nel rimanente d'Italia arriva ora. Speriamo che duri solo qualche secolo e basta. Noialtri, tuttavia – i pochi ad osare vivere, a guardare negli occhi i gattopardi – abbiamo avuto un dono grandissimo, <strong>la</strong> dignità. Fin troppo presto imparammo che non sono le strategie a salvarci, le abili manovre, i giochi; ma semplicemente il tener duro, il non riconoscere le baronìe, a costo di passare <strong>la</strong> vita angariati e braccati su per i monti. Abbiamo molte storie così. Per questo, tutto sommato, siamo rimasti vivi. Sarà un anno difficile, con molte carte da giocare per i baroni e per noi viddani. Loro non dimenticano mai di essere baroni. Noi non dobbiamo dimenticare, neanche per un momento, che siamo giusto l'opposto. Tutto il resto, si vedrà. Saluti dal<strong>la</strong> Sicilia (da Roma o da Catania, fa lo stesso). I <strong>Siciliani</strong>