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ESSERE - Gennaio Febbraio 2012.pdf - CSA Arezzo

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inchiesta<br />

8<br />

sua legge dell’ ‘occhio per occhio, dente per dente’, per la nostra mentalità<br />

così spietata e datata, costituì a suo tempo un progresso, perché istituiva la<br />

corrispondenza esatta tra la colpa commessa e la pena. Fino ad allora aveva per<br />

lo più imperato nella regione il principio della ‘vendetta’ che implicava spesso<br />

l’assenza di proporzionalità.<br />

Nei tempi successivi le cose cambiarono ancora, anche se dobbiamo<br />

considerare l’uso inveterato della galera come periodo di segregazione e di<br />

durissima espiazione in ambienti quasi sempre malsani e privi delle più comuni<br />

necessità, l’uso abituale della tortura per le confessioni e della pena di morte,<br />

che, d’altra parte, a tutt’oggi è ancora prevista e applicata in molti Paesi. Il libro<br />

di Cesare Beccaria “Dei delitti e delle pene” - contro l’uso della tortura e a favore<br />

di un’illuminata proporzionalità e della prontezza di applicazione della pena, -<br />

pubblicato nel , fece subito scalpore soprattutto nella Francia illuministica<br />

e nei nuovi Stati americani.<br />

2 – La ‘scoperta’ dei diritti umani<br />

Ciò che ha costituito la chiave di volta, ad esempio per un migliore trattamento<br />

dei condannati nelle carceri, fu – soprattutto nella mentalità dei popoli di matrice<br />

europea – l’affermarsi graduale del rispetto dei diritti civili e della persona, che,<br />

tra l’altro, gli Stati Uniti d’America posero come fondamento programmatico al<br />

proprio costituirsi.<br />

In realtà, riconoscere la necessità di rispettare i diritti umani e civili non rientra<br />

nel concetto di perdono. In questo caso si tratta di una maturazione etica della<br />

mentalità comune, rivolta al rispetto dell’esistenza e della vita di qualunque<br />

essere umano che, proprio in quanto essere umano, nonostante le sue colpe<br />

- a volte terribili e a volte, per la loro efferatezza, inespiabili, secondo il metro<br />

comune, in una sola vita -, è un essere che ha, e dovrà sempre avere, i suoi<br />

diritti inalienabili.<br />

A smuovere in questa direzione etica gli animi, oltre al fondamentale rispetto<br />

verso i propri simili, forse innato nell’uomo - come d’altra parte in tutte, o quasi<br />

tutte, le specie animali –, molto probabilmente hanno contribuito, in modo<br />

determinante, la religione ebraica e due millenni di Cristianesimo. E questo<br />

anche nei confronti degli spiriti lontani da queste religioni e di quelli più inclini<br />

alla negazione del trascendente.<br />

Alla fin fine l’affermazione che tutti gli uomini sono figli di Dio è stata pronunciata<br />

nella Bibbia. E questa ‘idea’ non può non avere ‘lavorato’ nei secoli, generazione<br />

dopo generazione, influendo su ognuno di noi, per quanto concerne i diritti<br />

umani, verso una concezione dell’uguaglianza di tutti gli uomini di fronte agli<br />

uomini.<br />

Ne è forse una prova evidente il fatto che soltanto il mondo occidentale, o<br />

comunque di matrice europea e dunque cristiana - nonostante tutti i suoi passi<br />

indietro al riguardo, i suoi gesti e le azioni terribili di cui in vari tempi, anche<br />

recenti, si è macchiato -, è, seppure con molti limiti, l’unico ambito sociale e<br />

politico nel quale si applicano, o si cercano di applicare, i diritti umani. In tutti<br />

gli altri Stati, quale più quale meno, con pochissime e ristrette eccezioni, si è<br />

ancora piuttosto lontani in tal senso.

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