ESSERE - Gennaio Febbraio 2012.pdf - CSA Arezzo

SPAZIO APERTO
Le moderne contraddizioni
della nostra coscienza
di Luciano Petrai
Se solo ci soffermassimo ogni tanto su come stiamo vivendo la nostra modernità,
forse riusciremmo ad afferrare le contraddizioni che governano il nostro vivere
sociale. Mai come ora si sta soffrendo un disagio esistenziale che compromette
seriamente la nostra felicità, parola grossa ma che dovrebbe essere sempre alla
base di ogni nostra azione. Frulliamo come zombi dentro un paese dei balocchi
che non esiste, alla ricerca di emozioni che si rivelano come invitanti bolle di
sapone che appena le tocchi scoppiano.
Chi frequenta i social-network sa come gli utenti invochino (spesso con banalità
disarmanti) un metodo di vita basato sui valori dell’amicizia, sui sentimenti
sinceri, utilizzando frasi ed aforismi famosi, a volte belli e toccanti, ma lontani
anni luce dalla realtà che poi vivono. E’ la contraddizione del nostro tempo,
quella di non riuscire a mettere in atto le cose per le quali varrebbe la pena di
vivere. E così ci adeguiamo ad una realtà precaria e fasulla dove l’immagine ed
il superfluo la fanno da padroni.
Il “gran maestro” di questo metodo evanescente è proprio la televisione che si
sta rivelando come lo strumento più vecchio e diseducativo che mai avremmo
immaginato, dove l’unica funzione rimasta è fare e farsi pubblicità.
E’ moderno, infatti, sbatterti in faccia in un programma popolare, una farfalla
stampata sull’inguine di una bella ragazza che ammicca alla assenza di biancheria
intima, se non sollecitare i pruriti più reconditi e primordiali di un pubblico
abituato a sorbirsi le banalità più sconcertanti?
E cosa significa parlare ossessivamente di una ragazza assassinata,
oltraggiandola ancora nella sua vita privata, e giocarci come maniaci con plastici
improbabili e macabri? Che cosa arriva al pubblico di questi messaggi se non