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Maurizio Brucchi Il gobbo napoletano Marco Valerio ... - Teramani.info

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<strong>Maurizio</strong><br />

<strong>Brucchi</strong><br />

pag. 4<br />

mensile di <strong>info</strong>rmazione in distribuzione gratuita<br />

n. 59 • novembre 2009<br />

<strong>Il</strong> <strong>gobbo</strong><br />

<strong>napoletano</strong><br />

pag. 12<br />

<strong>Marco</strong> <strong>Valerio</strong><br />

Marziale<br />

pag. 20


novembre 2009<br />

sommario<br />

3 <strong>Il</strong> Crocifisso<br />

4 <strong>Maurizio</strong> <strong>Brucchi</strong><br />

6 L’opposizione in Comune<br />

8 Lilliana Merlo<br />

10 Allerta virus SV5<br />

11 Manola Di Pasquale<br />

12 <strong>Il</strong> <strong>gobbo</strong> <strong>napoletano</strong><br />

14 Note linguistiche<br />

15 Dura Lex Sed Lex<br />

18 L’oggetto del desiderio<br />

18 Franco Chionchio<br />

20 <strong>Marco</strong> <strong>Valerio</strong> Marziale<br />

21 Coldiretti <strong>info</strong>rma<br />

22 Montorio al Vomano<br />

24 Non siamo pronti<br />

25 Lettere dai Caraibi<br />

26 Giuseppe Ricciotti<br />

28 Cinema<br />

29 Commercialisti <strong>info</strong>rmano<br />

30 Basket<br />

è possibile scaricare il pdf<br />

di questo e degli altri numeri dal sito web<br />

www.teramani.<strong>info</strong><br />

scriveteci a<br />

dimmitutto@teramani.<strong>info</strong><br />

Direttore Responsabile: Biagio Trimarelli<br />

Redattore Capo: <strong>Maurizio</strong> Di Biagio<br />

Coordinatore: Maria Grazia Frattaruolo<br />

Hanno collaborato: Mimmo Attanasii, <strong>Maurizio</strong> Di Biagio,<br />

Maria Gabriella Di Flaviano, Ivan Di Nino, Elvio Fortuna,<br />

Carmine Goderecci, Amilcare Lauria, Nicola Lucci,<br />

Bebè Martorelli, Silvio Paolini Merlo, Francesco Pellecchia,<br />

Leonardo Persia, Sergio Scacchia, Carla Trippini.<br />

Gli articoli firmati sono da intendersi come libera espressione<br />

di chi scrive e non impegnano in alcun modo né la Redazione<br />

né l’Editore. Non è consentita la riproduzione, anche solo<br />

parziale, sia degli articoli che delle foto.<br />

Ideazione grafica ed impaginazione: Antonio Campanella<br />

Periodico Edito da “<strong>Teramani</strong>”, di Marisa Di <strong>Marco</strong><br />

Via Carlo Forti, 41/43 - 64100 - Teramo - Tel 0861.250930<br />

per l’Associazione Culturale Project S. Gabriele<br />

Organo Ufficiale di <strong>info</strong>rmazione<br />

dell’Associazione Culturale Project S. Gabriele<br />

Via Carlo Forti, 41/43 - 64100 - Teramo - Tel 0861.250930<br />

Registro stampa Tribunale di Teramo n. 1/04 del 8.1.2004<br />

Stampa Bieffe - Recanati<br />

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<strong>Teramani</strong> è distribuito da:<br />

Pegaso Distribuzioni di Roberto Cerasi - 389.7822574<br />

<strong>Il</strong> crocifisso<br />

La guerra<br />

poco santa<br />

di Sergio Scacchia<br />

È certamente incredibile che, mentre in paesi come la Cina o l’Iran quotidianamente degli<br />

individui perdano la libertà o addirittura la vita, vedendosi calpestare i diritti umani, quegli<br />

stessi inalienabili diritti che una Corte come quella europea di Strasburgo, insieme ad altri organismi<br />

internazionali dovrebbe tutelare e, al contrario, si perda tempo a dileggiare il crocifisso.<br />

L’intento, non certo segreto, è quello di far perdere l’identità a un popolo, quello cristiano vero, che dà<br />

fastidio con i suoi precetti in difesa della vita e della dignità umana. Non si spiega, altrimenti, questa<br />

guerra contro un simbolo che rappresenta il massimo della democrazia laica.<br />

Sì, perché quel Cristo in croce che gli agnostici definiscono “cadavere”, in realtà vive in ognuno di coloro i<br />

quali ancora riescono a inorridire per bambini africani che ogni tre secondi muoiono per mancanza di aiuti<br />

da parte dell’opulenta Europa, vive in chi anela a salvaguardare i pilastri di una società come la famiglia,<br />

la solidarietà. Per uno come me, che è salito su tutte le vette del Parco Nazionale Gran<br />

Sasso e Monti della Laga, sorge un problema. Nell’80% delle sommità delle montagne,<br />

ho trovato grandi croci. Su Cima Lepri, ho visto un gruppo di tedeschi abbracciare<br />

l’enorme crocifisso di vetta e pregare, ringraziando il Signore per aver donato loro<br />

quella natura meravigliosa e le gambe per esplorarla.<br />

Forse ci chiederanno di rimuovere le croci di vetta. Può dar fastidio all’alpinista<br />

non credente che si mangia il suo panino dopo l’ascesa. Forse sul Pan di Zucchero<br />

a Rio de Janeiro in Brasile, dovranno togliere anche il Cristo benedicente, perché<br />

offende chi, laico, dall’aereo può scorgerlo. Nel cuore di Amatrice, proprio accanto<br />

alla chiesa madre, c’è una croce piantata su un grande piedistallo in cemento e chi<br />

vi si avvicina segna la propria fronte. Forse dovremo arrivare a rimuovere questo<br />

segno, per non turbare il turista ateo che sorseggia un caffè.<br />

La verità e che tutto va a rotoli. I nostri figli hanno, ogni attimo,<br />

esempi negativi da una società che sta allontanando Dio dalla<br />

propria prospettiva di vita. La libertà che il nostro Signore ci dona<br />

sta diventando un pesante fardello da portare. u<br />

Se volete scrivete a mens2000@gmail.com<br />

o cercate il mio profilo su Facebook<br />

pag<br />

03


pag<br />

04<br />

L’Intervista<br />

I primi 4<br />

mesi di<br />

<strong>Brucchi</strong><br />

dalla bici alla macchina…<br />

amministrativa<br />

D<br />

opo i primi 100 giorni del neo sindaco <strong>Maurizio</strong> <strong>Brucchi</strong>,<br />

l’agenda - come da suo costume - è fitta zeppa di date di<br />

inizi lavori e di soprintendenti da ricevere a Piazza Orsini,<br />

in quello studio che dà sul terrazzone di stile messicano, scenario<br />

per sposi e spose. <strong>Brucchi</strong> ha lasciato la bici per pedalare su<br />

quella farraginosa macchina amministrativa senza più olio nella<br />

catena e per dare, in tempi di crisi, la sferzata ad un città in crisi<br />

di tutto. Non è certamente semplice il suo compito. Ci sono tanti<br />

appuntamenti da rispettare, tante scadenze all’orizzonte (lotto<br />

zero, variante Nord, siti archeologici, discarica, termovalorizzatore,<br />

parcheggi, ecc.) per cui il senologo ha fissato dei paletti in<br />

campagna elettorale che si dimostrano già brutte gatte da pelare.<br />

<strong>Il</strong> suo carattere appare fin troppo decisionista: un po’ alla Bruce<br />

Willis, sarà pure per la pelata, ma nelle sue date traspare ancora<br />

l’uomo dell’assessorato ai lavori pubblici. Quello del cronoprogramma.<br />

Da rispettare a tutti i costi. Da Vangelo.<br />

novembre 2009<br />

di <strong>Maurizio</strong> Di Biagio<br />

In ufficio cosa si è portato da casa?<br />

“Un bonsai cui sono molto affezionato, regalato da un amico tanti<br />

anni fa ed una foto della mia famiglia”.<br />

Cosa le affascina di più di questa carica?<br />

“L’importanza di essere sindaco; un riconoscimento che viene<br />

proprio dalla gente con le sue dimostrazioni quotidiane”.<br />

Una qualche nota stonata?<br />

“No. Sono soddisfatto dei miei primi quattro mesi”.<br />

Nemmeno la camera charitatis la mette di malumore, quella<br />

che Chiodi non digeriva?<br />

“Io ricevo due giorni alla settimana: i martedì e i giovedì pomeriggio.<br />

Questo rapporto va mantenuto, la gente lo apprezza molto;<br />

essere il sindaco di tutti è importante, anche se non si riesce a<br />

dare tutte le risposte”.<br />

Cosa chiedono principalmente?<br />

“Su dieci persone, otto il lavoro, il resto casa e opere generiche<br />

come asfalto e lampioni nei loro quartieri”.<br />

Come e perché è entrato in politica?<br />

“Per caso, non c’è stato un reale motivo. Allora, nel 1999, Lanfranco<br />

Venturoni e Franco Graziani mi chiesero di far parte di Forza<br />

Italia: non pensavo a questo, sulle prime non volevo ma alla fine<br />

ho ceduto. Poi in campagna elettorale subentrò la voglia di vincere<br />

e lì è iniziata la mia carriera, mi piace vincere. <strong>Il</strong> caso ha voluto<br />

che si formasse pure un bel gruppo e così la politica mi ha preso.<br />

Con la passione”.<br />

Turbogas o termovalorizzatore?<br />

“Io sono favorevole agli insediamenti industriali in generale,<br />

perché ciò significa sviluppo e crescita. La turbogas l’ho votata<br />

quand’ero consigliere, abbiamo detto che ci rimettevamo al<br />

parere della Via, che oggi si è manifestato negativo, per cui questo<br />

discorso è chiuso. Ora mi sono proposto come Comune che può<br />

ospitare il termovalorizzatore, perché il nostro territorio provinciale<br />

è quello che può chiudere la filiera dei rifiuti”.<br />

<strong>Il</strong> porta a porta doveva partire a settembre. Che è successo?<br />

“Debutta il 15 dicembre. A settembre avevamo detto che iniziava<br />

la progettazione, adesso però tutto è pronto: il servizio partirà nelle<br />

frazioni di Colleatterrato, S. Nicolò e S. Atto. In questo progetto<br />

abbiamo coinvolto l’Università: partirà al più presto e ci sarà una<br />

campagna di comunicazione capillare per far capire l’importanza<br />

della differenziata”.<br />

A Teramo però è in calo<br />

“Ma piuttosto per alcune problematiche concernenti alcuni tipi di rifiuti<br />

che si vanno a conferire, comunque ora la percentuale sta risalendo”.<br />

Come sarà la Team di Micheli?<br />

“La Team è l’azienda più importante del territorio. La faremo crescere<br />

preparandoci ad esternalizzare anche altri servizi nel caso fosse<br />

necessario, come ad esempio quello che riguarda tutto il verde”.<br />

Come l’esperienza di assessore nella giunta di Chiodi sta giovando<br />

nel suo nuovo ruolo?<br />

“In maniera importante. Due anni e mezzo da assessore mi hanno<br />

fatto conoscere meglio la macchina amministrativa”.<br />

Le ha dato fastidio l’appellativo affibbiatole di capo cantiere?<br />

“Ne sono onorato; tuttora mi sento capo cantiere della città”.<br />

Come riesce a conciliare la sua attività con quella di medico?<br />

“Fin dall’inizio avevo detto che non ero disposto a lasciare la mia


attività di medico, l’ho ridotta a quella di<br />

senologia, attività importante; sono stato<br />

due anni a Milano per frequentare l’istituto<br />

oncologico europeo. Tuttavia, malgrado<br />

questa poca presenza a casa, la famiglia<br />

mi è vicina: mia moglie ha condiviso questa<br />

scelta e mi sta dando un grande aiuto”.<br />

Teramo nelle graduatorie Istat risulta tra<br />

le ultime città italiane per partecipazione<br />

culturale. Le si è pure tenuto la delega in<br />

quest’ambito: si potrebbe dire chi gliel’ha<br />

fatto fare?<br />

“In tutte le amministrazioni il sindaco<br />

mantiene una delega, io ho mantenuto<br />

quella della cultura per una sorta di sfida.<br />

Mi ero cimentato coi lavori pubblici, adesso<br />

la sfida è con la cultura. Penso che ci sia<br />

un’affinità tra la figura del sindaco e la<br />

cultura del territorio, io credo che si possa<br />

far bene”.<br />

Frattanto il Premio Teramo langue.<br />

“<strong>Il</strong> Premio va in qualche modo rivisitato”.<br />

Quando rivedremo Piazza Garibaldi tirata<br />

a lucido?<br />

“I lavori da cronoprogramma dovevano<br />

durare due anni ma sei mesi sono stati<br />

spesi solo per alcuni permessi legati alla<br />

soprintendenza. Ciononostante cercheremo<br />

di restituire la piazza prima possibile.<br />

La palificata è terminata e la saletta ipogea<br />

dentro la villa è quasi terminata”.<br />

La data?<br />

“Prima possibile”.<br />

Lei ha dichiarato che per primavera 2010<br />

avremo pronto il Lotto zero. Conferma?<br />

“Sono ancora di quest’idea; stiamo lavorando<br />

per questo, abbiamo avuto un incontro<br />

col tavolo permanente martedì con<br />

l’Anas. Nel primo semestre 2010 apriremo<br />

il Lotto zero”.<br />

Enico Mazzarelli affermò una volta che il<br />

Lotto zero non avrebbe risolto il problema<br />

del traffico. È d’accordo?<br />

“Io dico che non lo risolverà ma lo migliorerà<br />

molto”.<br />

E la variante Nord, a che punto è?<br />

“Siamo in una fase di validazione, anche lì<br />

in tempi brevi inizieremo l’opera”.<br />

<strong>Il</strong> percorso archeologico è fermo. L’unica<br />

risorsa su cui puntare presenta siti pressoché<br />

abbandonati. Che fare?<br />

“Entro il 15 dicembre presenteremo il<br />

progetto per la riapertura dei siti archeologici,<br />

d’accordo con il soprintendente per<br />

i beni archeologici Andrea Pessina. Per<br />

primavera prossima riusciremo a mettere<br />

in rete alcuni importanti interventi”.<br />

E il teatro romano in particolare?<br />

“Entro il 15 dicembre si firmerà un<br />

protocollo d’intesa per il futuro del teatro<br />

romano, intanto si va avanti con i lavori<br />

finanziati dal Cipe (è stato recuperato 1,5<br />

mln di euro) per la sua messa in sicurezza.<br />

Abbiamo affrontato pure il discorso del<br />

Mosaico del leone con le soprintendenze:<br />

c’è la disponibilità al suo recupero.<br />

Sono iniziati anche i lavori per Via antica<br />

cattedrale”.<br />

Parcheggi: un gran mal di testa per i<br />

teramani. Cosa fare?<br />

“<strong>Il</strong> parcheggio di Piazza Dante, la cui<br />

apertura credo slitterà di un mesetto,<br />

sarà disponibile a fine gennaio; ci sono<br />

stati alcuni problemi per l’ingresso e per<br />

il collaudo. Oltre a ciò, esiste anche la<br />

disponibilità dei tre piani di parcheggio<br />

sotto il teatro: se tutto va bene in primavera<br />

inizieranno i lavori. Al contempo vorrei<br />

ricordare che i tre piani del parcheggio di<br />

S. Francesco sono vuoti. Con la Tercoop<br />

abbiamo in serbo un discorso, presto<br />

presenteremo una proposta per risolvere<br />

la convenzione e subito dopo porteremo<br />

avanti il discorso dei parcometri”.<br />

Perfino l’immarcescibile commissario<br />

l’anno scorso a Natale aprì i varchi.<br />

“A Natale li apriremo anche noi ma solo<br />

per quel periodo”.<br />

Frattanto il commercio langue.<br />

“A Teramo ho notato segni di ripresa. Ho<br />

incontrato i commercianti e adotteremo<br />

alcuni sistemi come l’apertura di Via<br />

Capuani per favorire le vendite a Natale,<br />

anche se stiamo lavorando per farla diventare<br />

isola pedonale”.<br />

I furgoni continuano a sbuffare per il<br />

corso. Qual è la prossima misura?<br />

“Questo è uno scandalo, sarò sempre più<br />

rigido; d’accordo con i commercianti ho<br />

intenzione di ridurre l’orario di carico e<br />

scarico merci”.<br />

La Ztl si allargherà?<br />

“Per ora no”.<br />

Si parla di sede unica tra Provincia e<br />

Comune. Cosa le risulta?<br />

“E’ un’idea molto interessante che stiamo<br />

portando avanti, il risparmio è notevole, il<br />

presidente Catarra è d’accordo, abbiamo<br />

già pensato a Piazza S. Francesco quale<br />

luogo della sede comune da realizzare”.<br />

Kramer contro Kramer. Vigili urbani che<br />

denunciano altri colleghi. Ma cosa sta<br />

succedendo nel comando teramano?<br />

“Ho già detto chiaramente che i vigili sono<br />

la principale interfaccia dell’Amministrazione<br />

comunale con i cittadini e sono anche<br />

l’emanazione dell’ente più prossima. Devono<br />

pensare a fare quello che è il loro lavoro,<br />

queste beghe interne lasciano il tempo che<br />

trovano, presto arriverà il nuovo comandante,<br />

anche se devo fare i complimenti ad<br />

Angeletti e a Di Giustino per il lavoro svolto<br />

sin qui. Mi dispiace solo che quest’ultimo<br />

abbia maturato la scelta di vita di andare<br />

via: io lo capisco, anche se avrei preferito<br />

che fosse rimasto al suo posto”.<br />

E Zaina incombe.<br />

“È uno dei papabili a comandante”.<br />

In questi mesi, la polizia municipale è apparsa<br />

abbastanza iperattiva su sequestri<br />

e controlli sanitari.<br />

“I vigili non hanno solo compiti che riguardano<br />

il traffico, però sono sott’organico<br />

per ottemperare a tutte le necessità. Io<br />

dico che devono fare il loro dovere così<br />

come lo stanno facendo, sono pochi,<br />

ripeto, ma cercheremo di implementare il<br />

numero con questo concorso che prevede<br />

tre figure più altre a seguire”.<br />

Ed intanto in tv impazza il toto vigile. Ci<br />

dica sindaco, i nomi sono davvero quelli?<br />

“Non commento”.<br />

Gli agenti di polizia municipale si lamentano<br />

perché stufi di stare solo sotto il<br />

semaforo ma vogliono fare altro: per<br />

esempio opera di polizia giudiziaria, ecc.<br />

“Non dovevano fare il concorso da vigili, ne<br />

avrebbero dovuto fare un altro. <strong>Il</strong> vigile ha<br />

il compito di migliorare il servizio ai cittadini;<br />

chi si presenta al concorso sa quello<br />

che farà: il vigile”.<br />

Quante volte sente il governatore Chiodi?<br />

“Spesso. Lui è determinato, ha una carica<br />

importante, va avanti bene tra mille difficoltà,<br />

sono sicuro che saprà risollevare<br />

l’Abruzzo”.<br />

Lei è uno sportivo: ha ancora tempo per<br />

praticare?<br />

“Ho ricominciato qualche settimana fa:<br />

tutti i mercoledì mattina dalle nove alle<br />

dieci”. u<br />

pag<br />

05


pag<br />

06<br />

l’opposizione<br />

13 domande<br />

per 6 consiglieri<br />

comunali<br />

1. Tra Befacchia e Albi chi butterebbe<br />

dalla torre ? (In caso di mancata<br />

risposta è da considerarsi valida<br />

l’opzione Befacchia…e questo per<br />

anzianità). Domande non valide<br />

per i diretti interessati<br />

2. Quante volte nella sua vita politica<br />

ha cambiato casacca?<br />

3. Antonio Tancredi è il signore di<br />

Teramo o no?<br />

4. Se Tommaso Ginoble va al centro,<br />

lei lo seguirà?<br />

5. Da uno a 10 come reputa l’azione<br />

della massoneria in città?<br />

6. <strong>Il</strong> fenomeno Paolo Gatti. Per lei è<br />

dovuto a:<br />

a) bravura<br />

b) papà<br />

c) culo<br />

d) Silvino<br />

e) la Madonna di Guadalupe<br />

7. In città chi è il personaggio che<br />

bonariamente ha “rotto” di più:<br />

a) Antonio Topitti<br />

b) Marcello Olivieri<br />

c) Michele Petrosino (autovelox)<br />

d) Tania, la predicatrice brasiliana<br />

e) Mario Ferzetti<br />

8. Se fosse sindaco quale sarebbe<br />

la prima misura che adotterebbe<br />

immediatamente?<br />

9. Un libro che consiglierebbe a<br />

<strong>Brucchi</strong>.<br />

10. Lei fa la differenziata?<br />

11. Quale di queste nomine eviterebbe?<br />

a) presidenza Team<br />

b) presidenza Ruzzo<br />

c) presidenza Consorzio Agrario<br />

12. In poche parole, Bersani è la svolta<br />

o cos’altro?<br />

13. Teramo: paesone o cittadina?<br />

novembre 2009<br />

Risponde<br />

Giovanni Cavallari<br />

1. Sinceramente<br />

nessuno dei<br />

due. Entrambi<br />

rappresentano con<br />

percorsi diversi<br />

la coerenza e la<br />

capacità di riconoscere un progetto<br />

politico fallito attraverso scelte coraggiose<br />

e sicuramente meno paganti.<br />

2. Sono stato sempre di centro sinistra e<br />

nella mia vita. Ho preso solo la tessera<br />

della Margherita ed oggi del PD.<br />

3. Tutti gli uomini sono dei signori, non<br />

capisco perché l’ex On. Tancredi non<br />

lo dovrebbe essere.<br />

4. L’On. Ginoble, penso, anzi sono<br />

sicuro, rimarrà nel PD perché questa<br />

è la sua casa che ha contribuito a costruire.<br />

Ovviamente se il PD perderà<br />

la vocazione naturale per il quale è<br />

stato fondato, penso che molti iscritti<br />

potrebbero non riconoscersi.<br />

5. Sono stato e sono per formazione<br />

mentale e culturale sempre contrario<br />

alle logiche massoniche; io sono<br />

per la democrazia associativa e<br />

trasparente. Poi se lei per massoneria<br />

intende l’unione di più famiglie<br />

importanti Teramane che controllano<br />

o potrebbero determinare le<br />

scelte politiche e amministrative<br />

della città, su questo sono convintamene<br />

contrario.<br />

6. Penso che l’unica cosa che non ci<br />

entri è la Madonna della Guadalupe.<br />

7. Secondo il mio modesto parere<br />

tutte le persone hanno il diritto di<br />

esternare le proprie idee e le proprie<br />

convinzioni fermo restando che non<br />

bisogna mai superare il limite della<br />

decenza e della civiltà tra esseri<br />

umani. La giusta contestazione e/o<br />

rivendicazione serve a crescere e a<br />

far crescere.<br />

8. Sicuramente un piano di riordino della<br />

viabilità in tempi celeri, una progettazione<br />

della viabilità futura e la messa in sicurezza<br />

degli edifici strategici ed in particolare delle<br />

scuole.<br />

9. “Todo Modo” di Leonardo Sciascia<br />

10. Mia moglie molto attenta a questa problematica,<br />

ha posizionato più cestini di<br />

raccolta dei rifiuti all’interno della casa<br />

costringendo me ed i miei figli a d effettuare<br />

la differenziata e rimproverandoci<br />

quando sbagliamo. Peccato che solo nella<br />

nostra città si pensi ancora ad effettuare<br />

delle sperimentazioni in piccoli quartieri e<br />

frazioni e non ad un progetto complessivo<br />

della città.<br />

11. <strong>Il</strong> riconoscimento attraverso la nomina in un<br />

Ente a mio modesto avviso va evitato solo<br />

quando l’esperienza, la professionalità e<br />

le capacità del nominato non collima con il<br />

lavoro per il quale si è chiamati a svolgere.<br />

12. Bersani contrariamente ad altri è il<br />

segretario del PD eletto non solo con i voti<br />

degli iscritti ma anche di tutti i cittadini<br />

simpatizzanti del centro sinistra attraverso<br />

le primarie. Poiché ha vinto il congresso<br />

penso e mi auguro che possa rappresentare<br />

la discontinuità che tutti gli Italiani<br />

si auspicano e attendono con ansia per<br />

rilanciare un’alternativa al PdL.<br />

13. Teramo è una stupenda e meravigliosa<br />

città dalla quale non vorrei mai allontanarmi<br />

nonostante i problemi del traffico.<br />

Risponde<br />

Manola Di Pasquale<br />

1. Nessuno dei due<br />

2. Io mai. <strong>Il</strong> mio partito<br />

ben quattro volte:<br />

DC, Popolari, Margherita<br />

ed infine PD<br />

3. Tenta di esserlo<br />

4. No. Mi sposterei senza indugi al centro se<br />

un giorno nel PD non ci fosse più spazio<br />

per la mia formazione politica e culturale.<br />

5. Insufficiente e priva di efficacia. Vi sono altri<br />

fenomeni a Teramo!<br />

6. Aggiungerei: impegno<br />

7. Antonio Topitti<br />

8. Troverei aree da trasformare a verde e parchi.<br />

A Teramo ce ne sono veramente pochi!<br />

9. “L’Erotismo” di Alberoni<br />

10. Si, da diversi anni<br />

11. Nessuna, ma se devo scegliere, la presidenza<br />

Team<br />

12. Spero veramente che sia la svolta, se<br />

dovesse essere altro sarebbe la fine del<br />

progetto PD<br />

13. Paesone per mentalità .


Risponde<br />

Alberto Melarangelo<br />

1. Non si butta niente!<br />

Sono intelligenze<br />

delle quali la nostra<br />

comunità non può<br />

permettersi di privarsi<br />

soprattutto con un<br />

gesto così brutale.<br />

2. Con orgoglio dico mai, sempre dalla<br />

stessa parte, la sinistra riformista, sin<br />

dai tempi del liceo quando organizzai<br />

per primo l’UDS, il Sindacato degli<br />

studenti.<br />

3. Senza dubbio svolge un ruolo dominante.<br />

4. Mi pare che questa ipotesi sia priva di<br />

fondamento. Per quanto mi riguarda<br />

ho già risposto, sono un uomo di sinistra.<br />

5. Sono completamente impreparato in<br />

materia e comunque preferisco le cose<br />

alla luce del sole.<br />

6. Senza dubbio bravura. Le congiunzioni<br />

astrali favorevoli poi riguardano l’intero<br />

gruppo del “modello teramo”.<br />

7. Ritengo la sovraesposizione mediatica<br />

e pubblica un aspetto non positivo per<br />

il protagonista, per l’<strong>info</strong>rmazione e<br />

per chi la subisce.<br />

8. <strong>Il</strong> problema lavoro. convocherei tutti<br />

gli attori istituzionali ed economici per<br />

uno sforzo straordinario finalizzato ad<br />

aggredire l’emergenza occupazionale<br />

soprattutto giovanile.<br />

9. A tutti i sindaci per far sì che vigilino<br />

nel difenderci da chi può rovinare una<br />

città: Italo Calvino “La speculazione<br />

edilizia”.<br />

10. Per come si può fare a Teramo, sì: carta,<br />

vetro, plastica. Anche se non ho mai<br />

capito se poi veramente c’è il riciclo o<br />

finisce comunque tutto in discarica.<br />

11. Si tratta di servizi essenziali per il territorio<br />

e se chiamati a cimentarsi a responsabilità<br />

di questo tipo è necessario<br />

tirar fuori le competenze e agevolare il<br />

più possibile il cittadino. Tre grandi responsabilità<br />

impegnative nello stesso<br />

modo, nessuno può evitare niente.<br />

12. <strong>Il</strong> Partito Democratico si avvia finalmente<br />

sulla strada buona, quella della<br />

politica fatta ogni giorno, nel territorio,<br />

meno per se stessi e più per gli altri, a<br />

rappresentanza di chi è rimasto indietro<br />

e nell’idea di una società più giusta,<br />

con veri diritti per tutti e meritocratica.<br />

13. Un paesone nel senso buono del termine<br />

ma non completamente una città.<br />

Risponde<br />

<strong>Maurizio</strong> Angelotti<br />

1. Se costretto, Albi.<br />

2. Mai.<br />

3. Non è il solo.<br />

4. Lo saluterò con la<br />

manina.<br />

5. 8 pieno.<br />

6. b + a, in quest’ordine cronologico, alla<br />

fine però il “fattore a” ha travolto il<br />

“fattore b”!<br />

7. c<br />

8. Sblocco della strada di Colleparco<br />

9. “<strong>Il</strong> piccolo principe”<br />

10. Assolutamente sì<br />

11. “Nessuna”<br />

12. Mi auguro sia un buon traghettatore<br />

verso una leadership nuova e giovane.<br />

13. Esagerando, paesone.<br />

Risponde<br />

Lino Befacchia<br />

1. Anche se non<br />

richiesta): mi<br />

appenderei<br />

all’esterno, fino<br />

alla essicazione,<br />

come monito per<br />

i posteri.<br />

2. Non l’ho indossata ieri, né l’altro.<br />

Quindi non l’ho cambiata. Piuttosto<br />

avevo la pelle ...non bianca ed il<br />

colore ...è rimasto.<br />

3. Rispondo con un pensiero del giovane<br />

Gobetti a proposito di Mussolini<br />

e di Vittorio Emanuele III: “non so se<br />

essi sono padroni.. buoni o cattivi<br />

padroni, di certo gli Italiani hanno lo<br />

spirito di servi”<br />

4. Dove, al centro commerciale? Preferisco<br />

i negozi della piazza o negozi di<br />

nicchia.<br />

5. Ci sono massoni, musoni, mufloni,<br />

mammoni, mummioni: sono<br />

egualmente perniciosi. Almeno i<br />

primi vivono nelle logge, gli altri nel<br />

terroccio del sottobosco.<br />

6. Con una parafrasi di Dante “giovane<br />

e bello e di gentile aspetto ed ancora<br />

un colpo non ha l’un dall’altro ciglio<br />

diviso”. Saluti al suo coraggio e, a<br />

papà, all’intelligenza e...alla fortuna.<br />

7. Antonio Topitti: egli è lo stile!!<br />

Marcello Olivieri: egli è l’eroe sconfitto<br />

che non demorde<br />

Michele Petrosino: mala tempora...<br />

currunt<br />

Tania, la predicatrice brasiliana: sa<br />

vincere di mille decibel... il silenzio<br />

Mario Ferzetti: la sinistra non è<br />

morta!!! C’è speranza per tutti.<br />

8. Via tutti i parassiti, a partire dai<br />

piccioni della cattedrale.<br />

9. Sarei per dire “<strong>Il</strong> Principe” di<br />

Machiavelli o la Repubblica di<br />

Platone. In vista di un rimpasto: di<br />

A. Christie: Dieci piccoli indiani.<br />

10. Da tempo; non trovo però il bidone<br />

per raccogliere gli scarti...<br />

umani per... buttarmici.<br />

11. Nessuna delle tre. peccato che<br />

non me ne abbiano offerta nemmeno<br />

una.<br />

12. Si legge nel Libretto Rosso “per<br />

fare la rivoluzione occorre un<br />

partito avanti ed un popolo dietro”.<br />

<strong>Il</strong> partito forse si può ancora fare.<br />

E il popolo?<br />

13. Giri la domanda al Sindaco e ai<br />

suoi assessori e si faccia rispondere.<br />

Ma oggi 18 novembre cade l’anniversario<br />

di mio padre....<br />

Risponde<br />

Sandro<br />

Santacroce<br />

1. Tutti gli<br />

strateghi che<br />

hanno deciso<br />

la tattica della<br />

trascorsa<br />

campagna elettorale<br />

2. Mai<br />

3. Signori si nasce, dominatori si<br />

diventa grazie ai sudditi<br />

4. Mai camminato insieme<br />

5. Fenomeno diventato preoccupante<br />

negli ultimi anni p. otto<br />

6. Anche per la pochezza della concorrenza<br />

7. Certamente non è fra quelli elencati<br />

8. Riorganizzerei i settori “Urbanistica”<br />

e “Lavori pubblici”<br />

9. Più che un libro un film “Le mani<br />

sulla città” di Dino Risi<br />

10. Solo della carta<br />

11. Nessuna, sono tutte di importanza<br />

strategica per il miglioramento<br />

della vita dei cittadini<br />

12. Una fievole speranza<br />

13. Cittadina, costretta attualmente<br />

sulla via del declino<br />

pag<br />

07


pag<br />

08<br />

nel ricordo<br />

Liliana<br />

Merlo<br />

su YouTube<br />

nel cinquantenario<br />

del suo arrivo a Teramo<br />

R<br />

icordo ancora nitidamente il giorno, verso la metà degli<br />

anni Ottanta, in cui trovai mia madre accovacciata su di<br />

una poltrona di casa, in tuta, con le gambe tra le braccia,<br />

lo sguardo triste, fisso nel vuoto. Le chiesi cosa avesse. Mi<br />

guardò e mi disse, sommessamente: “Non me la sento più, mi<br />

sono stancata”. Solo ora comprendo che quella ragazzina di<br />

quasi sessant’anni, una delle maggiori capacità artistiche che<br />

Teramo abbia mai avuto, oggi riconosciuta come una delle pioniere<br />

della danza italiana, stava gettando un peso di Sisifo che<br />

nessun altro, né prima né dopo, avrebbe saputo raccogliere.<br />

Primo e finora unico esempio concreto di compagnia di danza<br />

abruzzese, il Teatro del Balletto di Teramo, da lei diretto fin<br />

dal 1976, totalmente autoprodotto, aveva aperto la strada a<br />

una nuova era delle arti dello spettacolo. Messomi sulle tracce<br />

della programmazione di balletto dei maggiori teatri abruzzesi,<br />

scopro oggi che fu lei, con il suo TBT, a portare le prime creazioni<br />

originali di danza libera e moderna in giro per la regione,<br />

lei con pochissimi altri pionieri a<br />

Roma e nel nord del paese.<br />

1<br />

L’impresa, a dir poco temeraria in<br />

una delle zone meno evolute e più<br />

povere di mezzi, ebbe vita alquanto<br />

avventurosa. Le istituzioni latitavano,<br />

le occasioni per farsi conoscere<br />

in regione e fuori erano scarsissime,<br />

molti genitori dei ragazzi coinvolti si<br />

novembre 2009<br />

2<br />

3<br />

4<br />

di Silvio Paolini Merlo<br />

rifiutavano di proseguire, il pubblico preferiva le più rassicuranti<br />

classicherie, che lei puntualmente e inimitabilmente<br />

concedeva.<br />

Con un gala al Nautico di Giulianova Lido, nell’estate del 1983,<br />

la compagnia del TBT si scioglieva. Ma aveva fatto in tempo a<br />

segnare la storia del nostro teatro, a creare capolavori coreografici<br />

di straordinaria originalità come Quadri di una esposizione,<br />

La contestazione, Fantasia in Tre movimenti, Morte di<br />

un pianeta, Watch Time, e a instradare alla professione tanti<br />

giovani.<br />

Dopo di allora, Liliana Merlo ha accettato di “rientrare nei<br />

ranghi”, assumendo sino in fondo il suo destino di educatrice e<br />

di guida. Ma non ha smesso di portare avanti il suo sogno, che<br />

nell’intimo le era necessario come l’aria.<br />

Parte di ciò che resta di quel percorso artistico e creativo, di<br />

autentico pionierismo culturale come ha ricordato Alberto<br />

Testa nella sua relazione al Convegno del 2003, è oggi visibile<br />

in rete sul canale dell’Archivio Liliana Merlo, attivato dal gennaio<br />

di quest’anno su YouTube per festeggiare i cinquant’anni<br />

della nascita della<br />

scuola teramana,<br />

canale che conta<br />

già migliaia di<br />

visite. Quel sogno<br />

divenuto realtà,<br />

ma rimasto per lo<br />

più sconosciuto<br />

e confinato in un<br />

ambito semiclandestino,<br />

è oggi visibile in tutto il mondo. E i messaggi di<br />

sorpresa e di entusiasmo sono già numerosi.<br />

Da qualche tempo, si è aggiunto su Facebook un blog dal titolo<br />

Quelli che non dimenticheranno mai Liliana Merlo, che raccoglie<br />

pensieri e testimonianze dei tanti che l’hanno conosciuta<br />

e ammirata, o che avrebbero voluto conoscerla. <strong>Il</strong> canale ha<br />

dunque schiuso, oltre all’impresa del TBT, un forziere colmo di<br />

tesori. E la scoperta è solo agli inizi. u<br />

› 1 - Liliana Merlo nel 1976, lo stesso anno in cui prendeva vita il TBT<br />

› 2 - ritratto di Liliana Merlo nel 1963, sulle colline di Mutignano<br />

› 3 - Quadri di una esposizione, 1979, un momento della “Seconda Promenade”<br />

› 4 - Morte di un pianeta, 1979, su musiche di Pink Floyd e Vangelis


L’AZIENDA E LA SUA MISSION<br />

La Julia Servizi Più è una società, con capitale pubblico, specializzata nella fornitura di gas metano ad uso civile e industriale, con<br />

10.000 clienti già serviti e 14 milioni di metri cubi annui erogati nella provincia di Teramo.<br />

La società è nata nel 2004, a seguito della liberalizzazione del mercato del gas naturale, disposta dal Decreto Legislativo 23 maggio 2000 n. 164.<br />

L’obiettivo primario primario della Julia Servizi Più è è rispondere rispondere alle esigenze di gas metano nel territorio, territorio, garantendo un servizio efficiente efficiente e<br />

qualificato a costi convenienti.<br />

Si tratta di una società società di proprietà del Comune di Giulianova che svolge, svolge, in collaborazione con l’amministrazione l’amministrazione comunale, anche<br />

un importante importante ruolo in ambito sociale, attraverso una serie di agevolazioni agli utenti che vivono in condizioni condizioni economicamente<br />

disagiate.<br />

L’attività di Julia Servizi Più si basa su:<br />

• rapporto diretto con la clientela;<br />

• sconti tariffari sul costo del gas;<br />

• fatturazione mensile o bimestrale;<br />

• fatturazione costante dei consumi con conguaglio di fine anno;<br />

• rateizzazione dei pagamenti;<br />

• pagamento tramite domiciliazione bancaria o postale;<br />

• pagamento tramite sportelli provinciali della SOGET Spa senza costi aggiuntivi,<br />

e altre soluzioni personalizzate per favorire e agevolare le famiglie e le imprese clienti.<br />

JULIA SERVIZI PIÙ ARRIVA A TERAMO<br />

Con lo stesso spirito e i medesimi obiettivi aziendali e sociali, Julia Servizi Più si affaccia sul mercato della città di Teramo,<br />

proponendo le proprie offerte commerciali a privati, imprese ed enti, con servizi innovativi e personalizzati, in grado di soddisfare<br />

le esigenze di tutti.<br />

L’offerta di Julia Servizi Più agli utenti di Teramo porterà RISPARMIO e QUALITÀ nei servizi; sarà sempre possibile il contatto<br />

diretto con il personale dell’azienda, nonchè concordare tempi e modalità di pagamento delle bollette, per rispondere al meglio alle<br />

esigenze di ognuno.<br />

I clienti di Julia Servizi Più hanno a disposizione un sito internet per ricevere <strong>info</strong>rmazioni specifiche, richiedere un appuntamento o<br />

contattare l’azienda, proporre variazioni al contratto o alla gestione dell’utenza, richiedere ulteriori preventivi, segnalare inefficienze<br />

o proporre iniziative utili al miglioramento del servizio, ecc. Ciò nell’ottica del CONTATTO DIRETTO e quotidiano tra l’azienda di<br />

erogazione e l’utente.<br />

Per essere CLIENTI di Julia Servizi Più è sufficiente sottoscrivere un contratto, senza apportare alcuna modifica al proprio impianto<br />

in casa o in azienda. L’erogazione del gas metano continuerà come sempre, ma avverrà a opera di un altro fornitore, Julia Servizi Più,<br />

con un significativo risparmio e migliori servizi.<br />

Julia Servizi Più<br />

Corso Garibaldi, 65 - 64021 Giulianova (Teramo)<br />

Tel. 085 8001111 - 085 8007651 • Fax 085 8025783<br />

commerciale@juliaservizi.it<br />

www.juliaservizi.it


pag<br />

10<br />

nuovi linguaggi<br />

Allerta<br />

virus SV5<br />

Pensateci ragazzi!<br />

Un tempo eravamo animali molto simili alle scimmie<br />

ma, a differenza di loro, noi avevamo un Re chiamato<br />

Cervello Pensante che era protetto da cinque<br />

moschettieri denominati Cinque Sensi. Ed è così che siamo<br />

passati dall’Australopiteco all’Homo Sapiens-Sapiens.<br />

Attraverso la Mano abbiamo toccato il nostro simile, condiviso<br />

il suo calore o rabbrividito per il suo gelo. <strong>Il</strong> Naso a volte ci ha<br />

stordito per colpa di un profumo afrodisiaco, ma altre ci ha<br />

salvato la vita avvertendoci del pericolo. D’altro canto la Bocca<br />

ci ha dato l’opportunità di assaporare la dolcezza dei baci e<br />

ci ha permesso di esprimere le nostre opinioni. Di urlarle se<br />

era necessario. L’Orecchio poi, ci ha fatto inseguire una voce<br />

melodiosa, ma ci ha anche allontanato da un<br />

suono privo di armonia tutelando il nostro<br />

equilibrio. Ed infine l’Occhio, “lo specchio<br />

dell’anima”, che per secoli ci ha dato la<br />

prerogativa di guardare l’altro negli occhi e<br />

farci innamorare di lui, oppure ci ha messo in<br />

guardia dal suo sguardo sinistro e bugiardo.<br />

Ad un certo punto però l’Homo Sapiens ha<br />

inventato il computer, accelerando così vorticosamente<br />

l’evoluzione umana, ma per far<br />

ciò ha dovuto narcotizzare i Cinque Sensi e li<br />

ha resi deboli.<br />

Da Sapiens è poi diventato Arrogans ed ora crede di poter<br />

dominare il mondo. Egli adesso non vede, non intuisce che<br />

senza lo scudo dei Cinque Sensi il Cervello diventa sempre<br />

più vulnerabile. Non si accorge che un potentissimo virus sta<br />

infettando tutti i computers. Un virus che distrugge le parole<br />

e si nutre di codici indecifrabili, simboli, pupazzetti che prendono<br />

vita al semplice contatto del dito sui tasti. Un virus che<br />

passa indifferentemente dal computer al telefonino disintegrando<br />

anche le vocali.<br />

Accidenti! Le Cinque Vocali, avevano resistito nei secoli, erano<br />

sopravvissute a guerre mondiali, avevano superato carestia<br />

e peste, ma poi... nel giro di una quindicina di anni, una dopo<br />

l’altra, hanno dovuto capitolare. Peccato però, perché davano<br />

un senso alla comunicazione, la coloravano di amore,<br />

estro, ideali, odio e unicità!<br />

Ormai la mutazione genetica è in atto e l’Homo Arrogans sta<br />

prendendo sempre più le fattezze dell’Homo Ignarus, nel<br />

senso che ignora l’entità del virus che egli stesso ha creato e<br />

così facendo permette al virus stesso di proliferare, uscire dai<br />

tasti e infettare la mente dei ragazzi.<br />

novembre 2009<br />

di Carla Trippini<br />

Egli non si accorge che questo virus, passando attraverso<br />

cellulari, Msn, Badoo, Myspace e trovando il suo habitat naturale<br />

nel “libro delle facce” sta distruggendo i pilastri della<br />

comunicazione umana e sta alimentando una solitudine epidemica<br />

i cui sintomi principali sono dati dal ticchettio della<br />

tastiera e dalla luce artificiale del monitor sempre accesa.<br />

Dunque, ricapitolando, il Re Cervello è rimasto solo, senza<br />

nessuno che lo protegga dagli attacchi esterni. D’altra parte<br />

ormai si sa, i Cinque Sensi sono latitanti! Sul monitor le parole<br />

sono state sostituite dai simboli. Nei tasti dei cellulari<br />

sono letteralmente scomparse le Cinque Vocali. Di conseguenza<br />

viene da pensare che la situazione è di massima<br />

allerta.<br />

Attualmente infatti registriamo che, nella migliore delle<br />

ipotesi, vengono generati mostri di questo tipo: «Gg nn px<br />

vnr xkè dv stud, c vdm dmn. Cmq t ho vista dvnt alla scuola,<br />

eri bellix. TAT.»<br />

Nella peggiore delle ipotesi, invece, si assiste alla lenta<br />

agonia di una comunicazione sempre più carente di anima,<br />

emozioni, inventiva, onestà e umanità.<br />

Allora, ragazzo o ragazza, ti chiedo: che amico è quello<br />

che non puoi toccare, che non puoi annusare, di cui non<br />

puoi udire il suono della voce, con il quale<br />

non puoi ridere o piangere, del quale non<br />

puoi incrociare lo sguardo e capire se sta<br />

mentendo?<br />

Non ti accorgi che stai sostituendo i Cinque<br />

Sensi con un unico senso? E pur-troppo<br />

non sto parlando del Sesto Senso che, anzi,<br />

ti salverebbe e ti metterebbe in guardia<br />

facendoti capire che non è un bene pubblicare<br />

sul “libro delle facce” la tua privacy,<br />

cosa che invece dovresti coccolare come<br />

un cucciolo e di cui dovresti essere fisiologicamente<br />

geloso.<br />

Quell’unico senso, che sta giocando ad “assopigliatutto”, si<br />

chiama <strong>Il</strong>lusione. Non ti rendi conto che contare 257 amici<br />

ed essere felice di averne uno più di ieri, e poi startene da<br />

solo davanti al computer, è un controsenso? Pensaci, è un<br />

paradosso. Al momento ti illude, ma nella realtà ti fa diventare<br />

fragile, incapace di sostenere una conversazione vera.<br />

A lungo andare ti renderà debole, inadeguato ad affrontare<br />

le emozioni, insicuro negli affetti reali, incerto nell’esprimere<br />

le tue opinioni davanti a chi farà di tutto per sopprimerle.<br />

E così facendo ti disorienterà.<br />

Non lasciarti fregare dall’Homo Ignarus. Usa il Tuo Cervello<br />

e proteggilo rendendolo operativo in tutti i Sensi. D’altronde<br />

sono solo cinque! La vita reale è là fuori, non dimenticarlo mai.<br />

E per finire provo a tradurre il messaggio in codice qui chiamato<br />

“mostro” e lascio a voi la riflessione che ne consegue.<br />

«Oggi non posso venire perché devo studiare, ci vediamo<br />

domani. Comunque ti ho vista davanti alla scuola, eri bellissima!<br />

Ti amo tanto.»<br />

Pensateci, ragazzi. u


l’intervista<br />

…alla<br />

Manola<br />

che non<br />

t’aspetti<br />

cerco un centro di<br />

gravità permanente<br />

U<br />

nica pausa: il periodo immediatamente successivo alle<br />

scosse di tangentopoli. Turbata, annichilita, confusa.<br />

Prima, da pischella, Manola Di Pasquale, pidiessina con<br />

lo scudocrociato nel sangue, è stata anche baby sitter, barista,<br />

orfana della madre a soli 16 anni, iscritta a Giurisprudenza a Chieti<br />

e appartenente al movimento giovanile della Balena Bianca. “Ho<br />

sempre fatto politica” aguzza gli occhi e mulina le mani come una<br />

Magnani corvina sul set. In seguito saranno l’avvocatura, la scuola<br />

forense (è anche insegnante), i convegni, l’associazione in rosa<br />

B52, Marini e Ginoble “perché provenienti dal mare magnum della<br />

Dc”, il suo habitat di sempre. Chicca finale: la presidenza regionale<br />

del Pd, subentrando alla Stefania Pezzopane, ora in braccio, un po’<br />

qua un po’ là, allo star system mondiale e casalingo. Manola Di Pasquale<br />

è farina del sacco del suo stesso profumo: I Love di Moschino,<br />

“né forte né acre” ma stabilente al centro, diccì appunto. Suo<br />

padre vetraio (è venuto a mancare più di un anno fa) l’ha temprata<br />

a forza di bontà d’animo: “Aveva il senso della famiglia” e ha tirato<br />

su quattro figli con dignità”. Nel primo Sperandio, l’avvocatessa<br />

teramana ha risposto alla chiamata irrifiutabile di Vincenzo Cerulli<br />

Irelli che l’ha voluta nell’agone politico assieme a Chiodi, Esposito,<br />

Pirocchi, Castellucci, Gebbia, Petrella, ed altri, il fior fiore dei grimpeur<br />

della politica locale di quei giorni. L’amore in campo politico<br />

sboccia con la Iervolino e dai Popolari sfocia nel rivolo Margherita,<br />

aspettando lo yes we can veltroniano che tanto attizza l’avvocatessa:<br />

“Ha un altro passo”, dice del cinefilo romano, è andato via<br />

per manifesta superiorità, legge tra le righe. La “mediocrità” è<br />

dappertutto e ha il sapore di una brutta barzelletta che, come uno<br />

shaker, ti squassa la mente con insistenza ed isolenza: “Ce n’è<br />

troppa”. SuperManola si definisce “iperattiva” e nel suo dividersi e<br />

riunirsi riesce bene a distribuirsi equamente addirittura tra l’acqua<br />

santa della chiesa del Carmine e quella clorata dell’acquagym<br />

della Gammarana la sera alle nove: la pietra filosofale del suo essere<br />

così diccì. Si lacera tra un consiglio comunale ed uno specchio<br />

dove recitare in anteprima la sua ultima arringa dinanzi al giudice;<br />

“ma dici a me? Ehi con chi stai parlando, dici a me?” si sarà pure<br />

detta qualche sera facendosi ritornare alla mente il De Niro di<br />

Taxi driver. Perfeziona il suo linguaggio, lo forbisce, lo lardella,<br />

novembre 2009<br />

di <strong>Maurizio</strong> Di Biagio<br />

si prepara alla battaglia. Frattanto fa sua la segreteria comunale<br />

della Margherita prima, e del Pd poi. Lo strappo solo pochi mesi fa,<br />

perché contraria alla strategia suicida del Pd nel porre a candidato<br />

sindaco una figura che fino a poche ore prima militava da assessore<br />

tra le file del nemico: per una che si definisce fortemente<br />

“anti-inciucio” è stato troppo. Figurarsi che nella stessa lotta delle<br />

mozioni, l’avvocatessa parteggiava per l’anima diccì Franceschini<br />

perché Bersani sarebbe stato “più dedito a compromessi”. La<br />

pasionaria dura e pura teramana si richiama all’intransigenza e<br />

quindi vola in regione indossando i panni da presidente del partito:<br />

“Una carica politica che ripristina alcuni equilibri anche territoriali<br />

troppo distorti a favore della costa”. “In questi quattro anni – sussulta<br />

Di Pasquale – lavorerò per fare una buona opposizione e per<br />

far diventare il Pd il nuovo partito di governo”.<br />

E sottolinea “governo”. Immaginare il futuro del Pd, oltre ad essere<br />

diventato sport nazionale, rientra in quel novero di categorie di<br />

idee platoniche in cui il concetto viene prima della forma, simbolo<br />

e gingle prima del popolo e delle sue esigenze. “Siamo destinati a<br />

morire perché continuiamo ed essere sordi ai richiami del popolo”.<br />

Inutile accennare al premier Berlusconi, “ha portato il senso del<br />

business affaristico in politica ma la gestione dello Stato è tutt’altra<br />

cosa”. Per <strong>Maurizio</strong> <strong>Brucchi</strong>, lo specchio di Manola è vuoto, senza<br />

riflessi: “I suoi primi giorni di governo sono stati inconsistenti, due<br />

progetti di cementificazione e basta; il resto tutto buche e traffico.<br />

<strong>Il</strong> 60% delle sue deliberazioni riguarda sponsorizzazioni agli eventi<br />

portati senza alcun criterio, il 30% ha a che fare con i dipendenti, il<br />

10% il Pit”. “Finito. Tutto qui”. La presidente termina a suo modo:<br />

“I clienti di un avvocato non vanno alla ricerca di un professionista<br />

bravo, ma di uno che non si vende”. u<br />

pag<br />

11


pag<br />

12<br />

il Crocifisso<br />

<strong>Il</strong> <strong>gobbo</strong><br />

<strong>napoletano</strong><br />

ipocrisie<br />

Per chi non è nato proprio ieri, sarà un ricordo facile quello<br />

di Don Giulio, il prete di città che se ne andava in giro con<br />

la sua fiammante Fiat 131 bianca, il sorriso stampato sul<br />

faccione, due occhi per lenti doppie da farti venire in mente il volto<br />

di Mario Carotenuto, un attore degli anni ‘50. Un affabulatore, un<br />

severo interprete ed utilizzatore ultimo della cucina teramana;<br />

un sottile intellettuale che non risparmiava critiche a nessuno,<br />

neanche al suo diretto Superiore... ‘mbé, adesso non esageriamo.<br />

Comunque, un uomo che<br />

non si faceva dimenticare<br />

presto.<br />

E tanti dei suoi studenti in<br />

istituto, lo ricordano ancora<br />

mentre alza in aria tre delle<br />

sue enormi dita a brandire un<br />

concetto o solo con l’indice ad<br />

indicare la luna, ma tu continui<br />

a guardargli intronato il<br />

dito: è così inspiegabilmente<br />

enorme che della luna non<br />

te ne può fregare di meno.<br />

Assunti, teorie ed irriverenze tecniche facevano di lui un caratteristico<br />

don Peppone. Voce grave che spaventava se non lo guardavi: la sua<br />

immagine ti rassicurava quando allargava le braccia per richiuderle<br />

con violenza intrecciando con uno schiocco scoraggiato le mani<br />

grasse dopo il periplo del ventre.<br />

Un sacerdote coraggioso, tanto da rimproverare, in aula, ad alunni<br />

disorientati da un’adolescenza incombente che a quei tempi li avrebbe<br />

presto portati a scegliere fra Comunione e Liberazione o Lotta<br />

Continua, tra menefreghismo (e oggi possiamo tranquillamente<br />

affermare che fu questa la scelta vincente, la scelta di chi ci governa<br />

oggi) o Impegno Sociale, insomma ad ammonire quei giovani di non<br />

confondere la Religione con la Superstizione. Non è sempre segno<br />

di spiritualità e devozione segnarsi il capo quando si passa davanti ad<br />

una chiesa o di fronte ad un’icona sacra: se fatti con sterile automatismo,<br />

si rivelano come insignificanti gesti scaramantici.<br />

Per quanto mi riguarda, non sono condizionato da credenze, non<br />

do retta a cartomanti e attraverso tranquillamente la strada assieme<br />

ai gatti neri sotto una scala. <strong>Il</strong> pesce comunque lo mangio<br />

di pre-sabato, preferisco le settimane con due giovedì e se si<br />

rompe uno specchio in casa - nessuna tragedia - per sette anni<br />

non mi faccio vedere in giro.<br />

<strong>Il</strong> leggendario Don Giovanni Iobbi, parroco di su la Madonnina<br />

novembre 2009<br />

di Mimmo Attanasii<br />

a Piazza Garibaldi, grande martoriatore di basette d’imberbi<br />

scolari irrequieti, insegnò ai discepoli di allora che se di mattina<br />

si fosse sbagliato ad allacciare la tonaca scalando di un’asola,<br />

avrebbe dovuto ricominciare dal principio quel puzzle tra gli<br />

infiniti bottoni di una tonaca che struscia per terra.<br />

Attenti a voi, ragazzi: chi ben comincia… è a metà dell’opera.<br />

In un Paese che ha subìto il tracollo etico e culturale, in balia<br />

di mafie, cosche malavitose e ‘ndrine, che versa in una non già<br />

preoccupante ma incurabile e devastante corruzione dei valori<br />

etici, morali e fiscali… in un Paese dove la solidarietà è delegata<br />

alle Milly Carlucci e seguito televisivo di veline e valletti nei giorni<br />

della bontà istituzionale di metà dicembre, mentre per strada i<br />

poveri si scannano tra loro e i ricchi fanno finta di separarli come<br />

gli scommettitori con i galli da combattimento… in sostanza, tutto<br />

il contrario di quanto predicato duemila anni fa da uno che si<br />

è fatto pure mettere in croce per salvare il mondo… in un Paese,<br />

porca miseria, che è anche il mio, dove vivo, sopravvivo ed ho<br />

fatto nascere i miei figli, mi si apre il cuore all’infarto a pensare<br />

che ci si scandalizza per una sentenza della Corte di Strasburgo<br />

sul crocefisso esposto nelle scuole e non ci si accorge che<br />

l’errore inammissibile è quello di non averlo schiodato prima<br />

dalla parete, battendosi il petto chi è credente o a risarcire la<br />

propria coscienza delle simulazioni morali, riconoscere di non<br />

essere degni di coinvolgere l’alto simbolo della cristianità in torbide<br />

faccende disumane rivissute ogni giorno senza imbarazzo<br />

calpestando i diritti degli altri.<br />

Gianluca Nicoletti, nel suo programma<br />

radiofonico Melog, su Radio24, qualche<br />

settimana fa ha voluto argomentare,<br />

assieme a filosofi, giornalisti e studiosi<br />

delle religioni, l’eco polemica diffusasi<br />

all’indomani della sentenza europea,<br />

chiedendo ai suoi interlocutori quanto<br />

siano pertinenti le legittimità d’appartenenza<br />

spirituale, il sentire religioso, fede<br />

e speranza cristiana in uomini come i<br />

Riina, i Provenzano e tutti i padrini vari,<br />

già confinati nelle patrie galere, che<br />

al momento della cattura si sono fatti<br />

sorprendere ieraticamente con la Sacra<br />

Bibbia sul comodino, nelle cui pagine<br />

sottili si occultavano i famigerati pizzini,<br />

a decretare morte e violenze per i nemici delle cosche. Semmai<br />

aleggiasse sopra a qualcuno l’ombra del dubbio, l’incertezza<br />

sulle intenzioni reali di Nicoletti nel volere accostare lo zelo<br />

religioso degli uomini di Cosa Nostra all’acceso dibattito sulla<br />

giustezza dell’esposizione del crocefisso nelle aule delle scuole<br />

italiane, non resterebbe a questi che chiedersi se quella croce<br />

in alto appesa sul muro stia ancora lì perché l’intonaco resiste<br />

al chiodo o se nel silenzio dei pensieri qualche parola se ne esca<br />

ancora dagli occhi per andarsi a posare, nello sconforto della<br />

speranza, sull’insegna cristiana.<br />

A questo punto, via le ipocrisie: meglio un <strong>gobbo</strong> <strong>napoletano</strong> col<br />

corno rosso da lisciare.<br />

Costa poco e va a finire che funziona bene pure con il lotto! u


pag<br />

14<br />

note linguistiche<br />

Accento sì,<br />

accento no!<br />

A<br />

lcuni alunni mi hanno posto il seguente quesito: “Dobbiamo<br />

sempre accentare le parole?!<br />

La mia risposta è stata secca: “Alcune sempre, alcune<br />

mai, altre solo a volte!”<br />

A proposito riporto di seguito alcune regole semplici e facili da<br />

ricordare.<br />

Sempre - È indispensabile e pertanto obbligatorio mettere<br />

l’accento:<br />

- sulle parole tronche (bontà, virtù, città, ecce.)<br />

- su alcuni monosillabi con dittongo ascendente (ciò, già, più,<br />

può, giù, ecc.)<br />

- sui composti con - blu, - su, - re, - tre (lassù, Barbablù, vicerè,<br />

trentatré, ecc.)<br />

- su alcune parole che, avendo un loro doppione, hanno bisogno<br />

dell’accento per distinguersi:<br />

è - verbo e - congiunzione<br />

là - avverbio di luogo la - articolo femminile<br />

dà - verbo dare da - preposizione semplice<br />

dì - giorno di - preposizione semplice<br />

lì - avverbio di luogo li - pronome personale<br />

sé - pronome personale se - congiunzione ipotetica<br />

sì - affermazione si - pronome personale<br />

ché - perché, affinché che - pronome relativo<br />

né - congiunzione negativa ne - pronome, particella avverbiale<br />

tè - nome (bevanda) te - pronome personale<br />

Mai - Non si mette mai l’accento:<br />

- sui monosillabi con una sola vocale, anche se tronchi per<br />

la semplice ragione che se la parola è formata da una sola<br />

sillaba l’accento non può che cadere su di essa (me, mi, su,<br />

fu, fa, sa, so, sta, blu, va, qui, qua, Po, Rho, tra, fra, ecc…);<br />

- sulle parole piane, ma in generale anche sulle sdrucciole e<br />

bisdrucciole, tranne nel caso che ci sia effettiva possibilità<br />

di equivoco (coltello, cucina: parole piane), (telefono: parola<br />

sdrucciola), (cantagliele: parola bisdrucciola) ma càpitano,<br />

novembre 2009<br />

di Maria Gabriella Di Flaviano<br />

per non confondere con capitano, intùito, per non confondere<br />

con intuìto ecc…<br />

A volte - In generale l’accento va dunque posto, a parte i casi<br />

obbligati sopra citati, solo quando la parola in questione potrebbe<br />

generare ambiguità o dare luogo a incomprensioni del testo.<br />

I vocaboli che seguono, cambiando accento, mutano anche di<br />

significato. L’accento, però, non è obbligatorio, se non nei termini<br />

appena chiariti:<br />

prìncipi - princìpi àncora - ancòra còmpiti - compìti<br />

Master Universitario<br />

di II livello in<br />

“Dirigenti Scolastici”<br />

L’Università di Teramo crea una nuova occasione formativa<br />

rivolta ai docenti di tutte le scuole di ogni ordine e grado che<br />

abbiano interesse a migliorare il proprio curriculum verso il ruolo<br />

dirigenziale, oppure assumere ruoli di coordinamento all’interno<br />

delle Istituzioni Scolastiche, pubbliche e private di ogni ordine e<br />

grado, nell’ambito delle numerose attività di supporto alla gestione<br />

che i collaboratori ed altre figure di staff possono svolgere insieme<br />

al Dirigente Scolastico.<br />

<strong>Il</strong> Master universitario di II livello in “Dirigenti Scolastici” intende<br />

fornire, attraverso un approfondimento teorico multidisciplinare<br />

ed esperienze pratiche, conoscenze e competenze specifiche in un<br />

percorso formativo che, partendo dall’esame delle riforme in atto,<br />

consenta una corretta interpretazione delle norme in vigore, nel<br />

quadro più complesso del settore giuridico-istituzionale nazionale<br />

ed europeo al fine di giungere agli importanti riflessi operativi ed<br />

organizzativi che comportano responsabilità, poteri e doveri per i<br />

dirigenti scolastici ed il corpo docenti.<br />

<strong>Il</strong> titolo conseguito, dopo la frequentazione del Master, è spendibile<br />

anche nelle graduatorie permanenti, d’istituto, interne e per i trasferimenti,<br />

oltre che a costituire, ai sensi della vigente normativa,<br />

un titolo preferenziale nelle procedure di reclutamento dei Dirigenti<br />

Scolastici.<br />

Requisito per l’iscrizione, il cui bando scadrà il 18 dicembre,<br />

consiste nel conseguimento della laurea specialistica o del vecchio<br />

ordinamento, come si evince al bando di ammissione stesso, disponibile<br />

sul sito d’Ateneo www.unite.it.<br />

Info: Università degli Studi di Teramo (Segreteria Master presso<br />

Fondazione Università di Teramo, Campus di Coste Sant’Agostino<br />

- Facoltà di Scienze politiche (da lunedì a venerdì dalle ore<br />

10.30 - 12.30; martedì e giovedì anche dalle ore 15.30 alle 17.30.<br />

Tel. 0861.266092-fax 0861.266091). E’ possibile, inoltre, utilizzare<br />

l’indirizzo e-mail bcardinale@unite.it contattando direttamente il<br />

professor Bernardo Cardinale coordinatore del Master.


dura lex sed lex<br />

Married<br />

for life<br />

(storie di vita<br />

coniugale)<br />

Una interessante sentenza della prima sezione civile della<br />

Corte di Cassazione, commentata da alcuni quotidiani di<br />

tiratura nazionale e da vari siti “internet” per la singolarità<br />

del caso, ci offre lo spunto di intitolare il presente articolo in<br />

maniera da parafrasare la nota lotteria “ Win for life” recentemente<br />

istituita. <strong>Il</strong> caso in questione riguarda una causa di divorzio inoltrata<br />

presso il Tribunale di Bologna e motivata dalla mancata consumazione<br />

del matrimonio. <strong>Il</strong> marito, in primo grado risultato vincitore<br />

nei confronti della moglie, ha ottenuto sentenza di cessazione degli<br />

effetti civili del matrimonio, ai sensi dell’art. 3 comma 2, lett.f<br />

(matrimonio non consumato) senza dover pagare alcun assegno divorzile<br />

alla moglie, data anche la estrema brevità della convivenza,<br />

durata appena sette giorni. <strong>Il</strong> verdetto di primo grado è stato, però,<br />

parzialmente ribaltato dal giudice di appello che nel confermare la<br />

mancata consumazione del matrimonio, poneva a carico del marito<br />

un assegno divorzile di € 250,00, compensando le spese legali di<br />

novembre 2009<br />

SERA<br />

EMOZIONI D’ARREDO<br />

a cura di<br />

Amilcare Laurìa ed Elvio Fortuna<br />

Rende più caldo il tuoNatale o<br />

avvocati associati<br />

entrambi i giudizi. La favorevole (per la moglie) decisione<br />

sull’assegno divorzile è stata motivata dal giudice di<br />

gravame sulla base della particolare disparità dei patrimoni<br />

dei coniugi. <strong>Il</strong> marito ha proposto ricorso avverso la<br />

decisione del giudice di secondo grado, denunciandone<br />

la contraddittorietà della motivazione stante la estrema<br />

brevità del matrimonio, circostanza questa ritenuta del<br />

tutto pacifica dai giudici di appello, che avrebbe dovuto<br />

far escludere la corresponsione dell’assegno in favore<br />

della moglie. La prima sezione della Corte di Cassazione<br />

con la decisione del 4 febbraio 2009 n. 2721 ha, tuttavia,<br />

respinto il ricorso, confermando la sentenza del giudice di appello<br />

ritenendola del tutto incensurabile dei vizi di contraddittorietà denunciati,<br />

e condannando il ricorrente alle spese di giudizio. Secondo<br />

i giudici del “Palazzaccio”, contrariamente a quanto affermato dal<br />

ricorrente, l’estrema brevità del matrimonio non è stata affatto<br />

negletta dalla Corte di Bologna, che anzi l’ha tenuta ben in considerazione<br />

dal momento che l’assegno divorzile è stato determinato in<br />

misura molto inferiore al petitum (a quanto richiesto) dalla moglie.<br />

La sentenza in argomento, vivacemente commentata, appare, pur<br />

nella sua scarna motivazione, esente da critiche, poiché l’assegno,<br />

vista l’esiguità dell’importo, ha una funzione tipicamente alimentare<br />

ed appare commisurato alla dimostrata disparità dei patrimoni<br />

dei due litiganti.<br />

Ragion per cui, se pensate che il matrimonio sia solo un investimento,<br />

abbiate cura di scegliere il coniuge sulla base delle sue<br />

qualità patrimoniali! u<br />

<br />

pag<br />

15


Corso S. Giorgio n. 36 - 64100 Teramo • Tel. 0861.241883 - Fax 0861.242800 • e-mail: <strong>info</strong>@fondazionetercas.it - sito internet: www.fondazionetercas.it<br />

AVVISO PER PROGETTI DI SOGGETTI EMERGENTI<br />

ANNO 2010<br />

Con il presente avviso, la Fondazione Tercas intende individuare, nel settore<br />

“Arte, attività e beni culturali, iniziative meritevoli di finanziamento<br />

proposte da enti senza fini di lucro e relative a una delle seguenti aree<br />

tematiche:<br />

a) MUSICA;<br />

b) TEATRO;<br />

c) ATTIVITÀ CULTURALI ED ARTISTICHE diverse da musica e teatro.<br />

Tali iniziative dovranno essere promosse da organismi no profit del territorio,<br />

non ancora affermati, ai quali la Fondazione vuole dare occasioni di<br />

emergere e trovare spazi di evidenza.<br />

Non sono riconducibili al novero delle iniziative finanziabili ai termini del<br />

presente avviso quelle che, pur in presenza di alcune delle caratteristiche di<br />

seguito specificate, abbiano assunto il carattere della stabilità e continuità.<br />

La Fondazione si riserva di suggerire, discutere e chiedere modifiche e<br />

adattamenti riguardanti i progetti proposti. Si riserva altresì la facoltà di raccogliere<br />

– dalle istanze avanzate – indicazioni, spunti e idee per lo sviluppo<br />

di compiuti progetti da realizzare anche con interventi diretti, eventualmente<br />

con modalità diverse da quelle originarie.<br />

REQUISITI DI PARTECIPAZIONE<br />

Saranno ammesse alla selezione le domande presentate da soggetti:<br />

a) costituiti da almeno un anno dalla data di pubblicazione del presente<br />

avviso, con atto pubblico o scrittura privata regolarmente registrati;<br />

b) di natura privatistica;<br />

c) senza scopo di lucro;<br />

d) con sede nel territorio della Provincia di Teramo.<br />

REGOLE DI PARTECIPAZIONE<br />

Le istanze devono essere trasmesse entro la data di venerdì 15 gennaio<br />

2010 a mezzo LETTERA RACCOMANDATA A.R. al seguente recapito:<br />

Fondazione Tercas - Corso S. Giorgio n. 36 - 64100 Teramo o mediante<br />

POSTA ELETTRONICA CERTIFICATA al seguente indirizzo: fondazionetercas@legalmail.it.<br />

La spedizione a mezzo lettera raccomandata a.r. si considererà pervenuta<br />

tempestivamente se accettata dal servizio postale entro la data di venerdì<br />

15 gennaio 2010 (farà fede il timbro dell’Ufficio Postale), purché recapitata<br />

agli uffici della Fondazione nei sette giorni successivi a detto termine.<br />

Solo a partire dal giorno giovedì 10 dicembre 2009 sarà possibile trasmettere<br />

le istanze mediante CONSEGNA MANUALE da effettuarsi presso<br />

la sede di Palazzo Melatino, in Largo Melatini 17/23, Teramo, entro le ore<br />

12.00 di venerdì 15 gennaio 2010.<br />

Non saranno ritenute regolarmente recapitate le richieste trasmesse o recapitate<br />

in modo diverso da quello sopra indicato, comprese quelle inviate<br />

o recapitate tramite gli sportelli di Banca Tercas Spa.<br />

<strong>Il</strong> mancato rispetto dei termini e delle modalità di consegna o spedizione di<br />

cui sopra comporterà l’automatica esclusione delle relative istanze.<br />

Gli interessati dovranno inoltre attenersi alle regole di seguito riportate.<br />

1. A ciascun soggetto è consentito avanzare una sola proposta: in ogni<br />

caso solo quella protocollata per prima verrà presa in esame.<br />

2. Ciascuna domanda dovrà contenere un unico progetto; dovrà inoltre atte-<br />

nersi a quanto di seguito indicato:<br />

a) la busta contenente l’istanza ed i relativi allegati dovrà riportare la dicitura<br />

“AVVISO DEL 16.11.09”;<br />

b) la domanda ed i relativi allegati dovranno essere prodotti in duplice<br />

copia;<br />

c) l’istanza deve essere redatta, a pena di esclusione, sul modello “AV-<br />

VISO DEL 16.11.09 – MODELLO DI DOMANDA” all’uopo predisposto,<br />

disponibile sul sito internet www.fondazionetercas.it e presso gli uffici<br />

dell’Ente;<br />

d) la presentazione del suddetto modello di domanda comporterà l’obbligo<br />

di adempiere a tutti gli impegni nel presente avviso o nel modello di<br />

domanda;<br />

e) la compilazione del modello in ogni quadro è da considerarsi essenziale<br />

ed è richiesta a pena di esclusione anche quando le notizie richieste<br />

dal modello siano contenute nella documentazione allegata;<br />

f) se sono previste quote di finanziamento a carico di altri soggetti diversi<br />

dalla Fondazione, il richiedente dovrà allegare copia della domanda<br />

inoltrate a tali soggetti;<br />

g) alla domanda devono essere allegati:<br />

- il modulo per il consenso al trattamento dei dati personali;<br />

- una copia dell’Atto costitutivo e dello Statuto dell’Ente richiedente,<br />

l’elenco completo degli associati e delle persone fisiche che fanno<br />

parte degli organi;<br />

- il progetto analitico dell’iniziativa e il preventivo economico-finanziario<br />

dettagliato;<br />

- una copia degli ultimi due bilanci d’esercizio approvati<br />

(o dell’ultimo bilancio approvato se il richiedente è costituito<br />

da meno di due anni);<br />

- ogni altra documentazione integrativa ritenuta utile per la valutazione<br />

della domanda.<br />

Le domande non redatte secondo le indicazioni fornite saranno considerate<br />

incomplete e non verranno prese in considerazione.<br />

3. Le domande devono riguardare progetti:<br />

a) da realizzarsi nella Provincia di Teramo nel periodo 15 marzo 2010 -<br />

14 marzo 2011;<br />

b) riconducibili alle seguenti aree tematiche:<br />

- Musica;<br />

- Teatro;<br />

- Attività culturali ed artistiche diverse da musica e teatro, con<br />

esclusione degli interventi di conservazione e valorizzazione di beni<br />

artistici e monumentali;<br />

c) proposti da enti non profit sede nella Provincia di Teramo;<br />

d) che non prevedono corrispettivi in alcuna forma né rimborsi spese<br />

forfettari per l’ente proponente, per i suoi organi o per gli associati.<br />

Non sono considerate coerenti con le finalità del presente avviso le richieste<br />

relative ad iniziative che, attraverso la realizzazione di spettacoli, concerti<br />

e manifestazioni culturali di vario genere, perseguono obiettivi riconducibili<br />

agli altri settori di intervento della Fondazione (Conservazione beni culturali<br />

e promozione del turismo culturale; Ricerca scientifica e tecnologica; Volontariato,<br />

filantropia e beneficenza; Salute pubblica, medicina preventiva e<br />

riabilitativa; Educazione, istruzione e formazione).<br />

4. <strong>Il</strong> contributo richiesto alla Fondazione deve essere contenuto nell’ammontare<br />

massimo di €10.000,00 (euro diecimila/00).


5. Sono considerati comunque INAMMISSIBILI alle sovvenzioni previste<br />

dal presente avviso i progetti riguardanti:<br />

a) festival e rassegne;<br />

b) corsi, seminari e laboratori o comunque attività di natura formativa, anche<br />

in vista di una rappresentazione finale;<br />

c) concorsi e premi, anche in vista di una rappresentazione finale;<br />

d) concerti e/o spettacoli da realizzarsi in occasione delle festività del Natale<br />

e della Pasqua;<br />

e) rappresentazioni cinematografiche, mostre, conferenze, convegni,<br />

pubblicazioni e CD;<br />

f) iniziative di carattere dialettale e folcloristico.<br />

6. Ai sensi di quanto stabilito dalle norme regolamentari della Fondazione, è<br />

in ogni caso ESCLUSA la finanziabilità di iniziative:<br />

a) di natura commerciale, lucrativa o che producano comunque un profitto<br />

a vantaggio dei loro promotori;<br />

b) provenienti da movimenti politici, da organizzazioni sindacali o di categoria;<br />

c) provenienti da associazioni sportive di natura professionale o dilettantistica.<br />

CRITERI DI SELEZIONE E MOTIVI DI PREFERENZA<br />

La Fondazione procederà ad assegnare i fondi alle richieste tenendo conto,<br />

a parità di altre condizioni:<br />

a) delle potenzialità dell’organismo proponente e della sua base partecipativa;<br />

b) del coinvolgimento di forze artistiche e risorse culturali locali che cercano<br />

occasione di inserimento e maturazione professionale;<br />

c) delle prospettive di coinvolgimento nell’iniziativa di una larga base di soggetti<br />

sia per l’aspetto artistico sia per la fruizione;<br />

d) della capacità di più organismi di coordinarsi per costruire progetti di maggiore<br />

interesse e di più allargata partecipazione;<br />

e) dell’economicità del progetto;<br />

f) della capacità di reperire anche altre fonti di finanziamento, con particolare<br />

riferimento agli enti locali.<br />

La decisione sull’ammissione al finanziamento sarà adottata con delibera<br />

del Consiglio di Amministrazione della Fondazione; il giudizio è insindacabile.<br />

ASSEGNAZIONE ED UTILIZZO DEI FINANZIAMENTI<br />

I soggetti ammessi al finanziamento dovranno produrre, nel termine che<br />

sarà comunicato e, comunque, prima dell’avvio della propria iniziativa:<br />

a) il programma definitivo dell’iniziativa, indicando e motivando le eventuali<br />

modifiche apportate al progetto iniziale;<br />

b) il piano economico finanziario aggiornato, dando evidenza all’esito<br />

delle altre richieste di contributo indicate nella domanda ed all’eventuale<br />

impegno del richiedente stesso ad accollarsi la parte dei finanziamenti<br />

attesi che non dovessero trovare conferma.<br />

Nell’ipotesi di modifiche rilevanti rispetto al progetto iniziale, lo stesso sarà<br />

oggetto di una nuova valutazione da parte del Consiglio di Amministrazione<br />

della Fondazione.<br />

Sulla base di queste indicazioni il Consiglio d’Amministrazione procederà<br />

all’assegnazione definitiva dei fondi che sarà formalizzata mediante la<br />

sottoscrizione di un’apposita Convenzione, nella quale saranno specificati<br />

termini e condizioni che regoleranno le erogazioni del contributo accordato<br />

Ogni eventuale modifica per qualunque causa apportata al progetto successivamente<br />

alla firma della Convenzione, dovrà essere preventivamente<br />

approvata dalla Fondazione.<br />

Modifiche non preventivamente approvate possono comportare la riduzione<br />

del contributo al momento dell’erogazione o anche la revoca dello stesso.<br />

AVVERTENZE<br />

Contenuto dei preventivi<br />

I contributi della Fondazione sono finalizzati al finanziamento di specifiche<br />

iniziative e non al sostegno generico dell’attività dei soggetti proponenti: le<br />

spese del preventivo economico di ciascun progetto dovranno quindi riferirsi<br />

in modo diretto, specifico ed esclusivo alla realizzazione dello stesso.<br />

<strong>Il</strong> preventivo potrà, tuttavia, comprendere una quota-parte di spese generali<br />

direttamente riferibili al progetto finanziato per un importo massimo del 5%<br />

dei costi complessivi; solo per le spese rientranti in tale quota – da illustrarsi<br />

ed elencarsi comunque in dettaglio nella rendicontazione finale – potranno<br />

non essere prodotti i documenti giustificativi.<br />

Non possono essere coperte dal finanziamento della Fondazione i costi<br />

relativi a:<br />

1) compensi a favore di persone che fanno parte dei soggetti proponenti<br />

(fondatori, associati e cariche istituzionali);<br />

2) rimborsi spese forfetari sotto qualsiasi forma a chiunque corrisposti;<br />

3) acquisto di attrezzature durevoli.<br />

Privacy<br />

Tutti i dati saranno trattati nel rispetto di quanto previsto dal D.Lgs 196/2003<br />

(Codice in materia di protezione dei dati personali) e secondo le modalità<br />

indicate nell’<strong>info</strong>rmativa allegata al modello di domanda.<br />

Rinvio<br />

Per quanto non specificatamente disciplinato dal presente avviso, sono ad<br />

ogni effetto richiamate, oltre alla normativa vigente in materia, le disposizioni<br />

dello Statuto e del Regolamento dell’attività istituzionale della Fondazione,<br />

disponibili sul sito internet www.fondazionetercas.it, che i soggetti<br />

interessati dichiarano di conoscere integralmente al momento della compilazione<br />

e sottoscrizione del modulo di domanda.<br />

Codice di condotta<br />

Si rende noto, inoltre, che gli esponenti, i dirigenti, i dipendenti e i collaboratori<br />

della Fondazione, nonché i terzi che svolgano attività nell’interesse e/o<br />

a vantaggio della Fondazione stessa sono tenuti ad osservare le norme del<br />

Codice di condotta approvato con delibera del Consiglio di Indirizzo del<br />

31.07.2008, anch’esso disponibile sul sito internet www.fondazionetercas.it.<br />

Ritenuta di acconto<br />

Ai sensi dell’art. 28 del DPR 600/73, è prevista l’applicazione di una ritenuta<br />

di acconto del 4% sui contributi accordati anche a Enti e Associazioni<br />

non profit qualora siano esercitate, anche in via occasionale, attività di natura<br />

commerciale ex D.P.R. 917/86 (Testo unico delle imposte sui redditi)<br />

e D.P.R. 633/72 (Istituzione e disciplina dell’imposta sul valore aggiunto)<br />

direttamente collegate alla manifestazione beneficiaria del contributo (es.:<br />

sponsorizzazioni o proventi derivanti da pubblicità commerciale, vendita di<br />

gadget o altro, somministrazione di alimenti e bevande).<br />

I soggetti beneficiari sono pertanto tenuti a dichiarare se ricorrono i presupposti<br />

per l’applicazione di tale ritenuta.<br />

<strong>Il</strong> presente avviso è pubblicato dalla Fondazione Tercas in via del tutto<br />

volontaria e di autodeterminazione, senza alcun obbligo normativo.<br />

Teramo, 16 novembre 2009<br />

<strong>Il</strong> Presidente<br />

Prof. Avv. Mario Nuzzo


pag<br />

18<br />

l’oggetto del desiderio<br />

L’Opale<br />

L’<br />

opale può veramente essere considerato una delle<br />

pietre preziose più belle che conosciamo. <strong>Il</strong> nome<br />

stesso upala, nell’antico Sanscrito, significava<br />

«pietra preziosa». <strong>Il</strong> suo gioco di colori è eccezionale ed inimitabile:<br />

la gamma va dal rosso all’arancio, dal giallo-verde<br />

al blu, al violetto e spesso risplendono in una pietra tutte le<br />

sfumature possibili. Questo fenomeno è così tipico dell’opale<br />

che per indicarlo, in gemmologia, si usa il<br />

termine opalescenza. Essa è dovuta alla sottile<br />

struttura lamellare e forse alla presenza<br />

di idrocarburi che provocano fenomeni di<br />

interferenza della luce.<br />

Opale nobile. Nella credenza popolare fu<br />

considerata per molto tempo una pietra<br />

portafortuna. <strong>Il</strong> fatto che l’opale sia relativamente<br />

fragile e possa rompersi per sbalzi<br />

di temperatura o forti scosse, deve aver<br />

alimentato tale credenza. L’opale nobile è di colore bianco<br />

lattiginoso tendente al celeste. Esiste una serie di altri opali<br />

che hanno nomi diversi a seconda del colore. L’Opale latteo è<br />

diafano, di colore bianchiccio, a volte anche giallastro o grigio<br />

e possiede nessuna o poca opalescenza. L’opale più prezioso<br />

e costoso è l’Opale nero, varietà molto rara proveniente<br />

dall’Australia. L’opalescenza di questa pietra è di color blu intenso,<br />

rosso o verde su fondo scuro. Se l’opale trasparente di<br />

Franco Chionchio,<br />

una storia<br />

Prologo<br />

<strong>Il</strong> mio compito non è di dare agli altri ciò che è obiettivamente<br />

il meglio, ma ciò che è mio, nel modo più puro e<br />

sincero. (Tratto da Letture da un minuto, di Herman Hesse, a<br />

cura di Volker Michelis)<br />

Incredibile, sono passati davvero 30 anni! Se non fosse per<br />

il luccichio di questi trofei che ogni giorno illuminano il mio studio,<br />

riflettendo una valanga di ricordi sulla vetrina del mobile in<br />

cui sono gelosamente custoditi... Se nei ripiani non ci fossero<br />

pagine e pagine di giornali accuratamente suddivisi in cartelle<br />

e poi, per contrasto, targhe-ricordo ancora chiuse in attesa<br />

di trovare un posto in rima fila... Oppure, se in soffitta non ci<br />

fossero scatoloni pieni di foto ancora da sistemare, e sui muri<br />

quadri appesi che rappresentano solo la minima parte di ciò<br />

che meriterebbe di essere messo in mostra...<br />

E ancora, se nei cassetti non occupassero spazio gagliardetti,<br />

stemmi, monete estere e spillini sparpagliati in contenitori,<br />

o se non vedessi nella libreria depliant provenienti da tutte le<br />

parti del mondo...<br />

novembre 2009<br />

di Carmine Goderecci<br />

di Oro e Argento<br />

color rosso fiamma o rosso arancio, allora viene detto Opale<br />

di fuoco; quest’ultima varietà proviene principalmente dal<br />

Messico e il suo colore è dovuto alla presenza di ferro. Gli<br />

esemplari più belli fanno pensare al rosso acceso fiammeggiante<br />

dei raggi del sole al tramonto. Essi vengono talvo1ta<br />

lavorati a gradini per mettere in risalto la trasparenza. Non<br />

molto tempo fa fu scoperto in Brasile una varietà color<br />

verde mela, chiaro e trasparente, priva di opalescenza cui<br />

fu dato il nome di Opale verde. Nonostante il nome invece,<br />

l’Opale muschio non è verde ma latteo con inclusioni nere<br />

che fanno ricordare il muschio. C’è poi una varietà incolore<br />

e trasparente chiamata lalite e un’altra opaca di colore<br />

giallo verde per le inclusioni di nichelio detta<br />

Crisopale. Altre varietà sono l’Opale xiloide,<br />

l’Opale girasole, l’Opale agata, l’Opale<br />

idrofane, l’Opale arlecchino. Per ricavare la<br />

massima opalescenza l’opale viene lavorata<br />

a cabochon o ad altre forme tonde o<br />

tondeggianti; solo l’opale di fuoco e quello<br />

verde vengono anche sfaccettati. Da molto<br />

tempo l’opale è noto e ricercato come pietra<br />

preziosa. La regina Vittoria d’Inghilterra<br />

usava regalare di frequente opali ai membri della sua famiglia.<br />

Durante il suo regno l’Ungheria era ancora una dei più<br />

importanti produttori di opali. Quando però furono scoperti<br />

in Australia notevoli giacimenti di opali di ottima qualità,<br />

diminuì molto l’importanza di quelli ungheresi. Oggi i paesi<br />

di provenienza più importanti sono Australia, Messico (opale<br />

di fuoco). Oltre a questi meno importanti sono i giacimentideI-&zasile,<br />

dell’Honduras e degli USA. u<br />

Allargando lo sguardo poi, se<br />

la mia casa non fosse colma di<br />

souvenir, di pezzi unici che ancora<br />

parlano e raccontano storie<br />

in lingue diverse... Dunque, se<br />

il fascino di questa accozzaglia<br />

di ricordi non fosse dato proprio<br />

dal loro disordine accurato che<br />

si incastra perfettamente con<br />

la nitida visione che ho nella<br />

mente... Se ciò che respiro<br />

ogni mattina, in definitiva, non<br />

testimoniasse una vita vissuta<br />

intensamente... Per farla breve,<br />

se la mia casa non fosse colma<br />

di tracce tangibili, di prove, che<br />

tutto ciò è accaduto realmente,<br />

stenterei ancora a crederci. Invece è tutto vero. La mia straordinaria<br />

avventura è cominciata nel 1977 e non è ancora finita.<br />

“TiroFranco, La Pallamano… ma che razza di sport è?”<br />

Biografia di Franco Chionchio, di Carla Trippini<br />

Editrice Albatros - <strong>Il</strong> Filo<br />

è nelle librerie di Teramo


pag<br />

20<br />

tempi moderni<br />

<strong>Marco</strong><br />

<strong>Valerio</strong><br />

Marziale<br />

quod pectus<br />

chi ha il vizio del fumo e ci sono i fumatori; quelli che<br />

fanno l’amore e chi si spazza per strada la prima che in-<br />

C’è<br />

contra, che se non respira più va bene pure se è ancora<br />

calda; chi si compiace come parsimonioso e l’avaro che si stringe<br />

forte al petto la borsa dei denari; da chi è matto nel villaggio a<br />

chi, colto continuamente da follie pericolose, diviene d’incanto un<br />

singolare, un insolito eccentrico, un simpatico stravagante perché<br />

figlio di professionista facoltoso piuttosto che un signorotto locale<br />

appassionato a dispensare favori dalle segreterie politiche sempre<br />

affollate. Peccati, sensi di colpa, rampogne e reprimende morali;<br />

allegorie e parabole testamentarie ci fanno compagnia durante il<br />

nostro cammino mondano. Se è vero che l’uomo senza vizi è una<br />

minestra senza sale; se, nientemeno, potrebbe bastare l’avvalersi<br />

delle prescritte modalità d’espiazione per mezzo di sacrifici di riparazione,<br />

dettate da qualche parte, nell’Antico Testamento (Levitico<br />

4 e 5), a questo punto, non ci resta che piangere sul latte versato<br />

e addebitare, com’è in uso da qualche tempo immemore nella<br />

penisola italica, le colpe, ancora una volta, alla tradizione D.C.<br />

E mo’ che ci azzeccano i Fanfani, gli<br />

Andreotti e compagnia bella?<br />

Nulla. È che però, nei secoli dei secoli,<br />

del dopo Cristo, con l’affermarsi<br />

delle confessioni cristiane - cattolici,<br />

protestanti, ortodossi, testimoni di<br />

Geova, mormoni, etc., - i Vizi capitali,<br />

definiti da Aristotele come “gli abiti<br />

del male”, hanno acquisito una forte<br />

caratteristica, un’eccessiva sensibilità<br />

al senso di colpa, che inevitabilmente conduce al disagio mentale,<br />

assolutamente prima dell’espiazione del peccato.<br />

Le cronache politiche sui gusti sessuali degli amministratori<br />

pubblici in libera uscita hanno suscitato polemiche e sguaiataggini,<br />

come per il Governatore libertino che si è fatto sorprendere in mutande,<br />

mentre disquisiva di cattedre filosofiche con i trans Brenda<br />

e Natalie. C’è chi sostiene che nella vita privata uno può fare ciò<br />

che vuole e chi afferma il contrario. Una domanda impertinente ha<br />

attraversato la rete con blogging a raccogliere pareri ed impressioni<br />

di chi si fosse ritrovato all’improvviso in una sala operatoria,<br />

per un intervento alle coronarie, dinanzi ai baffoni a manubrio di un<br />

celebre ed illustre chirurgo, che però, per gli amici della notte, si<br />

farebbe chiamare Samantha la selvaggia… ‘mbé, non proprio tutti<br />

possono fare quel che gli pare.<br />

Lasciva è la mia pagina, ma onesta la vita, è un epigramma che<br />

mal si adatta ai giorni nostri. <strong>Il</strong> governatore avrebbe potuto citare<br />

novembre 2009<br />

Canto Sedicesimo<br />

di Mimmo Attanasii<br />

i versi del poeta spagnolo, naturalizzatosi nella capitale imperiale,<br />

<strong>Marco</strong> <strong>Valerio</strong> Marziale. Scarso sarebbe stato il successo.<br />

E allora, si riparta dalla gavetta: un appello a Simona Ventura<br />

affinché promuova la candidatura all’Isola dei famosi per tutti quei<br />

derelitti del sesso, non già vittime di se stessi, ma di un voyeurismo<br />

cronico che impregna alcuni strati della società.<br />

«Togliere la “dipendenza sessuale” a un italiano è come chiedergli<br />

di evitare la cadenza musicale quando parla» (Celia Walden del<br />

Daily Telegraph).<br />

“Quod pectus, quod crura tibi, quod bracchia uellis, quod cincta est<br />

breuibus mentula tonsa pilis: hoc praestas, Labiene, tuae – quis<br />

nescit? – amicae. Cui praestas, culum quod, Labiene, pilas?”<br />

(Se il petto ti radi per bene, e le gambe e le braccia, ed il pene è<br />

rasato con ottimo taglio, tutti lo sanno, Labieno – non mi sbaglio! –<br />

che lo fai per l’amica del cuore. Ma per chi depili l’ano. Questo, poi<br />

è un arcano). u<br />

<strong>Il</strong> libro<br />

Tratto da<br />

“<strong>Il</strong> Miele”<br />

di Tonino<br />

Guerra<br />

Maggioli Editore<br />

Una volta veniva un sacco di gente a fare penitenza<br />

al ponte delle candele perché domandavano la grazia<br />

per dei soldati che erano in guerra, per delle storie d’amore,<br />

delle malattie, per avere dei soldi, la giovinezza, delle voglie nascoste,<br />

per esempio molti non avevano più un’intesa con l’uccello,<br />

se gli dicevano: pronto? Lui rispondeva: no!<br />

Bastava passare sopra il ponte fino alla croce del mulino<br />

con una candela accesa che non si doveva spegnere.<br />

Però tirava vento, un’arietta che veniva giù<br />

dalla montagna e le mani facevano fatica<br />

a tenere coperta la fiamma e allora prova, riprova, un mese, un anno...<br />

A una vecchia che stava arrivando in fondo<br />

le hanno preso fuoco i panni e si è bruciato ranno e sapone.<br />

Fu da quella disgrazia lì che la gente<br />

ha smesso quella devozione e non arriva più nessuno.<br />

La domenica passata ho dato un’occhiata al ponte<br />

e ho visto il figlio sciocco della Filomena<br />

che aveva in mano una candela accesa.<br />

La fiamma era dritta e non la muoveva neanche la brezza<br />

che veniva giù lungo il fiume. Quale grazia domanderà?<br />

Una vita normale o andare avanti con la sua testa matta?<br />

Prima di arrivare alla croce del mulino<br />

che era lì a due passi, si è fermato e ha soffiato sul lume.


coldiretti <strong>info</strong>rma<br />

Influenza<br />

A<br />

“Merenda<br />

antivirus”<br />

merenda anti virus” composta<br />

da una ampia varietà<br />

“Una<br />

di frutta di stagione insieme<br />

a latte, uova e alimenti ricchi di elementi<br />

probiotici quali yogurt e formaggi è stata<br />

servita nell’ambito del Forum Internazionale<br />

dell’Agricoltura e dell’alimentazione<br />

organizzato dalla Coldiretti a Cernobbio.<br />

Dalle mele alle pere, dal kiwi al fico d’India<br />

fino al melograno sono molte le alternative<br />

rese disponibili nella stagione autunnale<br />

che possono avvicinare anche i più riottosi<br />

al consumo di frutta il cui consumo è particolarmente<br />

importante nel rafforzamento<br />

delle difese immunitarie necessarie nella<br />

prevenzione dell’influenza, come ha sottolineato<br />

il Presidente Campus biomedico di<br />

novembre 2009<br />

Roma, che ha offerto supporto scientifico<br />

all’iniziativa. Nell’attività di prevenzione nei<br />

confronti della diffusione dell’influenza A<br />

tra gli alunni nel nuovo anno scolastico ci<br />

sarà infatti anche il più vasto programma<br />

comunitario per la distribuzione gratuita di<br />

frutta nelle scuole, che in Italia coinvolgerà<br />

quasi 800.000 alunni delle primarie in tutte<br />

le Regioni e nelle Province Autonome. <strong>Il</strong><br />

programma frutta nelle scuole, cofinanziato<br />

dall’Unione Europea, prevede un investimento<br />

complessivo di 26 milioni di euro per<br />

l’annualità 2009/2010 che garantisce una<br />

capillare partecipazione in tutta la penisola<br />

alla “merenda antivirus”.<br />

In Italia purtroppo un bambino su quattro<br />

non consuma ortofrutta a tavola almeno<br />

una volta al giorno e con il progetto si punta<br />

dunque ad incentivare i consumi di frutta<br />

e verdura tra i bambini di età compresa tra<br />

i 6-11 anni con la distribuzione gratuita di<br />

almeno quattro specie di prodotti ortofrutticoli<br />

per merenda in più occasioni, che<br />

sarà accompagnata da attività <strong>info</strong>rmative<br />

sulle funzioni nutrizionali anche attraverso<br />

fattorie didattiche, laboratori sensoriali,<br />

creazione di orti scolastici. La frutta che<br />

verrà distribuita nelle scuole sarà quella di<br />

di Nicola Lucci<br />

Coldiretti Teramo<br />

stagione e del territorio, per coniugare la<br />

salute con il concetto di identità produttiva<br />

e di rispetto dell’ambiente, in altre parole<br />

“a chilometri zero”. Una iniziativa che punta<br />

ad avere un effetto moltiplicatore attraverso<br />

la promozione, anche nelle case, di stili<br />

alimentari sani che aiutano a proteggere la<br />

salute. Oltre ad avere un effetto concreto<br />

per fronteggiare<br />

nell’immediato,<br />

insieme ai vaccini,<br />

l’emergenza<br />

dell’influenza A nelle<br />

scuole, il progetto è<br />

importante nell’educazione<br />

al consumo<br />

di cibi sani per combattere<br />

la dilagate obesità, con un bambino<br />

italiano su tre che è obeso o in sovrappeso.<br />

Secondo l’ultima indagine “Okkio alla Salute”<br />

del Ministero della Salute in Italia, più<br />

di un bambino su tre di età compresa tra i 6<br />

e gli 11 anni pesa troppo ed in particolare il<br />

12,3 per cento dei bambini e’ obeso, mentre<br />

il 23,6 per cento e’ in sovrappeso soprattutto<br />

per le cattive abitudini alimentari e<br />

la mancanza, in vari casi, di una corretta<br />

<strong>info</strong>rmazione. u<br />

pag<br />

21


pag<br />

22<br />

in giro<br />

Montorio<br />

al Vomano<br />

I Tesori del Monte d’oro<br />

Edelweiss Magno ha i capelli corvini, occhi scuri, forme<br />

generose.<br />

<strong>Il</strong> nome evoca origini teutoniche ma per tutti a Montorio è<br />

solo Elvezia e, cucina da Dio!<br />

Me la presenta Camillo Martegiani, montoriese doc e apprezzato<br />

funzionario dell’Equitalia a Teramo.<br />

La donna, attorno al grande tavolo di legno, scherza con le amiche<br />

mentre tira la pasta per creare i<br />

suoi famosi ravioli dolci con il sugo<br />

di castrato, tirato ben bene.<br />

<strong>Il</strong> fuoco del camino scoppietta, al<br />

gocciolare del condimento di salsicce<br />

rosolanti.<br />

La pentola, dove cuociono le grandi<br />

mazzarelle, sembra scoppiare, tanto<br />

è piena. Qui, al contrario di quelle<br />

teramane, il fegato, il polmone e il<br />

cuore, affogano in ingredienti saporiti<br />

come lardo, uova sode, tuorli,<br />

formaggio fresco e le varie erbette.<br />

La legna di lentisco rilascia particolari<br />

aromi, brucia lentamente,<br />

preparando nuova brace per la<br />

carne. Un tempo, la grande fiera del primo novembre, dei Santi,<br />

era il ritrovo di tutti i commercianti di bestiame. Montorio era la<br />

“città dei macellai”.<br />

A Natale ne fa ancora le spese il maiale, tra salsicce e lardo da<br />

stagionare per servirlo con olive, alloro e finocchio selvatico.<br />

Tutto continua immutato negli anni, dall’olio, alla carne, all’ulti-<br />

novembre 2009<br />

di Sergio Scacchia<br />

Foto di Sergio Pancaldi<br />

ma zucchina. I piccoli orti allestiti su di alcune verande regalano<br />

peperoncini cocenti, ciliegie di pomidoro. Le vecchie tradizioni non<br />

muoiono mai da queste parti.<br />

Sono scandite dal susseguirsi delle stagioni. Vivono nella gastronomia,<br />

nel famoso gioco a carte dello Stu’, nelle manifestazioni<br />

del Carnevale morente, nella rappresentazione del presepe<br />

artigianale di Gavioli. La paura del terremoto è passata, anche se<br />

ancora sono visibili i segni del disastro. Non a caso, il paese è stato<br />

inserito nella lista dei 49 comuni che usufruiscono dei benefici<br />

del decreto Bertolaso. A Montorio, dei movimenti inconsulti della<br />

terra se ne intendono.<br />

Lucio Nallira più di 70 anni vissuti<br />

all’ombra del “Monte d’Oro” è l’enciclopedia<br />

del paese. A proposito di<br />

sisma ricorda quelli del 21 aprile e<br />

8 maggio del 1958 del quinto grado<br />

Mercalli, quello del 26 settembre<br />

1969, del sesto.<br />

La piazza è dedicata alla memoria<br />

di Ercole Vincenzo Orsini, patriota,<br />

in arte liutaio, che qui fu trucidato<br />

dai fascisti. La bella Collegiata di<br />

San Rocco e il palazzo Marchesale<br />

Camponeschi<br />

Catara del 1522, la<br />

rendono superba.<br />

Fu la contessa<br />

Vittoria a volere<br />

fortemente<br />

la costruzione<br />

dell’antica chiesa,<br />

nel 1527.<br />

La piazza fu teatro<br />

della sanguinosa<br />

contesa dei contadini<br />

nel maggio<br />

1486 contro il Duca di Calabria, figlio di Ferdinando d’Aragona e,<br />

dall’avvenimento, prese il nome “della Vittoria”. Accanto c’è Largo<br />

Rosciano, a ricordare le antiche mura arrossate del sangue dei<br />

patrioti.<br />

Un tempo qui esisteva la pre- romana Beretra o Beregra. Fu<br />

un feudo ambito, appartenuto a Longobardi, Normanni, Svevi,<br />

Angioini fino a quando, alla fine del 1400, non fu donata a Pietro<br />

Camponeschi da Alfonso I di Napoli. Nel 1600 e fino a tutto il settecento<br />

comparvero i banditi e con loro, decadenza e miseria.<br />

All’interno di San Rocco, le volute dorate e l’imponenza artistica<br />

degli altari di legno dipinto, sono il frutto della maestria di artigiani<br />

intagliatori del primo settecento.<br />

La chiesa è una catechesi per immagini tra preziose sculture<br />

lignee settecentesche di scuola napoletana, raffiguranti i busti<br />

reliquari dei Santi, la statua argentea di San Rocco, capolavoro<br />

d’arte orafa e alcuni piviali gelosamente custoditi in sacrestia.<br />

Montorio è un anfiteatro con più ordini di case situate a scaglioni.<br />

In certi giorni di sole la collina pare luccicare. Sono i vetri


delle finestre attaccate le una alle altre.<br />

Riflettono raggi luminosi che sembrano<br />

incidere fessure nelle antiche pareti degli<br />

stretti vicoli.<br />

In alto, si scorge la cresta turrita con i resti<br />

del Forte San Carlo. <strong>Il</strong> baluardo eretto<br />

nel 1686 ha un’aria lugubre e, per questo,<br />

affascinante.<br />

<strong>Il</strong> passato è fatto anche di piccoli negozi,<br />

le famose “pentiche”, di finestre dagli<br />

infissi bruniti come i portoni istoriati che<br />

nascondono spesso dietro di sé, piccoli<br />

giardini segreti.<br />

Mi accompagna lungo Via Urbani, un<br />

amico di sempre, Pietro Serrani.<br />

Sono innumerevoli gli edifici storici con<br />

portali interessanti come quelli delle vecchie<br />

famiglie Pantaleoni e Martegiani.<br />

E’ imponente la facciata cinquecentesca<br />

del Palazzo Catini con i due rozzi ma<br />

austeri leoni di marmo, ai lati del portale,<br />

quasi appoggiati a sostenere i due pilastri.<br />

Pesanti battenti incorniciati da mirabili<br />

architravi, antiche fontane come la “Vecchia”<br />

con il suo bel mascherone del ‘700<br />

o la “Fonte Pasquale”, di origini remote<br />

che sarebbe il caso di recuperare. E poi,<br />

chiese antichissime come la fatiscente<br />

Santa Giusta, quella degli Zoccolanti, dedicata<br />

all’Immacolata Concezione con un<br />

chiostro meraviglioso, sotto le cui arcate si<br />

scorgono gli stemmi nobiliari del ‘700 delle<br />

potenti famiglie del Monte D’Oro.<br />

<strong>Il</strong> Convento dei Cappuccini con la chiesa di<br />

Santa Maria della Salute, oggi in abbandono<br />

e la vetusta Cona della Madonna del<br />

Ponte, sono da non perdere. E’ bellissima<br />

la storia dell’edicola votiva. Me la racconta<br />

Lucio Goderecci, apprezzato dipendente<br />

pubblico. Sul ponte, mi dice, si abbatté<br />

nella metà del ‘500, una piena furiosa del<br />

fiume che distrusse le case circostanti.<br />

Animali e uomini scomparvero, ghermiti<br />

dalle acque limacciose che devastarono<br />

tutto quello che si parava davanti. La Cona<br />

fu edificata per lucrare la protezione della<br />

Divina Madre. Lo stile del tempietto è<br />

gradevole con le sue colonne in pietra arenaria<br />

e i capitelli fiorati. La lunetta in alto<br />

contiene il dipinto originale con l’immagine<br />

della Madonna con Bimbo e, ai lati, San<br />

Giuseppe e Santa Lucia.<br />

<strong>Il</strong> fiume Vomano che nasce sotto il Passo<br />

Capannelle, alimentandosi a destra con<br />

acque del Chiarino<br />

e a sinistra del Rio<br />

Fucino a Senarica<br />

e del Rio Arno di<br />

Pietracamela,<br />

sembra placido, in<br />

attesa delle acque<br />

del Mavone.<br />

Qui conoscono<br />

bene la notevole<br />

portata che il<br />

“mare di Montorio”<br />

spesso raggiunge,<br />

tanto che molti<br />

anni fa fu definito<br />

“il fiume iracondo”.<br />

L’ingegner Domenico Barnabei, già<br />

assessore all’ambiente è stato uno di<br />

coloro i quali hanno fortemente voluto<br />

il parco fluviale. Conduce me e il mio<br />

amico fotografo Sergio Pancaldi, lungo<br />

il sentiero ad ammirare i piccoli gorghi<br />

naturali incastonati nelle rocce. Li<br />

chiamavano“iommete”, erano sfruttati<br />

come piscine naturali nei mesi<br />

caldi. Sono luoghi ricchi di storia,<br />

basta ripensare alla Vecchia Cava<br />

nei pressi del Tempio di Ercole e alla<br />

Fonte della “Sponda”.<br />

<strong>Il</strong> fiume era luogo di approvvigionamento<br />

delle acque per i contadini,<br />

spazio ludico per i bambini, fonte di<br />

energia per i mulini ad acqua.<br />

Vi si recavano le donne a fare bucato,<br />

le giovani amoreggiavano con gli sposi, i<br />

bimbi giungevano da Teramo a fare colonia<br />

estiva. Parliamo di un tesoro per la popolazione<br />

e di tempi ormai scomparsi. u<br />

Se volete scrivete a mens2000@gmail.com<br />

o cercate il mio profi lo su Facebook<br />

pag<br />

23


pag<br />

24<br />

quali tifosi?”<br />

Non siamo<br />

ancora<br />

pronti<br />

<strong>Il</strong> giorno in cui il compianto radiocronista di “Tutto il calcio<br />

minuto per minuto” Roberto Bortoluzzi andò in pensione, era<br />

una calda domenica di inizio giugno del 1987 ed il Pescara<br />

Calcio (o come va di moda adesso la Pescara) era tornato in serie<br />

A grazie al mitologico profeta Giovanni Galeone.<br />

Tra i ricordi di quel tempo anche i pomeriggi passati con la radiolina<br />

contro il muro, (perché da lì prendeva meglio!) non allo stadio.<br />

Altro che Premium calcio o quella stangona della D’Amico su<br />

SKY!<br />

Era tutta immaginazione:<br />

quando alla radio si apriva un<br />

collegamento inaspettato da un<br />

campo si sentiva prima il boato<br />

della folla, con l’indimenticato<br />

Enrico Ameri che rubava la<br />

parola al leggendario Sandro<br />

Ciotti (strepitose le loro beghe<br />

in diretta) dicendo: “ …attenzione!<br />

Interrompo da Milano…”<br />

ed in quel momento tutto era possibile: alè, è in vantaggio il<br />

Catanzaro!<br />

Invece era solo il primo di quattro gol del Milan del barone Liedholm.<br />

Questo esiste ancora, anche se con le partite in diretta TV si è<br />

persa per sempre quella poesia.<br />

Anche per Teramo si è da poco conclusa l’epoca del vecchio<br />

Stadio Comunale che non rimpiangeremo di certo: nei pomeriggi<br />

domenicali il centro era completamente bloccato, mentre quattro<br />

mascherati passavano quasi dentro le case della gente.<br />

A mai più. Viva il nuovo stadio!<br />

Tuttavia, anche nel nuovo stadio di Piano d’Accio ci sono scomodità<br />

che pesano.<br />

Innanzitutto, le persone che con nonchalanche guardano la partita<br />

attaccati alla rete divisoria vicino alle panchine, costringono<br />

qualche volta chi sta in tribuna, al proprio giusto posto, ad alzarsi<br />

in piedi per vedere il match e questo è un passo indietro.<br />

Poi quei “tuboni” alti e grossi in curva sia orizzontali che verticali<br />

che impediscono una normale visuale del campo se non si è<br />

almeno al sesto-settimo gradone.<br />

Detto questo, ciò che più perplime è che fra campo di gioco e<br />

spettatori vi siano i soliti recinti, cancelli, chiusure.<br />

In molti avranno visto le partite di coppa: ah, gli stadi inglesi!<br />

Niente separazioni fra campo e spettatori, bar, ascensori, shop<br />

novembre 2009<br />

di Ivan Di Nino<br />

dove acquistare la maglia dei propri beniamini, stewards rispettosi<br />

e ben preparati, bagni puliti!<br />

Da noi, ogni volta che c’è la solita violenza, si sforna una legge<br />

sull’onda emozionale del momento, sovrastando ed a volte contrastando<br />

le normative precedenti.<br />

Alcuni ricorderanno la storia di quel decerebrato che qualche<br />

anno fa buttò un motorino dagli spalti dello stadio Meazza di<br />

Milano.<br />

Racconta Stefano Giuliani, noto comico autore di una splendida<br />

parodia di Francesco Totti, che arrivato appena prima della<br />

tribuna Monte Mario dell’Olimpico di Roma venne bloccato da un<br />

poliziotto perché stava accendendo una sigaretta con uno “zippo”<br />

di grande valore : “Lei con quello non può entrare, lo metta lì”,<br />

indicando una montagna di accendini. Alle rimostranze del nostro<br />

su come avesse poi potuto ritrovare il suo costoso accessorio la<br />

risposta fu precisissima: “Eh, dopo vediamo”.<br />

Nessun controllo, invece, per chi arriva con un motorino sotto il<br />

braccio!<br />

Meno persone ricorderanno invece un’altra storia: nel marzo 2002<br />

un tifoso interista, mentre festeggiava un gol della sua squadra<br />

in Coppa Uefa contro l’AEK Atene, precipitava dal secondo anello<br />

del Meazza, sfracellandosi giù ed entrando in coma. Dopo quindici<br />

giorni il ragazzo ne uscì! Evviva! <strong>Il</strong> presidente Moratti non perse<br />

la mediatica occasione e lo invitò a vedere la partita successiva in<br />

tribuna VIP. Che c’è di male? Nulla, se non fosse che i cosiddetti<br />

ultrà hanno il vizietto di stare, anche a cento metri dal suolo, a<br />

cavalcioni del parapetto che<br />

divide il loro spazio dal vuoto.<br />

Ora non è dato sapere se il ragazzo,<br />

tal Luca Volpini, stesse<br />

in quel modo o sia straordinariamente<br />

scivolato facendo un<br />

doppio salto carpiato cadendo<br />

per terra, tuttavia all’epoca<br />

dei fatti in molti hanno<br />

considerarono l’invito del ricco<br />

petroliere quanto meno fuori posto.<br />

Stessa cosa, con sorte decisamente peggiore, per un ragazzo<br />

bresciano caduto dagli spalti del Tardini di Parma. Come fece ad<br />

andare giù in quel modo? La magistratura aprì l‘immancabile<br />

inchiesta. Finché si sarà ostaggio dei vari commandos, ultras e chi<br />

più ne ha più ne metta rimarremo sempre un Paese che di civile<br />

ha solo la facciata.<br />

<strong>Il</strong> Siena calcio è stata la prima società italiana che voleva abbattere<br />

recinti e steccati tra chi guarda e chi gioca nel 2006.<br />

Non è stato possibile, la legislazione arretrata come il pensiero di<br />

questo Paese non lo consente.<br />

No, non siamo ancora pronti.<br />

“Nel calcio italiano comandano gli ultras, in Spagna ed Inghilterra<br />

è tutta un’altra storia; vengono a vedere le partite famiglie intere,<br />

anche con i bambini piccoli”.<br />

Fabio Capello<br />

“Non si possono prendere decisioni fregandosene dei tifosi”.<br />

Massimo Moratti u


lettere dai Caraibi<br />

Periodo<br />

Especial<br />

(4° capitolo)<br />

La vera svolta fu dunque l’apertura al turismo internazionale<br />

che ebbe come indotto consistenti investimenti di aziende<br />

straniere a Cuba. Aziende che non erano solo vincolate al<br />

settore turistico ma che si dedicavano all’importazione e distribuzione<br />

di beni e servizi. Verso la metà degli anni ’90 Cuba era in ginocchio e<br />

dal fondo si poteva solo risalire per cui il governo diversificò anche i<br />

suoi interessi nella ricerca di giacimenti petroliferi (portato avanti con<br />

i canadesi prima e più recentemente con i brasiliani e russi) e in quello<br />

dell’estrazione del nichel presente nella provincia di Holguin. Aiuti e<br />

agevolazioni cominciarono ad arrivare anche da paesi, come il Venezuela,<br />

dove negli ultimi anni si sono instaurati governi di sinistra e nei<br />

quali Cuba ha esportato progetti prettamente sociali (alfabetizzazione,<br />

preparazione universitaria e sportiva, diffusione più capillare di servizi<br />

medici alle popolazioni, ecc.). Pian pianino nella seconda metà degli<br />

anni ‘90 le cose cominciarono a migliorare sia nelle casse governative<br />

impossibilitate ad attingere a prestiti di qualsivoglia Banca Mondiale<br />

che in quelle delle famiglie che ebbero vantaggi derivanti dall’ingresso<br />

a Cuba di denaro turistico. Ovviamente nessuno sa bene qual è lo stato<br />

effettivo dell’economia cubana se non il cassiere dello Stato e Fidel in<br />

persona e dobbiamo attenerci ai dati ufficiali diramati dagli organi di<br />

governo preposti. Prima di lasciare gli incarichi che ricopriva a causa<br />

novembre 2009<br />

di Francesco Pellecchia<br />

agente.havana@yahoo.it<br />

dei problemi di salute, Fidel ostentava una sicurezza economica mai<br />

riscontrata prima, forte anche dei programmi di contenimento dei<br />

costi sociali derivanti dalla cosiddetta “Rivoluzione energetica”; da<br />

circa un anno a questa parte e in corrispondenza dello scatenarsi<br />

dell’attuale crisi economica nel mondo intero per la prima volta ho la<br />

personale sensazione che le cose stiano velocemente peggiorando.<br />

Molte volte i supermercati sono carenti persino di prodotti basilari e<br />

non solo per colpa dell’embargo o di una spesso discutibile programmazione<br />

industriale, questa volta la crisi<br />

sta facendo dei danni notevoli ed i paesi con<br />

le economie zoppicanti sono i primi a risentirne.<br />

Siamo ancora abbondantemente al di<br />

sopra degli standard del periodo especial<br />

ma i cubani sono preoccupatissimi, temono<br />

d’infilarsi di nuovo in quel tunnel dal quale<br />

a costo di moltissimi sacrifici sono da poco<br />

usciti e la paura è direttamente proporzionale<br />

al danno sofferto in quegli anni.<br />

Vedremo…<br />

<strong>Il</strong> periodo especial certamente meritava qualcosa di più di un semplice<br />

capitolo, anche se sono sicuro che con i quattro che ho scritto<br />

non sia riuscito a trasmettere il dramma vissuto da questo popolo e il<br />

miracolo economico che i governanti hanno compiuto nel non arrendersi<br />

come hanno fatto i paesi dell’Europa comunista proprio venti<br />

anni fa. Se ne è valsa la pena non sta a me dirlo ma le fazioni, come<br />

sempre, sono contrapposte e agguerrite ogni volta che si discute di<br />

Cuba. Io Cuba la vivo e questo è ciò che volevo.<br />

Hasta la proxima u<br />

pag<br />

25


pag<br />

26<br />

eventi<br />

Risvegli<br />

In memoria di<br />

Giuseppe Ricciotti<br />

Gli occhi vispi ed indagatori di Pasquale Limoncelli<br />

raccontano di un uomo la cui bontà appare di sollievo<br />

per il genere umano. Due pacchetti di sigarette al giorno<br />

dall’età di tredici anni ancora non lo scalfiscono nella mente<br />

e nella tempra di uomo italicus del dopoguerra, quello che a<br />

bordo delle Seicento decideva il nostro benessere.<br />

<strong>Il</strong> teramano racconta del bene e di quel Giuseppe Ricciotti che,<br />

con le proprie iniziative, ha risvegliato un paese intero destandolo<br />

da un torpore atavico. Erano gli anni ’60, e Nereto languiva<br />

accartocciato su se stesso come<br />

solo una gens senza sbocchi poteva<br />

fare. La piazzetta era battuta<br />

dagli sbuffi del vento dell’inedia,<br />

alla canicola estiva seguiva la<br />

mitezza serale del dolce far nulla<br />

e tutto ciò che poteva interessare<br />

una comunità a quei tempi era il<br />

pettegolezzo, il lavoro, il pettegolezzo<br />

ed ancora il lavoro. Nulla<br />

più. Per cambiare le cose, ci volle<br />

un irresistibile maestro di scuola,<br />

con il suo polo di forza del bene,<br />

e “circostanze particolarmente<br />

favorevoli” scrive Limoncelli “non<br />

ultima le condizioni di crescita<br />

economica”. <strong>Il</strong> cocktail trasformò<br />

in breve tempo il centro vibratiano in una sorta di cenacolo<br />

irripetibile dove fecero tappa artisti altrettanto irripetibili come<br />

Carlo Levi, Marino Mazzacurati, <strong>Valerio</strong> Zurlini, Ermanno Olmi,<br />

Carlo Lizzani, Nanni Loy, Augusto Murer, Tono Zancanaro, Dacia<br />

Maraini, Edmonda Aldini, Ernesto Treccani, Sandro Pertini,<br />

Renato Guttuso, Rafael Alberti, e così via. Nereto scoprì la sua<br />

primavera e come nella pellicola Risvegli con Robert De Niro<br />

un manipolo di pazienti catatonici vengono improvvisamente e<br />

miracolosamente riattivati e ringalluzziti da un farmaco, seppur<br />

per un breve periodo.<br />

Peppino “Ricciotti”, nominato poi Patriarca di Nereto, nacque<br />

nel 1917. Con la sua Pro Loco, assieme alla preziosa collaborazione<br />

della “Casa della cultura Carlo Levi” di Pasquale<br />

Limoncelli, gettò le basi per quel risveglio che ancora oggi si<br />

ricorda. Ha insegnato alla scuola elementare di Nereto che è<br />

un punto di riferimento per tutta la vallata della Vibrata “e il suo<br />

merito – scrive Tito Rubini è quello di uscire dagli schemi un po’<br />

troppo formali dell’epoca”. Ancora oggi i suoi allievi lo ricordano<br />

come in genere si ricorda un padre buono, con misurato slancio<br />

affettivo quasi a non intaccare l’aura religiosa del personaggio.<br />

novembre 2009<br />

di <strong>Maurizio</strong> Di Biagio<br />

Frattanto Ricciotti realizza progetti innovativi per l’epoca e per<br />

quella realtà: crea il Centro didattico tipografico e l’Educazione<br />

al risparmio. “Ci sentivamo dei piccoli Gutenberg – incalza Rubini<br />

– e posso ben dire che il mio interesse per la scrittura deriva<br />

da quest’esperienza”; l’intuizione della Banca di Classe sfonda<br />

una porta aperta tra i ragazzi di quella terra di gente operosa e<br />

risparmiatrice.<br />

La sua attività di educatore è riconosciuta da tutti e non si ferma<br />

tra le quattro mura. Fonda sempre a Nereto una Polisportiva<br />

che riunisce vari sport, nel 1967 diventa presidente della Pro<br />

Loco, promuovendo importanti iniziative culturali, che fanno del<br />

centro vibratiano uno dei luoghi più interessanti dell’intera Provincia.<br />

Si organizzano con <strong>Valerio</strong> Zurlini retrospettive cinematografiche,<br />

ripetute poi con Carlo Lizzani, Nanni Loy, Ermanno<br />

Olmi e Giancarlo Cobelli, chiaramente presenti alle proiezioni.<br />

Nereto è anche una location per presentare i propri libri: così<br />

è stato per Dacia Maraini, Dom Franzoni e tanti altri. La capra<br />

alla neretese da prima donna passa in secondo piano e viene<br />

richiamata solo nei menù del cenacolo artistico.<br />

Nel 1980, quando il Time a stelle e strisce dedicava più pagine<br />

al miracolo dell’Eden Valley, il maestro Ricciotti partecipa alla<br />

realizzazione dell’Ente di Promozione e Sviluppo della Vibrata.<br />

Anche i poeti s’innamorano del paese: è il tempo di Dario Bellezza,<br />

Evgenij Evtusenko, Renato Minore. Nel 1975 si affaccia anche<br />

Sandro Pertini, il presidente dello scopone in aereo con Bearzot,<br />

Zoff e Cabrini, al ritorno da Madrid, con la pipa in mano ed il sorriso<br />

elegantemente parco. Quel giorno ricevette la cittadinanza<br />

onoraria. Giuseppe ci ha lasciati un po’ prima della sua effettiva<br />

data di morte, il 20 aprile 2004, perché un’ischemia cerebrale<br />

lo portò via dal mondo delle relazioni già nel 2001. Per lui che<br />

aveva diffuso il<br />

suo bene con<br />

le relazioni, la<br />

pedagogia e<br />

l’arte, pareva<br />

un destino<br />

malvagio<br />

quello della<br />

“perdita di<br />

contatto con<br />

la realtà - racconta<br />

Rubini<br />

- in un distacco<br />

silente e penoso per le persone care e per quanti ne avevano apprezzato<br />

l’operosità e la vivacità intellettuale. Da questo mondo<br />

di ricordi sfumati e dal lento torpore che lo accompagna, solo la<br />

voce dei bambini della vicina scuola riesce talvolta a scuoterlo”.<br />

Oggi a distanza di anni, il maestro buono viene ricordato con<br />

l’opera bronzea realizzata da Franco Murer. “Ricciotti – scrive<br />

Giorgio Napolitano, il nostro presidente della Repubblica – non<br />

fu solo apprezzato maestro di tante generazioni di scolari ma<br />

appassionato promotore di molteplici attività culturali e di<br />

incontri con personalità del mondo letterario, artistico e dello<br />

spettacolo”. Ricciotti fu un magico risveglio, chiude Pasquale<br />

Limoncelli, con gli occhi bassi. u


pag<br />

28<br />

cinema<br />

La<br />

educacion<br />

maleta<br />

Pedro Almodovar<br />

nel nome del padre<br />

D<br />

opo la madre (Volver) il padre. E dopo un’opera (apparentemente)<br />

armonica, riconciliata (con la morte),<br />

narrativamente fluida, ecco adesso un film frammentato,<br />

a spezzoni non conclusi, con personaggi intermittenti, funzioni<br />

narrative abortite, (apparentemente) pretestuoso e gratuito, un<br />

lavoro mancato. Come un atto mancato.<br />

Los abrazos rotos è di nuovo un melodramma. Che espone,<br />

anche didascalicamente e nonostante le<br />

iniezioni di altri generi, cosa sia un melodramma.<br />

Una love story impedita. Un<br />

abbraccio spezzato. Un coitus interruptus.<br />

Tra le tante citazioni, quella esplicita di<br />

Viaggio in Italia, nella scena a Pompei dove<br />

si ritrova la coppia sorpresa dalla morte<br />

nell’amplesso. Quella che spinge Ingrid<br />

Bergman a un’esplosione di lacrime e poi<br />

a dire (non mostrato nel film di Almodovar)<br />

«Com’è breve la vita!». A seguire, la coppia<br />

del film che fa un autoscatto. La fotografia (il<br />

cinema) salva dalla morte e dalla vita breve.<br />

Anche quando esso stesso viene impedito,<br />

manipolato o, come accade alle fotografie<br />

del film, ridotte a pezzi. Bisogna pazientare<br />

e, quando è giunto il momento, ricostruirlo:<br />

ricostruirsi. Anche se nel frattempo,<br />

edipicamente, non si hanno più gli occhi. Ma<br />

si è diventati veggenti come Tiresia. Uominidonne<br />

come Tiresia.<br />

Da questo punto di vista, il film è esplicito<br />

sin dall’inizio. Quando Lluis Homar, il regista<br />

Mateo Blanco aka Harry Caine (Hurricane?), cieco, fa descrivere<br />

all’avvenente fanciulla abbordata il corpo di lei, la macchina da<br />

presa indugia sul corpo di lui. Sulla patta. Touch mal-educato<br />

almodovariano, che inanella volgarità, quanto meno te lo aspetti,<br />

nelle atmosfere vecchia scuola della trama. «E’dura se non<br />

ti succhiano il cazzo» (ripetuto due volte, con compiacimento)<br />

oppure, durante un’agnizione successiva a un coma per quanto<br />

breve, «Non mi sono nemmeno pulita il culo». <strong>Il</strong> pipì, il popò. E’<br />

come quando l’adolescente di Tutto su mia madre scandalizza la<br />

novembre 2009<br />

di Leonardo Persia<br />

mamma dicendole, aggressivo, che nella vita si ha successo solo<br />

se si ha cotanta mazza.<br />

L’adolescente è centrale nel cinema di Pedro. Specie l’adolescente<br />

gay. E quello invecchiato. Cresciuto. Ma che coltiva ancora<br />

il suo risentimento, esplicitato dalle sue esternazioni anali o da<br />

una maglietta con su scritto Sock it to me. Tutto perché si è stati<br />

guardati dal padre. L’occhio che con-fonde e uccide. Altro film (di<br />

Michael Powell) esplicitamente citato. E rovesciato. Qui è il figlio,<br />

dagli occhi a raggi X, che scruta il padre, fa da Peeping Tom. Ma<br />

i ruoli padre-figlio, come in ogni melodramma con-fuso, si nascondono<br />

e si intrecciano. Mateo Blanco è un padre-figlio come il<br />

magnate Ernesto Martel è, nei confronti di Lena (Penelope Cruz),<br />

un amante-padre, sostituto dell’autentico genitore di lei, morto<br />

di cancro allo stomaco. E la Cruz è equiparata al figlio vero di lui,<br />

Ernesto jr, il Ray-X che scanna darkly. La donna, come il ragazzo,<br />

vuole fare cinema. Anzi, è il cinema (che va oltre l’anatomia, fotografa<br />

l’anima). <strong>Il</strong> padre non ci sta, poi lo concede, purché alle sue<br />

condizioni di padre padrone. Quando la figlia-amante fa l’amore<br />

con lui, non può che sentire il disgusto inevitabile di ogni incesto.<br />

Eppure anche Mateo/Harry è, ai suoi occhi, un papà (putativo), non<br />

solo perché il gioco degli incastri passato/presente ce lo mostra<br />

poi oltremodo più vecchio di lei. E’ lui che la edifica come diva,<br />

come donna, dandole l’identità mancata.<br />

Quella che Pedro cerca dal cinema/padre.<br />

Ma si tratta di un’identità femminile,<br />

negatagli dalla natura e, manco a dirlo, dal<br />

padre.<br />

Penolepe Cruz è quindi l’alter-ego più<br />

radicale e trans-vestito dell’autore. Bionda<br />

o dark, vittima o dominatrice, femme fatale<br />

e femme letale. Inserita nel gioco continuo<br />

di ricomprensione degli opposti dell’opera,<br />

se non di tutta l’opera del regista. Pedro la<br />

usa come Sternberg faceva con Marlene,<br />

ma desiderando essere Marlene (o Audrey<br />

Hepburn, che era il modello del fanciullo<br />

canterino de La mala educacion). <strong>Il</strong> vero<br />

amplesso spezzato del film è quello con<br />

la propria femminilità. <strong>Il</strong> parlare con lei<br />

interrotto. O represso, ridicolizzato. Able<br />

con ella era un film etero che nascondeva<br />

passioni omo. La donna morente costituiva<br />

simbolicamente il proprio requiem sul non<br />

essere mai stati donne, la latenza che qui<br />

si sposta sul piano filiale. Sei giorni di coma<br />

per il ragazzo dee-jay figlio di ignoti, refrattario al tocco altrui e,<br />

come tutti i giovani d’oggi, dedito alle droghe (sostituto dell’amore<br />

e comprensione paterni). Al risveglio-metafora, è svelata l’identità<br />

del padre e, con essa, quella, simbolica, del figlio. <strong>Il</strong> regista invece<br />

svela la sua femminilità divelta. La scena-clou sono le mani del<br />

regista su quelle immagini sgranellate, fotogramma per fotogramma,<br />

in cui è registrato l’ultimo alone di LEI che se ne va. Non<br />

essere più (con) lei. Altro risveglio, consapevolezza adulta. Del<br />

proprio corpo maschile. Assenza esterna (e quindi iper-presenza


interna) della donna, desiderio dell’uomo,<br />

come in Aracoeli di Elsa Morante. Principio<br />

di realtà. I colori pastello di Rodrigo<br />

Prieto, bravissimo come sempre, si tingono<br />

di nero.<br />

Anche ne<br />

La mala<br />

educacion, era<br />

impossibile<br />

divincolarsi<br />

dalla stretta<br />

paterna, l’altro<br />

autentico abrazo<br />

roto del titolo. <strong>Il</strong><br />

padre, pasolinianamente,<br />

è una<br />

metafora dello<br />

stato. L’iper-padre<br />

del film, producer<br />

tiranno, è pure un<br />

magnate dell’industria, un Berlusconi<br />

Kane. Nel finale, quando il riconoscimento<br />

del figlio, telefonato come gran parte degli<br />

avvenimenti del film, quella che sembrava<br />

un’eccentrica famiglia allargata (un regista<br />

cieco e disperato, una segretaria devota<br />

costantemente umiliata e il figlio di lei,<br />

sceneggiatore) diventa una famiglia vera,<br />

biologica. Una trinità. <strong>Il</strong> quarto incomodo/<br />

diavolo (Ernesto jr) non era cattivo come si<br />

credeva. Voglia di normalità. Riconciliazione<br />

con il padre. Film compiuto. Nostalgia.<br />

Ritorno. Si ricostruiscono tutte le tessere<br />

ORDINE DEI DOTTORI COMMERCIALISTI<br />

ED ESPERTI CONTABILI DI TERAMO<br />

VIA Melchiorre Delfi co n. 6 - 64100 TERAMO<br />

Tel 0861 - 245541 • FAX 0861 - 253973<br />

A cura della FONDAZIONE DEI DOTTORI COMMERCIALISTI E<br />

DEGLI ESPERTI CONTABILI DI TERAMO, con sede in Teramo,<br />

alla via Melchiorre Delfico n. 6, si comunicano:<br />

LE PRINCIPALI SCADENZE RELATIVE AL<br />

MESE DI DICEMBRE 2009<br />

MARTEDI’ 15<br />

• IVA fatturazione differita - relativa a beni consegnati o spediti<br />

nel mese precedente.<br />

MERCOLEDI’ 16<br />

• IVA liquidazione e versamento dovuto dai contribuenti<br />

mensili relativo al mese di precedente.<br />

del puzzle, nascoste in cassetti, buste,<br />

forzieri, luoghi del cuore, struttura del<br />

plot. Maleta-valigia McGuffin del film. Che<br />

nasconde, nei suoi doppi e tripli fondi, la<br />

droga/cinema/sublimazione. Si evince dal<br />

film-nel-film Chicas & Maletas (ancora:<br />

ragazze nascoste?), che in quanto replica<br />

di Donne sull’orlo di una crisi di nervi. (ma<br />

forse uomini: gay), è nuovamente un’autobiografia<br />

ma interposta..<br />

La linearità e la plausibilità<br />

non possono appartenere<br />

a questo stream of<br />

consciousness travestito<br />

da mélo noir, con tanto di<br />

rimandi interni. E’ soprattutto<br />

un film sulla crisi.<br />

Otto e mezzo appartiene<br />

alla collezione di DVD di<br />

Mateo Blanco e Joyce,<br />

per interposto Rossellini,<br />

fa capolino come dead<br />

ultra corporeo. Dietro ogni<br />

immagine, frase, personaggio<br />

si celano altre<br />

visioni, racconti, persone.<br />

E’ sempre Almodovar<br />

a suggerircelo: quando<br />

una semplice esortazione<br />

medica (Dona Sangre,<br />

dona sangue) diventa, agli<br />

occhi e nella mente del<br />

piccolo sceneggiatore,<br />

una lady vampira (Signora<br />

Sangue) e un intreccio di<br />

genere pronto per l’uso. Inutile aggiungere<br />

che i vampiri rimandano agli industriali<br />

succhiasangue (Ernesto Martel) e ai padri<br />

succhia affetto (ancora Martel). L’educazione<br />

che essi impartiscono più che mala<br />

è maleta, una valigia piena di fondi torbidi.<br />

Una vulva impropria. u<br />

• IVA / ritenute - ravvedimento relativo al versamento<br />

periodico del 16 del mese precedente.<br />

• INPS - versamento contributi lavoro dipendente.<br />

• INPS - versamento contributi gestione separata.<br />

• Versamento addizionale regionale IRPEF sulle competenze<br />

del mese precedente.<br />

• Versamento addizionale comunale IRPEF in forma di acconto<br />

e di saldo.<br />

• Versamento a saldo per il 2009 dell’ ICI.<br />

• Versamento in acconto dell’imposta sostitutiva sulla rivalutazione<br />

del TFR.<br />

LUNEDI’ 21<br />

• Presentazione modello INTRASTAT per operatori intracomunitari<br />

con obbligo mensile.<br />

LUNEDI’ 28<br />

• Versamento dell’acconto IVA relativo all’imposta dovuta per<br />

il mese di dicembre 2009 o per l’ultimo trimestre del 2009.<br />

MARTEDI’ 30<br />

• UNICO 2009 - Ravvedimento di omessi o insufficienti versamenti<br />

relativi al secondo acconto delle imposte risultanti dalle<br />

dichiarazioni Mod. UNICO 2009 in scadenza il 30 novembre 09.<br />

pag<br />

29


pag<br />

30<br />

basket<br />

Banca<br />

Tercas<br />

tra Campionato<br />

e Eurocup<br />

L<br />

a 3ª giornata di campionato è risultata molto interessante,<br />

agonismo, intensità, contatti fisici quasi al limite<br />

della correttezza sono state le parole d’ordine. Per<br />

molte formazioni il rodaggio è già terminato e hanno messo<br />

subito in mostra di che pasta sono fatte. Abbiamo seguito,<br />

con la massima attenzione tutte le partite e, la maggior parte<br />

di queste, sono state giocate punto su punto e risolte nei secondi<br />

finali. Addirittura, nella partita Caserta-Milano, ci sono<br />

voluti due tempi supplementari, prima di vedere la squadra<br />

vincente, nel caso Caserta. Un commento a parte bisogna<br />

fare per la partita, Siena - BancaTercas partita persa ma<br />

con dignità. <strong>Il</strong> risultato finale a favore dei Campioni d’Italia,<br />

con il punteggio di 94 a70, non fa una grinza. Cercando il più<br />

possibile di non essere di parte, già prima di giocare l’incontro<br />

il risultato non lasciava molto spazio a divagazioni di sorta<br />

per due semplici motivi: la risaputa forza della formazione<br />

toscana e poi perchè Teramo è ancora alla ricerca del suo<br />

assetto migliore. A distanza di tre giorni, la BancaTercas, ha<br />

dovuto affrontare un altro appuntamento molto importante<br />

ossia la partita di ritorno contro l’Apoel Nicosia, valida quale<br />

preliminare per l’ingresso alla competizione dell’Eurocup. La<br />

BancaTercas, doveva recuperare il gap dell’incontro di andata<br />

che era di 14 punti. <strong>Il</strong> compito non era di quelli facili, vuoi per<br />

la qualità dell’avversario, vuoi perché la compagine teramana<br />

avrebbe potuto soffrire questi appuntamenti ravvicinati sotto<br />

l’aspetto fisico-atletico. L’ incontro, giocato martedì 27 ottobre<br />

al PalaScapriano, è stato eccezionale, emotivo, giocato a ritmi<br />

vertiginosi da parte di entrambe le contendenti. <strong>Il</strong> cuore della<br />

BancaTercas, però, ha avuto la meglio e ha vinto l’incontro,<br />

proprio con il risultato di cui aveva bisogno per superare<br />

il turno e chiudere con un vantaggio di 15 punti (77 a 62). <strong>Il</strong><br />

motivo dominante del successo dei ragazzi di Capobianco è<br />

stata la difesa, press tutto campo con raddoppi, fatta eseguire<br />

per l’intero arco dell’incontro, tanta intensità mostrata<br />

sopratutto nella seconda parte della gara. La Teramo Basket<br />

conquista un altro risultato storico, l’ingresso di diritto nella<br />

Pallacanestro europea. E’ stato effettuato a Barcellona il<br />

sorteggio della Regular Season di Eurocup. Le 32 squadre<br />

partecipanti sono state raggruppate in 8 gironi, ognuno dei<br />

quali composto da 4 squadre che si affronteranno in gare di<br />

andata e ritorno. BancaTercas è stata inserita nel gruppo<br />

novembre 2009<br />

di Bebè Martorelli<br />

A, insieme ai tedeschi dell’Alba Berlino, agli ucraini del BC<br />

Azovmash Mariupo ed ai turchi del Galatasaray Cafe Crown<br />

Istanbul. L’esordio è previsto per martedì 24 novembre nella<br />

capitale tedesca. Nella 4ª giornata la Virtus Bologna riesce<br />

nell’impresa di espugnare il PalaScapriano. La BancaTercas,<br />

dopo aver condotto per quasi tutta la durata dell’incontro,<br />

crolla fisicamente e mentalmente negli ultimi cinque minuti<br />

finali di gara: risultato di 66 a 69. La Virtus Bologna ha saputo<br />

contenere la formazione teramana per merito della sua difesa,<br />

uomo contro uomo, che a tratti sapeva chiudersi a zona<br />

e veniva mal sopportata dai biancorossi che non riuscivano<br />

mai a trovare il break decisivo. Per gli emiliani, importanti,<br />

ai fini del risultato, le realizzazioni micidiali del duo LeRoy<br />

Hurd e David Moss ex terribili. Per la BancaTercas hanno<br />

denotato buona confidenza con il canestro i soli Jones Bobby,<br />

nella prima parte della gara, poi un sopraggiunto nervosismo,<br />

ingiustificato, ha compromesso la sua prestazione e Amoroso.<br />

Complimenti all’allenatore teramano Andrea Capobianco che<br />

in settimana è risultato il trionfatore della ventiquattresima<br />

edizione dell’Oscar della Pallacanestro intitolato alla memoria<br />

di Pietro Reverberi. Nella quinta giornata, la BancaTercas<br />

Teramo perde la sua quarta partita, terza consecutiva a Cantù<br />

con il risultato di 74 a 69. Sono risultati fatali alla BancaTercas<br />

i 26 tiri liberi concessi alla Ngc Cantù, contro i soli 9 concessi<br />

ai teramani. L’incontro, giocato su di un sostanziale equilibrio,<br />

si è risolto solo nell’ultimo interminabile minuto per merito<br />

degli indemoniati Markoishvili e Green. La BancaTercas,<br />

pur in una condizione ancora non brillante e a causa di un<br />

arbitraggio non certo equo, era riuscita ugualmente a portarsi<br />

ad un minuto dalla fine sul 64 pari. Poi, alcune fasi di gioco gestite<br />

male dai biancorossi, davano il via libera ai brianzoli che<br />

pur privi di due giocatori fondamentali come Jeffers e Lydeka,<br />

riuscivano a dar seguito al loro magico momento. Incredibile<br />

ma vero, al PalaScapriano, la BancaTercas sotto di 15 punti a<br />

4 minuti dal termine dell’incontro, con un ritorno veemente,<br />

inverte le sorti dell’incontro e batte la Pepsi Caserta con il risultato<br />

di 92 a 85. La 6ª giornata d’andata, giocata al PalaScapriano<br />

contro la Pepsi Caserta, è risultata rigenerante per la<br />

BancaTercas perché aveva urgentemente bisogno di tornare<br />

a vincere per scacciare un inizio sfortunato di campionato. La<br />

partita, nella prima parte, ha avuto un sostanziale equilibrio<br />

e la BancaTercas lo chiudeva avanti di un punto. La ripresa<br />

risultava scioccante da parte dei biancorossi, mentre Caserta<br />

imperversava in lungo ed in largo fino al 26° minuto. Ultimi<br />

quattro minuti alla fine del match l’apoteosi. La reattività<br />

biancorossa, pressing disperato tutto campo che riesce ad<br />

imbrigliare Caserta e a toglierli tutta la lucidità che fino a quel<br />

periodo di tempo l’aveva contraddistinta. Ora avanti cosi. Nella<br />

giornata, appena conclusa, abbiamo Siena e Avellino che<br />

conducono, appaiate in testa alla classifica, a punteggio pieno<br />

10 punti; nella zona centrale c’è grande bagarre ed in coda<br />

perdura sorprendentemente il digiuno di vittorie di Pesaro<br />

che è penultima con 0 punti, ultima Napoli, ancora con la sua<br />

penalizzazione, a -2 u

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