Maurizio Brucchi Il gobbo napoletano Marco Valerio ... - Teramani.info
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<strong>Maurizio</strong><br />
<strong>Brucchi</strong><br />
pag. 4<br />
mensile di <strong>info</strong>rmazione in distribuzione gratuita<br />
n. 59 • novembre 2009<br />
<strong>Il</strong> <strong>gobbo</strong><br />
<strong>napoletano</strong><br />
pag. 12<br />
<strong>Marco</strong> <strong>Valerio</strong><br />
Marziale<br />
pag. 20
novembre 2009<br />
sommario<br />
3 <strong>Il</strong> Crocifisso<br />
4 <strong>Maurizio</strong> <strong>Brucchi</strong><br />
6 L’opposizione in Comune<br />
8 Lilliana Merlo<br />
10 Allerta virus SV5<br />
11 Manola Di Pasquale<br />
12 <strong>Il</strong> <strong>gobbo</strong> <strong>napoletano</strong><br />
14 Note linguistiche<br />
15 Dura Lex Sed Lex<br />
18 L’oggetto del desiderio<br />
18 Franco Chionchio<br />
20 <strong>Marco</strong> <strong>Valerio</strong> Marziale<br />
21 Coldiretti <strong>info</strong>rma<br />
22 Montorio al Vomano<br />
24 Non siamo pronti<br />
25 Lettere dai Caraibi<br />
26 Giuseppe Ricciotti<br />
28 Cinema<br />
29 Commercialisti <strong>info</strong>rmano<br />
30 Basket<br />
è possibile scaricare il pdf<br />
di questo e degli altri numeri dal sito web<br />
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Direttore Responsabile: Biagio Trimarelli<br />
Redattore Capo: <strong>Maurizio</strong> Di Biagio<br />
Coordinatore: Maria Grazia Frattaruolo<br />
Hanno collaborato: Mimmo Attanasii, <strong>Maurizio</strong> Di Biagio,<br />
Maria Gabriella Di Flaviano, Ivan Di Nino, Elvio Fortuna,<br />
Carmine Goderecci, Amilcare Lauria, Nicola Lucci,<br />
Bebè Martorelli, Silvio Paolini Merlo, Francesco Pellecchia,<br />
Leonardo Persia, Sergio Scacchia, Carla Trippini.<br />
Gli articoli firmati sono da intendersi come libera espressione<br />
di chi scrive e non impegnano in alcun modo né la Redazione<br />
né l’Editore. Non è consentita la riproduzione, anche solo<br />
parziale, sia degli articoli che delle foto.<br />
Ideazione grafica ed impaginazione: Antonio Campanella<br />
Periodico Edito da “<strong>Teramani</strong>”, di Marisa Di <strong>Marco</strong><br />
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per l’Associazione Culturale Project S. Gabriele<br />
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<strong>Il</strong> crocifisso<br />
La guerra<br />
poco santa<br />
di Sergio Scacchia<br />
È certamente incredibile che, mentre in paesi come la Cina o l’Iran quotidianamente degli<br />
individui perdano la libertà o addirittura la vita, vedendosi calpestare i diritti umani, quegli<br />
stessi inalienabili diritti che una Corte come quella europea di Strasburgo, insieme ad altri organismi<br />
internazionali dovrebbe tutelare e, al contrario, si perda tempo a dileggiare il crocifisso.<br />
L’intento, non certo segreto, è quello di far perdere l’identità a un popolo, quello cristiano vero, che dà<br />
fastidio con i suoi precetti in difesa della vita e della dignità umana. Non si spiega, altrimenti, questa<br />
guerra contro un simbolo che rappresenta il massimo della democrazia laica.<br />
Sì, perché quel Cristo in croce che gli agnostici definiscono “cadavere”, in realtà vive in ognuno di coloro i<br />
quali ancora riescono a inorridire per bambini africani che ogni tre secondi muoiono per mancanza di aiuti<br />
da parte dell’opulenta Europa, vive in chi anela a salvaguardare i pilastri di una società come la famiglia,<br />
la solidarietà. Per uno come me, che è salito su tutte le vette del Parco Nazionale Gran<br />
Sasso e Monti della Laga, sorge un problema. Nell’80% delle sommità delle montagne,<br />
ho trovato grandi croci. Su Cima Lepri, ho visto un gruppo di tedeschi abbracciare<br />
l’enorme crocifisso di vetta e pregare, ringraziando il Signore per aver donato loro<br />
quella natura meravigliosa e le gambe per esplorarla.<br />
Forse ci chiederanno di rimuovere le croci di vetta. Può dar fastidio all’alpinista<br />
non credente che si mangia il suo panino dopo l’ascesa. Forse sul Pan di Zucchero<br />
a Rio de Janeiro in Brasile, dovranno togliere anche il Cristo benedicente, perché<br />
offende chi, laico, dall’aereo può scorgerlo. Nel cuore di Amatrice, proprio accanto<br />
alla chiesa madre, c’è una croce piantata su un grande piedistallo in cemento e chi<br />
vi si avvicina segna la propria fronte. Forse dovremo arrivare a rimuovere questo<br />
segno, per non turbare il turista ateo che sorseggia un caffè.<br />
La verità e che tutto va a rotoli. I nostri figli hanno, ogni attimo,<br />
esempi negativi da una società che sta allontanando Dio dalla<br />
propria prospettiva di vita. La libertà che il nostro Signore ci dona<br />
sta diventando un pesante fardello da portare. u<br />
Se volete scrivete a mens2000@gmail.com<br />
o cercate il mio profilo su Facebook<br />
pag<br />
03
pag<br />
04<br />
L’Intervista<br />
I primi 4<br />
mesi di<br />
<strong>Brucchi</strong><br />
dalla bici alla macchina…<br />
amministrativa<br />
D<br />
opo i primi 100 giorni del neo sindaco <strong>Maurizio</strong> <strong>Brucchi</strong>,<br />
l’agenda - come da suo costume - è fitta zeppa di date di<br />
inizi lavori e di soprintendenti da ricevere a Piazza Orsini,<br />
in quello studio che dà sul terrazzone di stile messicano, scenario<br />
per sposi e spose. <strong>Brucchi</strong> ha lasciato la bici per pedalare su<br />
quella farraginosa macchina amministrativa senza più olio nella<br />
catena e per dare, in tempi di crisi, la sferzata ad un città in crisi<br />
di tutto. Non è certamente semplice il suo compito. Ci sono tanti<br />
appuntamenti da rispettare, tante scadenze all’orizzonte (lotto<br />
zero, variante Nord, siti archeologici, discarica, termovalorizzatore,<br />
parcheggi, ecc.) per cui il senologo ha fissato dei paletti in<br />
campagna elettorale che si dimostrano già brutte gatte da pelare.<br />
<strong>Il</strong> suo carattere appare fin troppo decisionista: un po’ alla Bruce<br />
Willis, sarà pure per la pelata, ma nelle sue date traspare ancora<br />
l’uomo dell’assessorato ai lavori pubblici. Quello del cronoprogramma.<br />
Da rispettare a tutti i costi. Da Vangelo.<br />
novembre 2009<br />
di <strong>Maurizio</strong> Di Biagio<br />
In ufficio cosa si è portato da casa?<br />
“Un bonsai cui sono molto affezionato, regalato da un amico tanti<br />
anni fa ed una foto della mia famiglia”.<br />
Cosa le affascina di più di questa carica?<br />
“L’importanza di essere sindaco; un riconoscimento che viene<br />
proprio dalla gente con le sue dimostrazioni quotidiane”.<br />
Una qualche nota stonata?<br />
“No. Sono soddisfatto dei miei primi quattro mesi”.<br />
Nemmeno la camera charitatis la mette di malumore, quella<br />
che Chiodi non digeriva?<br />
“Io ricevo due giorni alla settimana: i martedì e i giovedì pomeriggio.<br />
Questo rapporto va mantenuto, la gente lo apprezza molto;<br />
essere il sindaco di tutti è importante, anche se non si riesce a<br />
dare tutte le risposte”.<br />
Cosa chiedono principalmente?<br />
“Su dieci persone, otto il lavoro, il resto casa e opere generiche<br />
come asfalto e lampioni nei loro quartieri”.<br />
Come e perché è entrato in politica?<br />
“Per caso, non c’è stato un reale motivo. Allora, nel 1999, Lanfranco<br />
Venturoni e Franco Graziani mi chiesero di far parte di Forza<br />
Italia: non pensavo a questo, sulle prime non volevo ma alla fine<br />
ho ceduto. Poi in campagna elettorale subentrò la voglia di vincere<br />
e lì è iniziata la mia carriera, mi piace vincere. <strong>Il</strong> caso ha voluto<br />
che si formasse pure un bel gruppo e così la politica mi ha preso.<br />
Con la passione”.<br />
Turbogas o termovalorizzatore?<br />
“Io sono favorevole agli insediamenti industriali in generale,<br />
perché ciò significa sviluppo e crescita. La turbogas l’ho votata<br />
quand’ero consigliere, abbiamo detto che ci rimettevamo al<br />
parere della Via, che oggi si è manifestato negativo, per cui questo<br />
discorso è chiuso. Ora mi sono proposto come Comune che può<br />
ospitare il termovalorizzatore, perché il nostro territorio provinciale<br />
è quello che può chiudere la filiera dei rifiuti”.<br />
<strong>Il</strong> porta a porta doveva partire a settembre. Che è successo?<br />
“Debutta il 15 dicembre. A settembre avevamo detto che iniziava<br />
la progettazione, adesso però tutto è pronto: il servizio partirà nelle<br />
frazioni di Colleatterrato, S. Nicolò e S. Atto. In questo progetto<br />
abbiamo coinvolto l’Università: partirà al più presto e ci sarà una<br />
campagna di comunicazione capillare per far capire l’importanza<br />
della differenziata”.<br />
A Teramo però è in calo<br />
“Ma piuttosto per alcune problematiche concernenti alcuni tipi di rifiuti<br />
che si vanno a conferire, comunque ora la percentuale sta risalendo”.<br />
Come sarà la Team di Micheli?<br />
“La Team è l’azienda più importante del territorio. La faremo crescere<br />
preparandoci ad esternalizzare anche altri servizi nel caso fosse<br />
necessario, come ad esempio quello che riguarda tutto il verde”.<br />
Come l’esperienza di assessore nella giunta di Chiodi sta giovando<br />
nel suo nuovo ruolo?<br />
“In maniera importante. Due anni e mezzo da assessore mi hanno<br />
fatto conoscere meglio la macchina amministrativa”.<br />
Le ha dato fastidio l’appellativo affibbiatole di capo cantiere?<br />
“Ne sono onorato; tuttora mi sento capo cantiere della città”.<br />
Come riesce a conciliare la sua attività con quella di medico?<br />
“Fin dall’inizio avevo detto che non ero disposto a lasciare la mia
attività di medico, l’ho ridotta a quella di<br />
senologia, attività importante; sono stato<br />
due anni a Milano per frequentare l’istituto<br />
oncologico europeo. Tuttavia, malgrado<br />
questa poca presenza a casa, la famiglia<br />
mi è vicina: mia moglie ha condiviso questa<br />
scelta e mi sta dando un grande aiuto”.<br />
Teramo nelle graduatorie Istat risulta tra<br />
le ultime città italiane per partecipazione<br />
culturale. Le si è pure tenuto la delega in<br />
quest’ambito: si potrebbe dire chi gliel’ha<br />
fatto fare?<br />
“In tutte le amministrazioni il sindaco<br />
mantiene una delega, io ho mantenuto<br />
quella della cultura per una sorta di sfida.<br />
Mi ero cimentato coi lavori pubblici, adesso<br />
la sfida è con la cultura. Penso che ci sia<br />
un’affinità tra la figura del sindaco e la<br />
cultura del territorio, io credo che si possa<br />
far bene”.<br />
Frattanto il Premio Teramo langue.<br />
“<strong>Il</strong> Premio va in qualche modo rivisitato”.<br />
Quando rivedremo Piazza Garibaldi tirata<br />
a lucido?<br />
“I lavori da cronoprogramma dovevano<br />
durare due anni ma sei mesi sono stati<br />
spesi solo per alcuni permessi legati alla<br />
soprintendenza. Ciononostante cercheremo<br />
di restituire la piazza prima possibile.<br />
La palificata è terminata e la saletta ipogea<br />
dentro la villa è quasi terminata”.<br />
La data?<br />
“Prima possibile”.<br />
Lei ha dichiarato che per primavera 2010<br />
avremo pronto il Lotto zero. Conferma?<br />
“Sono ancora di quest’idea; stiamo lavorando<br />
per questo, abbiamo avuto un incontro<br />
col tavolo permanente martedì con<br />
l’Anas. Nel primo semestre 2010 apriremo<br />
il Lotto zero”.<br />
Enico Mazzarelli affermò una volta che il<br />
Lotto zero non avrebbe risolto il problema<br />
del traffico. È d’accordo?<br />
“Io dico che non lo risolverà ma lo migliorerà<br />
molto”.<br />
E la variante Nord, a che punto è?<br />
“Siamo in una fase di validazione, anche lì<br />
in tempi brevi inizieremo l’opera”.<br />
<strong>Il</strong> percorso archeologico è fermo. L’unica<br />
risorsa su cui puntare presenta siti pressoché<br />
abbandonati. Che fare?<br />
“Entro il 15 dicembre presenteremo il<br />
progetto per la riapertura dei siti archeologici,<br />
d’accordo con il soprintendente per<br />
i beni archeologici Andrea Pessina. Per<br />
primavera prossima riusciremo a mettere<br />
in rete alcuni importanti interventi”.<br />
E il teatro romano in particolare?<br />
“Entro il 15 dicembre si firmerà un<br />
protocollo d’intesa per il futuro del teatro<br />
romano, intanto si va avanti con i lavori<br />
finanziati dal Cipe (è stato recuperato 1,5<br />
mln di euro) per la sua messa in sicurezza.<br />
Abbiamo affrontato pure il discorso del<br />
Mosaico del leone con le soprintendenze:<br />
c’è la disponibilità al suo recupero.<br />
Sono iniziati anche i lavori per Via antica<br />
cattedrale”.<br />
Parcheggi: un gran mal di testa per i<br />
teramani. Cosa fare?<br />
“<strong>Il</strong> parcheggio di Piazza Dante, la cui<br />
apertura credo slitterà di un mesetto,<br />
sarà disponibile a fine gennaio; ci sono<br />
stati alcuni problemi per l’ingresso e per<br />
il collaudo. Oltre a ciò, esiste anche la<br />
disponibilità dei tre piani di parcheggio<br />
sotto il teatro: se tutto va bene in primavera<br />
inizieranno i lavori. Al contempo vorrei<br />
ricordare che i tre piani del parcheggio di<br />
S. Francesco sono vuoti. Con la Tercoop<br />
abbiamo in serbo un discorso, presto<br />
presenteremo una proposta per risolvere<br />
la convenzione e subito dopo porteremo<br />
avanti il discorso dei parcometri”.<br />
Perfino l’immarcescibile commissario<br />
l’anno scorso a Natale aprì i varchi.<br />
“A Natale li apriremo anche noi ma solo<br />
per quel periodo”.<br />
Frattanto il commercio langue.<br />
“A Teramo ho notato segni di ripresa. Ho<br />
incontrato i commercianti e adotteremo<br />
alcuni sistemi come l’apertura di Via<br />
Capuani per favorire le vendite a Natale,<br />
anche se stiamo lavorando per farla diventare<br />
isola pedonale”.<br />
I furgoni continuano a sbuffare per il<br />
corso. Qual è la prossima misura?<br />
“Questo è uno scandalo, sarò sempre più<br />
rigido; d’accordo con i commercianti ho<br />
intenzione di ridurre l’orario di carico e<br />
scarico merci”.<br />
La Ztl si allargherà?<br />
“Per ora no”.<br />
Si parla di sede unica tra Provincia e<br />
Comune. Cosa le risulta?<br />
“E’ un’idea molto interessante che stiamo<br />
portando avanti, il risparmio è notevole, il<br />
presidente Catarra è d’accordo, abbiamo<br />
già pensato a Piazza S. Francesco quale<br />
luogo della sede comune da realizzare”.<br />
Kramer contro Kramer. Vigili urbani che<br />
denunciano altri colleghi. Ma cosa sta<br />
succedendo nel comando teramano?<br />
“Ho già detto chiaramente che i vigili sono<br />
la principale interfaccia dell’Amministrazione<br />
comunale con i cittadini e sono anche<br />
l’emanazione dell’ente più prossima. Devono<br />
pensare a fare quello che è il loro lavoro,<br />
queste beghe interne lasciano il tempo che<br />
trovano, presto arriverà il nuovo comandante,<br />
anche se devo fare i complimenti ad<br />
Angeletti e a Di Giustino per il lavoro svolto<br />
sin qui. Mi dispiace solo che quest’ultimo<br />
abbia maturato la scelta di vita di andare<br />
via: io lo capisco, anche se avrei preferito<br />
che fosse rimasto al suo posto”.<br />
E Zaina incombe.<br />
“È uno dei papabili a comandante”.<br />
In questi mesi, la polizia municipale è apparsa<br />
abbastanza iperattiva su sequestri<br />
e controlli sanitari.<br />
“I vigili non hanno solo compiti che riguardano<br />
il traffico, però sono sott’organico<br />
per ottemperare a tutte le necessità. Io<br />
dico che devono fare il loro dovere così<br />
come lo stanno facendo, sono pochi,<br />
ripeto, ma cercheremo di implementare il<br />
numero con questo concorso che prevede<br />
tre figure più altre a seguire”.<br />
Ed intanto in tv impazza il toto vigile. Ci<br />
dica sindaco, i nomi sono davvero quelli?<br />
“Non commento”.<br />
Gli agenti di polizia municipale si lamentano<br />
perché stufi di stare solo sotto il<br />
semaforo ma vogliono fare altro: per<br />
esempio opera di polizia giudiziaria, ecc.<br />
“Non dovevano fare il concorso da vigili, ne<br />
avrebbero dovuto fare un altro. <strong>Il</strong> vigile ha<br />
il compito di migliorare il servizio ai cittadini;<br />
chi si presenta al concorso sa quello<br />
che farà: il vigile”.<br />
Quante volte sente il governatore Chiodi?<br />
“Spesso. Lui è determinato, ha una carica<br />
importante, va avanti bene tra mille difficoltà,<br />
sono sicuro che saprà risollevare<br />
l’Abruzzo”.<br />
Lei è uno sportivo: ha ancora tempo per<br />
praticare?<br />
“Ho ricominciato qualche settimana fa:<br />
tutti i mercoledì mattina dalle nove alle<br />
dieci”. u<br />
pag<br />
05
pag<br />
06<br />
l’opposizione<br />
13 domande<br />
per 6 consiglieri<br />
comunali<br />
1. Tra Befacchia e Albi chi butterebbe<br />
dalla torre ? (In caso di mancata<br />
risposta è da considerarsi valida<br />
l’opzione Befacchia…e questo per<br />
anzianità). Domande non valide<br />
per i diretti interessati<br />
2. Quante volte nella sua vita politica<br />
ha cambiato casacca?<br />
3. Antonio Tancredi è il signore di<br />
Teramo o no?<br />
4. Se Tommaso Ginoble va al centro,<br />
lei lo seguirà?<br />
5. Da uno a 10 come reputa l’azione<br />
della massoneria in città?<br />
6. <strong>Il</strong> fenomeno Paolo Gatti. Per lei è<br />
dovuto a:<br />
a) bravura<br />
b) papà<br />
c) culo<br />
d) Silvino<br />
e) la Madonna di Guadalupe<br />
7. In città chi è il personaggio che<br />
bonariamente ha “rotto” di più:<br />
a) Antonio Topitti<br />
b) Marcello Olivieri<br />
c) Michele Petrosino (autovelox)<br />
d) Tania, la predicatrice brasiliana<br />
e) Mario Ferzetti<br />
8. Se fosse sindaco quale sarebbe<br />
la prima misura che adotterebbe<br />
immediatamente?<br />
9. Un libro che consiglierebbe a<br />
<strong>Brucchi</strong>.<br />
10. Lei fa la differenziata?<br />
11. Quale di queste nomine eviterebbe?<br />
a) presidenza Team<br />
b) presidenza Ruzzo<br />
c) presidenza Consorzio Agrario<br />
12. In poche parole, Bersani è la svolta<br />
o cos’altro?<br />
13. Teramo: paesone o cittadina?<br />
novembre 2009<br />
Risponde<br />
Giovanni Cavallari<br />
1. Sinceramente<br />
nessuno dei<br />
due. Entrambi<br />
rappresentano con<br />
percorsi diversi<br />
la coerenza e la<br />
capacità di riconoscere un progetto<br />
politico fallito attraverso scelte coraggiose<br />
e sicuramente meno paganti.<br />
2. Sono stato sempre di centro sinistra e<br />
nella mia vita. Ho preso solo la tessera<br />
della Margherita ed oggi del PD.<br />
3. Tutti gli uomini sono dei signori, non<br />
capisco perché l’ex On. Tancredi non<br />
lo dovrebbe essere.<br />
4. L’On. Ginoble, penso, anzi sono<br />
sicuro, rimarrà nel PD perché questa<br />
è la sua casa che ha contribuito a costruire.<br />
Ovviamente se il PD perderà<br />
la vocazione naturale per il quale è<br />
stato fondato, penso che molti iscritti<br />
potrebbero non riconoscersi.<br />
5. Sono stato e sono per formazione<br />
mentale e culturale sempre contrario<br />
alle logiche massoniche; io sono<br />
per la democrazia associativa e<br />
trasparente. Poi se lei per massoneria<br />
intende l’unione di più famiglie<br />
importanti Teramane che controllano<br />
o potrebbero determinare le<br />
scelte politiche e amministrative<br />
della città, su questo sono convintamene<br />
contrario.<br />
6. Penso che l’unica cosa che non ci<br />
entri è la Madonna della Guadalupe.<br />
7. Secondo il mio modesto parere<br />
tutte le persone hanno il diritto di<br />
esternare le proprie idee e le proprie<br />
convinzioni fermo restando che non<br />
bisogna mai superare il limite della<br />
decenza e della civiltà tra esseri<br />
umani. La giusta contestazione e/o<br />
rivendicazione serve a crescere e a<br />
far crescere.<br />
8. Sicuramente un piano di riordino della<br />
viabilità in tempi celeri, una progettazione<br />
della viabilità futura e la messa in sicurezza<br />
degli edifici strategici ed in particolare delle<br />
scuole.<br />
9. “Todo Modo” di Leonardo Sciascia<br />
10. Mia moglie molto attenta a questa problematica,<br />
ha posizionato più cestini di<br />
raccolta dei rifiuti all’interno della casa<br />
costringendo me ed i miei figli a d effettuare<br />
la differenziata e rimproverandoci<br />
quando sbagliamo. Peccato che solo nella<br />
nostra città si pensi ancora ad effettuare<br />
delle sperimentazioni in piccoli quartieri e<br />
frazioni e non ad un progetto complessivo<br />
della città.<br />
11. <strong>Il</strong> riconoscimento attraverso la nomina in un<br />
Ente a mio modesto avviso va evitato solo<br />
quando l’esperienza, la professionalità e<br />
le capacità del nominato non collima con il<br />
lavoro per il quale si è chiamati a svolgere.<br />
12. Bersani contrariamente ad altri è il<br />
segretario del PD eletto non solo con i voti<br />
degli iscritti ma anche di tutti i cittadini<br />
simpatizzanti del centro sinistra attraverso<br />
le primarie. Poiché ha vinto il congresso<br />
penso e mi auguro che possa rappresentare<br />
la discontinuità che tutti gli Italiani<br />
si auspicano e attendono con ansia per<br />
rilanciare un’alternativa al PdL.<br />
13. Teramo è una stupenda e meravigliosa<br />
città dalla quale non vorrei mai allontanarmi<br />
nonostante i problemi del traffico.<br />
Risponde<br />
Manola Di Pasquale<br />
1. Nessuno dei due<br />
2. Io mai. <strong>Il</strong> mio partito<br />
ben quattro volte:<br />
DC, Popolari, Margherita<br />
ed infine PD<br />
3. Tenta di esserlo<br />
4. No. Mi sposterei senza indugi al centro se<br />
un giorno nel PD non ci fosse più spazio<br />
per la mia formazione politica e culturale.<br />
5. Insufficiente e priva di efficacia. Vi sono altri<br />
fenomeni a Teramo!<br />
6. Aggiungerei: impegno<br />
7. Antonio Topitti<br />
8. Troverei aree da trasformare a verde e parchi.<br />
A Teramo ce ne sono veramente pochi!<br />
9. “L’Erotismo” di Alberoni<br />
10. Si, da diversi anni<br />
11. Nessuna, ma se devo scegliere, la presidenza<br />
Team<br />
12. Spero veramente che sia la svolta, se<br />
dovesse essere altro sarebbe la fine del<br />
progetto PD<br />
13. Paesone per mentalità .
Risponde<br />
Alberto Melarangelo<br />
1. Non si butta niente!<br />
Sono intelligenze<br />
delle quali la nostra<br />
comunità non può<br />
permettersi di privarsi<br />
soprattutto con un<br />
gesto così brutale.<br />
2. Con orgoglio dico mai, sempre dalla<br />
stessa parte, la sinistra riformista, sin<br />
dai tempi del liceo quando organizzai<br />
per primo l’UDS, il Sindacato degli<br />
studenti.<br />
3. Senza dubbio svolge un ruolo dominante.<br />
4. Mi pare che questa ipotesi sia priva di<br />
fondamento. Per quanto mi riguarda<br />
ho già risposto, sono un uomo di sinistra.<br />
5. Sono completamente impreparato in<br />
materia e comunque preferisco le cose<br />
alla luce del sole.<br />
6. Senza dubbio bravura. Le congiunzioni<br />
astrali favorevoli poi riguardano l’intero<br />
gruppo del “modello teramo”.<br />
7. Ritengo la sovraesposizione mediatica<br />
e pubblica un aspetto non positivo per<br />
il protagonista, per l’<strong>info</strong>rmazione e<br />
per chi la subisce.<br />
8. <strong>Il</strong> problema lavoro. convocherei tutti<br />
gli attori istituzionali ed economici per<br />
uno sforzo straordinario finalizzato ad<br />
aggredire l’emergenza occupazionale<br />
soprattutto giovanile.<br />
9. A tutti i sindaci per far sì che vigilino<br />
nel difenderci da chi può rovinare una<br />
città: Italo Calvino “La speculazione<br />
edilizia”.<br />
10. Per come si può fare a Teramo, sì: carta,<br />
vetro, plastica. Anche se non ho mai<br />
capito se poi veramente c’è il riciclo o<br />
finisce comunque tutto in discarica.<br />
11. Si tratta di servizi essenziali per il territorio<br />
e se chiamati a cimentarsi a responsabilità<br />
di questo tipo è necessario<br />
tirar fuori le competenze e agevolare il<br />
più possibile il cittadino. Tre grandi responsabilità<br />
impegnative nello stesso<br />
modo, nessuno può evitare niente.<br />
12. <strong>Il</strong> Partito Democratico si avvia finalmente<br />
sulla strada buona, quella della<br />
politica fatta ogni giorno, nel territorio,<br />
meno per se stessi e più per gli altri, a<br />
rappresentanza di chi è rimasto indietro<br />
e nell’idea di una società più giusta,<br />
con veri diritti per tutti e meritocratica.<br />
13. Un paesone nel senso buono del termine<br />
ma non completamente una città.<br />
Risponde<br />
<strong>Maurizio</strong> Angelotti<br />
1. Se costretto, Albi.<br />
2. Mai.<br />
3. Non è il solo.<br />
4. Lo saluterò con la<br />
manina.<br />
5. 8 pieno.<br />
6. b + a, in quest’ordine cronologico, alla<br />
fine però il “fattore a” ha travolto il<br />
“fattore b”!<br />
7. c<br />
8. Sblocco della strada di Colleparco<br />
9. “<strong>Il</strong> piccolo principe”<br />
10. Assolutamente sì<br />
11. “Nessuna”<br />
12. Mi auguro sia un buon traghettatore<br />
verso una leadership nuova e giovane.<br />
13. Esagerando, paesone.<br />
Risponde<br />
Lino Befacchia<br />
1. Anche se non<br />
richiesta): mi<br />
appenderei<br />
all’esterno, fino<br />
alla essicazione,<br />
come monito per<br />
i posteri.<br />
2. Non l’ho indossata ieri, né l’altro.<br />
Quindi non l’ho cambiata. Piuttosto<br />
avevo la pelle ...non bianca ed il<br />
colore ...è rimasto.<br />
3. Rispondo con un pensiero del giovane<br />
Gobetti a proposito di Mussolini<br />
e di Vittorio Emanuele III: “non so se<br />
essi sono padroni.. buoni o cattivi<br />
padroni, di certo gli Italiani hanno lo<br />
spirito di servi”<br />
4. Dove, al centro commerciale? Preferisco<br />
i negozi della piazza o negozi di<br />
nicchia.<br />
5. Ci sono massoni, musoni, mufloni,<br />
mammoni, mummioni: sono<br />
egualmente perniciosi. Almeno i<br />
primi vivono nelle logge, gli altri nel<br />
terroccio del sottobosco.<br />
6. Con una parafrasi di Dante “giovane<br />
e bello e di gentile aspetto ed ancora<br />
un colpo non ha l’un dall’altro ciglio<br />
diviso”. Saluti al suo coraggio e, a<br />
papà, all’intelligenza e...alla fortuna.<br />
7. Antonio Topitti: egli è lo stile!!<br />
Marcello Olivieri: egli è l’eroe sconfitto<br />
che non demorde<br />
Michele Petrosino: mala tempora...<br />
currunt<br />
Tania, la predicatrice brasiliana: sa<br />
vincere di mille decibel... il silenzio<br />
Mario Ferzetti: la sinistra non è<br />
morta!!! C’è speranza per tutti.<br />
8. Via tutti i parassiti, a partire dai<br />
piccioni della cattedrale.<br />
9. Sarei per dire “<strong>Il</strong> Principe” di<br />
Machiavelli o la Repubblica di<br />
Platone. In vista di un rimpasto: di<br />
A. Christie: Dieci piccoli indiani.<br />
10. Da tempo; non trovo però il bidone<br />
per raccogliere gli scarti...<br />
umani per... buttarmici.<br />
11. Nessuna delle tre. peccato che<br />
non me ne abbiano offerta nemmeno<br />
una.<br />
12. Si legge nel Libretto Rosso “per<br />
fare la rivoluzione occorre un<br />
partito avanti ed un popolo dietro”.<br />
<strong>Il</strong> partito forse si può ancora fare.<br />
E il popolo?<br />
13. Giri la domanda al Sindaco e ai<br />
suoi assessori e si faccia rispondere.<br />
Ma oggi 18 novembre cade l’anniversario<br />
di mio padre....<br />
Risponde<br />
Sandro<br />
Santacroce<br />
1. Tutti gli<br />
strateghi che<br />
hanno deciso<br />
la tattica della<br />
trascorsa<br />
campagna elettorale<br />
2. Mai<br />
3. Signori si nasce, dominatori si<br />
diventa grazie ai sudditi<br />
4. Mai camminato insieme<br />
5. Fenomeno diventato preoccupante<br />
negli ultimi anni p. otto<br />
6. Anche per la pochezza della concorrenza<br />
7. Certamente non è fra quelli elencati<br />
8. Riorganizzerei i settori “Urbanistica”<br />
e “Lavori pubblici”<br />
9. Più che un libro un film “Le mani<br />
sulla città” di Dino Risi<br />
10. Solo della carta<br />
11. Nessuna, sono tutte di importanza<br />
strategica per il miglioramento<br />
della vita dei cittadini<br />
12. Una fievole speranza<br />
13. Cittadina, costretta attualmente<br />
sulla via del declino<br />
pag<br />
07
pag<br />
08<br />
nel ricordo<br />
Liliana<br />
Merlo<br />
su YouTube<br />
nel cinquantenario<br />
del suo arrivo a Teramo<br />
R<br />
icordo ancora nitidamente il giorno, verso la metà degli<br />
anni Ottanta, in cui trovai mia madre accovacciata su di<br />
una poltrona di casa, in tuta, con le gambe tra le braccia,<br />
lo sguardo triste, fisso nel vuoto. Le chiesi cosa avesse. Mi<br />
guardò e mi disse, sommessamente: “Non me la sento più, mi<br />
sono stancata”. Solo ora comprendo che quella ragazzina di<br />
quasi sessant’anni, una delle maggiori capacità artistiche che<br />
Teramo abbia mai avuto, oggi riconosciuta come una delle pioniere<br />
della danza italiana, stava gettando un peso di Sisifo che<br />
nessun altro, né prima né dopo, avrebbe saputo raccogliere.<br />
Primo e finora unico esempio concreto di compagnia di danza<br />
abruzzese, il Teatro del Balletto di Teramo, da lei diretto fin<br />
dal 1976, totalmente autoprodotto, aveva aperto la strada a<br />
una nuova era delle arti dello spettacolo. Messomi sulle tracce<br />
della programmazione di balletto dei maggiori teatri abruzzesi,<br />
scopro oggi che fu lei, con il suo TBT, a portare le prime creazioni<br />
originali di danza libera e moderna in giro per la regione,<br />
lei con pochissimi altri pionieri a<br />
Roma e nel nord del paese.<br />
1<br />
L’impresa, a dir poco temeraria in<br />
una delle zone meno evolute e più<br />
povere di mezzi, ebbe vita alquanto<br />
avventurosa. Le istituzioni latitavano,<br />
le occasioni per farsi conoscere<br />
in regione e fuori erano scarsissime,<br />
molti genitori dei ragazzi coinvolti si<br />
novembre 2009<br />
2<br />
3<br />
4<br />
di Silvio Paolini Merlo<br />
rifiutavano di proseguire, il pubblico preferiva le più rassicuranti<br />
classicherie, che lei puntualmente e inimitabilmente<br />
concedeva.<br />
Con un gala al Nautico di Giulianova Lido, nell’estate del 1983,<br />
la compagnia del TBT si scioglieva. Ma aveva fatto in tempo a<br />
segnare la storia del nostro teatro, a creare capolavori coreografici<br />
di straordinaria originalità come Quadri di una esposizione,<br />
La contestazione, Fantasia in Tre movimenti, Morte di<br />
un pianeta, Watch Time, e a instradare alla professione tanti<br />
giovani.<br />
Dopo di allora, Liliana Merlo ha accettato di “rientrare nei<br />
ranghi”, assumendo sino in fondo il suo destino di educatrice e<br />
di guida. Ma non ha smesso di portare avanti il suo sogno, che<br />
nell’intimo le era necessario come l’aria.<br />
Parte di ciò che resta di quel percorso artistico e creativo, di<br />
autentico pionierismo culturale come ha ricordato Alberto<br />
Testa nella sua relazione al Convegno del 2003, è oggi visibile<br />
in rete sul canale dell’Archivio Liliana Merlo, attivato dal gennaio<br />
di quest’anno su YouTube per festeggiare i cinquant’anni<br />
della nascita della<br />
scuola teramana,<br />
canale che conta<br />
già migliaia di<br />
visite. Quel sogno<br />
divenuto realtà,<br />
ma rimasto per lo<br />
più sconosciuto<br />
e confinato in un<br />
ambito semiclandestino,<br />
è oggi visibile in tutto il mondo. E i messaggi di<br />
sorpresa e di entusiasmo sono già numerosi.<br />
Da qualche tempo, si è aggiunto su Facebook un blog dal titolo<br />
Quelli che non dimenticheranno mai Liliana Merlo, che raccoglie<br />
pensieri e testimonianze dei tanti che l’hanno conosciuta<br />
e ammirata, o che avrebbero voluto conoscerla. <strong>Il</strong> canale ha<br />
dunque schiuso, oltre all’impresa del TBT, un forziere colmo di<br />
tesori. E la scoperta è solo agli inizi. u<br />
› 1 - Liliana Merlo nel 1976, lo stesso anno in cui prendeva vita il TBT<br />
› 2 - ritratto di Liliana Merlo nel 1963, sulle colline di Mutignano<br />
› 3 - Quadri di una esposizione, 1979, un momento della “Seconda Promenade”<br />
› 4 - Morte di un pianeta, 1979, su musiche di Pink Floyd e Vangelis
L’AZIENDA E LA SUA MISSION<br />
La Julia Servizi Più è una società, con capitale pubblico, specializzata nella fornitura di gas metano ad uso civile e industriale, con<br />
10.000 clienti già serviti e 14 milioni di metri cubi annui erogati nella provincia di Teramo.<br />
La società è nata nel 2004, a seguito della liberalizzazione del mercato del gas naturale, disposta dal Decreto Legislativo 23 maggio 2000 n. 164.<br />
L’obiettivo primario primario della Julia Servizi Più è è rispondere rispondere alle esigenze di gas metano nel territorio, territorio, garantendo un servizio efficiente efficiente e<br />
qualificato a costi convenienti.<br />
Si tratta di una società società di proprietà del Comune di Giulianova che svolge, svolge, in collaborazione con l’amministrazione l’amministrazione comunale, anche<br />
un importante importante ruolo in ambito sociale, attraverso una serie di agevolazioni agli utenti che vivono in condizioni condizioni economicamente<br />
disagiate.<br />
L’attività di Julia Servizi Più si basa su:<br />
• rapporto diretto con la clientela;<br />
• sconti tariffari sul costo del gas;<br />
• fatturazione mensile o bimestrale;<br />
• fatturazione costante dei consumi con conguaglio di fine anno;<br />
• rateizzazione dei pagamenti;<br />
• pagamento tramite domiciliazione bancaria o postale;<br />
• pagamento tramite sportelli provinciali della SOGET Spa senza costi aggiuntivi,<br />
e altre soluzioni personalizzate per favorire e agevolare le famiglie e le imprese clienti.<br />
JULIA SERVIZI PIÙ ARRIVA A TERAMO<br />
Con lo stesso spirito e i medesimi obiettivi aziendali e sociali, Julia Servizi Più si affaccia sul mercato della città di Teramo,<br />
proponendo le proprie offerte commerciali a privati, imprese ed enti, con servizi innovativi e personalizzati, in grado di soddisfare<br />
le esigenze di tutti.<br />
L’offerta di Julia Servizi Più agli utenti di Teramo porterà RISPARMIO e QUALITÀ nei servizi; sarà sempre possibile il contatto<br />
diretto con il personale dell’azienda, nonchè concordare tempi e modalità di pagamento delle bollette, per rispondere al meglio alle<br />
esigenze di ognuno.<br />
I clienti di Julia Servizi Più hanno a disposizione un sito internet per ricevere <strong>info</strong>rmazioni specifiche, richiedere un appuntamento o<br />
contattare l’azienda, proporre variazioni al contratto o alla gestione dell’utenza, richiedere ulteriori preventivi, segnalare inefficienze<br />
o proporre iniziative utili al miglioramento del servizio, ecc. Ciò nell’ottica del CONTATTO DIRETTO e quotidiano tra l’azienda di<br />
erogazione e l’utente.<br />
Per essere CLIENTI di Julia Servizi Più è sufficiente sottoscrivere un contratto, senza apportare alcuna modifica al proprio impianto<br />
in casa o in azienda. L’erogazione del gas metano continuerà come sempre, ma avverrà a opera di un altro fornitore, Julia Servizi Più,<br />
con un significativo risparmio e migliori servizi.<br />
Julia Servizi Più<br />
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pag<br />
10<br />
nuovi linguaggi<br />
Allerta<br />
virus SV5<br />
Pensateci ragazzi!<br />
Un tempo eravamo animali molto simili alle scimmie<br />
ma, a differenza di loro, noi avevamo un Re chiamato<br />
Cervello Pensante che era protetto da cinque<br />
moschettieri denominati Cinque Sensi. Ed è così che siamo<br />
passati dall’Australopiteco all’Homo Sapiens-Sapiens.<br />
Attraverso la Mano abbiamo toccato il nostro simile, condiviso<br />
il suo calore o rabbrividito per il suo gelo. <strong>Il</strong> Naso a volte ci ha<br />
stordito per colpa di un profumo afrodisiaco, ma altre ci ha<br />
salvato la vita avvertendoci del pericolo. D’altro canto la Bocca<br />
ci ha dato l’opportunità di assaporare la dolcezza dei baci e<br />
ci ha permesso di esprimere le nostre opinioni. Di urlarle se<br />
era necessario. L’Orecchio poi, ci ha fatto inseguire una voce<br />
melodiosa, ma ci ha anche allontanato da un<br />
suono privo di armonia tutelando il nostro<br />
equilibrio. Ed infine l’Occhio, “lo specchio<br />
dell’anima”, che per secoli ci ha dato la<br />
prerogativa di guardare l’altro negli occhi e<br />
farci innamorare di lui, oppure ci ha messo in<br />
guardia dal suo sguardo sinistro e bugiardo.<br />
Ad un certo punto però l’Homo Sapiens ha<br />
inventato il computer, accelerando così vorticosamente<br />
l’evoluzione umana, ma per far<br />
ciò ha dovuto narcotizzare i Cinque Sensi e li<br />
ha resi deboli.<br />
Da Sapiens è poi diventato Arrogans ed ora crede di poter<br />
dominare il mondo. Egli adesso non vede, non intuisce che<br />
senza lo scudo dei Cinque Sensi il Cervello diventa sempre<br />
più vulnerabile. Non si accorge che un potentissimo virus sta<br />
infettando tutti i computers. Un virus che distrugge le parole<br />
e si nutre di codici indecifrabili, simboli, pupazzetti che prendono<br />
vita al semplice contatto del dito sui tasti. Un virus che<br />
passa indifferentemente dal computer al telefonino disintegrando<br />
anche le vocali.<br />
Accidenti! Le Cinque Vocali, avevano resistito nei secoli, erano<br />
sopravvissute a guerre mondiali, avevano superato carestia<br />
e peste, ma poi... nel giro di una quindicina di anni, una dopo<br />
l’altra, hanno dovuto capitolare. Peccato però, perché davano<br />
un senso alla comunicazione, la coloravano di amore,<br />
estro, ideali, odio e unicità!<br />
Ormai la mutazione genetica è in atto e l’Homo Arrogans sta<br />
prendendo sempre più le fattezze dell’Homo Ignarus, nel<br />
senso che ignora l’entità del virus che egli stesso ha creato e<br />
così facendo permette al virus stesso di proliferare, uscire dai<br />
tasti e infettare la mente dei ragazzi.<br />
novembre 2009<br />
di Carla Trippini<br />
Egli non si accorge che questo virus, passando attraverso<br />
cellulari, Msn, Badoo, Myspace e trovando il suo habitat naturale<br />
nel “libro delle facce” sta distruggendo i pilastri della<br />
comunicazione umana e sta alimentando una solitudine epidemica<br />
i cui sintomi principali sono dati dal ticchettio della<br />
tastiera e dalla luce artificiale del monitor sempre accesa.<br />
Dunque, ricapitolando, il Re Cervello è rimasto solo, senza<br />
nessuno che lo protegga dagli attacchi esterni. D’altra parte<br />
ormai si sa, i Cinque Sensi sono latitanti! Sul monitor le parole<br />
sono state sostituite dai simboli. Nei tasti dei cellulari<br />
sono letteralmente scomparse le Cinque Vocali. Di conseguenza<br />
viene da pensare che la situazione è di massima<br />
allerta.<br />
Attualmente infatti registriamo che, nella migliore delle<br />
ipotesi, vengono generati mostri di questo tipo: «Gg nn px<br />
vnr xkè dv stud, c vdm dmn. Cmq t ho vista dvnt alla scuola,<br />
eri bellix. TAT.»<br />
Nella peggiore delle ipotesi, invece, si assiste alla lenta<br />
agonia di una comunicazione sempre più carente di anima,<br />
emozioni, inventiva, onestà e umanità.<br />
Allora, ragazzo o ragazza, ti chiedo: che amico è quello<br />
che non puoi toccare, che non puoi annusare, di cui non<br />
puoi udire il suono della voce, con il quale<br />
non puoi ridere o piangere, del quale non<br />
puoi incrociare lo sguardo e capire se sta<br />
mentendo?<br />
Non ti accorgi che stai sostituendo i Cinque<br />
Sensi con un unico senso? E pur-troppo<br />
non sto parlando del Sesto Senso che, anzi,<br />
ti salverebbe e ti metterebbe in guardia<br />
facendoti capire che non è un bene pubblicare<br />
sul “libro delle facce” la tua privacy,<br />
cosa che invece dovresti coccolare come<br />
un cucciolo e di cui dovresti essere fisiologicamente<br />
geloso.<br />
Quell’unico senso, che sta giocando ad “assopigliatutto”, si<br />
chiama <strong>Il</strong>lusione. Non ti rendi conto che contare 257 amici<br />
ed essere felice di averne uno più di ieri, e poi startene da<br />
solo davanti al computer, è un controsenso? Pensaci, è un<br />
paradosso. Al momento ti illude, ma nella realtà ti fa diventare<br />
fragile, incapace di sostenere una conversazione vera.<br />
A lungo andare ti renderà debole, inadeguato ad affrontare<br />
le emozioni, insicuro negli affetti reali, incerto nell’esprimere<br />
le tue opinioni davanti a chi farà di tutto per sopprimerle.<br />
E così facendo ti disorienterà.<br />
Non lasciarti fregare dall’Homo Ignarus. Usa il Tuo Cervello<br />
e proteggilo rendendolo operativo in tutti i Sensi. D’altronde<br />
sono solo cinque! La vita reale è là fuori, non dimenticarlo mai.<br />
E per finire provo a tradurre il messaggio in codice qui chiamato<br />
“mostro” e lascio a voi la riflessione che ne consegue.<br />
«Oggi non posso venire perché devo studiare, ci vediamo<br />
domani. Comunque ti ho vista davanti alla scuola, eri bellissima!<br />
Ti amo tanto.»<br />
Pensateci, ragazzi. u
l’intervista<br />
…alla<br />
Manola<br />
che non<br />
t’aspetti<br />
cerco un centro di<br />
gravità permanente<br />
U<br />
nica pausa: il periodo immediatamente successivo alle<br />
scosse di tangentopoli. Turbata, annichilita, confusa.<br />
Prima, da pischella, Manola Di Pasquale, pidiessina con<br />
lo scudocrociato nel sangue, è stata anche baby sitter, barista,<br />
orfana della madre a soli 16 anni, iscritta a Giurisprudenza a Chieti<br />
e appartenente al movimento giovanile della Balena Bianca. “Ho<br />
sempre fatto politica” aguzza gli occhi e mulina le mani come una<br />
Magnani corvina sul set. In seguito saranno l’avvocatura, la scuola<br />
forense (è anche insegnante), i convegni, l’associazione in rosa<br />
B52, Marini e Ginoble “perché provenienti dal mare magnum della<br />
Dc”, il suo habitat di sempre. Chicca finale: la presidenza regionale<br />
del Pd, subentrando alla Stefania Pezzopane, ora in braccio, un po’<br />
qua un po’ là, allo star system mondiale e casalingo. Manola Di Pasquale<br />
è farina del sacco del suo stesso profumo: I Love di Moschino,<br />
“né forte né acre” ma stabilente al centro, diccì appunto. Suo<br />
padre vetraio (è venuto a mancare più di un anno fa) l’ha temprata<br />
a forza di bontà d’animo: “Aveva il senso della famiglia” e ha tirato<br />
su quattro figli con dignità”. Nel primo Sperandio, l’avvocatessa<br />
teramana ha risposto alla chiamata irrifiutabile di Vincenzo Cerulli<br />
Irelli che l’ha voluta nell’agone politico assieme a Chiodi, Esposito,<br />
Pirocchi, Castellucci, Gebbia, Petrella, ed altri, il fior fiore dei grimpeur<br />
della politica locale di quei giorni. L’amore in campo politico<br />
sboccia con la Iervolino e dai Popolari sfocia nel rivolo Margherita,<br />
aspettando lo yes we can veltroniano che tanto attizza l’avvocatessa:<br />
“Ha un altro passo”, dice del cinefilo romano, è andato via<br />
per manifesta superiorità, legge tra le righe. La “mediocrità” è<br />
dappertutto e ha il sapore di una brutta barzelletta che, come uno<br />
shaker, ti squassa la mente con insistenza ed isolenza: “Ce n’è<br />
troppa”. SuperManola si definisce “iperattiva” e nel suo dividersi e<br />
riunirsi riesce bene a distribuirsi equamente addirittura tra l’acqua<br />
santa della chiesa del Carmine e quella clorata dell’acquagym<br />
della Gammarana la sera alle nove: la pietra filosofale del suo essere<br />
così diccì. Si lacera tra un consiglio comunale ed uno specchio<br />
dove recitare in anteprima la sua ultima arringa dinanzi al giudice;<br />
“ma dici a me? Ehi con chi stai parlando, dici a me?” si sarà pure<br />
detta qualche sera facendosi ritornare alla mente il De Niro di<br />
Taxi driver. Perfeziona il suo linguaggio, lo forbisce, lo lardella,<br />
novembre 2009<br />
di <strong>Maurizio</strong> Di Biagio<br />
si prepara alla battaglia. Frattanto fa sua la segreteria comunale<br />
della Margherita prima, e del Pd poi. Lo strappo solo pochi mesi fa,<br />
perché contraria alla strategia suicida del Pd nel porre a candidato<br />
sindaco una figura che fino a poche ore prima militava da assessore<br />
tra le file del nemico: per una che si definisce fortemente<br />
“anti-inciucio” è stato troppo. Figurarsi che nella stessa lotta delle<br />
mozioni, l’avvocatessa parteggiava per l’anima diccì Franceschini<br />
perché Bersani sarebbe stato “più dedito a compromessi”. La<br />
pasionaria dura e pura teramana si richiama all’intransigenza e<br />
quindi vola in regione indossando i panni da presidente del partito:<br />
“Una carica politica che ripristina alcuni equilibri anche territoriali<br />
troppo distorti a favore della costa”. “In questi quattro anni – sussulta<br />
Di Pasquale – lavorerò per fare una buona opposizione e per<br />
far diventare il Pd il nuovo partito di governo”.<br />
E sottolinea “governo”. Immaginare il futuro del Pd, oltre ad essere<br />
diventato sport nazionale, rientra in quel novero di categorie di<br />
idee platoniche in cui il concetto viene prima della forma, simbolo<br />
e gingle prima del popolo e delle sue esigenze. “Siamo destinati a<br />
morire perché continuiamo ed essere sordi ai richiami del popolo”.<br />
Inutile accennare al premier Berlusconi, “ha portato il senso del<br />
business affaristico in politica ma la gestione dello Stato è tutt’altra<br />
cosa”. Per <strong>Maurizio</strong> <strong>Brucchi</strong>, lo specchio di Manola è vuoto, senza<br />
riflessi: “I suoi primi giorni di governo sono stati inconsistenti, due<br />
progetti di cementificazione e basta; il resto tutto buche e traffico.<br />
<strong>Il</strong> 60% delle sue deliberazioni riguarda sponsorizzazioni agli eventi<br />
portati senza alcun criterio, il 30% ha a che fare con i dipendenti, il<br />
10% il Pit”. “Finito. Tutto qui”. La presidente termina a suo modo:<br />
“I clienti di un avvocato non vanno alla ricerca di un professionista<br />
bravo, ma di uno che non si vende”. u<br />
pag<br />
11
pag<br />
12<br />
il Crocifisso<br />
<strong>Il</strong> <strong>gobbo</strong><br />
<strong>napoletano</strong><br />
ipocrisie<br />
Per chi non è nato proprio ieri, sarà un ricordo facile quello<br />
di Don Giulio, il prete di città che se ne andava in giro con<br />
la sua fiammante Fiat 131 bianca, il sorriso stampato sul<br />
faccione, due occhi per lenti doppie da farti venire in mente il volto<br />
di Mario Carotenuto, un attore degli anni ‘50. Un affabulatore, un<br />
severo interprete ed utilizzatore ultimo della cucina teramana;<br />
un sottile intellettuale che non risparmiava critiche a nessuno,<br />
neanche al suo diretto Superiore... ‘mbé, adesso non esageriamo.<br />
Comunque, un uomo che<br />
non si faceva dimenticare<br />
presto.<br />
E tanti dei suoi studenti in<br />
istituto, lo ricordano ancora<br />
mentre alza in aria tre delle<br />
sue enormi dita a brandire un<br />
concetto o solo con l’indice ad<br />
indicare la luna, ma tu continui<br />
a guardargli intronato il<br />
dito: è così inspiegabilmente<br />
enorme che della luna non<br />
te ne può fregare di meno.<br />
Assunti, teorie ed irriverenze tecniche facevano di lui un caratteristico<br />
don Peppone. Voce grave che spaventava se non lo guardavi: la sua<br />
immagine ti rassicurava quando allargava le braccia per richiuderle<br />
con violenza intrecciando con uno schiocco scoraggiato le mani<br />
grasse dopo il periplo del ventre.<br />
Un sacerdote coraggioso, tanto da rimproverare, in aula, ad alunni<br />
disorientati da un’adolescenza incombente che a quei tempi li avrebbe<br />
presto portati a scegliere fra Comunione e Liberazione o Lotta<br />
Continua, tra menefreghismo (e oggi possiamo tranquillamente<br />
affermare che fu questa la scelta vincente, la scelta di chi ci governa<br />
oggi) o Impegno Sociale, insomma ad ammonire quei giovani di non<br />
confondere la Religione con la Superstizione. Non è sempre segno<br />
di spiritualità e devozione segnarsi il capo quando si passa davanti ad<br />
una chiesa o di fronte ad un’icona sacra: se fatti con sterile automatismo,<br />
si rivelano come insignificanti gesti scaramantici.<br />
Per quanto mi riguarda, non sono condizionato da credenze, non<br />
do retta a cartomanti e attraverso tranquillamente la strada assieme<br />
ai gatti neri sotto una scala. <strong>Il</strong> pesce comunque lo mangio<br />
di pre-sabato, preferisco le settimane con due giovedì e se si<br />
rompe uno specchio in casa - nessuna tragedia - per sette anni<br />
non mi faccio vedere in giro.<br />
<strong>Il</strong> leggendario Don Giovanni Iobbi, parroco di su la Madonnina<br />
novembre 2009<br />
di Mimmo Attanasii<br />
a Piazza Garibaldi, grande martoriatore di basette d’imberbi<br />
scolari irrequieti, insegnò ai discepoli di allora che se di mattina<br />
si fosse sbagliato ad allacciare la tonaca scalando di un’asola,<br />
avrebbe dovuto ricominciare dal principio quel puzzle tra gli<br />
infiniti bottoni di una tonaca che struscia per terra.<br />
Attenti a voi, ragazzi: chi ben comincia… è a metà dell’opera.<br />
In un Paese che ha subìto il tracollo etico e culturale, in balia<br />
di mafie, cosche malavitose e ‘ndrine, che versa in una non già<br />
preoccupante ma incurabile e devastante corruzione dei valori<br />
etici, morali e fiscali… in un Paese dove la solidarietà è delegata<br />
alle Milly Carlucci e seguito televisivo di veline e valletti nei giorni<br />
della bontà istituzionale di metà dicembre, mentre per strada i<br />
poveri si scannano tra loro e i ricchi fanno finta di separarli come<br />
gli scommettitori con i galli da combattimento… in sostanza, tutto<br />
il contrario di quanto predicato duemila anni fa da uno che si<br />
è fatto pure mettere in croce per salvare il mondo… in un Paese,<br />
porca miseria, che è anche il mio, dove vivo, sopravvivo ed ho<br />
fatto nascere i miei figli, mi si apre il cuore all’infarto a pensare<br />
che ci si scandalizza per una sentenza della Corte di Strasburgo<br />
sul crocefisso esposto nelle scuole e non ci si accorge che<br />
l’errore inammissibile è quello di non averlo schiodato prima<br />
dalla parete, battendosi il petto chi è credente o a risarcire la<br />
propria coscienza delle simulazioni morali, riconoscere di non<br />
essere degni di coinvolgere l’alto simbolo della cristianità in torbide<br />
faccende disumane rivissute ogni giorno senza imbarazzo<br />
calpestando i diritti degli altri.<br />
Gianluca Nicoletti, nel suo programma<br />
radiofonico Melog, su Radio24, qualche<br />
settimana fa ha voluto argomentare,<br />
assieme a filosofi, giornalisti e studiosi<br />
delle religioni, l’eco polemica diffusasi<br />
all’indomani della sentenza europea,<br />
chiedendo ai suoi interlocutori quanto<br />
siano pertinenti le legittimità d’appartenenza<br />
spirituale, il sentire religioso, fede<br />
e speranza cristiana in uomini come i<br />
Riina, i Provenzano e tutti i padrini vari,<br />
già confinati nelle patrie galere, che<br />
al momento della cattura si sono fatti<br />
sorprendere ieraticamente con la Sacra<br />
Bibbia sul comodino, nelle cui pagine<br />
sottili si occultavano i famigerati pizzini,<br />
a decretare morte e violenze per i nemici delle cosche. Semmai<br />
aleggiasse sopra a qualcuno l’ombra del dubbio, l’incertezza<br />
sulle intenzioni reali di Nicoletti nel volere accostare lo zelo<br />
religioso degli uomini di Cosa Nostra all’acceso dibattito sulla<br />
giustezza dell’esposizione del crocefisso nelle aule delle scuole<br />
italiane, non resterebbe a questi che chiedersi se quella croce<br />
in alto appesa sul muro stia ancora lì perché l’intonaco resiste<br />
al chiodo o se nel silenzio dei pensieri qualche parola se ne esca<br />
ancora dagli occhi per andarsi a posare, nello sconforto della<br />
speranza, sull’insegna cristiana.<br />
A questo punto, via le ipocrisie: meglio un <strong>gobbo</strong> <strong>napoletano</strong> col<br />
corno rosso da lisciare.<br />
Costa poco e va a finire che funziona bene pure con il lotto! u
pag<br />
14<br />
note linguistiche<br />
Accento sì,<br />
accento no!<br />
A<br />
lcuni alunni mi hanno posto il seguente quesito: “Dobbiamo<br />
sempre accentare le parole?!<br />
La mia risposta è stata secca: “Alcune sempre, alcune<br />
mai, altre solo a volte!”<br />
A proposito riporto di seguito alcune regole semplici e facili da<br />
ricordare.<br />
Sempre - È indispensabile e pertanto obbligatorio mettere<br />
l’accento:<br />
- sulle parole tronche (bontà, virtù, città, ecce.)<br />
- su alcuni monosillabi con dittongo ascendente (ciò, già, più,<br />
può, giù, ecc.)<br />
- sui composti con - blu, - su, - re, - tre (lassù, Barbablù, vicerè,<br />
trentatré, ecc.)<br />
- su alcune parole che, avendo un loro doppione, hanno bisogno<br />
dell’accento per distinguersi:<br />
è - verbo e - congiunzione<br />
là - avverbio di luogo la - articolo femminile<br />
dà - verbo dare da - preposizione semplice<br />
dì - giorno di - preposizione semplice<br />
lì - avverbio di luogo li - pronome personale<br />
sé - pronome personale se - congiunzione ipotetica<br />
sì - affermazione si - pronome personale<br />
ché - perché, affinché che - pronome relativo<br />
né - congiunzione negativa ne - pronome, particella avverbiale<br />
tè - nome (bevanda) te - pronome personale<br />
Mai - Non si mette mai l’accento:<br />
- sui monosillabi con una sola vocale, anche se tronchi per<br />
la semplice ragione che se la parola è formata da una sola<br />
sillaba l’accento non può che cadere su di essa (me, mi, su,<br />
fu, fa, sa, so, sta, blu, va, qui, qua, Po, Rho, tra, fra, ecc…);<br />
- sulle parole piane, ma in generale anche sulle sdrucciole e<br />
bisdrucciole, tranne nel caso che ci sia effettiva possibilità<br />
di equivoco (coltello, cucina: parole piane), (telefono: parola<br />
sdrucciola), (cantagliele: parola bisdrucciola) ma càpitano,<br />
novembre 2009<br />
di Maria Gabriella Di Flaviano<br />
per non confondere con capitano, intùito, per non confondere<br />
con intuìto ecc…<br />
A volte - In generale l’accento va dunque posto, a parte i casi<br />
obbligati sopra citati, solo quando la parola in questione potrebbe<br />
generare ambiguità o dare luogo a incomprensioni del testo.<br />
I vocaboli che seguono, cambiando accento, mutano anche di<br />
significato. L’accento, però, non è obbligatorio, se non nei termini<br />
appena chiariti:<br />
prìncipi - princìpi àncora - ancòra còmpiti - compìti<br />
Master Universitario<br />
di II livello in<br />
“Dirigenti Scolastici”<br />
L’Università di Teramo crea una nuova occasione formativa<br />
rivolta ai docenti di tutte le scuole di ogni ordine e grado che<br />
abbiano interesse a migliorare il proprio curriculum verso il ruolo<br />
dirigenziale, oppure assumere ruoli di coordinamento all’interno<br />
delle Istituzioni Scolastiche, pubbliche e private di ogni ordine e<br />
grado, nell’ambito delle numerose attività di supporto alla gestione<br />
che i collaboratori ed altre figure di staff possono svolgere insieme<br />
al Dirigente Scolastico.<br />
<strong>Il</strong> Master universitario di II livello in “Dirigenti Scolastici” intende<br />
fornire, attraverso un approfondimento teorico multidisciplinare<br />
ed esperienze pratiche, conoscenze e competenze specifiche in un<br />
percorso formativo che, partendo dall’esame delle riforme in atto,<br />
consenta una corretta interpretazione delle norme in vigore, nel<br />
quadro più complesso del settore giuridico-istituzionale nazionale<br />
ed europeo al fine di giungere agli importanti riflessi operativi ed<br />
organizzativi che comportano responsabilità, poteri e doveri per i<br />
dirigenti scolastici ed il corpo docenti.<br />
<strong>Il</strong> titolo conseguito, dopo la frequentazione del Master, è spendibile<br />
anche nelle graduatorie permanenti, d’istituto, interne e per i trasferimenti,<br />
oltre che a costituire, ai sensi della vigente normativa,<br />
un titolo preferenziale nelle procedure di reclutamento dei Dirigenti<br />
Scolastici.<br />
Requisito per l’iscrizione, il cui bando scadrà il 18 dicembre,<br />
consiste nel conseguimento della laurea specialistica o del vecchio<br />
ordinamento, come si evince al bando di ammissione stesso, disponibile<br />
sul sito d’Ateneo www.unite.it.<br />
Info: Università degli Studi di Teramo (Segreteria Master presso<br />
Fondazione Università di Teramo, Campus di Coste Sant’Agostino<br />
- Facoltà di Scienze politiche (da lunedì a venerdì dalle ore<br />
10.30 - 12.30; martedì e giovedì anche dalle ore 15.30 alle 17.30.<br />
Tel. 0861.266092-fax 0861.266091). E’ possibile, inoltre, utilizzare<br />
l’indirizzo e-mail bcardinale@unite.it contattando direttamente il<br />
professor Bernardo Cardinale coordinatore del Master.
dura lex sed lex<br />
Married<br />
for life<br />
(storie di vita<br />
coniugale)<br />
Una interessante sentenza della prima sezione civile della<br />
Corte di Cassazione, commentata da alcuni quotidiani di<br />
tiratura nazionale e da vari siti “internet” per la singolarità<br />
del caso, ci offre lo spunto di intitolare il presente articolo in<br />
maniera da parafrasare la nota lotteria “ Win for life” recentemente<br />
istituita. <strong>Il</strong> caso in questione riguarda una causa di divorzio inoltrata<br />
presso il Tribunale di Bologna e motivata dalla mancata consumazione<br />
del matrimonio. <strong>Il</strong> marito, in primo grado risultato vincitore<br />
nei confronti della moglie, ha ottenuto sentenza di cessazione degli<br />
effetti civili del matrimonio, ai sensi dell’art. 3 comma 2, lett.f<br />
(matrimonio non consumato) senza dover pagare alcun assegno divorzile<br />
alla moglie, data anche la estrema brevità della convivenza,<br />
durata appena sette giorni. <strong>Il</strong> verdetto di primo grado è stato, però,<br />
parzialmente ribaltato dal giudice di appello che nel confermare la<br />
mancata consumazione del matrimonio, poneva a carico del marito<br />
un assegno divorzile di € 250,00, compensando le spese legali di<br />
novembre 2009<br />
SERA<br />
EMOZIONI D’ARREDO<br />
a cura di<br />
Amilcare Laurìa ed Elvio Fortuna<br />
Rende più caldo il tuoNatale o<br />
avvocati associati<br />
entrambi i giudizi. La favorevole (per la moglie) decisione<br />
sull’assegno divorzile è stata motivata dal giudice di<br />
gravame sulla base della particolare disparità dei patrimoni<br />
dei coniugi. <strong>Il</strong> marito ha proposto ricorso avverso la<br />
decisione del giudice di secondo grado, denunciandone<br />
la contraddittorietà della motivazione stante la estrema<br />
brevità del matrimonio, circostanza questa ritenuta del<br />
tutto pacifica dai giudici di appello, che avrebbe dovuto<br />
far escludere la corresponsione dell’assegno in favore<br />
della moglie. La prima sezione della Corte di Cassazione<br />
con la decisione del 4 febbraio 2009 n. 2721 ha, tuttavia,<br />
respinto il ricorso, confermando la sentenza del giudice di appello<br />
ritenendola del tutto incensurabile dei vizi di contraddittorietà denunciati,<br />
e condannando il ricorrente alle spese di giudizio. Secondo<br />
i giudici del “Palazzaccio”, contrariamente a quanto affermato dal<br />
ricorrente, l’estrema brevità del matrimonio non è stata affatto<br />
negletta dalla Corte di Bologna, che anzi l’ha tenuta ben in considerazione<br />
dal momento che l’assegno divorzile è stato determinato in<br />
misura molto inferiore al petitum (a quanto richiesto) dalla moglie.<br />
La sentenza in argomento, vivacemente commentata, appare, pur<br />
nella sua scarna motivazione, esente da critiche, poiché l’assegno,<br />
vista l’esiguità dell’importo, ha una funzione tipicamente alimentare<br />
ed appare commisurato alla dimostrata disparità dei patrimoni<br />
dei due litiganti.<br />
Ragion per cui, se pensate che il matrimonio sia solo un investimento,<br />
abbiate cura di scegliere il coniuge sulla base delle sue<br />
qualità patrimoniali! u<br />
<br />
pag<br />
15
Corso S. Giorgio n. 36 - 64100 Teramo • Tel. 0861.241883 - Fax 0861.242800 • e-mail: <strong>info</strong>@fondazionetercas.it - sito internet: www.fondazionetercas.it<br />
AVVISO PER PROGETTI DI SOGGETTI EMERGENTI<br />
ANNO 2010<br />
Con il presente avviso, la Fondazione Tercas intende individuare, nel settore<br />
“Arte, attività e beni culturali, iniziative meritevoli di finanziamento<br />
proposte da enti senza fini di lucro e relative a una delle seguenti aree<br />
tematiche:<br />
a) MUSICA;<br />
b) TEATRO;<br />
c) ATTIVITÀ CULTURALI ED ARTISTICHE diverse da musica e teatro.<br />
Tali iniziative dovranno essere promosse da organismi no profit del territorio,<br />
non ancora affermati, ai quali la Fondazione vuole dare occasioni di<br />
emergere e trovare spazi di evidenza.<br />
Non sono riconducibili al novero delle iniziative finanziabili ai termini del<br />
presente avviso quelle che, pur in presenza di alcune delle caratteristiche di<br />
seguito specificate, abbiano assunto il carattere della stabilità e continuità.<br />
La Fondazione si riserva di suggerire, discutere e chiedere modifiche e<br />
adattamenti riguardanti i progetti proposti. Si riserva altresì la facoltà di raccogliere<br />
– dalle istanze avanzate – indicazioni, spunti e idee per lo sviluppo<br />
di compiuti progetti da realizzare anche con interventi diretti, eventualmente<br />
con modalità diverse da quelle originarie.<br />
REQUISITI DI PARTECIPAZIONE<br />
Saranno ammesse alla selezione le domande presentate da soggetti:<br />
a) costituiti da almeno un anno dalla data di pubblicazione del presente<br />
avviso, con atto pubblico o scrittura privata regolarmente registrati;<br />
b) di natura privatistica;<br />
c) senza scopo di lucro;<br />
d) con sede nel territorio della Provincia di Teramo.<br />
REGOLE DI PARTECIPAZIONE<br />
Le istanze devono essere trasmesse entro la data di venerdì 15 gennaio<br />
2010 a mezzo LETTERA RACCOMANDATA A.R. al seguente recapito:<br />
Fondazione Tercas - Corso S. Giorgio n. 36 - 64100 Teramo o mediante<br />
POSTA ELETTRONICA CERTIFICATA al seguente indirizzo: fondazionetercas@legalmail.it.<br />
La spedizione a mezzo lettera raccomandata a.r. si considererà pervenuta<br />
tempestivamente se accettata dal servizio postale entro la data di venerdì<br />
15 gennaio 2010 (farà fede il timbro dell’Ufficio Postale), purché recapitata<br />
agli uffici della Fondazione nei sette giorni successivi a detto termine.<br />
Solo a partire dal giorno giovedì 10 dicembre 2009 sarà possibile trasmettere<br />
le istanze mediante CONSEGNA MANUALE da effettuarsi presso<br />
la sede di Palazzo Melatino, in Largo Melatini 17/23, Teramo, entro le ore<br />
12.00 di venerdì 15 gennaio 2010.<br />
Non saranno ritenute regolarmente recapitate le richieste trasmesse o recapitate<br />
in modo diverso da quello sopra indicato, comprese quelle inviate<br />
o recapitate tramite gli sportelli di Banca Tercas Spa.<br />
<strong>Il</strong> mancato rispetto dei termini e delle modalità di consegna o spedizione di<br />
cui sopra comporterà l’automatica esclusione delle relative istanze.<br />
Gli interessati dovranno inoltre attenersi alle regole di seguito riportate.<br />
1. A ciascun soggetto è consentito avanzare una sola proposta: in ogni<br />
caso solo quella protocollata per prima verrà presa in esame.<br />
2. Ciascuna domanda dovrà contenere un unico progetto; dovrà inoltre atte-<br />
nersi a quanto di seguito indicato:<br />
a) la busta contenente l’istanza ed i relativi allegati dovrà riportare la dicitura<br />
“AVVISO DEL 16.11.09”;<br />
b) la domanda ed i relativi allegati dovranno essere prodotti in duplice<br />
copia;<br />
c) l’istanza deve essere redatta, a pena di esclusione, sul modello “AV-<br />
VISO DEL 16.11.09 – MODELLO DI DOMANDA” all’uopo predisposto,<br />
disponibile sul sito internet www.fondazionetercas.it e presso gli uffici<br />
dell’Ente;<br />
d) la presentazione del suddetto modello di domanda comporterà l’obbligo<br />
di adempiere a tutti gli impegni nel presente avviso o nel modello di<br />
domanda;<br />
e) la compilazione del modello in ogni quadro è da considerarsi essenziale<br />
ed è richiesta a pena di esclusione anche quando le notizie richieste<br />
dal modello siano contenute nella documentazione allegata;<br />
f) se sono previste quote di finanziamento a carico di altri soggetti diversi<br />
dalla Fondazione, il richiedente dovrà allegare copia della domanda<br />
inoltrate a tali soggetti;<br />
g) alla domanda devono essere allegati:<br />
- il modulo per il consenso al trattamento dei dati personali;<br />
- una copia dell’Atto costitutivo e dello Statuto dell’Ente richiedente,<br />
l’elenco completo degli associati e delle persone fisiche che fanno<br />
parte degli organi;<br />
- il progetto analitico dell’iniziativa e il preventivo economico-finanziario<br />
dettagliato;<br />
- una copia degli ultimi due bilanci d’esercizio approvati<br />
(o dell’ultimo bilancio approvato se il richiedente è costituito<br />
da meno di due anni);<br />
- ogni altra documentazione integrativa ritenuta utile per la valutazione<br />
della domanda.<br />
Le domande non redatte secondo le indicazioni fornite saranno considerate<br />
incomplete e non verranno prese in considerazione.<br />
3. Le domande devono riguardare progetti:<br />
a) da realizzarsi nella Provincia di Teramo nel periodo 15 marzo 2010 -<br />
14 marzo 2011;<br />
b) riconducibili alle seguenti aree tematiche:<br />
- Musica;<br />
- Teatro;<br />
- Attività culturali ed artistiche diverse da musica e teatro, con<br />
esclusione degli interventi di conservazione e valorizzazione di beni<br />
artistici e monumentali;<br />
c) proposti da enti non profit sede nella Provincia di Teramo;<br />
d) che non prevedono corrispettivi in alcuna forma né rimborsi spese<br />
forfettari per l’ente proponente, per i suoi organi o per gli associati.<br />
Non sono considerate coerenti con le finalità del presente avviso le richieste<br />
relative ad iniziative che, attraverso la realizzazione di spettacoli, concerti<br />
e manifestazioni culturali di vario genere, perseguono obiettivi riconducibili<br />
agli altri settori di intervento della Fondazione (Conservazione beni culturali<br />
e promozione del turismo culturale; Ricerca scientifica e tecnologica; Volontariato,<br />
filantropia e beneficenza; Salute pubblica, medicina preventiva e<br />
riabilitativa; Educazione, istruzione e formazione).<br />
4. <strong>Il</strong> contributo richiesto alla Fondazione deve essere contenuto nell’ammontare<br />
massimo di €10.000,00 (euro diecimila/00).
5. Sono considerati comunque INAMMISSIBILI alle sovvenzioni previste<br />
dal presente avviso i progetti riguardanti:<br />
a) festival e rassegne;<br />
b) corsi, seminari e laboratori o comunque attività di natura formativa, anche<br />
in vista di una rappresentazione finale;<br />
c) concorsi e premi, anche in vista di una rappresentazione finale;<br />
d) concerti e/o spettacoli da realizzarsi in occasione delle festività del Natale<br />
e della Pasqua;<br />
e) rappresentazioni cinematografiche, mostre, conferenze, convegni,<br />
pubblicazioni e CD;<br />
f) iniziative di carattere dialettale e folcloristico.<br />
6. Ai sensi di quanto stabilito dalle norme regolamentari della Fondazione, è<br />
in ogni caso ESCLUSA la finanziabilità di iniziative:<br />
a) di natura commerciale, lucrativa o che producano comunque un profitto<br />
a vantaggio dei loro promotori;<br />
b) provenienti da movimenti politici, da organizzazioni sindacali o di categoria;<br />
c) provenienti da associazioni sportive di natura professionale o dilettantistica.<br />
CRITERI DI SELEZIONE E MOTIVI DI PREFERENZA<br />
La Fondazione procederà ad assegnare i fondi alle richieste tenendo conto,<br />
a parità di altre condizioni:<br />
a) delle potenzialità dell’organismo proponente e della sua base partecipativa;<br />
b) del coinvolgimento di forze artistiche e risorse culturali locali che cercano<br />
occasione di inserimento e maturazione professionale;<br />
c) delle prospettive di coinvolgimento nell’iniziativa di una larga base di soggetti<br />
sia per l’aspetto artistico sia per la fruizione;<br />
d) della capacità di più organismi di coordinarsi per costruire progetti di maggiore<br />
interesse e di più allargata partecipazione;<br />
e) dell’economicità del progetto;<br />
f) della capacità di reperire anche altre fonti di finanziamento, con particolare<br />
riferimento agli enti locali.<br />
La decisione sull’ammissione al finanziamento sarà adottata con delibera<br />
del Consiglio di Amministrazione della Fondazione; il giudizio è insindacabile.<br />
ASSEGNAZIONE ED UTILIZZO DEI FINANZIAMENTI<br />
I soggetti ammessi al finanziamento dovranno produrre, nel termine che<br />
sarà comunicato e, comunque, prima dell’avvio della propria iniziativa:<br />
a) il programma definitivo dell’iniziativa, indicando e motivando le eventuali<br />
modifiche apportate al progetto iniziale;<br />
b) il piano economico finanziario aggiornato, dando evidenza all’esito<br />
delle altre richieste di contributo indicate nella domanda ed all’eventuale<br />
impegno del richiedente stesso ad accollarsi la parte dei finanziamenti<br />
attesi che non dovessero trovare conferma.<br />
Nell’ipotesi di modifiche rilevanti rispetto al progetto iniziale, lo stesso sarà<br />
oggetto di una nuova valutazione da parte del Consiglio di Amministrazione<br />
della Fondazione.<br />
Sulla base di queste indicazioni il Consiglio d’Amministrazione procederà<br />
all’assegnazione definitiva dei fondi che sarà formalizzata mediante la<br />
sottoscrizione di un’apposita Convenzione, nella quale saranno specificati<br />
termini e condizioni che regoleranno le erogazioni del contributo accordato<br />
Ogni eventuale modifica per qualunque causa apportata al progetto successivamente<br />
alla firma della Convenzione, dovrà essere preventivamente<br />
approvata dalla Fondazione.<br />
Modifiche non preventivamente approvate possono comportare la riduzione<br />
del contributo al momento dell’erogazione o anche la revoca dello stesso.<br />
AVVERTENZE<br />
Contenuto dei preventivi<br />
I contributi della Fondazione sono finalizzati al finanziamento di specifiche<br />
iniziative e non al sostegno generico dell’attività dei soggetti proponenti: le<br />
spese del preventivo economico di ciascun progetto dovranno quindi riferirsi<br />
in modo diretto, specifico ed esclusivo alla realizzazione dello stesso.<br />
<strong>Il</strong> preventivo potrà, tuttavia, comprendere una quota-parte di spese generali<br />
direttamente riferibili al progetto finanziato per un importo massimo del 5%<br />
dei costi complessivi; solo per le spese rientranti in tale quota – da illustrarsi<br />
ed elencarsi comunque in dettaglio nella rendicontazione finale – potranno<br />
non essere prodotti i documenti giustificativi.<br />
Non possono essere coperte dal finanziamento della Fondazione i costi<br />
relativi a:<br />
1) compensi a favore di persone che fanno parte dei soggetti proponenti<br />
(fondatori, associati e cariche istituzionali);<br />
2) rimborsi spese forfetari sotto qualsiasi forma a chiunque corrisposti;<br />
3) acquisto di attrezzature durevoli.<br />
Privacy<br />
Tutti i dati saranno trattati nel rispetto di quanto previsto dal D.Lgs 196/2003<br />
(Codice in materia di protezione dei dati personali) e secondo le modalità<br />
indicate nell’<strong>info</strong>rmativa allegata al modello di domanda.<br />
Rinvio<br />
Per quanto non specificatamente disciplinato dal presente avviso, sono ad<br />
ogni effetto richiamate, oltre alla normativa vigente in materia, le disposizioni<br />
dello Statuto e del Regolamento dell’attività istituzionale della Fondazione,<br />
disponibili sul sito internet www.fondazionetercas.it, che i soggetti<br />
interessati dichiarano di conoscere integralmente al momento della compilazione<br />
e sottoscrizione del modulo di domanda.<br />
Codice di condotta<br />
Si rende noto, inoltre, che gli esponenti, i dirigenti, i dipendenti e i collaboratori<br />
della Fondazione, nonché i terzi che svolgano attività nell’interesse e/o<br />
a vantaggio della Fondazione stessa sono tenuti ad osservare le norme del<br />
Codice di condotta approvato con delibera del Consiglio di Indirizzo del<br />
31.07.2008, anch’esso disponibile sul sito internet www.fondazionetercas.it.<br />
Ritenuta di acconto<br />
Ai sensi dell’art. 28 del DPR 600/73, è prevista l’applicazione di una ritenuta<br />
di acconto del 4% sui contributi accordati anche a Enti e Associazioni<br />
non profit qualora siano esercitate, anche in via occasionale, attività di natura<br />
commerciale ex D.P.R. 917/86 (Testo unico delle imposte sui redditi)<br />
e D.P.R. 633/72 (Istituzione e disciplina dell’imposta sul valore aggiunto)<br />
direttamente collegate alla manifestazione beneficiaria del contributo (es.:<br />
sponsorizzazioni o proventi derivanti da pubblicità commerciale, vendita di<br />
gadget o altro, somministrazione di alimenti e bevande).<br />
I soggetti beneficiari sono pertanto tenuti a dichiarare se ricorrono i presupposti<br />
per l’applicazione di tale ritenuta.<br />
<strong>Il</strong> presente avviso è pubblicato dalla Fondazione Tercas in via del tutto<br />
volontaria e di autodeterminazione, senza alcun obbligo normativo.<br />
Teramo, 16 novembre 2009<br />
<strong>Il</strong> Presidente<br />
Prof. Avv. Mario Nuzzo
pag<br />
18<br />
l’oggetto del desiderio<br />
L’Opale<br />
L’<br />
opale può veramente essere considerato una delle<br />
pietre preziose più belle che conosciamo. <strong>Il</strong> nome<br />
stesso upala, nell’antico Sanscrito, significava<br />
«pietra preziosa». <strong>Il</strong> suo gioco di colori è eccezionale ed inimitabile:<br />
la gamma va dal rosso all’arancio, dal giallo-verde<br />
al blu, al violetto e spesso risplendono in una pietra tutte le<br />
sfumature possibili. Questo fenomeno è così tipico dell’opale<br />
che per indicarlo, in gemmologia, si usa il<br />
termine opalescenza. Essa è dovuta alla sottile<br />
struttura lamellare e forse alla presenza<br />
di idrocarburi che provocano fenomeni di<br />
interferenza della luce.<br />
Opale nobile. Nella credenza popolare fu<br />
considerata per molto tempo una pietra<br />
portafortuna. <strong>Il</strong> fatto che l’opale sia relativamente<br />
fragile e possa rompersi per sbalzi<br />
di temperatura o forti scosse, deve aver<br />
alimentato tale credenza. L’opale nobile è di colore bianco<br />
lattiginoso tendente al celeste. Esiste una serie di altri opali<br />
che hanno nomi diversi a seconda del colore. L’Opale latteo è<br />
diafano, di colore bianchiccio, a volte anche giallastro o grigio<br />
e possiede nessuna o poca opalescenza. L’opale più prezioso<br />
e costoso è l’Opale nero, varietà molto rara proveniente<br />
dall’Australia. L’opalescenza di questa pietra è di color blu intenso,<br />
rosso o verde su fondo scuro. Se l’opale trasparente di<br />
Franco Chionchio,<br />
una storia<br />
Prologo<br />
<strong>Il</strong> mio compito non è di dare agli altri ciò che è obiettivamente<br />
il meglio, ma ciò che è mio, nel modo più puro e<br />
sincero. (Tratto da Letture da un minuto, di Herman Hesse, a<br />
cura di Volker Michelis)<br />
Incredibile, sono passati davvero 30 anni! Se non fosse per<br />
il luccichio di questi trofei che ogni giorno illuminano il mio studio,<br />
riflettendo una valanga di ricordi sulla vetrina del mobile in<br />
cui sono gelosamente custoditi... Se nei ripiani non ci fossero<br />
pagine e pagine di giornali accuratamente suddivisi in cartelle<br />
e poi, per contrasto, targhe-ricordo ancora chiuse in attesa<br />
di trovare un posto in rima fila... Oppure, se in soffitta non ci<br />
fossero scatoloni pieni di foto ancora da sistemare, e sui muri<br />
quadri appesi che rappresentano solo la minima parte di ciò<br />
che meriterebbe di essere messo in mostra...<br />
E ancora, se nei cassetti non occupassero spazio gagliardetti,<br />
stemmi, monete estere e spillini sparpagliati in contenitori,<br />
o se non vedessi nella libreria depliant provenienti da tutte le<br />
parti del mondo...<br />
novembre 2009<br />
di Carmine Goderecci<br />
di Oro e Argento<br />
color rosso fiamma o rosso arancio, allora viene detto Opale<br />
di fuoco; quest’ultima varietà proviene principalmente dal<br />
Messico e il suo colore è dovuto alla presenza di ferro. Gli<br />
esemplari più belli fanno pensare al rosso acceso fiammeggiante<br />
dei raggi del sole al tramonto. Essi vengono talvo1ta<br />
lavorati a gradini per mettere in risalto la trasparenza. Non<br />
molto tempo fa fu scoperto in Brasile una varietà color<br />
verde mela, chiaro e trasparente, priva di opalescenza cui<br />
fu dato il nome di Opale verde. Nonostante il nome invece,<br />
l’Opale muschio non è verde ma latteo con inclusioni nere<br />
che fanno ricordare il muschio. C’è poi una varietà incolore<br />
e trasparente chiamata lalite e un’altra opaca di colore<br />
giallo verde per le inclusioni di nichelio detta<br />
Crisopale. Altre varietà sono l’Opale xiloide,<br />
l’Opale girasole, l’Opale agata, l’Opale<br />
idrofane, l’Opale arlecchino. Per ricavare la<br />
massima opalescenza l’opale viene lavorata<br />
a cabochon o ad altre forme tonde o<br />
tondeggianti; solo l’opale di fuoco e quello<br />
verde vengono anche sfaccettati. Da molto<br />
tempo l’opale è noto e ricercato come pietra<br />
preziosa. La regina Vittoria d’Inghilterra<br />
usava regalare di frequente opali ai membri della sua famiglia.<br />
Durante il suo regno l’Ungheria era ancora una dei più<br />
importanti produttori di opali. Quando però furono scoperti<br />
in Australia notevoli giacimenti di opali di ottima qualità,<br />
diminuì molto l’importanza di quelli ungheresi. Oggi i paesi<br />
di provenienza più importanti sono Australia, Messico (opale<br />
di fuoco). Oltre a questi meno importanti sono i giacimentideI-&zasile,<br />
dell’Honduras e degli USA. u<br />
Allargando lo sguardo poi, se<br />
la mia casa non fosse colma di<br />
souvenir, di pezzi unici che ancora<br />
parlano e raccontano storie<br />
in lingue diverse... Dunque, se<br />
il fascino di questa accozzaglia<br />
di ricordi non fosse dato proprio<br />
dal loro disordine accurato che<br />
si incastra perfettamente con<br />
la nitida visione che ho nella<br />
mente... Se ciò che respiro<br />
ogni mattina, in definitiva, non<br />
testimoniasse una vita vissuta<br />
intensamente... Per farla breve,<br />
se la mia casa non fosse colma<br />
di tracce tangibili, di prove, che<br />
tutto ciò è accaduto realmente,<br />
stenterei ancora a crederci. Invece è tutto vero. La mia straordinaria<br />
avventura è cominciata nel 1977 e non è ancora finita.<br />
“TiroFranco, La Pallamano… ma che razza di sport è?”<br />
Biografia di Franco Chionchio, di Carla Trippini<br />
Editrice Albatros - <strong>Il</strong> Filo<br />
è nelle librerie di Teramo
pag<br />
20<br />
tempi moderni<br />
<strong>Marco</strong><br />
<strong>Valerio</strong><br />
Marziale<br />
quod pectus<br />
chi ha il vizio del fumo e ci sono i fumatori; quelli che<br />
fanno l’amore e chi si spazza per strada la prima che in-<br />
C’è<br />
contra, che se non respira più va bene pure se è ancora<br />
calda; chi si compiace come parsimonioso e l’avaro che si stringe<br />
forte al petto la borsa dei denari; da chi è matto nel villaggio a<br />
chi, colto continuamente da follie pericolose, diviene d’incanto un<br />
singolare, un insolito eccentrico, un simpatico stravagante perché<br />
figlio di professionista facoltoso piuttosto che un signorotto locale<br />
appassionato a dispensare favori dalle segreterie politiche sempre<br />
affollate. Peccati, sensi di colpa, rampogne e reprimende morali;<br />
allegorie e parabole testamentarie ci fanno compagnia durante il<br />
nostro cammino mondano. Se è vero che l’uomo senza vizi è una<br />
minestra senza sale; se, nientemeno, potrebbe bastare l’avvalersi<br />
delle prescritte modalità d’espiazione per mezzo di sacrifici di riparazione,<br />
dettate da qualche parte, nell’Antico Testamento (Levitico<br />
4 e 5), a questo punto, non ci resta che piangere sul latte versato<br />
e addebitare, com’è in uso da qualche tempo immemore nella<br />
penisola italica, le colpe, ancora una volta, alla tradizione D.C.<br />
E mo’ che ci azzeccano i Fanfani, gli<br />
Andreotti e compagnia bella?<br />
Nulla. È che però, nei secoli dei secoli,<br />
del dopo Cristo, con l’affermarsi<br />
delle confessioni cristiane - cattolici,<br />
protestanti, ortodossi, testimoni di<br />
Geova, mormoni, etc., - i Vizi capitali,<br />
definiti da Aristotele come “gli abiti<br />
del male”, hanno acquisito una forte<br />
caratteristica, un’eccessiva sensibilità<br />
al senso di colpa, che inevitabilmente conduce al disagio mentale,<br />
assolutamente prima dell’espiazione del peccato.<br />
Le cronache politiche sui gusti sessuali degli amministratori<br />
pubblici in libera uscita hanno suscitato polemiche e sguaiataggini,<br />
come per il Governatore libertino che si è fatto sorprendere in mutande,<br />
mentre disquisiva di cattedre filosofiche con i trans Brenda<br />
e Natalie. C’è chi sostiene che nella vita privata uno può fare ciò<br />
che vuole e chi afferma il contrario. Una domanda impertinente ha<br />
attraversato la rete con blogging a raccogliere pareri ed impressioni<br />
di chi si fosse ritrovato all’improvviso in una sala operatoria,<br />
per un intervento alle coronarie, dinanzi ai baffoni a manubrio di un<br />
celebre ed illustre chirurgo, che però, per gli amici della notte, si<br />
farebbe chiamare Samantha la selvaggia… ‘mbé, non proprio tutti<br />
possono fare quel che gli pare.<br />
Lasciva è la mia pagina, ma onesta la vita, è un epigramma che<br />
mal si adatta ai giorni nostri. <strong>Il</strong> governatore avrebbe potuto citare<br />
novembre 2009<br />
Canto Sedicesimo<br />
di Mimmo Attanasii<br />
i versi del poeta spagnolo, naturalizzatosi nella capitale imperiale,<br />
<strong>Marco</strong> <strong>Valerio</strong> Marziale. Scarso sarebbe stato il successo.<br />
E allora, si riparta dalla gavetta: un appello a Simona Ventura<br />
affinché promuova la candidatura all’Isola dei famosi per tutti quei<br />
derelitti del sesso, non già vittime di se stessi, ma di un voyeurismo<br />
cronico che impregna alcuni strati della società.<br />
«Togliere la “dipendenza sessuale” a un italiano è come chiedergli<br />
di evitare la cadenza musicale quando parla» (Celia Walden del<br />
Daily Telegraph).<br />
“Quod pectus, quod crura tibi, quod bracchia uellis, quod cincta est<br />
breuibus mentula tonsa pilis: hoc praestas, Labiene, tuae – quis<br />
nescit? – amicae. Cui praestas, culum quod, Labiene, pilas?”<br />
(Se il petto ti radi per bene, e le gambe e le braccia, ed il pene è<br />
rasato con ottimo taglio, tutti lo sanno, Labieno – non mi sbaglio! –<br />
che lo fai per l’amica del cuore. Ma per chi depili l’ano. Questo, poi<br />
è un arcano). u<br />
<strong>Il</strong> libro<br />
Tratto da<br />
“<strong>Il</strong> Miele”<br />
di Tonino<br />
Guerra<br />
Maggioli Editore<br />
Una volta veniva un sacco di gente a fare penitenza<br />
al ponte delle candele perché domandavano la grazia<br />
per dei soldati che erano in guerra, per delle storie d’amore,<br />
delle malattie, per avere dei soldi, la giovinezza, delle voglie nascoste,<br />
per esempio molti non avevano più un’intesa con l’uccello,<br />
se gli dicevano: pronto? Lui rispondeva: no!<br />
Bastava passare sopra il ponte fino alla croce del mulino<br />
con una candela accesa che non si doveva spegnere.<br />
Però tirava vento, un’arietta che veniva giù<br />
dalla montagna e le mani facevano fatica<br />
a tenere coperta la fiamma e allora prova, riprova, un mese, un anno...<br />
A una vecchia che stava arrivando in fondo<br />
le hanno preso fuoco i panni e si è bruciato ranno e sapone.<br />
Fu da quella disgrazia lì che la gente<br />
ha smesso quella devozione e non arriva più nessuno.<br />
La domenica passata ho dato un’occhiata al ponte<br />
e ho visto il figlio sciocco della Filomena<br />
che aveva in mano una candela accesa.<br />
La fiamma era dritta e non la muoveva neanche la brezza<br />
che veniva giù lungo il fiume. Quale grazia domanderà?<br />
Una vita normale o andare avanti con la sua testa matta?<br />
Prima di arrivare alla croce del mulino<br />
che era lì a due passi, si è fermato e ha soffiato sul lume.
coldiretti <strong>info</strong>rma<br />
Influenza<br />
A<br />
“Merenda<br />
antivirus”<br />
merenda anti virus” composta<br />
da una ampia varietà<br />
“Una<br />
di frutta di stagione insieme<br />
a latte, uova e alimenti ricchi di elementi<br />
probiotici quali yogurt e formaggi è stata<br />
servita nell’ambito del Forum Internazionale<br />
dell’Agricoltura e dell’alimentazione<br />
organizzato dalla Coldiretti a Cernobbio.<br />
Dalle mele alle pere, dal kiwi al fico d’India<br />
fino al melograno sono molte le alternative<br />
rese disponibili nella stagione autunnale<br />
che possono avvicinare anche i più riottosi<br />
al consumo di frutta il cui consumo è particolarmente<br />
importante nel rafforzamento<br />
delle difese immunitarie necessarie nella<br />
prevenzione dell’influenza, come ha sottolineato<br />
il Presidente Campus biomedico di<br />
novembre 2009<br />
Roma, che ha offerto supporto scientifico<br />
all’iniziativa. Nell’attività di prevenzione nei<br />
confronti della diffusione dell’influenza A<br />
tra gli alunni nel nuovo anno scolastico ci<br />
sarà infatti anche il più vasto programma<br />
comunitario per la distribuzione gratuita di<br />
frutta nelle scuole, che in Italia coinvolgerà<br />
quasi 800.000 alunni delle primarie in tutte<br />
le Regioni e nelle Province Autonome. <strong>Il</strong><br />
programma frutta nelle scuole, cofinanziato<br />
dall’Unione Europea, prevede un investimento<br />
complessivo di 26 milioni di euro per<br />
l’annualità 2009/2010 che garantisce una<br />
capillare partecipazione in tutta la penisola<br />
alla “merenda antivirus”.<br />
In Italia purtroppo un bambino su quattro<br />
non consuma ortofrutta a tavola almeno<br />
una volta al giorno e con il progetto si punta<br />
dunque ad incentivare i consumi di frutta<br />
e verdura tra i bambini di età compresa tra<br />
i 6-11 anni con la distribuzione gratuita di<br />
almeno quattro specie di prodotti ortofrutticoli<br />
per merenda in più occasioni, che<br />
sarà accompagnata da attività <strong>info</strong>rmative<br />
sulle funzioni nutrizionali anche attraverso<br />
fattorie didattiche, laboratori sensoriali,<br />
creazione di orti scolastici. La frutta che<br />
verrà distribuita nelle scuole sarà quella di<br />
di Nicola Lucci<br />
Coldiretti Teramo<br />
stagione e del territorio, per coniugare la<br />
salute con il concetto di identità produttiva<br />
e di rispetto dell’ambiente, in altre parole<br />
“a chilometri zero”. Una iniziativa che punta<br />
ad avere un effetto moltiplicatore attraverso<br />
la promozione, anche nelle case, di stili<br />
alimentari sani che aiutano a proteggere la<br />
salute. Oltre ad avere un effetto concreto<br />
per fronteggiare<br />
nell’immediato,<br />
insieme ai vaccini,<br />
l’emergenza<br />
dell’influenza A nelle<br />
scuole, il progetto è<br />
importante nell’educazione<br />
al consumo<br />
di cibi sani per combattere<br />
la dilagate obesità, con un bambino<br />
italiano su tre che è obeso o in sovrappeso.<br />
Secondo l’ultima indagine “Okkio alla Salute”<br />
del Ministero della Salute in Italia, più<br />
di un bambino su tre di età compresa tra i 6<br />
e gli 11 anni pesa troppo ed in particolare il<br />
12,3 per cento dei bambini e’ obeso, mentre<br />
il 23,6 per cento e’ in sovrappeso soprattutto<br />
per le cattive abitudini alimentari e<br />
la mancanza, in vari casi, di una corretta<br />
<strong>info</strong>rmazione. u<br />
pag<br />
21
pag<br />
22<br />
in giro<br />
Montorio<br />
al Vomano<br />
I Tesori del Monte d’oro<br />
Edelweiss Magno ha i capelli corvini, occhi scuri, forme<br />
generose.<br />
<strong>Il</strong> nome evoca origini teutoniche ma per tutti a Montorio è<br />
solo Elvezia e, cucina da Dio!<br />
Me la presenta Camillo Martegiani, montoriese doc e apprezzato<br />
funzionario dell’Equitalia a Teramo.<br />
La donna, attorno al grande tavolo di legno, scherza con le amiche<br />
mentre tira la pasta per creare i<br />
suoi famosi ravioli dolci con il sugo<br />
di castrato, tirato ben bene.<br />
<strong>Il</strong> fuoco del camino scoppietta, al<br />
gocciolare del condimento di salsicce<br />
rosolanti.<br />
La pentola, dove cuociono le grandi<br />
mazzarelle, sembra scoppiare, tanto<br />
è piena. Qui, al contrario di quelle<br />
teramane, il fegato, il polmone e il<br />
cuore, affogano in ingredienti saporiti<br />
come lardo, uova sode, tuorli,<br />
formaggio fresco e le varie erbette.<br />
La legna di lentisco rilascia particolari<br />
aromi, brucia lentamente,<br />
preparando nuova brace per la<br />
carne. Un tempo, la grande fiera del primo novembre, dei Santi,<br />
era il ritrovo di tutti i commercianti di bestiame. Montorio era la<br />
“città dei macellai”.<br />
A Natale ne fa ancora le spese il maiale, tra salsicce e lardo da<br />
stagionare per servirlo con olive, alloro e finocchio selvatico.<br />
Tutto continua immutato negli anni, dall’olio, alla carne, all’ulti-<br />
novembre 2009<br />
di Sergio Scacchia<br />
Foto di Sergio Pancaldi<br />
ma zucchina. I piccoli orti allestiti su di alcune verande regalano<br />
peperoncini cocenti, ciliegie di pomidoro. Le vecchie tradizioni non<br />
muoiono mai da queste parti.<br />
Sono scandite dal susseguirsi delle stagioni. Vivono nella gastronomia,<br />
nel famoso gioco a carte dello Stu’, nelle manifestazioni<br />
del Carnevale morente, nella rappresentazione del presepe<br />
artigianale di Gavioli. La paura del terremoto è passata, anche se<br />
ancora sono visibili i segni del disastro. Non a caso, il paese è stato<br />
inserito nella lista dei 49 comuni che usufruiscono dei benefici<br />
del decreto Bertolaso. A Montorio, dei movimenti inconsulti della<br />
terra se ne intendono.<br />
Lucio Nallira più di 70 anni vissuti<br />
all’ombra del “Monte d’Oro” è l’enciclopedia<br />
del paese. A proposito di<br />
sisma ricorda quelli del 21 aprile e<br />
8 maggio del 1958 del quinto grado<br />
Mercalli, quello del 26 settembre<br />
1969, del sesto.<br />
La piazza è dedicata alla memoria<br />
di Ercole Vincenzo Orsini, patriota,<br />
in arte liutaio, che qui fu trucidato<br />
dai fascisti. La bella Collegiata di<br />
San Rocco e il palazzo Marchesale<br />
Camponeschi<br />
Catara del 1522, la<br />
rendono superba.<br />
Fu la contessa<br />
Vittoria a volere<br />
fortemente<br />
la costruzione<br />
dell’antica chiesa,<br />
nel 1527.<br />
La piazza fu teatro<br />
della sanguinosa<br />
contesa dei contadini<br />
nel maggio<br />
1486 contro il Duca di Calabria, figlio di Ferdinando d’Aragona e,<br />
dall’avvenimento, prese il nome “della Vittoria”. Accanto c’è Largo<br />
Rosciano, a ricordare le antiche mura arrossate del sangue dei<br />
patrioti.<br />
Un tempo qui esisteva la pre- romana Beretra o Beregra. Fu<br />
un feudo ambito, appartenuto a Longobardi, Normanni, Svevi,<br />
Angioini fino a quando, alla fine del 1400, non fu donata a Pietro<br />
Camponeschi da Alfonso I di Napoli. Nel 1600 e fino a tutto il settecento<br />
comparvero i banditi e con loro, decadenza e miseria.<br />
All’interno di San Rocco, le volute dorate e l’imponenza artistica<br />
degli altari di legno dipinto, sono il frutto della maestria di artigiani<br />
intagliatori del primo settecento.<br />
La chiesa è una catechesi per immagini tra preziose sculture<br />
lignee settecentesche di scuola napoletana, raffiguranti i busti<br />
reliquari dei Santi, la statua argentea di San Rocco, capolavoro<br />
d’arte orafa e alcuni piviali gelosamente custoditi in sacrestia.<br />
Montorio è un anfiteatro con più ordini di case situate a scaglioni.<br />
In certi giorni di sole la collina pare luccicare. Sono i vetri
delle finestre attaccate le una alle altre.<br />
Riflettono raggi luminosi che sembrano<br />
incidere fessure nelle antiche pareti degli<br />
stretti vicoli.<br />
In alto, si scorge la cresta turrita con i resti<br />
del Forte San Carlo. <strong>Il</strong> baluardo eretto<br />
nel 1686 ha un’aria lugubre e, per questo,<br />
affascinante.<br />
<strong>Il</strong> passato è fatto anche di piccoli negozi,<br />
le famose “pentiche”, di finestre dagli<br />
infissi bruniti come i portoni istoriati che<br />
nascondono spesso dietro di sé, piccoli<br />
giardini segreti.<br />
Mi accompagna lungo Via Urbani, un<br />
amico di sempre, Pietro Serrani.<br />
Sono innumerevoli gli edifici storici con<br />
portali interessanti come quelli delle vecchie<br />
famiglie Pantaleoni e Martegiani.<br />
E’ imponente la facciata cinquecentesca<br />
del Palazzo Catini con i due rozzi ma<br />
austeri leoni di marmo, ai lati del portale,<br />
quasi appoggiati a sostenere i due pilastri.<br />
Pesanti battenti incorniciati da mirabili<br />
architravi, antiche fontane come la “Vecchia”<br />
con il suo bel mascherone del ‘700<br />
o la “Fonte Pasquale”, di origini remote<br />
che sarebbe il caso di recuperare. E poi,<br />
chiese antichissime come la fatiscente<br />
Santa Giusta, quella degli Zoccolanti, dedicata<br />
all’Immacolata Concezione con un<br />
chiostro meraviglioso, sotto le cui arcate si<br />
scorgono gli stemmi nobiliari del ‘700 delle<br />
potenti famiglie del Monte D’Oro.<br />
<strong>Il</strong> Convento dei Cappuccini con la chiesa di<br />
Santa Maria della Salute, oggi in abbandono<br />
e la vetusta Cona della Madonna del<br />
Ponte, sono da non perdere. E’ bellissima<br />
la storia dell’edicola votiva. Me la racconta<br />
Lucio Goderecci, apprezzato dipendente<br />
pubblico. Sul ponte, mi dice, si abbatté<br />
nella metà del ‘500, una piena furiosa del<br />
fiume che distrusse le case circostanti.<br />
Animali e uomini scomparvero, ghermiti<br />
dalle acque limacciose che devastarono<br />
tutto quello che si parava davanti. La Cona<br />
fu edificata per lucrare la protezione della<br />
Divina Madre. Lo stile del tempietto è<br />
gradevole con le sue colonne in pietra arenaria<br />
e i capitelli fiorati. La lunetta in alto<br />
contiene il dipinto originale con l’immagine<br />
della Madonna con Bimbo e, ai lati, San<br />
Giuseppe e Santa Lucia.<br />
<strong>Il</strong> fiume Vomano che nasce sotto il Passo<br />
Capannelle, alimentandosi a destra con<br />
acque del Chiarino<br />
e a sinistra del Rio<br />
Fucino a Senarica<br />
e del Rio Arno di<br />
Pietracamela,<br />
sembra placido, in<br />
attesa delle acque<br />
del Mavone.<br />
Qui conoscono<br />
bene la notevole<br />
portata che il<br />
“mare di Montorio”<br />
spesso raggiunge,<br />
tanto che molti<br />
anni fa fu definito<br />
“il fiume iracondo”.<br />
L’ingegner Domenico Barnabei, già<br />
assessore all’ambiente è stato uno di<br />
coloro i quali hanno fortemente voluto<br />
il parco fluviale. Conduce me e il mio<br />
amico fotografo Sergio Pancaldi, lungo<br />
il sentiero ad ammirare i piccoli gorghi<br />
naturali incastonati nelle rocce. Li<br />
chiamavano“iommete”, erano sfruttati<br />
come piscine naturali nei mesi<br />
caldi. Sono luoghi ricchi di storia,<br />
basta ripensare alla Vecchia Cava<br />
nei pressi del Tempio di Ercole e alla<br />
Fonte della “Sponda”.<br />
<strong>Il</strong> fiume era luogo di approvvigionamento<br />
delle acque per i contadini,<br />
spazio ludico per i bambini, fonte di<br />
energia per i mulini ad acqua.<br />
Vi si recavano le donne a fare bucato,<br />
le giovani amoreggiavano con gli sposi, i<br />
bimbi giungevano da Teramo a fare colonia<br />
estiva. Parliamo di un tesoro per la popolazione<br />
e di tempi ormai scomparsi. u<br />
Se volete scrivete a mens2000@gmail.com<br />
o cercate il mio profi lo su Facebook<br />
pag<br />
23
pag<br />
24<br />
quali tifosi?”<br />
Non siamo<br />
ancora<br />
pronti<br />
<strong>Il</strong> giorno in cui il compianto radiocronista di “Tutto il calcio<br />
minuto per minuto” Roberto Bortoluzzi andò in pensione, era<br />
una calda domenica di inizio giugno del 1987 ed il Pescara<br />
Calcio (o come va di moda adesso la Pescara) era tornato in serie<br />
A grazie al mitologico profeta Giovanni Galeone.<br />
Tra i ricordi di quel tempo anche i pomeriggi passati con la radiolina<br />
contro il muro, (perché da lì prendeva meglio!) non allo stadio.<br />
Altro che Premium calcio o quella stangona della D’Amico su<br />
SKY!<br />
Era tutta immaginazione:<br />
quando alla radio si apriva un<br />
collegamento inaspettato da un<br />
campo si sentiva prima il boato<br />
della folla, con l’indimenticato<br />
Enrico Ameri che rubava la<br />
parola al leggendario Sandro<br />
Ciotti (strepitose le loro beghe<br />
in diretta) dicendo: “ …attenzione!<br />
Interrompo da Milano…”<br />
ed in quel momento tutto era possibile: alè, è in vantaggio il<br />
Catanzaro!<br />
Invece era solo il primo di quattro gol del Milan del barone Liedholm.<br />
Questo esiste ancora, anche se con le partite in diretta TV si è<br />
persa per sempre quella poesia.<br />
Anche per Teramo si è da poco conclusa l’epoca del vecchio<br />
Stadio Comunale che non rimpiangeremo di certo: nei pomeriggi<br />
domenicali il centro era completamente bloccato, mentre quattro<br />
mascherati passavano quasi dentro le case della gente.<br />
A mai più. Viva il nuovo stadio!<br />
Tuttavia, anche nel nuovo stadio di Piano d’Accio ci sono scomodità<br />
che pesano.<br />
Innanzitutto, le persone che con nonchalanche guardano la partita<br />
attaccati alla rete divisoria vicino alle panchine, costringono<br />
qualche volta chi sta in tribuna, al proprio giusto posto, ad alzarsi<br />
in piedi per vedere il match e questo è un passo indietro.<br />
Poi quei “tuboni” alti e grossi in curva sia orizzontali che verticali<br />
che impediscono una normale visuale del campo se non si è<br />
almeno al sesto-settimo gradone.<br />
Detto questo, ciò che più perplime è che fra campo di gioco e<br />
spettatori vi siano i soliti recinti, cancelli, chiusure.<br />
In molti avranno visto le partite di coppa: ah, gli stadi inglesi!<br />
Niente separazioni fra campo e spettatori, bar, ascensori, shop<br />
novembre 2009<br />
di Ivan Di Nino<br />
dove acquistare la maglia dei propri beniamini, stewards rispettosi<br />
e ben preparati, bagni puliti!<br />
Da noi, ogni volta che c’è la solita violenza, si sforna una legge<br />
sull’onda emozionale del momento, sovrastando ed a volte contrastando<br />
le normative precedenti.<br />
Alcuni ricorderanno la storia di quel decerebrato che qualche<br />
anno fa buttò un motorino dagli spalti dello stadio Meazza di<br />
Milano.<br />
Racconta Stefano Giuliani, noto comico autore di una splendida<br />
parodia di Francesco Totti, che arrivato appena prima della<br />
tribuna Monte Mario dell’Olimpico di Roma venne bloccato da un<br />
poliziotto perché stava accendendo una sigaretta con uno “zippo”<br />
di grande valore : “Lei con quello non può entrare, lo metta lì”,<br />
indicando una montagna di accendini. Alle rimostranze del nostro<br />
su come avesse poi potuto ritrovare il suo costoso accessorio la<br />
risposta fu precisissima: “Eh, dopo vediamo”.<br />
Nessun controllo, invece, per chi arriva con un motorino sotto il<br />
braccio!<br />
Meno persone ricorderanno invece un’altra storia: nel marzo 2002<br />
un tifoso interista, mentre festeggiava un gol della sua squadra<br />
in Coppa Uefa contro l’AEK Atene, precipitava dal secondo anello<br />
del Meazza, sfracellandosi giù ed entrando in coma. Dopo quindici<br />
giorni il ragazzo ne uscì! Evviva! <strong>Il</strong> presidente Moratti non perse<br />
la mediatica occasione e lo invitò a vedere la partita successiva in<br />
tribuna VIP. Che c’è di male? Nulla, se non fosse che i cosiddetti<br />
ultrà hanno il vizietto di stare, anche a cento metri dal suolo, a<br />
cavalcioni del parapetto che<br />
divide il loro spazio dal vuoto.<br />
Ora non è dato sapere se il ragazzo,<br />
tal Luca Volpini, stesse<br />
in quel modo o sia straordinariamente<br />
scivolato facendo un<br />
doppio salto carpiato cadendo<br />
per terra, tuttavia all’epoca<br />
dei fatti in molti hanno<br />
considerarono l’invito del ricco<br />
petroliere quanto meno fuori posto.<br />
Stessa cosa, con sorte decisamente peggiore, per un ragazzo<br />
bresciano caduto dagli spalti del Tardini di Parma. Come fece ad<br />
andare giù in quel modo? La magistratura aprì l‘immancabile<br />
inchiesta. Finché si sarà ostaggio dei vari commandos, ultras e chi<br />
più ne ha più ne metta rimarremo sempre un Paese che di civile<br />
ha solo la facciata.<br />
<strong>Il</strong> Siena calcio è stata la prima società italiana che voleva abbattere<br />
recinti e steccati tra chi guarda e chi gioca nel 2006.<br />
Non è stato possibile, la legislazione arretrata come il pensiero di<br />
questo Paese non lo consente.<br />
No, non siamo ancora pronti.<br />
“Nel calcio italiano comandano gli ultras, in Spagna ed Inghilterra<br />
è tutta un’altra storia; vengono a vedere le partite famiglie intere,<br />
anche con i bambini piccoli”.<br />
Fabio Capello<br />
“Non si possono prendere decisioni fregandosene dei tifosi”.<br />
Massimo Moratti u
lettere dai Caraibi<br />
Periodo<br />
Especial<br />
(4° capitolo)<br />
La vera svolta fu dunque l’apertura al turismo internazionale<br />
che ebbe come indotto consistenti investimenti di aziende<br />
straniere a Cuba. Aziende che non erano solo vincolate al<br />
settore turistico ma che si dedicavano all’importazione e distribuzione<br />
di beni e servizi. Verso la metà degli anni ’90 Cuba era in ginocchio e<br />
dal fondo si poteva solo risalire per cui il governo diversificò anche i<br />
suoi interessi nella ricerca di giacimenti petroliferi (portato avanti con<br />
i canadesi prima e più recentemente con i brasiliani e russi) e in quello<br />
dell’estrazione del nichel presente nella provincia di Holguin. Aiuti e<br />
agevolazioni cominciarono ad arrivare anche da paesi, come il Venezuela,<br />
dove negli ultimi anni si sono instaurati governi di sinistra e nei<br />
quali Cuba ha esportato progetti prettamente sociali (alfabetizzazione,<br />
preparazione universitaria e sportiva, diffusione più capillare di servizi<br />
medici alle popolazioni, ecc.). Pian pianino nella seconda metà degli<br />
anni ‘90 le cose cominciarono a migliorare sia nelle casse governative<br />
impossibilitate ad attingere a prestiti di qualsivoglia Banca Mondiale<br />
che in quelle delle famiglie che ebbero vantaggi derivanti dall’ingresso<br />
a Cuba di denaro turistico. Ovviamente nessuno sa bene qual è lo stato<br />
effettivo dell’economia cubana se non il cassiere dello Stato e Fidel in<br />
persona e dobbiamo attenerci ai dati ufficiali diramati dagli organi di<br />
governo preposti. Prima di lasciare gli incarichi che ricopriva a causa<br />
novembre 2009<br />
di Francesco Pellecchia<br />
agente.havana@yahoo.it<br />
dei problemi di salute, Fidel ostentava una sicurezza economica mai<br />
riscontrata prima, forte anche dei programmi di contenimento dei<br />
costi sociali derivanti dalla cosiddetta “Rivoluzione energetica”; da<br />
circa un anno a questa parte e in corrispondenza dello scatenarsi<br />
dell’attuale crisi economica nel mondo intero per la prima volta ho la<br />
personale sensazione che le cose stiano velocemente peggiorando.<br />
Molte volte i supermercati sono carenti persino di prodotti basilari e<br />
non solo per colpa dell’embargo o di una spesso discutibile programmazione<br />
industriale, questa volta la crisi<br />
sta facendo dei danni notevoli ed i paesi con<br />
le economie zoppicanti sono i primi a risentirne.<br />
Siamo ancora abbondantemente al di<br />
sopra degli standard del periodo especial<br />
ma i cubani sono preoccupatissimi, temono<br />
d’infilarsi di nuovo in quel tunnel dal quale<br />
a costo di moltissimi sacrifici sono da poco<br />
usciti e la paura è direttamente proporzionale<br />
al danno sofferto in quegli anni.<br />
Vedremo…<br />
<strong>Il</strong> periodo especial certamente meritava qualcosa di più di un semplice<br />
capitolo, anche se sono sicuro che con i quattro che ho scritto<br />
non sia riuscito a trasmettere il dramma vissuto da questo popolo e il<br />
miracolo economico che i governanti hanno compiuto nel non arrendersi<br />
come hanno fatto i paesi dell’Europa comunista proprio venti<br />
anni fa. Se ne è valsa la pena non sta a me dirlo ma le fazioni, come<br />
sempre, sono contrapposte e agguerrite ogni volta che si discute di<br />
Cuba. Io Cuba la vivo e questo è ciò che volevo.<br />
Hasta la proxima u<br />
pag<br />
25
pag<br />
26<br />
eventi<br />
Risvegli<br />
In memoria di<br />
Giuseppe Ricciotti<br />
Gli occhi vispi ed indagatori di Pasquale Limoncelli<br />
raccontano di un uomo la cui bontà appare di sollievo<br />
per il genere umano. Due pacchetti di sigarette al giorno<br />
dall’età di tredici anni ancora non lo scalfiscono nella mente<br />
e nella tempra di uomo italicus del dopoguerra, quello che a<br />
bordo delle Seicento decideva il nostro benessere.<br />
<strong>Il</strong> teramano racconta del bene e di quel Giuseppe Ricciotti che,<br />
con le proprie iniziative, ha risvegliato un paese intero destandolo<br />
da un torpore atavico. Erano gli anni ’60, e Nereto languiva<br />
accartocciato su se stesso come<br />
solo una gens senza sbocchi poteva<br />
fare. La piazzetta era battuta<br />
dagli sbuffi del vento dell’inedia,<br />
alla canicola estiva seguiva la<br />
mitezza serale del dolce far nulla<br />
e tutto ciò che poteva interessare<br />
una comunità a quei tempi era il<br />
pettegolezzo, il lavoro, il pettegolezzo<br />
ed ancora il lavoro. Nulla<br />
più. Per cambiare le cose, ci volle<br />
un irresistibile maestro di scuola,<br />
con il suo polo di forza del bene,<br />
e “circostanze particolarmente<br />
favorevoli” scrive Limoncelli “non<br />
ultima le condizioni di crescita<br />
economica”. <strong>Il</strong> cocktail trasformò<br />
in breve tempo il centro vibratiano in una sorta di cenacolo<br />
irripetibile dove fecero tappa artisti altrettanto irripetibili come<br />
Carlo Levi, Marino Mazzacurati, <strong>Valerio</strong> Zurlini, Ermanno Olmi,<br />
Carlo Lizzani, Nanni Loy, Augusto Murer, Tono Zancanaro, Dacia<br />
Maraini, Edmonda Aldini, Ernesto Treccani, Sandro Pertini,<br />
Renato Guttuso, Rafael Alberti, e così via. Nereto scoprì la sua<br />
primavera e come nella pellicola Risvegli con Robert De Niro<br />
un manipolo di pazienti catatonici vengono improvvisamente e<br />
miracolosamente riattivati e ringalluzziti da un farmaco, seppur<br />
per un breve periodo.<br />
Peppino “Ricciotti”, nominato poi Patriarca di Nereto, nacque<br />
nel 1917. Con la sua Pro Loco, assieme alla preziosa collaborazione<br />
della “Casa della cultura Carlo Levi” di Pasquale<br />
Limoncelli, gettò le basi per quel risveglio che ancora oggi si<br />
ricorda. Ha insegnato alla scuola elementare di Nereto che è<br />
un punto di riferimento per tutta la vallata della Vibrata “e il suo<br />
merito – scrive Tito Rubini è quello di uscire dagli schemi un po’<br />
troppo formali dell’epoca”. Ancora oggi i suoi allievi lo ricordano<br />
come in genere si ricorda un padre buono, con misurato slancio<br />
affettivo quasi a non intaccare l’aura religiosa del personaggio.<br />
novembre 2009<br />
di <strong>Maurizio</strong> Di Biagio<br />
Frattanto Ricciotti realizza progetti innovativi per l’epoca e per<br />
quella realtà: crea il Centro didattico tipografico e l’Educazione<br />
al risparmio. “Ci sentivamo dei piccoli Gutenberg – incalza Rubini<br />
– e posso ben dire che il mio interesse per la scrittura deriva<br />
da quest’esperienza”; l’intuizione della Banca di Classe sfonda<br />
una porta aperta tra i ragazzi di quella terra di gente operosa e<br />
risparmiatrice.<br />
La sua attività di educatore è riconosciuta da tutti e non si ferma<br />
tra le quattro mura. Fonda sempre a Nereto una Polisportiva<br />
che riunisce vari sport, nel 1967 diventa presidente della Pro<br />
Loco, promuovendo importanti iniziative culturali, che fanno del<br />
centro vibratiano uno dei luoghi più interessanti dell’intera Provincia.<br />
Si organizzano con <strong>Valerio</strong> Zurlini retrospettive cinematografiche,<br />
ripetute poi con Carlo Lizzani, Nanni Loy, Ermanno<br />
Olmi e Giancarlo Cobelli, chiaramente presenti alle proiezioni.<br />
Nereto è anche una location per presentare i propri libri: così<br />
è stato per Dacia Maraini, Dom Franzoni e tanti altri. La capra<br />
alla neretese da prima donna passa in secondo piano e viene<br />
richiamata solo nei menù del cenacolo artistico.<br />
Nel 1980, quando il Time a stelle e strisce dedicava più pagine<br />
al miracolo dell’Eden Valley, il maestro Ricciotti partecipa alla<br />
realizzazione dell’Ente di Promozione e Sviluppo della Vibrata.<br />
Anche i poeti s’innamorano del paese: è il tempo di Dario Bellezza,<br />
Evgenij Evtusenko, Renato Minore. Nel 1975 si affaccia anche<br />
Sandro Pertini, il presidente dello scopone in aereo con Bearzot,<br />
Zoff e Cabrini, al ritorno da Madrid, con la pipa in mano ed il sorriso<br />
elegantemente parco. Quel giorno ricevette la cittadinanza<br />
onoraria. Giuseppe ci ha lasciati un po’ prima della sua effettiva<br />
data di morte, il 20 aprile 2004, perché un’ischemia cerebrale<br />
lo portò via dal mondo delle relazioni già nel 2001. Per lui che<br />
aveva diffuso il<br />
suo bene con<br />
le relazioni, la<br />
pedagogia e<br />
l’arte, pareva<br />
un destino<br />
malvagio<br />
quello della<br />
“perdita di<br />
contatto con<br />
la realtà - racconta<br />
Rubini<br />
- in un distacco<br />
silente e penoso per le persone care e per quanti ne avevano apprezzato<br />
l’operosità e la vivacità intellettuale. Da questo mondo<br />
di ricordi sfumati e dal lento torpore che lo accompagna, solo la<br />
voce dei bambini della vicina scuola riesce talvolta a scuoterlo”.<br />
Oggi a distanza di anni, il maestro buono viene ricordato con<br />
l’opera bronzea realizzata da Franco Murer. “Ricciotti – scrive<br />
Giorgio Napolitano, il nostro presidente della Repubblica – non<br />
fu solo apprezzato maestro di tante generazioni di scolari ma<br />
appassionato promotore di molteplici attività culturali e di<br />
incontri con personalità del mondo letterario, artistico e dello<br />
spettacolo”. Ricciotti fu un magico risveglio, chiude Pasquale<br />
Limoncelli, con gli occhi bassi. u
pag<br />
28<br />
cinema<br />
La<br />
educacion<br />
maleta<br />
Pedro Almodovar<br />
nel nome del padre<br />
D<br />
opo la madre (Volver) il padre. E dopo un’opera (apparentemente)<br />
armonica, riconciliata (con la morte),<br />
narrativamente fluida, ecco adesso un film frammentato,<br />
a spezzoni non conclusi, con personaggi intermittenti, funzioni<br />
narrative abortite, (apparentemente) pretestuoso e gratuito, un<br />
lavoro mancato. Come un atto mancato.<br />
Los abrazos rotos è di nuovo un melodramma. Che espone,<br />
anche didascalicamente e nonostante le<br />
iniezioni di altri generi, cosa sia un melodramma.<br />
Una love story impedita. Un<br />
abbraccio spezzato. Un coitus interruptus.<br />
Tra le tante citazioni, quella esplicita di<br />
Viaggio in Italia, nella scena a Pompei dove<br />
si ritrova la coppia sorpresa dalla morte<br />
nell’amplesso. Quella che spinge Ingrid<br />
Bergman a un’esplosione di lacrime e poi<br />
a dire (non mostrato nel film di Almodovar)<br />
«Com’è breve la vita!». A seguire, la coppia<br />
del film che fa un autoscatto. La fotografia (il<br />
cinema) salva dalla morte e dalla vita breve.<br />
Anche quando esso stesso viene impedito,<br />
manipolato o, come accade alle fotografie<br />
del film, ridotte a pezzi. Bisogna pazientare<br />
e, quando è giunto il momento, ricostruirlo:<br />
ricostruirsi. Anche se nel frattempo,<br />
edipicamente, non si hanno più gli occhi. Ma<br />
si è diventati veggenti come Tiresia. Uominidonne<br />
come Tiresia.<br />
Da questo punto di vista, il film è esplicito<br />
sin dall’inizio. Quando Lluis Homar, il regista<br />
Mateo Blanco aka Harry Caine (Hurricane?), cieco, fa descrivere<br />
all’avvenente fanciulla abbordata il corpo di lei, la macchina da<br />
presa indugia sul corpo di lui. Sulla patta. Touch mal-educato<br />
almodovariano, che inanella volgarità, quanto meno te lo aspetti,<br />
nelle atmosfere vecchia scuola della trama. «E’dura se non<br />
ti succhiano il cazzo» (ripetuto due volte, con compiacimento)<br />
oppure, durante un’agnizione successiva a un coma per quanto<br />
breve, «Non mi sono nemmeno pulita il culo». <strong>Il</strong> pipì, il popò. E’<br />
come quando l’adolescente di Tutto su mia madre scandalizza la<br />
novembre 2009<br />
di Leonardo Persia<br />
mamma dicendole, aggressivo, che nella vita si ha successo solo<br />
se si ha cotanta mazza.<br />
L’adolescente è centrale nel cinema di Pedro. Specie l’adolescente<br />
gay. E quello invecchiato. Cresciuto. Ma che coltiva ancora<br />
il suo risentimento, esplicitato dalle sue esternazioni anali o da<br />
una maglietta con su scritto Sock it to me. Tutto perché si è stati<br />
guardati dal padre. L’occhio che con-fonde e uccide. Altro film (di<br />
Michael Powell) esplicitamente citato. E rovesciato. Qui è il figlio,<br />
dagli occhi a raggi X, che scruta il padre, fa da Peeping Tom. Ma<br />
i ruoli padre-figlio, come in ogni melodramma con-fuso, si nascondono<br />
e si intrecciano. Mateo Blanco è un padre-figlio come il<br />
magnate Ernesto Martel è, nei confronti di Lena (Penelope Cruz),<br />
un amante-padre, sostituto dell’autentico genitore di lei, morto<br />
di cancro allo stomaco. E la Cruz è equiparata al figlio vero di lui,<br />
Ernesto jr, il Ray-X che scanna darkly. La donna, come il ragazzo,<br />
vuole fare cinema. Anzi, è il cinema (che va oltre l’anatomia, fotografa<br />
l’anima). <strong>Il</strong> padre non ci sta, poi lo concede, purché alle sue<br />
condizioni di padre padrone. Quando la figlia-amante fa l’amore<br />
con lui, non può che sentire il disgusto inevitabile di ogni incesto.<br />
Eppure anche Mateo/Harry è, ai suoi occhi, un papà (putativo), non<br />
solo perché il gioco degli incastri passato/presente ce lo mostra<br />
poi oltremodo più vecchio di lei. E’ lui che la edifica come diva,<br />
come donna, dandole l’identità mancata.<br />
Quella che Pedro cerca dal cinema/padre.<br />
Ma si tratta di un’identità femminile,<br />
negatagli dalla natura e, manco a dirlo, dal<br />
padre.<br />
Penolepe Cruz è quindi l’alter-ego più<br />
radicale e trans-vestito dell’autore. Bionda<br />
o dark, vittima o dominatrice, femme fatale<br />
e femme letale. Inserita nel gioco continuo<br />
di ricomprensione degli opposti dell’opera,<br />
se non di tutta l’opera del regista. Pedro la<br />
usa come Sternberg faceva con Marlene,<br />
ma desiderando essere Marlene (o Audrey<br />
Hepburn, che era il modello del fanciullo<br />
canterino de La mala educacion). <strong>Il</strong> vero<br />
amplesso spezzato del film è quello con<br />
la propria femminilità. <strong>Il</strong> parlare con lei<br />
interrotto. O represso, ridicolizzato. Able<br />
con ella era un film etero che nascondeva<br />
passioni omo. La donna morente costituiva<br />
simbolicamente il proprio requiem sul non<br />
essere mai stati donne, la latenza che qui<br />
si sposta sul piano filiale. Sei giorni di coma<br />
per il ragazzo dee-jay figlio di ignoti, refrattario al tocco altrui e,<br />
come tutti i giovani d’oggi, dedito alle droghe (sostituto dell’amore<br />
e comprensione paterni). Al risveglio-metafora, è svelata l’identità<br />
del padre e, con essa, quella, simbolica, del figlio. <strong>Il</strong> regista invece<br />
svela la sua femminilità divelta. La scena-clou sono le mani del<br />
regista su quelle immagini sgranellate, fotogramma per fotogramma,<br />
in cui è registrato l’ultimo alone di LEI che se ne va. Non<br />
essere più (con) lei. Altro risveglio, consapevolezza adulta. Del<br />
proprio corpo maschile. Assenza esterna (e quindi iper-presenza
interna) della donna, desiderio dell’uomo,<br />
come in Aracoeli di Elsa Morante. Principio<br />
di realtà. I colori pastello di Rodrigo<br />
Prieto, bravissimo come sempre, si tingono<br />
di nero.<br />
Anche ne<br />
La mala<br />
educacion, era<br />
impossibile<br />
divincolarsi<br />
dalla stretta<br />
paterna, l’altro<br />
autentico abrazo<br />
roto del titolo. <strong>Il</strong><br />
padre, pasolinianamente,<br />
è una<br />
metafora dello<br />
stato. L’iper-padre<br />
del film, producer<br />
tiranno, è pure un<br />
magnate dell’industria, un Berlusconi<br />
Kane. Nel finale, quando il riconoscimento<br />
del figlio, telefonato come gran parte degli<br />
avvenimenti del film, quella che sembrava<br />
un’eccentrica famiglia allargata (un regista<br />
cieco e disperato, una segretaria devota<br />
costantemente umiliata e il figlio di lei,<br />
sceneggiatore) diventa una famiglia vera,<br />
biologica. Una trinità. <strong>Il</strong> quarto incomodo/<br />
diavolo (Ernesto jr) non era cattivo come si<br />
credeva. Voglia di normalità. Riconciliazione<br />
con il padre. Film compiuto. Nostalgia.<br />
Ritorno. Si ricostruiscono tutte le tessere<br />
ORDINE DEI DOTTORI COMMERCIALISTI<br />
ED ESPERTI CONTABILI DI TERAMO<br />
VIA Melchiorre Delfi co n. 6 - 64100 TERAMO<br />
Tel 0861 - 245541 • FAX 0861 - 253973<br />
A cura della FONDAZIONE DEI DOTTORI COMMERCIALISTI E<br />
DEGLI ESPERTI CONTABILI DI TERAMO, con sede in Teramo,<br />
alla via Melchiorre Delfico n. 6, si comunicano:<br />
LE PRINCIPALI SCADENZE RELATIVE AL<br />
MESE DI DICEMBRE 2009<br />
MARTEDI’ 15<br />
• IVA fatturazione differita - relativa a beni consegnati o spediti<br />
nel mese precedente.<br />
MERCOLEDI’ 16<br />
• IVA liquidazione e versamento dovuto dai contribuenti<br />
mensili relativo al mese di precedente.<br />
del puzzle, nascoste in cassetti, buste,<br />
forzieri, luoghi del cuore, struttura del<br />
plot. Maleta-valigia McGuffin del film. Che<br />
nasconde, nei suoi doppi e tripli fondi, la<br />
droga/cinema/sublimazione. Si evince dal<br />
film-nel-film Chicas & Maletas (ancora:<br />
ragazze nascoste?), che in quanto replica<br />
di Donne sull’orlo di una crisi di nervi. (ma<br />
forse uomini: gay), è nuovamente un’autobiografia<br />
ma interposta..<br />
La linearità e la plausibilità<br />
non possono appartenere<br />
a questo stream of<br />
consciousness travestito<br />
da mélo noir, con tanto di<br />
rimandi interni. E’ soprattutto<br />
un film sulla crisi.<br />
Otto e mezzo appartiene<br />
alla collezione di DVD di<br />
Mateo Blanco e Joyce,<br />
per interposto Rossellini,<br />
fa capolino come dead<br />
ultra corporeo. Dietro ogni<br />
immagine, frase, personaggio<br />
si celano altre<br />
visioni, racconti, persone.<br />
E’ sempre Almodovar<br />
a suggerircelo: quando<br />
una semplice esortazione<br />
medica (Dona Sangre,<br />
dona sangue) diventa, agli<br />
occhi e nella mente del<br />
piccolo sceneggiatore,<br />
una lady vampira (Signora<br />
Sangue) e un intreccio di<br />
genere pronto per l’uso. Inutile aggiungere<br />
che i vampiri rimandano agli industriali<br />
succhiasangue (Ernesto Martel) e ai padri<br />
succhia affetto (ancora Martel). L’educazione<br />
che essi impartiscono più che mala<br />
è maleta, una valigia piena di fondi torbidi.<br />
Una vulva impropria. u<br />
• IVA / ritenute - ravvedimento relativo al versamento<br />
periodico del 16 del mese precedente.<br />
• INPS - versamento contributi lavoro dipendente.<br />
• INPS - versamento contributi gestione separata.<br />
• Versamento addizionale regionale IRPEF sulle competenze<br />
del mese precedente.<br />
• Versamento addizionale comunale IRPEF in forma di acconto<br />
e di saldo.<br />
• Versamento a saldo per il 2009 dell’ ICI.<br />
• Versamento in acconto dell’imposta sostitutiva sulla rivalutazione<br />
del TFR.<br />
LUNEDI’ 21<br />
• Presentazione modello INTRASTAT per operatori intracomunitari<br />
con obbligo mensile.<br />
LUNEDI’ 28<br />
• Versamento dell’acconto IVA relativo all’imposta dovuta per<br />
il mese di dicembre 2009 o per l’ultimo trimestre del 2009.<br />
MARTEDI’ 30<br />
• UNICO 2009 - Ravvedimento di omessi o insufficienti versamenti<br />
relativi al secondo acconto delle imposte risultanti dalle<br />
dichiarazioni Mod. UNICO 2009 in scadenza il 30 novembre 09.<br />
pag<br />
29
pag<br />
30<br />
basket<br />
Banca<br />
Tercas<br />
tra Campionato<br />
e Eurocup<br />
L<br />
a 3ª giornata di campionato è risultata molto interessante,<br />
agonismo, intensità, contatti fisici quasi al limite<br />
della correttezza sono state le parole d’ordine. Per<br />
molte formazioni il rodaggio è già terminato e hanno messo<br />
subito in mostra di che pasta sono fatte. Abbiamo seguito,<br />
con la massima attenzione tutte le partite e, la maggior parte<br />
di queste, sono state giocate punto su punto e risolte nei secondi<br />
finali. Addirittura, nella partita Caserta-Milano, ci sono<br />
voluti due tempi supplementari, prima di vedere la squadra<br />
vincente, nel caso Caserta. Un commento a parte bisogna<br />
fare per la partita, Siena - BancaTercas partita persa ma<br />
con dignità. <strong>Il</strong> risultato finale a favore dei Campioni d’Italia,<br />
con il punteggio di 94 a70, non fa una grinza. Cercando il più<br />
possibile di non essere di parte, già prima di giocare l’incontro<br />
il risultato non lasciava molto spazio a divagazioni di sorta<br />
per due semplici motivi: la risaputa forza della formazione<br />
toscana e poi perchè Teramo è ancora alla ricerca del suo<br />
assetto migliore. A distanza di tre giorni, la BancaTercas, ha<br />
dovuto affrontare un altro appuntamento molto importante<br />
ossia la partita di ritorno contro l’Apoel Nicosia, valida quale<br />
preliminare per l’ingresso alla competizione dell’Eurocup. La<br />
BancaTercas, doveva recuperare il gap dell’incontro di andata<br />
che era di 14 punti. <strong>Il</strong> compito non era di quelli facili, vuoi per<br />
la qualità dell’avversario, vuoi perché la compagine teramana<br />
avrebbe potuto soffrire questi appuntamenti ravvicinati sotto<br />
l’aspetto fisico-atletico. L’ incontro, giocato martedì 27 ottobre<br />
al PalaScapriano, è stato eccezionale, emotivo, giocato a ritmi<br />
vertiginosi da parte di entrambe le contendenti. <strong>Il</strong> cuore della<br />
BancaTercas, però, ha avuto la meglio e ha vinto l’incontro,<br />
proprio con il risultato di cui aveva bisogno per superare<br />
il turno e chiudere con un vantaggio di 15 punti (77 a 62). <strong>Il</strong><br />
motivo dominante del successo dei ragazzi di Capobianco è<br />
stata la difesa, press tutto campo con raddoppi, fatta eseguire<br />
per l’intero arco dell’incontro, tanta intensità mostrata<br />
sopratutto nella seconda parte della gara. La Teramo Basket<br />
conquista un altro risultato storico, l’ingresso di diritto nella<br />
Pallacanestro europea. E’ stato effettuato a Barcellona il<br />
sorteggio della Regular Season di Eurocup. Le 32 squadre<br />
partecipanti sono state raggruppate in 8 gironi, ognuno dei<br />
quali composto da 4 squadre che si affronteranno in gare di<br />
andata e ritorno. BancaTercas è stata inserita nel gruppo<br />
novembre 2009<br />
di Bebè Martorelli<br />
A, insieme ai tedeschi dell’Alba Berlino, agli ucraini del BC<br />
Azovmash Mariupo ed ai turchi del Galatasaray Cafe Crown<br />
Istanbul. L’esordio è previsto per martedì 24 novembre nella<br />
capitale tedesca. Nella 4ª giornata la Virtus Bologna riesce<br />
nell’impresa di espugnare il PalaScapriano. La BancaTercas,<br />
dopo aver condotto per quasi tutta la durata dell’incontro,<br />
crolla fisicamente e mentalmente negli ultimi cinque minuti<br />
finali di gara: risultato di 66 a 69. La Virtus Bologna ha saputo<br />
contenere la formazione teramana per merito della sua difesa,<br />
uomo contro uomo, che a tratti sapeva chiudersi a zona<br />
e veniva mal sopportata dai biancorossi che non riuscivano<br />
mai a trovare il break decisivo. Per gli emiliani, importanti,<br />
ai fini del risultato, le realizzazioni micidiali del duo LeRoy<br />
Hurd e David Moss ex terribili. Per la BancaTercas hanno<br />
denotato buona confidenza con il canestro i soli Jones Bobby,<br />
nella prima parte della gara, poi un sopraggiunto nervosismo,<br />
ingiustificato, ha compromesso la sua prestazione e Amoroso.<br />
Complimenti all’allenatore teramano Andrea Capobianco che<br />
in settimana è risultato il trionfatore della ventiquattresima<br />
edizione dell’Oscar della Pallacanestro intitolato alla memoria<br />
di Pietro Reverberi. Nella quinta giornata, la BancaTercas<br />
Teramo perde la sua quarta partita, terza consecutiva a Cantù<br />
con il risultato di 74 a 69. Sono risultati fatali alla BancaTercas<br />
i 26 tiri liberi concessi alla Ngc Cantù, contro i soli 9 concessi<br />
ai teramani. L’incontro, giocato su di un sostanziale equilibrio,<br />
si è risolto solo nell’ultimo interminabile minuto per merito<br />
degli indemoniati Markoishvili e Green. La BancaTercas,<br />
pur in una condizione ancora non brillante e a causa di un<br />
arbitraggio non certo equo, era riuscita ugualmente a portarsi<br />
ad un minuto dalla fine sul 64 pari. Poi, alcune fasi di gioco gestite<br />
male dai biancorossi, davano il via libera ai brianzoli che<br />
pur privi di due giocatori fondamentali come Jeffers e Lydeka,<br />
riuscivano a dar seguito al loro magico momento. Incredibile<br />
ma vero, al PalaScapriano, la BancaTercas sotto di 15 punti a<br />
4 minuti dal termine dell’incontro, con un ritorno veemente,<br />
inverte le sorti dell’incontro e batte la Pepsi Caserta con il risultato<br />
di 92 a 85. La 6ª giornata d’andata, giocata al PalaScapriano<br />
contro la Pepsi Caserta, è risultata rigenerante per la<br />
BancaTercas perché aveva urgentemente bisogno di tornare<br />
a vincere per scacciare un inizio sfortunato di campionato. La<br />
partita, nella prima parte, ha avuto un sostanziale equilibrio<br />
e la BancaTercas lo chiudeva avanti di un punto. La ripresa<br />
risultava scioccante da parte dei biancorossi, mentre Caserta<br />
imperversava in lungo ed in largo fino al 26° minuto. Ultimi<br />
quattro minuti alla fine del match l’apoteosi. La reattività<br />
biancorossa, pressing disperato tutto campo che riesce ad<br />
imbrigliare Caserta e a toglierli tutta la lucidità che fino a quel<br />
periodo di tempo l’aveva contraddistinta. Ora avanti cosi. Nella<br />
giornata, appena conclusa, abbiamo Siena e Avellino che<br />
conducono, appaiate in testa alla classifica, a punteggio pieno<br />
10 punti; nella zona centrale c’è grande bagarre ed in coda<br />
perdura sorprendentemente il digiuno di vittorie di Pesaro<br />
che è penultima con 0 punti, ultima Napoli, ancora con la sua<br />
penalizzazione, a -2 u